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L’0LTRETOMBA
    ETRUSCO




APPROCCIO AL SISTEMA DI CREDENZE
  E ALLA MITOLOGIA DEGLI INFERI
      DEL POPOLO DEI TIRRENI
NELLA PERCEZIONE DEI MODERNI GLI
ETRUSCHI SONO UN POPOLO MISTERIOSO:

   LA DISCUSSIONE SULLE LORO ORIGINI,
       LA PRATICA DI RITUALI MAGICI
         E DELL’ARTE DIVINATORIA,
     LA SUGGESTIONE DELLE NECROPOLI
    SONO ALLA BASE DEL FASCINO CHE
       CONTINUANO AD ESERCITARE
LO STORICO ROMANO
  TITO LIVIO LI DEFINIVA:
“un popolo che fra tutti gli altri si dedicò
particolarmente alle pratiche religiose in
    quanto si distingueva nel saperle
   coltivare (Ars colendi religiones)”
SENECA
              scriveva di loro:
“La differenza fra noi [cioè il mondo ellenistico-
  romano] e gli Etruschi... è questa: che noi
  riteniamo che i fulmini scocchino in seguito
  all'urto delle nubi; essi credono che le nubi si
  urtino per far scoccare i fulmini; tutto infatti
  attribuendo alla divinità, sono indotti ad opinare
  non già che le cose abbiano un significato in
  quanto avvengono, ma piuttosto che esse
  avvengano perche debbono avere un
  significato...”
LA DISPOSIZIONE DEGLI ETRUSCHI A COGLIERE IL NESSO
         TRA LA REALTA’ TANGIBILE E L’INVISIBILE
 TRA IL MONDO DEGLI UOMINI E LA DIMENSIONE DIVINA
PUO’ ESSERE COLTA ATTRAVERSO LA PSEUDO-ETIMOLOGIA
                DEL LORO NOME GRECO:


                  THYRRHENOI
                  CHE DERIVEREBBE DA

                      THYEIN
                           =
     “SACRIFICARE, RENDERE SACRO”
Nella società etrusca
  la casta sacerdotale
      amministra culti
           complessi,
   tesi ad interpretare
     il volere degli dei,
a conquistarne il favore,
        ma soprattutto
  a creare un legame
   tra il Regno dei Vivi
   e il Regno dei Morti
La ricostruzione storico-antropologica
    della relazione che gli Etruschi
   hanno intrattenuto con il SACRO
    è resa possibile grazie a poche
       ma importanti fonti scritte:

    •   IL LIBER LINTEUS DI ZAGABRIA
    •   IL FEGATO DI PIACENZA
    •   IL TEGOLO DI CAPUA
    •   LA LAMINA DI SANTA MARINELLA
LIBER LINTEUS di ZAGABRIA




             Calendario sacrale del II secolo a.C.
                  di area cortonese o perugina,
tagliato e riutilizzato per far bende di una mummia in Egitto
IL FEGATO DI PIACENZA




    Rappresentazione bronzea di fegato ovino
indicante corrispondenze magiche tra le partizioni
     degli spazi celesti e l’organo dell’animale
IL TEGOLO DI CAPUA
     Rituale
    relativo
alla sfera infera
   per i mesi
   da Marzo
         a
    Ottobre
LAMINA DI PIOMBO DI
  SANTA MARINELLA




         Forse
    testo oracolare
La Necropoli di Norchia




Sono comunque le necropoli ad evidenziare
      la centralità nella cultura etrusca
            del culto dei morti e
 del sistema di credenze ad esso connesso
In età protostorica la religione etrusca
è di carattere universalistico e circolare:
   ogni manifestazione, ogni creatura
  è in stretta connessione con il TUTTO




Società degli uomini        Mondo naturale




                   Divino
Le credenze riguardanti
   l’oltretomba sono soggette
   ad una rapida evoluzione,
soprattutto nella fase più antica,
  che vede la coesistenza di riti
        funerari diversi come:
La sepoltura in tombe a camera
                  e
           La cremazione
Tomba dei Rilievi. Cerveteri




La tomba a camera è espressione della
concezione, condivisa in larga parte del
 Mediterraneo, della sopravvivenza del
    defunto nell’ambiente sepolcrale
Alla cremazione
sottintende l’idea della
liberazione dell’anima dal
corpo e forse della
riunificazione con le altre
anime.
La contaminazione tra le
due concezioni è evidente
quando le ceneri dei
cremati vengono poste in
urne a forma di casa o nei
canopi cinerari che
riproducono
sommariamente le fattezze
del defunto.
L’influenza ellenica,
    a partire dal VII secolo,
introduce la rappresentazione
            di un Averno
 modellato su quello greco:
     diverse sono però
le figure che lo popolano
Le testimonianze di età
arcaica relative alle
divinità dell’oltretomba
non sono ancora di
carattere
antropomorfico, come
rivelano i coperchi
cinerari di
Pontecagnano,
probabile
rappresentazione della
coppia infera dalle
estremità e dai volti
allungati, colta nell’atto
di un abbraccio
Quadriga infernale. Sarteano




                         Con il tempo
la mitologia dell’oltretomba etrusco inizia a comprendere
                  una pluralità di creature
                variamente rappresentate,
                       del tutto originali
                 rispetto alle culture coeve
CHARUN E VANTH




Charun è una divinità maschile che vibra il colpo mortale con un
  martello
Vanth (Aita) è una divinità alata, onnisciente, e messaggera di
  morte per gli uomini. Assiste i malati in fin di vita e inala i
  demoni buoni. In epoca tarda venne gradualmente a
  rappresentare la giustizia. Nell'arte viene rappresentata con
  serpenti, torce e chiavi. Le ali di questa ed altre creature
  evocano la mitologia semitica
TUCHULCA
E' un orribile
creatura
alata, con
serpenti per
capelli e il
becco di
uccello per
bocca.

                 Tuchulca. Tomba dell’Orco. Tarquinia
ALPAN
Dea etrusca
dell'amore e
dell'oltretomba
conosciuta anche
con il nome di
Apanu. Nelle
raffigurazioni viene
spesso ritratta nuda o
seminuda e con le
ali. Fa parte delle
Lasa, guardiane
dell’oltretomba i cui
simboli sono specchi
e corone
FEBRUUS
                                         Dio della morte e della
                                         purificazione. Passò poi
                                         nella mitologia romana; il
                                         nome venne modificato in
                                         Febris ed associato alla
                                         guarigione dalla malaria. I
                                         Februalia, le festività a lui
                                         dedicate, coincidevano
                                         con i Lupercalia, in onore
                                         del dio Fauno (per questo
                                         motivo le due divinità
                                         vennero in seguito spesso
                                         confuse). Dal suo nome
                                         deriva quello del mese di
                                         Febbraio, dal latino
Februus. Museo Archeologico di Firenze
                                         Februare = purificare
Nelle tombe di realizzazione successiva al VI-V secolo,
         ricorrono rappresentazioni di demoni
 che infliggono atroci punizioni alle anime dei defunti
       e che rendono il viaggio nell’oltretomba
                      irto di pericoli
L’elemento delle PENE INFERNALI
cui possono sottrarsi soltanto coloro
  che padroneggiano complicati
      strumenti ritualistici
         è poco comune
nel panorama delle religioni antiche
COME SI SPIEGA?
Se l’oltretomba può essere interpretato
   come specchio di un intero popolo,
        allora l’immagine di un’élite
eternamente banchettante nei Campi Elisi,
           da cui i più sono esclusi,
      sarebbe il riflesso di una società
        sempre più irrigidita nel suo
          OLIGARCHISMO
La questione
rimane, naturalmente,
      aperta

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  • 1. L’0LTRETOMBA ETRUSCO APPROCCIO AL SISTEMA DI CREDENZE E ALLA MITOLOGIA DEGLI INFERI DEL POPOLO DEI TIRRENI
  • 2. NELLA PERCEZIONE DEI MODERNI GLI ETRUSCHI SONO UN POPOLO MISTERIOSO: LA DISCUSSIONE SULLE LORO ORIGINI, LA PRATICA DI RITUALI MAGICI E DELL’ARTE DIVINATORIA, LA SUGGESTIONE DELLE NECROPOLI SONO ALLA BASE DEL FASCINO CHE CONTINUANO AD ESERCITARE
  • 3. LO STORICO ROMANO TITO LIVIO LI DEFINIVA: “un popolo che fra tutti gli altri si dedicò particolarmente alle pratiche religiose in quanto si distingueva nel saperle coltivare (Ars colendi religiones)”
  • 4. SENECA scriveva di loro: “La differenza fra noi [cioè il mondo ellenistico- romano] e gli Etruschi... è questa: che noi riteniamo che i fulmini scocchino in seguito all'urto delle nubi; essi credono che le nubi si urtino per far scoccare i fulmini; tutto infatti attribuendo alla divinità, sono indotti ad opinare non già che le cose abbiano un significato in quanto avvengono, ma piuttosto che esse avvengano perche debbono avere un significato...”
  • 5. LA DISPOSIZIONE DEGLI ETRUSCHI A COGLIERE IL NESSO TRA LA REALTA’ TANGIBILE E L’INVISIBILE TRA IL MONDO DEGLI UOMINI E LA DIMENSIONE DIVINA PUO’ ESSERE COLTA ATTRAVERSO LA PSEUDO-ETIMOLOGIA DEL LORO NOME GRECO: THYRRHENOI CHE DERIVEREBBE DA THYEIN = “SACRIFICARE, RENDERE SACRO”
  • 6. Nella società etrusca la casta sacerdotale amministra culti complessi, tesi ad interpretare il volere degli dei, a conquistarne il favore, ma soprattutto a creare un legame tra il Regno dei Vivi e il Regno dei Morti
  • 7. La ricostruzione storico-antropologica della relazione che gli Etruschi hanno intrattenuto con il SACRO è resa possibile grazie a poche ma importanti fonti scritte: • IL LIBER LINTEUS DI ZAGABRIA • IL FEGATO DI PIACENZA • IL TEGOLO DI CAPUA • LA LAMINA DI SANTA MARINELLA
  • 8. LIBER LINTEUS di ZAGABRIA Calendario sacrale del II secolo a.C. di area cortonese o perugina, tagliato e riutilizzato per far bende di una mummia in Egitto
  • 9. IL FEGATO DI PIACENZA Rappresentazione bronzea di fegato ovino indicante corrispondenze magiche tra le partizioni degli spazi celesti e l’organo dell’animale
  • 10. IL TEGOLO DI CAPUA Rituale relativo alla sfera infera per i mesi da Marzo a Ottobre
  • 11. LAMINA DI PIOMBO DI SANTA MARINELLA Forse testo oracolare
  • 12. La Necropoli di Norchia Sono comunque le necropoli ad evidenziare la centralità nella cultura etrusca del culto dei morti e del sistema di credenze ad esso connesso
  • 13. In età protostorica la religione etrusca è di carattere universalistico e circolare: ogni manifestazione, ogni creatura è in stretta connessione con il TUTTO Società degli uomini Mondo naturale Divino
  • 14. Le credenze riguardanti l’oltretomba sono soggette ad una rapida evoluzione, soprattutto nella fase più antica, che vede la coesistenza di riti funerari diversi come: La sepoltura in tombe a camera e La cremazione
  • 15. Tomba dei Rilievi. Cerveteri La tomba a camera è espressione della concezione, condivisa in larga parte del Mediterraneo, della sopravvivenza del defunto nell’ambiente sepolcrale
  • 16. Alla cremazione sottintende l’idea della liberazione dell’anima dal corpo e forse della riunificazione con le altre anime. La contaminazione tra le due concezioni è evidente quando le ceneri dei cremati vengono poste in urne a forma di casa o nei canopi cinerari che riproducono sommariamente le fattezze del defunto.
  • 17. L’influenza ellenica, a partire dal VII secolo, introduce la rappresentazione di un Averno modellato su quello greco: diverse sono però le figure che lo popolano
  • 18. Le testimonianze di età arcaica relative alle divinità dell’oltretomba non sono ancora di carattere antropomorfico, come rivelano i coperchi cinerari di Pontecagnano, probabile rappresentazione della coppia infera dalle estremità e dai volti allungati, colta nell’atto di un abbraccio
  • 19. Quadriga infernale. Sarteano Con il tempo la mitologia dell’oltretomba etrusco inizia a comprendere una pluralità di creature variamente rappresentate, del tutto originali rispetto alle culture coeve
  • 20. CHARUN E VANTH Charun è una divinità maschile che vibra il colpo mortale con un martello Vanth (Aita) è una divinità alata, onnisciente, e messaggera di morte per gli uomini. Assiste i malati in fin di vita e inala i demoni buoni. In epoca tarda venne gradualmente a rappresentare la giustizia. Nell'arte viene rappresentata con serpenti, torce e chiavi. Le ali di questa ed altre creature evocano la mitologia semitica
  • 21. TUCHULCA E' un orribile creatura alata, con serpenti per capelli e il becco di uccello per bocca. Tuchulca. Tomba dell’Orco. Tarquinia
  • 22. ALPAN Dea etrusca dell'amore e dell'oltretomba conosciuta anche con il nome di Apanu. Nelle raffigurazioni viene spesso ritratta nuda o seminuda e con le ali. Fa parte delle Lasa, guardiane dell’oltretomba i cui simboli sono specchi e corone
  • 23. FEBRUUS Dio della morte e della purificazione. Passò poi nella mitologia romana; il nome venne modificato in Febris ed associato alla guarigione dalla malaria. I Februalia, le festività a lui dedicate, coincidevano con i Lupercalia, in onore del dio Fauno (per questo motivo le due divinità vennero in seguito spesso confuse). Dal suo nome deriva quello del mese di Febbraio, dal latino Februus. Museo Archeologico di Firenze Februare = purificare
  • 24. Nelle tombe di realizzazione successiva al VI-V secolo, ricorrono rappresentazioni di demoni che infliggono atroci punizioni alle anime dei defunti e che rendono il viaggio nell’oltretomba irto di pericoli
  • 25. L’elemento delle PENE INFERNALI cui possono sottrarsi soltanto coloro che padroneggiano complicati strumenti ritualistici è poco comune nel panorama delle religioni antiche
  • 27. Se l’oltretomba può essere interpretato come specchio di un intero popolo, allora l’immagine di un’élite eternamente banchettante nei Campi Elisi, da cui i più sono esclusi, sarebbe il riflesso di una società sempre più irrigidita nel suo OLIGARCHISMO