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1
Scelte in condizioni di incertezza, Compliance ,
Sistemi di Indirizzo e Controllo
Di Alessandro Cerboni
L’origine	del	problema
} In	questi	ultimi	anni	il	sistema	Banca	si	è	visto	sempre	più	spinto	
verso	un	modello	di	compliance	globale.
} Le	metodiche	sino	ad	oggi	adottate	per	rispondere	a	questa	
esigenza	nella	maggioranza	delle	situazioni	si	sono	rivelate	
parzialmente	efficaci	quando	anche	inutili	e	inefficienti.
} Gli	Enti	giuridici	e	di	controllo	sembrano	vanificare	gli	sforzi	delle	
funzioni	Compliance.	
} Gli	apparati	tecnici	e	normativi	adottati	vengono	smentiti	in	sede	
giudiziaria	ed	espongono	la	aziende	a	pesanti	conseguenze	
economiche	ma	soprattutto	di	immagine	e	reputazionale.
} Gli	apparati	normativi	sembrano	richiedere	un	approccio	diverso	
da	come	si	è	sicuramente,	sino	ad	oggi,	affrontato	il	tema.	
22
Prime	riflessioni
} Per	capire	meglio	la	divergenza	che	sussiste	tra	legislatore	e	
sistema	Banca,	e	azienda	in	genere,	occorre	prendere	in	esame	
l’evoluzione	che	hanno	avuto	alcuni	paradigmi	alla	base	
dell’impostazione	e	interpretazione	dei	fenomeni	sociali,	
economici	e	giuridici.
} All’indomani	del	premio	Nobel	a	Herbert	A.	Simon	si	è	innescato	
un	processo	di	revisione	dei	fondamenti	del	pensiero	razionale.
} Un	punto	di	partenza	di	questo	lavoro	è	ad	es.	l’analisi	dei	
meccanismi	di	scelta	degli	individui	in	condizioni	d’incertezza	su	
questioni	di	carattere	economico-giuridiche,	come	può	essere	la	
scelta	di	prezzo	che	il	regolatore	dovrà	imporre	all’impresa	
dominante	un	mercato	in	regime	di	monopolio	naturale.
33
I	fondamenti	classici	e	i	nuovi
} Esistono	due	correnti	di	pensiero,	simili	per	quanto	riguarda	il	
punto	di	partenza	delle	loro	analisi	(la	teoria	del	comportamento	
razionale),	ma	nello	stesso	tempo	divergenti	per	quanto	riguarda	
gli	effetti	e	alle	quali	arrivano:	
} Teoria	della	Razionalità	Assoluta	(T.R.A.)	che	è	quella	che	domina	
i	modelli	e	il	pensiero	su	cui	oggi	sono	impostati	i	sistemi	di	
gestione	e	governance	delle	Banche	e	delle	imprese.
} Teoria	della	Razionalità	Limitata	(T.R.L.)	che	già	adottata	in	molti	
altri	ambiti	come	quello	giuridico	e	legislativo,	stenta	però	ancora	
ad	affermarsi	nel	campo	dell’economia	e	delle	scienze	del	
management	(Cfr.	economia	comportamentale,	dei	Nobel	di		H.A.	
Simon,	Kanheman	&	Tversky,	gli	studi	di	G.	Gigerenzer	e	Sunstain,	
…)	perché	introduce	incertezza	e	aspetti	contraddittori	nella	
interpretazione	delle	norme.
44
2
• Razionalità	limitata
• Fallacia	narrativa
• Euristiche	o	regole	del	pollice
• Bias	cognitivi
• Indeterminabilità	statistica	degli	eventi
• Principio	di	prudenza
• Neurobiologia	comportamentale
• Euristiche	di	indirizzo:	Fast	and	Frugal,	
• Logica	dei	Sistemi	Complessi
• Teoria	del	Caos	strutture	autogenerative
Per	affrontare	questo	nuovo	scenario	
si	è	creato	un	set	di	tools e	concetti:
Alcuni	concetti
} Per	“Razionalità” si	intende	il	modo	di	comportamento	adatto	al	
raggiungimento	di	di	determinati	obiettivi,	rispettando	vincoli		e	
limiti	imposti	dal	caso.
} La	TRA	(teoria	della	razionalità	assoluta)	adotta	e	induce	ad	un	
approccio	normativo	che	prescrive	il	comportamento	che	dovrebbe	
essere	adottato	dagli	“agenti” organizzati	al	fine	di	raggiungere	
obiettivi	prefissati.
} La	TRL	(teoria	della	razionalità	limitata)	si	prefigge		invece	di	
descrivere	il	comportamento	degli	“agenti” e	di	introdurre	fattori	di	
guida	nel	processo	di	valutazione.
} Più	avanti	presenteremo	come	la	soluzione,	secondo	i	nostri	studi,	
sia	basata	sull’analisi	utilizzo	e	l’introduzione	di		un	sistema	di	
“Euristiche	di	Indirizzo	ed	Euristiche	di	Controllo”
3
Introduzione
} Punto	di	partenza	di	queste	considerazione	sono	le	ricerche	
sull’analisi	dei	meccanismi	di	scelta	degli	individui	in	
condizioni	di	incertezza	e	l’influenza	che	ha	nei	fenomeni	di	
rilevanza	per	il	tema	della	Compliance	e	del	principio	di	
“sana	e	prudente	gestione”.
} Il	sistema	oggi	prevalente	con	cui	si	affronta	e	si	cerca	di	
risolvere	questo	tema	è	sostanzialmente	basato	sulla	Teoria	
della	Razionalità	Assoluta	(TRA).
} Si	intende	invece	presentare	una	revisione	di	questo	
approccio	alla	luce	della	Teoria	della	Razionalità	Limitata	
(TRL),	teoria	ormai	acquisita	in	molte	discipline	non	ultima	la	
Filosofia	del	Diritto	che	ispira	le	norme	e	i	regolamenti	di	
recente	emanazione.
2
Alcuni	concetti	per	capire
} La	teoria	della	Razionalità	Limitata	ha	evidenziato	come	le	decisioni	
reali	siano	sottoposte	ad	una	duplice	limitazione	derivante	da	un	
lato	dalle	pressioni	ambientali,	e	dall’altro	dalle	limitazioni	cognitive.	
} L’idea	di	fondo	è	che	nella	presa	di	decisione	noi	facciamo	uso	di	
euristiche	tipo	“fast	and	frugal”,	semplici	ma	efficaci	da	un	punto	di	
vista	ecologico,	da	adattare	alle	situazioni,	e	che	nell’operare	scelte	
ricerchiamo	il	soddisfacimento	più	che	la	massimizzazione	
dell’utilità,	operando	gli	opportuni	adattamenti	dei	nostri	livelli	di	
aspirazione	rispetto	ai	vari	obiettivi.
} La	conseguenza	è	l’impossibilità	di	operare	delle	scelte	individuali	
che	siano	ottimali	in	senso	assoluto,	come	invece	previsto	dalle	
teorie	economiche	classiche,	e	comportamenti	conformi	alle	
prescrizioni	in	ogni	situazione.
9
Alcuni	concetti
} La	razionalità	scientifica	è	l’eredità	culturale	del	‘900	ma	ha	portato	
anche	la	scoperta	della	dimensione	ineliminabile	dell’incertezza	
all’interno	della	conoscenza	scientifica.	
} Ciò	naturalmente	non	toglie	nulla	al	suo	valore	teorico	e	pratico,	né	ai	
risultati	che	ha	prodotto,	ma	permette	di	comprendere	meglio	quale	
valore	si	debba	assegnare	alle	enunciazioni	di	regolarità	descritte	dalle	
leggi	scientifiche,	e	quali	ne	possano	invece	essere	i	limiti	intrinseci	ed	
ineliminabili	specie	nel	campo	dei	sistemi	complessi	quali	sono	una	
struttura	sociale,	un’azienda	e	infine	una	banca.
} Nuovi	paradigmi	e	stimoli	derivano	anche	dalla	Scienza	della	
Complessità	che	ha	a	che	fare	sostanzialmente	con	sistemi	adattativi	
complessi	(ambiente,	ecosistemi,	organismi	viventi,	ma	soprattutto	
Banche	e	Aziende),	il	cui	comportamento	è	imprevedibile	nel	tempo	e	
nello	spazio.
66
Alcuni	concetti
} Il	Principio	di	Precauzione	(PdP):	è	uno	strumento	decisionale	di	tipo	
giuridico	nato	per	cercare	di	far	fronte	alle	scelte	tecnologiche	quando,	pur	
in	una	situazione	di	incertezza	o	ignoranza	scientifica,	vi	sono	ragioni	per	
credere	che	una	determinata	attività	potrebbe	avere	conseguenze	negative	
molto	estese	e,	soprattutto,	irreversibili.
} Si	è	evoluto	dalla	sua	proposta	iniziale	negli	anni	70,	tanto	che	alcune	
legislazioni	lo	stanno	proponendo	anche	in	ambito	costituzionale.	
} Nel	nostro	caso	è	un	concetto	che	può	divenire	un	elemento	tecnico	per	
l’introduzione	di	tecniche	e	logiche	di	mitigazione	degli	eventi	che	
rientrano	nel	campo	della	Compliance	in	condizioni	di	non	prevedibilità	e	
indeterminazione.
} Il	PdP	è	un	criterio	che	porta	a	considerare	la	possibilità	di	eventi	non	
comprensibili	e	non	prevedibili	allo	stato	delle	conoscenze	anche	
scientifiche;	diviene	pertanto	uno	strumento	concettuale	utile	in	un	
contesto	di	una	Compliance	proattiva.
5
Alcuni	concetti
} In	tema	di	previsione	e	gestione	di	fattori	di	rischio	i	modelli	classici	
e	di	laboratorio	si	rivelano	spesso	inadeguati	a	descrivere	con	
sufficiente	accuratezza	ciò	che	avviene	in	realtà.
} Ormai	diventa	sempre	più	evidente	quanto	sia	irreale	pensare	di	
risolvere	ogni	problema	mediante	la	semplice	valutazione	su	base	
storica	di	un	rischio	oggettivo,	la	sua	enumerazione,	classificazione,	
soprattutto	quando	si	ha	a	che	fare	con	situazioni	complesse	e	poco	
conosciute	come	nei	temi	della	Compliance.
} I	modelli	sino	ad	oggi	adottati	sono	esclusivamente	basati	sullo	
scema	classico	proposto	nelle	varie	versioni	nell’approccio	alla	
compliance,	ma	anche	nella	classica	gestione	dei	rischi	di	tipo	
ingegneristico,	hanno	dimostrato	con	ampia	letteratura	la	loro	
limitata	e	illusoria	efficacia.
} La	loro	validità	è	infatti	limitata	ad	un	ristretto	ambito	di	eventi	in	
cui	è	applicabile	un	processo	razionale	di	valutazione.
7
Area	dell’applicabilità	dei	principi	razionali
12
Tante
Poche
Numero
di
Alternative
Preferenza
Alta
Buona
fortuna
Area della
Razionalità
Auto-organizzazione
Casualità
Prevedibilità dell'evento Bassa
Area dove sono applicabili i modelli basati sulla
Razionalità Assoluta
Modelli basati su euristiche
Alcuni	concetti
} Occorre	oggi	prendere	atto	che	tali	modelli	si	basano	su	un	errore	epistemico	
in	quanto	la	loro	validità	è	legata	alla	effettiva	conoscenza	dell’intero	universo	
degli	eventi,	di	fatto	irrealizzabile,	e	nella	presunta	capacità	di	scelte	razionali	
da	parte	degli	agenti.	
} Ogni	soluzione,	sino	ad	oggi	adottata	nella	valutazione	dei	rischi,	dovrebbe	
tenere	conto	di	una	quantità	di	informazioni	spesso	al	di	fuori	di	qualunque	
reale	capacità	di	controllo	e	di	completa	conoscenza.
} Oggi,	il	paradigma	tradizionale	di	gestione	del	rischio	tecnologico,	che	è	
sempre	stato	fondato	sostanzialmente	sull’approccio	ingegneristico	per	far	
fronte	a	sistemi	complicati,	si	sta	rivelando	sempre	più	inadeguato	e	
insufficiente	per	la	gestione	di	sistemi	complessi	come	quelli	sociali.
} Ecco	che	l’approccio	sino	ad	oggi	adottato	nel	campo	della	Compliance	
nonché	in	quelle	norme	in	cui	si	è	ritenuto	sufficiente	valutare	le	componenti	
di	rischio	(noto)	si	sia	esposti	ad	eventi	imprevedibili	e	spesso	di	portata	
catastrofica	(black	swan)
8
Alcuni	concetti
} Il	razionalismo	costruttivista	derivante	dal	pensiero	cartesiano	conduce	alla	
falsa	consapevolezza	che	le	istituzioni	e	le	regole	di	condotta	sono	state	
progettate	dalla	mente	umana	la	quale	predomina	su	tutto	ciò	che	la	
circonda.	
} La	completa	razionalità	delle	azioni	richiede	però	la	conoscenza	completa	
in	una	singola	mente	di	tutti	i	fatti	rilevanti.	
} Viceversa	la	necessaria	e	inevitabile	ignoranza	insieme	all’interazione	degli	
uomini	comporta	l’utilizzo	di	molta	più	conoscenza	dispersa	di	quella	che	
ciascuno	può	possedere.	
} La	ricerca	della	maggiore	efficacia	della	ragione	richiede	il	prendere	in	
considerazione	i	limiti	della	ragione	cosciente	e	il	riconoscere	che	noi	
traiamo	vantaggi	da	processi	di	cui	non	siamo	perfettamente	consapevoli.	
} La	capacità	di	valutare	le	alternative	viene	meno.	Il	cervello	cosciente	
riesce	a	gestire	un	numero	limitato	(da	5-7)	di	informazioni	per	volta:	
lavorare	su	molte	informazioni	sottrae	risorse	al	controllo	degli	impulsi.
11
Alcuni	concetti
} Un'altra	distorsione	deriva	dal	mental accounting,	la	tendenza	a	pensare	per	numero	di	
grandezze	contabili	anche	quando	non	sono	equivalenti.	L'effetto	ancoraggio	(anchoring
effect)	lega	il	pensiero	a	quantità	prive	di	significato,	che	occupavano	la	nostra	mente.	
Un'informazione	eccessiva	può	interferire	con	la	comprensione	e	inibire	il	pensiero,	può	
paralizzare.
} Quando	la	dinamica	di	un	sistema	diventa	caotica,	è	necessario	un	compromesso	tra	
precisione	della	conoscenza	dello	stato	corrente	e	il	periodo	di	tempo	in	cui	possiamo	fare	
previsioni.	I	fenomeni	irregolari	non	richiedono	necessariamente	equazioni	complesse	in	
quanto	anche	equazioni	semplici	possono	spiegare	comportamenti	complessi.	
} Il	problema	è	che	per	studiare	sistemi	caotici	si	devono	cambiare	i	metodi	sperimentali,	
perché	i	fenomeni	sono	sensibili	ai	lievi	mutamenti	delle	condizioni	iniziali	si	presentano	
inadeguati	ai	tradizionali	controlli	sperimentali.
} La	complessità	dà	luogo	all’emergenza	di	regolarità	più	semplici	in	cui	il	tutto	è	maggiore	
della	somma	delle	parti,	ad	autorganizzazioni	(adattive)	con	proprietà	nuove	che	possono	
anche	apprendere	dall’ambiente.	
} La	nostra	comprensione	della	maggior	parte	dei	fenomeni	deve	riguardare	ambiti	definiti	e	
deve	necessariamente	essere	indipendente	dai	dettagli	minuti.	
12
Alcuni	concetti
} Una	sola	osservazione	può	confutare	un’asserzione	generale.	In	questo	si	
palesa	la	fragilità	della	nostra	conoscenza.	
} Un	cigno	nero	è	un	evento	o	raro	o	mai	verificatosi	prima,	ha	un	impatto	
enorme	ed	è	prevedibile	solo	retrospettivamente:	è	un	evento	isolato	che	
non	rientra	nelle	nostre	normali	aspettative	ma	ha	un	impatto	enorme	e	ci	
spinge	ad	inferire	e	elaborare	solo	a	posteriori	giustificazioni	della	sua	
comparsa.	
} Tendiamo	a	ricercare	conferme	delle	nostre	conoscenze	(empirismo	ingenuo)	
a	comportarci	come	se	i	cigni	neri	non	esistessero,	come	se	potessimo	
interpretare	e	mutare	il	corso	della	storia.	Ma	in	realtà	gli	eventi	comuni	(ciò	
che	si	sa,	quello	che	appare	sensato)	diventano	irrilevanti	e	il	mondo	diventa	
più	complesso	(ciò	che	non	si	sa	diventa	molto	più	importante),	dominato	da	
ciò	che	è	estremo,	sconosciuto,	molto	improbabile
} Dobbiamo	accettare	la	loro	esistenza,	diffidare	degli	“esperti” e	cercare	di	
collezionare	il	maggior	numero	di	opportunità,	focalizzarsi	sugli	estremi	e	non	
solo	sugli	eventi	più	comuni.	.	(cfr.	N.N.	Taleb)
13
Alcuni	concetti
} La	rappresentazione	mentale	della	realtà	sulla	base	di	schemi	precostituiti	ci	fa	
credere	di	conoscerla	meglio	di	quella	effettiva,	ma	non	sappiamo	dove	la	
mappa	sia	sbagliata:	il	divario	tra	quello	che	si	sa	e	quello	che	si	crede	di	
sapere	può	essere	pericolosamente	ampio.	
} Categorizziamo	per	capire,	per	ridurre	la	complessità	del	reale,	ma	queste	
categorie	hanno	natura	arbitraria,	confini	indeterminati,	e	dobbiamo	essere	in	
grado	di	modificarle	anche	di	continuo.
} La	lettura	della	“storia”	è	opaca,	si	osservano	gli	eventi	ma	non	ciò	che	li	
genera:	inferiamo	su	essi	e	ci	illudiamo	di	comprenderla,	ma	il	mondo	è	più	
complesso	e	interconnesso		di	quello	che	pensiamo,	la	possiamo	valutare	solo	
retrospettivamente	e	non	sempre	in	modo	corretto.
} Spesso	nel	processo	analisi	elaboriamo	giustificazioni	per	trovare	un	senso	
(narrativo)	in	ogni	cosa	e	non	accettiamo	l’imprevedibilità,	per	cui	l’esame	del	
passato	ci	dà	solo	un’illusione	di	capire	la	storia.	
} Guardiamo	all’indietro	in	modo	distorto,	tendiamo	a	ricordare	le	informazioni	
che	in	seguito	confermano	i	fatti	dimenticando	il	resto	e	ingannando	noi	
stessi.
17
Alcuni	concetti
} Siamo	ciechi	agli	eventi	estremi	in	relazione	a	diversi	difetti	cognitivi	come	ad	es.:	l’”errore	
di	conferma”,	la	“fallacia	narrativa”,	l’”illusione	di	regolarità”,	la	“distorsione	delle	prove	
silenziose”.	
} L’”errore	di	conferma” consiste	nel	cercare	solo	le	conferme	alle	nostre	idee,	perché	la	
nostra	mente	non	è	stata	progettata	per	un	ambiente	complicato:	la	terminologia	usata	o	
la	disposizione	delle	parole	cambia	la	nostra	percezione	e	le	nostre	decisioni;	tendiamo	ad	
avere	difficoltà	a	comprendere	e	ad	applicare	di	concetti	statistici	più	complessi,	anche	se	
astrattamente	conosciuti;	cerchiamo	casi	che	confermano	la	nostra	storia	o	la	nostra	
visione	del	mondo,	mentre	non	cerchiamo	casi	negativi,	epistemologicamente	più	
importanti.	
} Abbiamo	ereditato	meccanismi	mentali	adatti	ad	agire	in	un	ambiente	molto	più	semplice.
} La	“fallacia	narrativa” è	la	necessità	che	abbiamo	di	inferire	nel	accogliere	fatti		in	modo	da	
legarli	fra	loro	mediante	storie	che	hanno	una	spiegazione,	un	filo	logico	che	tiene	insieme	
i	fatti,	rispetto	alla	enumerazione	acritica	dei	fatti	grezzi.	La	“narrazione”	li	rende	sensati	e	
facilmente	memorizzabili,	rafforza	la	convinzione	della	comprensione,	ma	ostacola	la	
percezione	dei	fatti	in	quanto	tali,	dei	dettagli,	della	casualità,	degli	eventi	imprevedibili.	
} Siamo	inclini	a	dimenticare	i	fatti	che	non	hanno	un	ruolo	nella	narrazione	e,	quindi,	la	vera	
sequenza	degli	eventi.	Anche	i	media	tendono	a	dare	una	narrazione	dei	fatti	per	renderli	
più	credibili.	Spesso	l’inferenza	narrativa	ci	porta	a	considerare	vera	una	storia	frutto	di	un	
insieme	di	fatti	(veri)	legati	con	un	“legame	narrativo”	(arbitrario).
14
Alcuni	concetti
} Torniamo	alla	T.R.A.	questa	si	fonda	sui	seguenti	punti	
cardine:
} - le	informazioni	sono	tutte	disponibili;
} - il	soggetto	ha	illimitate	capacità	cognitive	per	creare,	raccogliere	e	organizzare	le	
informazioni	stesse;	riesce	quindi	a	darsi	una	completa	e	corretta	rappresentazione	della	
realtà;
} - il	costo	di	ricerca,	raccolta	e	trattamento	delle	informazioni	è	nullo;
} - sulla	base	delle	informazioni	possedute,	il	soggetto	decide	avvalendosi	di	una	funzione	
obiettivo	vincolata:	max.	utilità,	max.	profitto	(i	vincoli	sono	dati	dalla	limitata	
disponibilità	di	risorse	e	dalle	funzioni	di	trasformazione);
} - il	soggetto,	di	conseguenza,	è	in	grado	di	conseguire	il	massimo	vincolato.
} L’incertezza,	che	caratterizza	la	maggior	parte	delle	scelte	
individuali,	non	viene	considerata	variabile	distorsiva	interna	
al	soggetto,	ma	riferita,	per	semplicità,	solamente	
all’ambiente	esterno	con	il	quale	il	soggetto	interagisce.
10
Alcuni	concetti
} L’ ”illusione	della	regolarità” si	basa	sul	fatto	che	le	nostre	intuizioni,	le	nostre	
emozioni	sono	fatte	per	la	linearità:	ci	gratificano	le	positività	piccole	ma	stabili.	
Il	mondo	è,	invece,	molto	più	non	lineare	di	quanto	crediamo.
} La	distorsione	delle	“prove	silenziose” è	il	bias tra	ciò	che	si	percepisce	e	ciò	che	
esiste:	si	raccontano	solo	le	storie	di	successo,	di	quelli	che	vincono	(chi	fallisce	
non	scrive	le	proprie	memorie).	Riusciamo	così	a	vedere	la	conseguenze	ovvie	e	
visibili,	ma	non	quelle	che	lo	sono	meno	e	che	possono	essere	più	significative.	
Ciò	diminuisce	la	nostra	percezione	dei	rischi.
} Il	pensiero	umano	è	sprofondato	nella	mentalità	scientifica	dall’illuminismo.	
Calcoliamo	invece	di	pensare	e	di	dubitare	delle	nostre	credenze,	di	capire	la	
vaghezza	dell’incertezza.
} Pensiamo	di	sapere	più	di	quello	che	affettivamente	sappiamo	(”arroganza	
epistemica”),	ma	le	nostre	previsioni	risulteranno	errate	in	quanto	
sottovalutiamo	l’incertezza.	Le	nostre	idee	sono	vischiose,	cambiamo	opinione	
con	difficoltà	perché	cerchiamo	soltanto	le	conferme	e	più	informazioni	abbiamo,	
più	siamo	in	grado	di	formulare	ipotesi	che	di	conferma.	
15
Area	della	decidibilità
} Quanto	più	l’ambiente	di	riferimento	è	mutevole	più	sbagliamo	perché	siamo	in	
grado	di	prevedere	solo	l’ordinario	e	non	l’irregolare.	Quando	abbiamo	ragione	
la	attribuiamo	alle	nostre	competenze,	negli	altri	casi	o	non	lo	ammettiamo	o	
l’attribuiamo	a	fattori	imprevedibili,	al	caso.	Le	decisioni	devono	essere	prese	in	
relazione	agli	eventi	estremi,	poco	probabili	ma	molto	dannosi.
} L’approccio	mentale	da	seguire	è	quello	di	diffidare	della	nostra	conoscenza	
(“umiltà	epistemica”),	essere	sicuri	di	ciò	che	è	sbagliato,	non	di	ciò	che	è	giusto,	
sospendere	il	giudizio.	
} Le	strategie	da	utilizzare	sono	quelle	di	capire	le	cose	che	non	si	sanno,	
distinguere	le	conseguenze	negative da	quelle	positive,	massimizzare	la	
serendipità,	concentrarsi	sulle	conseguenze,	non	sulle	probabilità.	
} La	globalizzazione	accentua	l’effetto	contagio,	l’effetto	rete,	amplificando	le	
conseguenze	negative	degli	eventi	imprevedibili,	sono	più	rilevanti	gli	eventi	
estremi.
} Solo	un’area	ristretta	e	limitata	è	affrontabile	secondo	i	principi	della	Razionalità
16
un’impresa
Effetti	dell’introduzione	della	TRL	di	H.A.	Simon
} 1.	innanzitutto	l'impostazione	simoniana pone	il	problema	di	stabilire	quale	sia	la	soglia	delle	
informazioni	sufficienti	a	prendere	una	decisione	soddisfacente.	Si	noti	che	la	valutazione	di	tale	soglia	
non	può	dipendere	dalle	informazioni	stesse	ma	solo	da	una	rappresentazione	 a	priori	che	l'attore	si	fa	
del	campo	di	incertezza	o	di	rischio	connesso	alla	decisione.	Qualsiasi	calcolo	costi-benefici	di	una	
informazione	aggiuntiva	(come	ha	teso	a	fare	l'economia	dell'informazione	per	cercare	di	ricondurre	a	
buon	mercato	il	modello	di	Simon	entro	l'alveo	del	paradigma	neoclassico)	apre	infatti	un	regresso	
all'infinito,	trattandosi	pur	sempre	di	una	decisione	che	richiede	a	sua	volta	la	definizione	di	un	livello	di	
aspirazione	delle	informazioni	necessarie	per	prenderla;
} 2.	in	secondo	luogo	le	stesse	informazioni,	proprio	perché	scelte	in	funzione	di	una	rappresentazione	
soggettiva	a	priori,	non	possono	essere	considerate	in	sé	esaustive	ed	autoesplicative.	L'attore	
attribuisce	loro	un	valore	decisionale	solo	inserendole	all'interno	di	un	quadro	di	riferimento	(o	modello	
di	realtà)	che	gli	è	proprio	e	che	egli	ha	costruito	sulla	base	dell'esperienza	passata	e/o	di	regole	che	gli	
derivano	dalla	cultura	di	appartenenza.	Per	questo	Simon	sente	il	bisogno	di	definire	la	propria	
razionalità	non	solo	come	limitata	ma	anche	come	procedurale,	intendendo	con	questo	secondo	
termine	richiamare	l'attenzione	sugli	schemi	e	le	routine	che	gli	attori	adottano	in	presenza	di	
condizioni	di	complessità	e	incertezza	ambientale;
} 3.	infine	postulare	una	razionalità	limitata	e	procedurale	comporta	dover	rinunciare	alla	possibilità	di	
derivare	(come	nella	variante	debole	della	rational choice theory)	i	fini	tramite	un	principio	di	
razionalità	efficiente.	Non	solo	gli	attori	non	possono	raggiungere	a	priori	la	certezza	della	bontà	delle	
loro	scelte	tecnico-strumentali,	ma	a	fortiori	non	possono	neppure	fondare	un	giudizio	di	razionalità	sui	
fini	da	loro	perseguiti.	I	fini	- come	i	mezzi	- possono	essere	valutati	solo	a	posteriori,	innescando	quel	
processo	di	apprendimento	per	tentativi	ed	errori	che	Simon	ritiene	di	poter	porre	alla	base	
dell'intelligenza	umana.
17
L’approccio	classico	dell’economia
} Le	origini	dell’ipotesi	di	razionalità	nel	comportamento	economico.
} È		in	parte	da	ricercare		perché	l’economia	si	basa	su	cifre,	e	lascia,	quindi	ben	sperare	in	una	
misura	precisa	(a	differenza	delle	altre	scienze	sociali),	in	parte	perché	alcune	idealizzazioni	
e	le	loro	inevitabili	conseguenze	si	sono	mostrate	trattabili	matematicamente	(almeno	in	
situazioni	modello),	la	fiducia	in	una	scienza	rigorosa,	esplicativa	e	predittiva	è	rimasta	
vigorosa.	Stessi	metodi	e	stesso	rigore	della	fisica,	ma	applicati	a	contenuti	propri	e	specifici.
} La	difficoltà	di	operare	esperimenti	controllati	e	il	doversi	limitare	all’osservazione	dei	dati	
sul	campo,	sancisce	di	fatto	(anche	se	non	in	linea	di	principio)	l’infalsificabilità	della	teoria	
economica.
} Quando	un	controllo	empirico	condotto	con	dati	non	sperimentali	dà	un	esito	negativo,	è	
facile	imputare	il	fallimento	a	qualche	imprevisto	fattore	disturbante	o	a	un	errore	di	
misurazione.	La	teoria	finisce	per	essere	salvata,	qualunque	cosa	succeda,	poiché	nessun	
tipo	di	evidenza	può	fornire	un	controllo	stringente	della	sua	validità.
} Gli	economisti	sono	quindi	portati	a	cadere	in	una	“fallacia	narrativa” processo	per	il	quale	si	
prendono	dei	fatti	ritenuti	più	o	meno		veri,	si	ordinano	in	una	serie	più	o	meno	rigorosa	di	
sequenze	temporali	legate	da	criteri	di	causa	effetto,	ovvero	si	effettua	una	ragionevole	
“narrazione”,	e	si	attribuisce	valore	di	verità	alla	storia	così	ottenuta.	Questo	fenomeno	può	
generare	effetti	devastanti	nella	valutazione	dei	rischi	di	compliance	tanto	che	oggi	formulo	
anche	un	rischio	da	errore	cognitivo.
20
I	nuovi	paradigmi
} L’economia	cognitiva	mira	ad	accrescere	il	potere	esplicativo	e	
predittivo	di	una	genuina	scienza	della	mente,	cioè	della	scienza	
cognitiva.	
} In	modo	derivato,	seppur	non	certo	trascurabile,	essa	mira	ad	
accrescere	il	potere	predittivo	ed	esplicativo	dell’economia,	
dotandola	di	basi	cognitive	più	realistiche,	nella	convinzione	che,	
importando	nella	teoria	economica	i	processi	sistematici	delle	
decisioni	individuali,	sia	possibile	generare	nuovi	e	più	plausibili	
modelli	teorici.
} L’applicazione	dei	suoi	paradigmi	fa	si	che	si	modifichino	le	basi	del	
diritto	su	cui	sono	improntati	i	rapporti	economici	che	vendono	non	
più	due	parti	razionali	e	in	grado	di	massimizzare	la	loro	funzione	di	
utilità	ma	due	agenti	che	per	vari	motivi	possono	operare	scelte	
subottimali	quando	non	in	danno	di	una	della	due	parti.
21
Le euristiche e il problema della razionalità limitata
Euristiche
}Tre interpretazioni
} sono procedimenti semplici che consentono In campo computazionale di scoprire ...
(Hillier, Lieberman)
} processi psicologici che consentono di decidere ma presentano alcuni errori
(Kahaneman, Tversky, Slovich)
} sono processi mentali semplici veloci e frugali che consentono di risultati accurati in
confronto ai processi logici e razionali (Gigerenzer, Todd)
}Euristiche	come	alla	base	dei	processi	di	scelta	comportamentale
}Processi	inconsci	a	base	di	euristiche	a	sostegno	di	decisioni	in	condizioni	 di	incertezza	(T.D.	Wilson)
}Buona	parte	delle	"sensazioni	viscerali"	sono	frutto	di	processi	euristici	operati	dal	nostro	cervello	(Gigerenzer)
}Molti	di	questi	processi	sono	incompatibili	con	la	teoria	delle	decisioni	razionali
}Appurato	che	il	pensiero	inconscio	e	il	nostro	cervello	operano	mediante	euristiche,	è	lecito	utilizzare	le	stesse	per	
indirizzare	il	comportamento	 in	modo	più	efficace
Uso storico nelle religioni e dottrine etiche
} Usate per esprimere indirizzi etici e morali
} Le	Euristiche	di	Indirizzo	sono	usate	come	modello	di	comportamento	sociale	ed	etico
} Le	euristiche	sono	usate	a	questo	scopo	dalle	dottrine	religiose	da	sempre
23
Le	euristiche	e	il	problema	della	razionalità	limitata
} La	Razionalità	Limitata
• Porta	ad	una	critica	ai	fondamenti	delle	teorie	decisionali
• Può	essere	definita	come	una	forma	approssimata	per	difetto	di	un	modello	a	razionalità	assoluta
• Consente	di	operare	scelte	in	condizioni	di	incertezza
• Prevede	un	concetto	di	subottimalità
} Critica	delle	scelte	razionali
• le	scelte	razionali	implicano	la	perfetta	conoscenza	dell'intero	universo	dei	fattori	inferenti	l'effetto	della	
scelta
• Nella	realtà	questa	è	una	condizione	che	non	si	realizza	mai
• Il	tempo	per	esaminare	e	discernere	la	soluzione	è	sempre	troppo	lungo	e	oneroso
• il	contesto	muta	in	tempi	non	compatibili	con	quelle	di	una	disamina	razionale
• Queste	limitazioni	impongono	scelte	in	cui	non	è	possibile	operare	secondo	un	processo	logico	e	razionale	
per	cui	si	ha	una	razionalità	limitata
} Gli effetti sul piano giuridico
• insussistenza dei presupposti giuridici
• Presupposti giuridici basati su una visione in cui ogni agente è perfettamente razionale e conosce
l'universo delle informazioni e opzioni non esiste
• L'apparato normativo a far dal 1980 ha avviato una progressiva revisione delle norme basate sul
presupposto della razionalità assoluta
• Acquisizione degli effetti derivanti dagli errori di bias conoscitivo (Kahneman) e introduzione di indirizzi
di tutela
• Validità limitata delle condizioni liberamente sottoscritte
• Tutela della parte più debole
24
Grazie	per	averci	ascoltato
Alessandro	Cerboni
Knowledge	 Team	Consulting
28

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