Non parlare di immagini e far parlare le immagini, dunque condividere la loro lingua. E' questo un impegno ineludibile per una pedagogia che sappia liberarsi della componente elitaria insita nella sua dipendenza storica dalla cultura della parola, soprattutto scritta
1. Non ho parole
Roberto Maragliano
mediologo e didatta
già Università Roma Tre
Immagine in movimento - Pisa - 6/7 novembre 2019
2. Un sapere fluttuante
“Una volta il sapere si divideva o si
classificava per continenti, mentre ora si
mescola e fluttua come i mari inclassificabili,
le cui molecole fanno continuamente il giro
del mondo; ogni goccia proviene da tutte le
acque, e va verso di loro; ogni pensiero
scaturisce da tutte le parti, e vi ritorna.
Cambiamo casa, voliamo o navighiamo.
L’età dolce equivale a ere di aria e di acque.
Abiteremo la cattedrale: nave e tenda”
3. Snobismo oscurantista
Cosa vediamo quando guardiamo?
Il fatto che si sia lontanissimi dal porre il problema,
a scuola e tanto più all'universitá,
illumina l'aristocratica ignorantocrazia
di cui siamo partecipi
4. Immagina quante!
È stato calcolato che nel Medioevo un qualsiasi contadino umbro
o toscano incontrava più o meno 40 immagini artificiali
nel corso della vita...
Oggi, se si calcola che quando guardiamo la TV il nostro occhio
capta venticinque frames al secondo e se si moltiplica questo
dato per il tempo medio di permanenza davanti al piccolo
schermo citato poc’anzi, e se a ciò si aggiunge che
incessantemente … intercettiamo immagini artificiali, si arriva al
dato impressionante di 600.000 immagini al giorno
5. Come
Come governiamo un traffico di 600.000 immagini al giorno? Che
ne facciamo? Come le selezioniamo? Quali metabolizziamo?
Intanto. diamoci da fare
e assumiamo
come distinzione base
immagine fissa e immagine mobile
6. Materia fenomeno ente
Non è distinzione solo di tipo materiale
E nemmeno soltanto fenomenologica
Si tratta di un qualcosa che coinvolge la
caratterizzazione ontologica
dell’immagine
7. Acustico vs fisico
L’immagine dinamica appartiene allo spazio sonoro,
induce immersione informale
(discontinuo, dinamico, pluridirezionale, informale)
L’immagine statica appartiene allo spazio fisico,
induce astrazione formale
(sequenziale, analitico, uniforme)
8. Il perturbante
La rappresentazione accademica del sapere accetta,
sia pure con difficoltà, l’immagine statica, per
leggerla e quindi darle voce
Non accetta, anzi rimuove l’immagine dinamica
L’immagine che parla è il suo perturbante
9. Una pedagogia muta
Dentro l’universo digitale l’immagine dinamica
sopravanza l’immagine fissa, vi imprime la sua
dinamica trasformativa e ne fa una sua
sottospecie, il ‘fermoimmagine’
Non abbiamo parole per dire
di questa nuova situazione,
questa nuova antropologia
Forse nemmeno servono ad una
scuola (tutta da costruire)
che sia anche dell’ascoltare, vedere, fare
10. Avanguardie artistiche di massa: Bill Viola
Io considero ciò che sto facendo come un viaggio...Ha origine
nel profondo, dentro di me...Si basa su una combinazione di
certezze e di mistero...Questo è il motivo per cui è irrilevante
chiedermi se sono un performer, un regista o qualunque altra
cosa. Faccio semplicemente ciò che la mia voce interiore...mi
dice di fare. A questo passaggio delicato la mente cosciente
non prende parte...Questo aspetto di intelligenza razionale è
utile solo più tardi, quando la visione, l’idea interiore è al sicuro
e i dettagli tecnici o concettuali devono venire affinati. Ecco
perché quella delle scuole d’arte è oggi una situazione troppo
“di testa” e non abbastanza “di cuore”. Enfatizza il lavoro
concettuale e spesso manca della potenza dell’intuizione e della
forza emozionale che sorge spontaneamente, al di fuori dei
contesti formali e direttamente nella persona che la riceve
https://www.artribune.com/attualita/2012/11/bill-viola-e-la-re-
ligione-unintervista/
11. Avanguardie artistiche di massa: David LaChapelle
Gli scatti sono immagini in cui volersi immergere. Scappare
dentro una foto
[Se diventassi cieco] mi dedicherei alla musica, senza dubbio e
senza nessuna paura: le emozioni sono molto simili a quelle
che voglio trasmettere con le mie fotografie: passione, bellezza,
ispirazione
https://www.beyondthemagazine.it/arte-cultura/calendario-
lavazza-2020/
12. Gli interessi della scuola verbocentrica
L’attuale ordinamento scolastico (e universitario) resta immutato nel suo
impianto verbocentrico per via di interessi consolidati
di matrice
editoriale (la scuola del libro)
accademica (la scuola delle discipline)
amministrativa (la scuola degli adempimenti)
sindacale (la scuola delle corporazioni)
politica (la scuola delle riforme senza spesa)
13. Le possibilità di una scuola non verbocentrica
Obiettivo politico prioritario dovrebbe essere
proteggere e promuovere zone franche
Ossia, aree scolastiche autonome (dall’assetto disciplinare, dagli orari, dalla
valutazione) in cui l’uso consapevole e intelligente del digitale e delle sue
dinamiche trasformative,
connesse anche alle componenti sonore delle immagini in movimento,
possa insegnare la complessità del mondo
L’immagine dinamica come soggetto rifugio (Edgar Morin)
14. Confusione di reale e immaginario
“L’immagine non è solo il crocevia tra il reale e
l’immaginario, è l’atto costitutivo radicale e
simultaneo del reale e dell’immaginario.
Bisogna concepire non solo la distinzione, ma
anche la confusione tra reale e immaginario: non
soltanto la loro opposizione e concorrenza, ma
anche la loro unità complessa e la loro
complementarità”
15. Zone franche già esistono
Arti performative e community Care
Didatticarte
16. Per andare a fondo
Scaffale Maragliano: bit.do/MARAGLIANO
Zona Franca
Armando Editore
agosto 2019
Scrivere
Luca Sossella Editore
luglio 2019