In questa presentazione viene affrontato il tema dell'esportazione della democrazia. Si esaminano le caratteristiche democratiche che si vogliono trasferire in un altro territorio, le modalità in cui può essere fatto e i casi empirici che si sono verificati pervenendo alla conclusione che non sempre è possibile esportare la democrazia, dipende chi lo fa, come lo fa e dove lo fa.
Democrazia partecipativa. Cosa è accaduto in Italia, Europa e Islanda. Presen...Carla Cortese
Internet in combinazione con i nuovi mezzi di comunicazione hanno cambiato in maniera radicale la vita di tutti noi; un cambiamento che ha riguardato anche quei processi di democrazia partecipata del vivere comune. La democrazia partecipativa si caratterizza per due elementi chiave:
- l'interazione strutturata e prolungata tra persone e istituzioni;
-l'assenza di vincoli formali sulla decisione finale presa dall'Amministrazione. Il lavoro di ricerca si focalizza sui processi partecipativi avvenuti in Italia, Europa e Islanda.
Democrazia partecipativa. Cosa è accaduto in Italia, Europa e Islanda. Presen...Carla Cortese
Internet in combinazione con i nuovi mezzi di comunicazione hanno cambiato in maniera radicale la vita di tutti noi; un cambiamento che ha riguardato anche quei processi di democrazia partecipata del vivere comune. La democrazia partecipativa si caratterizza per due elementi chiave:
- l'interazione strutturata e prolungata tra persone e istituzioni;
-l'assenza di vincoli formali sulla decisione finale presa dall'Amministrazione. Il lavoro di ricerca si focalizza sui processi partecipativi avvenuti in Italia, Europa e Islanda.
In questa presentazione viene descritta e studiata una categoria di regime a metà tra democrazia e autoritarismo: i regimi ibridi. A tal fine, si fa riferimento ad alcuni indici della qualità democratica come come il "Democracy Index" dell'Economist Intelligence Unit e il rapporto "Freedom in the World" di Freedom House. Successivamente, vengono prese in esame le dimensioni analitiche del fenomeno sulla scorta delle definizioni e dei contributi di vari autori. Infine, viene riportato un caso di regime ibrido che è quello della Turchia.
sintesi movimento sofistico, contesto storico, democrazia, posizione di Gorgia e Protagora, la retorica, la persuasione, le principali problematiche. Presentazione per studenti di terza liceo
vignette di Andrea Lisi
Venerdì 17 febbraio, alle ore 18, presso l'Open Space di Palazzo Carafa (P.zza Sant'Oronzo, Lecce) si è tenuta la presentazione del libro dell'Avv. Giacomo Lisi, Democrazia: dal passato, il futuro (edizioni ClioEdu).
A dialogare con l'autore, moderati dal giornalista Rai Antonio Gnoni, ci saranno Gabriele Conte (Ingegnere, CLIO S.p.A.), Elio Lia (Dirigente scolastico), Edoardo Pascali (Prof. ordinario Università del Salento) e, in collegamento BitMeeting, Donato Limone (Prof. ordinario Unitelma Sapienza, Roma) e Antonio Martino (Prof. ordinario Università di Buenos Aires).
Si parlerà di democrazia, dall'antichità ai giorni nostri, del rapporto tra potere e politica e soprattutto di come le nuove tecnologie (dal web al voto elettronico) possano agevolare la costruzione di un modello per la partecipazione diretta alla gestione della cosa pubblica di tutti i cittadini.
Tutti gli interessati, infatti, potranno partecipare all'evento e aderire alla nascente associazione attraverso il portale www.demo-crazia.it
vignette di Andrea Lisi
Questo Sillabario non è stato scritto per fare letteratura politica, ma semplicemente per iniziare un dialogo con chi, deluso o disgustato, si è rifugiato in una aristocratica astensione dal voto, e con quanti votano per un dovere morale più che per la speranza in un cambiamento. Si parte da lontano, dall’antica Atene, dove nel VI secolo a. C. nacque una forma di governo straordinaria, la democrazia, grazie alla quale gli ateniesi seppero raggiungere livelli economici e culturali mai eguagliati. Seguono una breve - ma non priva di particolari inediti - analisi storica che evidenzia come il popolo abbia sempre subito la volontà di chi ha gestito il potere; un commento critico degli articoli della Costituzione relativi all’ordinamento dello Stato; l’analisi dello statuto dei maggiori partiti italiani, che scopre vistose e imprevedibili lacune della democrazia. Infine, l’autore propone un percorso per la costituzione di un organismo politico nel quale ogni decisione venga assunta dagli iscritti e che abbia come fine ultimo la realizzazione di una democrazia vera e diretta. Una sorta di appello a una cittadinanza attiva, senza alcun distinguo, un elemento di coesione per un percorso unitario. Il libro deve essere anche inteso come un invito a prendere esempio dalle laboriose api, per ricostruire la democrazia con uno spirito nuovo. Per dare, per un impegno etico, non per ricevere vantaggi.
L'autore
Giacomo Lisi, avvocato, è nato in San Pietro in Lama (Lecce). Dopo alcuni anni di insegnamento presso gli istituti superiori, si è dedicato alla libera professione.
Sempre animato da forte passione politica, ha collaborato con circoli e associazioni politico-culturali. Tuttavia, la difficoltà a condividere idee, progetti e strategie con altri soggetti politici lo ha tenuto lontano da esperienze attive. Questo Sillabario è il suo primo lavoro editoriale, nato da un costante esercizio di curiosità e ricerca e da una spinta morale all’impegno civile.
www.demo-crazia.it
Dalla storia dello Stato ai suoi elementi, dalla Costituzione in generale ai diritti e i doveri dei cittadini, dai tre elementi dello Stato alla loro caratterizzazione, dal Parlamento al Governo alla Magistratura.
In questa presentazione viene descritta e studiata una categoria di regime a metà tra democrazia e autoritarismo: i regimi ibridi. A tal fine, si fa riferimento ad alcuni indici della qualità democratica come come il "Democracy Index" dell'Economist Intelligence Unit e il rapporto "Freedom in the World" di Freedom House. Successivamente, vengono prese in esame le dimensioni analitiche del fenomeno sulla scorta delle definizioni e dei contributi di vari autori. Infine, viene riportato un caso di regime ibrido che è quello della Turchia.
sintesi movimento sofistico, contesto storico, democrazia, posizione di Gorgia e Protagora, la retorica, la persuasione, le principali problematiche. Presentazione per studenti di terza liceo
vignette di Andrea Lisi
Venerdì 17 febbraio, alle ore 18, presso l'Open Space di Palazzo Carafa (P.zza Sant'Oronzo, Lecce) si è tenuta la presentazione del libro dell'Avv. Giacomo Lisi, Democrazia: dal passato, il futuro (edizioni ClioEdu).
A dialogare con l'autore, moderati dal giornalista Rai Antonio Gnoni, ci saranno Gabriele Conte (Ingegnere, CLIO S.p.A.), Elio Lia (Dirigente scolastico), Edoardo Pascali (Prof. ordinario Università del Salento) e, in collegamento BitMeeting, Donato Limone (Prof. ordinario Unitelma Sapienza, Roma) e Antonio Martino (Prof. ordinario Università di Buenos Aires).
Si parlerà di democrazia, dall'antichità ai giorni nostri, del rapporto tra potere e politica e soprattutto di come le nuove tecnologie (dal web al voto elettronico) possano agevolare la costruzione di un modello per la partecipazione diretta alla gestione della cosa pubblica di tutti i cittadini.
Tutti gli interessati, infatti, potranno partecipare all'evento e aderire alla nascente associazione attraverso il portale www.demo-crazia.it
vignette di Andrea Lisi
Questo Sillabario non è stato scritto per fare letteratura politica, ma semplicemente per iniziare un dialogo con chi, deluso o disgustato, si è rifugiato in una aristocratica astensione dal voto, e con quanti votano per un dovere morale più che per la speranza in un cambiamento. Si parte da lontano, dall’antica Atene, dove nel VI secolo a. C. nacque una forma di governo straordinaria, la democrazia, grazie alla quale gli ateniesi seppero raggiungere livelli economici e culturali mai eguagliati. Seguono una breve - ma non priva di particolari inediti - analisi storica che evidenzia come il popolo abbia sempre subito la volontà di chi ha gestito il potere; un commento critico degli articoli della Costituzione relativi all’ordinamento dello Stato; l’analisi dello statuto dei maggiori partiti italiani, che scopre vistose e imprevedibili lacune della democrazia. Infine, l’autore propone un percorso per la costituzione di un organismo politico nel quale ogni decisione venga assunta dagli iscritti e che abbia come fine ultimo la realizzazione di una democrazia vera e diretta. Una sorta di appello a una cittadinanza attiva, senza alcun distinguo, un elemento di coesione per un percorso unitario. Il libro deve essere anche inteso come un invito a prendere esempio dalle laboriose api, per ricostruire la democrazia con uno spirito nuovo. Per dare, per un impegno etico, non per ricevere vantaggi.
L'autore
Giacomo Lisi, avvocato, è nato in San Pietro in Lama (Lecce). Dopo alcuni anni di insegnamento presso gli istituti superiori, si è dedicato alla libera professione.
Sempre animato da forte passione politica, ha collaborato con circoli e associazioni politico-culturali. Tuttavia, la difficoltà a condividere idee, progetti e strategie con altri soggetti politici lo ha tenuto lontano da esperienze attive. Questo Sillabario è il suo primo lavoro editoriale, nato da un costante esercizio di curiosità e ricerca e da una spinta morale all’impegno civile.
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Dalla storia dello Stato ai suoi elementi, dalla Costituzione in generale ai diritti e i doveri dei cittadini, dai tre elementi dello Stato alla loro caratterizzazione, dal Parlamento al Governo alla Magistratura.
Short history of Venetian modern independentism and the beginning of a complete conscousness of the right to freedom from italian oppression and colonization.
Storia dell'indipendentismo Veneto. Written in italian language.
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2. Una questione di principio:
I Paesi occidentali promuovono la democratizzazione negli atri Paesi poiché condividono una
serie di valori che risalgono al Secolo dei Lumi;
Tripartizione dei diritti di T.Marshall (1950)
Diritti Civili (XVIII sec.)
Diritti Politici (XIX sec.)
Diritti Sociali (XX sec.)
3. Una ragione strumentale:
Seguendo la Teoria della Pace democratica, si suppone che le democrazie siano più
pacifiche verso le altre nazioni, di quanto non lo siano altri sistemi politici;
Poiché nei sistemi democratici c’è maggiore Accoutability;
Inoltre perché si crede che i cittadini di una democrazia siano più empatici verso i loro omologhi, ci
sia insomma una sorta di «affinità elettiva»;
Le democrazie sono profondamente connaturate nelle norme civiche che esse propugnano;
Una società che ha internalizzato queste norme considererà illegittima l’uso della forza contro altri
Paesi.
Perché serve a proteggere gli interessi nazionali di sicurezza di determinati Paesi (v.USA)
Post 2001, vi è stata un escalation nell’esportazione della democrazia.
4. Tuttavia le prime fasi di transizione verso la democrazia sono molto delicate:
In questa fase la maggiore apertura verso le masse può offrire margini di opportunità ad altri
gruppi autoritari o nazionalisti nella presa del potere politico;
Se l’economia non carbura, la popolazione potrebbe perdere fiducia verso l’istituto
democratico;
Vi sono due TRADE-OFF:
1. Building democracy / Economic development;
2. Democratizzazione / Stabilità politica interna;
5. I primi passi di una transizione democratica possono sfociare facilmente nella
violenza soprattutto se, il Paese in questione deficita di «infrastrutture democratiche»
S. Huntington:
«Se la richiesta di una maggiore partecipazione politica avviene in Paesi dove le istituzioni
sono troppo deboli per gestire queste nuova spinta...governare in questa situazione richiede
una base ideologica per ricevere il supporto del popolo...e questa ideologia il più delle volte,
assume la forma di una qualche varietà di nazionalismo.»
6. Sin dalla Rivoluzione Francese (1789) fino all’attuale Iraq (2003), le fasi iniziali di
democratizzazione in circostanze instabili si sono trasformate in prese di potere da
parte di gruppi nazionalisti;
Questo poiché, una volta collassato il vecchio regime autoritario, tutti i gruppi politici
hanno incentivi nel giocare la carta nazionalista:
Sia dai reduci del vecchio regime, i quali vogliono sopravvivere al nuovo regime;
Sia dalle figure politiche emergenti, che cercano di fomentare la folla per i loro scopi.
7. Nel 1991, all’inizio della dissoluzione dello Stato balcanico, il turbolente esperimento
di democratizzazione intrapreso, sfociò in una sanguinosissima guerra fra i nuovi
Stati;
S.Milosevic fece della retorica contro la popolazione albanese la sua carta vincente
alle successive elezioni;
Anche in Bosnia dopo la Pace di Dayton (1995), le prime elezioni furono vinte da
partiti nazionalisti, che rappresentavano le tre maggiori etnie;
8. Armenia vs Azerbaijan:
All’indomani del collasso sovietico, i sentimenti nazionalistici espressi dalle popolazioni e dalle
urne, portarono alla guerra queste due nazioni per la disputa della zona del Nagorno-Karabakh;
Perù vs Ecuador:
Le alterne fasi democratiche di questi due Paesi, ha condotto i governanti ad usare la retorica
nazional-populista, come operazione di distrazione dei propri popoli, conducendoli ad un
sanguinoso scontro nell’Alta Amazzonia nel 1995;
Etiopia vs Eritrea:
Alcuni anni dopo il collasso del regime di Dergue in Etiopia, il governo eletto combattè una
cruenta guerra di confine con l’Eritrea (1998-2000), la quale aveva da poco adottato una
costituzione democratica.
9. India vs Pakistan:
L’escalation di tensioni che hanno segnato il rapporto di queste due Nazioni, soprattutto a
seguito della fine dei regimi autoritari in entrambi i Paesi, ha condotto queste due potenze
atomiche al conflitto del Kargal nel 1999;
Burundi e Ruanda:
Le elezioni del 1993 in Burundi, nonostante fossero libere, esacerbarono la polarizzazione
etnica fra Hutu e Tutsi, col risultato di circa 200.000 morti;
Nella vicina Ruanda, un accordo internazionale sulla distribuzione del potere interno, che
avrebbe dovuto condurre il Paese verso un sistema politico più democratico, creò al
contrario le condizioni verso il genocidio del 1994, che vide lo sterminio di circa 1 mln di
persone.
10. Quando il regime di Saddam Hussein crollò, il tentativo Usa fallì perché si voleva
imporre la democrazia in modo frettoloso, attraverso elezioni immediate, le quali non
hanno fatto altro che mostrare la profonda divisione sociale irachena:
o Gli Sciiti hanno prontamente formato partiti e milizie basate su reti sociali e religiose;
o I Kurdi fecero lo stesso nei loro territori;
o I seguaci del Baaht montarono una feroce insurezzione fra i Sunniti, che erano divisi e
risentiti;
o Tutto ciò rese vano il tentativo di leaders laici di costruire un esercito e dei partiti politici
credibili.
12. Prima di tutto, perchè la democrazia non è una merce qualsiasi
13. Mancanza di precondizioni per la democrazia:
Debole Rule of Law
Corruzione dilagante
Basso reddito pro capite
Bassa alfabetizzazione
→ Per far sì che queste sorgano è necessario molto tempo
→Il processo di democratizzazione è molto più lungo e complicato quando si tratta di Paesi
che non hanno mai sperimentato la democrazia (vedi molti dei Paesi islamici)
14. I Paesi non occidentali, specialmente quelli asiatici, condividono una diversa cultura
politica che non fa della democrazia così come noi la intendiamo una esigenza
(«Asian values» rivendiacati dai presidenti di Malesia e Singapore)
Consenso interno ai regimi non democratici (molti dei regimi non democratici vengono
scelti elettoralmente)
Odio e risentimento verso l’«invasore» straniero
15. Guardiamo all’esperienza coloniale britannica durante la quale si è cercato di
trapiantare la democrazia nelle colonie
Molti Paesi hanno fallito nel raggiungimento della democrazia (vedi Pakistan, Nigeria, Sri
Lanka, Malesia...)
Altri hanno beneficiato dei vantaggi del Commonwealth per raggiungere alti livelli di
democrazia e ricchezza (Australia, Canada, Nuova Zelanda, Sudafrica...)
16. Conviene accantonare l’occupazione militare e l’uso della forza per la promozione della
democrazia e puntare sullo sviluppo economico portato avanti da organizzazioni internazionali
→Così come è già avvenuto per la seconda e la terza ondata di democratizzazione nelle quali
un gran numero di organismi internazionali (ONU, NATO, OSCE, FMI, Banca Mondiale) ha
contribuito fortemente all’avvio e al consolidamento della democrazia in numerosi Paesi
17. Ha condizionato riforme in senso democratico in Paesi come Slovacchia, Croazia e
Romania
Sta favorendo riforme democratiche in Turchia, per il suo eventuale ingresso
18. La democrazia in questo caso non viene imposta dall’esterno, ma è successiva ad
una scelta fatta dagli stessi Paesi non democratici
La promozione della democrazia non deve avvenire per «rottura» di una pace interna
Per essere democratici bisogna prima di tutto saper essere democratici (condividere
le regole e i valori democratici) e questo non può avvenire né con la forza né con
l’imposizione, ma attraverso un processo lungo e talvolta difficoltoso