Project Work Programma Scienziati in Azienda: Biosimilari verso il mercato: una nuova realtà da gestire tra pregiudizi e consensi.
A cura di Sabato Andrea D’Avanzo, Riccardo Miglietta, Clio Noto, Rossella Sorbo.
Comunità professionali (network formali e non formali) dei professionisti HR
Project Work Scienziati in Azienda: i biosimilari
1. Biosimilari verso il mercato: nuova realtà da gestire tra
pregiudizi e consensi
Market Access: definire le condizioni necessarie ad un utilizzo informato e a un adeguato
accesso dei pazienti ai biosimilari
Project Work
“Scienziati in Azienda” XV edizione
12/12/2014
Sabato Andrea D’Avanzo
Riccardo Miglietta
Clio Noto
Rossella Sorbo
2. Farmaco
Tradizionale di sintesi
Ripetibili in lab differenti
Sintesi da substrati
commercialmente disponibili
Si basa sulle proprietà canoniche
della chimica organica
Biotecnologico
Produzione da organismo vivente
Dipende dai tools usati (vettori,
linea procariotica o eucariotica)
Tools non sono disponibili
commercialmente
Ceppi batterici, lievito o cell.
mammifero opportunamente
modificate per opera di
ingegneria genetica
3. The Product is the Process
La complessità di questi processi fa sì che la molecola finale sia un prodotto totalmente
dipendente da ciascuna delle tappe di produzione; piccoli cambiamenti possono comportare
alterazioni clinicamente significative nel prodotto finale in termini di sicurezza ed efficacia.
I progressi nel campo della biologia molecolare hanno portato alla produzione di alcuni
farmaci di tale categoria molto noti, come l’insulina ricombinante, l’ormone della crescita
umano e l’eritropoietina.
400
Farmaci biotech
attualmente in
commercio
Prodotti terapeutici
biotech in Trial Clinici
4. Immunogenicità: capacità di indurre una
reazione immunitaria nell’organismo
La somministrazione di proteine ricombinanti esogene all’organismo
possono comportare lo sviluppo di anticorpi che alterano in modo
clinicamente rilevante le già di per sé complesse reazioni farmacocinetiche
e farmacodinamiche dei biotech. Questi anticorpi possono, non solo
neutralizzare l’effetto biologico della proteina ricombinante e provocare un
possibile insuccesso terapeutico, ma anche scatenare una reazione
incrociata di neutralizzazione delle proteine endogene, con il conseguente
rischio di eventi avversi.
ADA – Anti Drug Antibody : ANTICORPI ANTI FARMACO
6. La produzione del Biosimilare:
• Un biosimilare non è
una copia medesima
del prodotto di
riferimento a causa
delle complesse
tecniche di produzione.
• Richiede un
nuovo organismo
per la produzione
• Un nuovo
processo
produttivo
• Nuovi metodi
analitici
7. “Comparability Exercise”
Il concetto di bioequivalenza non è applicabile
Per sostenere il concetto di “biosimilarità”occorre condurre un
confronto tra prodotto di riferimento e prodotto biosimilare
La difficoltà in cui s’imbatte il produttore di biosimilari è la mancata
disponibilità dei dati dell’originatore, e della materia prima, in
quanto può analizzare solo il prodotto finito, e su questa base deve
costruire la sua “comparability”.
8. Serie di procedure di confronto graduale “stepwise” che inizia con
gli studi di qualità e prosegue con la valutazione degli studi non
clinici e clinici comparativi per la valutazione dell’efficacia e della
sicurezza, includendo lo studio dell’immunogenicità.
L’obiettivo primario dell’esercizio di comparabilità è la
dimostrazione della similarità “similarity throughout” attraverso
studi disegnati in modo tale da individuare le eventuali differenze
di qualità tra il biosimilare e il prodotto di riferimento, e assicurare
che queste non si traducano in differenze cliniche rilevanti, in
termini di sicurezza ed efficacia, tra i due prodotti.
9. SWITCH
B
I
O
I
M
I
L
A
R
O
R
G
I
N
A
T
O
R
• Aifa e Ema concordano nel raccomandare
cautela nell’effettuare lo “switch” tra
originator e biosimilare.
• Solo il medico è in grado di valutare tale
possibilità sulla base della singola situazione
clinica e dell’informazioni disponibili sul
farmaco biosimilare.
• L’Aifa considera che i biosimilari non solo
costituiscono un’opzione terapeutica a
disposizione dei curanti, ma sono da
preferire, qualora costituiscano un vantaggio
economico, in particolare per il trattamento
dei soggetti “naive”.
10. Prospettive future
SINTESI
CHIMICA &
GENERICI
ORIGINATOR BIOSIMILARI
• I farmaci biologici rappresentano una risorsa
terapeutica essenziale per il trattamento di
una varietà di malattie gravi e debilitanti per
molte delle quali non erano in passato
disponibili opzioni terapeutiche efficaci.
• Questi medicinali sono
gravati da costi
particolarmente onerosi per
il SSN, per il quale la corretta
allocazione delle risorse
terapeutiche ed economiche
rappresenta una sfida
costante.
• I biosimilari possono
svolgere un ruolo nodale
offrendo l'opportunità di
garantire l'accesso ai farmaci
biologici per tutti i pazienti
che ne necessitano e
contribuendo, nel
contempo, alla sostenibilità
finanziaria dei sistemi
sanitari.
11. ASPETTI NORMATIVI
UNIONE EUROPEA
Direttiva 2001/83/CE e successive modifiche (Direttiva 2003/63/CE e
Direttiva 2004/27/CE) art.10(4), introduce il concetto di:
“medicinale biologico simile o biosimilare”
Recepito nella NORMATIVA ITALIANA tramite il decreto legislativo
n.219/2006 all’articolo 10 punto 7:
“ Quando un medicinale biologico simile a un medicinale biologico di
riferimento non soddisfa le condizioni della definizione di medicinale
generico a causa, in particolare, di differenze attinenti alle materie prime o
di differenze nei processi di produzione del medicinale biologico e del
medicinale biologico di riferimento, il richiedente è tenuto a fornire i
risultati delle appropriate prove precliniche o delle sperimentazioni
cliniche relative a dette condizioni.”
12. ULTERIORI DEFINIZIONI
EMA (European Medicines Agency)
documento Questions and Answers on biosimilar medicines
“Per medicinale biosimilare si intende un medicinale sviluppato in modo da
risultare simile a un medicinale biologico che è già stato autorizzato (il così detto
“medicinale di riferimento”). I medicinali biosimilari, dunque, differiscono dai
farmaci generici che hanno strutture chimiche più semplici e che sono considerati
identici ai loro medicinali di riferimento. Il principio attivo di un biosimilare e
quello del suo medicinale di riferimento sono di fatto la stessa sostanza biologica,
tuttavia possano essere presenti differenze minori dovute alla loro natura
complessa e alle tecniche di produzione. Come il medicinale di riferimento, il
biosimilare presenta un certo grado di variabilità naturale. Un biosimilare viene
approvato quando è stato dimostrato che tale variabilità naturale ed eventuali
differenze rispetto al medicinale di riferimento non influiscono sulla sicurezza o
sull’efficacia.”
13. LINEE GUIDA EMA
Generali :che definiscono il concetto di biosimilare e stabiliscono i requisiti
generali per l’autorizzazione.
Sulla qualità dei biosimilari
Su studi preclinici e clinici
Prodotto-specifiche
Nuova revisione in vigore dal 30/04/2015 :
Introduce la possibilità per gli sviluppatori di farmaci di utilizzare un
comparatore autorizzato al di fuori dell'Area Economica Europea (EEA) nel
corso della sperimentazione clinica per lo sviluppo di un farmaco
biosimilare, in modo tale da facilitarne lo sviluppo globale ed evitare inutili
ripetizioni di studi clinici.
14. AUTORIZZAZIONE ALL’IMMISSIONE IN
COMMERCIO (AIC)
• L’AIC dei farmaci biosimilari viene rilasciata dall’Ema mediante Procedura
Centralizzata
• il Comitato per i prodotti medicinali per uso umano (CHMP) redige la
Relazione pubblica europea di valutazione (EPAR), pubblicata sul sito
web dell’EMA, che comprende la motivazione del parere favorevole al
rilascio dell'autorizzazione e una sezione relativa ai requisiti per la
presentazione (etichettatura, confezionamento, etc)
• Attribuzione di un numero di AIC comunitario
• Iscrizione nel registro comunitario dei medicinali (Community Register of
Medicinal Products, consultabile on-line sul sito web della Commissione
Europea)
15. “Common Technical Document” (CTD)
• Modulo 1- Informazioni amministrative: completo
• Modulo 2- Riassunti dei moduli successivi: completo
• Modulo 3- Qualità del prodotto:
completo incluso l’ esercizio di comparabilità
• Modulo 4- Relazioni non cliniche:
risultati delle prove precliniche incluso l’esercizio di comparabilità
• Modulo 5- Relazioni sugli studi clinici:
risultati delle sperimentazioni cliniche incluso l’esercizio di comparabilità
16. STUDI AGGIUNTIVI RICHIESTI PER I
BIOSIMILARI
• Studi comparativi di farmacocinetica (PK) e farmacodinamica (PD) con il
prodotto di riferimento (comprendendo ad esempio il profilo delle
impurezze; PK: assorbimento, clearance ed emivita; PD: marker
clinicamente rilevanti, studi di correlazione PK/PD, studi di relazione dose-
risposta);
• Trial comparativi sull’efficacia clinica, insieme a valutazioni
sull’immunogenicità: studi di equivalenza con margini di equivalenza pre-
specificati e clinicamente giustificati;
• Un Pharmacovigilance Plan
17. POSITION PAPER
• Documenti che riflettono la posizione ufficiale dell’ Agenzia Italiana del
Farmaco su argomenti di particolare rilievo nell’ambito delle missioni a
essa attribuite
• Sui BIOSIMILARI: riassume le caratteristiche generali dei biologici di
riferimento e dei biosimilari e illustra le direttive per l’autorizzazione alla
vendita e per la prescrizione di questi farmaci
• E’ in totale sintonia con il documento Europeo
• ESCLUDE LA SOSTITUIBILITA’ AUTOMATICA DEI BIOSIMILARI che pertanto
non vengono inclusi nelle liste di trasparenza, affidando la scelta del
trattamento con un biologico o biosimilare solo al medico specialista
28/05/2013
18. FARMACOVIGILANZA
BIOSIMILARI
• Risk Management Plan (RMP) da presentare obbligatoriamente insieme
alla domanda di richiesta AIC, valutato dal Pharmacovigilance Risk
Assessment Committee (PRAC)
• Specifica lista per prodotti sottoposti a monitoraggio addizionale
(Direttiva europea 2010/84/EU)
• Segnalazione delle Reazioni Avverse (ADR) provvista di denominazione
approvata del medicinale e numero di lotto
• Rapporti periodici di aggiornamento sulla sicurezza (PSUR) redatti
periodicamente dalle aziende titolari
• Studi post-autorizzativi sulla sicurezza e sull’efficacia ( PASS e PAES)
20. CONSAPEVOLEZZA DEI MEDICI (I)
SONDAGGIO 2014 ASBM (Alliance for Safe Biologic Medicines):
470 MEDICI
PRESCRITTORI
FRANCIA
GERMANIA
SPAGNA
REGNO UNITO
ITALIA (n=96)
26. CONSAPEVOLEZZA DEI PAZIENTI (III)
0
50
100
150
200
250
300
CONOSCE LA DIFFERENZA NON CONOSCE IL
BIOSIMILARE
IL BIOSIMILARE E' IL
GENERICO
DIFFERENZA TRA BIOLOGICO E BIOSIMILARE
28. Intervista ad un Brand Manager nel
campo dei Biosimilari (I)
1. Su cosa punta il marketing dei biosimilari?
AFFIDABILITA’
• TECNOLOGIE
INNOVATIVE
• ALTA QUALITA’
• STRUTTURE E
FIGURE
SPECIALIZZATE
SERVIZI
«AGGIUNTIVI»
• Supporto
infermieristico
• Call center
• Collaborazione
con Associazioni
di pazienti
29. Intervista ad un Brand Manager nel
campo dei Biosimilari (II)
2. Quali sono gli ostacoli maggiori che incontra un Brand
Manager che si occupa di biosimilari?
CONOSCENZE
PARZIALI ED
INCERTEZZA DEI
MEDICI
Basse numeriche
degli studi clinici
• Safety
(Immunogenicità)
• Sostituzione ed
intercambiabilità
30. Intervista ad un Brand Manager nel
campo dei Biosimilari (III)
3. Ad oggi, quale Paese detiene il primato sul mercato dei
biosimilari?
GERMANIA
• SISTEMA DI PREZZI DI
RIFERIMENTO
• SPECIFICHE AGEVOLAZIONI
REGIONALI
• ELEVATA AFFIDABILITA’
FARMACI BIOSIMILARI
36. Pricing & Remboursement dei
Biosimilari
DECRETO BALDUZZI
“Criteri di individuazione degli scaglioni per la
negoziazione automatica dei generici e dei biosimilari”.
37. • Gare per la fornitura dei farmaci per la Sanità
pubblica:
a. LOTTO QUADRO
b. LOTTO UNICO
• Inserimento dei farmaci nei prontuari Regionali:
a. PIANO DI MARKET ACCESS:
• Info dettagliate su composizione della commissione PTOR e periodicità
riunioni
• Mappatura stakeholder
• KOL
39. Politiche Regionali in materia di
biosimilari (2)
• SOSTITUIBILITA’ AUTOMATICA
• EQUIVALENZA TERAPEUTICA
• PRESCRIZIONE NEI PAZIENTI
NAIVE
• POSSIBILITA’ DI PRESCRIVERE UN
ALTRO PRODOTTO NEI NAIVE
CON RELAZIONE MOTIVATA
• CONTINUITA’ TERAPEUTICA
• MONITORAGGIO
• OBIETTIVO PER I DIRETTORI
GENERALI
43. E IN FUTURO??
• INFORMAZIONE
• PROMUOVERE E MANTENERE LA
CONCORRENZA NEL MERCATO FARMACEUTICO
• PROMUOVERE L’INNOVAZIONE
• RACCOGLIERE E PUBBLICARE DATI CLINICI
• REALIZZARE PROCEDURE D’ACQUISTO
TRASPARENTI E CONDIVISE TRA
PAYER/MEDICI/PAZIENTI
• PERSEGUIRE PROCESSI DECISIONALI CHIARI ED
EFFICIENTI
I farmaci possono essere distinti in due categorie sulla base del loro processo produttivo: i farmaci chimici, in genere a basso peso molecolare, ben definiti strutturalmente e i farmaci biologici, costituiti da molecole ad alto peso molecolare, meno caratterizzabili chimicamente, la cui standardizzazione richiede l’implicazione di metodi più complessi.
Da allora numerosi prodotti biotecnologici sono stati registrati e immessi nei mercati mondiali, rappresentando una nuova frontiera per il trattamento di patologie invalidanti e complesse che spesso costituiscono un limite per la vita di relazione dei pazienti.
La differenza fondamentale tra le molecole di sintesi chimica e quelle biotech consiste nel loro rischio d’immunogenicità, poiché si tratta di molecole biologicamente attive derivate da cellule vive, i biotech sono in grado di attivare la risposta immunitaria con le possibili conseguenze cliniche che ne possono derivare. Anche semplici cambiamenti nel processo possono condurre a sostanziali differenze delle proprietà cliniche e terapeutiche del prodotto.
I biosimilari sono prodotti medicinali di origine biotecnologica simili ad altri farmaci biologici innovativi, il cui brevetto è scaduto, prodotti da un’azienda differente, su nuove linee cellulari. Si potrebbe dire che i biosimilari stanno ai biotecnologici come i generici stanno ai farmaci di sintesi chimica ma con la differenza fondamentale che, in questo caso, i biosimilari devono rispondere con dati originali ottenuti da studi clinici indipendentemente dai requisiti di qualità, efficacia e sicurezza stabili dall’EMA, confrontabili a quelli del farmaco biotech di riferimento.
Il biosimilare è un prodotto che presenta un certo grado di variabilità, il processo stesso di produzione determina variazioni sostanziali e fondamentali del prodotto finale. il biosimilare non può essere una copia esatta del farmaco di riferimento, perchè il farmaco di riferimento stesso ha una variabilità intrinseca dovuta al fatto di essere un farmaco biologico, che porta ad avere differenze anche da lotto a lotto dello stesso farmaco.
. È stabilito che per poter mettere sul mercato un prodotto biosimilare non basta la bioequivalenza, ma sono necessari studi di comparabilità sia per il principio attivo che per il medicinale finito fra l’originatore e il biosimilare. . Il concetto di comparabilità nasce in FDA nel 1996 per modifiche al processo di produzione
. L'esercizio di comparabilità è quindi basato su un robusto confronto “testa a testa” tra il biosimilare e il medicinale di riferimento secondo specifici standard di qualità, sicurezza ed efficacia, avendo definito a priori le differenze ritenute accettabili in quanto non clinicamente rilevanti
I
l tema della sostituibilità, che qualifica il mondo dei farmaci equivalenti, costituisce un aspetto rilevante anche per l’affermazione dei medicinali biosimilari.
le raccomandazioni emanate dall’EMA sull’immissione in commercio dei medicinali non comprendono l’opportunità o meno di utilizzare un medicinale biosimilare in maniera intercambiabile e che la decisione circa la scelta prescrittiva del medicinale specifico da impiegare, di riferimento piuttosto che biosimilare, debba essere affidata a personale sanitario qualificato. In Italia la posizione dell’AIFA, chiarisce che i medicinali biologici e biosimilari non possono essere considerati sic et simpliciter alla maniera dei prodotti equivalenti, escludendone quindi la reciproca sostituibilità terapeutica automatica.
SLIDE 1
Dopo la parte introduttiva, che è stata trattata in maniera impeccabile dalle mie colleghe, io vi parlerò della consapevolezza sui biosimilari
Infatti, Per comprendere meglio il percorso che deve compiere un farmaco biosimilare al fine di essere immesso sul mercato, è di fondamentale importanza mostrare uno spaccato circa la consapevolezza dei principali stakeholder sul tema in questione.Abbiamo trattato questo tema soprattutto in relazione a medici,pazienti e aziende farmaceutiche
SLIDE 2
Per quanto riguarda i medici, riportiamo un sondaggio del 2014 effettuato dall’ ASBM.
Sono stati intervistati 470 medici prescrittori di 5 nazioni europee. Entrando nello specifico nazionale, vi mostreremo i dati riguardanti i 96 medici italiani
SLIDE 3
Per prima cosa si è investigato sulla familiarità che il medico ha con il farmaco biologico: Come possiamo vedere il 42% ha completa familiarità con esso, ossia ne ha una conoscenza scientifica molto approfondita; La metà ha una conoscenza discreta sull’argomento, mentre l’8% ha una conoscenza superficiale o ne ha solo sentito parlare. Nessuno dei 96 medici intervistati è estraneo all’argomento.
La situazione è differente quando si affronta lo stesso tema, ma sui farmaci biosimilari. Possiamo subito notare che vi è una percentuale di medici, anche se piccola, che è totalmente estranea all’argomento.
Il 15% , percentuale doppia rispetto al biologico, ha solo sentito parlare dei farmaci biosimilari o ne ha una conoscenza molto superficiale.
Solo ¼ degli intervistati ha una conoscenza approfondita sui biosimilari, e quasi il 60% ne ha una conoscenza discreta
A questo punto al campione di 80 medici che ha una conoscenza approfondita o cmq discreta è stato chiesto dove hanno acquisito le informazioni sull’argomento
SLIDE 4
nella metà dei casi attraverso seminari e conferenze, 1/3 di essi attraverso studio autonomo, a seguire aziende di biosimilari, campagne di sensibilizzazione e partecipazione a trial clinici.
Agli stessi medici è stata chiesta la preferenza circa il mezzo di diffusione dell’informazione sui biosimilari e troviamo che il 43% preferirebbe recepire l’informazione da pubblicazioni scientifiche a seguire vorrebbero un impegno maggiore di aziende farmaceutiche, e successivamente simposi e conferenze, nazionali ed internazionali, associazioni di medici e siti internet specifici.
Slide 5
Qui è rappresentato un altro dato relativo ad un indagine del 2013 che ha coinvolto 560 medici specializzati in ematologia oncologia, gastroenterologia, nefrologia reumatologia ed endocrinologia.
Il grafico rappresenta la percezione che i medici intervistati hanno della similarità tra biosimilari e originator.
Qualora non riusciate a vedere la legenda, in rosso abbiamo le percentuali dei medici che sono convinti che il biosimilare sia totalmente identico all’originator biologico.
In verde che il biosimilare sia del tutto differente. In giallo molto simile ed in blu simile ma con delle differenze clinicamente significative.
Di nuovo troviamo delle percentuali, seppur piccole, di medici che hanno un’idea totalmente errata sulla questione.
Il resto dei medici è fortemente diviso tra le due opzioni rimanenti, segno che comunque sia presente una confusione di fondo sull’argomento.
Tuttavia, possiamo osservare come i medici specialisti in ematologia-oncologia e gli oncologi siano in media i più informati sulla questione (GRAFICO 4). Questo potrebbe essere spiegato principalmente da due ragioni:
In entrambe le specialità vi è un largo (e sempre crescente) utilizzo di farmaci biotecnologici con brevetto scaduto o in scadenza (Rituximab, Cetuximab, Trastuzumab, Infliximab, Palivizumab, Adalimumab).
Data la complessità di questi pazienti, spesso le terapie utilizzate sono molto aggressive, con possibili effetti collaterali di grave natura. Ciò porta gli specialisti a prestare la massima attenzione riguardo alla safety del farmaco in uso, cercando di ottenere maggiori informazioni possibili su di esso.
SLIDE 6
In riferimento alla valutazione del livello di conoscenza che i pazienti hanno sui farmaci biosimilari riportiamo alcuni dati di un’indagine realizzata dall’associazione ONLUS “Cittadinanza Attiva” con il coinvolgimento dell’AIFA, di Società Scientifiche.
Quest’indagine ha coinvolto 619 pazienti affetti da patologie croniche aderenti al coordinamento nazionale delle associazioni dei malati cronici.
SLIDE 7
Più della metà dei pazienti coinvolti nell’indagine ha assunto un farmaco biologico; solo il 4% assume un biosimilare. Molti degli intervistati non sono certi se il farmaco che stanno assumendo sia biologico o biosimilare.
Consideriamo per un attimo i 322 pazienti che sono consapevoli di assumere un biologico è stato informato dal personale sanitario che si tratta di un farmaco sperimentato per la propria patologia (60,5%), meno della metà sugli effetti collaterali che può avere (44,9%) e solo 1/3 è stato avvisato sul fatto che in caso di reazioni avverse devono subito avvisare il medico (32,3%) . Già per quanto riguarda i farmaci biologici quindi si nota una mancanza di informazioni, anche fondamentali, da parte dei pazienti.
Passiamo ai pazienti consapevoli di assumere un biosimilare: 1/3 è stato informato sul nome e la modalità di somministrazione, 1/3 sul fatto che si tratta di un farmaco sperimentato per la propria patologia e solo a due persone (il 7%) vengono prospettate le alternative terapeutiche
SLIDE 8
E’ stato chiesto inoltre a tutti i 619 pazienti la differenza tra farmaco biosimilare e biologico di tutti gli intervistati Solo il 9% ha risposto in maniera vorretta. La maggioranza (oltre il 41%) non sa cosa sia un biosimilare; il 13,8%, invece, ritiene erroneamente che sia il generico del farmaco biologico di riferimento.
Nuovamente possiamo notare come ci sia, non solo, disinformazione di base, ma anche una rilevante presenza di informazioni errate.
SLIDE 9
Infine è stato chiesto a tutti i pazienti, che tipo di informazione vorrebbero ricevere (riguardo farmaci biologici e biosimilari).
Quello che sta più a cuore ai pazienti è innanzitutto il profilo di sicurezza ed efficacia del farmaco (59% per il farmaco biologico e 69% per il farmaco biosimilare) ed i possibili effetti collaterali (circa il 48% per entrambe le categorie). Per quanto riguarda i biosimilari, la terza richiesta è il nome del farmaco e la sua modalità di somministrazione (41,88%)
SLIDE 10
Oltre ad averci dato dei consigli e degli spunti interessanti su questo progetto,
Riportiamo qui solo alcune dei concetti chiave che possono farci capire l’opinione e le strategie di un’azienda leader nel settore dei biosimiliari. Per prima cosa abbiamo chiesto su quali leve punta il marketing dei biosimilari.
Ed Indubbiamente uno dei punti cardine è il concetto di “affidabilità” dell’azienda farmaceutica. Come ha spiegato la mia collega rossella, la produzione di biosimilari necessita di innovative tecnologie di sviluppo basate sull’utilizzo di materiale biologico, pertanto la complessità del processo produttivo comporta la necessità di elevati standard di produzione. L’utilizzo di linee cellulari specifiche, la complessità dei processi di purificazione e standardizzazione richiedono siti di produzione di altissima qualità e complessità ciò richiede strutture ultra specializzate, regole di produzione altamente controllate, e figure professionali deputate al controllo di tali attività. In secondo luogo è necessario non sottovalutare tutta una serie di servizi che potremmo definire “aggiuntivi”, ma che contribuiscono a rendere un’azienda affidabile. A tal proposito sono importanti una serie di servizi e strumenti volti ad avvicinare maggiormente l’azienda ai medici prescrittori ed ai bisogni di salute dei pazienti. Servizi aggiuntivi in tal senso sono da considerarsi: supporto infermieristico, call center competenti e progetti in collaborazione con l’associazioni dei pazienti.
SLIDE 11
Un’altra domanda interessante riguarda gli ostacoli…
Di certo l’ostacolo maggiore riscontrato dall’azienda è la conoscenza parziale in materia da parte dei clinici e la loro incertezza nel prescrivere un farmaco biosimilare.
Questo problema è aggravato dalle besse numeriche degli studi sui biosimilare, caratterizzati da una parte clinica di tipo confirmatorio
L’incertezza dei clinici invece è associata alla sicurezza nell’utilizzo dei biosimilari a lungo termine (rischi di immunogenicità), e al problema di sostituzione e intercambiabilità di questi farmaci.
SLIDE 12
Infine, per avere un quadro più globale, abbiamo chiesto quale paese detiene il primato sul mercato dei biosimilari
Senza ombra di dubbio risulta la germania, che ha favorito sotto ogni aspetto lo sviluppo di tali farmaci, predisponendo un sistema ad hoc di prezzi di riferimento, oltre a specifiche agevolazioni regionali, quali quote per i medici e casse integrative di malattia. Ulteriori fattori esplicativi del successo tedesco riguardano sicuramente l’elevata affidabilità di cui godono questi farmaci nell’intera società.
Ora passo la parola…
In un periodo di crisi economico-finanziaria in cui aumentano i vincoli di contenimento della spesa sanitaria, è inevitabile una crescente attenzione da parte dei “payers” (che gestiscono la spesa farmaceutica a livello locale, regionale e nazionale) all’analisi del valore reale dei prodotti farmaceutici.
Proprio per questo motivo si è sviluppata la funzione di Market Access (MA), che può essere definito come l’insieme delle leve che favoriscono l’accesso, l’adozione e il riconoscimento del valore del farmaco da parte del mercato, spostando il focus dal prescrittore ad una pluralità di stakeholders. Queste leve riguardano i contenuti:
Clinici e biomedici (evidence based healthcare, epidemiologia), in questo caso per il market access è necessario ricercare sistematicamente, valutare e rendere disponibili le migliori evidenze scientifiche, quali prove di efficacia degli interventi sanitari per pianificare le decisioni (e gli investimenti) che riguardano la salute di una popolazione.
Economici (farmaco-economia e valutazione sanitaria, HTA, HE&OR, P&R), attraverso la valutazione delle tecnologie sanitarie da recepire nel nostro SSN, ed anche come supporto a chi investe risorse in Ricerca per produrre nuova tecnologia.
Normativi (SSN, SSRegionali, ASL, distretti territoriali, etc.), intese come le regolamentazioni alle quali far fronte per la valutazione delle strategie da implementare.
Lobbying e commerciali (figure sul territorio di Ram / Kam o loro varie declinazioni organizzative) al fine di influenzare le decisioni prese dai funzionari del governo (soprattutto a livello locale), più spesso legislatori o membri di agenzie di regolamentazione in modo da favorire l’immissione del farmaco sul mercato.
Come si può vedere, i principali stakeholder sono:
1- Payer: la domanda che essi pongono è il perché concedere il rimborso da parte del SSN e quanto l’utilizzo del farmaco sia favorevole in funzione dell’impatto economico sul SS, del livello di domanda sul mercato di quel determinato farmaco, motivi politici, innovazione clinica, economia sanitaria.
2- Prescrittori: perchè dovrebbero prescrivere il farmaco? In particolare quali possono essere i vantaggi da un punto di vista di impatto finanziario per se stessi e per i pazienti, e quale sia il miglioramento clinico previsto con l’acquisizione di quel farmaco.
3- Pazienti: perché accettare questo tipo di trattamento? Condizioni finanziarie favorevoli, raccomandazioni del medico di fiducia.
L’EMA è stato il primo ente regolatorio ad aver istituito un quadro normativo specifico per il percorso di approvazione dei medicinali biosimilari.
Il quadro normativo europeo ha successivamente ispirato molti paesi in tutto il mondo (Australia, Canada, Giappone, Turchia, Singapore, Sud Africa, Taiwan, USA, nonché l’Organizzazione mondiale della sanità).
L’azione del ma si svolge quindi a diversi livelli: nazionale, regionale e locale.
L’investimento del MA, è particolarmente intenso nella fase di lancio del nuovo prodotto (negoziazione di rimborsabilità e prezzo con l’Agenzia italiana del farmaco) e a supporto della successiva introduzione nei prontuari regionali e/o locali (liste di rimborso dei farmaci, selettive e/o con indirizzi prescrittivi più restrittivi rispetto a quelli nazionali). Questo ci da il senso di quanto chi occupa questa figura debba avere la capacità di relazionarsi con una pluralità di stakeholder anche molto diversi tra loro.
STRATEGIA DI PRICING AZIENDALE: Casa Madre fissa generalmente per un farmaco un TARGET PRICE ed un FLOOR PRICE; il TARGET PRICE è il prezzo desiderabile per una Country per un dato farmaco; il FLOOR Price è il prezzo minimo accettabile per una Country per un dato farmaco. Poiché in Italia il prezzo di un farmaco è fissato attraverso meccanismi di negoziazione tra AIFA e aziende, la strategia delle aziende è quella di presentare una OPENING OFFER superiore al Target Price in modo da sapere a priori in che percentuale è accettabile una controproposta di prezzo inferiore da parte di AIFA.
Per quanto riguarda il Pricing & remboursement dei farmaci biosimilari, il decreto del 4 Aprile 2013 del Ministero della salute (decreto Balduzzi) elenca “Criteri di individuazione degli scaglioni per la negoziazione automatica dei generici e dei biosimilari”. l’articolo 1 del decreto ministeriale ha stabilito che “è considerato «di evidente convenienza per il Servizio sanitario nazionale». A tal fine, si prendono in considerazione il prezzo del medicinale di riferimento vigente al momento della domanda e il valore medio annuo della spesa complessiva sostenuta dal Servizio sanitario nazionale per il medicinale coperto da tutela brevettuale, compresi eventuali licenziatari, nei tre anni solari che precedono la domanda di rimborsabilità.
E’ considerato «di evidente convenienza per il Servizio sanitario nazionale» il prezzo di vendita di un medicinale generico o di un medicinale biosimilare che presenti un ribasso percentuale, rispetto al prezzo del medicinale di riferimento, almeno pari a quello indicato nella tabella di cui all'allegato A per ciascuno degli scaglioni di fatturato indicati nella tabella medesima.
GARE: la commercializzazione dei farmaci biosimilari può aumentare la competitività dei mercati e quindi produrre prezzi inferiori per le terapie biologiche a brevetto scaduto.
In vista del lancio di un nuovo farmaco è fondamentale costruire un solido PIANO DI MARKET ACCESS REGIONALE facendo leva su una forte collaborazione nel team team tra le varie funzioni aziendali coinvolte (MARKET ACCESS, FIELD FORCE, KAM) per elaborare la migliore strategia di inserimento del farmaco nei prontuari regionali e ridurre così il time to market. La pianificazione di un buon piano di Market access passa attraverso informazioni dettagliate e precise su composizione commissione PTOR, periodicità riunioni commissione PTOR, particolari richieste della commissione (es ACE, BIA, letteratura), mappatura stakeholder regionali e mappe di influenza, progettualità specifiche con stakeholder, dettagli operativi su quantitativi di dossier richiesti per ogni regione.
I progetti di Market Access agiscono anche su Key Opinion Leaders (KOLs) e mirano, direttamente o indirettamente, ad evidenziare un “unmet need” che il nuovo farmaco andrebbe a colmare. Il KOL fungerà così da vettore del valore del nuovo farmaco, delineandosi come Key Influencer sui decisori locali, conoscere quindi il Key Influencer ed i KOL diventa un fattore critico per conferire al progetto il giusto “taglio” e raggiungere così le finalità previste.
Per quanto riguarda i Biosimilari a livello regionale… basta leggere la slide e cmq è su foglio.
A Maggio 2013 , l’aifa ha pubblicato un position paper sui biosimilari in cui esclude la sostituibilità terapeutica demandando la decisione al medico specialista. AIFA suggerisce che la prescrizione di biosimilari dovrebbe essere preferita per il trattamento dei soggetti naive, cosi’ avallando la posizione di diverse autorità regionali che negli scorsi anni hanno emanato direttive a favore dell’indicazione del principio attivo come riferimento anche per le gare di acquisto dei farmaci biologici.
In Italia la posizione dell'AIFA, chiarisce che i medicinali biologici e biosimilari non possono essere considerati alla stregua dei prodotti equivalenti, escludendone quindi la vicendevole sostituibilità terapeutica automatica.
l'AIFA ha deciso di non includere i medicinali biosimilari nelle liste di trasparenza che consentono la sostituibilità automatica tra prodotti equivalenti.
Di conseguenza, la scelta di trattamento con un farmaco biologico di riferimento o con un biosimilare rimane una decisione clinica affidata al medico specialista prescrittore.
L'AIFA considera, tuttavia, che i biosimilari non solo costituiscono un'opzione terapeutica a disposizione dei curanti, ma sono da preferire, qualora costituiscano un vantaggio economico, in particolare per il trattamento dei soggetti "naive"
Attualmente diciassette Regioni hanno adottato un PTR (Prontuario Terapeutico Regionale). In Lombardia, FVG (Friuli Venezia Giulia), Toscana e PA (Provincia Autonoma) di Bolzano non è presente un PTR: in Toscana e FVG il primo livello in cui è usato lo strumento del prontuario è l’area vasta; in altri casi è il livello ospedaliero (Lombardia, Provincia Autonoma di Bolzano). Occorre notare che, nonostante la presenza di un PTR, la Regione Campania riserva alle aziende sanitarie la facoltà di stabilire quali farmaci oncologici siano consentiti all’interno delle strutture e sul territorio, attraverso i Prontuari Terapeutici Ospedalieri (PTO). Nelle altre Regioni in cui esistono prontuari di area vasta (Emilia-Romagna, Marche e Veneto) non esistono prontuari di aziende sanitarie (peraltro in Regione Marche esiste una sola azienda sanitaria regionale - la ASUR - Azienda Sanitaria Unica Regionale).
La gestione del prontuario, sia esso regionale, di area vasta o ospedaliero, è affidata ad una commissione terapeutica, che si occupa della selezione dei farmaci da inserire ai fini del rimborso e delle eventuali sottopopolazioni / condizioni limitative da considerare. Esistono 17 Commissioni Terapeutiche Regionali, 16 Commissioni Terapeutiche di Area Vasta e 184 Commissioni Terapeutiche Locali. Le commissioni sono composte prevalentemente da clinici e farmacisti, anche se tra il 5 e il 20 per cento dei membri delle commissioni risulta avere un profilo professionale di tipo economico, farmacologico o amministrativo.
In riferimento ai biosimilari, il Market Access si trova a dover interagire con i clinici per “informare” su tutto ciò riguarda il farmaco biosimilare in oggetto. Le idee dei medici riguardanti i biosimilari sono confuse, figlie di una cultura troppo legata all’utilizzo dei farmaci originator, o addirittura conseguenza di una mancanza di conoscenza dei nuovi farmaci. La critica più comune che viene mossa da parte dei medici è che i biosimilari hanno un alto potenziale immunogenico anche maggiore a quello degli originator. Il compito del Market Access è quindi quello di effettuare una Segmentazione con messaggi customizzati nella quale i medici vengono divisi in: favorevoli, contrari, indecisi, e in seguito si procede all’informazione.