L'ottava che sta per concludersi presenta il comparto delle materie prime Crb in risalita mentre soffrono lo stallo politico i titoli governativi italiani. Nello specifico l'euro si apprezza sullo yen portatndosi a + 10,11% da inizio anno e chiude in rabasso contro il dollaro e la sterlina. Il metallo giallo prova ad invertire il ribasso degli ultimi cinque mesi. Gli indici Bet sono quasi tutti in rialzo e il grano che nell'ottava precedente occupava la prima posizione tra i peggior Etc della settimana ora è tra i migliori. Discorso interessante sui titoli governativi in ribasso e con i Cct che da inizio anno sono in rialzo. Ciò mostra segnali di tensione sui tassi che tendono a salire confermati dalle emissioni, in settimana , del Bot annuale e dei Btp triennali e quindicinnali. Sul fronte dei tassi per i finanziamenti settimana caratterirata da crescite sui variabili e ribassi sul fisso a 15 anni.
Tra gli indici dei mercati azionari Il Ftse Mib è l'unico sull'ottovolante gli altri settimanalmente rimarcano i guadagni da inizio anno. La debolezza del mercato iatliano ha influenzato il ribasso dei titoli pugliesi quotati in borsa mentre tra le società di calcio le voci di una ricapitalizzazione della Roma ha fatto risalire il prezzo del titolo.
L'ottava che sta per concludersi presenta il comparto delle materie prime Crb in risalita mentre soffrono lo stallo politico i titoli governativi italiani. Nello specifico l'euro si apprezza sullo yen portatndosi a + 10,11% da inizio anno e chiude in rabasso contro il dollaro e la sterlina. Il metallo giallo prova ad invertire il ribasso degli ultimi cinque mesi. Gli indici Bet sono quasi tutti in rialzo e il grano che nell'ottava precedente occupava la prima posizione tra i peggior Etc della settimana ora è tra i migliori. Discorso interessante sui titoli governativi in ribasso e con i Cct che da inizio anno sono in rialzo. Ciò mostra segnali di tensione sui tassi che tendono a salire confermati dalle emissioni, in settimana , del Bot annuale e dei Btp triennali e quindicinnali. Sul fronte dei tassi per i finanziamenti settimana caratterirata da crescite sui variabili e ribassi sul fisso a 15 anni.
Tra gli indici dei mercati azionari Il Ftse Mib è l'unico sull'ottovolante gli altri settimanalmente rimarcano i guadagni da inizio anno. La debolezza del mercato iatliano ha influenzato il ribasso dei titoli pugliesi quotati in borsa mentre tra le società di calcio le voci di una ricapitalizzazione della Roma ha fatto risalire il prezzo del titolo.
L’andamento dei mercati finanziari mostra
una variabilità (in positivo, ma anche
in negativo) elevatissima che si riduce
solo su orizzonti temporali molto lunghi.
Queste oscillazioni nei rendimenti sono
mal sopportate dalla grandemaggioranza
degli investitori. Per cercare di evitare
queste oscillazioni gli investitori poco o
male informati (magari dall’industria finanziaria
che opera in conflitto con gli
interessi dei risparmiatori) pensano di poter
entrare e uscire dal mercato al momento
più opportuno. Ma le analisi sull’efficacia
del “market timing” dimostrano
che rimanere fuori dal mercato anche per
brevi periodi può comportare una significativa
riduzione delle performance...
Investitore e portafoglio non vanno d’accordomichelelov
Nello scorso numero della rubrica abbiamo
spiegato che la diversificazione è
un elemento utile a ridurre i rischi dell’investimento.
Abbiamo anche visto che
diversificare, ad esempio in valute estere,
nella volatilità del mercato azionario, nei
beni reali, nelle strategie alternative, ecc.
potrebbe rappresentare un costo in uno
scenario positivo per i mercati finanziari,
ma è il prezzo da pagare per avere un po’
di protezione da sfruttare quando le cose
vanno male. Oggi voglio approfondire
questo concetto con le parole di Paolo
Legrenzi, professore straordinario di psicologia
cognitiva presso l’Università Ca’
Foscari di Venezia, dove coordina il Laboratorio
di Economia Sperimentale
Nell’illustrare agli investitori come approcciare
imercati finanziari pongo sempre
l’accento sull’imprevedibilità e sui
rischi, spiego che rendimento e rischio
sono due facce della stessa medaglia.
Eppure quando si verifica un ribasso la
ragione svanisce e le emozioni entrano
in gioco, la paura prende il sopravvento
e tutto quanto condiviso a mente fredda
viene messo in discussione alla luce
della situazione contingente. L’investitore
cerca garanzie e certezze in un
settore dominato, soprattutto nel breve
periodo, dall’effetto gregge che fa muovere
investitori nella stessa direzione,
amplificando il sali-scendi delle quotazioni.
Il mercato obbligazionario dopo la crisi finanziariamichelelov
Nel mondo pre-crisi la costruzione di un
portafoglio finanziario era “relativamente
semplice”: assumendo che i debiti di stati
sovrani e banche del mondo occidentale
fossero senza rischio, “bastava” stabilire
quanta parte dei propri investimenti destinare
al cosiddetto free-risk e quanto ad
asset rischiosi, azioni in primis. Oggi la
sicurezza nella capacità di stati, banche e
imprese di ripagare i propri debiti è messa
in dubbio dall’alto livello del debito e dalla
crescita negativa o stazionaria di molti
paesi sviluppati. Questa situazione ha
cambiato il quadro degli investimenti, in
particolare nell’ambito obbligazionario che
offre strumenti molto diversi per rischio
percepito e rendimento atteso....
Investimenti, consigli
davvero disinteressati? Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia sarebbe la panacea per distinguere
in maniera chiara e trasparente
chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed assistendo
ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rimasto
sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta dell’onda.
Intendiamoci non c’è nulla di sbagliato
nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consulenza
che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon consulente
dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’investimento.
Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i convincimenti
magnificando i rendimenti passati
dell’investimento di moda (come avvenuto
con le azioni tecnologiche a inizio
millennio o il settore immobiliare e bancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda affermazione
è relativa alla scarsa importanza del costo degli strumenti di risparmio
gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
ha i prodotti tra i più costosi sulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sottoscrittori
dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del confronto
con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa propriamente
l’interesse del cliente. La terza
riguarda la regolamentazione e addita
come dannosa la Rdr ossia la nuova
normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria, di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia s
L’andamento dei mercati finanziari mostra
una variabilità (in positivo, ma anche
in negativo) elevatissima che si riduce
solo su orizzonti temporali molto lunghi.
Queste oscillazioni nei rendimenti sono
mal sopportate dalla grandemaggioranza
degli investitori. Per cercare di evitare
queste oscillazioni gli investitori poco o
male informati (magari dall’industria finanziaria
che opera in conflitto con gli
interessi dei risparmiatori) pensano di poter
entrare e uscire dal mercato al momento
più opportuno. Ma le analisi sull’efficacia
del “market timing” dimostrano
che rimanere fuori dal mercato anche per
brevi periodi può comportare una significativa
riduzione delle performance...
Investitore e portafoglio non vanno d’accordomichelelov
Nello scorso numero della rubrica abbiamo
spiegato che la diversificazione è
un elemento utile a ridurre i rischi dell’investimento.
Abbiamo anche visto che
diversificare, ad esempio in valute estere,
nella volatilità del mercato azionario, nei
beni reali, nelle strategie alternative, ecc.
potrebbe rappresentare un costo in uno
scenario positivo per i mercati finanziari,
ma è il prezzo da pagare per avere un po’
di protezione da sfruttare quando le cose
vanno male. Oggi voglio approfondire
questo concetto con le parole di Paolo
Legrenzi, professore straordinario di psicologia
cognitiva presso l’Università Ca’
Foscari di Venezia, dove coordina il Laboratorio
di Economia Sperimentale
Nell’illustrare agli investitori come approcciare
imercati finanziari pongo sempre
l’accento sull’imprevedibilità e sui
rischi, spiego che rendimento e rischio
sono due facce della stessa medaglia.
Eppure quando si verifica un ribasso la
ragione svanisce e le emozioni entrano
in gioco, la paura prende il sopravvento
e tutto quanto condiviso a mente fredda
viene messo in discussione alla luce
della situazione contingente. L’investitore
cerca garanzie e certezze in un
settore dominato, soprattutto nel breve
periodo, dall’effetto gregge che fa muovere
investitori nella stessa direzione,
amplificando il sali-scendi delle quotazioni.
Il mercato obbligazionario dopo la crisi finanziariamichelelov
Nel mondo pre-crisi la costruzione di un
portafoglio finanziario era “relativamente
semplice”: assumendo che i debiti di stati
sovrani e banche del mondo occidentale
fossero senza rischio, “bastava” stabilire
quanta parte dei propri investimenti destinare
al cosiddetto free-risk e quanto ad
asset rischiosi, azioni in primis. Oggi la
sicurezza nella capacità di stati, banche e
imprese di ripagare i propri debiti è messa
in dubbio dall’alto livello del debito e dalla
crescita negativa o stazionaria di molti
paesi sviluppati. Questa situazione ha
cambiato il quadro degli investimenti, in
particolare nell’ambito obbligazionario che
offre strumenti molto diversi per rischio
percepito e rendimento atteso....
Investimenti, consigli
davvero disinteressati? Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia sarebbe la panacea per distinguere
in maniera chiara e trasparente
chi, come i consulenti finanziari
indipendenti, fa pura consulenza ed è
pagato per questo servizio solo dallo
stesso cliente da chi propone i prodotti
del proprio campionario e viene pagato
per questa attività di collocamento.La settimana scorsa ho partecipato al
Salone del Risparmio di Milano ed assistendo
ad una delle conferenze con i
rappresentanti di alcune delle società di
gestione del risparmio italiane sono rimasto
sorpreso da alcune affermazioni che, al
di là delle dichiarazioni d’intenti, segnalano
la distanza tra gli interessi delle stesse e i
risparmiatori. La prima è che le società di
gestione dovrebbero seguire “la moda”
confezionando il prodotto che investe nel
settore di volta in volta sulla cresta dell’onda.
Intendiamoci non c’è nulla di sbagliato
nel proporre nuovi strumenti, ma
assecondare gli investitori che seguono il
gregge e si lanciano nell’asset di moda
significa abdicare a quel ruolo di consulenza
che le reti di distribuzione finanziarie
dicono di voler svolgere. Un buon consulente
dovrebbe guidare il cliente verso
una scelta razionale e consapevole sia
delle opportunità che dei rischi dell’investimento.
Certo è più facile assecondarne
le richieste o addirittura rafforzarne i convincimenti
magnificando i rendimenti passati
dell’investimento di moda (come avvenuto
con le azioni tecnologiche a inizio
millennio o il settore immobiliare e bancario
prima dello scoppio della crisi), ma non è
nell’interesse del cliente. La seconda affermazione
è relativa alla scarsa importanza del costo degli strumenti di risparmio
gestito. Questa tesi, sostenuta
dall’esponente di una delle società che
ha i prodotti tra i più costosi sulmercato,
suona un po’ come la storia dell’oste
che magnifica le qualità del suo vino.
Infatti se il costo sostenuto dai sottoscrittori
dei fondi comuni è gravato,
oltre che dalle commissioni di gestione,
anche da commissioni di performance
esorbitanti applicate in virtù del confronto
con indici del mercato monetario,
ormai prossimi a zero, non si fa propriamente
l’interesse del cliente. La terza
riguarda la regolamentazione e addita
come dannosa la Rdr ossia la nuova
normativa introdotta in Inghilterra
che ha sancito il divieto, da parte di chi
vuoleerogareconsulenzafinanziaria, di
ricevere qualsiasi forma di incentivo dai
gestori dei prodotti collocati. Questa
norma di trasparenza elimina alla radice
il conflitto di interessi tra gli intermediari
che vendono i prodotti e i risparmiatori
che pensano di ricevere un consiglio
disinteressato. La sua applicazione anche
Italia s