CLab 2020 SOFT SKILLS - Gestire i conflitti in team e creare lo spirito di sq...Fabiano Catania
Il seminario costituisce una opportunità per conoscere e applicare modelli e strumenti che facilitano la gestione dei conflitti nei team e la creazione dello spirito di squadra con riferimenti sia alla esperienza personale del relatore che ad autori come Patrick Lencioni e Daniel Goleman, Reuven Bar-On ed altri ancora.
IV° Convegno CKBG - Pavia 29-31 gennaio 2014
Maria Assunta Zanetti & Valentina Percivalle
Università degli Studi di Pavia
Studenti europei in rete: internet a scuola e fra scuole
Di recente diversi organi d’informazione hanno dato ampio spazio alle storie, alle
esperienze e ai successi conseguiti dalle donne imprenditrici agricole in un settore ancora fortemente “maschile” e in un momento di grande difficoltà per l’economia e il mondo del lavoro.
Come si evolve l'organizzazione interna delle PMI e degli studi professionali grazie alla digitalizzazione. Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione e quali i vantaggi.
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IV° Convegno CKBG - Pavia 29-31 gennaio 2014
Maria Assunta Zanetti & Valentina Percivalle
Università degli Studi di Pavia
Studenti europei in rete: internet a scuola e fra scuole
Di recente diversi organi d’informazione hanno dato ampio spazio alle storie, alle
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Come si evolve l'organizzazione interna delle PMI e degli studi professionali grazie alla digitalizzazione. Quali sono gli aspetti da tenere in considerazione e quali i vantaggi.
WORKSHOP DI LEADERSHIP PERSONALE
Francesco Perticari
Strumenti per ritrovare il leader dentro di te
Un breve incontro di avvicinamento alle strategie del Successo:
mezzi,strumenti, idee per migliorare!
Per uscire dalla crisi bisogna avere fiducia! È l’irrinunciabile e imprescindibile punto di partenza, in mancanza del quale non può esservi un punto di arrivo. Nelle fasi in cui il ciclo economico è positivo, il grado di fiducia che caratterizza le relazioni sociali ed economiche di un Paese è l’additivo segreto che può consentire di crescere più della media degli altri Paesi. Tuttavia è nelle fasi in cui il ciclo economico è fortemente negativo, come la fase che stiamo purtroppo attraversando ora, che la fiducia associata al cambiamento assurgono ad elementi irrinunciabili. In questo contesto, infatti, il grado di fiducia e di rinnovazione che caratterizza le relazioni economiche e sociali di un Paese diviene non il “mero” volano per sfruttare al meglio le opportunità di crescita, bensì l’unica possibilità per garantirsi la sopravvivenza oltre la crisi e, quindi, il suo superamento.
Superare la paura si può – acquistare coraggio e fiducia con il Coaching - Grottammare 13 Novembre 15 - Terzo incontro con Tommaso la selva e Monica Carrillo
"I 5 sensi del leader"
Anche tu sei alle prese con la crisi economica, o con la prossima bolla speculativa? Non stupirti: la crisi esagera la mancanza di leadership interna alle aziende!
In questi casi vi è la falsa attesa che qualcosa, un libro, un consulente, un socio finanziatore, o peggio un'opportunità di mercato unica senza concorrenti, possa renderti felice e salvare il tuo progetto. Sicuramente questi elementi possono contribuire al tuo successo, ma gli imprevisti puoi superarli solo con la tua Leadership.
In questo libro, diverse le idee innovative per vivere una leadership vincente, con suggerimenti semplici ma illuminanti. Se dai importanza alle idee sarà maggiore la tua efficacia nel raggiungere gli obiettivi in prima persona e attraverso gli altri.
I 5 Sensi del Leader, è un testo attuale e divertente che puoi leggere tutto d'un fiato, ma è anche un manuale di appunti, da tenere sulla scrivania, da cui prendere spunti nel produrre riunioni, coinvolgere i tuoi collaboratori, o semplicemente trovare idee per alimentare la tua motivazione e Leadership. Se vuoi saperne di più, visita il sito www.studiogr.com
Roberto Giangregorio
è presidente di Studio GR, società di consulenza a capitale interamente italiano che nel 2010 consolida la sua leadership con quindici anni di attività. La sua curiosità per l'animo umano, lo ha portato ad occuparsi di Formazione e Consulenza, ad interessarsi a tutto ciò che è crescita e consapevolezza e a comprendere come sviluppare i sensi della leadership anche nei ruoli più operativi. La sua idea è che oggi le aziende non sono in grado di crescere con semplici esecutori, ma tutti possono e devono essere dei veri Leader, ossia capaci di interpretare il proprio ruolo con intraprendenza e responsabilità. Oggi, oltre alla sua attività di gestione all'interno di Studio GR, tiene regolarmente presentazioni in tutta Italia circa la leadership, il management delle risorse umane e le sfide nature che le imprese e i loro leader si troveranno ad affrontare. Sono davvero numerosi, ormai, gli imprenditori, manager e collaboratori di impresa, che partecipano con successo ai suoi workshop e corsi.
Mida SpA - L'eccellenza negli individui e nelle organizzazioni 2009, Emanuele...Mida
Ogni individuo, ogni sistema ha una sua propria eccellenza, che è sempre collegata con il suo “centro” unico e irripetibile. Troviamo eccellenza in tutte quelle situazioni in cui un’elevata prestazione va di pari passo con un semplice, naturale fluire delle cose. Un sistema o un individuo può perdere la connessione con la propria eccellenza: in questi casi la prestazione può rimanere alta, ma viene a mancare la naturalezza dell’azione. Al suo posto, c’è invece lo sforzo, la pressione permanente e un eccessivo consumo di energia.
Group coaching: sviluppare il potenziale di piccoli gruppi in formazione Pina Sabatino
Una guida utile a progettare e condurre una sessione di Group Coaching. Un manuale operativo, pragmatico e concreto, destinato a tutti coloro che intendano avvicinarsi a una nuova metodologia formativa capace di trasformare l’aula tradizionale in una vera e propria palestra di apprendimento.
Il Talento fa di noi delle persone speciali. Ciascuno di noi ne é dotato ma molto spesso le persone credono, o meglio sono convinte, di non possederne alcuno.
Questo è uno degli errori più comuni che commettiamo, come spiego in questo articolo: “Carisma e Potere Personale”.
La routine della vita quotidiana, le responsabilità e a volte...
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Francesco Perticari
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Per uscire dalla crisi bisogna avere fiducia! È l’irrinunciabile e imprescindibile punto di partenza, in mancanza del quale non può esservi un punto di arrivo. Nelle fasi in cui il ciclo economico è positivo, il grado di fiducia che caratterizza le relazioni sociali ed economiche di un Paese è l’additivo segreto che può consentire di crescere più della media degli altri Paesi. Tuttavia è nelle fasi in cui il ciclo economico è fortemente negativo, come la fase che stiamo purtroppo attraversando ora, che la fiducia associata al cambiamento assurgono ad elementi irrinunciabili. In questo contesto, infatti, il grado di fiducia e di rinnovazione che caratterizza le relazioni economiche e sociali di un Paese diviene non il “mero” volano per sfruttare al meglio le opportunità di crescita, bensì l’unica possibilità per garantirsi la sopravvivenza oltre la crisi e, quindi, il suo superamento.
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"I 5 sensi del leader"
Anche tu sei alle prese con la crisi economica, o con la prossima bolla speculativa? Non stupirti: la crisi esagera la mancanza di leadership interna alle aziende!
In questi casi vi è la falsa attesa che qualcosa, un libro, un consulente, un socio finanziatore, o peggio un'opportunità di mercato unica senza concorrenti, possa renderti felice e salvare il tuo progetto. Sicuramente questi elementi possono contribuire al tuo successo, ma gli imprevisti puoi superarli solo con la tua Leadership.
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Roberto Giangregorio
è presidente di Studio GR, società di consulenza a capitale interamente italiano che nel 2010 consolida la sua leadership con quindici anni di attività. La sua curiosità per l'animo umano, lo ha portato ad occuparsi di Formazione e Consulenza, ad interessarsi a tutto ciò che è crescita e consapevolezza e a comprendere come sviluppare i sensi della leadership anche nei ruoli più operativi. La sua idea è che oggi le aziende non sono in grado di crescere con semplici esecutori, ma tutti possono e devono essere dei veri Leader, ossia capaci di interpretare il proprio ruolo con intraprendenza e responsabilità. Oggi, oltre alla sua attività di gestione all'interno di Studio GR, tiene regolarmente presentazioni in tutta Italia circa la leadership, il management delle risorse umane e le sfide nature che le imprese e i loro leader si troveranno ad affrontare. Sono davvero numerosi, ormai, gli imprenditori, manager e collaboratori di impresa, che partecipano con successo ai suoi workshop e corsi.
Mida SpA - L'eccellenza negli individui e nelle organizzazioni 2009, Emanuele...Mida
Ogni individuo, ogni sistema ha una sua propria eccellenza, che è sempre collegata con il suo “centro” unico e irripetibile. Troviamo eccellenza in tutte quelle situazioni in cui un’elevata prestazione va di pari passo con un semplice, naturale fluire delle cose. Un sistema o un individuo può perdere la connessione con la propria eccellenza: in questi casi la prestazione può rimanere alta, ma viene a mancare la naturalezza dell’azione. Al suo posto, c’è invece lo sforzo, la pressione permanente e un eccessivo consumo di energia.
Group coaching: sviluppare il potenziale di piccoli gruppi in formazione Pina Sabatino
Una guida utile a progettare e condurre una sessione di Group Coaching. Un manuale operativo, pragmatico e concreto, destinato a tutti coloro che intendano avvicinarsi a una nuova metodologia formativa capace di trasformare l’aula tradizionale in una vera e propria palestra di apprendimento.
Il Talento fa di noi delle persone speciali. Ciascuno di noi ne é dotato ma molto spesso le persone credono, o meglio sono convinte, di non possederne alcuno.
Questo è uno degli errori più comuni che commettiamo, come spiego in questo articolo: “Carisma e Potere Personale”.
La routine della vita quotidiana, le responsabilità e a volte...
1. Michael Jordan, Scottie Pippen, Dennis Rodman riuniti in una stanza arredata con totem e
altri oggetti indiani. I Chicago Bulls raccolti intorno al loro coach, Phil Jackson, che legge loro
brani dal “Libro della Giungla” di Rudyard Kipling per preparare la squadra alla partita.
Una frase del romanzo ricorre più spesso:
“La forza del lupo è il branco, e la forza del
branco è il lupo”. Strane coincidenze accadono. “È uno dei miei libri preferiti”, commenta
Julio Velasco (il plurivincitore con l’ItalVolley,
oggi all’Inter, dopo il ruolo di direttore generale nella Lazio di Sergio Cragnotti), “va però detto che quando il lupo diventa vecchio, e non è
più in grado di cacciare, il branco lo uccide.
Questo è un po’ quello che succede a tutti i
leader”.
Perché secondo lei il mondo imprenditoriale parla sempre più spesso di gioco di
squadra?
“Per una serie di fattori che stanno coinvolgendo la nostra società: per la grande competitività, per la crescente complessità, per la concentrazione a livello imprenditoriale, e infine,
per la globalizzazione”.
sono d’accordo con l’affermazione che senza
la squadra non si fa nulla.
Il mondo imprenditoriale è pieno di uomini
che da soli, usando gli altri come pedine operative, hanno fatto grandi cose. Ritengo però
che gli affari, come tante altre attività, in una
società che si sta sempre più globalizzando, siano diventati sempre più complessi, più vasti.
Come conseguenza anche se si ha il fuoriclasse, imprenditore o giocatore che sia, si farà
sempre più fatica. Ergo, il gioco di squadra comincia ad essere una necessità. E non a caso
sta divenendo un concetto di cui si parla molto
nelle aziende”.
Quale motivazione, in un mondo sempre più orientato all’individualismo, spinge a creare un gioco di squadra?
“Essenzialmente perché conviene a chi ne fa
parte. Anche se ragiona da egoista. Per la stessa essenza del gioco di squadra: la tattica. La
tecnica è solamente lo strumento.
Un buon sistema tattico permette di mettere in evidenza i miei pregi e nascondere i miei
difetti, e, contemporaneamente, sottolineare i
difetti dell’avversario e neutralizzare i suoi pregi”.
CENTRO
QUALIFICAZIONE
NAZIONALE
Come valuta il mondo aziendale sotto il
profilo dello spirito di squadra?
“Mi sembra di capire che nella nostra società, in azienda, la cultura di squadra non sia
molto diffusa. Tutti insistono a voler parlare di
gioco di squadra, che è visto come un imperativo morale da raggiungere. Ciò equivale a dire:
dobbiamo essere dei bravi ragazzi, dobbiamo
avere spirito di squadra. Questo è positivo ma
non sufficiente. Un mero concetto di solidarietà: tutti per la causa”.
Ma allora il gioco di squadra è imprescindibile?
“É necessario inquadrare il problema. Io non
É la tattica, allora, il valore aggiunto del
giocare in una squadra?
“Esattamente, perché anche se un giocatore è bravissimo c’è sempre qualcosa in cui non
è molto abile. E tramite il gioco collettivo si riesce a far emergere il meglio di ognuno, sopperendo ai suoi difetti con le doti di un altro.
Un gioco di squadra che non faccia questo
applica una tattica sbagliata. Inoltre continuando a tarpare i pregi di un individuo, alla lunga,
questi si stacca dalla squadra.
In un club sportivo può essere sostituito, ma
in un’azienda, dove la mobilità è decisamente
più bassa, può diventare un problema serio”.
LO SPIRITO DI SQUADRA É LA CHIAVE DEL SUCCESSO
CHIAVE
* Allenatore e Docente Nazionale FIPAV (già Allenatore delle Nazionali Seniores Maschile e Femminile).
Pagina 1
di Julio Velasco *
CQN • SETTORE SVILUPPO TECNICO
LO SPIRITO DI SQUADRA È
LA CHIAVE DEL SUCCESSO
2. Che cosa, allora, caratterizza una squadra rispetto ad un gruppo?
“I ruoli, che devono essere ben definiti. In
funzione del tipo di gioco che si vuole fare, della tattica che si intende applicare.
É inammissibile, ad esempio, che un terzino
vada a fare la punta soltanto perché il centravanti non segna. Questo implica accettare anche i limiti, i difetti, gli errori dei compagni.
Ciascun giocatore deve avere e rispettare il
ruolo assegnatogli dall’allenatore, dal capo, dal
vertice”.
Iniziano i problemi per l’allenatore.
“Il capo fa parte dei ruoli prestabiliti, il suo è
quello di comandare, istituzionalmente. É necessario differenziare tra capo e leader.
La leadership si guadagna con il consenso,
si deve instaurare un’autorità morale per comandare. Il leader lo stabilisce il gruppo, non
ha un ruolo assegnato, ad esempio, da un organigramma.
Restando nello sport, ci sono allenatori che
non sono leader e che utilizzano quelli che si
vengono a creare in modo naturale all’interno
del gruppo dei giocatori.
Un capo perde la stima della squadra soprattutto quando non rispetta i ruoli altrui, e non
quando non è un leader”.
CENTRO
QUALIFICAZIONE
NAZIONALE
La figura dell’allenatore è quindi assimilabile a quella di un capo?
“È indubbiamente un ruolo di comando.
Deve essere in grado di assumersi sulle proprie
spalle i rischi. La tattica deve essere condivisa
da tutti, anche tramite un contraddittorio.
Se non c’è accordo tra tutti, cosa si fa? Qui
entra in gioco il capo: ebbene, decide lui, perché non si può vivere nel conflitto.
Il capo si assume le sue responsabilità, cercando di sbagliare il meno possibile.
Un margine di errore esisterà ovviamente
sempre, l’essenziale è esplicitarlo ben chiaro in
precedenza”.
Squadra e gruppo, non sono la stessa
cosa.
“No, e non vanno confusi. Il gruppo è l’elemento alla base della squadra. Il gruppo si forma svolgendo un’attività in comune: ad esem-
Quando però c’è qualcosa che non funziona è difficile rispettare i ruoli.
“Tutto dipende dal clima creato dal vertice,
dai capi, sul modo di interpretare un errore.
É in caso di difficoltà che si vede se c’è davvero lo spirito di squadra. Quando le cose vanno bene è semplice rispettare i ruoli, quando
invece vanno male si innesca un meccanismo
basato sul tentativo di dimostrare la propria innocenza, tra mille alibi e giustificazioni, e la
colpevolezza degli altri. Il problema di fondo è
LO SPIRITO DI SQUADRA É LA CHIAVE DEL SUCCESSO
CHIAVE
Che cosa significa?
“Significa che la metodologia, lo stile di lavoro e di gioco, devono essere chiari a tutti, e
non soltanto al capo. Molti concepiscono il gioco di squadra come: “io penso, loro eseguono.
E chi non esegue non possiede spirito di squadra”. Le vere squadre non sono così. Il ruolo
dell’allenatore consiste nel saper costruire
un gioco in collaborazione con i giocatori”.
Ed ecco il ruolo dell’allenatore. “Uno non è
un grande allenatore quando fa muovere un
giocatore secondo le proprie intenzioni, ma
quando insegna ai giocatori a muoversi per conto loro. L’ideale assoluto, che come tale non è
mai raggiungibile, viene nel momento in cui l’allenatore non ha più nulla da dire, perché i giocatori sanno già tutto quello che c’è da sapere.
Tutti devono conoscere, oltre alla tecnica, come
si gioca, la tattica, insomma”.
Pagina 2
Da dove inizia, quindi, la costruzione di
una squadra?
“Dall’avere chiaro l’obiettivo. La seconda è
di avere un gioco ben delineato, conosciuto da
tutti”.
pio, una classe scolastica. Nel gruppo l’individuo ha dei ruoli, ma non ben delineati, attribuitigli spontaneamente dagli altri componenti.
Inoltre non c’è un unico leader, perché viene
scelto a seconda dell’attività svolta. Il gruppo è
un’entità propria: ciò significa che la sua caratteristica non deriva dalla somma delle caratteristiche degli individui che compongono il gruppo, ma bisogna ricercarla nelle dinamiche che
si creano al suo interno.
É necessario verificare come ciascun individuo funziona nel gruppo e non come è fatto,
se ha talento, oppure se ha un certo carattere,
o se è coerente ad un certo metodo di lavoro”.
CQN • SETTORE SVILUPPO TECNICO
E come si mantiene un individuo all’interno della squadra?
“Non certo con discorsi moralistici. Servono
criteri più utilitaristici e pragmatici: deve intravedere la convenienza dello stare nel gioco di
squadra, traendo i maggiori benefici personali
giocando insieme a compagni che nascondano i suoi difetti ed esaltino invece i suoi pregi”.
3. In che cosa consiste la motivazione di
base?
“Fare ciò che piace. Di conseguenza, quando si costruiscono le squadre, bisogna scegliere gente a cui piace quel ruolo. In ogni modo è
possibile migliorare le condizioni di lavoro, l’ambiente (ad esempio un ufficio accogliente, la
comodità per raggiungere il posto di lavoro),
concedere gratificazioni, al fine di rendere più
soddisfatti di ciò che si svolge.
In questo gli americani sono dei maestri, per
quanto li riguarda: meglio si vive, più si rende.
In Italia c’è un disinteresse assoluto per questi
argomenti. Un buon allenatore deve cercare di
mettere, se può, un giocatore nel posto in cui
sa che gli piace stare”.
Come si fa ad avere la mentalità vincente?
“A questa domanda io rispondo sempre con
un paradosso: vincendo! Il problema è: come
faccio a vincere? Esistono tre tipologie. La prima vittoria è quella contro i propri limiti e i difetti. La funzione del capo è fondamentale: deve
porre obiettivi facilmente raggiungibili, in maniera da far fare un passo alla volta e, soprattutto, deve dare aiutare a risolvere i difetti.
E poi superare le difficoltà è un allenamento. Questa è la seconda tipologia di vittoria.
Le difficoltà non devono più essere viste
come un qualcosa che mi impedisce di fare,
ma come la possibilità di allenarmi a superarle”.
E la terza vittoria?
“É quella contro gli avversari, i concorrenti.
Che va programmata: da una parte affrontando avversari che siano alla mia portata, dall’altra, contemporaneamente, confrontandomi
contro i migliori, anche se perdo.
Questo mi serve per stabilire un punto di riferimento alto. A volte si impara di più perdendo contro un avversario forte piuttosto che vincendo da uno debole”.
CENTRO
QUALIFICAZIONE
NAZIONALE
La motivazione economica, invece.
“É molto importante, i premi, le incentiva-
Intervista concessa a STAGE UP
Questa intervista è gentilmente concessa da Stage Up
• Il primo sito italiano di Sport Business
http://www.stageup.com
LO SPIRITO DI SQUADRA É LA CHIAVE DEL SUCCESSO
CHIAVE
Nel romanzo ‘I Promessi Sposi’ di Alessandro Manzoni, Don Abbondio si giustifica dicendo: “Se uno il coraggio non ce l’ha,
non se lo può dare”. Quanto contano le
motivazioni?
“Affinché i ruoli, il gruppo, la squadra funzionino è chiaro che la motivazione è un elemento fondamentale.
Che non deve essere astratta, culturale o
morale. Ci sono tre tipi di motivazione: quella
di base, quella economica e quella della sfida”.
Lei ha parlato di sfida...
“Questa motivazione per me assume un ruolo fondamentale, non tanto riguardo agli impegni quotidiani, quanto ai grandi compiti.
Credo che la gente, soprattutto in una società decisamente omologata come l’attuale,
abbia bisogno delle emozioni, di sentirsi parte
di qualcosa che va al di là della routine di tutti i
giorni, di competere per un’impresa straordinaria. Questo a maggior ragione nel mondo del
lavoro”.
Pagina 3
Ha parlato spesso di cultura degli alibi.
“L’alibi, oltre a distruggere l’armonia, impedisce di progredire, di imparare. É una situazione che nella mia esperienza ho trovato ovunque. L’errore segnala la necessità di apportare
modifiche, la scusa, invece, impedisce di mettere in moto delle risorse che, a volte, non si sa
neppure di avere”.
zioni sono un ottimo stimolo.
Ma diventa negativa quando si richiede di
far gioco di squadra e poi il guadagno va soltanto alla proprietà”.
CQN • SETTORE SVILUPPO TECNICO
che l’errore viene visto come una dimostrazione d’incapacità e non come degli strumenti
d’apprendimento”.