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Non ho parole
Roberto Maragliano
mediologo e didatta
già Università Roma Tre
Immagine in movimento - Pisa - 6/7 novembre 2019
Un sapere fluttuante
“Una volta il sapere si divideva o si
classificava per continenti, mentre ora si
mescola e fluttua come i mari inclassificabili,
le cui molecole fanno continuamente il giro
del mondo; ogni goccia proviene da tutte le
acque, e va verso di loro; ogni pensiero
scaturisce da tutte le parti, e vi ritorna.
Cambiamo casa, voliamo o navighiamo.
L’età dolce equivale a ere di aria e di acque.
Abiteremo la cattedrale: nave e tenda”
Snobismo oscurantista
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Il fatto che si sia lontanissimi dal porre il problema,
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illumina l'aristocratica ignorantocrazia
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Immagina quante!
È stato calcolato che nel Medioevo un qualsiasi contadino umbro
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nel corso della vita...
Oggi, se si calcola che quando guardiamo la TV il nostro occhio
capta venticinque frames al secondo e se si moltiplica questo
dato per il tempo medio di permanenza davanti al piccolo
schermo citato poc’anzi, e se a ciò si aggiunge che
incessantemente … intercettiamo immagini artificiali, si arriva al
dato impressionante di 600.000 immagini al giorno
Come
Come governiamo un traffico di 600.000 immagini al giorno? Che
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come distinzione base
immagine fissa e immagine mobile
Materia fenomeno ente
Non è distinzione solo di tipo materiale
E nemmeno soltanto fenomenologica
Si tratta di un qualcosa che coinvolge la
caratterizzazione ontologica
dell’immagine
Acustico vs fisico
L’immagine dinamica appartiene allo spazio sonoro,
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(discontinuo, dinamico, pluridirezionale, informale)
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Il perturbante
La rappresentazione accademica del sapere accetta,
sia pure con difficoltà, l’immagine statica, per
leggerla e quindi darle voce
Non accetta, anzi rimuove l’immagine dinamica
L’immagine che parla è il suo perturbante
Una pedagogia muta
Dentro l’universo digitale l’immagine dinamica
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sottospecie, il ‘fermoimmagine’
Non abbiamo parole per dire
di questa nuova situazione,
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Avanguardie artistiche di massa: Bill Viola
Io considero ciò che sto facendo come un viaggio...Ha origine
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chiedermi se sono un performer, un regista o qualunque altra
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e i dettagli tecnici o concettuali devono venire affinati. Ecco
perché quella delle scuole d’arte è oggi una situazione troppo
“di testa” e non abbastanza “di cuore”. Enfatizza il lavoro
concettuale e spesso manca della potenza dell’intuizione e della
forza emozionale che sorge spontaneamente, al di fuori dei
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https://www.artribune.com/attualita/2012/11/bill-viola-e-la-re-
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Avanguardie artistiche di massa: David LaChapelle
Gli scatti sono immagini in cui volersi immergere. Scappare
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[Se diventassi cieco] mi dedicherei alla musica, senza dubbio e
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Gli interessi della scuola verbocentrica
L’attuale ordinamento scolastico (e universitario) resta immutato nel suo
impianto verbocentrico per via di interessi consolidati
di matrice
editoriale (la scuola del libro)
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Obiettivo politico prioritario dovrebbe essere
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Ossia, aree scolastiche autonome (dall’assetto disciplinare, dagli orari, dalla
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dinamiche trasformative,
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  • 2. Un sapere fluttuante “Una volta il sapere si divideva o si classificava per continenti, mentre ora si mescola e fluttua come i mari inclassificabili, le cui molecole fanno continuamente il giro del mondo; ogni goccia proviene da tutte le acque, e va verso di loro; ogni pensiero scaturisce da tutte le parti, e vi ritorna. Cambiamo casa, voliamo o navighiamo. L’età dolce equivale a ere di aria e di acque. Abiteremo la cattedrale: nave e tenda”
  • 3. Snobismo oscurantista Cosa vediamo quando guardiamo? Il fatto che si sia lontanissimi dal porre il problema, a scuola e tanto più all'universitá, illumina l'aristocratica ignorantocrazia di cui siamo partecipi
  • 4. Immagina quante! È stato calcolato che nel Medioevo un qualsiasi contadino umbro o toscano incontrava più o meno 40 immagini artificiali nel corso della vita... Oggi, se si calcola che quando guardiamo la TV il nostro occhio capta venticinque frames al secondo e se si moltiplica questo dato per il tempo medio di permanenza davanti al piccolo schermo citato poc’anzi, e se a ciò si aggiunge che incessantemente … intercettiamo immagini artificiali, si arriva al dato impressionante di 600.000 immagini al giorno
  • 5. Come Come governiamo un traffico di 600.000 immagini al giorno? Che ne facciamo? Come le selezioniamo? Quali metabolizziamo? Intanto. diamoci da fare e assumiamo come distinzione base immagine fissa e immagine mobile
  • 6. Materia fenomeno ente Non è distinzione solo di tipo materiale E nemmeno soltanto fenomenologica Si tratta di un qualcosa che coinvolge la caratterizzazione ontologica dell’immagine
  • 7. Acustico vs fisico L’immagine dinamica appartiene allo spazio sonoro, induce immersione informale (discontinuo, dinamico, pluridirezionale, informale) L’immagine statica appartiene allo spazio fisico, induce astrazione formale (sequenziale, analitico, uniforme)
  • 8. Il perturbante La rappresentazione accademica del sapere accetta, sia pure con difficoltà, l’immagine statica, per leggerla e quindi darle voce Non accetta, anzi rimuove l’immagine dinamica L’immagine che parla è il suo perturbante
  • 9. Una pedagogia muta Dentro l’universo digitale l’immagine dinamica sopravanza l’immagine fissa, vi imprime la sua dinamica trasformativa e ne fa una sua sottospecie, il ‘fermoimmagine’ Non abbiamo parole per dire di questa nuova situazione, questa nuova antropologia Forse nemmeno servono ad una scuola (tutta da costruire) che sia anche dell’ascoltare, vedere, fare
  • 10. Avanguardie artistiche di massa: Bill Viola Io considero ciò che sto facendo come un viaggio...Ha origine nel profondo, dentro di me...Si basa su una combinazione di certezze e di mistero...Questo è il motivo per cui è irrilevante chiedermi se sono un performer, un regista o qualunque altra cosa. Faccio semplicemente ciò che la mia voce interiore...mi dice di fare. A questo passaggio delicato la mente cosciente non prende parte...Questo aspetto di intelligenza razionale è utile solo più tardi, quando la visione, l’idea interiore è al sicuro e i dettagli tecnici o concettuali devono venire affinati. Ecco perché quella delle scuole d’arte è oggi una situazione troppo “di testa” e non abbastanza “di cuore”. Enfatizza il lavoro concettuale e spesso manca della potenza dell’intuizione e della forza emozionale che sorge spontaneamente, al di fuori dei contesti formali e direttamente nella persona che la riceve https://www.artribune.com/attualita/2012/11/bill-viola-e-la-re- ligione-unintervista/
  • 11. Avanguardie artistiche di massa: David LaChapelle Gli scatti sono immagini in cui volersi immergere. Scappare dentro una foto [Se diventassi cieco] mi dedicherei alla musica, senza dubbio e senza nessuna paura: le emozioni sono molto simili a quelle che voglio trasmettere con le mie fotografie: passione, bellezza, ispirazione https://www.beyondthemagazine.it/arte-cultura/calendario- lavazza-2020/
  • 12. Gli interessi della scuola verbocentrica L’attuale ordinamento scolastico (e universitario) resta immutato nel suo impianto verbocentrico per via di interessi consolidati di matrice editoriale (la scuola del libro) accademica (la scuola delle discipline) amministrativa (la scuola degli adempimenti) sindacale (la scuola delle corporazioni) politica (la scuola delle riforme senza spesa)
  • 13. Le possibilità di una scuola non verbocentrica Obiettivo politico prioritario dovrebbe essere proteggere e promuovere zone franche Ossia, aree scolastiche autonome (dall’assetto disciplinare, dagli orari, dalla valutazione) in cui l’uso consapevole e intelligente del digitale e delle sue dinamiche trasformative, connesse anche alle componenti sonore delle immagini in movimento, possa insegnare la complessità del mondo L’immagine dinamica come soggetto rifugio (Edgar Morin)
  • 14. Confusione di reale e immaginario “L’immagine non è solo il crocevia tra il reale e l’immaginario, è l’atto costitutivo radicale e simultaneo del reale e dell’immaginario. Bisogna concepire non solo la distinzione, ma anche la confusione tra reale e immaginario: non soltanto la loro opposizione e concorrenza, ma anche la loro unità complessa e la loro complementarità”
  • 15. Zone franche già esistono Arti performative e community Care Didatticarte
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