Nel nostro Paese nel 2016 è proseguito, secondo le stime dell’ufficio studi di Fipe, da un lato il calo dei consumi alimentari domestici (-0,1%), dall’altro l’incremento di quelli fuori casa (+1,1%) peraltro ben rilevato dallo stesso Indicatore dei Consumi Fuori Casa (ICEO) che sale al 41,8% dal 41,6% del 2015. Si conferma, inoltre, il trend che vede un’Italia in controtendenza rispetto al resto d’Europa, dove al contrario i consumi alimentari fuori casa hanno registrato una significativa contrazione: guardando all’Europa nel suo complesso, infatti, i consumi alimentari valgono 1.541 miliardi di euro suddivisi tra il 64,2% nel canale domestico e per il 35,8% nella ristorazione, con differenze notevoli tra Paesi. Si spazia dalla Germania, dove i consumi alimentari nella ristorazione rappresentano meno del 30% del totale, al Regno Unito (47%), alla Spagna (52%) e all’Irlanda (57%). Nel complesso in Europa tra il 2007 ed il 2015 si è registrata una flessione dei consumi pari a circa 22 miliardi di euro ma nel nostro Paese la contrazione degli alimentari ha riguardato quasi del tutto il canale domestico, a differenza di quanto successo ad esempio in Spagna (-14,3 miliardi di euro) o nel Regno Unito (-7 miliardi di euro).
Il rapporto completo è scaricabile dal sito: http://www.fipe.it/centro-studi/centro-studi-2017.html?download=519:ristorazione-2016
Questo rapporto fa il punto sullo stato dei pubblici esercizi in Italia utilizzando le informazioni disponibili al 31 dicembre 2018.
Un obiettivo perseguito analizzando le principali variabili macro di un settore complesso quale è quello della ristorazione senza trascurare, tuttavia, anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Domanda ed offerta sono gli spazi che formano il campo dell’indagine con informazioni generalmente tra le più aggiornate ma anche con il ricorso a serie storiche per avere contezza dell’evoluzione dei fenomeni, in particolare di quelli più specificatamente economici.
La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi del contesto macroeconomico soprattutto per ciò che riguarda la dinamica dei consumi sia nel complesso dell’economia che nello specifico della ristorazione. Particolare interesse riveste la sezione sull’Europa attraverso cui è possibile seguire il posizionamento dell’Italia nel più vasto panorama europeo dei consumi alimentari fuori casa.
La seconda parte si occupa di osservare, invece, struttura e dinamica imprenditoriale utilizzando gli archivi delle Camere di Commercio. Stock delle imprese, natalità e mortalità sono i principali fenomeni osservati. La forte vocazione territoriale delle imprese di pubblico esercizio ha suggerito di presentare le informazioni almeno a livello regionale.
Nella terza parte ci si è concentrati sulle performance economiche del settore misurando valore aggiunto, occupazione e produttività. L’illustrazione delle dinamiche strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla presentazione di valori aggiornati e al monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della Federazione. Ampio spazio viene dato alla dinamica dei prezzi nel corso dell’ultimo anno sia in termini di variazioni che di livello con un approfondimento su base regionale.
Il lavoro si chiude con l’analisi dei comportamenti di consumo fuori casa effettuata per mezzo di un’indagine CATI i cui principali obiettivi sono stati quelli di misurare il livello di accesso al servizio ed i modelli di consumo e di spesa seguendo il consumatore nelle diverse occasioni della giornata, dalla colazione della mattina alla cena.
L’edizione di quest’anno fa il punto, in termini di approfondimento, su alcuni temi di attualità del settore come l’evoluzione degli stili alimentari e la lotta allo spreco alimentare.
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
La ristorazione e, più in generale, i pubblici esercizi sono tante cose insieme: servizio, qualità, cultura, tradizione, convivialità, innovazione, impresa, lavoro, e potrei continuare a lungo con l’elenco delle virtù. Tanti piccoli e grandi valori che stanno insieme dentro una rete di prossimità che non ha eguali nel Paese. Con questa pubblicazione Il valore della ristorazione vogliamo raccontare un settore della società e dell’economia che non solo è ogni giorno al centro della vita di milioni di persone ma è sempre più protagonista del progetto di rilancio dell’Italia nel nome della sua Bellezza. E se al bello aggiungiamo il buono emerge immediatamente anche il ruolo della filiera enogastronomica, di cui il modello del Pubblico Esercizio italiano è senz’altro l’elemento caratterizzante, nella promozione del brand Italia e, dunque, nella capacità attrattiva del Paese.
La cucina è soft-power, l’Italia è di gran lunga il maggiore influencer a livello mondiale, così titolava un articolo apparso sul Corriere della Sera prendendo spunto dai risultati di una ricerca realizzata da Joel Walfogel dell’Università del Minnesota e pubblicata sul Journal of Cultural Economics. E l’articolo chiudeva così: “cosa sarebbe il mondo senza la cucina italiana?” Parto da questa domanda per ribadire quanto sosteniamo da sempre, ovvero che il cibo e in particolare la ristorazione sono un valore del Paese che va ben oltre le grandezze economiche, pure rilevanti, che esprime. I meriti sono di tanti ma i nostri imprenditori hanno svolto, e svolgono, un ruolo fondamentale trascinati dal movimento dei grandi cuochi che, apprezzati e stimati ovunque, offrono insieme all’intera rete dei Pubblici Esercizi un riferimento virtuoso di competenze e qualità nella valorizzazione della cucina italiana.
Con oltre 300 mila imprese, 1,2 milioni di addetti e 46 miliardi di euro di valore aggiunto la ristorazione italiana è un asset straordinario dell’economia e della società. Sono grandezze che continuano a fare poca notizia e per questo non ci stancheremo di ricordarle a tutti coloro che in questo Paese hanno la responsabilità di favorire crescita e sviluppo.
Lino Enrico Stoppani
Presidente Fipe
I consumi alimentari in Italia e all’estero. Tendenze evolutive, criticità ed...Fondazione CUOA
Intervento di Paolo Bono, Economista NOMISMA
all'evento Consumi alimentari e relazioni di filiera: il
contributo dei fornitori locali al successo della GDO.
In collaborazione con Largo Consumo.
13 novembre 2014, Villa Valmarana Morosini, Altavilla Vicentina (VI).
Nel nostro Paese nel 2016 è proseguito, secondo le stime dell’ufficio studi di Fipe, da un lato il calo dei consumi alimentari domestici (-0,1%), dall’altro l’incremento di quelli fuori casa (+1,1%) peraltro ben rilevato dallo stesso Indicatore dei Consumi Fuori Casa (ICEO) che sale al 41,8% dal 41,6% del 2015. Si conferma, inoltre, il trend che vede un’Italia in controtendenza rispetto al resto d’Europa, dove al contrario i consumi alimentari fuori casa hanno registrato una significativa contrazione: guardando all’Europa nel suo complesso, infatti, i consumi alimentari valgono 1.541 miliardi di euro suddivisi tra il 64,2% nel canale domestico e per il 35,8% nella ristorazione, con differenze notevoli tra Paesi. Si spazia dalla Germania, dove i consumi alimentari nella ristorazione rappresentano meno del 30% del totale, al Regno Unito (47%), alla Spagna (52%) e all’Irlanda (57%). Nel complesso in Europa tra il 2007 ed il 2015 si è registrata una flessione dei consumi pari a circa 22 miliardi di euro ma nel nostro Paese la contrazione degli alimentari ha riguardato quasi del tutto il canale domestico, a differenza di quanto successo ad esempio in Spagna (-14,3 miliardi di euro) o nel Regno Unito (-7 miliardi di euro).
Il rapporto completo è scaricabile dal sito: http://www.fipe.it/centro-studi/centro-studi-2017.html?download=519:ristorazione-2016
Questo rapporto fa il punto sullo stato dei pubblici esercizi in Italia utilizzando le informazioni disponibili al 31 dicembre 2018.
Un obiettivo perseguito analizzando le principali variabili macro di un settore complesso quale è quello della ristorazione senza trascurare, tuttavia, anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Domanda ed offerta sono gli spazi che formano il campo dell’indagine con informazioni generalmente tra le più aggiornate ma anche con il ricorso a serie storiche per avere contezza dell’evoluzione dei fenomeni, in particolare di quelli più specificatamente economici.
La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi del contesto macroeconomico soprattutto per ciò che riguarda la dinamica dei consumi sia nel complesso dell’economia che nello specifico della ristorazione. Particolare interesse riveste la sezione sull’Europa attraverso cui è possibile seguire il posizionamento dell’Italia nel più vasto panorama europeo dei consumi alimentari fuori casa.
La seconda parte si occupa di osservare, invece, struttura e dinamica imprenditoriale utilizzando gli archivi delle Camere di Commercio. Stock delle imprese, natalità e mortalità sono i principali fenomeni osservati. La forte vocazione territoriale delle imprese di pubblico esercizio ha suggerito di presentare le informazioni almeno a livello regionale.
Nella terza parte ci si è concentrati sulle performance economiche del settore misurando valore aggiunto, occupazione e produttività. L’illustrazione delle dinamiche strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla presentazione di valori aggiornati e al monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della Federazione. Ampio spazio viene dato alla dinamica dei prezzi nel corso dell’ultimo anno sia in termini di variazioni che di livello con un approfondimento su base regionale.
Il lavoro si chiude con l’analisi dei comportamenti di consumo fuori casa effettuata per mezzo di un’indagine CATI i cui principali obiettivi sono stati quelli di misurare il livello di accesso al servizio ed i modelli di consumo e di spesa seguendo il consumatore nelle diverse occasioni della giornata, dalla colazione della mattina alla cena.
L’edizione di quest’anno fa il punto, in termini di approfondimento, su alcuni temi di attualità del settore come l’evoluzione degli stili alimentari e la lotta allo spreco alimentare.
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
Settima giornata italiana della statistica
La statistica un valore per una città moderna ed europea
Genova, 26 ottobre 2017
Palazzo Tursi Ufficio Statistica Palazzo Galliera
via Garibaldi 9
La ristorazione e, più in generale, i pubblici esercizi sono tante cose insieme: servizio, qualità, cultura, tradizione, convivialità, innovazione, impresa, lavoro, e potrei continuare a lungo con l’elenco delle virtù. Tanti piccoli e grandi valori che stanno insieme dentro una rete di prossimità che non ha eguali nel Paese. Con questa pubblicazione Il valore della ristorazione vogliamo raccontare un settore della società e dell’economia che non solo è ogni giorno al centro della vita di milioni di persone ma è sempre più protagonista del progetto di rilancio dell’Italia nel nome della sua Bellezza. E se al bello aggiungiamo il buono emerge immediatamente anche il ruolo della filiera enogastronomica, di cui il modello del Pubblico Esercizio italiano è senz’altro l’elemento caratterizzante, nella promozione del brand Italia e, dunque, nella capacità attrattiva del Paese.
La cucina è soft-power, l’Italia è di gran lunga il maggiore influencer a livello mondiale, così titolava un articolo apparso sul Corriere della Sera prendendo spunto dai risultati di una ricerca realizzata da Joel Walfogel dell’Università del Minnesota e pubblicata sul Journal of Cultural Economics. E l’articolo chiudeva così: “cosa sarebbe il mondo senza la cucina italiana?” Parto da questa domanda per ribadire quanto sosteniamo da sempre, ovvero che il cibo e in particolare la ristorazione sono un valore del Paese che va ben oltre le grandezze economiche, pure rilevanti, che esprime. I meriti sono di tanti ma i nostri imprenditori hanno svolto, e svolgono, un ruolo fondamentale trascinati dal movimento dei grandi cuochi che, apprezzati e stimati ovunque, offrono insieme all’intera rete dei Pubblici Esercizi un riferimento virtuoso di competenze e qualità nella valorizzazione della cucina italiana.
Con oltre 300 mila imprese, 1,2 milioni di addetti e 46 miliardi di euro di valore aggiunto la ristorazione italiana è un asset straordinario dell’economia e della società. Sono grandezze che continuano a fare poca notizia e per questo non ci stancheremo di ricordarle a tutti coloro che in questo Paese hanno la responsabilità di favorire crescita e sviluppo.
Lino Enrico Stoppani
Presidente Fipe
I consumi alimentari in Italia e all’estero. Tendenze evolutive, criticità ed...Fondazione CUOA
Intervento di Paolo Bono, Economista NOMISMA
all'evento Consumi alimentari e relazioni di filiera: il
contributo dei fornitori locali al successo della GDO.
In collaborazione con Largo Consumo.
13 novembre 2014, Villa Valmarana Morosini, Altavilla Vicentina (VI).
Reale o percepita? La crisi e la ricchezza nel nostro Paese (Silvano Ghinolfi)Kaiti_expansion
«Siamo il sesto paese più ricco al mondo e il quinto per ricchezza pro capite davanti a Regno Unito e Giappone. Dal 2007 la ricchezza delle famiglie italiane è crescita da 5.882 miliardi a 8.744 miliardi, e il 46% di questa ricchezza è detenuta dal 10% delle famiglie. Anche se la ricchezza è aumentata, dalla fine del 2007 ha subito un decremento del 9% in termini reali: una misura sufficiente per generare una percezione di povertà molto forte. Gli italiani non sono effettivamente più poveri, ma sentono di avere una disponibilità economica ridotta. Occorre modificare il nostro pensiero alla radice, dare il giusto peso alle difficoltà degli ultimi anni, in quanto scalfiscono solo in parte quell’enorme incremento di ricchezza che abbiamo generato. Dobbiamo liberarci da ancoraggi mentali che ci spingono a guardare sempre negli specchietti retrovisori. Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a comportarci nello stesso modo».
Questo rapporto fa il punto sullo stato dei pubblici esercizi in Italia utilizzando le informazioni disponibili al 31 dicembre 2019.
Un obiettivo perseguito analizzando le principali variabili macro di un settore complesso quale è quello della ristorazione senza trascurare, tuttavia, anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Domanda ed offerta sono gli spazi che formano il campo dell’indagine con informazioni generalmente tra le più aggiornate ma anche con il ricorso a serie storiche per avere contezza dell’evoluzione dei fenomeni, in particolare di quelli più specificatamente economici.
La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi del contesto macroeconomico soprattutto per ciò che riguarda la dinamica dei consumi sia nel complesso dell’economia che nello specifico della ristorazione. Particolare interesse riveste la sezione sull’Europa attraverso cui è possibile seguire il posizionamento dell’Italia nel più vasto panorama europeo dei consumi alimentari fuori casa.
La seconda parte si occupa di osservare, invece, struttura e dinamica imprenditoriale utilizzando gli archivi delle Camere di Commercio. Stock delle imprese, tipologia, natalità e mortalità sono i principali fenomeni osservati. Quest’anno il capitolo presenta dati di dettaglio su specifiche tipologie di imprese: giovanili, femminili e straniere. La forte vocazione territoriale delle imprese di pubblico esercizio ha suggerito di presentare le informazioni almeno a livello regionale.
Nella terza parte ci si è concentrati sulle performance economiche del settore misurando valore aggiunto, occupazione e produttività. Un approfondimento particolare viene dedicato alla catena del valore della filiera agro-alimentare dal “campo alla tavola” e a quel variegato insieme fatto dai ristoranti italiani nel mondo. L’illustrazione delle dinamiche strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla presentazione di valori aggiornati e al monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della Federazione. Ampio spazio viene dato alla dinamica dei prezzi nel corso dell’ultimo anno sia in termini di variazioni che di livello con un approfondimento su base regionale.
Il lavoro si chiude con l’analisi dei comportamenti di consumo fuori casa effettuata per mezzo di un’indagine CATI i cui principali obiettivi sono stati quelli di misurare il livello di accesso al servizio ed i modelli di consumo e di spesa seguendo il consumatore nelle diverse occasioni della giornata, dalla colazione della mattina alla cena.
L’edizione di quest’anno fa il punto, in termini di approfondimento, su alcuni temi rilevanti per il settore come il rapporto della ristorazione con i temi della sostenibilità e dell’innovazione digitale.
Le slide presentate al convegno dell'Università di Bergamo "Diritti acquisiti e diritti negati. Riqualificare la spesa pubblica per un nuovo patto tra le generazioni"
Can pulses help lift people out of rural poverty?ExternalEvents
http://www.fao.org/globalsoilpartnership/en/
This presentation was presentaed during the seminar Soils & Pulses: symbiosis for life that took place at FAO HQ on 19 Apr 2016. it was made by GRAZIELLA ROMITO and it presents how can pulses help lift people out from rural poverty.
· Nel 2019 sono stati emessi 500 milioni di buoni pasto per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro.
· A beneficiarne sono circa 2,8 milioni di lavoratori, di cui 1 milione dipendenti pubblici.
· Per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare o il supermercato incassa 6,18 euro. Una volta scalati anche gli oneri finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati pagano circa 3mila euro.
· Il sistema ha mostrato tutte le sue criticità nel 2018 con il fallimento di Qui!Group: 325 milioni di euro di debiti di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati. Da allora il governo non ha dato alcuna risposta concreta.
· Richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro da parte di tutte le associazioni delle imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione, per una vera riforma fondata sul mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera.
· Avviata un'azione di responsabilità verso Consip per aver sottovalutato le difficoltà finanziarie di Qui!Group, non aver effettuato la necessaria attività di sorveglianza sugli ingenti debiti accumulati da questa azienda nei riguardi di migliaia di attività commerciali e della ristorazione.
Presentazione indagine host 2019
• Nel corso dell’ultimo anno Fipe e Comieco hanno consegnato 35mila contenitori per l’asporto a 875 locali in tutta Italia. Il 41% è già stato utilizzato dai clienti che hanno voluto portarsi a casa a fine serata ciò che era rimasto loro nel piatto. Solo il 16% delle persone ha chiesto di utilizzare il rimpiattino per il vino.
• Secondo 3 ristoratori su 4 questa iniziativa è determinante per ridurre lo spreco alimentare e allo stesso tempo migliora la percezione del locale agli occhi degli avventori.
• Sensibilità in crescita soprattutto tra i camerieri in sala: nel 60% dei casi sono loro a proporre il rimpiattino ai clienti.
• Il design e la praticità dei contenitori hanno conquistato il 76% dei ristoratori coinvolti che ora è pronto a ripetere l’esperimento e a suggerirlo ai colleghi.
Reale o percepita? La crisi e la ricchezza nel nostro Paese (Silvano Ghinolfi)Kaiti_expansion
«Siamo il sesto paese più ricco al mondo e il quinto per ricchezza pro capite davanti a Regno Unito e Giappone. Dal 2007 la ricchezza delle famiglie italiane è crescita da 5.882 miliardi a 8.744 miliardi, e il 46% di questa ricchezza è detenuta dal 10% delle famiglie. Anche se la ricchezza è aumentata, dalla fine del 2007 ha subito un decremento del 9% in termini reali: una misura sufficiente per generare una percezione di povertà molto forte. Gli italiani non sono effettivamente più poveri, ma sentono di avere una disponibilità economica ridotta. Occorre modificare il nostro pensiero alla radice, dare il giusto peso alle difficoltà degli ultimi anni, in quanto scalfiscono solo in parte quell’enorme incremento di ricchezza che abbiamo generato. Dobbiamo liberarci da ancoraggi mentali che ci spingono a guardare sempre negli specchietti retrovisori. Non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a comportarci nello stesso modo».
Questo rapporto fa il punto sullo stato dei pubblici esercizi in Italia utilizzando le informazioni disponibili al 31 dicembre 2019.
Un obiettivo perseguito analizzando le principali variabili macro di un settore complesso quale è quello della ristorazione senza trascurare, tuttavia, anche alcuni fenomeni micro come, ad esempio, quello relativo alla dinamica dei prezzi di alcuni prodotti di punta del consumo alimentare fuori casa. Domanda ed offerta sono gli spazi che formano il campo dell’indagine con informazioni generalmente tra le più aggiornate ma anche con il ricorso a serie storiche per avere contezza dell’evoluzione dei fenomeni, in particolare di quelli più specificatamente economici.
La prima parte del lavoro è dedicata all’analisi del contesto macroeconomico soprattutto per ciò che riguarda la dinamica dei consumi sia nel complesso dell’economia che nello specifico della ristorazione. Particolare interesse riveste la sezione sull’Europa attraverso cui è possibile seguire il posizionamento dell’Italia nel più vasto panorama europeo dei consumi alimentari fuori casa.
La seconda parte si occupa di osservare, invece, struttura e dinamica imprenditoriale utilizzando gli archivi delle Camere di Commercio. Stock delle imprese, tipologia, natalità e mortalità sono i principali fenomeni osservati. Quest’anno il capitolo presenta dati di dettaglio su specifiche tipologie di imprese: giovanili, femminili e straniere. La forte vocazione territoriale delle imprese di pubblico esercizio ha suggerito di presentare le informazioni almeno a livello regionale.
Nella terza parte ci si è concentrati sulle performance economiche del settore misurando valore aggiunto, occupazione e produttività. Un approfondimento particolare viene dedicato alla catena del valore della filiera agro-alimentare dal “campo alla tavola” e a quel variegato insieme fatto dai ristoranti italiani nel mondo. L’illustrazione delle dinamiche strutturali di medio-lungo termine si accompagna alla presentazione di valori aggiornati e al monitoraggio della congiuntura per mezzo dell’osservatorio trimestrale della Federazione. Ampio spazio viene dato alla dinamica dei prezzi nel corso dell’ultimo anno sia in termini di variazioni che di livello con un approfondimento su base regionale.
Il lavoro si chiude con l’analisi dei comportamenti di consumo fuori casa effettuata per mezzo di un’indagine CATI i cui principali obiettivi sono stati quelli di misurare il livello di accesso al servizio ed i modelli di consumo e di spesa seguendo il consumatore nelle diverse occasioni della giornata, dalla colazione della mattina alla cena.
L’edizione di quest’anno fa il punto, in termini di approfondimento, su alcuni temi rilevanti per il settore come il rapporto della ristorazione con i temi della sostenibilità e dell’innovazione digitale.
Le slide presentate al convegno dell'Università di Bergamo "Diritti acquisiti e diritti negati. Riqualificare la spesa pubblica per un nuovo patto tra le generazioni"
Can pulses help lift people out of rural poverty?ExternalEvents
http://www.fao.org/globalsoilpartnership/en/
This presentation was presentaed during the seminar Soils & Pulses: symbiosis for life that took place at FAO HQ on 19 Apr 2016. it was made by GRAZIELLA ROMITO and it presents how can pulses help lift people out from rural poverty.
· Nel 2019 sono stati emessi 500 milioni di buoni pasto per un valore complessivo di 3,2 miliardi di euro.
· A beneficiarne sono circa 2,8 milioni di lavoratori, di cui 1 milione dipendenti pubblici.
· Per ciascun buono da 8 euro il bar, il negozio alimentare o il supermercato incassa 6,18 euro. Una volta scalati anche gli oneri finanziari si registra un deprezzamento del 30%: ogni 10mila euro di buoni incassati, gli esercizi convenzionati pagano circa 3mila euro.
· Il sistema ha mostrato tutte le sue criticità nel 2018 con il fallimento di Qui!Group: 325 milioni di euro di debiti di cui circa 200 milioni nei confronti degli esercizi convenzionati. Da allora il governo non ha dato alcuna risposta concreta.
· Richiesta al Ministro dello Sviluppo Economico e al Ministro del Lavoro da parte di tutte le associazioni delle imprese della distribuzione commerciale e della ristorazione, per una vera riforma fondata sul mantenimento del valore nominale del buono pasto lungo tutta la filiera.
· Avviata un'azione di responsabilità verso Consip per aver sottovalutato le difficoltà finanziarie di Qui!Group, non aver effettuato la necessaria attività di sorveglianza sugli ingenti debiti accumulati da questa azienda nei riguardi di migliaia di attività commerciali e della ristorazione.
Presentazione indagine host 2019
• Nel corso dell’ultimo anno Fipe e Comieco hanno consegnato 35mila contenitori per l’asporto a 875 locali in tutta Italia. Il 41% è già stato utilizzato dai clienti che hanno voluto portarsi a casa a fine serata ciò che era rimasto loro nel piatto. Solo il 16% delle persone ha chiesto di utilizzare il rimpiattino per il vino.
• Secondo 3 ristoratori su 4 questa iniziativa è determinante per ridurre lo spreco alimentare e allo stesso tempo migliora la percezione del locale agli occhi degli avventori.
• Sensibilità in crescita soprattutto tra i camerieri in sala: nel 60% dei casi sono loro a proporre il rimpiattino ai clienti.
• Il design e la praticità dei contenitori hanno conquistato il 76% dei ristoratori coinvolti che ora è pronto a ripetere l’esperimento e a suggerirlo ai colleghi.
Food, beverage & emotion propulsori per il turismo
L'indagine del Centro Studi Fipe presentata a Rimini il 25 febbraio 2019 da Luciano Sbraga vicedirettore generale e direttore Ufficio Studi FIPE – Confcommercio
Qual è il sentiment degli italiani nei confronti del gelato artigianale? Che alimento rappresenta per loro? E’ ancora sinonimo di qualità e freschezza delle materie prime? Queste sono alcune delle domande alle quali l’indagine «Il ruolo del gelato nel vissuto degli italiani» ha inteso rispondere. Su un campione di 869 intervistati il 94,2% dei rispondenti ha dichiarato di consumare generalmente il gelato artigianale, solo il 5,8% ha dichiarato di non consumare abitualmente tale alimento.
Lo scopo di questa ricerca è di rilevare, descrivere ed analizzare la relazione degli italiani con il “cibo“ sotto i più svariati profili. Non si poteva non partire da un approfondimento della variabile tempo che nella società attuale è probabilmente la risorsa che più scarseggia nella vita delle persone.
Ma il cibo gioca un ruolo fondamentale nelle relazioni individuali e collettive, familiari, con il territorio e per questo una sezione è specificatamente dedicata alla combinazione cibo/relazioni.
Il cibo è anche un driver formidabile di benessere e salute perché i danni provocati da una cattiva educazione alimentare sono sotto gli occhi di tutti, in particolare nel caso delle fasce più fragili della popolazione.
In una società sempre più disillusa la ricerca di valori, di comportamenti responsabili, di un’economia permeata dall’etica non può prescindere da una nuova considerazione verso il cibo. Perché il cibo non è una merce qualunque ma un condensato di valori sociali, ambientali, storici e culturali. E a questo proposito non si poteva rinunciare ad un passaggio sulla percezione che gli italiani hanno del cibo come fattore culturale. Come diceva Feuerbach «l’uomo è ciò che mangia» racchiudendo in questa espressione dimensione fisica e dimensione immateriale dell’esistenza.
La ristorazione assume un ruolo sempre più rilevante nei consumi alimentari degli italiani non soltanto dal punto di vista quantitativo ma anche da quello qualitativo. Oggi il 36 per cento della spesa delle famiglie per prodotti alimentari transita fuori casa e il dato più significativo è che mentre i consumi nella ristorazione sono in progressiva crescita quelli in casa diminuiscono. Ma nella ristorazione si creano stili alimentari, modelli di consumo e stili di vita. Da queste premesse nasce l’esigenza di accompagnare anche nella ristorazione l’accresciuta sensibilità dell'opinione pubblica sul tema dello spreco alimentare nella consapevolezza che alla crescita di ruolo debba corrispondere una crescita altrettanto forte della responsabilità verso comportamenti e azioni virtuose finalizzate a ridurre gli sprechi.
Pulizia, cordialità, professionalità e sicurezza i punti di forza
Alto livello di soddisfazione dei servizi offerti
Gestione familiare e attenzione al cliente fidelizzano il turista
Al mare il 50% delle presenze turistiche estive, 90% al Sud
Lo stabilimento balneare è preferito dalle famiglie del nord e delle grandi aree metropolitane, il cliente medio ha tra i 35 e i 54 anni. Sdraio, lettino, ombrellone, servizi igienici, docce e ristorazione i servizi più utilizzati, con un livello di soddisfazione superiore all’80%. Manutenzione del lido e delle strutture, cordialità e professionalità del gestore, elevato livello di sicurezza e soprattutto la gestione familiare i punti di forza di uno stabilimento balneare, secondo il giudizio dei clienti che dichiarano di: “Sentirsi a casa”. Seguono la capacità di fornire informazioni, la tutela della privacy, l’assistenza costante, il controllo e la limitazione dei venditori abusivi. Pulizia, accoglienza e sicurezza i primi 3 motivi per i quali si sceglie uno stabilimento balneare. Gli italiani sono abitudinari e non cambiano, tra le ragioni: ottimo rapporto con il gestore, sensazione di sentirsi ‘coccolato’, vicinanza alla propria abitazione, convenienza economica e tradizione familiare.
In tema di presenze turistiche, poi, quelle balneari rappresentano il 50% del totale rilevate nei mesi estivi (giugno, luglio, agosto e settembre), il dato è sensibilmente più alto nel Mezzogiorno dove arriva a sfiorare il 90%.
Questi, in estrema sintesi, i risultati della ricerca volta a conoscere il rapporto degli italiani con gli stabilimenti balneari, presentata a metà della stagione estiva 2017, dal Sindacato Italiano Balneari FIPE/Confcommercio.
Gli italiani e il cibo
Milano, 8 maggio 2017
Come sono cambiati gli stili alimentari negli ultimi 20 anni.
Ricerca Fipe su come sono cambiati i consumi del Belpaese negli ultimi vent'anni.
Oggi il 35% della spesa alimentare è indirizzata su bar e ristoranti.
Ridotta significativamente la spesa per pane e cerali (-7,5% nel periodo 2000 - 2015) e per la carne (-8,1%).
I consumi di pasta e dessert scendono in casa ma resistono al ristorante. Eppure anche fuoricasa gli italiani si dimostrano più attenti al tema del benessere consumando meno sale e grassi animali e privilegiando la verdura.
Il 90% dei ristoranti sceglie prodotti a filiera corta, mentre l'84% cambia il menù al massimo entro 4 mesi. Grande attenzione alle intolleranze alimentari: 2/3 dei locali prevede menù dedicati a chi ha specifiche esigenze di salute.
Il cibo ha sempre avuto un ruolo cruciale nella vita degli italiani:
•siamo il Paese della grande tradizione nella cucina
•al pasto è sempre stata associata la tavola apparecchiata, la famiglia riunita
•il cibo è CONVIVIALITA’, al contrario di quanto accade nei paesi del nord Europa
In quindici anni gli arrivi stranieri in Italia sono cresciuti di circa il 50% superando la soglia dei 53 milioni. Al contempo la permanenza media è scesa da 4,1 giorni del 2001 a 3,6 giorni del 2015 ad indicare l’affermazione di una domanda più orientata al mordi e fuggi.
Un fenomeno che mette in evidenza le criticità del nostro modello dal momento che nel turismo l’obiettivo non è principalmente quello di attrarre i turisti ma soprattutto quello di trattenerli perché è in questo modo che crescono le occasioni di spesa e, con esse, le entrate valutarie. Per raggiungere questo obiettivo occorre partire dai punti di forza della nostra offerta turistica che vedono ai primi posti proprio enogastronomia ed intrattenimento. Si tratta di servizi decisivi per la qualità dell’esperienza turistica e, dunque, per la soddisfazione del turista. Ma i servizi, tutti i servizi, hanno un’altra funzione a cui si pensa poco: far crescere le occasioni di spesa e di conseguenza le entrate valutarie del turismo.
Anche altri studi evidenziano che la ristorazione e il mondo del cibo sono tra gli elementi di maggior successo dell’offerta turistica italiana. Il bar è un altro dei luoghi più apprezzati dai turisti. La valutazione che raccoglie è addirittura superiore a quella del Paese (80 vs. 77). Ai turisti piace il carattere distintivo del bar italiano, la funzionalità, la flessibilità e piacciono, in particolare, il caffè, il cappuccino, i dolci ed il nostro modo di fare colazione fuori casa. Piacciono i bar storici perché raccontano il passato e piace la localizzazione dei bar in punti di grande bellezza della città.
La cultura, nella sua più ampia accezione di contesto urbano di socializzazione, e la cucina costituiscono un mix di grande fascino per il turismo internazionale.
In tale ambito emergono chiaramente le enormi potenzialità del Mezzogiorno dove cultura e cibo formano un binomio in grado di evocare forti suggestioni con l’obiettivo di affrontare l’annoso problema della scarsa attrattività turistica del sud (appena il 12% degli arrivi ed il 14% delle presenze italiane si concentrano nelle regioni meridionali).
Ma la ristorazione non ha solo una funzione immateriale, per quanto fondamentale, nel turismo italiano. E’ bene ricordare che gli stranieri spendono oltre 8 miliardi di euro in servizi di ristorazione e più di 11 gli italiani.
Il turismo internazionale continua a crescere. Congiuntura economica e fattori geopolitici non sembrano in grado di modificarne, nel medio-lungo termine, il trend di sviluppo.
L’Italia ha intercettato il trend positivo ed ha visto crescere gli arrivi in modo significativo (ca. +50% in 15 anni)
Siamo più attrattivi senza riuscire, tuttavia, a generare maggior valore perché la permanenza media continua a scendere, è passata da 4,1 giorni del 2001 a 3,6 giorni del 2015, e con essa la spesa per arrivo passata da oltre 1.000 euro del 2001(a prezzi 2015) a poco meno di 700 del 2015.
Un fenomeno che mette in evidenza una importante criticità del nostro modello di offerta dal momento che nel turismo l’obiettivo non è principalmente quello di attrarre i turisti ma soprattutto quello di trattenerli perché in questo modo crescano le occasioni di spesa e, dunque, le entrate valutarie.
Il turismo internazionale in Italia continua ad essere prevalentemente europeo, oggi pesa per oltre il 70% in leggero calo rispetto a quindici anni fa quando i flussi di origine europea rappresentavano il 74% del totale. Ma negli ultimi anni cresce anche il peso dei Paesi extra-europei.
3. Chi non mangia
fuori casa
22,7%
Chi mangia
fuori casa
77,3%
«HEAVY CONSUMER»
hanno consumato almeno 4 o 5
pasti fuori casa alla settimana.
25,7%
25,6% nel 2016
«AVERAGE CONSUMER»
hanno consumato 2 o 3 pasti fuori
casa alla settimana.
19,1%
18,6% nel 2016
«LOW CONSUMER»
hanno consumato almeno 2 o 3
pasti fuori casa.
32,5%
32,9% nel 2016
Fuori casa: istantanea 2017
Per consumo “fuori casa” non si è inteso il consumo di cibo presso abitazioni di amici/parenti ma cibo consumato in luoghi pubblici (ad es. la mensa aziendale).
Fonte: Indagine Fipe - Format, 2017
4. Cosa è successo negli ultimi tre anni
L’indice dei consumi fuori casa (ICEO)
41,6
2016
41,8
+0,3
2015
2017
42,1
+0,2
Fonte: Indagine Fipe - Format, 2017
5. Colazione
Pranzo nel week end
Cena
Pranzo Funzionale
HEAVY AVERAGE LOW
+3,7
+0,2
+1,9
+10,8
+0,1
-1,5
+13,5
+6,4
-13,1
-6,1
-24,6
+8,8
Cosa ci aspettiamo nei prossimi mesi del 2018
saldi tra chi ha risposto che aumenterà i propri consumi e chi, al contrario, li diminuirà
Fonte: Indagine Fipe - Format, 2017
6. Consumatori Luoghi Prodotti
Spesa media
(euro)
Colazione
63,8%
5,4 mln. ogni giorno
Bar caffè –Bar
pasticcerie
2,40€
Pranzo
Infra -settimanale
67,1%
12,7 mln. almeno 3-4 volte
a settimana
Bar caffè
11€
(tra 5€-10€ - 48,7%)
Fine -settimana
65,5%
10,6 mln. almeno 2 volte al
mese
Ristorante/pizzeria 26,8€
Cena
60,9%
8,3 mln. almeno 2 volte a
settimana
Ristorante/trattoria 21,20€
La mappa dei consumi alimentari fuori casa
Fonte: Indagine Fipe - Format, 2017
7. Cosa è successo ai consumi delle famiglie
voci di spesa variazioni assolute
alimentari e bevande non alcoliche -15.893
bevande alcoliche, tabacco, narcotici -4.843
vestiario e calzature -3.177
abitazione, acqua, elettricità, gas ed altri combustibili 6.565
mobili, elettrodomestici e manutenzione della casa -10.646
sanità -195
trasporti -20.890
comunicazioni 2.508
ricreazione e cultura -605
istruzione -881
alberghi e ristoranti 4.395
- servizi di ristorazione 2.441
beni e servizi vari 3.641
totale consumi delle famiglie -39.307
totale beni -61.017
servizi 21.878
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
variazioni assolute nel periodo 2016/2007 - in milioni di euro costanti
8. Dinamicità e resilienza dei consumi
variazione percentuale dei consumi delle famiglie 2016/2001 (X) e 2016/2007 (Y)
alimentari
-7,7; -10,5
bev. alcoliche
-3,2; -11,4
abbigliamento
-5,0; -4,8
abitazione
8,0; 3,0
mobili
-13,5; -14,9
sanità
-1,3; -0,6
trasporti
-14,9; -15,7
Comunicazioni
70,3; 9,7
ricreazione e cultura
14,4; -0,9
istruzione
-9,8; -8,8
alloggi
7,5,; 8,9
ristorazione
8,2; 3,5
beni e servizi vari
8,4; 3,9
-20,0
-15,0
-10,0
-5,0
0,0
5,0
10,0
15,0
-50,0 -40,0 -30,0 -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 70,0 80,0
variaz.2016/2007
variaz. 2016/2001
DIFFICOLTA’ CONGIUNTURA
ESPANSIONERIPRESA
CRISI
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
9. 66000
67000
68000
69000
70000
71000
72000
73000
74000
75000
76000
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Ristorazione: si consolida la ripresa dei consumi
in casa fuori casa
2007 150.693 70.701
2008 144.938 70.455
2009 142.025 70.406
2010 142.161 70.574
2011 141.063 70.539
2012 135.462 70.040
2013 132.200 69.050
2014 131.799 69.699
2015 132.326 70.357
2016 134.800 73.141
2017* 133.721 74.604
spesa delle famiglie - mln. di euro reali
*stima
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
10. Il peggio sembra alle spalle
spesa delle famiglie - var. % annue a prezzi costanti
(stima)
2,3
-0,3
-0,1
0,2
-0,0
-0,7
-1,4
1,0
1,9
3,0
2,0
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
11. Spesa alimentare: fuoricasa sempre più importante
mld. di euro correnti – anno 2017
Fonte: stima C.S. Fipe su dati Istat
Totale
231
In casa
148escluse
bevande
alcoliche
Fuori casa
83
35,9% del
totale
12. +5,5%
Fuori casa su, in casa giù
Spesa delle famiglie - N.I. 2007=100
(stima)
75
80
85
90
95
100
105
110
2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017
In casa Fuori casa
var.
2017/2007
-11,3%
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
13. Almeno sulla ristorazione siamo ai primi posti in Europa
(*) valori 2014
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat
diff. ass. nel periodo 2007-2016 – valori in milioni di euro costanti
Alimentari e bevande non
alcoliche
Ristorazione Totale alimentari
Belgio 2.464 669 3.133
Bulgaria* 819 226 1.045
Repubblica Ceca 1.681 83 1.764
Danimarca 764 614 1.378
Germania -281 2.683 2.401
Estonia 238 -11 227
Irlanda -152 1.715 1.563
Grecia -4.670 -4.789 -9.458
Spagna -4.304 -11.034 -15.338
Francia 12.291 1.084 13.375
Italia -15.893 2.441 -13.453
Cipro 273 55 328
Lettonia -352 -91 -443
Lituania -613 212 -402
Lussemburgo 189 92 281
Ungheria -183 1.082 899
Malta -82 142 60
Olanda 2.021 -523 1.498
Austria -325 1.036 711
Polonia 550 1.058 1.607
Portogallo 1.549 - 998 551
Romania n.d. n.d. n.d.
Slovenia -50 110 60
Slovacchia 652 -294 358
Finlandia 857 -429 428
Svezia 2.195 2.477 4.672
Regno Unito 4.980 -3.687 1.293
14. Regione Valori assoluti valori %
Piemonte 23.679 7,2
Valle d'Aosta 1.120 0,3
Lombardia 50.675 15,4
Trentino 5.814 1,8
Veneto 26.135 7,9
Friuli V. Giulia 7.249 2,2
Liguria 12.694 3,8
Emilia Romagna 25.227 7,6
Toscana 22.105 6,7
Umbria 4.694 1,4
Marche 8.467 2,6
Lazio 36.106 10,9
Abruzzo 8.033 2,4
Molise 1.909 0,6
Campania 31.360 9,5
Puglia 19.269 5,8
Basilicata 2.697 0,8
Calabria 10.505 3,2
Sicilia 21.301 6,5
Sardegna 10.748 3,3
Italia 329.787 100
I pubblici esercizi: un grande servizio di prossimità
Distribuzione regionale delle imprese attive - anno 2016
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Infocamere
15. Addetti (anno 2015)
micro piccola media grande
totalefino a 9 10-49 50-250 più di 250
Germania 75,8 22,2 1,8 0,12 100,0
Irlanda 81,6 16,9 1,4 0,11 100,0
Spagna 94,6 5,1 0,2 0,04 100,0
Francia 95,7 4,1 0,1 0,03 100,0
Italia 94,8 5,0 0,2 0,03 100,0
Olanda 92,6 7,0 0,3 0,06 100,0
Regno Unito 75,7 22,5 1,5 0,32 100,0
Non siamo piccoli solo noi … però siamo tanti
225
317
532
324
440
282
185
0
100
200
300
400
500
600
Germania Irlanda Spagna Francia Italia Olanda Regno
Unito
Indice di densità (imprese *100.000 abitanti – anno 2015)
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Eurostat, 2015
16. La ristorazione è uno dei settori
merceologici con il più alto
turnover di chiusure/aperture
17. 11.638
12.001 12.713
13.549
14.166
13.656 13.586
11.713
11.893 12.302
13.025 13.256 13.121
12.727
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
ristoranti bar
Troppe imprese continuano a chiudere
19.235
Servizi di
ristorazione
Gen.-Sett. 2017
Fonte: elaborazione C.S. Fipe su dati Infocamere
18. Siamo sicuri che sia solo colpa della crisi?
Eccelliamo
La tecnica culinaria
L’ideazione di nuovi prodotti
La scelta delle materie prime
Siamo carenti
La gestione
Il Marketing
L’innovazione
19. La gestione dei processi interni
Facciamo poca innovazione … nel back office
Fonte: osservatorio innovazione digitale nel turismo, Politecnico di Milano/Fipe
20. … e nel front office
Prenotazioni per tipologia di canale
Fonte: osservatorio innovazione digitale nel turismo, Politecnico di Milano/Fipe
21. Attività svolte in relazione alle recensioni degli utenti
Fonte: osservatorio innovazione digitale nel turismo, Politecnico di Milano/Fipe
22. Le recensioni? per i più un’opportunità
Fonte: osservatorio innovazione digitale nel turismo, Politecnico di Milano/Fipe
Opinioni dei ristoratori sui siti di recensioni
23. Il lavoro cresce
N.I. 2008=100
Fonte: stima C.S. Fipe su dati di contabilità nazionale
100
99 99
101
103
100
104
108
111
92
94
96
98
100
102
104
106
108
110
112
114
2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016
24. Totale
(5,7; -2,1)Agricoltura
(-15,0; -5,5)
Industria manifatturiera
(-14,3; -14,0)
Costruzioni
(-6,6; -23,2)
Commercio
(9,0; 1,1)
Trasporti
(-1,1; -2,6)
Ristorazione
(49,4; 17,4)
Comunicazioni
(4,9; -2,2)
Attività finanziarie
(3,5; -4,8)
Attività scientifiche e
tecniche (39,9; 10,7)
Amm. Pubblica
(1,4; 0,0)
Attività artistiche, di
intrattenimento
(36,6; 8,3)
Alloggio
4,1; 7,2
-30,0
-20,0
-10,0
0,0
10,0
20,0
30,0
-30,0 -20,0 -10,0 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0
Dinamicità e resilienza dell’occupazione
variazione percentuale degli occupati 2016/2001 (X) e 2016/2008 (Y)
DIFFICOLTA’ CONGIUNTURA
ESPANSIONERIPRESA
CRISI
Fonte: stima C.S. Fipe su dati Istat
28. 31,3
35,2
20,6
27,5 17,9
32,0
41,2
46,9 47,4
valore aggiunto occupati redditi da lavoro dipendente
ristorazione
industria alimentare
agricoltura
101 mld. di euro
6,7% del PIL
2,6 mln. di unità
10,4% del totale
42,8 mld. di euro
6,4% del totale
La ristorazione, motore della filiera agroalimentare
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
29. Inflazione? no problem
Var. % dei prezzi sullo stesso mese dell'anno precedente
-1,0
-0,5
0,0
0,5
1,0
1,5
2,0
2,5
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
nov
dic
gen
feb
mar
apr
mag
giu
lug
ago
set
ott
2013 2014 2015 2016 2017
prezzi al consumo servizi di ristorazione
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Istat
30. prezzo*
var. assoluta
2017/2016
var.%
2017/2016
0,93€ -0,02€ -2,0%
1,30€ +0,03€ +2,1%
9,10€ +0,29€ +3,2%
3,10€ +0,11€ +3,7%
prezzo medi di alcuni prodotti
* nov. 2017, per la pizza è compresa una bevanda
Fonte: elaboraz. C.S. Fipe su dati Osservatorio Prezzi
La tazzina di espresso costa meno di un anno fa