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L’intervento formativo e lo
sviluppo delle competenze
Formazione per RSPP – Modulo C




                                 1
L’analisi dei bisogni

Per dare avvio ad un processo formativo, occorre
attivare un tipo di indagine e di comunicazione tese
all’analisi dei bisogni di formazione.

- Serve veramente fare formazione?
- Che tipo di formazione?
- Rivolta a chi?
- Quali altre azioni complementari possono
rendere più alta un’efficacia dell’azione
formativa?
                                                   2
Definire i bisogni formativi

             Bisogni
               dell’       Bisogni
Bisogni
            azienda,          di
  delle
              di un’         un
persone       unità       territorio
          Organizzativa


                                   3
Definire i bisogni formativi
 La  domanda espressa da una
  committenza non è necessariamente
  il bisogno
 Occorre aiutare a evidenziare i veri
  bisogni
 Occorre ascoltare le persone,
  consultare dei dati, fare sopralluoghi
  (è un’attività di indagine)
                                           4
Definire i bisogni formativi
I  bisogni di formazione non sono
  definiti per legge
 La norma sollecita il fatto che i
  bisogni vengano individuati e
  soddisfatti (formazione “adeguata”: se
  non corrisponde a reali bisogni è
  inadeguata)


                                           5
Definire gli obiettivi formativi

   Gli obiettivi formativi sono gli obiettivi di chi
    investe in formazione (persone e/o
    organizzazioni e/o territorio, ecc.)

   Vanno definiti/negoziati sulla base dei bisogni
    esistenti.



                                                    6
Gli obiettivi didattici sono…
   “la performance che i discenti devono
    essere in grado di mostrare per essere
    competenti” (Mager, 1982)

   di diversi tipi (ad es. cognitivi, di abilità
    motoria, ecc.)

   gerarchizzabili

                                                    7
Gli obiettivi didattici
   comprendono…
Condizione
 Un termine usato per indicare le informazioni,
  attrezzi o altre risorse che gli studenti avranno a
  disposizione per dimostrare di possedere l’abilità
  richiesta.

Criterio
 Talvolta incluso per indicare con quali caratteristiche
  il compito dovrà essere portato a termine per
  essere considerato sufficiente.

                                                        8
Classificazione schematica
     degli obiettivi didattici

 Sapere          Saper             Saper
                 Fare              Essere

 (obiettivi di   (obiettivi di     (obiettivi di
conoscenza)       abilità)       atteggiamento)



                                              9
I livelli di apprendimento
    (tassonomia cognitiva di Bloom)
           Conoscenza
(riconoscere, individuare)            Comprensione
                                      (capire la funzione)



Valutazione
(esprimere
giudizi,                     Title            Applicazione
fare scelte)                                  (saper utilizzare)




      Sintesi                         Analisi
      (produrre in modo               (saper studiare
       originale)                      il fenomeno)
                                                                   10
Le altre variabili di progetto
Occorre decidere (oltre agli obiettivi):

• metodi didattici
• contenuti di apprendimento (argomenti)
• tempi necessari per le attività
• competenze dei docenti
• modalità di valutazione
• materiali didattici (per partecipanti, per docenti)
• necessità logistiche
• ecc.

                                                    11
La qualità di una
 progettazione…

Si valuta sulla base di alcune dimensioni, ad
esempio:

  coerenza interna

 fattibilità
  la misura in cui si tengono conto le
 esigenze dell’apprendimento
 • ecc.
                                                12
Metodi didattici
Sono i diversi tipi di strutturazione dell’attività
didattica.
La scelta influenza anche:


  la rete di comunicazione nel gruppo

  il grado di attivazione
  il tipo di obiettivi didattici conseguibili


                                                      13
Come scegliere il metodo?
In coerenza con l’obiettivo didattico.
                Ma anche:

  con il tipo di gruppo e di persone;

  con il momento di vita del gruppo;
  con le competenze presenti;
  ed altre variabili.


                                         14
Quali tipi di metodi esistono?

 Sono   classificabili principalmente lungo
    questa dimensione:

   il grado di attivazione emotiva e di
    partecipazione del gruppo



                                               15
Esistono metodi attivi?

                 No!
Esistono piuttosto modi più o meno attivi di
gestire i diversi metodi didattici
   • anche una lezione può essere
   molto coinvolgente;
   • anche un role playing può essere
   vissuto passivamente.


                                          16
Quali risorse da gestire?

    Le esperienze dei partecipanti
                            •




   La motivazione dei partecipanti


    Le competenze dei partecipanti
impegnate nel processo di apprendimento


                                          17
Valutare l’intervento
È opportuno che il docente si attivi, se
opportuno, per due ulteriori obiettivi del proprio
intervento:
 - avere un feedback sulla propria efficacia
 nell’intervento stesso;
 - consentire ai partecipanti di ricavare dei
 feedback circa le proprie acquisizioni.



                                                     18
Valutare l’intervento
Di solito si citano almeno quattro livelli di valutazione
dell’intervento formativo:
1. Valutazione della reazione dei partecipanti;
2. Valutazione degli apprendimenti;
3. Valutazione del trasferimento sul lavoro degli
   apprendimenti;
4. La      ricaduta  sull’organizzazione,       il   ritorno
   sull’investimento



                                                               19
Alcuni modelli di apprendimento
nella formazione degli adulti



     I principi           Il ciclo
 dell’andragogia   dell’apprendimento
  di M. Knowles           di Kolb




                                        20
1. Il ruolo dell’esperienza

   Più un individuo matura, più accumula una
    riserva crescente di esperienza, che diventa
    una base sempre più ricca su cui iniziare nuovi
    apprendimenti

Quindi, nella formazione degli adulti…
 Aumenta l’enfasi sulle tecniche che colgono
  l’esperienza del discente e lo coinvolgono
  nell’analizzare le proprie esperienze
                                                 21
2. Cambiamenti nel
    concetto di sè
   Nel crescere, il sé passa da un senso di
    dipendenza a un crescente senso di
    indipendenza e autonomia

Quindi, nella formazione degli adulti…
 Occorre che i discenti trovino soddisfatto il
  bisogno di essere percepito come autonomo
  dagli altri
                                               22
3. Disponibilità ad
    apprendere
   Crescendo, la disponibilità ad apprendere è
    sempre più legata al sistema di compiti per lo
    svolgimento del ruolo sociale

Quindi, nella formazione degli adulti…
 Occorre rispettare i tempi giusti del bisogno
  formativo
 Occorre rispondere ai bisogni dei ruoli dei
  discenti
                                                23
4. L’orientamento
    all’apprendimento
   L’adulto tende a orientarsi verso un
    apprendimento centrato sui problemi, non
    sulle “materie”

Quindi, nella formazione degli adulti…
 Occorre organizzare le attività didattiche
  attorno a problemi con cui hanno a che fare i
  discenti

                                               24
L’apprendimento secondo Kolb
                                          EC: Esperienza Concreta
                                                          36


                                                                                                                   Ogni persona
                                                                                                                   può preferire
                                                          18
                                                                                                                   diverse fasi del
                                                                                                                   processo.




                                                                                     OR: Osservazione Riflessiva
SA: Sperimentazione Attiva




                                                          9

                                                                                                                   La formazione
                             36   27     18      9        0    9      18   27
                                                                                                                   dovrebbe
                                                                                36                                 rispettare le
                                                                                                                   inclinazioni
                                                      9                                                            individuali, ma
                                                                                                                   soprattutto
                                                          18                                                       fornire un
                                                                                                                   processo
                                                                                                                   COMPLETO
                                                     36
                                       CA: Concettualizzazione Astratta

                                                                                                                                      25
L’apprendimento secondo Kolb
               Accomodator                      Diverger
             Portato alla realizzazione   Portato all’immaginazione
Concretezz   e all’adattamento rispetto     creativa ed emotiva e
    a          alla realtà circostante     interessato a problemi
                                             umano e non tecnici

                 Converger                    Assimilator
              Portato all’applicazione    Portato alla creazione di
Astrazione      pratica delle idee        modelli teorici attraverso
                                               l’osservazione e
                                           l’induzione, ma poco
                                            interessato alla loro
                                                  applicazione
                      Azione                     Riflessione

                                                                  26
Piani di sviluppo delle
competenze: non solo formazione




                              27
Oltre la formazione
Gestione delle competenze significa:

 - capire quali competenze devono essere presenti;
 - progettare e realizzare le azioni tese al reperimento
 di tali competenze, le azioni di manutenzione e di
 sviluppo;
 - fare in modo che tutto ciò sia una leva strategica
 dell’organizzazione.

Le competenze e la loro espressione non possono essere
staccate dagli aspetti motivazionali e di clima, né dagli
aspetti logistici.

                                                           28
Training

 E’ l’attività di apprendimento più
  classica e “dedicata”
 Spesso ottimizza i tempi
  dell’apprendimento
 Si limita però a certi tipi di
  apprendimento

                                       29
Coaching

 Consiste  in una serie di incontri in
 cui si riceve il supporto di un
 esperto rispetto allo svolgimento
 delle proprie attività



                                          30
Training on the job

 L’apprendimento   (in formazione o

 coaching) è intervallato da

 applicazione di strumenti sul campo


                                       31
Autoformazione

È  un tipo di formazione che procede per
  utilizzo di strumenti cartacei o elettronic
  fruiti individualmente
 Spesso è più proficuo se con una
  supervisione, o se confluisce in percorsi
  di gruppo


                                          32
Affiancamento

È  il classico apprendimento sul lavoro per
  imitazione e prove/errori con
  supervisione
 Occorre che il maestro di mestiere sia
  ben consapevole del suo ruolo formativo
  e in grado di trasferire le proprie
  competenze

                                          33
Partecipazione a esperienze o
  progetti

È  la modalità più spontanea di
  apprendimento
 È indispensabile per il consolidamento di
  competenze complesse
 Va integrato con una supervisione




                                          34
Riorganizzazione del lavoro

 Consente   di apprendere attraverso

 una modifica più o meno sostanziale

 e graduale del proprio lavoro


                                        35
Il piano di sviluppo
 Prevede obiettivi di sviluppo
 Tempi, responsabilità, un investimento
  quantificato
 Un insieme di azioni per generare o
  consolidare la competenza
 Una tutorship che si faccia carico della
  realizzazione del piano dal punto di vista
  “didattico” e degli aspetti motivazionali

                                               36
Cesvor ® sas di Bisio Carlo e C.
                    Sede legale: Via Umberto I, 20 – 20862 Arcore (MB)
                    P. IVA 05459350962 – Registro Imprese MB 1824224
              Piazza IV Novembre, 4 - 20124 Milano, Italy (MM 2 - 3, Centrale)
                        Tel.: +39 02 67165 307 - Fax: +39 02 67165 266
                                  Numero verde 800 59 24 20
Cesvor - Communications House - 26 York Street, London W1U 6PZ, UK - Tel.: +442081330910
Cesvor è un'impresa affiliata alla Camera di Commercio e Industria Italiana per il Regno Unito
               Cesvor ® è un marchio comunitario depositato (n 008906661)
                                       www.cesvor.com



                                                                                            37

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Slides l'intervento di formazione

  • 1. L’intervento formativo e lo sviluppo delle competenze Formazione per RSPP – Modulo C 1
  • 2. L’analisi dei bisogni Per dare avvio ad un processo formativo, occorre attivare un tipo di indagine e di comunicazione tese all’analisi dei bisogni di formazione. - Serve veramente fare formazione? - Che tipo di formazione? - Rivolta a chi? - Quali altre azioni complementari possono rendere più alta un’efficacia dell’azione formativa? 2
  • 3. Definire i bisogni formativi Bisogni dell’ Bisogni Bisogni azienda, di delle di un’ un persone unità territorio Organizzativa 3
  • 4. Definire i bisogni formativi  La domanda espressa da una committenza non è necessariamente il bisogno  Occorre aiutare a evidenziare i veri bisogni  Occorre ascoltare le persone, consultare dei dati, fare sopralluoghi (è un’attività di indagine) 4
  • 5. Definire i bisogni formativi I bisogni di formazione non sono definiti per legge  La norma sollecita il fatto che i bisogni vengano individuati e soddisfatti (formazione “adeguata”: se non corrisponde a reali bisogni è inadeguata) 5
  • 6. Definire gli obiettivi formativi  Gli obiettivi formativi sono gli obiettivi di chi investe in formazione (persone e/o organizzazioni e/o territorio, ecc.)  Vanno definiti/negoziati sulla base dei bisogni esistenti. 6
  • 7. Gli obiettivi didattici sono…  “la performance che i discenti devono essere in grado di mostrare per essere competenti” (Mager, 1982)  di diversi tipi (ad es. cognitivi, di abilità motoria, ecc.)  gerarchizzabili 7
  • 8. Gli obiettivi didattici comprendono… Condizione  Un termine usato per indicare le informazioni, attrezzi o altre risorse che gli studenti avranno a disposizione per dimostrare di possedere l’abilità richiesta. Criterio  Talvolta incluso per indicare con quali caratteristiche il compito dovrà essere portato a termine per essere considerato sufficiente. 8
  • 9. Classificazione schematica degli obiettivi didattici Sapere Saper Saper Fare Essere (obiettivi di (obiettivi di (obiettivi di conoscenza) abilità) atteggiamento) 9
  • 10. I livelli di apprendimento (tassonomia cognitiva di Bloom) Conoscenza (riconoscere, individuare) Comprensione (capire la funzione) Valutazione (esprimere giudizi, Title Applicazione fare scelte) (saper utilizzare) Sintesi Analisi (produrre in modo (saper studiare originale) il fenomeno) 10
  • 11. Le altre variabili di progetto Occorre decidere (oltre agli obiettivi): • metodi didattici • contenuti di apprendimento (argomenti) • tempi necessari per le attività • competenze dei docenti • modalità di valutazione • materiali didattici (per partecipanti, per docenti) • necessità logistiche • ecc. 11
  • 12. La qualità di una progettazione… Si valuta sulla base di alcune dimensioni, ad esempio:  coerenza interna fattibilità  la misura in cui si tengono conto le esigenze dell’apprendimento • ecc. 12
  • 13. Metodi didattici Sono i diversi tipi di strutturazione dell’attività didattica. La scelta influenza anche:  la rete di comunicazione nel gruppo  il grado di attivazione  il tipo di obiettivi didattici conseguibili 13
  • 14. Come scegliere il metodo? In coerenza con l’obiettivo didattico. Ma anche:  con il tipo di gruppo e di persone;  con il momento di vita del gruppo;  con le competenze presenti;  ed altre variabili. 14
  • 15. Quali tipi di metodi esistono?  Sono classificabili principalmente lungo questa dimensione:  il grado di attivazione emotiva e di partecipazione del gruppo 15
  • 16. Esistono metodi attivi? No! Esistono piuttosto modi più o meno attivi di gestire i diversi metodi didattici • anche una lezione può essere molto coinvolgente; • anche un role playing può essere vissuto passivamente. 16
  • 17. Quali risorse da gestire? Le esperienze dei partecipanti • La motivazione dei partecipanti Le competenze dei partecipanti impegnate nel processo di apprendimento 17
  • 18. Valutare l’intervento È opportuno che il docente si attivi, se opportuno, per due ulteriori obiettivi del proprio intervento: - avere un feedback sulla propria efficacia nell’intervento stesso; - consentire ai partecipanti di ricavare dei feedback circa le proprie acquisizioni. 18
  • 19. Valutare l’intervento Di solito si citano almeno quattro livelli di valutazione dell’intervento formativo: 1. Valutazione della reazione dei partecipanti; 2. Valutazione degli apprendimenti; 3. Valutazione del trasferimento sul lavoro degli apprendimenti; 4. La ricaduta sull’organizzazione, il ritorno sull’investimento 19
  • 20. Alcuni modelli di apprendimento nella formazione degli adulti I principi Il ciclo dell’andragogia dell’apprendimento di M. Knowles di Kolb 20
  • 21. 1. Il ruolo dell’esperienza  Più un individuo matura, più accumula una riserva crescente di esperienza, che diventa una base sempre più ricca su cui iniziare nuovi apprendimenti Quindi, nella formazione degli adulti…  Aumenta l’enfasi sulle tecniche che colgono l’esperienza del discente e lo coinvolgono nell’analizzare le proprie esperienze 21
  • 22. 2. Cambiamenti nel concetto di sè  Nel crescere, il sé passa da un senso di dipendenza a un crescente senso di indipendenza e autonomia Quindi, nella formazione degli adulti…  Occorre che i discenti trovino soddisfatto il bisogno di essere percepito come autonomo dagli altri 22
  • 23. 3. Disponibilità ad apprendere  Crescendo, la disponibilità ad apprendere è sempre più legata al sistema di compiti per lo svolgimento del ruolo sociale Quindi, nella formazione degli adulti…  Occorre rispettare i tempi giusti del bisogno formativo  Occorre rispondere ai bisogni dei ruoli dei discenti 23
  • 24. 4. L’orientamento all’apprendimento  L’adulto tende a orientarsi verso un apprendimento centrato sui problemi, non sulle “materie” Quindi, nella formazione degli adulti…  Occorre organizzare le attività didattiche attorno a problemi con cui hanno a che fare i discenti 24
  • 25. L’apprendimento secondo Kolb EC: Esperienza Concreta 36 Ogni persona può preferire 18 diverse fasi del processo. OR: Osservazione Riflessiva SA: Sperimentazione Attiva 9 La formazione 36 27 18 9 0 9 18 27 dovrebbe 36 rispettare le inclinazioni 9 individuali, ma soprattutto 18 fornire un processo COMPLETO 36 CA: Concettualizzazione Astratta 25
  • 26. L’apprendimento secondo Kolb Accomodator Diverger Portato alla realizzazione Portato all’immaginazione Concretezz e all’adattamento rispetto creativa ed emotiva e a alla realtà circostante interessato a problemi umano e non tecnici Converger Assimilator Portato all’applicazione Portato alla creazione di Astrazione pratica delle idee modelli teorici attraverso l’osservazione e l’induzione, ma poco interessato alla loro applicazione Azione Riflessione 26
  • 27. Piani di sviluppo delle competenze: non solo formazione 27
  • 28. Oltre la formazione Gestione delle competenze significa: - capire quali competenze devono essere presenti; - progettare e realizzare le azioni tese al reperimento di tali competenze, le azioni di manutenzione e di sviluppo; - fare in modo che tutto ciò sia una leva strategica dell’organizzazione. Le competenze e la loro espressione non possono essere staccate dagli aspetti motivazionali e di clima, né dagli aspetti logistici. 28
  • 29. Training  E’ l’attività di apprendimento più classica e “dedicata”  Spesso ottimizza i tempi dell’apprendimento  Si limita però a certi tipi di apprendimento 29
  • 30. Coaching  Consiste in una serie di incontri in cui si riceve il supporto di un esperto rispetto allo svolgimento delle proprie attività 30
  • 31. Training on the job  L’apprendimento (in formazione o coaching) è intervallato da applicazione di strumenti sul campo 31
  • 32. Autoformazione È un tipo di formazione che procede per utilizzo di strumenti cartacei o elettronic fruiti individualmente  Spesso è più proficuo se con una supervisione, o se confluisce in percorsi di gruppo 32
  • 33. Affiancamento È il classico apprendimento sul lavoro per imitazione e prove/errori con supervisione  Occorre che il maestro di mestiere sia ben consapevole del suo ruolo formativo e in grado di trasferire le proprie competenze 33
  • 34. Partecipazione a esperienze o progetti È la modalità più spontanea di apprendimento  È indispensabile per il consolidamento di competenze complesse  Va integrato con una supervisione 34
  • 35. Riorganizzazione del lavoro  Consente di apprendere attraverso una modifica più o meno sostanziale e graduale del proprio lavoro 35
  • 36. Il piano di sviluppo  Prevede obiettivi di sviluppo  Tempi, responsabilità, un investimento quantificato  Un insieme di azioni per generare o consolidare la competenza  Una tutorship che si faccia carico della realizzazione del piano dal punto di vista “didattico” e degli aspetti motivazionali 36
  • 37. Cesvor ® sas di Bisio Carlo e C. Sede legale: Via Umberto I, 20 – 20862 Arcore (MB) P. IVA 05459350962 – Registro Imprese MB 1824224 Piazza IV Novembre, 4 - 20124 Milano, Italy (MM 2 - 3, Centrale) Tel.: +39 02 67165 307 - Fax: +39 02 67165 266 Numero verde 800 59 24 20 Cesvor - Communications House - 26 York Street, London W1U 6PZ, UK - Tel.: +442081330910 Cesvor è un'impresa affiliata alla Camera di Commercio e Industria Italiana per il Regno Unito Cesvor ® è un marchio comunitario depositato (n 008906661) www.cesvor.com 37