3. Dislessia Evolutiva: Definizione
La Dislessia Evolutiva (DE) è:
“un disturbo manifestato nell’apprendimento
della lettura, nonostante istruzione adeguata, in
assenza di deficit intellettivi, neurologici o
sensoriali, e con adeguate condizioni
socioculturali”
DSM IV
Dott.ssa Barbara Arfé - DPAC
4. Limiti delle definizioni tradizionali
DSM-IV, linee guida dell’Associazione Psichiatrica
Americana
ICD-10, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
..entrambe pongono una definizione fondata
sulla discrepanza
Un deficit nella lettura che si presenta in assenza di
una scarsa abilità cognitiva generale (1 DS sotto il QI
non-verbale).
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6. Caratteristiche e Associazione
con altri disturbi
“The key feature in Dyslexia is an unusual balance of skills. The
typical dyslexic may be very gifted in some areas yet have totally
incongruous difficulty in others. In particular, there is almost
always a history of lateness in learning to read and of inability to
remember spellings. Dyslexics may have all sorts of creative
ideas yet find it very hard to put them down on paper.
Dyslexics can be very gifted mathematicians yet still experience
uncertainty over elementary calculation. The condition sometimes
runs in families and is known to have a physical basis. It can
cause considerable stress and frustration to those who suffer from
it."
Miles, 1993
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7. Comorbidità
ADHD: disturbo da deficit dell’attenzione
Difficoltà di pianificazione di attività di studio,
organizzazione narrativa
Discalculia
Disgrafia
Disortografia
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Daniela Brizzolara - Università di Pisa/ IRCCS Stella Maris
8. Dislessie superficiali e fonologiche
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Lessico di entrataLessico di entrata
visivovisivo
Analisi visivaAnalisi visiva
Sistema semanticoSistema semantico
Lessico di uscitaLessico di uscita
fonologicofonologico
Buffer fonemicoBuffer fonemico
ConversioneConversione
scritto-suonoscritto-suono
Parola lettaParola letta
Parola scrittaParola scritta
Parole noteParole note
Dislessia superficialeDislessia superficiale
Parole non conosciuteParole non conosciute
Dislessia fonologicaDislessia fonologica
fungofungo
f-u-n-g-of-u-n-g-o
9. Dislessie superficiali fonologiche e profonde
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Lessico di entrataLessico di entrata
visivovisivo
Analisi visivaAnalisi visiva
Sistema semanticoSistema semantico
Lessico di uscitaLessico di uscita
fonologicofonologico
Buffer fonemicoBuffer fonemico
ConversioneConversione
scritto-suonoscritto-suono
Parola lettaParola letta
Parola scrittaParola scritta
Parole noteParole note
Dislessia superficialeDislessia superficiale
Parole non conosciuteParole non conosciute
Dislessia fonologicaDislessia fonologica
tompotompo
t-o-m-p-ot-o-m-p-o
t-o-m-p-o
10. Il Modello a due vie
e i sotto-tipi di dislessia
Riferito all’architettura neuronale e a processi di lettura nell’adulto
Postula l’esistenza di due due strategie/vie di lettura:
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Diretta / LessicaleDiretta / Lessicale Indiretta / Sub-lessicaleIndiretta / Sub-lessicale
Riconoscimento:Riconoscimento:
recupero dal repertorio lessicalerecupero dal repertorio lessicale
Analisi delle sub-unità:Analisi delle sub-unità:
conversione grafema/fonemaconversione grafema/fonema
11. Effetti della lingua
Inglesenglese, lingua opaca: sin dalle prime fasi di apprendimento della lettura,
il lettore deve sviluppare parallelamente le due strategie:
-accesso diretto al lessico, per il riconoscimento delle parole irregolari (es.
yacht, come) o omofone (es. weight, wait),
-accesso indiretto, mediato dalla elaborazione fonologica, per le parole
regolari.
Disturbo di tipo fonologico più frequente di disturbo di tipo superficiale.
ItalianoItaliano, lingua regolare, ortografia più trasparente (regolare corrispondenza
lettere-suoni): l’accesso diretto al lessico è meno importante inizialmente per
il lettore, ed è solitamente il frutto di un processo di automatizzazione. È cioè
più difficile separare via lessicale e sub-lessicale sul piano evolutivo.
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12. Dislessia fonologica
Dislessia superficiale
Cattiva lettura np
Cattiva lettura parole nuove
Errori derivazionali (andava-
andato)
Errori visivi (calco; calcio)
Deficit nella lettura di parole
irregolari (regolarizzare)
Confusione omofone (lago-
l’ago)
13. Lista Parole Lista Np
Tazio
Buolo
Staro
Trisi
Pando
Tente
Docaro
Reduve
Vranoma
Casa
Pane
Palazzo
Ragazzo
Bambina
Casa
Pane
Palazzo
Testa
Mamma
Mondo
14. Il caso di D. (fine scuola elementare)
a) Errori in un compito di discriminazione di parole omofone (l’ago/ lago;
d’orso/dorso, etc.);
b) lettura di parole e non-parole: la prestazione nella lettura di non-parole < a
quella nella lettura di parole (ma questo avviene anche per i controlli);
c) numero di errori per entrambi i tipi di stimolo è superiore a quello dei
controlli, ma il disturbo di lettura di non-parole = disturbo di lettura di parole;
d) velocità: legge alla stessa velocità parole e stringhe non significative. In
punteggi standard la prestazione risulta nella norma per le non parole, e
deficitaria per le parole;
e) analisi dei movimenti oculari: un numero più elevato di movimenti
saccadici. Movimenti saccadici più brevi e meno felssibili dei controlli.
Fissazioni multiple di una parola e fissazioni di funtori e non solo di parole
contenuto.
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18. Analisi delle difficoltà di D. secondo il Modello a due vie
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Lessico di entrataLessico di entrata
visivovisivo
Analisi visivaAnalisi visiva
Sistema semanticoSistema semantico
Lessico di uscitaLessico di uscita
fonologicofonologico
Buffer fonemicoBuffer fonemico
ConversioneConversione
scritto-suonoscritto-suono
Parola lettaParola letta
Parola scrittaParola scritta
fungofungo
f-u-n-g-of-u-n-g-o
Via___________Via___________
Via___________Via___________
19. Commento al caso di D.
Lentezza nella lettura: caratteristica pervasiva dei disturbi di
lettura in lingue ad ortografie regolari
Dissociazione relativa tra comprensione e decodifica
Scansione visiva durante la lettura: frequenti saccadi,
fissazioni multiple delle stesse parole, fissazione di parole
funzione
Profilo comune, tipico
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20. Dislessia Evolutiva vs. Dislessia Acquisita
DE: Disturbo della automatizzazione delle
procedure di transcodifica dei segni scritti in
corrispondenti fonologici. Emerge (?) all’inizio
o nel corso del processo di scolarizzazione.
DA: Esito di una lesione o un trauma. Riguarda
soggetti che hanno già acquisito la lettura.
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21. DE vs. DA
Critiche all’applicabilità del modello a due vie nella dislessia evolutiva:
a. I processi sottostanti alla lettura del lettore adulto competente sono diversi
da quelli del bambino che apprende a leggere;
b. Baddeley et al. (1982): “se i DE sembrano somigliare ai dislessici superficiali
adulti, somigliano molto più a lettori meno esperti”.
I pattern di errori commessi dai dislessici evolutivi sono simili a quelli
commessi da giovani lettori normali: non “atipici” (come quelli dei DA),
ma “in ritardo” .
c. Il modello non spiega la co-occorrenza di sintomi nel caso del
bambino con DE (in scrittura, lettura e calcolo).
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22. L’eziologia
Relazione tra dislessia e disturbo specifico del linguaggio (DSL);
Fattori genetici: la KE family;
Fattori ambientali: fattori di esclusione, ma non si può trascurare la
loro influenza nella determinazione del profilo evolutivo della
dislessia;
Fattori neurobiologici: anormalità nello sviluppo neurologico vs.
lesioni cerebrali precoci (indagini funzionali vs. strutturali).
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24. Modello di Apprendimento della Lettura
(Frith, 1985)
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Fase Esempio Caratteristiche
Logografica BAR Vocabolario visivo
Alfabetica M-e-l-a Lettura fonetica
Ortografica Me-la Pattern di grafemi/sillabe
Lessicale Mela Vocabolario lessicale
25. Critiche al Modello di Frith
Variabilità dell'ordine degli stadi
Già nelle prime fasi di acquisizione della lettura bambini con
buone capacità di sintesi e segmentazione fonemica
apprendono prima a usare una strategia fonologica e non
logografica (Stuart & Coltheart, 1988)
Influenza del metodo di insegnamento Bambini di 6
anni che avevano appreso a leggere con un metodo fonetico
utilizzavano da subito strategie fonologiche di lettura, che
gradatamente sparivano con l’aumentare dell’età (Doctor &
Coltheart, 1980)
Caratteristiche dell'ortografia
L’utilizzo della via visiva si instaura più tardi nei bambini italiani
(lingua ad ortografia regolare) che nei bambini inglesi (lingua ad
ortografia irregolare) (Scalisi & Berardi, 1992)
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26. Distinzioni e proposte di suddivisione
Lovett (1984; Lovett et al. 2000)
propone di distinguere tra due tipi di disabilità della lettura. Questa
distinzione è fondata sull’ipotesi che il riconoscimento di parole si
sviluppi secondo diverse fasi:
1) accuratezza nell’identificare la parola scritta
2) riconoscimento automatico
3) automatizzazione (componenti del processo di lettura vengono
consolidate nella memoria)
Distingue tra:
“Disabili dell’Accuratezza”: bambini che falliscono nella prima fase;
“Disabili della Velocità” : per quelli che raggiungono una buona
capacità di riconoscimento delle parole, ma sono deficitari nella
seconda e terza fase dello sviluppo.
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27. L’espressività del DE nello sviluppo
Il DE cambia espressività nelle diverse fasi dello sviluppo:
•
Apprendimento della decodifica:Apprendimento della decodifica: difficoltà a compiere operazioni di analisi
e sintesi fonologica in lettura, nelle prime fasi di acquisizione della lingua
scritta.
I.I. riconoscimento visivoriconoscimento visivo delle lettere (faticoso e impreciso: crawding);
II.II. lentezzalentezza delle operazioni di transcodifica segno-suono;
III. difficoltà a realizzare la sintesi fonemicasintesi fonemica.
Una caratteristica del DE nelle prime fasi è la sua pervasività. Ossia la sua
diffusione nelle tre aree: lettura, scrittura e calcolo. La difficoltà sembra
riguardare i processi di decodifica in generale (segni scritti, linguaggio
verbale e aritmetico).
***Difficile da diagnosticare in questa fase.
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28. Automatizzazione delle procedure:Automatizzazione delle procedure: i bambini con DE faticano ad
automatizzare i processi di transcodifica, ossia a raggiungere
una vera fluidità nella lettura.
Nella lettura si verifica una divaricazione verso:
I.I. strategia linguistica:strategia linguistica: lettura rapida ma inaccurata (errori dovuti a
meccanismi di anticipazione). Conseguenti sostituzioni di parole o parti
di parole (es. luglio vs. lungo).
II.II. strategia lettera-per-lettera:strategia lettera-per-lettera: la lettura è molto più lenta e stentata, ma
meno inaccurata nell’analisi dei singoli elementi.
*** I dati mostrano un vantaggio prognostico per la prima condizione, a
causa di un sovraccarico nella memoria fonologica nel secondo caso.
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L’espressività del DE nello sviluppo
29. La stabilizzazione delle procedure e il loro impiego in compitiLa stabilizzazione delle procedure e il loro impiego in compiti cognitivicognitivi
complessi (comprensione del testo):complessi (comprensione del testo):
Con l’avanzare della scolarità acquistano sempre più rilevanza processi
cognitivi sofisticati nella comprensione del testo, come i processi meta-
cognitivi (conoscenza e controllo delle strategie di lettura).
In questa fase aver automatizzato spontaneamente o tramite training i
processi di decodifica è fondamentale per il carico di memoria di lavoro.
Le strategie meta-cognitive in questa fase consentono all’alunno un’attività
di coordinazione e di controllo del testo e di integrare con processi dall’alto
persistenti difficoltà di decodifica.
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L’espressività del DE nello sviluppo
30. Fattori determinanti per un buon EsitoEsito della storia della DE:
Grado di difficoltà della decodifica:Grado di difficoltà della decodifica: i bambini che a lungo mostrano
una strategia di lettura lettera per lettera hanno meno probabilità di
accedere ad una lettura più fluente e strategica;
Quantità di esposizione alla lettura:Quantità di esposizione alla lettura: è un elemento determinante.
Soprattutto nei casi di dislessie lievi;
QIQI
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L’espressività del DE nello sviluppo
31. L’andamento della DE:
accuratezza e velocità
L’andamento nel tempo della DE valutato in base a velocità e
accuratezza è il seguente:
In sistemi ortografici regolari (come l’italiano) l’esercizio con il tempo, porta
ad un aumento dell’accuratezza, senza che debbano essere messe in atto
misure particolari per sviluppare questa capacità. L’accuratezza nella lettura
dei bambini con DE si approssima con gli anni scolastici a quella dei
bambini con sviluppo più tipico.
La velocità di lettura tende ad aumentare con la scolarità sia in bambini
dislessici che in bambini con sviluppo tipico, ma le differenze tra i due gruppi
restano invariate. Per i soggetti dislessici, i tempi di lettura, seppur
diminuiscono, non hanno un andamento tanto netto quanto per i soggetti
con sviluppo tipico.
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32. Natura della DE
Anche riguardo alla natura della DE vi è una certa varietà interpretativa e
teorica:
a. È un disturbo ad alta componente linguistica. Le disabilità nella processazionead alta componente linguistica. Le disabilità nella processazione
fonologicafonologica del linguaggio potrebbero essere alla base del disturbo della lettura
(Stella, et al. 1996).
b. È un disturbo ad alta componente visiva (hp magnocellulare/ hp del crowding).ad alta componente visiva (hp magnocellulare/ hp del crowding).
All’origine del disturbo di lettura viene postulato un deficit visivo nell’elaborazione di
stringhe di simboli. Il disturbo è generato dall’affollamento e dalla numerosità degli
elementi che costituiscono lo stimolo. Questo disturbo potrebbe rendere confusa la
percezione globale della parola, e indirizzerebbe all’analisi di segmenti della parola
(procedura sub-lessicale) la quale a sua volta sarebbe imperfetta.
c. È un deficit di automatizzazione (Nicolson & Fawcett, 1993).deficit di automatizzazione (Nicolson & Fawcett, 1993). Ad esso
conseguono deficit di memoria fonologica e di memoria di lavoro frequentemente
rilevati come possibili cause della dislessia.
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33. Cause della Dislessia
HP fonologica e linguisticaHP fonologica e linguistica
I dati di ricerca indicano fragilità nei seguenti compiti:
Denominazione rapida (accesso al lessico)
Ripetizione non parole (memoria a breve termine)
Discriminazione di fonemi in rapida successione
Compiti che richiedono sensibilità fonologica
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34. Ipotesi “visiva”Ipotesi “visiva”
Deficit visivi e di scansione oculare
Anomalie anatomiche e funzionali del sistema
visivo centrale
Difficoltà visive nello scanning di stimoli di piccole
dimensioni e affollati
Numerose saccadi di breve ampiezza nel corso
della lettura.
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Cause della Dislessia
35. Ipotesi MagnocellulareIpotesi Magnocellulare
Un deficit a carico delle strutture magnocellulari del sistema visivo:
le difficoltà di lettura sono imputabili a alterazioni della percezione
sensoriale visiva.
Il sistema magnocellulare: elaborazione di informazioni relative a
oggetti in movimento
Dati empirici: (1) una riduzione delle dimensioni delle cellule
magnocellulari nei reperti autoptici dei soggetti dislessici; (2) una
ridotta attivazione della corteccia visiva secondaria nelle immagini
di risonanza magnetica funzionale; (3) studi neuropsicologici e
neurofisiologici hanno infine evidenziato la presenza di ritardi nei
potenziali visivi e una difficoltà nella focalizzazione dell'attenzione
spaziale e nella percezione di oggetti in movimento
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Cause della Dislessia
36. La via magnocellulare
Nella corteccia visiva,
posta nel lobo occipitale, si distinguono
varie aree; la prima zona a cui si dirigono
le fibre provenienti dal nucleo genicolato
laterale, è l'area V1, che contiene una
mappa estremamente dettagliata
dell'intero campo visivo, ricevendo punto
per punto le proiezioni dei sei strati
cellulari provenienti dal corpo genicolato
laterale, suddivise in una via
magnocellulare ed in una parvocellulare,
cosa che mostra come le vie che
presiedono alla caratteristiche generali del
movimento sono separate da quelle che
sovrintendono alla percezione dei colori.
37. Ipotesi cerebellareIpotesi cerebellare (Nicolson & Fawcett, 1995)
• I dislessici hanno difficoltà nell’acquisire automaticità nella lettura
(e in altre attività): cioè necessitano di più pratica per
automatizzare l’apprendimento.
• Difficoltà :
• Mantenersi in equilibrio su un asse (a occhi bendati, su un piede)
• Mantenere la postura
• Eseguire contemporaneamente più compiti
• Stimare il tempo (giudizio di durata di stimoli)
PET: ridotta attivazione cerebellare in dislessici adulti durante la lettura
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Daniela Brizzolara -Università di Pisa/ IRCCS Stella Maris
Cause della Dislessia
38. Quando è possibile formulare una diagnosi di
Dislessia?
I dati su accuratezza e velocità mostrano che la DE non è tanto un fenomeno di “ritardo”
dello sviluppo quanto un “deficit” dello sviluppo, restando lo svantaggio del bambino
dislessico in “velocità” costante nel tempo.
All’inizio della scolarità (1 elementare) è difficile discriminare tra bambini che
manifestano un ritardo nell’acquisizione della letto-scrittura, dislessici medio-lievi e
dislessici gravi.
La differenziazione tra dislessici medio-lievi e gravi diventa significativa in 3 elementare.
Le differenze tra i due gruppi, in terza media si mantengono per la velocità, ma non per gli
errori, che risultano di numerosità simile. Quindi in 3 elementare è possibile stabilire il grado
di severità della dislessia evolutiva.
Nel caso dei dislessici medio-lievi c’è dunque un buon compenso spontaneo della
velocità con l’acquisto di una certa fluenza, nel caso dei dislessici gravi il processo non si
automatizza neanche al termine della scolarità.
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39. La valutazione delle difficoltà di lettura
Tiene conto di 3 indici fondamentali:
Accuratezza
Rapidità
Comprensione
La valutazione della lettura su singole parole è utile per approfondire la
valutazione.
Utile confrontare la lettura di due testi distinti (non conosciuti e
adeguati
per età scolare):
Testo A: lettura a alta voca (accuratezza e velocità)
Testo B: lettura silente o modalità preferita (comprensione)
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