Discorso di Piero Torretta - Presidente UNI - al convegno UNI ACCREDIA "UNI ISO 37001 sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione" del 3 febbraio 2017
Appunti per lo sviluppo dell'economia locale su base democratica e "spirituale", cercando perciò di massimizzare lo sviluppo collettivo in armonia con quello individuale. Difendendosi nel contempo dall'economia di mercato, vista come in competizione con la sovranità delle popolazioni locali.
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Intervento del Presidente della Repubblica Mattarella alla 32esima assemblea ...Gianguido Passoni
Intervento integrale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 32esima Assemblea Nazionale dell'ANCi svoltasi a torino dal 28 al 30 ottobre 2015
Il depotenziamento dell’università italianaGabriele Guidi
Sintesi delle iniziative governative degli ultimi due anni, mirate a depotenziare l'università pubblica Italiana. Presentato in occasione dell'iniziativa Design NO Stop, presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano.
Istruzione, formazione e mondo del lavoro (notiziario snfia n.70)Carla Spandonaro
Quando si parla di realizzazione professionale di un
individuo all’interno della società in cui è calato – ovvero
della possibilità di coniugare istruzione e formazione
costruite nei decenni con una occupazione che
valorizzi l’esperienza acquisita – ci si confronta con
una situazione non sempre chiara: seppur sancita nei
propositi, talvolta disattesa nei fatti.
Non è facile immaginare una società in cui l'organizzazione industriale sia equilibrata e compensata da modi di produzione complementari, distinti e ad alto rendimento. Siamo talmente deformati dalle abitudini industriali che non osiamo più scrutare il campo del possibile, e l'idea di rinunciare alla produzione di massa di tutti gli articoli e servizi è per noi come un ritorno alle catene del passato o al mito del buon selvaggio. Ma se vogliamo ampliare il nostro angolo di visuale, adeguandolo alle dimensioni della realtà, dobbiamo ammettere che non esiste un unico modo di utilizzare le scoperte scientifiche, ma per lo meno due, tra loro antinomici.
C'è un uso della scoperta che conduce alla specializzazione dei compiti, alla istituzionalizzazione dei valori, alla centralizzazione del potere: l'uomo diviene l'accessorio della megamacchina, un ingranaggio della burocrazia. Ma c'è un secondo modo di mettere a frutto I invenzione, che accresce il potere e il sapere di ognuno, consentendo a ognuno di esercitare la propria creatività senza per questo negare lo stesso spazio d'iniziativa e di produttività agli altri.
Se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iperindustriale, dobbiamo riconoscere l'esistenza di scale e limiti naturali. L'equilibrio della vita si dispiega in varie dimensioni; fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti. Esistono delle soglie che non si possono superare. La macchina non ha soppresso la schiavitù umana, ma le ha dato una diversa configurazione. Infatti, superato il limite, lo strumento da servitore diviene despota. Oltrepassata la soglia, la società diventa scuola, ospedale, prigione, e comincia la grande reclusione. Occorre individuare esattamente dove si trova, per ogni componente dell'equilibrio globale, questo limite critico. Sarà allora possibile articolare in modo nuovo la millenaria triade dell'uomo, dello strumento e della società. Chiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni.
Fonte http://periferiesurbanes.org/wp-content/uploads/2010/08/La-Convivialit%C3%A0.pdf
Discorso di Piero Torretta - Presidente UNI - al convegno UNI ACCREDIA "UNI ISO 37001 sistemi di gestione per la prevenzione della corruzione" del 3 febbraio 2017
Appunti per lo sviluppo dell'economia locale su base democratica e "spirituale", cercando perciò di massimizzare lo sviluppo collettivo in armonia con quello individuale. Difendendosi nel contempo dall'economia di mercato, vista come in competizione con la sovranità delle popolazioni locali.
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Intervento del Presidente della Repubblica Mattarella alla 32esima assemblea ...Gianguido Passoni
Intervento integrale del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della 32esima Assemblea Nazionale dell'ANCi svoltasi a torino dal 28 al 30 ottobre 2015
Il depotenziamento dell’università italianaGabriele Guidi
Sintesi delle iniziative governative degli ultimi due anni, mirate a depotenziare l'università pubblica Italiana. Presentato in occasione dell'iniziativa Design NO Stop, presso la Facoltà del Design del Politecnico di Milano.
Istruzione, formazione e mondo del lavoro (notiziario snfia n.70)Carla Spandonaro
Quando si parla di realizzazione professionale di un
individuo all’interno della società in cui è calato – ovvero
della possibilità di coniugare istruzione e formazione
costruite nei decenni con una occupazione che
valorizzi l’esperienza acquisita – ci si confronta con
una situazione non sempre chiara: seppur sancita nei
propositi, talvolta disattesa nei fatti.
Non è facile immaginare una società in cui l'organizzazione industriale sia equilibrata e compensata da modi di produzione complementari, distinti e ad alto rendimento. Siamo talmente deformati dalle abitudini industriali che non osiamo più scrutare il campo del possibile, e l'idea di rinunciare alla produzione di massa di tutti gli articoli e servizi è per noi come un ritorno alle catene del passato o al mito del buon selvaggio. Ma se vogliamo ampliare il nostro angolo di visuale, adeguandolo alle dimensioni della realtà, dobbiamo ammettere che non esiste un unico modo di utilizzare le scoperte scientifiche, ma per lo meno due, tra loro antinomici.
C'è un uso della scoperta che conduce alla specializzazione dei compiti, alla istituzionalizzazione dei valori, alla centralizzazione del potere: l'uomo diviene l'accessorio della megamacchina, un ingranaggio della burocrazia. Ma c'è un secondo modo di mettere a frutto I invenzione, che accresce il potere e il sapere di ognuno, consentendo a ognuno di esercitare la propria creatività senza per questo negare lo stesso spazio d'iniziativa e di produttività agli altri.
Se vogliamo poter dire qualcosa sul mondo futuro, disegnare i contorni di una società a venire che non sia iperindustriale, dobbiamo riconoscere l'esistenza di scale e limiti naturali. L'equilibrio della vita si dispiega in varie dimensioni; fragile e complesso, non oltrepassa certi limiti. Esistono delle soglie che non si possono superare. La macchina non ha soppresso la schiavitù umana, ma le ha dato una diversa configurazione. Infatti, superato il limite, lo strumento da servitore diviene despota. Oltrepassata la soglia, la società diventa scuola, ospedale, prigione, e comincia la grande reclusione. Occorre individuare esattamente dove si trova, per ogni componente dell'equilibrio globale, questo limite critico. Sarà allora possibile articolare in modo nuovo la millenaria triade dell'uomo, dello strumento e della società. Chiamo società conviviale una società in cui lo strumento moderno sia utilizzabile dalla persona integrata con la collettività, e non riservato a un corpo di specialisti che lo tiene sotto il proprio controllo. Conviviale è la società in cui prevale la possibilità per ciascuno di usare lo strumento per realizzare le proprie intenzioni.
Fonte http://periferiesurbanes.org/wp-content/uploads/2010/08/La-Convivialit%C3%A0.pdf
2. Presentazione
L’idea della “Scuola di politica” nasce dalla necessita di ovviare alla approssimazione con
cui si parla di politica ai nostri giorni.
Chi amministra le Istituzioni dovrebbe conoscere perfettamente quelli che sono i
meccanismi che regolano i rapporti tra le persone e quali sono le conseguenze, positive o
negative, provocate da una scelta.
Non vogliamo entrare nel merito delle scelte indicando quale, secondo ciascuno
di noi, possa essere la scelta migliore. Siamo del convincimento che non esiste una “scelta
migliore” , ma semplicemente quella che più si avvicina al soddisfacimento dei bisogni
dei singoli. La somma delle scelte consapevoli dei singoli fa trovare la soluzione migliore.
E’ proprio sulla parola “CONSAPEVOLE” che questa iniziativa vuole dare il suo
contributo!
Non è tollerabile infatti che una persona di destra non sappia cosa sia una tassa
patrimoniale e una persona di sinistra non sappia cosa siano i trasferimenti dello stato
(pensioni e incentivi).
E’ inconcepibile che la maggioranza della popolazione consideri solo due sistemi
politici : Liberalismo e Collettivismo.
Alla fine del corso non vogliamo avere dei laureati in scienze politiche ma persone Libere
capaci di valutare, col dovuto senso critico, le scelte che fanno o che vengono fatte sulle
loro spalle.
3. PROGRAMMA DEI CORSI
I sistemi di amministrazione della collettività
Concetto di Stato e concetto di Nazione (storia del concetto
di Stato e di nazione)
Potere legislativo, Potere Esecutivo e Potere Giudiziario. (i
tre poteri nei vari orientamenti politici)
L’Amministrazione dello Stato
(Monarchia, Aristocrazia, Oligarchia, Democrazia)
Monarchia Assoluta e Monarchia Costituzionale
Aristocrazia (Governo dei Giudici, Governo degli Optimati
e Governo dei Filosofi)
Oligarchia (Governo dei ceti abbienti, Caste e lobby)
Democrazia (assembleare e rappresentativa)
Parlamento, Dieta, Camera dei rappresentanti
4. PROGRAMMA DEI CORSI
Le ideologie e i sistemi politici
Aristocrazia
Liberalismo
Teocrazia
Totalitarismo
Imperialismo
5. PROGRAMMA DEI CORSI
Il mondo del lavoro
Il mondo dei lavoratori
I sindacati
Il modo dell’industria e del padronato
La Confindustria
Il paternalismo industriale
Il Latifondismo
L’economia bancaria e la spersonificazione dell’economia
Le Corporazioni
Le Cooperative
La Riconversione industriale
Il fallimento dei Piani quinquennali Sovietici
6. PROGRAMMA DEI CORSI
Macroeconomia ed intervento dello Stato
Stato Sociale e Stato Solidale
Il Volontariato Sociale
Trasferimenti
Leva Economica e Leva Finanziaria
Edilizia Sociale
7. PROGRAMMA DEI CORSI
I bisogni dell’uomo
Sicurezza
Alimentazione
Approvvigionamento Idrico
Energia
Smaltimento dei Rifiuti.
8. Attestazioni ed Esami
È previsto il rilascio di un attestato di frequenza per ogni
lezione.
Il ciclo di lezioni si concluderà con un test a risposta
multipla con un minimo di tre domande a lezione fino ad
un massimo di nove domande
Il risultato finale verrà comunicato in busta chiusa ad ogni
partecipante senza alcuna indicazione della posizione in
graduatoria.
Possono accedere agli esami coloro che hanno frequentato
almeno 10/15 delle lezioni.
Coloro che hanno risposto correttamente al 60% delle
domande otterranno l’attestato finale.