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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Metodi di campionamento per il monitoraggio
della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Le Unità di Terre Aziendali (UTA), corrispondenti alle UPA (Unita di
Paesaggio), sono porzioni della superficie aziendale omogenee per
caratteri dei suoli e per tipo di gestione. Le varie possibili combinazioni
tra tipo/i di suoli e tipi di gestione agraria delle superfici aziendali danno
origine alla scomposizione dei terreni dell’azienda in un mosaico di
poligoni, ciascuno caratterizzato da uno specifico comportamento e a cui
si applicano specifiche attenzioni gestionali
La definizione delle aree omogenee, intese come unità di
gestione ottimale, ha il compito di evidenziare le
diversità e consentire di operare scelte produttive
convenienti e sostenibili, sia dal punto di vista
economico, sia ambientale.
Le Unità di Terre sono dunque il supporto per compiere
scelte razionali di trasformazione e sistemazione dei
terreni, compatibilmente con la natura dei suoli, e per
migliorare le sinergie dei sistemi suolo-coltura.
UTA Unità di Terre Aziendale
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
UTA Unità di Terre Aziendale
Delineare (individuare) unità omogenee per le caratteristiche fisiche,
ambientali e di gestione dei terreni aziendali.
CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE UTA:
1.aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio determinano in ogni caso la
suddivisione in diverse UTA, una UTA per ogni corpo);
2.diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni climatiche determinano
ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA);
3.diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano diverse situazioni
morfologiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA, può essere
tollerata una semplificazione se vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione
morfometrica. Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede));
4.diverse condizioni pedologiche: se sono note diverse condizioni pedologiche (zone più
umide o zone più secche, zone più produttive o zone meno produttive, zone con evidenti
cromature differenti del suolo, zone con contenuti diversi di scheletro superficiale) è
necessaria la suddivisione in diverse UTA;
5.sistemi colturali diversi determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA;
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nelle tartufaie coltivate
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Aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio
determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA, almeno un UTA
per ogni corpo)
UTA Unità di Terre Aziendale
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nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni
climatiche es. esposizione, determinano ragionevolmente la suddivisione
in diverse UTA)
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano
diverse situazioni morfologiche determinano ragionevolmente la
suddivisione in diverse UTA, può essere tollerata una semplificazione se
vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione morfometrica
sull’altra)
Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede)
Versante lineare regolare (no UTA)
2 situazioni morfometriche, c’è una
dominanza di una sull’altra, possibile
semplificazione (no UTA)
UTA Unità di Terre Aziendale
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nelle tartufaie coltivate
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2 situazioni morfometriche, non c’è
una dominanza, si suddivide in 2 UTA
UTA Unità di Terre Aziendale
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nelle tartufaie coltivate
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Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
indicatori
Per esplorare e mappare le diverse tipologie di suolo dell’azienda occorre
appoggiarsi ad indicatori della diversità pedologica che siano già noti o
agevolmente verificabili. Il principale di essi è rappresentato dalla morfologia delle
superfici e dalla loro dinamica geo-idrologica e un secondo dalle conoscenze già
esistenti (agricoltore) riguardo al comportamento dei terreni.
La prima raccolta di queste informazioni consente di orientare il rilevamento,
anche quando costituito da osservazioni poco complesse
Indicatore 1: diversità dei paesaggi geo-
morfologici
L’obiettivo preliminare è la individuazione
delle diversità della morfologia delle superfici
dell’azienda (collocazione sul versante, forma,
pendenza..), l’evidenza di stati di dissesto ed
erosione e altri vincoli geo-idrologici. La
morfologia, fortemente correlata alla natura e
alla evoluzione geologica, presenta infatti
anche una forte relazione con il tipo di suolo,
che è fortemente condizionato dalle
dinamiche di versante.
Indicatore 2 : comportamento
Molto utile è la conoscenza del comportamento
suoli in relazione all’andamento climatico e alla
gestione agronomica. Si tratta di informazioni
che l’agricoltore raccoglie durante gli interventi
colturali e di valutazioni pratiche e giudizi
ricavati dalla osservazione continua e dalla
esperienza accumulata attraverso successive
approssimazioni ed errori.
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore:
morfologia delle superfici
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
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Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore:
comportamento dei terreni
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
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Suoli molto diversi con identica conduzione
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Suoli molto diversi con identica conduzione
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
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Schema
generale delle
Attività di
definizione delle
UTA e
successiva
descrizione e
campionamento
dei suoli nella
Unità
selezionata
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nelle tartufaie coltivate
OSSERVATORIOREG.SUOLI
Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Sequenza delle azioni
da mettere in atto per
eseguire un rilievo
ricognitivo di prima
approssimazione con sole
osservazioni superficiali o
con osservazioni
superficiali e osservazioni
speditive di profondità
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nelle tartufaie coltivate
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Scelta del programma di rilevamento e campionamento
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nelle tartufaie coltivate
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Componente:
suoli delle superfici dell’azienda
- sorgenti di dati -
Sorgente dati 2: osservazioni pedologiche in campo
Utilizzando le indicazioni della morfologia, dell’uso delle terre e i dati
pedologici già esistenti, tradotti in ipotesi di ripartizione del territorio
aziendale in porzioni omogenee, si procede alla esplorazione pedologica
vera e propria, cioè alla osservazione diretta dei caratteri dei suoli,
condotta al livello di approfondimento e dettaglio possibile nella specifica
fase di lavoro e dati tempi, risorse e obiettivi.
Nella scheda seguente si prevede la registrazione solo di alcuni principali
caratteri del suolo, limitandosi a quelli riconoscibili in superficie ed
eventualmente nell’esame dell’orizzonte agrario.
Nuove osservazioni successive e nuove fasi di indagine potranno
permettere di perfezionare le conoscenze sui suoli dell’azienda e ridefinire
le UTA di prima approssimazione
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nelle tartufaie coltivate
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Le possibilità operative di indagine in campo
+
impegno/
difficoltà,
+
dati,
+
affidabilità
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L’osservazione superficiale
sigla “ O “
Per osservazione superficiale si intende una
valutazione di alcuni caratteri del suolo
riconoscibili alla osservazione del terreno in
superficie e nei suoi primi centimetri di spessore.
Se ne ricavano utili indicazioni riguardo alla natura del suolo
nel suo complesso, soprattutto nelle aree collinari su
substrati pelitici e argillosi fortemente erodibili
L’osservazione O non può sostituire quella
dell’intero suolo. Essa serve quindi ad un primo
livello di screening dei caratteri dei suoli o ad una
verifica di quanto ci si aspetta di trovare sulla
base di altri dati.
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nelle tartufaie coltivate
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Il minipit
sigla “ M “
Il minipit è una piccola buca, scavata a mano,
a pareti verticali, di dimensioni 50x50 cm o più, in relazione
alla profondità, che consente di ispezionare, descrivere e
campionare l’orizzonte Ap ( o A) e raggiungere l’orizzonte
sottostante per verificarne la natura. Consente anche di
osservare il limite tra suolo arato e suolo sottostante
verificando eventuali aspetti negativi (suola aratura,
accumulo organico indecomposto, idromorfia..)
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nelle tartufaie coltivate
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Minipit per esame e campionamento Ap
e, se ben esposto, orizzonte sottostante
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Minipit più trivellata per esplorare gli orizzonti
profondi e verificare lo spessore di suolo utile
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Minipit con trivellata
su versante pendente
Minipit con trivellata
in ambiente naturale
Con il minipit si può descrivere
in modo completo l’Ap
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Il sondaggio con sonda “a sgorbia”
sigla “ G “
La sonda a sgorbia è una asta cava
leggermente conica e a sezione aperta
per circa 1/3-1/2 della sezione. E’ lunga
circa 1 metro e non se ne usano di
norma di più profonde. Viene infissa a
percussione, con successiva rotazione
dell’asta per rompere il materiale e
raccoglierlo nel semitubo. E’ adatta a
terreni non sassosi e consente
l’osservazione dell’intera sezione
attraversata. Riporta in superficie
materiale in genere non sufficiente alle
analisi fisico-chimiche. Si descrivono:
tessitura, colore, calcare …; altri
parametri con incertezza.
Velocità di esecuzione e
controllo di tutta la sezione
attraversata
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nelle tartufaie coltivate
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Molto efficiente per verificare le
profondità degli orizzonti (dell’Ap,
del substrato, ecc.)
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La trivellata
sigla “ T “
L’utilizzazione della trivella manuale consente di esplorare il
terreno fino a profondità significative (2-3 m), se umido e
perforabile, e portare in superficie “carote” di 5x15 cm,
rappresentative dei singoli avanzamenti , per pressione e
rotazione, della trivella nel foro.
Il forte disturbo del terreno scavato non consente di osservare
tutti i caratteri del suolo, del quale si possono descrivere:
tessitura, colore, calcare, pietre (con poca precisione),
concrezioni e depositi; altri parametri con incertezza.
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nelle tartufaie coltivate
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Trivellata con
campionamento
per scopiagronomici
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Il profilo, cioè lo scavo per la descrizione del profilo
sigla “ P “
Il profilo, che è insieme
scavo e sezione descritta, è realizzato
appositamente in un sito prescelto per
la sua rappresentatività e dovrebbe
esporre il suolo fino al substrato o
roccia madre, per una profondità che
da pochi dm può arrivare a 2-3 m.
Il profilo consente l’esame del suolo
nelle sue condizioni naturali,
disturbate e il campionamento di
tutti gli orizzonti. I profili sono
utilizzati come riferimento tipologico
per le osservazioni speditive
effettuate nell’area
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nelle tartufaie coltivate
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L’ideale per lo scavo è
una terna gommata o un
miniescavatore
per terreni no troppo duri
e profondità entro 2,5 m
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Accantonare
separatamente la
terra di orizzonti
diversi; eseguire
sempre alcune
fotografie
dell’ambiente e del
profilo
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nelle tartufaie coltivate
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Profili in coppia servono a
caratterizzare situazioni
estreme anche in uno
stesso campo
Senza il profilo è difficile
cogliere aspetti anche
molto importanti
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nelle tartufaie coltivate
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Osservazioni su UTA di dimensioni
limitate
con sub-area di piede versante.
Rilevamento
con profilo
profilo scavato
in punto rappresentativo
minipit
Minipit con trivellata
per caratterizzazione sub-
area
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•Rocciosità
•Pietrosità
•Aspetti
superficiali
•Fessure
•Croste
•Struttura
•Colore
•Tessitura ecc.
•Profondità Ap
•Breve
descrizione
subsoil
•Scheletro
•Radici ecc.
Descrizione e
possibile
campionamento
di tutti gli
orizzonti
Riconoscimento
dei limiti degli
orizzonti
Indagine
pedologica
completa,
condotta da
esperto con
schede
rilevamento e
manuali ufficiali.
(http://suoli.regione.mar
che.it/ServiziInformativi/
Divulgazioneonline.asp
x )
_____________
Indagine
pedologica di
riconoscimento
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Le schede di registrazione dei dati
manualistica ufficiale (alcuni esempi)
Livello regionale
Manuale: Metodi di campionamento per la qualità dei suoli
Manuale di rilevamento dei suoli – Regione Marche
Scheda di rilevamento dei suoli (completa) – Regione Marche
Scheda di rilevamento dei suoli (semplificata) – Regione Marche
Quaderno Tecnico Parte A - Metodi e procedure tecniche di campagna, attrezzature
Livello nazionale
Guida alla descrizione dei suoli in campagna e alla definizione delle loro qualità –
MIPAF ISSDS e Regione Toscana
programma per la gestione di banche dati pedologiche - CNCP2003
Livello internazionale
NRCS-USDA Field Book for Describing and Sampling Soils - Version 2.0 NRCS-
USDA Soil Survey Manual, published in October 1993
NRCS-USDA Soil Survey Staff. 2010. Keys to Soil Taxonomy, 11th ed.
Harmonized World Soil Database - Version 1.0
Multilingual Soil Profile Database, (The). (SDBm Plus). CD-ROM
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Limiti e spessore degli orizzonti
Spessore degli orizzonti e tipo di limiti tra un orizzonte e l’altro sono
parametri della morfologia del suolo fondamentali per la comprensione
del suo comportamento e delle sue qualità.
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nelle tartufaie coltivate
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Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli agrari
marchigiani(primo riconoscimento dalle tipologie regionali)
Orizzonte Ap Orizzonte minerale superficiale con
evidenti disturbi di origine antropica
strato lavorato
Orizzonte cambico Bw
Dal latino cambiare.
Deriva da processi di alterazione fisica e/o
trasformazioni chimiche, che hanno
provocato trasformazioni della originale
struttura rocciosa o aggregazioni delle
particelle del suolo (prime forme di di
pedogenesi). Per essere definito cambico,
un orizzonte deve essere spesso almeno
15 cm.
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nelle tartufaie coltivate
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Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli agrari marchigiani
(primo riconoscimento dalle tipologie regionali)
Orizzonte Calcico BkDal latino calx = calce
Orizzonte illuviale con accumulo secondario
di carbonato di calcio, eventualmente indurito.
Orizzonte argillico Bt
Dal latino argilla.
Orizzonte illuviale, con accumulo di argilla a
spese degli orizzonti sovrastanti;rivestimenti di
argilla intorno alle facce.
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nelle tartufaie coltivate
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Strati profondi, contatti litici e paralitici
(strati M, R e D)
Strati R:
roccia dura, massiva o poco frammentata, generalmente con diaclasi eo fessure che possono
contenere materiali degli orizzonti sovrastanti. Nei giunti della roccia si producono fenomeni
localizzati di dissoluzione, disaggregazione e alterazione. Lo strato R è sufficientemente
coerente quando umido da rendere impraticabile lo scavo a mano con una vanga, benché
possa essere scheggiato o grattato.
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nelle tartufaie coltivate
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Strati profondi, contatti litici e paralitici
(strati M, R e D)
Strati D:
Materiali duri clastici, spostati o trasportati, non consolidati, che formano un insieme pseudo-
mobile dominato dagli elementi grossolani (brecce di terrazzi e frane, detrito alluvionale,
detriti crioclastici, pietraie, soliflusso, morene, ecc.). Questi strati poco coerenti, in assenza di
materiali grossolani, sono facili da lavorare.
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nelle tartufaie coltivate
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Strati profondi, contatti litici e paralitici
(strati M, R e D)Strati M:
Rocce friabili o tenere non o poco frammentate, eventualmente con microfessure alterate
localmente o parzialmente. Questi strati sono in genere coerenti, ma facili da lavorare con
utensili.
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nelle tartufaie coltivate
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Rocciosità – pietrosità e scheletro
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Rocciosità – pietrosità e scheletro
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Tessitura
La Tessitura è definita come la proporzione tra gli elementi che
compongono la “terra fine”del suolo, intendendo per “terra fine” tutti gli
elementi con diametro inferiore ai 2 mm. La tessitura viene descritta da più
classi tessiturali i cui limiti dimensionali dipendono dal sistema di
classificazione adottato. In questo caso si fa riferimento alle 12 classi
riconoscibili nel triangolo delle tessiture (vedi sotto) utilizzato dal
Dipartimento Agricoltura degli Stati71Uniti (USDA) e ampiamente diffuso.
Per definire la classe di tessitura è necessario determinare la proporzione
tra le 3 principali classi diametriche (sabbia, limo e argilla) della terra fine,
come sotto definite: •argilla (Clay) < 0.002 mm
•argilla fine (fine clay) <0.0002
•argilla grossolana (coarse clay) 0.0002 – 0.002
•limo (Silt) 0.002 – 0.05 mm
•limo fine (fine silt) 0.002 – 0.02 mm
•limo grossolano (coarse silt) 0.02 – 0.05 mm
•sabbia (Sand) 0.05 – 2 mm
•sabbia molto fine (very fine sand) 0.05 – 0.1 mm
•sabbia fine (fine sand) 0.1 – 0.25 mm
•sabbia media (mean sand) 0.25 – 0.5 mm
•sabbia grossolana (coarse sand) 0.5 – 1 mm
•sabbia molto grossolana (very coarse sand) 1 – 2 mm
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nelle tartufaie coltivate
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Dalla tessitura dipendono gran parte delle proprietà funzionali del suolo,
quali: disponibilità di ossigeno, regime idrico, permeabilità qualità del
complesso assorbente, ecc). La tessitura viene anche utilizzata nella
classificazione dei suoli. La composizione percentuale delle classi
diametriche può essere determinata in laboratorio attraverso metodiche
ufficiali (DM 13/9/1999); altrimenti è possibile effettuare una stima in
campagna, manipolando tra le dita un piccolo campione di terreno
inumidito. La stima effettuata in campagna è certamente molto meno
attendibile della misura in laboratorio, ma con una certa esperienza e
attraverso confronti con campioni a tessitura nota, si possono ottenere
discreti risultati. Per la stima in campagna si procede alla valutazione
delle sensazioni tattili che descrivono il grado di plasticità, adesività e
smerigliatura di un piccolo campione. Tale operazione viene effettuata
seguendo diverse metodologie pratiche, consultabili al sito web di ORS,
nella sezione della Guida alla descrizione dei Suoli.
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nelle tartufaie coltivate
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A – argilloso
AL – argilloso limoso
AS – argilloso sabbioso
F - franco
FA – franco argilloso
FAS – franco argilloso
sabbioso
FL – franco limoso
FLA – franco limoso
argilloso
FS – franco sabbioso
L - limoso
S - sabbioso
SF – sabbioso franco
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Struttura
La struttura definisce il modo in cui le particelle elementari di un suolo (argilla, sabbia, limo,
sostanza organica, composti di ferro, carbonati, ecc.) si aggregano tra loro. La struttura in senso
stretto è visibile al microscopio, mentre ciò che possiamo descrivere in campagna è la
macrostruttura, ovvero la disposizione naturale di particelle in aggregati che variano da pochi
millimetri ad alcuni centimetri. La tipologia (forma, arrotondamento,..) e la dimensione della
struttura risultano importanti poiché determinano la quantità e la dimensione dei vuoti all'interno
del suolo, incidono in maniera determinante sullo scambio gassoso e sul ciclo dell'acqua,
dunque su regimi di temperatura ed umidità del suolo e quindi sulla crescita delle piante e
sull'attività biologica. La resistenza alla distruzione degli aggregati è invece un robusto
indicatore della quantità degli agenti cementanti (sostanza organica e cationi). L'unità minima di
aggregazione delle 73 particelle costituenti viene definita “ped” che è necessario individuare
attraverso la manipolazione di un piccolo campione di terreno. Se ne descrivono tre
caratteristiche: la distinguibilità, ossia il grado di qualità con il quale si manifesta
morfologicamente la struttura, poi si descrive la forma e la classe dimensionale prevalente,
secondo i codici proposti nel prossimo paragrafo. In due particolari casi può essere necessario
descrivere l'assenza di struttura (apedal), che spesso indicano il raggiungimento del substrato
geologico e dunque il limite massimo del suolo, si tratta dell'assenza di struttura su materiali
sciolti o incoerenti, dove non è possibile osservare alcuna aggregazione delle particelle
elementari (apedal – single grain), oppure su materiali massivi, in generale si evidenzia questa
condizione quando i materiali colloidali tendono a riempire tutti gli spazi, nel particolare caso dei
suoli marchigiani questa condizione si verifica sei substrati del bacino plio-pleistocenico sulle
alternanze di strati di peliti e sabbie.
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nelle tartufaie coltivate
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Porosità
La porosità complessiva del suolo, costituita da vari tipi di vuoti (canali e
vuoti interni agli aggregati, tra gli aggregati, tra gli orizzonti, ecc.) è funzione
della tipologia e della dimensione della struttura e dipende da vari altri
fattori, fisici e biologici. Permette gli scambi gassosi e la circolazione
dell'acqua, consente il movimento dei microrganismi e delle radici. La
porosità può anche essere un indicatore di stress su suoli compattati o
asfittici. Il parametro viene descritto in quantità e in dimensione dei pori,
secondo tabelle comparative proposte nel paragrafo dei codici di
descrizione.
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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molto grossolani
>10
MG
grossolani
5-10
GR
medi
2-5
ME
fini
0.5-2
FI
molto fini
<0.5
MF
Definizione
Classe ∅∅∅∅ in mmCodice
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nelle tartufaie coltivate
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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli
nelle tartufaie coltivate
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Carbonati – effervescenza
Il contenuto di Carbonato di Calcio CaCO3 risulta essere un parametro
importante per la comprensione dei fenomeni evolutivi del suolo, oltre che
influire significativamente sulla disponibilità di diversi elementi e risultare
limitante nel caso di presenza abbondante. Per tanto risulta significativo
determinare in campagna, attraverso una stima speditiva, il contenuto di
calcare, importante anche per la classificazione del suolo e l'individuazione
dell'Unità Tipologica di riferimento nel Catalogo delle Tipologie di Suolo
regionali .Lo ione calcio favorisce la stabilità degli aggregati del suolo ed è
assorbito come ione Ca2+dalle piante. La natura calcarea dei substrati
marchigiani ha determinato una ricchezza significativa dello ione calcio a
disposizione delle piante, tanto che spesso il calcio rappresenta da solo più
dell'80% del complesso di scambio. Nella descrizione dei suoli è importante
considerare anche tipologia e quantità degli accumuli di carbonato di calcio in
forma di noduli, concrezioni e masse disperse, forme che hanno un significato
genetico e riducono di fatto la disponibilità di particelle fini come “calcare
attivo”.In campagna la stima del carbonato di calcio viene effettuata con la
stima della reazione, con liberazione di CO2 , all'addizione di acido cloridrico in
soluzione al 10%. La descrizione dell’effetto della reazione è un indicatore del
contenuto di carbonato.
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Colore
Il colore è un parametro intuitivo e da
sempre utilizzato per la descrizione di un
suolo. Il colore può essere utilizzato come
indicatore sintetico, in quanto è correlato a
diverse altri parametri fondamentali per le
scelte agronomiche, quali: quantità di
sostanza organica,aerazione (fenomeni di
ossido-riduzione, porosità, tessitura e
natura dei minerali presenti). Per la
descrizione del colore si utilizza il Sistema
Munsell (Munsell, 1994), il sistema prevede
una valutazione per confronto tra i colori
proposti nelle Tavole Munsell (ed.2009) e
un frammento di suolo umido. Occorre
determinare tre caratteri: il “hue”(colore),
parametro che fa riferimento alla lunghezza
d'onda dello spettro elettromagnetico, il
“chroma”(saturazione di colore), parametro
riferito alla quantità di colore, il
“value”(brillantezza) parametro che
descrive la quantità di luce riflessa rispetto
a quella assorbita.
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nelle tartufaie coltivate
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Il numero di campioni necessario alla definizione delle caratteristiche
pedologiche dipende dalla variabilità pedologica e dal numero di UTA
delineate.
1 caso: 1 UTA – Suolo omogeneo per definizione
2 caso: + UTA – Suolo omogeneo (es UTA delineate perché corpi divisi)
3 caso: + UTA – Suolo differenziato
Campionamento del suolo
1 caso = 1 campione
Il campionamento va effettuato nei primi
30 cm, per maggiori dettagli consultare il
manuale “Quaderno Tecnico Parte A -
Metodi e procedure tecniche di
campagna, attrezzature”
http://suoli.regione.marche.it/Portals/2/su
oli/DOCUMENTI-
DOWNLOAD/Quaderno-ParteA.pdf
Campionamento per analisi di laboratorio
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Campionamento del suolo
2 caso = 1 campione 3 caso = n^ campione
Campionamento per analisi di laboratorio
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Attenzione: Non campionare in più punti e mescolare i
campionamenti per ottenere situazioni medie. Se si ritiene che vi
sia uniformità pedologica è necessario fare un solo
campionamento. Differenze pedologiche significative ai fini della
gestione determinano diverse UTA
Campionamento del suolo
Per abbassare il rischio di
campionare situazioni non
rappresentative è possibile
procedere con un approccio
statistico:
1.Delineare una griglia
2.Selezionare n>3 punti
random (o prendere punti
random senza griglia)
3.Campionare
4.Analizzare
5.Escludere i valori estremi
della curva pf
Campionamento per analisi di laboratorio
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minipit
trivella
sonda
profilo
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1
3
2
Il campione composto
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Scelta del sito nell’UTA, del metodo e del o dei punti di prelievo
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Analisi di laboratorio
Secondo gli standard di laboratorio nel rispetto delle norme ministeriali per le
determinazioni analitiche su campioni di suolo (D.M. 13/09/99)
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Analisi di laboratorio
•Carbonato di calcio
•Calcio scambiabile
•pH
•Contenuto di Sostanza Organica
•Azoto
•Rapporto Carbonio/Azoto C/N
•Fosforo
•Potassio scambiabile
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I dati e servizi disponibili presso
Osservatorio Regionale Suoli
L’Osservatorio Regionale Suoli è una struttura operativa che opera nell’ambito del Servizio
Agricoltura della Regione Marche ed ha tra i suoi compiti principali conoscere e far conoscere
la risorsa suolo.
Servizi informativi: Disponibilità e utilizzo di cartografie tematiche
Disponibilità e utilizzo di cartografie pedologiche e derivate
Informazioni sui tipi di suolo regionali e loro distribuzione
Assistenza tecnica: Supporto tecnico nell’applicazione di norme cogenti (dir nitrati)
Guida e riferimenti metodologici per il monitoraggio dei suoli
Collaborazioni
operative:
Con Organismi ed esperti in ambito scientifico e della ricerca
Con Organismi di controllo;
Con Agronomi, tecnici e aziende agricole.
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Feed Back con ORS e collaborazione per analisi
dati dell’UTA
Monitoraggio
suoli aziendale
Osservatorio suoli e Centro
agrochimico Assam
Aumento delle conoscenze e tracciabilità
del campionamento;
Valorizzazione delle analisi pregresse;
Implementazione del catalogo dei suoli
delle Marche;
Affinamento nella scelta delle
determinazioni analitiche;
Verifica delle dinamiche pedogenetiche
nel tempo.
COLLABORAZIONI OPERATIVE
Delineazione UTA aziendali
Esecuzione dei rilievi di campagna
Valutazione applicative sulle UTA:
- attitudine ad una particolare coltivazione (tartufaia, vigneto, arboreto ecc,
- rischio erosione
- capacità d’uso rispetto a specifiche pratiche
Attività di ricerca e sperimentazione.
Interscambio
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Feed back Azienda-Professionista-OsS
(misure, strumenti, dati, interpretazioni)
AziendaProfessionistaOsS
Indagine
conoscitiva
Rilievi in campo
Dati esistenti
(BANCA DATI OSSERVAZIONI)
Quadro pedologico
Generale
(BANCA DATI PEDOPAESAGGI)
Supporto scelte strumenti
(MANUALE)
Interpretazione rilievi
(BANCA DATI TIPOLOGIE)
Raccolta dati
Elaborazione dati
Elaborazione dati
INFORMAZIONE
SERVIZIO
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Indagine preliminare, recupero dati esistenti
- Indagine sulla presenza di rilievi
pedologici già esistenti in azienda
o in zona
- Breve inquadramento
pedopaesaggistico della zona di
indagine su base cartografica
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Dati puntuali e areali dai rilievi esistenti

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Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate

  • 1. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate
  • 2. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Le Unità di Terre Aziendali (UTA), corrispondenti alle UPA (Unita di Paesaggio), sono porzioni della superficie aziendale omogenee per caratteri dei suoli e per tipo di gestione. Le varie possibili combinazioni tra tipo/i di suoli e tipi di gestione agraria delle superfici aziendali danno origine alla scomposizione dei terreni dell’azienda in un mosaico di poligoni, ciascuno caratterizzato da uno specifico comportamento e a cui si applicano specifiche attenzioni gestionali La definizione delle aree omogenee, intese come unità di gestione ottimale, ha il compito di evidenziare le diversità e consentire di operare scelte produttive convenienti e sostenibili, sia dal punto di vista economico, sia ambientale. Le Unità di Terre sono dunque il supporto per compiere scelte razionali di trasformazione e sistemazione dei terreni, compatibilmente con la natura dei suoli, e per migliorare le sinergie dei sistemi suolo-coltura. UTA Unità di Terre Aziendale
  • 3. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 UTA Unità di Terre Aziendale Delineare (individuare) unità omogenee per le caratteristiche fisiche, ambientali e di gestione dei terreni aziendali. CRITERI PER L’INDIVIDUAZIONE DELLE UTA: 1.aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA, una UTA per ogni corpo); 2.diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni climatiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA); 3.diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano diverse situazioni morfologiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA, può essere tollerata una semplificazione se vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione morfometrica. Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede)); 4.diverse condizioni pedologiche: se sono note diverse condizioni pedologiche (zone più umide o zone più secche, zone più produttive o zone meno produttive, zone con evidenti cromature differenti del suolo, zone con contenuti diversi di scheletro superficiale) è necessaria la suddivisione in diverse UTA; 5.sistemi colturali diversi determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA;
  • 4. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Aggregazione dei corpi aziendali (corpi non contigui nello spazio determinano in ogni caso la suddivisione in diverse UTA, almeno un UTA per ogni corpo) UTA Unità di Terre Aziendale
  • 5. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Diverse condizioni climatiche (corpi contigui ma su diverse situazioni climatiche es. esposizione, determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA)
  • 6. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Diverse condizioni morfometriche (corpi contigui estesi che presentano diverse situazioni morfologiche determinano ragionevolmente la suddivisione in diverse UTA, può essere tollerata una semplificazione se vi è una dominanza >75% dell’UTA di una situazione morfometrica sull’altra) Es.: >75% su versante lineare e < 25% parte bassa del versante (piede) Versante lineare regolare (no UTA) 2 situazioni morfometriche, c’è una dominanza di una sull’altra, possibile semplificazione (no UTA) UTA Unità di Terre Aziendale
  • 7. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 2 situazioni morfometriche, non c’è una dominanza, si suddivide in 2 UTA UTA Unità di Terre Aziendale
  • 8. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 indicatori Per esplorare e mappare le diverse tipologie di suolo dell’azienda occorre appoggiarsi ad indicatori della diversità pedologica che siano già noti o agevolmente verificabili. Il principale di essi è rappresentato dalla morfologia delle superfici e dalla loro dinamica geo-idrologica e un secondo dalle conoscenze già esistenti (agricoltore) riguardo al comportamento dei terreni. La prima raccolta di queste informazioni consente di orientare il rilevamento, anche quando costituito da osservazioni poco complesse Indicatore 1: diversità dei paesaggi geo- morfologici L’obiettivo preliminare è la individuazione delle diversità della morfologia delle superfici dell’azienda (collocazione sul versante, forma, pendenza..), l’evidenza di stati di dissesto ed erosione e altri vincoli geo-idrologici. La morfologia, fortemente correlata alla natura e alla evoluzione geologica, presenta infatti anche una forte relazione con il tipo di suolo, che è fortemente condizionato dalle dinamiche di versante. Indicatore 2 : comportamento Molto utile è la conoscenza del comportamento suoli in relazione all’andamento climatico e alla gestione agronomica. Si tratta di informazioni che l’agricoltore raccoglie durante gli interventi colturali e di valutazioni pratiche e giudizi ricavati dalla osservazione continua e dalla esperienza accumulata attraverso successive approssimazioni ed errori.
  • 9. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore: morfologia delle superfici
  • 10. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Approccio al riconoscimento dei suoli tramite l’indicatore: comportamento dei terreni
  • 11. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Suoli molto diversi con identica conduzione
  • 12. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Suoli molto diversi con identica conduzione
  • 13. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Schema generale delle Attività di definizione delle UTA e successiva descrizione e campionamento dei suoli nella Unità selezionata
  • 14. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Sequenza delle azioni da mettere in atto per eseguire un rilievo ricognitivo di prima approssimazione con sole osservazioni superficiali o con osservazioni superficiali e osservazioni speditive di profondità
  • 15. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Scelta del programma di rilevamento e campionamento
  • 16. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Componente: suoli delle superfici dell’azienda - sorgenti di dati - Sorgente dati 2: osservazioni pedologiche in campo Utilizzando le indicazioni della morfologia, dell’uso delle terre e i dati pedologici già esistenti, tradotti in ipotesi di ripartizione del territorio aziendale in porzioni omogenee, si procede alla esplorazione pedologica vera e propria, cioè alla osservazione diretta dei caratteri dei suoli, condotta al livello di approfondimento e dettaglio possibile nella specifica fase di lavoro e dati tempi, risorse e obiettivi. Nella scheda seguente si prevede la registrazione solo di alcuni principali caratteri del suolo, limitandosi a quelli riconoscibili in superficie ed eventualmente nell’esame dell’orizzonte agrario. Nuove osservazioni successive e nuove fasi di indagine potranno permettere di perfezionare le conoscenze sui suoli dell’azienda e ridefinire le UTA di prima approssimazione
  • 17. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Le possibilità operative di indagine in campo + impegno/ difficoltà, + dati, + affidabilità
  • 18. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 L’osservazione superficiale sigla “ O “ Per osservazione superficiale si intende una valutazione di alcuni caratteri del suolo riconoscibili alla osservazione del terreno in superficie e nei suoi primi centimetri di spessore. Se ne ricavano utili indicazioni riguardo alla natura del suolo nel suo complesso, soprattutto nelle aree collinari su substrati pelitici e argillosi fortemente erodibili L’osservazione O non può sostituire quella dell’intero suolo. Essa serve quindi ad un primo livello di screening dei caratteri dei suoli o ad una verifica di quanto ci si aspetta di trovare sulla base di altri dati.
  • 19. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 20. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Il minipit sigla “ M “ Il minipit è una piccola buca, scavata a mano, a pareti verticali, di dimensioni 50x50 cm o più, in relazione alla profondità, che consente di ispezionare, descrivere e campionare l’orizzonte Ap ( o A) e raggiungere l’orizzonte sottostante per verificarne la natura. Consente anche di osservare il limite tra suolo arato e suolo sottostante verificando eventuali aspetti negativi (suola aratura, accumulo organico indecomposto, idromorfia..)
  • 21. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Minipit per esame e campionamento Ap e, se ben esposto, orizzonte sottostante
  • 22. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Minipit più trivellata per esplorare gli orizzonti profondi e verificare lo spessore di suolo utile
  • 23. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Minipit con trivellata su versante pendente Minipit con trivellata in ambiente naturale Con il minipit si può descrivere in modo completo l’Ap
  • 24. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Il sondaggio con sonda “a sgorbia” sigla “ G “ La sonda a sgorbia è una asta cava leggermente conica e a sezione aperta per circa 1/3-1/2 della sezione. E’ lunga circa 1 metro e non se ne usano di norma di più profonde. Viene infissa a percussione, con successiva rotazione dell’asta per rompere il materiale e raccoglierlo nel semitubo. E’ adatta a terreni non sassosi e consente l’osservazione dell’intera sezione attraversata. Riporta in superficie materiale in genere non sufficiente alle analisi fisico-chimiche. Si descrivono: tessitura, colore, calcare …; altri parametri con incertezza. Velocità di esecuzione e controllo di tutta la sezione attraversata
  • 25. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Molto efficiente per verificare le profondità degli orizzonti (dell’Ap, del substrato, ecc.)
  • 26. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 27. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 La trivellata sigla “ T “ L’utilizzazione della trivella manuale consente di esplorare il terreno fino a profondità significative (2-3 m), se umido e perforabile, e portare in superficie “carote” di 5x15 cm, rappresentative dei singoli avanzamenti , per pressione e rotazione, della trivella nel foro. Il forte disturbo del terreno scavato non consente di osservare tutti i caratteri del suolo, del quale si possono descrivere: tessitura, colore, calcare, pietre (con poca precisione), concrezioni e depositi; altri parametri con incertezza.
  • 28. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Trivellata con campionamento per scopiagronomici
  • 29. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Il profilo, cioè lo scavo per la descrizione del profilo sigla “ P “ Il profilo, che è insieme scavo e sezione descritta, è realizzato appositamente in un sito prescelto per la sua rappresentatività e dovrebbe esporre il suolo fino al substrato o roccia madre, per una profondità che da pochi dm può arrivare a 2-3 m. Il profilo consente l’esame del suolo nelle sue condizioni naturali, disturbate e il campionamento di tutti gli orizzonti. I profili sono utilizzati come riferimento tipologico per le osservazioni speditive effettuate nell’area
  • 30. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 L’ideale per lo scavo è una terna gommata o un miniescavatore per terreni no troppo duri e profondità entro 2,5 m
  • 31. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Accantonare separatamente la terra di orizzonti diversi; eseguire sempre alcune fotografie dell’ambiente e del profilo
  • 32. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Profili in coppia servono a caratterizzare situazioni estreme anche in uno stesso campo Senza il profilo è difficile cogliere aspetti anche molto importanti
  • 33. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Osservazioni su UTA di dimensioni limitate con sub-area di piede versante. Rilevamento con profilo profilo scavato in punto rappresentativo minipit Minipit con trivellata per caratterizzazione sub- area
  • 34. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 •Rocciosità •Pietrosità •Aspetti superficiali •Fessure •Croste •Struttura •Colore •Tessitura ecc. •Profondità Ap •Breve descrizione subsoil •Scheletro •Radici ecc. Descrizione e possibile campionamento di tutti gli orizzonti Riconoscimento dei limiti degli orizzonti Indagine pedologica completa, condotta da esperto con schede rilevamento e manuali ufficiali. (http://suoli.regione.mar che.it/ServiziInformativi/ Divulgazioneonline.asp x ) _____________ Indagine pedologica di riconoscimento
  • 35. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Le schede di registrazione dei dati manualistica ufficiale (alcuni esempi) Livello regionale Manuale: Metodi di campionamento per la qualità dei suoli Manuale di rilevamento dei suoli – Regione Marche Scheda di rilevamento dei suoli (completa) – Regione Marche Scheda di rilevamento dei suoli (semplificata) – Regione Marche Quaderno Tecnico Parte A - Metodi e procedure tecniche di campagna, attrezzature Livello nazionale Guida alla descrizione dei suoli in campagna e alla definizione delle loro qualità – MIPAF ISSDS e Regione Toscana programma per la gestione di banche dati pedologiche - CNCP2003 Livello internazionale NRCS-USDA Field Book for Describing and Sampling Soils - Version 2.0 NRCS- USDA Soil Survey Manual, published in October 1993 NRCS-USDA Soil Survey Staff. 2010. Keys to Soil Taxonomy, 11th ed. Harmonized World Soil Database - Version 1.0 Multilingual Soil Profile Database, (The). (SDBm Plus). CD-ROM
  • 36. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Limiti e spessore degli orizzonti Spessore degli orizzonti e tipo di limiti tra un orizzonte e l’altro sono parametri della morfologia del suolo fondamentali per la comprensione del suo comportamento e delle sue qualità.
  • 37. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli agrari marchigiani(primo riconoscimento dalle tipologie regionali) Orizzonte Ap Orizzonte minerale superficiale con evidenti disturbi di origine antropica strato lavorato Orizzonte cambico Bw Dal latino cambiare. Deriva da processi di alterazione fisica e/o trasformazioni chimiche, che hanno provocato trasformazioni della originale struttura rocciosa o aggregazioni delle particelle del suolo (prime forme di di pedogenesi). Per essere definito cambico, un orizzonte deve essere spesso almeno 15 cm.
  • 38. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Gli orizzonti diagnostici principali per i suoli agrari marchigiani (primo riconoscimento dalle tipologie regionali) Orizzonte Calcico BkDal latino calx = calce Orizzonte illuviale con accumulo secondario di carbonato di calcio, eventualmente indurito. Orizzonte argillico Bt Dal latino argilla. Orizzonte illuviale, con accumulo di argilla a spese degli orizzonti sovrastanti;rivestimenti di argilla intorno alle facce.
  • 39. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Strati profondi, contatti litici e paralitici (strati M, R e D) Strati R: roccia dura, massiva o poco frammentata, generalmente con diaclasi eo fessure che possono contenere materiali degli orizzonti sovrastanti. Nei giunti della roccia si producono fenomeni localizzati di dissoluzione, disaggregazione e alterazione. Lo strato R è sufficientemente coerente quando umido da rendere impraticabile lo scavo a mano con una vanga, benché possa essere scheggiato o grattato.
  • 40. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Strati profondi, contatti litici e paralitici (strati M, R e D) Strati D: Materiali duri clastici, spostati o trasportati, non consolidati, che formano un insieme pseudo- mobile dominato dagli elementi grossolani (brecce di terrazzi e frane, detrito alluvionale, detriti crioclastici, pietraie, soliflusso, morene, ecc.). Questi strati poco coerenti, in assenza di materiali grossolani, sono facili da lavorare.
  • 41. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Strati profondi, contatti litici e paralitici (strati M, R e D)Strati M: Rocce friabili o tenere non o poco frammentate, eventualmente con microfessure alterate localmente o parzialmente. Questi strati sono in genere coerenti, ma facili da lavorare con utensili.
  • 42. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Rocciosità – pietrosità e scheletro
  • 43. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Rocciosità – pietrosità e scheletro
  • 44. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Tessitura La Tessitura è definita come la proporzione tra gli elementi che compongono la “terra fine”del suolo, intendendo per “terra fine” tutti gli elementi con diametro inferiore ai 2 mm. La tessitura viene descritta da più classi tessiturali i cui limiti dimensionali dipendono dal sistema di classificazione adottato. In questo caso si fa riferimento alle 12 classi riconoscibili nel triangolo delle tessiture (vedi sotto) utilizzato dal Dipartimento Agricoltura degli Stati71Uniti (USDA) e ampiamente diffuso. Per definire la classe di tessitura è necessario determinare la proporzione tra le 3 principali classi diametriche (sabbia, limo e argilla) della terra fine, come sotto definite: •argilla (Clay) < 0.002 mm •argilla fine (fine clay) <0.0002 •argilla grossolana (coarse clay) 0.0002 – 0.002 •limo (Silt) 0.002 – 0.05 mm •limo fine (fine silt) 0.002 – 0.02 mm •limo grossolano (coarse silt) 0.02 – 0.05 mm •sabbia (Sand) 0.05 – 2 mm •sabbia molto fine (very fine sand) 0.05 – 0.1 mm •sabbia fine (fine sand) 0.1 – 0.25 mm •sabbia media (mean sand) 0.25 – 0.5 mm •sabbia grossolana (coarse sand) 0.5 – 1 mm •sabbia molto grossolana (very coarse sand) 1 – 2 mm
  • 45. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Dalla tessitura dipendono gran parte delle proprietà funzionali del suolo, quali: disponibilità di ossigeno, regime idrico, permeabilità qualità del complesso assorbente, ecc). La tessitura viene anche utilizzata nella classificazione dei suoli. La composizione percentuale delle classi diametriche può essere determinata in laboratorio attraverso metodiche ufficiali (DM 13/9/1999); altrimenti è possibile effettuare una stima in campagna, manipolando tra le dita un piccolo campione di terreno inumidito. La stima effettuata in campagna è certamente molto meno attendibile della misura in laboratorio, ma con una certa esperienza e attraverso confronti con campioni a tessitura nota, si possono ottenere discreti risultati. Per la stima in campagna si procede alla valutazione delle sensazioni tattili che descrivono il grado di plasticità, adesività e smerigliatura di un piccolo campione. Tale operazione viene effettuata seguendo diverse metodologie pratiche, consultabili al sito web di ORS, nella sezione della Guida alla descrizione dei Suoli.
  • 46. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 A – argilloso AL – argilloso limoso AS – argilloso sabbioso F - franco FA – franco argilloso FAS – franco argilloso sabbioso FL – franco limoso FLA – franco limoso argilloso FS – franco sabbioso L - limoso S - sabbioso SF – sabbioso franco
  • 47. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 48. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Struttura La struttura definisce il modo in cui le particelle elementari di un suolo (argilla, sabbia, limo, sostanza organica, composti di ferro, carbonati, ecc.) si aggregano tra loro. La struttura in senso stretto è visibile al microscopio, mentre ciò che possiamo descrivere in campagna è la macrostruttura, ovvero la disposizione naturale di particelle in aggregati che variano da pochi millimetri ad alcuni centimetri. La tipologia (forma, arrotondamento,..) e la dimensione della struttura risultano importanti poiché determinano la quantità e la dimensione dei vuoti all'interno del suolo, incidono in maniera determinante sullo scambio gassoso e sul ciclo dell'acqua, dunque su regimi di temperatura ed umidità del suolo e quindi sulla crescita delle piante e sull'attività biologica. La resistenza alla distruzione degli aggregati è invece un robusto indicatore della quantità degli agenti cementanti (sostanza organica e cationi). L'unità minima di aggregazione delle 73 particelle costituenti viene definita “ped” che è necessario individuare attraverso la manipolazione di un piccolo campione di terreno. Se ne descrivono tre caratteristiche: la distinguibilità, ossia il grado di qualità con il quale si manifesta morfologicamente la struttura, poi si descrive la forma e la classe dimensionale prevalente, secondo i codici proposti nel prossimo paragrafo. In due particolari casi può essere necessario descrivere l'assenza di struttura (apedal), che spesso indicano il raggiungimento del substrato geologico e dunque il limite massimo del suolo, si tratta dell'assenza di struttura su materiali sciolti o incoerenti, dove non è possibile osservare alcuna aggregazione delle particelle elementari (apedal – single grain), oppure su materiali massivi, in generale si evidenzia questa condizione quando i materiali colloidali tendono a riempire tutti gli spazi, nel particolare caso dei suoli marchigiani questa condizione si verifica sei substrati del bacino plio-pleistocenico sulle alternanze di strati di peliti e sabbie.
  • 49. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 50. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 51. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Porosità La porosità complessiva del suolo, costituita da vari tipi di vuoti (canali e vuoti interni agli aggregati, tra gli aggregati, tra gli orizzonti, ecc.) è funzione della tipologia e della dimensione della struttura e dipende da vari altri fattori, fisici e biologici. Permette gli scambi gassosi e la circolazione dell'acqua, consente il movimento dei microrganismi e delle radici. La porosità può anche essere un indicatore di stress su suoli compattati o asfittici. Il parametro viene descritto in quantità e in dimensione dei pori, secondo tabelle comparative proposte nel paragrafo dei codici di descrizione.
  • 52. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 53. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 molto grossolani >10 MG grossolani 5-10 GR medi 2-5 ME fini 0.5-2 FI molto fini <0.5 MF Definizione Classe ∅∅∅∅ in mmCodice
  • 54. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 55. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 56. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 57. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 58. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Carbonati – effervescenza Il contenuto di Carbonato di Calcio CaCO3 risulta essere un parametro importante per la comprensione dei fenomeni evolutivi del suolo, oltre che influire significativamente sulla disponibilità di diversi elementi e risultare limitante nel caso di presenza abbondante. Per tanto risulta significativo determinare in campagna, attraverso una stima speditiva, il contenuto di calcare, importante anche per la classificazione del suolo e l'individuazione dell'Unità Tipologica di riferimento nel Catalogo delle Tipologie di Suolo regionali .Lo ione calcio favorisce la stabilità degli aggregati del suolo ed è assorbito come ione Ca2+dalle piante. La natura calcarea dei substrati marchigiani ha determinato una ricchezza significativa dello ione calcio a disposizione delle piante, tanto che spesso il calcio rappresenta da solo più dell'80% del complesso di scambio. Nella descrizione dei suoli è importante considerare anche tipologia e quantità degli accumuli di carbonato di calcio in forma di noduli, concrezioni e masse disperse, forme che hanno un significato genetico e riducono di fatto la disponibilità di particelle fini come “calcare attivo”.In campagna la stima del carbonato di calcio viene effettuata con la stima della reazione, con liberazione di CO2 , all'addizione di acido cloridrico in soluzione al 10%. La descrizione dell’effetto della reazione è un indicatore del contenuto di carbonato.
  • 59. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 60. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Colore Il colore è un parametro intuitivo e da sempre utilizzato per la descrizione di un suolo. Il colore può essere utilizzato come indicatore sintetico, in quanto è correlato a diverse altri parametri fondamentali per le scelte agronomiche, quali: quantità di sostanza organica,aerazione (fenomeni di ossido-riduzione, porosità, tessitura e natura dei minerali presenti). Per la descrizione del colore si utilizza il Sistema Munsell (Munsell, 1994), il sistema prevede una valutazione per confronto tra i colori proposti nelle Tavole Munsell (ed.2009) e un frammento di suolo umido. Occorre determinare tre caratteri: il “hue”(colore), parametro che fa riferimento alla lunghezza d'onda dello spettro elettromagnetico, il “chroma”(saturazione di colore), parametro riferito alla quantità di colore, il “value”(brillantezza) parametro che descrive la quantità di luce riflessa rispetto a quella assorbita.
  • 61. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Il numero di campioni necessario alla definizione delle caratteristiche pedologiche dipende dalla variabilità pedologica e dal numero di UTA delineate. 1 caso: 1 UTA – Suolo omogeneo per definizione 2 caso: + UTA – Suolo omogeneo (es UTA delineate perché corpi divisi) 3 caso: + UTA – Suolo differenziato Campionamento del suolo 1 caso = 1 campione Il campionamento va effettuato nei primi 30 cm, per maggiori dettagli consultare il manuale “Quaderno Tecnico Parte A - Metodi e procedure tecniche di campagna, attrezzature” http://suoli.regione.marche.it/Portals/2/su oli/DOCUMENTI- DOWNLOAD/Quaderno-ParteA.pdf Campionamento per analisi di laboratorio
  • 62. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Campionamento del suolo 2 caso = 1 campione 3 caso = n^ campione Campionamento per analisi di laboratorio
  • 63. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Attenzione: Non campionare in più punti e mescolare i campionamenti per ottenere situazioni medie. Se si ritiene che vi sia uniformità pedologica è necessario fare un solo campionamento. Differenze pedologiche significative ai fini della gestione determinano diverse UTA Campionamento del suolo Per abbassare il rischio di campionare situazioni non rappresentative è possibile procedere con un approccio statistico: 1.Delineare una griglia 2.Selezionare n>3 punti random (o prendere punti random senza griglia) 3.Campionare 4.Analizzare 5.Escludere i valori estremi della curva pf Campionamento per analisi di laboratorio
  • 64. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016
  • 65. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 minipit trivella sonda profilo
  • 66. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 1 3 2 Il campione composto
  • 67. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Scelta del sito nell’UTA, del metodo e del o dei punti di prelievo
  • 68. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Analisi di laboratorio Secondo gli standard di laboratorio nel rispetto delle norme ministeriali per le determinazioni analitiche su campioni di suolo (D.M. 13/09/99)
  • 69. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Analisi di laboratorio •Carbonato di calcio •Calcio scambiabile •pH •Contenuto di Sostanza Organica •Azoto •Rapporto Carbonio/Azoto C/N •Fosforo •Potassio scambiabile
  • 70. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 I dati e servizi disponibili presso Osservatorio Regionale Suoli L’Osservatorio Regionale Suoli è una struttura operativa che opera nell’ambito del Servizio Agricoltura della Regione Marche ed ha tra i suoi compiti principali conoscere e far conoscere la risorsa suolo. Servizi informativi: Disponibilità e utilizzo di cartografie tematiche Disponibilità e utilizzo di cartografie pedologiche e derivate Informazioni sui tipi di suolo regionali e loro distribuzione Assistenza tecnica: Supporto tecnico nell’applicazione di norme cogenti (dir nitrati) Guida e riferimenti metodologici per il monitoraggio dei suoli Collaborazioni operative: Con Organismi ed esperti in ambito scientifico e della ricerca Con Organismi di controllo; Con Agronomi, tecnici e aziende agricole.
  • 71. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Feed Back con ORS e collaborazione per analisi dati dell’UTA Monitoraggio suoli aziendale Osservatorio suoli e Centro agrochimico Assam Aumento delle conoscenze e tracciabilità del campionamento; Valorizzazione delle analisi pregresse; Implementazione del catalogo dei suoli delle Marche; Affinamento nella scelta delle determinazioni analitiche; Verifica delle dinamiche pedogenetiche nel tempo. COLLABORAZIONI OPERATIVE Delineazione UTA aziendali Esecuzione dei rilievi di campagna Valutazione applicative sulle UTA: - attitudine ad una particolare coltivazione (tartufaia, vigneto, arboreto ecc, - rischio erosione - capacità d’uso rispetto a specifiche pratiche Attività di ricerca e sperimentazione. Interscambio
  • 72. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Feed back Azienda-Professionista-OsS (misure, strumenti, dati, interpretazioni) AziendaProfessionistaOsS Indagine conoscitiva Rilievi in campo Dati esistenti (BANCA DATI OSSERVAZIONI) Quadro pedologico Generale (BANCA DATI PEDOPAESAGGI) Supporto scelte strumenti (MANUALE) Interpretazione rilievi (BANCA DATI TIPOLOGIE) Raccolta dati Elaborazione dati Elaborazione dati INFORMAZIONE SERVIZIO
  • 73. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Indagine preliminare, recupero dati esistenti - Indagine sulla presenza di rilievi pedologici già esistenti in azienda o in zona - Breve inquadramento pedopaesaggistico della zona di indagine su base cartografica
  • 74. Metodi di campionamento per il monitoraggio della qualità dei suoli nelle tartufaie coltivate OSSERVATORIOREG.SUOLI Sant’Angelo in Vado, Martedì 15 marzo 2016 Dati puntuali e areali dai rilievi esistenti