2. z
LA SUCCESSIONE
DI AUGUSTO
Con la prosperità politica che assicurava il regno di
Augusto i Romani furono convinti che fosse necessario
affidare il potere ad un principe in grado di mantenere la
pace e la stabilità politica.
Augusto vide infatti come suo successore Tiberio, abile
generale e figlio di prime nozze della moglie Livia. A lui
Augusto diede in sposa sua figlia, e lo adottò nel 4 d.C.
Per garantirgli il controllo del Senato, Augusto gli
trasmise la potestà tribunizia (diritto di veto) e il comando
proconsolare (potere militare).
Augusto morì a Nola il 19 agosto del 14 d.C. spirando tra
le braccia dell'amata moglie Livia. Durante i suoi funerali
a Roma venne letto il suo testamento che designava suo
erede Tiberio il quale venne riconosciuto dal senato
come nuovo principe.
3. z
LA VITA
Tiberio nacque a Roma nel 42 a.C. da Livia Drusilla e
Tiberio Claudio Nerone e perciò facente parte della gens
Claudia da ambedue i genitori. Crebbe con i valori politici e
militari insegnatoli dai genitori e divenne un celebre
generale in poco tempo. Venne adottato da Augusto nel 4
d.C. e quindi divenne imparentato con la gens Iulia (cosa
che verrà rafforzata con il matrimonio con Giulia, figlia di
Augusto). Nacque così la dinastia giulio-claudia. Salito al
potere nel 14 d.C. (quasi per forza a detta di Tacito) si
dimostrò un principe moderato. Tuttavia fu molto timoroso
ed invidioso: il nipote Germanico (che aveva più fama
rispetto a Tiberio) fu probabilmente ucciso dal principe.
Anche col senato Tiberio non intratteneva grandi rapporti
d'amicizia che portò il principe ad adottare misure
repressive sotto il cattivo consiglio del prefetto del pretorio
Elio Seiano.
4. z
LA POLITICA
Nonostante venga definito dai suoi
contemporanei come schivo, crudele e
insofferente del mondo, in realtà di lui
possiamo dire che fu un imperatore moderato
e che non aggravò la situazione dell'impero,
anzi, proseguì nella politica di consolidamento
del principato.
In politica estera contrastò le incursioni dei
popoli al di là dei confini renani e,
grazie all'aiuto del nipote Germanico, stipulò
nuovi patti d'alleanza con i Parti.
In politica interna invece arricchì le casse dello
Stato attraverso un'oculata amministrazione
finanziaria. Cercò sempre l'appoggio del
senato che non fu mai ricambiato
5. z
GLI ULTIMI ANNI
Nel 26 d.C. Tiberio si ritirò nella sua villa a Capri dando
l'opportunità di far governare l'Urbe da Seiano il quale
anelava il titolo di principe; ma fu questa sua ambizione a
procurargli la condanna a morte nel 31 d.C. Tiberio morì 6
anni dopo avendo passato gli ultimi anni del suo principato
sotto complotti e repressioni. Tuttavia possiamo essere più
indulgenti con lui rispetto ai suoi contemporanei poiché era
riuscito a rafforzare l'Impero territorialmente ed
economicamente.