SlideShare a Scribd company logo
42
PANICO
da
PATRIMONIALE
PROTEZIONE DEL PATRIMONIO
43
Sentiamo l’opinione in
merito dell’Avvocato Lenzi,
chiedendogli anche qualche
consiglio. Partiamo dall’ipotesi
Patrimoniale.
Questo è argomento ricorrente
nel nostro Paese. Ultimamente
ne hanno parlato anche OCSE e
FMI che si sono spinti ad affer-
mare che un tale tributo derive-
rebbe soprattutto dalla necessità
di “ridurre i divari e le ricchezze
esistenti” e, quindi, la disugua-
glianza sociale. Queste istituzioni
internazionali, però, dimenticano
o fingono di dimenticare, fedeli
alle pressioni di alcune nazioni
europee interessate a cavalcare
il tema, che in Italia già la patri-
moniale esiste; anzi, le imposte di
questo tipo sono circa 15 (come
rilevato puntualmente dall’Uffi-
cio Studi della CGIA di Mestre)
e gravano per circa 45 miliardi
di euro. Tra queste: TASI e IMU,
imposte di bollo sui conti correnti
e strumenti finanziari; IVAFE e
IVIE; Tobin Tax; Imposta sulle do-
nazioni e successioni in relazione
alla quale, addirittura, vi sono
voci di un possibile inasprimen-
to rispetto alle attuali aliquote e
franchigie; imposta di registro e
sostitutiva; bollo auto; canone ra-
dio/Tv; imposta sui beni di lusso;
imposta sulle attività finanziarie
scudate...
Èvero però che le nostre
imposte di successione, grazie
anche alle franchigie, sono
molto più basse di quelle di
altri paesi europei.
Certo, ma nessuna imposta sulla
ricchezza va guardata separata-
mente dalle altre; in compenso,
in paesi in cui le imposte di suc-
cessione sono più alte, è minore
il carico fiscale di altre voci. Il
tema è molto delicato, in quanto
coinvolge aspetti tecnici (di natu-
ra giuridico-fiscale) ma anche la
sfera etico-sociale. Sotto questo
profilo, la questione si presenta
scottante soprattutto se affron-
tata in un contesto come quello
attuale, che non può prescindere
dalla manifesta crisi economica
che attraversa l’Italia e, soprat-
tutto, dal deterioramento del rap-
porto di fiducia e lealtà tra Stato
da una parte e cittadino-contri-
buente dall’altra.
Una patrimoniale in Italia (un’al-
tra, verrebbe da dire), ancorché
connotata dal requisito della
straordinarietà, è misura che
non può prescindere dalla sua
accettabilità sul piano sociale
(perlomeno da una certa fascia
di contribuenti).I “promotori” di
questo onere tributario fanno
riferimento al fatto che anche in
altri Paesi la patrimoniale esiste;
senza però precisare che in que-
sti Paesi il rapporto tra cittadino
e Stato non è conflittuale come da
noi e che la misura patrimoniale
è inserita quanti-qualitativamente
in un contesto tributario unitario,
con altre imposte meno onerose
quasi dovunque e meno compli-
cato sotto il profilo della fiscalità
diretta e indiretta.
In altre parole, questo tipo di tri-
buto va visto allocato nel più ge-
nerale ambito della fiscalità com-
plessiva del contribuente.
Con la premessa che personal-
mente sono contrario a qualsivo-
R
icorrenti come le rondini a primavera, le pau-
re che colpiscono i risparmiatori italiani torna-
no di attualità in occasione di ipotesi e voci su
patrimoniali in arrivo, prelievi forzosi dai conti
correnti o addirittura un’uscita dell’Italia dall’Euro. In
questo contesto, sono molte le persone che si doman-
dano se sia sicuro mantenere il proprio denaro in un
conto corrente o in altri asset finanziari; o piuttosto se
non sia il caso di portarlo all’estero, magari fuori dall’a-
rea Euro. Un senso di insicurezza e di paura alimentato
anche da intermediari esteri che vedono nel fenomeno
un modo per acquisire (ri-acquisire) nuova clientela,
soprattutto dopo le manovre che hanno interessato i
vari scudi fiscali e la più recente voluntary disclosure.
Nonostante questi scenari siano, almeno a breve ter-
mine, da ritenere poco probabili (in particolare una Ita-
lexit), è comunque opportuno tratteggiare un quadro
realistico della situazione e possibili azioni di protezio-
ne del proprio patrimonio se gli eventi futuri dovessero
precipitare.
Intervista all’Avv. Roberto Lenzi a cura di Emanuela Notari
Le voci ricorrenti in merito a una possibile patrimoniale, prelievi
forzosi sui conti correnti e l’uscita dall’euro, sono responsabili
di una tendenza generale a cercare una scappatoia fisica per la
propria ricchezza; all’estero, possibilmente.
Vie di fuga non ce ne sono, accortezze sì
44
glia forma di Patrimoniale, anche
e soprattutto perché concorre a
tassare uno stock di ricchezza
che, spesso, non è altro che la
somma di risparmi originati da
redditi già tassati e convogliato
per finalità di risparmio tutelato
dalla Costituzione, il balzello pa-
trimoniale può assumere diffe-
renti peculiarità. Concettualmen-
te, un’imposta patrimoniale è una
particolare tipologia di prelievo
che colpisce uno stock di ricchez-
za accumulato (mobiliare o im-
mobiliare) e può avere carattere
straordinario (una tantum) o na-
tura sistemica; assumere natura
soggettiva (colpire un determina-
to componente della ricchezza)
o oggettiva (colpire la ricchezza
complessiva); prevedere una
singola aliquota o un sistema di
aliquote progressive; attenere
solo alle persone fisiche o anche
a quelle giuridiche; insistere su
soggetti che detengono una ric-
chezza superiore a un certo limi-
te, o su tutti indistintamente.
A mio parere, le imposte patri-
moniali, da sempre cavallo di
battaglia di una certa parte politi-
ca, non riducono il divario di ric-
chezza, bensì i capitali disponibili
nell’economia, danneggiando nel
lungo termine la crescita.
Faccio un esempio che considero
particolarmente calzante.
La tassazione patrimoniale sugli
immobili, che da più di un lustro
caratterizza il sistema tributario
italiano, ha contribuito in manie-
ra importante a causare effetti
distorsivi sull’economia, a partire
dalla crisi immobiliare, che hanno
riguardato risparmio, consumi,
imprese e lavoro.
L’assioma che punta a ridurre il
divario sociale, sottraendo risor-
se a chi ha di più per sostenere le
fasce più deboli, non tiene conto
che in Italia una grande maggio-
ranza di persone le imposte non
le paga o lo fa in maniera ridotta,
perché fortemente assistita. Ed è
qui che bisognerebbe intervenire
per ricreare equilibrio sociale,
anziché ricorrere ad ulteriori ga-
belli destinati a portare altro de-
naro per finanziare il “buco nero”
della spesa pubblica e per ot-
temperare e compiacere i diktat
improntati al rigore di qualche
Paese confinante.
Inoltre, l’introduzione di un’ulte-
riore patrimoniale finalizzata a
“fare cassa” e rapportata, non al
parametro legato al debito pub-
blico in assoluto – secondo le ul-
time stime il nostro a fine 2018
sarà in linea con quello tedesco e
francese – ma al rapporto debito/
Pil (indicatore sponsorizzato a li-
vello internazionale per valutare
il rating del nostro Paese) non
terrebbe conto della effettiva pa-
trimonializzazione dell’Italia: sia
per la ricchezza finanziaria netta
privata, doppia del Pil, sia per la
posizione finanziaria complessiva
dell’Italia verso l’estero (assai più
contenuta di tanti altri paesi).
Qualcuno ha sollevato un
problema di compatibilità di
una imposta del genere con la
nostra Costituzione. Cosa ne
pensa?
A mio avviso, il problema può
essere posto con particolare ri-
ferimento al principio di capaci-
tà contributiva indicato nell’art.
53 della Magna Carta. E’ pur
vero che sul tema insigni costi-
tuzionalisti si sono espressi con
orientamenti non omogenei, data
la delicatezza e la complessità del
problema (inquadrato in un’ottica
prettamente giuridica e prescin-
dendo da quanto esposto prima).
In estrema sintesi, senza volersi
addentrare in analisi troppo ap-
profondite, non vi è nell’art. 53
(che fa riferimento al principio di
capacità contributiva) un divieto
al varo di una patrimoniale. Oc-
corre, pertanto, domandarsi se
può essere oggetto di tassazione
ciò che non è suscettibile di esse-
re oggetto di capacità contribu-
tiva e se la stessa debba essere
connessa all’idoneità del patri-
monio nel produrre un reddito.
Oppure, se tale capacità possa
esistere in quanto connessa alla
forza economica del patrimonio
come tale, indipendentemente
dalla sua capacità di generare
reddito.
Come è possibile tutelarsi
da un eventuale ulteriore
gravame di tipo patrimoniale?
Pare ragionevole ipotizzare che
un’imposta patrimoniale possa
colpire i beni ovunque siano loca-
lizzati: in Italia e all’estero. I sog-
getti coinvolti verrebbero pertan-
to tassati comunque in quanto
residenti italiani. Trasferire la
propria ricchezza all’estero (di
natura finanziaria e in assenza
di immobili di proprietà in Italia,
per definizione solo vendibili e
non trasferibili) non risolvereb-
be il problema, considerando tra
l’altro che ogni trasferimento è
tracciato (le segnalazioni sono
a carico sia dell’intermediario
che del contribuente); eventua-
li bonifici verso paesi black list,
inoltre, potrebbero essere og-
getto di segnalazione specifica
ai fini antiriciclaggio. Trasferire
L’ipotesi di
manovre sui
c/c o prelievi
forzosi come
quello di Amato,
nella notte tra
il 9 e il 10 luglio
1992 ,appare
quantomeno
poco probabile
oggi.
PROTEZIONE DEL PATRIMONIO
i propri asset all’estero per evi-
tare di pagare una patrimoniale
(magari ricorrendo a fenomeni
di “esterovestizione” attraverso
trust, veicoli societari esteri o
altri strumenti analoghi) potreb-
be far incorrere il contribuen-
te-residente italiano nel reato
penale di sottrazione fraudolenta
al pagamento di imposte (ferma
restando, ovviamente, la presen-
za dell’elemento soggettivo del
reato - comportamento doloso - o
oggettivo - atti finalizzati ad osta-
colare una riscossione coattiva
riducendo, di fatto, la capacità
patrimoniale del contribuente).
Quali sono quindi le soluzioni
praticabili?
Trasferire la propria residenza
fiscale in un altro Paese estero
dove questa imposta non sia con-
templata. Attenzione però che la
residenza deve essere effettiva,
altrimenti le sanzioni possono
essere molto pesanti. Inoltre sa-
rebbe bene valutare dove si
va, soppesando attentamente
la fiscalità diretta ma anche
indiretta del paese prescel-
to per non peggiorare la
situazione, oltre a valutare
altre normative di riferi-
mento come per esempio
la legge successoria che,
in alcuni paesi, non consi-
dera gli eredi legittimari in
modo paritetico.
Quindi la soluzione
è trasferirsi
effettivamente in un
Paese estero fiscalmente
più conveniente. E nel
caso di prelievi forzosi
sui conti correnti?
Molti ricordano
ancora la notte in
cui accadde con il
governo Amato...
Il tema infatti non
sarebbe nuovo.
Era il 1992 e la
Lira era finita sotto attacco
speculativo. Allora si parlava
di “consolidamento dei titoli
di Stato”. Il governo Amato
fece uscire la Lira dall’allora
“serpente monetario” e nella
notte tra il 9 e il 10 luglio
- strano come certe date
ricorrano - con un decreto legge
di emergenza, operò un prelievo
forzoso improvviso del 6 per
mille su tutti i depositi bancari.
Anche Cipro è stato protagonista
di questo fenomeno; nel 2013 le
Autorità europee, nel subordina-
re la concessione di aiuti finan-
ziari alle banche cipriote (17,5
miliardi, di cui 10 a carico della
Troika e il restante a carico di
Cipro), costrinsero parte del si-
stema bancario del paese (in par-
ticolare la Laiki Bank e la Bank
of Cyprus) a una pesantissima
conversione forzosa in equity di
conti correnti e depositi sopra i
100.000 euro (non assicurati dal
meccanismo di tutela dei deposi-
ti): il tutto condito da una serie
di restrizioni che portarono alla
chiusura forzata di tutti gli istitu-
ti di credito per numerosi giorni
e alla successiva riapertura con
rigidi limiti sul prelievo di contan-
ti, trasferimenti bancari transna-
zionali e pagamenti con carte di
credito e assegni.
Detto così fa decisamente
paura. Cosa possono fare i
risparmiatori italiani?
L’ipotesi di manovre su c/c e depo-
siti come quella del 1992 o quella
di Cipro, seppure possibili, appa-
io oggi poco probabili. Per due
ordini di ragioni. La prima, una
buona e migliorata solidità del
sistema bancario italiano nel suo
complesso. La seconda, la stessa
natura della ricchezza privata,
non tutta concentrata in conti
correnti e depositi (anche se ne-
gli ultimi
46
anni questi ultimi sono cresciuti),
ma piuttosto diversificata in tito-
li, immobili, aziende di famiglia,
ecc.. A mio parere, di fronte a un
consolidamento ed inasprimento
dell’attuale situazione economica,
appare assai più plausibile, sep-
pur sempre nel campo delle valu-
tazioni teoriche, il ricorso a un’ul-
teriore Patrimoniale in grado di
colpire un numero maggiore di
beni, ovunque localizzati, in Italia
e all’estero. D’altra parte, non ab-
biamo assistito nel recente pas-
sato a forme di prelievo di natura
patrimoniale su ogni tipologia di
bene, finanziario e non (imposta
di bollo, Ivafe, Ivie, ecc.)?
Localizzare i propri asset
mobiliari e finanziari presso
un intermediario bancario
estero consentirebbe di
evitare una Patrimoniale?
In genere gli Istituti di credito
esteri non fungono da “sostituti
di imposta” come quelli italiani e,
pertanto, non potrebbero essere
obbligati a un eventuale prelievo
forzoso e neppure è ipotizzabile
che il contribuente possa subire
limitazioni nel prelevare presso
tali istituti (seppure presentan-
dosi ogni volta fisicamente), così
come effettuare trasferimenti
transazionali, escludendo l’Italia,
ovviamente. Non è peraltro pos-
sibile escludere a priori eventuali
“contro-misure” domestiche an-
che per conti detenuti oltre fron-
tiera, se non altro per motivi di
imparzialità, paventando possibili
sanzioni nei confronti di quegli
istituti bancari interessati a con-
servare un’eventuale operatività
in Italia (per quelli senza collega-
menti con l’Italia sarebbe teorica-
mente più difficile).
Resterebbero comunque gli obbli-
ghi tributari in questione in capo
al residente italiano, investito di
obbligo di rendicontazione ai fini
fiscali e valutari e conseguente
autoliquidazione di eventuali im-
porti che dovessero essere cor-
risposti, a qualunque titolo, allo
Stato centrale. Senza conside-
rare che eventuali inadempienze
collegate (e dimostrate) all’inten-
zione di sottrarsi al pagamento di
eventuali oneri tributari domesti-
ci potrebbero essere sanzionate
anche penalmente, come già det-
to, per il configurarsi del reato di
sottrazione fraudolenta al paga-
mento delle imposte.
In questi giorni stiamo
assistendo alla conflittuale e
inconcludente Brexit. Quale
consistenza ha l’ipotesi di
un’uscita dell’Italia dall’euro o
dall’Europa?
L’ipotesi di un’Italexit porterebbe
alla ridenominazione dei nostri
Euro in nuove Lire. Uno scena-
rio estremo, ma non per questo
impossibile. Del resto, lo stesso
Governatore della BCE ha recen-
temente posto l’accento su come
“il successo dell’Euro non abbia
prodotti i risultati attesi in tutti i
Paesi” e ha peraltro detto chiara-
mente che “uscire dall’Euro non
garantisce più sovranità”. Con ciò
lasciando aperta l’interpretazio-
ne del concetto di irreversibilità
della moneta unica.
La premessa, comunque, è che non
esiste una procedura codificata di
PROTEZIONE DEL PATRIMONIO
47
L’ipotesi di una
patrimoniale
colpirebbe i
beni ovunque
essi siano, salvo
investimenti in
titoli di diritto
estero o beni
detenuti in
paese estero
di residenza
effettiva
uscita dalla moneta unica, in quan-
to i trattati non la prevedono. Resta
però difficile pensare a un ritorno
alla Lira senza ipotizzare la conse-
guente dissoluzione dell’Euro, dato
il peso del nostro Paese nell’Eu-
rozona. Tuttavia, nonostante tale
evento sia al momento assai poco
probabile per le numerose variabili
che potrebbero intervenire, sia sul
piano giuridico (interno e interna-
zionale) che politico (è credibile
che gli altri Paesi “permetterebbe-
ro”, sotto il profilo della competiti-
vità, un’uscita dell’Italia dall’Euro?),
appare corretto individuare una
exit strategy.
Cosa consiglierebbe ai suoi
clienti in quest’ottica?
Le strade potrebbero essere due,
pur in un contesto di mancanza di
riscontri storici, soprattutto sotto
il profilo normativo, e senza alcun
riferimento a quali potrebbero es-
sere i termini di riconversione da
Euro a Lira.
Spostare i propri asset ban-
cari e finanziari in un Paese
forte, meglio se fuori dall’area
Euro, per esempio in Svizzera,
e utilizzare strumenti finanzia-
ri non connessi al nostro Pae-
se o addirittura all’aerea Euro;
non sappiamo infatti quali ri-
percussioni una disgregazione
dell’Euro potrebbe determina-
re nei paesi appartenenti alla
moneta comune.
Questa soluzione si potrebbe
attuare attraverso il ricorso
a un intermediario italiano
abilitato, ad esempio una fi-
duciaria, per tutti gli adempi-
menti connessi alla normativa
valutaria e fiscale (quadro RW
e sostituzione di imposta); in
alternativa, si possono gestire
in proprio tutti gli adempimen-
ti, con conseguente aggravio
operativo per il semplice pri-
vato contribuente che, realisti-
camente, dovrebbe ricorrere
comunque a un professionista
di fiducia in sede di dichiara-
zione dei redditi.
Molti intermediari bancari
esteri si sono di fatto attrez-
zati con procedure dirette a
fornire, a pagamento, a ogni
cliente residente all’estero
una certificazione fiscale da
utilizzare in sede tributaria
(i cui contenuti saranno a di-
screzione di ogni soggetto
coinvolto).
Una seconda soluzione, invece,
permetterebbe di mantenere i
propri asset sul suolo dome-
stico con l’avvertenza di non
utilizzare attività finanziarie
di diritto italiano (c/c, deposi-
ti, titoli di Stato, obbligazioni,
azioni domestiche, veicoli di
investimento di diritto italiano
in genere) che potenzialmente
siano riconvertibili in Lire.
La scelta dunque potrebbe ca-
dere su attività denominate in
valuta diversa dall’Euro - per
esempio, obbligazioni e azioni
estere, Sicav in valuta - oppu-
re anche denominate in Euro,
ma emesse da soggetti di di-
ritto estero, con l’accortezza
di verificare eventuali clausole
di breaking up presenti in alcu-
ni corporate bond che, in caso
di uscita dall’euro, prevedono
la riconversione nella nuova
valuta.
Una Sicav denominata in Euro
o anche in Dollari, però, do-
vrebbe avere in portafoglio
solo attività non appartenenti
all’Italia o ad altri Paesi deboli
dell’area Euro, per evitare di
subire una perdita di valore
che si ripercuoterebbe nel cal-
colo del Nav. In questo caso,
all’atto della richiesta di rim-
borso, il cliente italiano rice-
verebbe l’importo di spettanza
convertito nella nuova divisa
nazionale, ma potrebbe anche
teoricamente richiedere l’ac-
credito della posizione matu-
rata su un conto estero. Una
Sicav di diritto estero riceve
sottoscrizioni tramite i colloca-
tori, anche italiani, da una ban-
ca corrispondente, che a sua
volta trasferirà il denaro del
cliente italiano alla Sicav este-
ra per il tramite di un soggetto
estero (transfer agent), che lo
depositerà presso una banca
di diritto estero, per esempio
lussemburghese. Presso la
banca italiana il cliente di fat-
to ha solo una scrittura con-
tabile che attesta la titolarità
delle quote; il patrimonio della
Sicav (che è separato a tutti
gli effetti da quello degli altri
istituti bancari coinvolti), dete-
nuto dalla banca depositaria e
di proprietà degli investitori, è
all’estero.
Nel contesto di un’uscita dell’Italia
dall’euro, però, è bene ipotizzare,
per un po’ di tempo, anche un
blocco dell’attività di trasferimen-
to di capitali e divieti valutari in
genere (seppur in contrasto con
art. 63 del Trattato europeo sul-
la libera circolazione dei capitali
e con il diritto internazionale) per
intermediari italiani e succursali
italiane di banche estere.
1
2

More Related Content

Similar to Panico da patrimoniale Patrimonia & Consulenza

Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaileEffetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
Emanuela Notari
 
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentista
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentistaCorriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentista
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentistaVEGA - Science & Technology Park
 
Paradiso o inferno fiscale
Paradiso o inferno fiscaleParadiso o inferno fiscale
Paradiso o inferno fiscale
Paolo Soro
 
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
Alessandro Giovannini
 
Proposta m5s scenario5
Proposta m5s scenario5Proposta m5s scenario5
Proposta m5s scenario5Laura Castelli
 
Italia, paradisi per i grandi patrimoni
Italia, paradisi per i grandi patrimoniItalia, paradisi per i grandi patrimoni
Italia, paradisi per i grandi patrimoni
Valentina Pignataro
 
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
universus
 
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzioneAlcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzioneParlante Grillo
 
Voluntary disclosure bis
Voluntary disclosure bisVoluntary disclosure bis
Voluntary disclosure bis
Valentina Pignataro
 
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in ItaliaRivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Confindustria
 
La consapevolezza nella voluntary disclosure!
La consapevolezza nella voluntary disclosure!La consapevolezza nella voluntary disclosure!
La consapevolezza nella voluntary disclosure!
Vincenzo Renne
 
L'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debitoL'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debito
Forza Italia - Veneto
 
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO  (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentaleELEZIONI ITALIANE E NON SOLO  (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
tramerper
 
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
FRANCESCO PRIORE
 
Tasse per la crescita, di Monica Montella
Tasse per la crescita, di Monica MontellaTasse per la crescita, di Monica Montella
Tasse per la crescita, di Monica Montella
ilfattoquotidiano.it
 
Tasse per la crescita nuovo
Tasse per la crescita nuovoTasse per la crescita nuovo
Tasse per la crescita nuovo
ilfattoquotidiano.it
 

Similar to Panico da patrimoniale Patrimonia & Consulenza (20)

Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaileEffetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
Effetti recessivi di un'eventuale patrimonaile
 
02.04.2014 corriere veneto moraglia
02.04.2014 corriere veneto moraglia02.04.2014 corriere veneto moraglia
02.04.2014 corriere veneto moraglia
 
02.04.2014 corriere veneto moraglia
02.04.2014 corriere veneto moraglia02.04.2014 corriere veneto moraglia
02.04.2014 corriere veneto moraglia
 
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentista
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentistaCorriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentista
Corriere del Veneto - Il Patriarca di Venezia sul referendum indipendentista
 
Paradiso o inferno fiscale
Paradiso o inferno fiscaleParadiso o inferno fiscale
Paradiso o inferno fiscale
 
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
Il sistema della riscossione nel nostro paese. Campobasso, 20 marzo 2017
 
Proposta m5s scenario5
Proposta m5s scenario5Proposta m5s scenario5
Proposta m5s scenario5
 
Italia, paradisi per i grandi patrimoni
Italia, paradisi per i grandi patrimoniItalia, paradisi per i grandi patrimoni
Italia, paradisi per i grandi patrimoni
 
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
Link Campus University of Malta - Lezione n. 5 - Tax Saving e Pianificazione ...
 
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzioneAlcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
Alcune conseguenze del pareggio di bilancio in costituzione
 
Perché no alla patrimoniale
Perché no alla patrimonialePerché no alla patrimoniale
Perché no alla patrimoniale
 
Voluntary disclosure bis
Voluntary disclosure bisVoluntary disclosure bis
Voluntary disclosure bis
 
Bagnai
BagnaiBagnai
Bagnai
 
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in ItaliaRivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
Rivista di Politica Economica - Il debito pubblico in Italia
 
La consapevolezza nella voluntary disclosure!
La consapevolezza nella voluntary disclosure!La consapevolezza nella voluntary disclosure!
La consapevolezza nella voluntary disclosure!
 
L'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debitoL'ottobre nero del nostro debito
L'ottobre nero del nostro debito
 
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO  (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentaleELEZIONI ITALIANE E NON SOLO  (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
ELEZIONI ITALIANE E NON SOLO (3) Il ricatto finanziario e la crisi occidentale
 
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
Bond perpetui, quattro opzioni per scongiurare la patrimoniale
 
Tasse per la crescita, di Monica Montella
Tasse per la crescita, di Monica MontellaTasse per la crescita, di Monica Montella
Tasse per la crescita, di Monica Montella
 
Tasse per la crescita nuovo
Tasse per la crescita nuovoTasse per la crescita nuovo
Tasse per la crescita nuovo
 

More from Emanuela Notari

We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaiaWe Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
Emanuela Notari
 
We Wealth marzo - Pensione en rose
We Wealth marzo - Pensione en roseWe Wealth marzo - Pensione en rose
We Wealth marzo - Pensione en rose
Emanuela Notari
 
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di ForbesRoberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
Emanuela Notari
 
We wealth-febbraio
We wealth-febbraioWe wealth-febbraio
We wealth-febbraio
Emanuela Notari
 
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTHSILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
Emanuela Notari
 
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita il cigno bianco
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita   il cigno biancoL'italia dell'istat: anziana e poco istruita   il cigno bianco
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita il cigno bianco
Emanuela Notari
 
Investire 1 longevity
Investire 1  longevityInvestire 1  longevity
Investire 1 longevity
Emanuela Notari
 
Investire consulenza
Investire consulenzaInvestire consulenza
Investire consulenza
Emanuela Notari
 
From multitasking to multilpving
From multitasking to multilpvingFrom multitasking to multilpving
From multitasking to multilpving
Emanuela Notari
 
Italiani cash people
Italiani cash peopleItaliani cash people
Italiani cash people
Emanuela Notari
 
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
Emanuela Notari
 
Nè cari anziani né nonnini
Nè cari anziani né nonniniNè cari anziani né nonnini
Nè cari anziani né nonnini
Emanuela Notari
 
Miracolo economico
Miracolo economico Miracolo economico
Miracolo economico
Emanuela Notari
 
Miracolo economico
Miracolo economicoMiracolo economico
Miracolo economico
Emanuela Notari
 
A.L.I. per Investire
A.L.I. per InvestireA.L.I. per Investire
A.L.I. per Investire
Emanuela Notari
 
Over 60, opportunità per i consulenti finanziari
Over 60, opportunità per i consulenti finanziariOver 60, opportunità per i consulenti finanziari
Over 60, opportunità per i consulenti finanziari
Emanuela Notari
 
Intervista a Ernesto Beibe
Intervista a Ernesto BeibeIntervista a Ernesto Beibe
Intervista a Ernesto Beibe
Emanuela Notari
 
E' in arrivo la longevity valley
E' in arrivo la longevity valleyE' in arrivo la longevity valley
E' in arrivo la longevity valley
Emanuela Notari
 
Senza paura
Senza pauraSenza paura
Senza paura
Emanuela Notari
 
Anziani alla riscossa
Anziani alla riscossaAnziani alla riscossa
Anziani alla riscossa
Emanuela Notari
 

More from Emanuela Notari (20)

We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaiaWe Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
We Wealth marzo: economia circolare sulla vecchiaia
 
We Wealth marzo - Pensione en rose
We Wealth marzo - Pensione en roseWe Wealth marzo - Pensione en rose
We Wealth marzo - Pensione en rose
 
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di ForbesRoberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
Roberto Lenzi e Associati tra i 100 studi legali di Forbes
 
We wealth-febbraio
We wealth-febbraioWe wealth-febbraio
We wealth-febbraio
 
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTHSILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
SILVER ECONOMY ALL'ITALIANA - WE WEALTH
 
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita il cigno bianco
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita   il cigno biancoL'italia dell'istat: anziana e poco istruita   il cigno bianco
L'italia dell'istat: anziana e poco istruita il cigno bianco
 
Investire 1 longevity
Investire 1  longevityInvestire 1  longevity
Investire 1 longevity
 
Investire consulenza
Investire consulenzaInvestire consulenza
Investire consulenza
 
From multitasking to multilpving
From multitasking to multilpvingFrom multitasking to multilpving
From multitasking to multilpving
 
Italiani cash people
Italiani cash peopleItaliani cash people
Italiani cash people
 
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
I nostri senior rivoluzioneranno l'edilizia residenziale?
 
Nè cari anziani né nonnini
Nè cari anziani né nonniniNè cari anziani né nonnini
Nè cari anziani né nonnini
 
Miracolo economico
Miracolo economico Miracolo economico
Miracolo economico
 
Miracolo economico
Miracolo economicoMiracolo economico
Miracolo economico
 
A.L.I. per Investire
A.L.I. per InvestireA.L.I. per Investire
A.L.I. per Investire
 
Over 60, opportunità per i consulenti finanziari
Over 60, opportunità per i consulenti finanziariOver 60, opportunità per i consulenti finanziari
Over 60, opportunità per i consulenti finanziari
 
Intervista a Ernesto Beibe
Intervista a Ernesto BeibeIntervista a Ernesto Beibe
Intervista a Ernesto Beibe
 
E' in arrivo la longevity valley
E' in arrivo la longevity valleyE' in arrivo la longevity valley
E' in arrivo la longevity valley
 
Senza paura
Senza pauraSenza paura
Senza paura
 
Anziani alla riscossa
Anziani alla riscossaAnziani alla riscossa
Anziani alla riscossa
 

Panico da patrimoniale Patrimonia & Consulenza

  • 2. 43 Sentiamo l’opinione in merito dell’Avvocato Lenzi, chiedendogli anche qualche consiglio. Partiamo dall’ipotesi Patrimoniale. Questo è argomento ricorrente nel nostro Paese. Ultimamente ne hanno parlato anche OCSE e FMI che si sono spinti ad affer- mare che un tale tributo derive- rebbe soprattutto dalla necessità di “ridurre i divari e le ricchezze esistenti” e, quindi, la disugua- glianza sociale. Queste istituzioni internazionali, però, dimenticano o fingono di dimenticare, fedeli alle pressioni di alcune nazioni europee interessate a cavalcare il tema, che in Italia già la patri- moniale esiste; anzi, le imposte di questo tipo sono circa 15 (come rilevato puntualmente dall’Uffi- cio Studi della CGIA di Mestre) e gravano per circa 45 miliardi di euro. Tra queste: TASI e IMU, imposte di bollo sui conti correnti e strumenti finanziari; IVAFE e IVIE; Tobin Tax; Imposta sulle do- nazioni e successioni in relazione alla quale, addirittura, vi sono voci di un possibile inasprimen- to rispetto alle attuali aliquote e franchigie; imposta di registro e sostitutiva; bollo auto; canone ra- dio/Tv; imposta sui beni di lusso; imposta sulle attività finanziarie scudate... Èvero però che le nostre imposte di successione, grazie anche alle franchigie, sono molto più basse di quelle di altri paesi europei. Certo, ma nessuna imposta sulla ricchezza va guardata separata- mente dalle altre; in compenso, in paesi in cui le imposte di suc- cessione sono più alte, è minore il carico fiscale di altre voci. Il tema è molto delicato, in quanto coinvolge aspetti tecnici (di natu- ra giuridico-fiscale) ma anche la sfera etico-sociale. Sotto questo profilo, la questione si presenta scottante soprattutto se affron- tata in un contesto come quello attuale, che non può prescindere dalla manifesta crisi economica che attraversa l’Italia e, soprat- tutto, dal deterioramento del rap- porto di fiducia e lealtà tra Stato da una parte e cittadino-contri- buente dall’altra. Una patrimoniale in Italia (un’al- tra, verrebbe da dire), ancorché connotata dal requisito della straordinarietà, è misura che non può prescindere dalla sua accettabilità sul piano sociale (perlomeno da una certa fascia di contribuenti).I “promotori” di questo onere tributario fanno riferimento al fatto che anche in altri Paesi la patrimoniale esiste; senza però precisare che in que- sti Paesi il rapporto tra cittadino e Stato non è conflittuale come da noi e che la misura patrimoniale è inserita quanti-qualitativamente in un contesto tributario unitario, con altre imposte meno onerose quasi dovunque e meno compli- cato sotto il profilo della fiscalità diretta e indiretta. In altre parole, questo tipo di tri- buto va visto allocato nel più ge- nerale ambito della fiscalità com- plessiva del contribuente. Con la premessa che personal- mente sono contrario a qualsivo- R icorrenti come le rondini a primavera, le pau- re che colpiscono i risparmiatori italiani torna- no di attualità in occasione di ipotesi e voci su patrimoniali in arrivo, prelievi forzosi dai conti correnti o addirittura un’uscita dell’Italia dall’Euro. In questo contesto, sono molte le persone che si doman- dano se sia sicuro mantenere il proprio denaro in un conto corrente o in altri asset finanziari; o piuttosto se non sia il caso di portarlo all’estero, magari fuori dall’a- rea Euro. Un senso di insicurezza e di paura alimentato anche da intermediari esteri che vedono nel fenomeno un modo per acquisire (ri-acquisire) nuova clientela, soprattutto dopo le manovre che hanno interessato i vari scudi fiscali e la più recente voluntary disclosure. Nonostante questi scenari siano, almeno a breve ter- mine, da ritenere poco probabili (in particolare una Ita- lexit), è comunque opportuno tratteggiare un quadro realistico della situazione e possibili azioni di protezio- ne del proprio patrimonio se gli eventi futuri dovessero precipitare. Intervista all’Avv. Roberto Lenzi a cura di Emanuela Notari Le voci ricorrenti in merito a una possibile patrimoniale, prelievi forzosi sui conti correnti e l’uscita dall’euro, sono responsabili di una tendenza generale a cercare una scappatoia fisica per la propria ricchezza; all’estero, possibilmente. Vie di fuga non ce ne sono, accortezze sì
  • 3. 44 glia forma di Patrimoniale, anche e soprattutto perché concorre a tassare uno stock di ricchezza che, spesso, non è altro che la somma di risparmi originati da redditi già tassati e convogliato per finalità di risparmio tutelato dalla Costituzione, il balzello pa- trimoniale può assumere diffe- renti peculiarità. Concettualmen- te, un’imposta patrimoniale è una particolare tipologia di prelievo che colpisce uno stock di ricchez- za accumulato (mobiliare o im- mobiliare) e può avere carattere straordinario (una tantum) o na- tura sistemica; assumere natura soggettiva (colpire un determina- to componente della ricchezza) o oggettiva (colpire la ricchezza complessiva); prevedere una singola aliquota o un sistema di aliquote progressive; attenere solo alle persone fisiche o anche a quelle giuridiche; insistere su soggetti che detengono una ric- chezza superiore a un certo limi- te, o su tutti indistintamente. A mio parere, le imposte patri- moniali, da sempre cavallo di battaglia di una certa parte politi- ca, non riducono il divario di ric- chezza, bensì i capitali disponibili nell’economia, danneggiando nel lungo termine la crescita. Faccio un esempio che considero particolarmente calzante. La tassazione patrimoniale sugli immobili, che da più di un lustro caratterizza il sistema tributario italiano, ha contribuito in manie- ra importante a causare effetti distorsivi sull’economia, a partire dalla crisi immobiliare, che hanno riguardato risparmio, consumi, imprese e lavoro. L’assioma che punta a ridurre il divario sociale, sottraendo risor- se a chi ha di più per sostenere le fasce più deboli, non tiene conto che in Italia una grande maggio- ranza di persone le imposte non le paga o lo fa in maniera ridotta, perché fortemente assistita. Ed è qui che bisognerebbe intervenire per ricreare equilibrio sociale, anziché ricorrere ad ulteriori ga- belli destinati a portare altro de- naro per finanziare il “buco nero” della spesa pubblica e per ot- temperare e compiacere i diktat improntati al rigore di qualche Paese confinante. Inoltre, l’introduzione di un’ulte- riore patrimoniale finalizzata a “fare cassa” e rapportata, non al parametro legato al debito pub- blico in assoluto – secondo le ul- time stime il nostro a fine 2018 sarà in linea con quello tedesco e francese – ma al rapporto debito/ Pil (indicatore sponsorizzato a li- vello internazionale per valutare il rating del nostro Paese) non terrebbe conto della effettiva pa- trimonializzazione dell’Italia: sia per la ricchezza finanziaria netta privata, doppia del Pil, sia per la posizione finanziaria complessiva dell’Italia verso l’estero (assai più contenuta di tanti altri paesi). Qualcuno ha sollevato un problema di compatibilità di una imposta del genere con la nostra Costituzione. Cosa ne pensa? A mio avviso, il problema può essere posto con particolare ri- ferimento al principio di capaci- tà contributiva indicato nell’art. 53 della Magna Carta. E’ pur vero che sul tema insigni costi- tuzionalisti si sono espressi con orientamenti non omogenei, data la delicatezza e la complessità del problema (inquadrato in un’ottica prettamente giuridica e prescin- dendo da quanto esposto prima). In estrema sintesi, senza volersi addentrare in analisi troppo ap- profondite, non vi è nell’art. 53 (che fa riferimento al principio di capacità contributiva) un divieto al varo di una patrimoniale. Oc- corre, pertanto, domandarsi se può essere oggetto di tassazione ciò che non è suscettibile di esse- re oggetto di capacità contribu- tiva e se la stessa debba essere connessa all’idoneità del patri- monio nel produrre un reddito. Oppure, se tale capacità possa esistere in quanto connessa alla forza economica del patrimonio come tale, indipendentemente dalla sua capacità di generare reddito. Come è possibile tutelarsi da un eventuale ulteriore gravame di tipo patrimoniale? Pare ragionevole ipotizzare che un’imposta patrimoniale possa colpire i beni ovunque siano loca- lizzati: in Italia e all’estero. I sog- getti coinvolti verrebbero pertan- to tassati comunque in quanto residenti italiani. Trasferire la propria ricchezza all’estero (di natura finanziaria e in assenza di immobili di proprietà in Italia, per definizione solo vendibili e non trasferibili) non risolvereb- be il problema, considerando tra l’altro che ogni trasferimento è tracciato (le segnalazioni sono a carico sia dell’intermediario che del contribuente); eventua- li bonifici verso paesi black list, inoltre, potrebbero essere og- getto di segnalazione specifica ai fini antiriciclaggio. Trasferire L’ipotesi di manovre sui c/c o prelievi forzosi come quello di Amato, nella notte tra il 9 e il 10 luglio 1992 ,appare quantomeno poco probabile oggi. PROTEZIONE DEL PATRIMONIO
  • 4. i propri asset all’estero per evi- tare di pagare una patrimoniale (magari ricorrendo a fenomeni di “esterovestizione” attraverso trust, veicoli societari esteri o altri strumenti analoghi) potreb- be far incorrere il contribuen- te-residente italiano nel reato penale di sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte (ferma restando, ovviamente, la presen- za dell’elemento soggettivo del reato - comportamento doloso - o oggettivo - atti finalizzati ad osta- colare una riscossione coattiva riducendo, di fatto, la capacità patrimoniale del contribuente). Quali sono quindi le soluzioni praticabili? Trasferire la propria residenza fiscale in un altro Paese estero dove questa imposta non sia con- templata. Attenzione però che la residenza deve essere effettiva, altrimenti le sanzioni possono essere molto pesanti. Inoltre sa- rebbe bene valutare dove si va, soppesando attentamente la fiscalità diretta ma anche indiretta del paese prescel- to per non peggiorare la situazione, oltre a valutare altre normative di riferi- mento come per esempio la legge successoria che, in alcuni paesi, non consi- dera gli eredi legittimari in modo paritetico. Quindi la soluzione è trasferirsi effettivamente in un Paese estero fiscalmente più conveniente. E nel caso di prelievi forzosi sui conti correnti? Molti ricordano ancora la notte in cui accadde con il governo Amato... Il tema infatti non sarebbe nuovo. Era il 1992 e la Lira era finita sotto attacco speculativo. Allora si parlava di “consolidamento dei titoli di Stato”. Il governo Amato fece uscire la Lira dall’allora “serpente monetario” e nella notte tra il 9 e il 10 luglio - strano come certe date ricorrano - con un decreto legge di emergenza, operò un prelievo forzoso improvviso del 6 per mille su tutti i depositi bancari. Anche Cipro è stato protagonista di questo fenomeno; nel 2013 le Autorità europee, nel subordina- re la concessione di aiuti finan- ziari alle banche cipriote (17,5 miliardi, di cui 10 a carico della Troika e il restante a carico di Cipro), costrinsero parte del si- stema bancario del paese (in par- ticolare la Laiki Bank e la Bank of Cyprus) a una pesantissima conversione forzosa in equity di conti correnti e depositi sopra i 100.000 euro (non assicurati dal meccanismo di tutela dei deposi- ti): il tutto condito da una serie di restrizioni che portarono alla chiusura forzata di tutti gli istitu- ti di credito per numerosi giorni e alla successiva riapertura con rigidi limiti sul prelievo di contan- ti, trasferimenti bancari transna- zionali e pagamenti con carte di credito e assegni. Detto così fa decisamente paura. Cosa possono fare i risparmiatori italiani? L’ipotesi di manovre su c/c e depo- siti come quella del 1992 o quella di Cipro, seppure possibili, appa- io oggi poco probabili. Per due ordini di ragioni. La prima, una buona e migliorata solidità del sistema bancario italiano nel suo complesso. La seconda, la stessa natura della ricchezza privata, non tutta concentrata in conti correnti e depositi (anche se ne- gli ultimi
  • 5. 46 anni questi ultimi sono cresciuti), ma piuttosto diversificata in tito- li, immobili, aziende di famiglia, ecc.. A mio parere, di fronte a un consolidamento ed inasprimento dell’attuale situazione economica, appare assai più plausibile, sep- pur sempre nel campo delle valu- tazioni teoriche, il ricorso a un’ul- teriore Patrimoniale in grado di colpire un numero maggiore di beni, ovunque localizzati, in Italia e all’estero. D’altra parte, non ab- biamo assistito nel recente pas- sato a forme di prelievo di natura patrimoniale su ogni tipologia di bene, finanziario e non (imposta di bollo, Ivafe, Ivie, ecc.)? Localizzare i propri asset mobiliari e finanziari presso un intermediario bancario estero consentirebbe di evitare una Patrimoniale? In genere gli Istituti di credito esteri non fungono da “sostituti di imposta” come quelli italiani e, pertanto, non potrebbero essere obbligati a un eventuale prelievo forzoso e neppure è ipotizzabile che il contribuente possa subire limitazioni nel prelevare presso tali istituti (seppure presentan- dosi ogni volta fisicamente), così come effettuare trasferimenti transazionali, escludendo l’Italia, ovviamente. Non è peraltro pos- sibile escludere a priori eventuali “contro-misure” domestiche an- che per conti detenuti oltre fron- tiera, se non altro per motivi di imparzialità, paventando possibili sanzioni nei confronti di quegli istituti bancari interessati a con- servare un’eventuale operatività in Italia (per quelli senza collega- menti con l’Italia sarebbe teorica- mente più difficile). Resterebbero comunque gli obbli- ghi tributari in questione in capo al residente italiano, investito di obbligo di rendicontazione ai fini fiscali e valutari e conseguente autoliquidazione di eventuali im- porti che dovessero essere cor- risposti, a qualunque titolo, allo Stato centrale. Senza conside- rare che eventuali inadempienze collegate (e dimostrate) all’inten- zione di sottrarsi al pagamento di eventuali oneri tributari domesti- ci potrebbero essere sanzionate anche penalmente, come già det- to, per il configurarsi del reato di sottrazione fraudolenta al paga- mento delle imposte. In questi giorni stiamo assistendo alla conflittuale e inconcludente Brexit. Quale consistenza ha l’ipotesi di un’uscita dell’Italia dall’euro o dall’Europa? L’ipotesi di un’Italexit porterebbe alla ridenominazione dei nostri Euro in nuove Lire. Uno scena- rio estremo, ma non per questo impossibile. Del resto, lo stesso Governatore della BCE ha recen- temente posto l’accento su come “il successo dell’Euro non abbia prodotti i risultati attesi in tutti i Paesi” e ha peraltro detto chiara- mente che “uscire dall’Euro non garantisce più sovranità”. Con ciò lasciando aperta l’interpretazio- ne del concetto di irreversibilità della moneta unica. La premessa, comunque, è che non esiste una procedura codificata di PROTEZIONE DEL PATRIMONIO
  • 6. 47 L’ipotesi di una patrimoniale colpirebbe i beni ovunque essi siano, salvo investimenti in titoli di diritto estero o beni detenuti in paese estero di residenza effettiva uscita dalla moneta unica, in quan- to i trattati non la prevedono. Resta però difficile pensare a un ritorno alla Lira senza ipotizzare la conse- guente dissoluzione dell’Euro, dato il peso del nostro Paese nell’Eu- rozona. Tuttavia, nonostante tale evento sia al momento assai poco probabile per le numerose variabili che potrebbero intervenire, sia sul piano giuridico (interno e interna- zionale) che politico (è credibile che gli altri Paesi “permetterebbe- ro”, sotto il profilo della competiti- vità, un’uscita dell’Italia dall’Euro?), appare corretto individuare una exit strategy. Cosa consiglierebbe ai suoi clienti in quest’ottica? Le strade potrebbero essere due, pur in un contesto di mancanza di riscontri storici, soprattutto sotto il profilo normativo, e senza alcun riferimento a quali potrebbero es- sere i termini di riconversione da Euro a Lira. Spostare i propri asset ban- cari e finanziari in un Paese forte, meglio se fuori dall’area Euro, per esempio in Svizzera, e utilizzare strumenti finanzia- ri non connessi al nostro Pae- se o addirittura all’aerea Euro; non sappiamo infatti quali ri- percussioni una disgregazione dell’Euro potrebbe determina- re nei paesi appartenenti alla moneta comune. Questa soluzione si potrebbe attuare attraverso il ricorso a un intermediario italiano abilitato, ad esempio una fi- duciaria, per tutti gli adempi- menti connessi alla normativa valutaria e fiscale (quadro RW e sostituzione di imposta); in alternativa, si possono gestire in proprio tutti gli adempimen- ti, con conseguente aggravio operativo per il semplice pri- vato contribuente che, realisti- camente, dovrebbe ricorrere comunque a un professionista di fiducia in sede di dichiara- zione dei redditi. Molti intermediari bancari esteri si sono di fatto attrez- zati con procedure dirette a fornire, a pagamento, a ogni cliente residente all’estero una certificazione fiscale da utilizzare in sede tributaria (i cui contenuti saranno a di- screzione di ogni soggetto coinvolto). Una seconda soluzione, invece, permetterebbe di mantenere i propri asset sul suolo dome- stico con l’avvertenza di non utilizzare attività finanziarie di diritto italiano (c/c, deposi- ti, titoli di Stato, obbligazioni, azioni domestiche, veicoli di investimento di diritto italiano in genere) che potenzialmente siano riconvertibili in Lire. La scelta dunque potrebbe ca- dere su attività denominate in valuta diversa dall’Euro - per esempio, obbligazioni e azioni estere, Sicav in valuta - oppu- re anche denominate in Euro, ma emesse da soggetti di di- ritto estero, con l’accortezza di verificare eventuali clausole di breaking up presenti in alcu- ni corporate bond che, in caso di uscita dall’euro, prevedono la riconversione nella nuova valuta. Una Sicav denominata in Euro o anche in Dollari, però, do- vrebbe avere in portafoglio solo attività non appartenenti all’Italia o ad altri Paesi deboli dell’area Euro, per evitare di subire una perdita di valore che si ripercuoterebbe nel cal- colo del Nav. In questo caso, all’atto della richiesta di rim- borso, il cliente italiano rice- verebbe l’importo di spettanza convertito nella nuova divisa nazionale, ma potrebbe anche teoricamente richiedere l’ac- credito della posizione matu- rata su un conto estero. Una Sicav di diritto estero riceve sottoscrizioni tramite i colloca- tori, anche italiani, da una ban- ca corrispondente, che a sua volta trasferirà il denaro del cliente italiano alla Sicav este- ra per il tramite di un soggetto estero (transfer agent), che lo depositerà presso una banca di diritto estero, per esempio lussemburghese. Presso la banca italiana il cliente di fat- to ha solo una scrittura con- tabile che attesta la titolarità delle quote; il patrimonio della Sicav (che è separato a tutti gli effetti da quello degli altri istituti bancari coinvolti), dete- nuto dalla banca depositaria e di proprietà degli investitori, è all’estero. Nel contesto di un’uscita dell’Italia dall’euro, però, è bene ipotizzare, per un po’ di tempo, anche un blocco dell’attività di trasferimen- to di capitali e divieti valutari in genere (seppur in contrasto con art. 63 del Trattato europeo sul- la libera circolazione dei capitali e con il diritto internazionale) per intermediari italiani e succursali italiane di banche estere. 1 2