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Roberto Milone e Nicola Mansi Roma, 4 aprile 2013
Fondi Pensione
Ragionamento argomentato sulla
previdenza complementare.
Tassi di adesione
Dati Covip 31 12 2011.
Tipologia di
lavoratori
Iscritti alla
previdenza
compl.
Occupati Tasso di
adesione (%)
Dipendenti
sett. privato
3.992.964 13.919.000 28,9%
Dipendenti
set. pubblico
151.606 3.421.000 4,4%
Autonomi 1.392.210 5.727.000 24,3%
Totale 5.536.780 22.967.000 24,1%
Sistemi di calcolo, speranza di vita, tasso di sostituzione.
 Oggi l’importo della pensione viene collegato:
 A) all’ammontare dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa e non più alle ultime retribuzioni
percepite; B) alla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL); C) alla durata media del periodo di
pagamento della pensione (la cosiddetta “speranza di vita” al momento del pensionamento); la
speranza di vita media nel 2010 in Italia è di 79,1 anni per gli uomini e 84,6 per donne e nel 2030 sarà
82,2 e 87,5.
 Il sistema attuale è a ripartizione, sulla base del “principio di solidarietà tra generazioni”, ossia i
contributi da noi versati servono a pagare le pensioni degli attuali pensionati; tale criterio però
funziona solo se l’economia cresce e se i lavoratori attivi sono sempre maggiori di quelli in
quiescenza. I dati in nostro possesso chiariscono che il sistema non può mantenersi in equilibrio : dal
2050 in Italia secondo gli sviluppi dei modelli demografici ci sarà il sorpasso dei pensionati rispetto ai
lavoratori attivi ed se non bastasse una recente ricerca ha posto in rilievo come l’UE con il 7% della
popolazione mondiale ed il 24% del PIL prodotto eroga il 42% del Walfare globale.
 Attualmente la pensione viene rivalutata unicamente sulla base dell’inflazione (cioè dell’aumento dei
prezzi dei beni e dei servizi) e non più in base all’aumento delle retribuzioni che, generalmente, è più
elevato.
 Il tasso di sostituzione della previdenza obbligatoria è comunemente indicato dal rapporto fra la prima
rata che riscuoti quando vai in pensione e l’ultimo stipendio percepito.
Normativa di riferimento maggiormente incisiva.
 Legge 421/1992 c.d. “Legge Amato”si prefisse lo scopo di stabilizzare il
rapporto tra spesa previdenziale e PIL.
 D.Lgs. 124/93, sviluppo della previdenza complementare.
Legge 335/1995 c.d. “Riforma Dini”, ha introdotto il sistema Contributivo;
 Decreto Legislativo 252 del 2005, che legiferò sulla destinazione del TFR
dal 2007.
 Legge n.214/2011 c.d. “Salva Italia” ha notevolmente elevato i requisiti a
pensione (pensione a 67 anni).
Cose da ricordare
 Dal 1° gennaio 2007 ogni lavoratore dipendente ha
dovuto scegliere di destinare il proprio TFR
maturando alle forme pensionistiche
complementari o mantenere il TFR presso il
proprio datore di lavoro, in modo esplicito o tacito.
N.B. Per il lavoratore che ha deciso di mantenere il TFR futuro
presso il datore di lavoro, nel caso l’azienda presso cui
lavora ha più di 50 dipendenti, l’intero TFR è trasferito al
servizio di tesoreria presso l’INPS.
Sistemi di calcolo
 1) Sistema Retributivo (più favorevole) applicabile a chi a fine 1995 aveva più di
18 anni di contribuzione, permetteva di calcolare la pensione con la media delle
retribuzioni degli ultimi anni applicando una aliquota di rendimento del 2% per
anno fino ad un massimo di 40 anni di contributi.
 2) Sistema Contributivo (attualmente in vigore) per chi ha avuto la prima
occupazione dall’inizio del 1996. Riforma Dini del 1995. La pensione viene
calcolata unicamente sulla base dei contributi versati.
 3) Sistema Misto, per chi a fine 1995 non aveva ancora accumulato 18 anni di
contributi.
Differenti tipi di pensione
 Le pensioni sono di due tipi : Anzianità e Vecchiaia.
 La Pensione di Anzianità, entro il 31 dicembre 2011, il diritto si perfeziona al raggiungimento di una
quota data dalla somma tra l'età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di contributi. Per i
lavoratori dipendenti, a partire dal 1° gennaio 2011, è necessario raggiungere quota 96 con almeno
60 anni di età. Per i lavoratori autonomi è necessario raggiungere invece quota 97 con almeno 61
anni di età. Si può andare in pensione a prescindere dall'età se si possiede un’anzianità contributiva
di almeno 40 anni.
 Comunque dal 2012 per effetto della Legge 214/2011, non è più prevista la pensione di anzianità
quella raggiungibile con le c.d. quote (96; 97; ecc.) , salva l’esclusione della c.d. pensione anticipata
quando si è in presenza di anzianità contributiva di 42 anni ed 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5
mesi per le donne; ma con una riduzione dell’1% o del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62
anni anagrafici.
Differenti tipi di pensione
 La Pensione di Vecchiaia è una prestazione economica erogata, a domanda, in favore dei lavoratori
dipendenti e autonomi, che hanno: raggiunto l’età stabilita dalla legge; perfezionato l’anzianità contributiva e assicurativa
richiesta; spetta a :
 - 1) Soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995.
Requisito contributivo – A decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva a fine 1995
possono conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia esclusivamente in presenza di un’anzianità contributiva minima
pari a 20 anni, costituita da contributi versati .
Requisito anagrafico – Per l’accesso alla pensione di vecchiaia è richiesto il possesso dei seguenti requisiti anagrafici: 
a) lavoratrici dipendenti settore privato ed autonomi dal 1 genn. 2018 a fine 2020 potranno andare in pensione con 66
anni e 3 mesi;
b) i lavoratori dipendenti del settore pubblico (uomini e donne) ed i lavoratori autonomi dal 1 Genn. 2016 a fine 2020
potranno andare in pensione con 66 anni e 3 mesi.
- 2) Soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996.
N.B. Dal 1° gennaio 2012, i soggetti per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, possono
conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, in presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico,
al ricorrere di una delle seguenti condizioni:a) se l’importo della pensione risulta non inferiore a 1,5 volte l’importo
dell’assegno sociale (c.d. importo soglia);b) al compimento dei 70 anni di età e con 5 anni di contribuzione
“effettiva” a prescindere dall’importo della pensione.
Nuove disposizioni ulteriormente restrittive
 Il Decreto “Salva Italia” ha previsto che dal 2021 l’età minima per la pensione
sarà di 67 anni per tutti; ma se l’importo della pensione sarà di 1,5 volte inferiore a
quella sociale (nel 2013 pari a 5.749,90 euro annui e 442,30 al mese, per 13
mensilità) si andrà in pensione a 70 anni e con anzianità contributiva minima di 5
anni.
Prima della riforma del 1995:
Sistema retributivo
PENSIONE
=
Reddito Pensionabile
x
Anzianità Contributiva
x
Rendimento
Retribuzione
Anni di lavoro e
contribuzione
Pensione
Dopo la riforma del 1995 (e dal 2012 per tutti):
Sistema contributivo
PENSIONE
=
Montante contributivo
x
Coefficiente di
trasformazione basato
sull’età
Contributi versati
Età al pensionam.
Pensione
Requisiti anagrafici per il pensionamento dal 2012
Uomini dipendenti
privato, autonomi,
gestione
separata/uomini e
donne settore pubblico
Donne dipendenti
settore privato
Donne autonome e
gestione separata
2012: 66 anni 2012: 62 anni 2012: 63 anni e 3 mesi
2013-2015 66 anni e 3
mesi
2013: 62 e 3 mesi 2013: 63 anni e 9 mesi
2016-2020: 66 anni e 3
mesi
2014:63 anni e 9 mesi 2014: 64 anni e 9 mesi
2016: 65 e 3 mesi 2016: 65 e 9 mesi
2018: 66 e 3 mesi 2018:. 66 e 3 mesi
N.B Dal 2021 per tutti l’età minima non potrà essere inferiore a 67 anni
Questa è l’attuale situazione di incertezza
 Esiste quindi un divario (GAP PREVIDENZIALE ) da colmare, per giungere
all’età pensionabile mantenendo un tenore di vita simile a quello del periodo
lavorativo.
 L’assegno dell’INPS sarà decisamente più basso dell’ultimo stipendio; è
questo un Gap Previdenziale di cui ancora in pochi si preoccupano. Pensioni
quasi dimezzate nel 2035.
 Riflettiamo un istante...
 In pensione a 67 anni, per ora! Per quanto tempo ancora sarà sostenibile
questa situazione?
Anno di
pensione
2020 2030 2040 2050
Dipendente
settore
privato
60% 55% 52% 51%
Considerando i lavoratori autonomi e
professionisti la situazione è anche peggiore.
Alcuni esempi pensionistici (1)
 Dott. Alessandro Rossi nato a Roma il 1°gennaio 1963.
 Inizio attività 1990. Commercialista, reddito annuo lordo attuale €. 55.000,00
 Carriera ipotizzata assestata 1% + inflazione attesa.
Importi Lordi Netti
Nel 2028 (65 anni ) Cifre attualizzate ad oggi. Cifre attualizzate ad oggi.
Ultimo redd. Annuo.
Nom.
63221 E. 37486 E.
Pensione 21780 E. 17063 E.
Tasso di sostituzione 34,45% 45,52%
Nel 2031 ( 68 anni )
Ultimo redd. Annuo
nominale
65137 E. 38466 E.
Pensione 25152 E. 19344 E.
Tasso di sostituzione 38,61% 50,29%
Alessandro Rossi in pensione a 65 anni
Insomma il futuro non è roseo
Fortunatamente si vive più a
lungo...ma…?
Questa è la torta delle pensioni!
Le notizie cattive (?)
Nascono
meno
bambini
Nascono
meno
bambini
Ci sono
meno
lavoratori
Ci sono
meno
lavoratori
Si vive di
più (?)
Si vive di
più (?)
La
popolazio
ne
invecchia
La
popolazio
ne
invecchia
Le tre leve della riforma del sistema previdenziale.
Ed infatti anche se a livello inconscio in
moltissimi ormai sentono questa incertezza
Le voci di allarme sono tante !
 Quasi ogni giorno c’è un nuovo articolo su di un quotidiano !
Come se non bastasse poi si aggiungono anche i recenti
scandali…..sperando che non incidano sul futuro….
Perché risparmiare con i fondi pensione
E’ evidente che ci sarà un dislivello, più o meno profondo, tra l’ultimo reddito e la propria
pensione, in funzione dell’età e del tipo di carriera.
In ogni caso è bene pensare iniziare a integrare la propria pensione prima possibile.
Utilizzare a questo scopo un Fondo Pensione è la soluzione naturale e soprattutto è
estremamente vantaggiosa.
Infatti i contributi versati ad una forma pensionistica complementare sono deducibili dal
reddito complessivo entro :
5164,57 euro.
Consideriamone gli effetti
Forse il risultato più apprezzabile di tutta l’educazione è la capacità di fare ciò che va
fatto nel momento in cui è necessario che venga fatto , sia che piaccia o no.
E’ la prima lezione che dovrebbe essere appresa ma probabilmente è l’ultima che una persona impara
veramente.
Aristotele
Risparmio Fiscale
Reddito Imponibile Aliquota
marginale
Versamento 5.164 euro
Risparmio fiscale Esborso effettivo
15.000 23% 1.187 euro 3.977 euro
28.000 27% 1.394 euro 3.770 euro
55.000 38% 1.962 euro 3.202 euro
75.000 41% 2117 euro 3.047 euro
Oltre 75.000 43% 2.220 euro 2.944 euro
Differenza tra versamento ed esborso
effettivo
Una quantificazione del risparmio fiscale.
Esempio
 Ipotizziamo che il dott. Rossi versa per 15 anni 5.164 euro al Fondo Pensione. Il reddito
annuo è 55.000 euro. Quanti soldi risparmia fiscalmente o meglio quanti soldi lo Stato gli
concede gratuitamente per finanziare la sua pensione ?
Versati al
Fondo
Pensione
Risparmio
fiscale
Esborso
effettivo
Tasse
Finali
Risparmio
Finale netto
Rend.
Totale %
77.460
euro
29.430
euro
48.030 euro 11.619
euro
17.811 euro 37%
Versando effettivamente 48.030 euro ne riprende certamente 65.841 euro.
Gli eventuali interessi del fondo, se si sceglie la linea garantita, il 2% ogni anno.
Questo equivarrebbe ad un rendimento semplice “minimo” del 4,5% annuo.
Cosa proponiamo dunque?
È l’unico strumento esistente fiscalmente vantaggioso,
mirato alla soluzione del tema previdenziale.
La deduzione spetta anche per i contributi versati a favore di persone fiscalmente a carico, ossia che non
abbiano percepito compensi superiori a 2.840,00 euro nell’anno.
Ulteriori vantaggi.
 - Massima flessibilità, non c’è obbligo di versamento ogni anno e il contributo può essere
variabile. Gli unici limiti da rispettare sono un minimo di due versamenti nell’arco “della vita
di adesione al fondo” anche se di differente importo; permanenza minima di cinque anni
per maturare i benefici che danno diritto a pensione, è richiesto un solo Versamento di 1
anno per i già pensionati – l’investimento dovrà comunque essere mantenuto per 5 anni;
 - Il limite di età per sottoscrivere il Fondo Pensione è: di 64 anni e 364 giorni per uomini,
anche pensionati; 61 anni e 3 mesi per donne, anche pensionate; c.d. “trattativa
pensionati”, diviene un puro strumento di risparmio fiscale.
 NB: E’ inoltre possibile percepire l’intero montante in capitale qualora convertendo il 70%
del montante finale l’importo della rendita sia inferiore del 50% dell’assegno sociale ( nel
2013 50% di 5.749,90 euro annui ossia 50% di 442,30 euro al mese)... Tradotto ad oggi,
intuitivamente e sulla base dell’aspettativa di vita media, quando il montante al momento
della prestazione non supera i 62.000 € circa .
 Ossia vai in pensione a 65-67 anni : vita residua media circa 15 anni;
 accumulati 62 mila / 15 = 4130,00 x 70% = 2.890,00 equivalgono a circa il 50% della
pensione sociale di 5.740,00. Quindi puoi ritirare l’intero capitale,
 inoltre se si intende perseguire questo obiettivo, che rimane comunque secondario, si può
prelevare anticipatamente fino al 30% dell’accantonato. L’accumulo potenziale diviene
dunque di 85 mila euro (ossia 17 anni di versamenti da 5 mila euro).
All’aderente al Fondo Pensione è riconosciuta facoltà di dedurre dal reddito, utilizzando
l’aliquota marginale più elevata, i contributi versati per la previdenza complementare, fino ad un
massimo di 5.164,00 euro per anno. Sono risparmi che comunque ci verranno prelevati per
tasse, non approfittare di tale strumento significa buttare i propri soldi.
Situazione del mercato attuale e
Azimut Previdenza
Il percorso proposto da Azimut
Un ultimo ulteriore vantaggio.
Dal 20 aprile 2013 ci sarà l’archivio dei
rapporti finanziari; vi rientreranno tutti i
movimenti dei soggetti privati ad
esclusione dei versamenti nei fondi
pensione. Come dire : pur di dotarci di
una pensione, sono disposti a chiudere
tutti e due gli occhi!
Prima della pensione complementare sono riconosciuti agli iscritti
alcuni diritti :
Anticipazione
Riscatto
Trasferimento
Diritti ante pensionamento
Fondo Pensione: Come funziona?
Tipologia Quando Importo
Spese sanitarie Sempre Fino al 75%
Acquisto ed interventi di ristrutturazione
della prima casa di abitazione per se e i
propri figli.
Dopo 8 anni Fino al 75%
Ulteriori esigenze dell’iscritto Dopo 8 anni Fino al 30%
Fondo Pensione: Anticipazioni.
Sintesi delle anticipazioni dopo la Riforma
N.B. Deve rimanere almeno il 25% di quanto accumulato, considerando anche le
anticipazioni già fruite
Quando è esercitabile:
- stato di invalidità permanente che comporti inidoneità assoluta all’attività lavorativa
- cessazione dell’attività lavorativa con conseguente in occupazione superiore a 48 mesi
Misura del riscatto:
intera posizione individuale maturata
Riscatto totale
Fondo Pensione: Riscatto Totale
Quando è esercitabile:
cessazione dell`attività di lavoro con conseguente in occupazione per un
periodo di tempo compreso fra i 12 e 48 mesi
Misura del riscatto
50% della posizione individuale maturata
Riscatto parziale
Fondo pensione:Riscatto Parziale
Dopo la Riforma
Quando è esercitabile:
- morte dell’iscritto prima che maturi il diritto alla prestazione pensionistica
Misura del riscatto
- intera posizione individuale maturata
I Beneficiari
Riscatto per morte
Fondo Pensione: Riscatto per morte.
Eredi o diversi beneficiari designati dall’aderente; in mancanza, la
posizione resta acquisita alla forma pensionistica.
Nel caso di forme individuali, la posizione è devoluta a finalità sociali .
Le tipologie
- Trasferimento volontario ( dopo due anni di permanenza )
I vantaggi
- Il trasferimento è un’operazione “fiscalmente” neutrale, cioè non viene tassato
- Continuità nel rapporto di previdenza complementare e dunque nella
costruzione della prestazione pensionistica
Trasferimento
Fondo Pensione: Trasferimento
Quando matura il diritto alla pensione complementare?
Quando si partecipa a forme di previdenza complementare da almeno cinque
anni e sono maturati i requisiti per l’accesso alle prestazioni di 1°pilastro.
Le prestazione Pensionistiche
Ricorrendo questi presupposti che tipo di prestazione riceve in concreto l’iscritto?
La prestazione è erogata:
- in forma rendita (assegno pensionistico periodico)
- in forma di capitale (si riceve in tutto o in parte il capitale accumulato lungo
tutto il periodo di partecipazione al Fondo pensione).
La scelta tra rendita o in capitale non è del tutto libera ma è governata da regole precise
Tipologie di prestazione
La fase delle prestazioni
L’aderente, in ogni caso, ha diritto al capitale fino al 50% del montante maturato e la
restante parte è convertita in rendita.
Ma……
L’aderente ha diritto a richiedere il 100% in capitale se convertendo il 70% del montante
finale in rendita si ottiene una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il
2013 pari a € 5749,90 l’anno)
questa possibilità nella stragrande maggior parte dei casi non è un’opzione ma la regola
poiché è necessario versare complessivamente importi importanti affinché si verifichi la
condizione su esposta.
Ed inoltre..
Prestazioni in forma di capitale
La fase delle prestazioni
Vantaggi fiscali per il dipendente
Nel Fondo Pensione
 Dedotti dal reddito fino al massimale di
5.164,57 e poi al raggiungimento dell’età
pensionabile, imposta sostitutiva 9/15%
In azienda
Tassazione ordinaria in busta paga
Contributi
Imposta sostitutiva 9%-15%
Tassazione separata con
aliquota media: 23%-35%
Riepilogo tassazione per le diverse tipologie di prestazioni
Il contributo
 Si può decidere di versare il proprio contributo liberamente quando e quanto
si vuole si può sospendere o interrompere sempre.
 Sono ammesse forme di pagamento tramite rid.
 Si può modificare profilo d’investimento in ogni momento.
Gli immobili in Italia 2010 .
Fondo pensione idealmente utilizzato per recupero dell’IMU.
Per le persone fisiche , il quadro degli utilizzi degli immobili di proprietà è risultato il seguente: il 36% degli immobili sono abitazioni principali ed
il 23% sono pertinenze di abitazioni principali; sono circa il 10% gli immobili locati e altrettanto gli immobili a disposizione; il 14,6% sono
dichiarati per altri utilizzi.
D’altra parte, la distribuzione regionale dei valori medi unitari del patrimonio abitativo, che è emersa dalle elaborazioni, riflette, almeno in
parte, il dualismo della struttura socio-economica dell’Italia. In ogni caso, fatto pari a 100 il valore medio nazionale di un’abitazione (pari a
182 mila euro), il valore medio regionale è massimo nel Lazio con +59% rispetto alla media nazionale e minimo in Calabria con un valore
medio inferiore del 55% sempre rispetto alla media nazionale.
F.P. idealmente utilizzato per il recupero IMU
 Valore medio nazionale 182.000,00 euro, nel Lazio è maggiorato del 59%,
 diventa quindi di 290.000,00 euro, applicando il coefficiente IMU prima casa
 dello 0,76%, e togliendo la detrazione prima casa 200 Euro si arriva a un
 importo medio di IMU prima casa nel Lazio di 2.000,00 euro e di 3.000,00 se
 seconda casa (perchè si applica aliquota 1,06%).
Reddito Imponibile Aliquota
marginale
Versamento 5.164 euro
Risparmio fiscale Esborso effettivo
15.000 23% 1.187 euro 3.977 euro
28.000 27% 1.394 euro 3.770 euro
55.000 38% 1.962 euro 3.202 euro
75.000 41% 2117 euro 3.047 euro
Oltre 75.000 43% 2.220 euro 2.944 euro
FP idealmente utilizzato per il recupero IMU
 ossia circa 1900,00 di tasse risparmiate che ci
permetteranno di recuperare totalmente l’IMU
pagata, parcheggiando tranquillamente i propri
risparmi per almeno 5 anni, ricavandone
comunque un tasso minimo assicurato del 2%
(Linea Garantita con contro assicurazione di
Vittoria Assicurazioni, che nel 2012 ha reso
il6,64% lordo), oltre all’esenzione dal Bollo Monti
(0,15% annui, con un minimo di 34,20 euro), una
fiscalità privilegiata delle plusvalenze dell’11%
contro il 20% di imposta su di un normale Conto
Corrente e permettendoci alla fine di ritirare, se lo
si desidera tutto il capitale.
ed in più.

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Trattativa fondi pensione

  • 1. Roberto Milone e Nicola Mansi Roma, 4 aprile 2013 Fondi Pensione Ragionamento argomentato sulla previdenza complementare.
  • 2. Tassi di adesione Dati Covip 31 12 2011. Tipologia di lavoratori Iscritti alla previdenza compl. Occupati Tasso di adesione (%) Dipendenti sett. privato 3.992.964 13.919.000 28,9% Dipendenti set. pubblico 151.606 3.421.000 4,4% Autonomi 1.392.210 5.727.000 24,3% Totale 5.536.780 22.967.000 24,1%
  • 3. Sistemi di calcolo, speranza di vita, tasso di sostituzione.  Oggi l’importo della pensione viene collegato:  A) all’ammontare dei contributi versati durante tutta la vita lavorativa e non più alle ultime retribuzioni percepite; B) alla crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL); C) alla durata media del periodo di pagamento della pensione (la cosiddetta “speranza di vita” al momento del pensionamento); la speranza di vita media nel 2010 in Italia è di 79,1 anni per gli uomini e 84,6 per donne e nel 2030 sarà 82,2 e 87,5.  Il sistema attuale è a ripartizione, sulla base del “principio di solidarietà tra generazioni”, ossia i contributi da noi versati servono a pagare le pensioni degli attuali pensionati; tale criterio però funziona solo se l’economia cresce e se i lavoratori attivi sono sempre maggiori di quelli in quiescenza. I dati in nostro possesso chiariscono che il sistema non può mantenersi in equilibrio : dal 2050 in Italia secondo gli sviluppi dei modelli demografici ci sarà il sorpasso dei pensionati rispetto ai lavoratori attivi ed se non bastasse una recente ricerca ha posto in rilievo come l’UE con il 7% della popolazione mondiale ed il 24% del PIL prodotto eroga il 42% del Walfare globale.  Attualmente la pensione viene rivalutata unicamente sulla base dell’inflazione (cioè dell’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi) e non più in base all’aumento delle retribuzioni che, generalmente, è più elevato.  Il tasso di sostituzione della previdenza obbligatoria è comunemente indicato dal rapporto fra la prima rata che riscuoti quando vai in pensione e l’ultimo stipendio percepito.
  • 4. Normativa di riferimento maggiormente incisiva.  Legge 421/1992 c.d. “Legge Amato”si prefisse lo scopo di stabilizzare il rapporto tra spesa previdenziale e PIL.  D.Lgs. 124/93, sviluppo della previdenza complementare. Legge 335/1995 c.d. “Riforma Dini”, ha introdotto il sistema Contributivo;  Decreto Legislativo 252 del 2005, che legiferò sulla destinazione del TFR dal 2007.  Legge n.214/2011 c.d. “Salva Italia” ha notevolmente elevato i requisiti a pensione (pensione a 67 anni).
  • 5. Cose da ricordare  Dal 1° gennaio 2007 ogni lavoratore dipendente ha dovuto scegliere di destinare il proprio TFR maturando alle forme pensionistiche complementari o mantenere il TFR presso il proprio datore di lavoro, in modo esplicito o tacito. N.B. Per il lavoratore che ha deciso di mantenere il TFR futuro presso il datore di lavoro, nel caso l’azienda presso cui lavora ha più di 50 dipendenti, l’intero TFR è trasferito al servizio di tesoreria presso l’INPS.
  • 6. Sistemi di calcolo  1) Sistema Retributivo (più favorevole) applicabile a chi a fine 1995 aveva più di 18 anni di contribuzione, permetteva di calcolare la pensione con la media delle retribuzioni degli ultimi anni applicando una aliquota di rendimento del 2% per anno fino ad un massimo di 40 anni di contributi.  2) Sistema Contributivo (attualmente in vigore) per chi ha avuto la prima occupazione dall’inizio del 1996. Riforma Dini del 1995. La pensione viene calcolata unicamente sulla base dei contributi versati.  3) Sistema Misto, per chi a fine 1995 non aveva ancora accumulato 18 anni di contributi.
  • 7. Differenti tipi di pensione  Le pensioni sono di due tipi : Anzianità e Vecchiaia.  La Pensione di Anzianità, entro il 31 dicembre 2011, il diritto si perfeziona al raggiungimento di una quota data dalla somma tra l'età anagrafica minima richiesta e almeno 35 anni di contributi. Per i lavoratori dipendenti, a partire dal 1° gennaio 2011, è necessario raggiungere quota 96 con almeno 60 anni di età. Per i lavoratori autonomi è necessario raggiungere invece quota 97 con almeno 61 anni di età. Si può andare in pensione a prescindere dall'età se si possiede un’anzianità contributiva di almeno 40 anni.  Comunque dal 2012 per effetto della Legge 214/2011, non è più prevista la pensione di anzianità quella raggiungibile con le c.d. quote (96; 97; ecc.) , salva l’esclusione della c.d. pensione anticipata quando si è in presenza di anzianità contributiva di 42 anni ed 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne; ma con una riduzione dell’1% o del 2% per ogni anno di anticipo rispetto ai 62 anni anagrafici.
  • 8. Differenti tipi di pensione  La Pensione di Vecchiaia è una prestazione economica erogata, a domanda, in favore dei lavoratori dipendenti e autonomi, che hanno: raggiunto l’età stabilita dalla legge; perfezionato l’anzianità contributiva e assicurativa richiesta; spetta a :  - 1) Soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Requisito contributivo – A decorrere dal 1° gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva a fine 1995 possono conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia esclusivamente in presenza di un’anzianità contributiva minima pari a 20 anni, costituita da contributi versati . Requisito anagrafico – Per l’accesso alla pensione di vecchiaia è richiesto il possesso dei seguenti requisiti anagrafici:  a) lavoratrici dipendenti settore privato ed autonomi dal 1 genn. 2018 a fine 2020 potranno andare in pensione con 66 anni e 3 mesi; b) i lavoratori dipendenti del settore pubblico (uomini e donne) ed i lavoratori autonomi dal 1 Genn. 2016 a fine 2020 potranno andare in pensione con 66 anni e 3 mesi. - 2) Soggetti con primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996. N.B. Dal 1° gennaio 2012, i soggetti per i quali il primo accredito contributivo decorre dal 1° gennaio 1996, possono conseguire il diritto alla pensione di vecchiaia, in presenza del requisito contributivo di 20 anni e del requisito anagrafico, al ricorrere di una delle seguenti condizioni:a) se l’importo della pensione risulta non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale (c.d. importo soglia);b) al compimento dei 70 anni di età e con 5 anni di contribuzione “effettiva” a prescindere dall’importo della pensione.
  • 9. Nuove disposizioni ulteriormente restrittive  Il Decreto “Salva Italia” ha previsto che dal 2021 l’età minima per la pensione sarà di 67 anni per tutti; ma se l’importo della pensione sarà di 1,5 volte inferiore a quella sociale (nel 2013 pari a 5.749,90 euro annui e 442,30 al mese, per 13 mensilità) si andrà in pensione a 70 anni e con anzianità contributiva minima di 5 anni.
  • 10. Prima della riforma del 1995: Sistema retributivo PENSIONE = Reddito Pensionabile x Anzianità Contributiva x Rendimento Retribuzione Anni di lavoro e contribuzione Pensione
  • 11. Dopo la riforma del 1995 (e dal 2012 per tutti): Sistema contributivo PENSIONE = Montante contributivo x Coefficiente di trasformazione basato sull’età Contributi versati Età al pensionam. Pensione
  • 12. Requisiti anagrafici per il pensionamento dal 2012 Uomini dipendenti privato, autonomi, gestione separata/uomini e donne settore pubblico Donne dipendenti settore privato Donne autonome e gestione separata 2012: 66 anni 2012: 62 anni 2012: 63 anni e 3 mesi 2013-2015 66 anni e 3 mesi 2013: 62 e 3 mesi 2013: 63 anni e 9 mesi 2016-2020: 66 anni e 3 mesi 2014:63 anni e 9 mesi 2014: 64 anni e 9 mesi 2016: 65 e 3 mesi 2016: 65 e 9 mesi 2018: 66 e 3 mesi 2018:. 66 e 3 mesi N.B Dal 2021 per tutti l’età minima non potrà essere inferiore a 67 anni
  • 13. Questa è l’attuale situazione di incertezza  Esiste quindi un divario (GAP PREVIDENZIALE ) da colmare, per giungere all’età pensionabile mantenendo un tenore di vita simile a quello del periodo lavorativo.  L’assegno dell’INPS sarà decisamente più basso dell’ultimo stipendio; è questo un Gap Previdenziale di cui ancora in pochi si preoccupano. Pensioni quasi dimezzate nel 2035.  Riflettiamo un istante...  In pensione a 67 anni, per ora! Per quanto tempo ancora sarà sostenibile questa situazione? Anno di pensione 2020 2030 2040 2050 Dipendente settore privato 60% 55% 52% 51%
  • 14. Considerando i lavoratori autonomi e professionisti la situazione è anche peggiore.
  • 15. Alcuni esempi pensionistici (1)  Dott. Alessandro Rossi nato a Roma il 1°gennaio 1963.  Inizio attività 1990. Commercialista, reddito annuo lordo attuale €. 55.000,00  Carriera ipotizzata assestata 1% + inflazione attesa. Importi Lordi Netti Nel 2028 (65 anni ) Cifre attualizzate ad oggi. Cifre attualizzate ad oggi. Ultimo redd. Annuo. Nom. 63221 E. 37486 E. Pensione 21780 E. 17063 E. Tasso di sostituzione 34,45% 45,52% Nel 2031 ( 68 anni ) Ultimo redd. Annuo nominale 65137 E. 38466 E. Pensione 25152 E. 19344 E. Tasso di sostituzione 38,61% 50,29%
  • 16. Alessandro Rossi in pensione a 65 anni
  • 17. Insomma il futuro non è roseo
  • 18. Fortunatamente si vive più a lungo...ma…?
  • 19. Questa è la torta delle pensioni!
  • 20. Le notizie cattive (?) Nascono meno bambini Nascono meno bambini Ci sono meno lavoratori Ci sono meno lavoratori Si vive di più (?) Si vive di più (?) La popolazio ne invecchia La popolazio ne invecchia
  • 21. Le tre leve della riforma del sistema previdenziale.
  • 22. Ed infatti anche se a livello inconscio in moltissimi ormai sentono questa incertezza
  • 23. Le voci di allarme sono tante !  Quasi ogni giorno c’è un nuovo articolo su di un quotidiano !
  • 24. Come se non bastasse poi si aggiungono anche i recenti scandali…..sperando che non incidano sul futuro….
  • 25. Perché risparmiare con i fondi pensione E’ evidente che ci sarà un dislivello, più o meno profondo, tra l’ultimo reddito e la propria pensione, in funzione dell’età e del tipo di carriera. In ogni caso è bene pensare iniziare a integrare la propria pensione prima possibile. Utilizzare a questo scopo un Fondo Pensione è la soluzione naturale e soprattutto è estremamente vantaggiosa. Infatti i contributi versati ad una forma pensionistica complementare sono deducibili dal reddito complessivo entro : 5164,57 euro. Consideriamone gli effetti Forse il risultato più apprezzabile di tutta l’educazione è la capacità di fare ciò che va fatto nel momento in cui è necessario che venga fatto , sia che piaccia o no. E’ la prima lezione che dovrebbe essere appresa ma probabilmente è l’ultima che una persona impara veramente. Aristotele
  • 26. Risparmio Fiscale Reddito Imponibile Aliquota marginale Versamento 5.164 euro Risparmio fiscale Esborso effettivo 15.000 23% 1.187 euro 3.977 euro 28.000 27% 1.394 euro 3.770 euro 55.000 38% 1.962 euro 3.202 euro 75.000 41% 2117 euro 3.047 euro Oltre 75.000 43% 2.220 euro 2.944 euro
  • 27. Differenza tra versamento ed esborso effettivo
  • 28. Una quantificazione del risparmio fiscale. Esempio  Ipotizziamo che il dott. Rossi versa per 15 anni 5.164 euro al Fondo Pensione. Il reddito annuo è 55.000 euro. Quanti soldi risparmia fiscalmente o meglio quanti soldi lo Stato gli concede gratuitamente per finanziare la sua pensione ? Versati al Fondo Pensione Risparmio fiscale Esborso effettivo Tasse Finali Risparmio Finale netto Rend. Totale % 77.460 euro 29.430 euro 48.030 euro 11.619 euro 17.811 euro 37% Versando effettivamente 48.030 euro ne riprende certamente 65.841 euro. Gli eventuali interessi del fondo, se si sceglie la linea garantita, il 2% ogni anno. Questo equivarrebbe ad un rendimento semplice “minimo” del 4,5% annuo.
  • 30. È l’unico strumento esistente fiscalmente vantaggioso, mirato alla soluzione del tema previdenziale. La deduzione spetta anche per i contributi versati a favore di persone fiscalmente a carico, ossia che non abbiano percepito compensi superiori a 2.840,00 euro nell’anno.
  • 31. Ulteriori vantaggi.  - Massima flessibilità, non c’è obbligo di versamento ogni anno e il contributo può essere variabile. Gli unici limiti da rispettare sono un minimo di due versamenti nell’arco “della vita di adesione al fondo” anche se di differente importo; permanenza minima di cinque anni per maturare i benefici che danno diritto a pensione, è richiesto un solo Versamento di 1 anno per i già pensionati – l’investimento dovrà comunque essere mantenuto per 5 anni;  - Il limite di età per sottoscrivere il Fondo Pensione è: di 64 anni e 364 giorni per uomini, anche pensionati; 61 anni e 3 mesi per donne, anche pensionate; c.d. “trattativa pensionati”, diviene un puro strumento di risparmio fiscale.  NB: E’ inoltre possibile percepire l’intero montante in capitale qualora convertendo il 70% del montante finale l’importo della rendita sia inferiore del 50% dell’assegno sociale ( nel 2013 50% di 5.749,90 euro annui ossia 50% di 442,30 euro al mese)... Tradotto ad oggi, intuitivamente e sulla base dell’aspettativa di vita media, quando il montante al momento della prestazione non supera i 62.000 € circa .  Ossia vai in pensione a 65-67 anni : vita residua media circa 15 anni;  accumulati 62 mila / 15 = 4130,00 x 70% = 2.890,00 equivalgono a circa il 50% della pensione sociale di 5.740,00. Quindi puoi ritirare l’intero capitale,  inoltre se si intende perseguire questo obiettivo, che rimane comunque secondario, si può prelevare anticipatamente fino al 30% dell’accantonato. L’accumulo potenziale diviene dunque di 85 mila euro (ossia 17 anni di versamenti da 5 mila euro).
  • 32. All’aderente al Fondo Pensione è riconosciuta facoltà di dedurre dal reddito, utilizzando l’aliquota marginale più elevata, i contributi versati per la previdenza complementare, fino ad un massimo di 5.164,00 euro per anno. Sono risparmi che comunque ci verranno prelevati per tasse, non approfittare di tale strumento significa buttare i propri soldi.
  • 33. Situazione del mercato attuale e Azimut Previdenza
  • 34. Il percorso proposto da Azimut
  • 35. Un ultimo ulteriore vantaggio. Dal 20 aprile 2013 ci sarà l’archivio dei rapporti finanziari; vi rientreranno tutti i movimenti dei soggetti privati ad esclusione dei versamenti nei fondi pensione. Come dire : pur di dotarci di una pensione, sono disposti a chiudere tutti e due gli occhi!
  • 36. Prima della pensione complementare sono riconosciuti agli iscritti alcuni diritti : Anticipazione Riscatto Trasferimento Diritti ante pensionamento Fondo Pensione: Come funziona?
  • 37. Tipologia Quando Importo Spese sanitarie Sempre Fino al 75% Acquisto ed interventi di ristrutturazione della prima casa di abitazione per se e i propri figli. Dopo 8 anni Fino al 75% Ulteriori esigenze dell’iscritto Dopo 8 anni Fino al 30% Fondo Pensione: Anticipazioni. Sintesi delle anticipazioni dopo la Riforma N.B. Deve rimanere almeno il 25% di quanto accumulato, considerando anche le anticipazioni già fruite
  • 38. Quando è esercitabile: - stato di invalidità permanente che comporti inidoneità assoluta all’attività lavorativa - cessazione dell’attività lavorativa con conseguente in occupazione superiore a 48 mesi Misura del riscatto: intera posizione individuale maturata Riscatto totale Fondo Pensione: Riscatto Totale
  • 39. Quando è esercitabile: cessazione dell`attività di lavoro con conseguente in occupazione per un periodo di tempo compreso fra i 12 e 48 mesi Misura del riscatto 50% della posizione individuale maturata Riscatto parziale Fondo pensione:Riscatto Parziale Dopo la Riforma
  • 40. Quando è esercitabile: - morte dell’iscritto prima che maturi il diritto alla prestazione pensionistica Misura del riscatto - intera posizione individuale maturata I Beneficiari Riscatto per morte Fondo Pensione: Riscatto per morte. Eredi o diversi beneficiari designati dall’aderente; in mancanza, la posizione resta acquisita alla forma pensionistica. Nel caso di forme individuali, la posizione è devoluta a finalità sociali .
  • 41. Le tipologie - Trasferimento volontario ( dopo due anni di permanenza ) I vantaggi - Il trasferimento è un’operazione “fiscalmente” neutrale, cioè non viene tassato - Continuità nel rapporto di previdenza complementare e dunque nella costruzione della prestazione pensionistica Trasferimento Fondo Pensione: Trasferimento
  • 42. Quando matura il diritto alla pensione complementare? Quando si partecipa a forme di previdenza complementare da almeno cinque anni e sono maturati i requisiti per l’accesso alle prestazioni di 1°pilastro. Le prestazione Pensionistiche
  • 43. Ricorrendo questi presupposti che tipo di prestazione riceve in concreto l’iscritto? La prestazione è erogata: - in forma rendita (assegno pensionistico periodico) - in forma di capitale (si riceve in tutto o in parte il capitale accumulato lungo tutto il periodo di partecipazione al Fondo pensione). La scelta tra rendita o in capitale non è del tutto libera ma è governata da regole precise Tipologie di prestazione La fase delle prestazioni
  • 44. L’aderente, in ogni caso, ha diritto al capitale fino al 50% del montante maturato e la restante parte è convertita in rendita. Ma…… L’aderente ha diritto a richiedere il 100% in capitale se convertendo il 70% del montante finale in rendita si ottiene una rendita annua inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il 2013 pari a € 5749,90 l’anno) questa possibilità nella stragrande maggior parte dei casi non è un’opzione ma la regola poiché è necessario versare complessivamente importi importanti affinché si verifichi la condizione su esposta. Ed inoltre.. Prestazioni in forma di capitale La fase delle prestazioni
  • 45. Vantaggi fiscali per il dipendente Nel Fondo Pensione  Dedotti dal reddito fino al massimale di 5.164,57 e poi al raggiungimento dell’età pensionabile, imposta sostitutiva 9/15% In azienda Tassazione ordinaria in busta paga Contributi Imposta sostitutiva 9%-15% Tassazione separata con aliquota media: 23%-35%
  • 46. Riepilogo tassazione per le diverse tipologie di prestazioni
  • 47. Il contributo  Si può decidere di versare il proprio contributo liberamente quando e quanto si vuole si può sospendere o interrompere sempre.  Sono ammesse forme di pagamento tramite rid.  Si può modificare profilo d’investimento in ogni momento.
  • 48. Gli immobili in Italia 2010 . Fondo pensione idealmente utilizzato per recupero dell’IMU. Per le persone fisiche , il quadro degli utilizzi degli immobili di proprietà è risultato il seguente: il 36% degli immobili sono abitazioni principali ed il 23% sono pertinenze di abitazioni principali; sono circa il 10% gli immobili locati e altrettanto gli immobili a disposizione; il 14,6% sono dichiarati per altri utilizzi. D’altra parte, la distribuzione regionale dei valori medi unitari del patrimonio abitativo, che è emersa dalle elaborazioni, riflette, almeno in parte, il dualismo della struttura socio-economica dell’Italia. In ogni caso, fatto pari a 100 il valore medio nazionale di un’abitazione (pari a 182 mila euro), il valore medio regionale è massimo nel Lazio con +59% rispetto alla media nazionale e minimo in Calabria con un valore medio inferiore del 55% sempre rispetto alla media nazionale.
  • 49. F.P. idealmente utilizzato per il recupero IMU  Valore medio nazionale 182.000,00 euro, nel Lazio è maggiorato del 59%,  diventa quindi di 290.000,00 euro, applicando il coefficiente IMU prima casa  dello 0,76%, e togliendo la detrazione prima casa 200 Euro si arriva a un  importo medio di IMU prima casa nel Lazio di 2.000,00 euro e di 3.000,00 se  seconda casa (perchè si applica aliquota 1,06%). Reddito Imponibile Aliquota marginale Versamento 5.164 euro Risparmio fiscale Esborso effettivo 15.000 23% 1.187 euro 3.977 euro 28.000 27% 1.394 euro 3.770 euro 55.000 38% 1.962 euro 3.202 euro 75.000 41% 2117 euro 3.047 euro Oltre 75.000 43% 2.220 euro 2.944 euro
  • 50. FP idealmente utilizzato per il recupero IMU  ossia circa 1900,00 di tasse risparmiate che ci permetteranno di recuperare totalmente l’IMU pagata, parcheggiando tranquillamente i propri risparmi per almeno 5 anni, ricavandone comunque un tasso minimo assicurato del 2% (Linea Garantita con contro assicurazione di Vittoria Assicurazioni, che nel 2012 ha reso il6,64% lordo), oltre all’esenzione dal Bollo Monti (0,15% annui, con un minimo di 34,20 euro), una fiscalità privilegiata delle plusvalenze dell’11% contro il 20% di imposta su di un normale Conto Corrente e permettendoci alla fine di ritirare, se lo si desidera tutto il capitale.

Editor's Notes

  1. .