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Esportare
prodotti
alimentari: 3
strategie per
vincere
nell'export
di Pisani Food Marketing
made with
Vuoi esportare prodotti
alimentari?
Beh, diciamocelo: siamo
fortunati, noi Italiani.
Vendiamo prodotti che
provengono da uno dei paesi
considerati migliori per la qualità
del cibo.
Abbiamo secoli di storia culinaria
alle nostre spalle, un'immagine
estremamente positiva, e dei
prodotti obiettivamente
superiori.
Allora, perché non
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all'estero?
In effetti, ci sono molte aziende
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Però, ovviamente, questo non
vale per tutte le aziende,
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L'export agroalimentare Italiano,
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Ci sono infatti prodotti
agroalimentari che farebbero
fatica a trovare spazio all'estero
(beh, vendere un acqua minerale
in tutto il mondo è un impresa
che solo Nestlè e pochi altri
possono affrontare con qualche
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Ma tante PMI hanno la fortuna di
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Se questo è il tuo caso,
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Guarda all'estero: vendere
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te, è un'impresa possibile.
Viaggia, visita i supermercati nei
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organizzarsi per vendere
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all'estero?
Inizia con il valutare quali sono i
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tipologia di prodotti.
E scegli di iniziare magari in un
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presenza lì.
Questo può sembrare ovvio, ma
per molte aziende esportare
significa cercare di piantare più
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e non invece costruire una
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Non farti tentare: anche qui,
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Se non hai troppe risorse
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hai tre modi rapidi di
procedere (devi solo,
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attivo, che fungerà da
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da visita)
Il primo modo di
esportare prodotti
alimentari Italiani è
contattare direttamente
le principali catene della
GDO del paese in cui
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Funziona un po' come in Italia,
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ti chiederanno meno sconti e
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Per poter sperare di avere
successo, sicuramente devi
poter proporre prodotti di ottima
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Dovrai poi attrezzarti con
etichette conformi alla legge del
paese di destinazione (ad
esempio, con gli ingredienti
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legge locale), ed in grado di
trasmettere bene i plus del tuo
prodotto a consumatori stranieri:
ricordati, anche all'estero il
packaging è il miglior strumento
di vendita per i tuoi prodotti.
Parlando con retailer stranieri, ti
si potrebbe anche aprire la
possibilità di produrre con la
marca della catena, come co-
packer.
Ascolta bene eventuali richieste
del genere: in ogni parte del
mondo le marche dei distributori
stanno crescendo, ed in alcuni
paesi già quasi metà dei prodotti
agroalimentari sono venduti
sotto forma di private labels.
E non credere che produrre a
marca dei retailer significhi solo
prezzi bassi: molte catene hanno
linee premium di marche private,
linee a cui stanno dando tra
l'altro sempre più peso nella loro
offerta, e che richiedono tanta
qualità più che prezzi molto
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L'opportunità per te, quindi, è
ghiotta.
Certo, le catene importanti sono
molto esigenti, in termini di
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necessarie, e servizio che dovrai
assicurargli.
Tieniti pronto a dover ospitare
nella tua sede buyer e
responsabili qualità, che
provvederanno ad effettuare
audit spesso molto approfonditi
dei tuoi processi produttivi e dei
controlli che effettui sulla tua
produzione.
Diventare fornitore di private
label di una grande catena
all'estero può essere un processo
estenuante (intendiamoci, non
molto diverso da quello
necessario per fornire la marca
privata di una grande catena
italiana, ma qui in più hai la
complicazione della lingua).
Però, ad evidenza, il gioco vale
assolutamente la candela.
UN AZIENDA
FOCALIZZATA
SULLA
PRODUZIONE DI
PRIVATE LABEL ALL'ESTERO
La Doria vende più dell'80% dei
suoi prodotti sotto forma di
private label per catene di
supermercati esteri. L'azienda è
presente principalmente in Gran
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Scandinavia, Giappone ed
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anche in altri mercati.
Il secondo modo per
esportare prodotti
alimentari è cercare un
importatore/distributore
per i tuoi prodotti, cioè
un'azienda che è
disposta a comprare i
tuoi prodotti ed a
rivenderli sul suo
mercato di riferimento (o
a lavorare come un
agente, con una
provvigione sulle tue
vendite).
Una volta scelto il tuo paese
obiettivo, puoi cercare qualche
nome di importatore di prodotti
alimentari su internet (o qualche
organizzazione di importatori,
come ad esempio ESMA
www.esma.org).
Se partecipi a fiere all'estero,
poi, questa ricerca ti sarà ancora
più facile, tramite contatto
diretto o i servizi di matching che
alcune fiere propongono.
Tieni conto, però, che i
distributori di prodotti alimentari
più forti, quelli meglio introdotti
nel trade del loro paese, quelli
con le reti di vendita più grandi
ed organizzate, sono inondati da
richieste che provengono loro da
tutto il mondo.
Per cui, riuscire a rendersi
interessanti per questi
distributori è difficile ma
fondamentale.
Se, però hai una marca ben
differenziata e distintiva, ed
un'offerta di prodotto basata su
ciò che consumatori e trade sono
interessati ad acquistare, sei
sicuramente ad un buon punto di
partenza per avere successo
nell'export.
Prima però di tuffarti alla ricerca
di un distributore, dovresti
quantomeno:
Raccogliere informazioni sul
mercato del distributore,
visitando se possibile qualche
punto vendita, o perlomeno gli
store online delle principali
catene sul mercato
Definire bene i tuoi prezzi di
vendita, tenendo conto che ti
sarà comunque richiesto un
certo livello di investimento
per lanciare i tuoi prodotti sul
mercato; e che, ovviamente, il
distributore vorrà essere
remunerato per le vendite dei
tuoi prodotti
Preparare dei materiali di
vendita (presentazioni,
brochure, un sito in inglese)
per presentare al meglio la tua
offerta
Avere un contratto standard
(in inglese) da proporre al
potenziale partner (qui,
ovviamente, fatti aiutare dal
tuo avvocato)
Ben preparato e con le idee
chiare, puoi procedere a
contattare i distributori che hai
selezionato, via mail, mettendo
bene in chiaro i punti di forza
della tua offerta e cercando di
spiegare al distributore quali
sono le caratteristiche principali
ed i plus della tua marca.
Allega la presentazione dei tuoi
prodotti, o un link al tuo sito.
E preparati poi, se il distributore
risponderà interessato, ad un
viaggio nel paese di
destinazione, per conoscere
personalmente i tuo interlocutori
ed impostare le condizioni per
iniziare un rapporto
commerciale.
UN' AZIENDA CHE VENDE
QUASI SOLO ALL'ESTERO
Pasta Zara
realizza circa il
90% del suo
fatturato
all'estero. Il 14.5% della pasta
secca italiana consumata nel
mondo è infatti prodotta
dall'azienda di Treviso, che è
presente in 106 paesi in totale.
Un grande esempio di azienda
che ha costruito il suo successo
all'estero!
Il terzo modo per
esportare prodotti
alimentari è cominciare a
vendere i tuoi prodotti
online.
Anche questa può essere una
strada promettente.
La propensione all'acquisto
online di prodotti alimentari è
infatti molto più alta all'estero
che in Italia.
In paesi come Gran Bretagna o
Stati Uniti ormai molte vendite di
prodotti alimentari sono
effettuate proprio online.
Per vendere prodotti alimentari
all'estero online ci sono varie vie:
il tuo sito privato di e-
commerce, che ovviamente in
questo caso dovrà essere
strutturato con un buon
numero di lingue straniere; ed
in più dovrai organizzarti per
riuscire a spedire i tuoi
prodotti in maniera efficiente
in tutto il mondo, o perlomeno
nei paesi che hai deciso di
servire
l'utilizzo dei siti delle catene
tue clienti: catene come Tesco
vendono già una buona
percentuale dei prodotti in
assortimento tramite il canale
online, e queste percentuali
sono più o meno dappertutto
in crescita
siti “aggregatori" di offerte di
prodotti Italiani all'estero, di
origine italiana (come
eataly.net) o meno (ad
esempio, igourmet.com ospita
una sezione dedicata all'Italian
Food)
In più, per far arrivare la tua
offerta sulle tavole dei
consumatori stranieri puoi
trovare un grande alleato in
Amazon.
Si, proprio quello, la piattaforma
di e-commerce più importante al
mondo.
Tramite Amazon puoi esportare
prodotti alimentari in molti paesi
senza doverti preoccupare di
dover aprire un tuo sito od
organizzare le spedizioni (dovrai
spedire le tue merci alle
piattaforme logistiche di Amazon
e poi ci penseranno loro).
Certo, Amazon si fa pagare per il
suo servizio (con una % sulle
vendite ed un fee fisso) ma ti
permette di espandere le tue
vendite con relativamente pochi
sforzi.
Tante aziende Italiane, dalle più
grandi (come Barilla, Lavazza e
altre ancora) alle più piccole, già
utilizzano la piattaforma di
Amazon in questo modo.
Queste sono le 3 vie più
rapide e a basso costo per
iniziare a esportare prodotti
alimentari.
Oltre a queste, ovviamente, puoi
seguirne altre, molto più
impegnative, come aprire una
sede in un paese straniero, o
stipulare accordi joint venture
con operatori locali.
Qualunque sia la via che
sceglierai di percorrere, sappi
che nulla sarà facile – ma se hai
l'offerta di prodotto giusta, devi
assolutamente iniziare a
pensarci.
Dai una bella priorità ad
organizzare il tuo
export.. e se hai bisogno
di una mano per
sviluppare le tue vendite
all'estero, dai
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vendite estero di Pisani
Food Marketing!
L'articolo Esportare prodotti alimentari: 3
strategie per vincere nell'export
agroalimentare è tratto da Pisani Food
Marketing.
Esportare
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alimentari: 3
strategie
per vincere
nell’export
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Dai un'occhiata al servizio vendite estero di Pisani
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  • 2. Vuoi esportare prodotti alimentari? Beh, diciamocelo: siamo fortunati, noi Italiani. Vendiamo prodotti che provengono da uno dei paesi considerati migliori per la qualità del cibo. Abbiamo secoli di storia culinaria alle nostre spalle, un'immagine estremamente positiva, e dei prodotti obiettivamente superiori. Allora, perché non sfruttare tutto ciò per esportare prodotti alimentari Italiani all'estero? In effetti, ci sono molte aziende che hanno fondato gran parte del loro successo sull'export. Però, ovviamente, questo non vale per tutte le aziende, purtroppo. L'export agroalimentare Italiano, altrimenti, sarebbe ben maggior. Ci sono infatti prodotti agroalimentari che farebbero fatica a trovare spazio all'estero (beh, vendere un acqua minerale in tutto il mondo è un impresa che solo Nestlè e pochi altri possono affrontare con qualche speranza di successo). Ma tante PMI hanno la fortuna di disporre di ottimi prodotti ricercati ed apprezzati in tutto il mondo. 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Se non hai troppe risorse da dedicare a sviluppare le tue vendite all'estero, hai tre modi rapidi di procedere (devi solo, ovviamente, conoscere l'inglese o la lingua del paese a cui ti vuoi rivolgere; ed avere un buon sito multilingue attivo, che fungerà da tua brochure e biglietto da visita) Il primo modo di esportare prodotti alimentari Italiani è contattare direttamente le principali catene della GDO del paese in cui vuoi vendere i tuoi prodotti. Funziona un po' come in Italia, con tutta la trafila necessaria (salvo, forse, che in alcuni paesi ti chiederanno meno sconti e listing fees, ma più investimenti in iniziative di supporto al sell- out). Per poter sperare di avere successo, sicuramente devi poter proporre prodotti di ottima qualità. Dovrai poi attrezzarti con etichette conformi alla legge del paese di destinazione (ad esempio, con gli ingredienti tradotti nella lingua del paese, o in una delle lingue richieste dalla legge locale), ed in grado di trasmettere bene i plus del tuo prodotto a consumatori stranieri: ricordati, anche all'estero il packaging è il miglior strumento di vendita per i tuoi prodotti. Parlando con retailer stranieri, ti si potrebbe anche aprire la possibilità di produrre con la marca della catena, come co- packer. Ascolta bene eventuali richieste del genere: in ogni parte del mondo le marche dei distributori stanno crescendo, ed in alcuni paesi già quasi metà dei prodotti agroalimentari sono venduti sotto forma di private labels. E non credere che produrre a marca dei retailer significhi solo prezzi bassi: molte catene hanno linee premium di marche private, linee a cui stanno dando tra l'altro sempre più peso nella loro offerta, e che richiedono tanta qualità più che prezzi molto bassi. L'opportunità per te, quindi, è ghiotta. Certo, le catene importanti sono molto esigenti, in termini di qualità richiesta, certificazioni necessarie, e servizio che dovrai assicurargli. Tieniti pronto a dover ospitare nella tua sede buyer e responsabili qualità, che provvederanno ad effettuare audit spesso molto approfonditi dei tuoi processi produttivi e dei controlli che effettui sulla tua produzione. Diventare fornitore di private label di una grande catena all'estero può essere un processo estenuante (intendiamoci, non molto diverso da quello necessario per fornire la marca privata di una grande catena italiana, ma qui in più hai la complicazione della lingua). Però, ad evidenza, il gioco vale assolutamente la candela. UN AZIENDA FOCALIZZATA SULLA PRODUZIONE DI PRIVATE LABEL ALL'ESTERO La Doria vende più dell'80% dei suoi prodotti sotto forma di private label per catene di supermercati esteri. L'azienda è presente principalmente in Gran Bretagna, Germania, Scandinavia, Giappone ed Australia, ma si sta sviluppando anche in altri mercati. Il secondo modo per esportare prodotti alimentari è cercare un importatore/distributore per i tuoi prodotti, cioè un'azienda che è disposta a comprare i tuoi prodotti ed a rivenderli sul suo mercato di riferimento (o a lavorare come un agente, con una provvigione sulle tue vendite). Una volta scelto il tuo paese obiettivo, puoi cercare qualche nome di importatore di prodotti alimentari su internet (o qualche organizzazione di importatori, come ad esempio ESMA www.esma.org). Se partecipi a fiere all'estero, poi, questa ricerca ti sarà ancora più facile, tramite contatto diretto o i servizi di matching che alcune fiere propongono. Tieni conto, però, che i distributori di prodotti alimentari più forti, quelli meglio introdotti nel trade del loro paese, quelli con le reti di vendita più grandi ed organizzate, sono inondati da richieste che provengono loro da tutto il mondo. Per cui, riuscire a rendersi interessanti per questi distributori è difficile ma fondamentale. Se, però hai una marca ben differenziata e distintiva, ed un'offerta di prodotto basata su ciò che consumatori e trade sono interessati ad acquistare, sei sicuramente ad un buon punto di partenza per avere successo nell'export. Prima però di tuffarti alla ricerca di un distributore, dovresti quantomeno: Raccogliere informazioni sul mercato del distributore, visitando se possibile qualche punto vendita, o perlomeno gli store online delle principali catene sul mercato Definire bene i tuoi prezzi di vendita, tenendo conto che ti sarà comunque richiesto un certo livello di investimento per lanciare i tuoi prodotti sul mercato; e che, ovviamente, il distributore vorrà essere remunerato per le vendite dei tuoi prodotti Preparare dei materiali di vendita (presentazioni, brochure, un sito in inglese) per presentare al meglio la tua offerta Avere un contratto standard (in inglese) da proporre al potenziale partner (qui, ovviamente, fatti aiutare dal tuo avvocato) Ben preparato e con le idee chiare, puoi procedere a contattare i distributori che hai selezionato, via mail, mettendo bene in chiaro i punti di forza della tua offerta e cercando di spiegare al distributore quali sono le caratteristiche principali ed i plus della tua marca. Allega la presentazione dei tuoi prodotti, o un link al tuo sito. E preparati poi, se il distributore risponderà interessato, ad un viaggio nel paese di destinazione, per conoscere personalmente i tuo interlocutori ed impostare le condizioni per iniziare un rapporto commerciale. UN' AZIENDA CHE VENDE QUASI SOLO ALL'ESTERO Pasta Zara realizza circa il 90% del suo fatturato all'estero. Il 14.5% della pasta secca italiana consumata nel mondo è infatti prodotta dall'azienda di Treviso, che è presente in 106 paesi in totale. Un grande esempio di azienda che ha costruito il suo successo all'estero! Il terzo modo per esportare prodotti alimentari è cominciare a vendere i tuoi prodotti online. Anche questa può essere una strada promettente. La propensione all'acquisto online di prodotti alimentari è infatti molto più alta all'estero che in Italia. In paesi come Gran Bretagna o Stati Uniti ormai molte vendite di prodotti alimentari sono effettuate proprio online. Per vendere prodotti alimentari all'estero online ci sono varie vie: il tuo sito privato di e- commerce, che ovviamente in questo caso dovrà essere strutturato con un buon numero di lingue straniere; ed in più dovrai organizzarti per riuscire a spedire i tuoi prodotti in maniera efficiente in tutto il mondo, o perlomeno nei paesi che hai deciso di servire l'utilizzo dei siti delle catene tue clienti: catene come Tesco vendono già una buona percentuale dei prodotti in assortimento tramite il canale online, e queste percentuali sono più o meno dappertutto in crescita siti “aggregatori" di offerte di prodotti Italiani all'estero, di origine italiana (come eataly.net) o meno (ad esempio, igourmet.com ospita una sezione dedicata all'Italian Food) In più, per far arrivare la tua offerta sulle tavole dei consumatori stranieri puoi trovare un grande alleato in Amazon. Si, proprio quello, la piattaforma di e-commerce più importante al mondo. Tramite Amazon puoi esportare prodotti alimentari in molti paesi senza doverti preoccupare di dover aprire un tuo sito od organizzare le spedizioni (dovrai spedire le tue merci alle piattaforme logistiche di Amazon e poi ci penseranno loro). Certo, Amazon si fa pagare per il suo servizio (con una % sulle vendite ed un fee fisso) ma ti permette di espandere le tue vendite con relativamente pochi sforzi. Tante aziende Italiane, dalle più grandi (come Barilla, Lavazza e altre ancora) alle più piccole, già utilizzano la piattaforma di Amazon in questo modo. Queste sono le 3 vie più rapide e a basso costo per iniziare a esportare prodotti alimentari. Oltre a queste, ovviamente, puoi seguirne altre, molto più impegnative, come aprire una sede in un paese straniero, o stipulare accordi joint venture con operatori locali. Qualunque sia la via che sceglierai di percorrere, sappi che nulla sarà facile – ma se hai l'offerta di prodotto giusta, devi assolutamente iniziare a pensarci. Dai una bella priorità ad organizzare il tuo export.. e se hai bisogno di una mano per sviluppare le tue vendite all'estero, dai un'occhiata al servizio vendite estero di Pisani Food Marketing! L'articolo Esportare prodotti alimentari: 3 strategie per vincere nell'export agroalimentare è tratto da Pisani Food Marketing. Esportare prodotti alimentari: 3 strategie per vincere nell’export agroalimentare made with
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