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L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder)
è l'acronimo inglese comunemente usato per
indicare il Disturbo da deficit di attenzione e
iperattività (acronimo italiano meno noto, DDAI).
L'ADHD è un disordine dello sviluppo
neuropsichico del bambino e dell’adolescente,
caratterizzato da incapacità a mantenere
attenzione prolungata, da impulsività e
iperattività.
ADHD
L’ADHD si manifesta in bambini e adolescenti
di età compresa tra 6 e 18 anni. La stima della
prevalenza varia notevolmente (da 1 a 24%)
dipendentemente da ambito sociale, regione
geografica, criteri di diagnosi ed esperienza dei
medici e a seconda dell’età (Günther et al.,
2009) e del sesso della popolazione pediatrica
presa in considerazione.
Studi clinici hanno dimostrato che in Italia la
prevalenza è stimabile attorno all’1-2% dei
bambini in età scolare ed è più frequente nei
maschi che nelle femmine.
Secondo i criteri del Diagnostic and Statistical
Manual Of Mental Disorders, quinta edizione
(DSM V), in accordo ed in continuità con la
quarta edizione, si distinguono tre forme
cliniche per l’ADHD: inattentiva, iperattiva e
combinata. Le tre forme possono
alternativamente essere presenti nello stesso
paziente durante la sua crescita e il suo
sviluppo.
Indipendentemente dai sintomi specifici di ciascuna
forma, il disturbo da deficit di attenzione e
iperattività interessa tutti gli ambiti di vita del
bambino (gioco, scuola, relazioni, etc.) ponendo
delle grosse limitazioni alle attività quotidiane.
Disattenzione
(Criteri del DSM V)
1. spesso non riesce a prestare attenzione ai
particolari o commette errori di distrazione nei compiti
scolastici, sul lavoro, o in altre attività
2. spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui
compiti o sulle attività di gioco
3. spesso non sembra ascoltare quando gli si parla
direttamente
4. spesso non segue le istruzioni e non porta a
termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri
sul posto di lavoro (non a causa di comportamento
oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni)
5. spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e
nelle attività
Disattenzione
(Criteri del DSM V)
6. spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad
impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale
protratto (come compiti a scuola o a casa)
7. spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le
attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite,
libri, o strumenti)
8. spesso è facilmente distratto da stimoli estranei
9. spesso è sbadato nelle attività quotidiane
• spesso muove con irrequietezza mani o
piedi o si dimena sulla sedia
• spesso lascia il proprio posto a sedere in
classe o in altre situazioni in cui ci si
aspetta che resti seduto
• spesso scorrazza e salta dovunque in
modo eccessivo in situazioni in cui ciò è
fuori luogo negli adolescenti o negli adulti,
ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di
irrequietezza)
• spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi
ad attività divertimenti in modo tranquillo
Iperattività e impulsività
(Criteri del DSM V)
• è spesso "sotto pressione" o agisce come se
fosse "motorizzato“
• spesso parla troppo
• spesso “spara” le risposte prima che le
domande siano state completate
• spesso ha difficoltà ad attendere il proprio
turno
• spesso interrompe gli altri o è invadente nei
loro confronti (per es.,si intromette nelle
conversazioni nei giochi)
Impulsività
(Criteri del DSM V)
I sintomi devono essere presenti prima dei
12 anni di età;
Deve essere presente una certa
menomazione in almeno due contesti
sociali (casa, scuola, lavoro);
Deve essere presente una
compromissione significativa del livello di
funzionamento sociale e/o lavorativo;
I sintomi non si presentano esclusivamente
durante il decorso della schizofrenia o altro
disturbo psicotico e non sono spiegabili da
un altro disturbo mentale.
Criteri DSM V
Componente innata
• Studi di genetica
• Neurochimica
• Neuroanatomia
• Neurofisiologia
Componente appresa
• No regole
• No routine domestiche
• Ambiente caotico
• Atteggiamento frettoloso e impulsivo
• Mancato insegnamento del saper aspettare
• Esperienze negative per aver atteso
• Gratificazione della frettolosità
Disturbi associati e secondari
•
Disturbo oppositivo provocatorio 50%
• Disturbo della condotta 15%
• Disturbi di apprendimento 40%
• Disturbi di tipo depressivo 30%
• Disturbi di tipo ansioso 25%
• Problemi nelle relazioni interpersonali
• Anamnesi medica (genitori)
• Interviste semi-strutturate (genitori)
• Questionari comportamentali (insegnanti)
• Valutazione neuropsicologica
• Osservazione clinica
• Valutazione di disturbi di natura emotiva-
affettiva (tramite test, questionari e colloquio)
• Valutazione dell’andamento scolastico
• Colloquio clinico (bambino)
Protocollo diagnostico
Esordio ADHD
Classe Numero %
I elementare 153 9,9
II elementare 196 12,7
III elementare 245 15,9
IV elementare 208 13,5
V elementare 211 13,7
I media inferiore 198 12,9
II media inferiore 212 13,8
III media inferiore 117 7,6
Totale 1540 100,0
Solo
ADHD
Comportamento
distruttivo
Disturbate
relazioni familiari
Bassa autostima
Scarse attitudini
sociali
Problemi di
apprendimento
Disturbo
oppositivo
Disturbo
dell’umore
Comportamento
provocatorio
Comportamento
antisociale
Allontanamento dalla
scuola
Abuso di sostanze
stupefacenti
Disturbi di condotta
Demotivazione
Difficoltà di
apprendimento
AIDAI ONLUS REGIONE LAZIO
Decorso del disturbo
e complicazioni crescenti con l’età
I fattori predittivi per una evoluzione
favorevole sono:
• quoziente intellettivo nella media;
• uno scarto tra età cronologica ed età di
lettura inferiore a due anni;
• diagnosi entro la fine della seconda
classe elementare
• trattamento tempestivo e idoneo;
• assenza di comorbidità psichiatrica;
• ambiente familiare e scolastico attento
Prognosi
E I GENITORI?
1. Comprensione del problema
2. Preparazione al cambiamento
3. Definizione dei problemi (schede ABC)
4. Scelte educative che favoriscono l’autoregolazione
5. Individuare comportamenti negativi nel bambino
6. Ampliare il proprio bagaglio di strategie educative
7. Agire d’anticipo rispetto al problema con un piano in testa
8. Il genitore come modello di abile risolutore dei problemi
9. Un bilancio del lavoro svolto e prospettive per il futuro
Links utili:
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  • 2. L'ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder) è l'acronimo inglese comunemente usato per indicare il Disturbo da deficit di attenzione e iperattività (acronimo italiano meno noto, DDAI). L'ADHD è un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da incapacità a mantenere attenzione prolungata, da impulsività e iperattività. ADHD
  • 3. L’ADHD si manifesta in bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni. La stima della prevalenza varia notevolmente (da 1 a 24%) dipendentemente da ambito sociale, regione geografica, criteri di diagnosi ed esperienza dei medici e a seconda dell’età (Günther et al., 2009) e del sesso della popolazione pediatrica presa in considerazione. Studi clinici hanno dimostrato che in Italia la prevalenza è stimabile attorno all’1-2% dei bambini in età scolare ed è più frequente nei maschi che nelle femmine.
  • 4. Secondo i criteri del Diagnostic and Statistical Manual Of Mental Disorders, quinta edizione (DSM V), in accordo ed in continuità con la quarta edizione, si distinguono tre forme cliniche per l’ADHD: inattentiva, iperattiva e combinata. Le tre forme possono alternativamente essere presenti nello stesso paziente durante la sua crescita e il suo sviluppo. Indipendentemente dai sintomi specifici di ciascuna forma, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività interessa tutti gli ambiti di vita del bambino (gioco, scuola, relazioni, etc.) ponendo delle grosse limitazioni alle attività quotidiane.
  • 5. Disattenzione (Criteri del DSM V) 1. spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nei compiti scolastici, sul lavoro, o in altre attività 2. spesso ha difficoltà a mantenere l'attenzione sui compiti o sulle attività di gioco 3. spesso non sembra ascoltare quando gli si parla direttamente 4. spesso non segue le istruzioni e non porta a termine i compiti scolastici, le incombenze, o i doveri sul posto di lavoro (non a causa di comportamento oppositivo o di incapacità di capire le istruzioni) 5. spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti e nelle attività
  • 6. Disattenzione (Criteri del DSM V) 6. spesso evita, prova avversione, o è riluttante ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale protratto (come compiti a scuola o a casa) 7. spesso perde gli oggetti necessari per i compiti o le attività (per es., giocattoli, compiti di scuola, matite, libri, o strumenti) 8. spesso è facilmente distratto da stimoli estranei 9. spesso è sbadato nelle attività quotidiane
  • 7. • spesso muove con irrequietezza mani o piedi o si dimena sulla sedia • spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto • spesso scorrazza e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo negli adolescenti o negli adulti, ciò può limitarsi a sentimenti soggettivi di irrequietezza) • spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività divertimenti in modo tranquillo Iperattività e impulsività (Criteri del DSM V)
  • 8. • è spesso "sotto pressione" o agisce come se fosse "motorizzato“ • spesso parla troppo • spesso “spara” le risposte prima che le domande siano state completate • spesso ha difficoltà ad attendere il proprio turno • spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (per es.,si intromette nelle conversazioni nei giochi) Impulsività (Criteri del DSM V)
  • 9. I sintomi devono essere presenti prima dei 12 anni di età; Deve essere presente una certa menomazione in almeno due contesti sociali (casa, scuola, lavoro); Deve essere presente una compromissione significativa del livello di funzionamento sociale e/o lavorativo; I sintomi non si presentano esclusivamente durante il decorso della schizofrenia o altro disturbo psicotico e non sono spiegabili da un altro disturbo mentale. Criteri DSM V
  • 10. Componente innata • Studi di genetica • Neurochimica • Neuroanatomia • Neurofisiologia
  • 11. Componente appresa • No regole • No routine domestiche • Ambiente caotico • Atteggiamento frettoloso e impulsivo • Mancato insegnamento del saper aspettare • Esperienze negative per aver atteso • Gratificazione della frettolosità
  • 12. Disturbi associati e secondari • Disturbo oppositivo provocatorio 50% • Disturbo della condotta 15% • Disturbi di apprendimento 40% • Disturbi di tipo depressivo 30% • Disturbi di tipo ansioso 25% • Problemi nelle relazioni interpersonali
  • 13. • Anamnesi medica (genitori) • Interviste semi-strutturate (genitori) • Questionari comportamentali (insegnanti) • Valutazione neuropsicologica • Osservazione clinica • Valutazione di disturbi di natura emotiva- affettiva (tramite test, questionari e colloquio) • Valutazione dell’andamento scolastico • Colloquio clinico (bambino) Protocollo diagnostico
  • 14.
  • 15. Esordio ADHD Classe Numero % I elementare 153 9,9 II elementare 196 12,7 III elementare 245 15,9 IV elementare 208 13,5 V elementare 211 13,7 I media inferiore 198 12,9 II media inferiore 212 13,8 III media inferiore 117 7,6 Totale 1540 100,0
  • 16. Solo ADHD Comportamento distruttivo Disturbate relazioni familiari Bassa autostima Scarse attitudini sociali Problemi di apprendimento Disturbo oppositivo Disturbo dell’umore Comportamento provocatorio Comportamento antisociale Allontanamento dalla scuola Abuso di sostanze stupefacenti Disturbi di condotta Demotivazione Difficoltà di apprendimento AIDAI ONLUS REGIONE LAZIO Decorso del disturbo e complicazioni crescenti con l’età
  • 17. I fattori predittivi per una evoluzione favorevole sono: • quoziente intellettivo nella media; • uno scarto tra età cronologica ed età di lettura inferiore a due anni; • diagnosi entro la fine della seconda classe elementare • trattamento tempestivo e idoneo; • assenza di comorbidità psichiatrica; • ambiente familiare e scolastico attento Prognosi
  • 18.
  • 19. E I GENITORI? 1. Comprensione del problema 2. Preparazione al cambiamento 3. Definizione dei problemi (schede ABC) 4. Scelte educative che favoriscono l’autoregolazione 5. Individuare comportamenti negativi nel bambino 6. Ampliare il proprio bagaglio di strategie educative 7. Agire d’anticipo rispetto al problema con un piano in testa 8. Il genitore come modello di abile risolutore dei problemi 9. Un bilancio del lavoro svolto e prospettive per il futuro