8. Obiettivi
«Promuovere il ristabilimento dell’unità fra tutti i
cristiani è uno dei principali intenti del sacro Concilio
Vaticano II» (Unitatis Redintegratio n. 1). A partire da
questa espressione magisteriale, il corso intende mettere
a disposizione degli allievi chiavi ermeneutiche con cui
accostare letture e maturare un raffronto,
teologicamente fondato, con le articolazioni della fede
nelle diverse confessioni cristiane.
9. Il corso intende abilitare ad uno studio ragionato che,
avendo come referente critico la teologia cattolica ed i
suoi dati di fede, consenta di conoscere, ed accostare
consapevolmente, le molteplici istanze derivanti da altri
percorsi della riflessione teologica. Una trattazione
tematica servirà a cogliere continuità e discontinuità con
il tradito della fede cattolica e della sua teologia ed a
condurre allo sviluppo della capacità critica per un
discernimento opportuno delle nozioni della fede.
10. Contenuti
Dopo un’introduzione nella quale sarà presentato il
magistero conciliare intorno al mistero ed alla dimensione
ecumenica della Chiesa, il corso introdurrà alla
conoscenza critica delle figure di alcuni teologi della
riforma protestante e della chiesa ortodossa che hanno
lasciato
un
contributo
rilevante
intorno
all’autocomprensione delle proprie chiese.
11. Metodo
Il Corso si articolerà su lezioni frontali, interattivodialogiche, avvalendosi dell’utilizzo di strumenti
multimediali, cooperative learning, brainstorming. Si farà
costante ricorso, inoltre, al metodo storico ed a quello
ermeneutico al fine di accostarsi al pensiero altrui senza
precomprensioni per aprirsi ad un raffronto
rigorosamente scientifico.
12. Valutazione
La valutazione finale sarà determinata per il 25% dalla
partecipazione attiva in classe e dal 75% dall’esame
sostenuto in forma di colloquio.
14. La dimensione ecumenica della Chiesa Cattolica ed
il suo rapporto con il Movimento Ecumenico
Il Movimento Ecumenico
Il Concilio Vaticano II
15. L’autocomprensione della Chiesa Cattolica nel suo
magistero
La Chiesa nel magistero di Pio XII
La Chiesa nel magistero della Lumen Gentium
La questione del subsistit
16. L’ecclesiologia della Riforma
La Chiesa nella riflessione di Lutero
La Chiesa nella riflessione di Barth
La Chiesa nella riflessione Bonhoeffer
18. L’ecclesiologia nell’esperienza ortodossa
La Chiesa nella riflessione di Yannaras
La Chiesa nella riflessione di Zizioulas
La Chiesa nella riflessione Bulgakov
La Chiesa nella riflessione di Evdokimov
21. Definizione del Movimento Ecumenico
“Per movimento ecumenico si intendono le attività e le
iniziative suscitate e ordinate a promuovere l'unità dei
cristiani, secondo le varie necessità della Chiesa e secondo
le circostanze. Così, in primo luogo, ogni sforzo per
eliminare parole, giudizi e opere che non rispecchiano
con giustizia e verità la condizione dei fratelli separati
e perciò rendono più difficili le mutue relazioni con essi”.
(Unitatis Redintegratio n. 4)
22. “Ecumene”…cosa significa?
Il termine "ecumene" deriva dal greco. Indica la "terra
intera", "tutta la terra abitata". Il luogo di dominio
dell'impero greco-romano. Questa concezione è traghettata
nel Nuovo Testamento! L'ecumene è il campo d'azione
della chiesa. il luogo in cui essa vive ed annuncia la
Buona Novella.
25. Dimensione missionaria come cuore del
Movimento Ecumenico
L'attuale Movimento Ecumenico è sorto da una
rinnovata tensione missionaria. Nel 1910 si
riunirono a Edimburgo i rappresentanti delle
maggiori chiese europee e nordamericane, per
una conferenza mondiale. Questa conferenza
ebbe
un
carattere
preminentemente
anglo-
americano. Non erano presenti esponenti della
Chiesa cattolica e delle Chiese ortodosse che
d’altra
parte
non
vi
erano
stati
invitati.
Nell'assemblea si prese coscienza di come la
separazione tra le chiese costituisca un grave
scandalo da parte di chi è raggiunto dal Vangelo.
26. Come rileva lo storico Brian Stanley, (cf. The World Missionary
Conference. Edinburgh 1910), la Conferenza di Edimburgo ebbe due
conseguenze indirette. La prima è che formò una generazione di
uomini e donne che negli anni successivi si sarebbero dedicati
all’azione missionaria con prospettive nuove e diverse da coloro che li
avevano preceduti. In secondo luogo la Conferenza avvicinò come mai
era accaduto esponenti di Chiese diverse, tutte protestanti certo, ma
non per questo più disposte a passare agevolmente sopra le proprie
specifiche visioni dogmatiche: per la prima volta la proiezione verso la
missione evangelizzatrice in un mondo che non conosceva Cristo
sembrava mettere in secondo piano le antiche diatribe confessionali.