Il Diritto Processuale Penale dell’Informatica e le Investigazioni InformaticheVincenzo Calabrò
Dal punto di vista normativo, con particolare riferimento alla Ratifica della Convenzione di Budapest del 2001, il Legislatore Italiano ha preso atto dell'evoluzione tecnologica in corso ed ha quindi predisposto gli opportuni interventi legislativi necessari al fine di contrastare il sempre crescente fenomeno della criminalità informatica. Allo stesso tempo, il Legislatore ha previsto adeguati strumenti d'indagine e nuove garanzie processuali con particolare riferimento alle investigazioni informatiche. La costante presenza di apparecchiature informatiche e digitali sulla scena di un crimine, l'importanza delle informazioni in esse contenute, la fragilità e volatilità del dato informatico, l'importanza della corretta acquisizione e gestione delle prove informatiche, anche per il loro uso in dibattimento, sono condizioni che hanno creato il terreno fertile per la nascita di una nuova branca delle scienze forensi, nota come computer forensics 1. Secondo la migliore dottrina, la computer forensics è «la disciplina che si occupa della preservazione, dell'identificazione, dello studio, delle informazioni contenute nei computer, o nei sistemi informativi in generale, al fine di evidenziare l'esistenza di prove utili allo svolgimento dell'attività investigativa» 2. Ogni dispositivo tecnologico rinvenuto sulla scena di un crimine ha due distinti aspetti: quello fisico, ove 1 ZICCARDI e LUPÀRIA sostengono che «contestualmente al mutuamento portato, nelle società, dalle nuove tecnologie e, in particolare, dall'avvento dell'elaboratore elettronico e delle reti, si è verificato un cambiamento nelle modalità di rilevazione, gestione, raccolta ed analisi di elementi che, in senso lato e assolutamente generico, si potrebbero definire fonti di prova, prova, indizio o testimonianza» in LUPARIA-ZICCARDI, Investigazione penale e tecnologia informatica, Milano, 2008, 3 e ss. 2 GHIRARDINI-FAGGIOLI, Computer Forensics, Milano, 2009, 1 e ss., LUPARIA, ZICCARDI, op. cit, 3 e ss. si possono rinvenire impronte digitali e altri elementi di prova tipici degli oggetti di uso comune, e quello logico, costituito dai dati contenuti nella memoria del dispositivo. L'esperto di computer forensics che si occupa di identificare, analizzare e produrre in giudizio delle prove informatiche, pertanto, deve possedere una specifica competenza ed esperienza in ambito informatico e telematico ed anche una buona conoscenza delle norme processuali attinenti principalmente le fasi di perquisizione, ispezione e sequestro.
https://www.vincenzocalabro.it
PREMESSE L'indagine digitale e le questioni ad essa sottese, in particolare i metodi e le procedure per l'acquisizione e soprattutto la valenza probatoria ed i parametri di valutazione, hanno sollevato sin dagli inizi, e ancora sollevano, dubbi applicativi e contrasti interpretativi. Certamente la prova digitale, caratterizzata dalla immaterialità, modificabilità e volatilità, presenta agli operatori del diritto problematiche nuove, sia nella fase della individuazione ed acquisizione, sia nella fase della valutazione dell'efficacia probatoria in giudizio. Una causa delle difficoltà operative che hanno caratterizzato i primi approcci con il nuovo mezzo di prova, può essere sicuramente ricondotta ad una forte carenza normativa: il codice di procedura penale, difatti, nulla prevede in tema. Tuttavia, l'assenza di norme specifiche da sola non giustifica gli empasse applicativi, giurisdizionali ed interpretativi che ne sono seguiti 1. La conoscenza della materia, cioè del mezzo informatico e delle sue principali caratteristiche, unitamente ad una interpretazione aderente ai principi fondamentali ed alle garanzie stabiliti dal codice di procedura penale, possono essere validi strumenti per affrontare un tema così discusso. Un altro elemento che può essere concausa degli attuali dubbi interpretativi è la prolungata assenza di un coordinamento istituzionale ed il mancato consolidarsi all'interno della polizia giudiziaria e degli organi inquirenti di uniformi best practices 2 : sia in materia di disciplina legale della prova digitale, sia per quanto concerne il coordinamento e la formazione degli operatori di polizia giudiziaria, almeno inizialmente l'Italia è rimasta indietro rispetto non solo agli USA, patria della computer forensics, ma anche alla maggior parte dei paesi europei. La versione aggiornata al 2003 del CSIRT Handbook of Legislative Procedures of Computer and Network Misuse in EU Countries riportava una situazione poco confortante per l'Italia: la disciplina della forensics 1 Luparia, L., Diffusione di virus e accesso abusivo a sistemi telematici. Il caso "Vierika": un'interessante pronuncia in materia di virus informatici e prova penale digitale-I profili processuali, 2006, pp. 156: «... i princìpi consolidati della teoria processuale possono spesso essere sufficienti per risolvere le questioni connesse al nuovo fenomeno delle indagini informatiche e che, anzi, l'eccessivo scostamento dallo ius commune iudiciale, perseguito da chi sostiene la bandiera di una presunta "autonomia sistematica" delle operazioni di computer forensics.
https://www.vincenzocalabro.it
Intercettazioni: guida alle nuove norme per i providerBabel
Il TechAdvisor Michelangelo Uberti presenta la guida aggiornata alle prestazioni obbligatorie per le Autorità Giudiziarie applicate alle piattaforme di posta elettronica. Le nuove misure, pubblicate a luglio dal Garante per la Privacy, sono state progettate per incrementare la sicurezza dei dati personali raccolti e usati nello svolgimento delle intercettazioni.
La guida Babel si concentra sugli obblighi dei provider e spiega in dettaglio le novità, a cominciare dall’uso della PEC, diventato obbligatorio per l’invio delle mail intercettate. I dati inviati via mail o con supporto removibile dovranno essere necessariamente cifrati e tutti gli amministratori che hanno accesso ai dati giudiziari dovranno utilizzare la strong authentication.
Per conoscere in dettaglio il nuovo provvedimento vi invitiamo a scaricare l’articolo completo. Per maggiori informazioni potete contattare un nostro TechAdvisor utilizzando il modulo “Serve aiuto?” del nostro Centro Risorse http://www.babel.it/it/centro-risorse.html
Le novità della normativa italiana in tema di trasparenzaros2004
Il principio giuridico della trasparenza è stato oggetto di una seria evoluzione nel corso degli ultimi 20 anni, che ha seguito di pari passo l’evoluzione della Pubblica Amministrazione italiana e delle norme che la regolano. La trasparenza può essere il fine al quale giungere attraverso strumenti quali la pubblicità o il diritto di accesso, oppure può essere essa stessa uno strumento per evitare fenomeni quali la corruzione o l’elusione del principio di concorrenza. Il D.Lgs. 150/2009, le delibere della CIVIT, il Nuovo CAD affrontano il principio della trasparenza sotto varie dimensioni. Ma il principio è presente anche nella normativa sulla Comunicazione, sulla Semplificazione, sul Procurement.
Obiettivo del webinar è dunque illustrare le varie declinazioni del principio giuridico della trasparenza, in particolar modo quello relativo alla recente normativa, con la presentazione di alcune indicazioni su come un’amministrazione può essere effettivamente “trasparente”.
Il Diritto Processuale Penale dell’Informatica e le Investigazioni InformaticheVincenzo Calabrò
Dal punto di vista normativo, con particolare riferimento alla Ratifica della Convenzione di Budapest del 2001, il Legislatore Italiano ha preso atto dell'evoluzione tecnologica in corso ed ha quindi predisposto gli opportuni interventi legislativi necessari al fine di contrastare il sempre crescente fenomeno della criminalità informatica. Allo stesso tempo, il Legislatore ha previsto adeguati strumenti d'indagine e nuove garanzie processuali con particolare riferimento alle investigazioni informatiche. La costante presenza di apparecchiature informatiche e digitali sulla scena di un crimine, l'importanza delle informazioni in esse contenute, la fragilità e volatilità del dato informatico, l'importanza della corretta acquisizione e gestione delle prove informatiche, anche per il loro uso in dibattimento, sono condizioni che hanno creato il terreno fertile per la nascita di una nuova branca delle scienze forensi, nota come computer forensics 1. Secondo la migliore dottrina, la computer forensics è «la disciplina che si occupa della preservazione, dell'identificazione, dello studio, delle informazioni contenute nei computer, o nei sistemi informativi in generale, al fine di evidenziare l'esistenza di prove utili allo svolgimento dell'attività investigativa» 2. Ogni dispositivo tecnologico rinvenuto sulla scena di un crimine ha due distinti aspetti: quello fisico, ove 1 ZICCARDI e LUPÀRIA sostengono che «contestualmente al mutuamento portato, nelle società, dalle nuove tecnologie e, in particolare, dall'avvento dell'elaboratore elettronico e delle reti, si è verificato un cambiamento nelle modalità di rilevazione, gestione, raccolta ed analisi di elementi che, in senso lato e assolutamente generico, si potrebbero definire fonti di prova, prova, indizio o testimonianza» in LUPARIA-ZICCARDI, Investigazione penale e tecnologia informatica, Milano, 2008, 3 e ss. 2 GHIRARDINI-FAGGIOLI, Computer Forensics, Milano, 2009, 1 e ss., LUPARIA, ZICCARDI, op. cit, 3 e ss. si possono rinvenire impronte digitali e altri elementi di prova tipici degli oggetti di uso comune, e quello logico, costituito dai dati contenuti nella memoria del dispositivo. L'esperto di computer forensics che si occupa di identificare, analizzare e produrre in giudizio delle prove informatiche, pertanto, deve possedere una specifica competenza ed esperienza in ambito informatico e telematico ed anche una buona conoscenza delle norme processuali attinenti principalmente le fasi di perquisizione, ispezione e sequestro.
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PREMESSE L'indagine digitale e le questioni ad essa sottese, in particolare i metodi e le procedure per l'acquisizione e soprattutto la valenza probatoria ed i parametri di valutazione, hanno sollevato sin dagli inizi, e ancora sollevano, dubbi applicativi e contrasti interpretativi. Certamente la prova digitale, caratterizzata dalla immaterialità, modificabilità e volatilità, presenta agli operatori del diritto problematiche nuove, sia nella fase della individuazione ed acquisizione, sia nella fase della valutazione dell'efficacia probatoria in giudizio. Una causa delle difficoltà operative che hanno caratterizzato i primi approcci con il nuovo mezzo di prova, può essere sicuramente ricondotta ad una forte carenza normativa: il codice di procedura penale, difatti, nulla prevede in tema. Tuttavia, l'assenza di norme specifiche da sola non giustifica gli empasse applicativi, giurisdizionali ed interpretativi che ne sono seguiti 1. La conoscenza della materia, cioè del mezzo informatico e delle sue principali caratteristiche, unitamente ad una interpretazione aderente ai principi fondamentali ed alle garanzie stabiliti dal codice di procedura penale, possono essere validi strumenti per affrontare un tema così discusso. Un altro elemento che può essere concausa degli attuali dubbi interpretativi è la prolungata assenza di un coordinamento istituzionale ed il mancato consolidarsi all'interno della polizia giudiziaria e degli organi inquirenti di uniformi best practices 2 : sia in materia di disciplina legale della prova digitale, sia per quanto concerne il coordinamento e la formazione degli operatori di polizia giudiziaria, almeno inizialmente l'Italia è rimasta indietro rispetto non solo agli USA, patria della computer forensics, ma anche alla maggior parte dei paesi europei. La versione aggiornata al 2003 del CSIRT Handbook of Legislative Procedures of Computer and Network Misuse in EU Countries riportava una situazione poco confortante per l'Italia: la disciplina della forensics 1 Luparia, L., Diffusione di virus e accesso abusivo a sistemi telematici. Il caso "Vierika": un'interessante pronuncia in materia di virus informatici e prova penale digitale-I profili processuali, 2006, pp. 156: «... i princìpi consolidati della teoria processuale possono spesso essere sufficienti per risolvere le questioni connesse al nuovo fenomeno delle indagini informatiche e che, anzi, l'eccessivo scostamento dallo ius commune iudiciale, perseguito da chi sostiene la bandiera di una presunta "autonomia sistematica" delle operazioni di computer forensics.
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Intercettazioni: guida alle nuove norme per i providerBabel
Il TechAdvisor Michelangelo Uberti presenta la guida aggiornata alle prestazioni obbligatorie per le Autorità Giudiziarie applicate alle piattaforme di posta elettronica. Le nuove misure, pubblicate a luglio dal Garante per la Privacy, sono state progettate per incrementare la sicurezza dei dati personali raccolti e usati nello svolgimento delle intercettazioni.
La guida Babel si concentra sugli obblighi dei provider e spiega in dettaglio le novità, a cominciare dall’uso della PEC, diventato obbligatorio per l’invio delle mail intercettate. I dati inviati via mail o con supporto removibile dovranno essere necessariamente cifrati e tutti gli amministratori che hanno accesso ai dati giudiziari dovranno utilizzare la strong authentication.
Per conoscere in dettaglio il nuovo provvedimento vi invitiamo a scaricare l’articolo completo. Per maggiori informazioni potete contattare un nostro TechAdvisor utilizzando il modulo “Serve aiuto?” del nostro Centro Risorse http://www.babel.it/it/centro-risorse.html
Le novità della normativa italiana in tema di trasparenzaros2004
Il principio giuridico della trasparenza è stato oggetto di una seria evoluzione nel corso degli ultimi 20 anni, che ha seguito di pari passo l’evoluzione della Pubblica Amministrazione italiana e delle norme che la regolano. La trasparenza può essere il fine al quale giungere attraverso strumenti quali la pubblicità o il diritto di accesso, oppure può essere essa stessa uno strumento per evitare fenomeni quali la corruzione o l’elusione del principio di concorrenza. Il D.Lgs. 150/2009, le delibere della CIVIT, il Nuovo CAD affrontano il principio della trasparenza sotto varie dimensioni. Ma il principio è presente anche nella normativa sulla Comunicazione, sulla Semplificazione, sul Procurement.
Obiettivo del webinar è dunque illustrare le varie declinazioni del principio giuridico della trasparenza, in particolar modo quello relativo alla recente normativa, con la presentazione di alcune indicazioni su come un’amministrazione può essere effettivamente “trasparente”.
Firmata una convenzione con l'Ente di certificazione dei Valutatori Immobiliari del Politecnico di Milano, unico ente pubblico, e l'Ordine Ingegneri Milano, in merito ai costi dell'ottenimento della certificazione e del suo mantenimento.
Dal 4 al 14 luglio si svolge l'ultima sessione di votazioni, senza quorum, per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine di Milano.
E' un diritto/dovere da non trascurare!
Se desiderate un Ordine che si occupi di linee guida per i compensi, di industria 4.0, di certificazione delle competenze, di formazione anche via webinar , che sieda ai tavoli tecnici di Regione e Comune con un peso sempre maggiore, la squadra INGEGNERI PER MILANO ha, oltre a questi obiettivi, altri che potete trovare sul programma allegato o sul sito
http://ingegneripermilano.it/index.php
Dal 4 al 14 luglio si svolge l'ultima sessione di votazioni, senza quorum, per il rinnovo del Consiglio dell'Ordine di Milano.
E' un diritto/dovere da non trascurare!
Se desiderate un Ordine che si occupi di linee guida per i compensi, di industria 4.0, di certificazione delle competenze, di formazione anche via webinar , che sieda ai tavoli tecnici di Regione e Comune con un peso sempre maggiore, la squadra INGEGNERI PER MILANO ha, oltre a questi obiettivi, altri che potete trovare sul programma allegato o sul sito
http://ingegneripermilano.it/index.php
L’art.16-bis del D.L.18 ottobre 2012 ha decretato, a partire
dal 30 giugno 2014, l’obbligatorietà del deposito
telematico degli atti processuali, inclusi tutti gli atti
CTU. Il seminario, destinato a tutti i professionisti che
rivestono il ruolo di ausiliario del Giudice, vuole
illustrare gli strumenti necessari e propedeutici per
accedere ai registri di cancelleria e ai fascicoli di
cause nonché quelli necessari per depositi telematici
da parte dei CTU.
1. Corso base per Consulenti Tecnici
nelle procedure giudiziarie
MODULO 4
Le nuove procedure
RELATORE
Ing. Gabriella Parlante
Libero professionista, Qing,II forense
Il processo telematico
CORSO DI AGGIORNAMENTO
PROFESSIONALE
26 maggio
2. Si presenta la nuova modalità telematica di interfaccia con i vari
soggetti che governano i processi giudiziari (Giudici, Cancellieri,
parti, ...) denominata processo civile telematico o PCT.
Sono fornite le informazioni relative al funzionamento del PCT
ed al suo sviluppo su base nazionale, agli strumenti propedeutici
per operare come CTU, agli obblighi ed ai termini di legge.
Sono inoltre indicate le fasi da seguire per il deposito di un atto
giudiziario, ivi comprese le caratteristiche che necessariamente
devono avere i files da trasmettere e le verifiche di corretta
trasmissione.
Ing. Gabriella Parlante
CORSO DI AGGIORNAMENTO
PROFESSIONALE
26 maggio