Strategie collaborative di costruzione di un corso online: una metodologia a spirale
1. Strategie collaborative di
costruzione di un corso online:
una metodologia a spirale
Stefano Penge
Maurizio Mazzoneschi
Morena Terraschi
Lynx s.r.l.
www.lynxlab.com
Penge, Mazzoneschi, Terraschi: Strategie di costruzione di un corso online Macerata Congresso SIe-L
2007
2. PLE e tecnologie 2.0
● Oggi le comunità virtuali di apprendimento e i
Personal Learning Environment rappresentano
la punta avanzata di una didattica costruttivista
centrata sul discente, assunto come motore
della proprio miglioramento
● Contemporaneamente, questi nuovi modelli
sono resi possibili, e prima ancora pensabili,
dalla disponibilità di tecnologie concettualmente
innovative come RSS, AJAX etc.
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3. Dipendenza dai soggetti
● Tuttavia, nelle applicazioni concrete si ha
l’impressione che il successo di queste
metodologie sia fortemente funzione del grado
di autonomia, di esperienze e competenza
tecnologica dei partecipanti.
● Un personal learning environment poggia sul
riconoscimento di un apprendente in grado di
padroneggiare lo spazio delle conoscenze
abbastanza da decidere quali sorgenti esterne
“agganciare” e in grado di gestire eventuali
sovrabbondanze, conflitti, contraddizioni.
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4. Formazione e addestramento
● La metodologia aperta e collaborativa
sembrerebbe più adatta per la formazione vera
e propria e meno per l'addestramento; avrebbe
un funzionamento più efficace con studenti già
esperti e motivati e meno con corsisti alle prime
armi e in formazione obbligatoria.
● Viceversa, un'attività formativa che debba
concludersi, alla fine di un tempo limitato, con
l'acquisizione certificata di competenze
potrebbe avere difficoltà ad utilizzarla
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5. Applicabilità
● Questo ne limiterebbe l’applicabilità in termini di
– destinatari
– contesti
– vincoli
e forse anche di dominii.
● In domini già fortemente formalizzati, infatti, c’è
ancora la tendenza a realizzare veri e propri
corsi (intesi come insieme coesi di materiali da
leggere/scaricare, agenda, proposta di
esercitazioni, diversi spazi di comunicazione,
ruoli di supporto predefiniti, etc).
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6. Polarità
● Questi due poli sembrerebbero opposti e
inconciliabili, l’uno centrato com’è
sull’apprendimento e l’altro sull’insegnamento,
l'uno sul soggetto e l'altro sull'ambiente.
● Prendendo come riferimento ideale il processo
in quattro momenti di Nonaka e Takeuchi,
abbiamo provato a definire una metodologia
che tenga conto di entrambe le esigenze
inserendole però in un quadro temporale.
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7. Spirali
● All'interno di una concezione
dell'apprendimento come un doppio processo
di passaggio del controllo dall'ambiente al
soggetto che modifica entrambi i poli del
processo stesso, riteniamo che si possa
procedere all'interno di uno stesso contesto da
un modello all'altro.
● L'obiettivo è quello di limitare da un lato lo
smarrimento iniziale di corsisti beginners,
dall'altro di offrire ai corsisti motivati e avanzati
un ambiente aperto di apprendimento
costruttivo
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8. Fasi e figure
● Il modello che proponiamo prevede 3 fasi:
– Disegno
– Emersione delle competenze
– Cristallizzazione
● Il modello prevede anche l'apporto di figure
diverse:
● un autore/editore
● un gruppo di corsisti di livello avanzato, destinatari
intermedi
● un gruppo di corsisti beginners, destinatari finali
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9. 1. Disegno
● Il coordinatore del corso traccia un canovaccio,
problem-oriented, del dominio del corso da
realizzare, in forma di mappa poco strutturata
M 0.
● La mappa contiene domande, stimoli, richieste
di esperienze, ma anche documenti di
riferimento, definizioni, abbozzi
● Sull'asse temporale, il corso prevede un certo
numero di interazioni dirette per risolvere
questioni
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10. Disegno
? ?
...
0
M
...
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11. 2. Emersione delle competenze
●
Questa prima mappa M0 funge da punto di
partenza per il primo “corso”.
● Un (piccolo) gruppo di “studenti” esperti, con
competenze avanzate e disponibilità alla
0
condivisione, sulla base del canovaccio M fa
emergere le proprie idee ed esperienze,
producendo una rete più ampia e complessa
1
M.
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12. Emersione
Note di classe
Documenti
1
M
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13. Emersione: operazioni
● Diari personali
● Aggiunta di “note” ai nodi della mappa
● Upload di documenti
● Aggiunta di link
● Sondaggi su definizioni, posizioni, priorità
● Chat per la risoluzione di conflitti
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14. 3.Cristallizzazione
● Il coordinatore lavora sulla rete prodotta dal
gruppo e propone una versione finale, M2
2
●
M diventerà lo spazio di lavoro di partenza di
un nuovo corso, stavolta con corsisti meno
esperti.
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15. Cristallizzazione
2
M
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16. Cristallizzazione: operazioni
● Struttura
● Ridefinizione tipologie
● Riorganizzazione elementi
● Contenuti
● Razionalizzazione
● Omogeneizzazione (stile, dimensioni, ...)
●
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17. Cristallizzazione
N1
N4
N3.1 N2
N3.2
1
M
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18. Nuove figure
●
La mappa M0 è prodotto del lavoro di un
soggetto individuale con competenze di
authoring online.
1
●
La mappa M è prodotto del lavoro di un
soggetto collettivo con competenze nel dominio
● Questi corsisti/autori rappresentano una figura
nuova, non facilmente definibile, ma che
sembra centrale negli sviluppi dell'e-learning
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19. Implementazioni
● Il modello è implementabile con strumenti
diversi; la versione che abbiamo sperimentato è
basata su ADA sfruttando alcune delle sue
caratteristiche peculiari, e cioè:
– la possibilità di aggiungere note ai nodi del corso
senza lasciare l’ambiente principale
– la possibilità di “promuovere” le stesse note da
private (studente) a condivise (classe) e poi a
pubbliche (corso)
– la possibilità di utilizzare modelli di corso come
base per la creazione di nuovi corsi
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20. Sperimentazione
● In questa forma, il modello è stato sperimentato
in una serie di corsi online sull'authoring online
presso il portale Altrascuola
– http://corsi.altrascuola.it
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