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Personalmente mi ritengo un tecnico della mente, uno che ha acquisito alcuni
strumenti pratici sul funzionamento di questo strumento meraviglioso, e che
adesso vuole condividerli con altri, partendo dall’ unicità di ognuno.
A questo punto, mi sembra corretto dire due cose su di me, così che puoi
conoscermi un po’ meglio e magari avere più fiducia durante la lettura di
queste pagine. Curiosità e spirito di apertura verso ogni essere umano, sono
qualità che mi piace rivestire da sempre. Sono della convinzione che ogni
individuo che condivida un pezzetto di vita con noi, sia questo un incontro al
supermercato, alle poste mentre si fa la fila, o con quel professore
universitario che ci insegna una materia, da tutti possiamo apprendere
qualcosa.
Il mio percorso di studi su argomenti riguardanti la crescita personale è
cominciato intorno al 2008, specializzandomi in PNL, seguendo i noti
Practitioner e Master Practitioner, seguendo scuole di Coaching, di
Counseling, ed eventi internazionali di Master Trainer famosi e anche di
personalità che consideravo e considero tuttora interessanti, come Roy
Martina, Greg Braden, Eckart Tolle e potrei citartene anche altri. Ah, durante
la lettura di queste pagine, troverai delle citazioni di autori famosi e non
spiegherò chi siano, ma puoi sempre fare ricerche dopo che hai finito la
lettura. Se invece sai già di chi si sta parlando tanto meglio. Tornando a noi,
sono anche uno di quelli a cui piace divorare libri, ascoltare audiobook e
partecipare a corsi su questi argomenti; sulla crescita personale e
professionale, che ritengo qualcosa di costante e continuo nel tempo.
Voglio anche dirti che questa mia passione di voler conoscere e divulgare i
segreti della mente, è nata in un momento della mia vita non proprio felice. A
18 anni e mezzo nel 1999, fui vittima di un incidente stradale, che dopo 20
giorni di coma, mi ha regalato un emiparesi su tutta la parte sinistra del corpo
con una disabilità con la quale convivo. I primi anni dopo l’incidente furono
veramente duri. Sedia a rotelle e fisioterapia continua, ma quello che mi
sorprendeva maggiormente, giorno dopo giorno, era come l’atteggiamento
mentale che avevo mi aiutasse a fare o a non fare progressi fisici.
Altro che pensiero positivo. Mi ci voleva qualcosa di più forte, qualcosa che
andasse oltre. Ricordo che in un momento di introspezione mi dissi: “Avere
un qualsiasi tipo di atteggiamento mentale è una tua scelta e nessuno e
niente può impedirtelo.” “Puoi piangerti addosso e lamentarti quanto vuoi
della tua storia, ma questo a cosa ti servirebbe? Tanto indietro non si torna
mica, la vita tende sempre in avanti. Si tratta solo di una scelta.” Feci la
scelta giusta, e sono oggi più che mai convinto che si tratti di una scelta. Di
una scelta e di una responsabilità. Con la parola responsabilità intendo
un’abilità di risposta felice su ciò che ci accade. Partendo da questo assunto
mi chiesi: “Chi ti impedisce di avere un atteggiamento mentale felice?” La
risposta a questa domanda ha fatto cominciare un viaggio entusiasmante
verso l’ esplorazione della mente.
Questo atteggiamento, che oggi è diventato un vero e proprio modello di
pensiero, ti aiuterà ad attrarre ogni informazione che ti occorre, ogni
situazione che tu vuoi. Adesso entriamo nel vivo della storia, dove ti svelo le
5 mosse per usare la mente in maniera facile ed efficace…
LE 4 DOMANDE DI ROBBINS
“Se cadi in un fiume, sei più interessato a sapere come
venirne fuori, oppure a scoprire perché ci sei
caduto?”(Richard Bandler)
Molto bene. Le mosse che tra qualche istante ti mostrerò, seguono un ordine
del tutto casuale. Avrei potuto anche suddividerle come mossa A, B, C, ecc.,
ma per praticità ho preferito i numeri. Quello che mi sta più a cuore e che
voglio che per te sia chiaro sin da subito, è che ogni mossa funziona bene
anche da sola. E questo lo puoi sperimentare sin da subito. Voglio anche
dirti che più userai ogni singola mossa e più la farai tua, più la farai tua e più
questa diventerà una tua personale competenza e ti sarà così semplice
utilizzarla che sarai motivato anche ad insegnarla ad altri.
Ok, ci stai? Sei pronto? Allora cominciamo…
La 1° mossa sono le 4 domande potenti di Robbins. Le domande sono uno
strumento molto importante e possono esserti utili per superare ostacoli e
raggiungere traguardi. Il potere che hanno le domande è quello di dirigere o
indirizzare la mente verso uno scopo, verso una direzione piuttosto che da
un’altra parte. Quando fai una domanda alla tua mente, questa o prima o
dopo, ti darà sempre una risposta. Ecco perché si dice spesso che finché
continui a farti domande terrificanti, avrai risposte disastrose. Dove per
domande terrificanti si intendono quelle domande dai presupposti poco
funzionali tipo: “Che cosa ho fatto di male per meritare questo?”, “Perché
capitano tutte a me?”, e qui mi fermo tanto a noi interessano le domande
potenti.
Immagina che un uomo stia guidando tranquillamente la sua auto mentre si
dirige ad un appuntamento e che stia ascoltando la sua radio preferita,
ponendo attenzione alle auto vicine e alla posizione della sua vettura, quando
si accorge improvvisamente che il suo volante è diventato più rigido ad
essere manovrato. Nota che qualcosa non va e decide di accostare per
vedere cosa succede. Non appena scende dalla sua auto, si trova davanti
una visione sconcertante, la gomma anteriore sinistra forata. A questo punto
ha due modi per reagire…
Il primo è quello di cominciare a sbraitare, maledicendo la sua auto, la
gomma forata e se stesso, ponendo l’attenzione completamente sul
problema, sulla gomma forata e sul fatto che farà tardi al suo appuntamento.
Il secondomodo è quello magari di sfogare velocemente le sue emozioni poi
chinarsi per valutare il danno e porre l’attenzione alle possibili soluzioni per
risolvere la situazione venutasi a creare e magari trovare anche il modo di
avvisare per il ritardo.
Quali dei due modi sembra più affine a te?
Decisamente, l’unico modo funzionale per affrontare una situazione del
genere è quello di porre attenzione alle soluzioni e a come risolvere la
situazione, piuttosto che concentrarsisul problemae sul perché sia successa
una cosa del genere. A volte sembra talmente ovvio, che può sembrare
scontato avere un atteggiamento rivolto alle soluzioni. Eppure non sempre è
così facile,specialmente se ci sono di mezzo dei sentimenti. Ecco che avere
a disposizione uno strumento veloce da usare, “può aiutarti a vedere la
luce là dove sembrava ci fossero solo ombre”. (Antonella Rizzuto)
Come abbiamo già detto le domande sono uno strumento molto potente. Una
giusta domanda in un momento specifico, può risultare più utile che ricevere
un buon consiglio su cosa fare. Per utilizzare in modo magistrale questo
strumento, ci facciamo aiutare dal coach numero 1 per antonamasia, Anthony
Robbins.Lui afferma che se solo cambiamo la qualità delle nostre domande,
automaticamente cambierà la qualità delle nostre risposte e di seguito dei
nostri risultati. Sappiamo che la mente o prima o dopo, da sempre una
risposta ad una domanda. Per questo risulta efficace imparare a fare
domande di qualità, così da ottenere, sempre, risposte di qualità. Quindi
preparati a imparare le 4 domande potenti di Robbins, magari scrivitele su un
postit che puoi attaccare dove puoi leggerlo con facilità.
-Come posso utilizzare il mio tempo al meglio adesso?
Questa domanda ti fa spostare il focus su ciò che è più importante,
specialmente nei momenti difficili.
-Cosa è più importante per me?
Questa domanda ripetitela diverse volte durante la giornata, in questo modo
eviterai futili distrazioni e sarai concentrato su ciò che conta veramente.
-Che cosa sono disposto a fare di più?
Questa domanda stimola il muscolo delle decisioni. Gradualmente ti sentirai
motivato e abituato a valutare quali decisioni prendere per fare una
determinata cosa.
-A che cosa sono disposto a rinunciare?
Anche questa domanda ti fa fare esercizio con il muscolo delle decisioni. Si
tratta di una scelta. Più è sviluppato quel tuo muscolo e più farai scelte di cui
sarai fiero.
Ma non finisce mica qui. Insieme alla prima mossa voglio anche regalarti un
bonus. Le domande di qualità ti fanno anche allargare la tua visuale e vedere
le cose da punti di vista differenti. Tra qualche istante conoscerai la struttura
biologica del tuo cervello e come questo ti induce a pensare in un modo
meccanico e istintivo. Se vuoi raggiungere piena consapevolezza della tua
mente e cambiare modo di pensare quando questo non ti fa sentire bene,
allora devi assolutamente conoscere questo modello.
Imparerai alcune domande prese dal metamodello(una serie efficaci di
domande) e applicate al modello di Paul Maclean, colui che ha scoperto i tre
cervelli: cervello rettiliano, limbico e neurocorteccia. Per questioni di brevità,
mi limiterò a schematizzarti il concetto, ma sarà ugualmente efficace per
quelllo che ci serve. La fisiologia del tuo e del mio cervello, si suddivide in tre
parti. Per primo c’è il cervello rettiliano, chiamato così per la sua forma.
Questo si occupa di preservare l’integrità a livello fisico dispensando piacere
e dolore. Presiede tutte quelle funzioni fisiologiche del corpo e si preoccupa
della protezione fisica. Poi il cervello limbico o sistema limbico che è una vera
e propria memoria programmante, così come lo definisce l’omeopata
Christian Boiron. Trasmette sensazioni di piacere e dolore a livello
psichico/emotivo. Gestisce tutti i programmi, possiamo dire i vari software
installati, dei comportamenti automatici. Registra e riproduce
meccanicamente atteggiamenti, comportamenti, movimenti, gesti e pensieri,
ripetuti regolarmente. E’ programmato dalla genetica e dall’apprendimento o
addestramento.
Sia il cervello rettiliano sia il sistema limbico non sono dotati di trasmettere
parole alla nostra coscienza. Sono quelle parti del cervello che abbiamo in
comune con gli animali. La parte sostanziale, la parte più grande del cervello,
per intenderci quella parte a forma di noce divisa in due emisferi, si chiama
Neocorteccia. Grazie a questo cervello possiamo scegliere e rimodellare
quegli automatismi e condizionamenti che gestiscono il nostro atteggiamento.
Questo cervello comunica a livello di parole con la nostra coscienza e compie
come un opera di traduttore dei segnali inviati dagli altri cervelli.
Ora che hai acquisito queste informazioni posso parlarti dei pensieri riflesso e
di come trasformarli. La mente è come uno specchio che riflette il proprio
modello del mondo e tutti gli input che arrivano dall’esterno. Questi pensieri
riflesso sono facilmente riconoscibili in quanto rigidi, assoluti, semplicistici e
generano una sensazione di ovvietà. Sono degli stimoli che partono dal
sistema limbico,poi saranno tradotti in parola dalla neocorteccia.Un pensiero
riflesso può essere: “Sei grasso.”
La Neocorteccia, o parte intelligente del cervello, è preposta a tradurre
questo stimolo in parola, a quel punto la tua coscienza può non essere
d’accordo conun pensiero così semplicistico e rigido. Questo fa nascere una
sorta di incongruenza interna che porta a delle sensazioni sgradevoli e a
dello stress.
Però, grazie alla neocorteccia possiamo accorgerci di questi riflessi
spiacevoli e renderli coscienti, portandoli ad un livello superiore di riflessione
personale. Tra poco di dirò le +3 domande per avere una riflessione
personale efficace. Lasciati convincere che la riflessione personale ha il
potere di farti vedere una situazione da diverse angolature, da punti di vista
nuovi, sgretolando il senso assoluto del riflesso. Adesso imparerai le +3
domande.
- “Secondo chi? …” e inserisci un tuo riflesso. “Secondo chi sono grasso?”,
“Secondochi non valgo niente?” Questa domanda ha il potere di farti valutare
l’illusione del pensiero riflesso, focalizzandoti sulla realtà delle cose e su
come sistemarle.
- “Rispetto a chi? …” e inserisci un tuo riflesso. “Rispetto a chi sono timido?”,
“Rispetto a chi sono basso?” Fai attenzione, questa è una domanda
potentissima e la devi usare con la giusta intenzione. Non serve a niente se
la utilizzerai per paragonarti a qualcosa o qualcuno. Lo spirito di questa
domanda è quello di farti valutare il metro con cui misuri le cose e che nulla è
assoluto.
“Chi lo impedisce? …” e inserisci un tuo riflesso. “Chi ti impedisce di andare
in palestra?”, “Chi ti impedisce di avere un atteggiamento rivolto alle
soluzioni?” Anche questa domanda è molto potente e sii consapevole che se
decidi di usarla ti renderà più responsabile e ti farà capire quante cose che ti
dici sono solo scuse.
Molto bene. Hai imparato anche le +3 domande. Adesso continua ad
imparare con attenzione e interesse le altre mosse…
CONSAPEVOLEZZA PURA
“In ultima analisi il valore di una vita sta nella
consapevolezza e nell’intensità della contemplazione,
non nel mero sopravvivere.”(Aristotele)
Grazie alla 1° mossa hai imparato come spostare l’attenzione dal problema
alla soluzione. Ora, con la 2° mossa ti si apre la porta della mente che ti
svela come divenire consapevole dei tuoi pensieri. Tutti i più grandi maestri
del presente e del passato ne parlano. Mi viene da pensare ad esempio a
quella frase spesso associata al Budda che dice:
“Tu diventi i pensieri che fai”.
L’avevi già letta qualche parte? Ti sei mai chiesto il suo significato? E’ una
frase molto profonda che fa risuonare un campanello d’allarme. Hai mai
pensato a come sono i tuoi pensieri?
Molto interessante perché i vari maestri, Budda compreso,hanno insegnato a
distinguere bene la mente da chi si è realmente. Tu non sei la tua mente, ma
questa è solo uno strumento straordinario che sia tu che io dobbiamo
imparare ad usare sempre meglio. Quello che succede a chi non conosce o
non ha imparato questa mossa, che tra qualche istante ti svelerò, è quello di
identificarsi completamente con i pensieri che si fanno. Quello che ti invito a
fare sin da subito è di smettere di identificarti coi tuoi pensieri e passare ad
un attenzione consapevole.Lasciali fluire e andar via a che serve identificarsi
con i pensieri che fai? E’ debilitante e fa percepire spiacevoli sensazioni.
Nella mente si susseguono continuamente immagini, suoni e parole, succede
anche te, vero? Finché sei in balia di questo turbinio di pensieri, questi ti
guideranno per la strada che loro vorranno. Questa mossa ti aiuterà a
smettere di identificherarti con loro, a smettere di credere di essere loro.
Tu non sei i pensieri che fai, ma sei la coscienza che li osserva. La cosa che
devi assolutamente sapere, se fino ad oggi ti sei identificato con i tuoi
pensieri in assenza di questa mossa che ti sto svelando, è che questi
pensieri sono solo un riflesso della realtà che ti circonda. Se ci poni
attenzione te ne accorgi.
Così la 2° mossa ti rivela come disidentifarti dai tuoi pensieri riflesso, quei
pensieri che nascono in modo meccanico dal sistema limbico. Ponendoci
attenzione puoi cambiare direzione e imparare come funziona la mente.
Adesso, posso spiegarti il modo.
Si tratta di una tecnica potentissima che Frank Kislow definisce di
consapevolezza pura.
“Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle allo
stesso modo” (Albert Einstein)
Questa mossa ti svela come destrutturare un pensiero, che è diverso da
ristrutturarlo. Mentre con la ristrutturazione puoi allargare la visuale di un
pensiero riflesso portandolo ad una riflessione consapevole, con la
destrutturazione lo elimini facendolo sparire. A volte il modo migliore di usare
la mente è quello della quiete. Come dire: “In certi momenti la cosamigliore è
non pensare”. Ma in che modo lo puoi fare?
Lo puoi fare con la consapevolezza pura.
Si tratta di osservare i tuoi pensieri, lasciarli scorrere liberatamente senza
giudicarli. Se sono immagini osservale, se sono parole ascoltale. La mente
processainformazioni continuamente. Non ti aspettare chissà quale pensiero
o in chissà quale forma. La prima volta che feci questo esercizio, non c’era
nulla, e pensai: “Non c’è nulla, mi sa che non funziona”, poi mi resi conto che
in effetti anche quello era un pensiero, anche se molto tenue e si affacciava
velatamente.
Hai capito come fare? Ora cominceremo l’esercizio insieme, fallo con me la
prima volta. Segui attentamente ogni parola che ti dico.
Adesso poni attenzione sulla tua mente per 10 secondi. Comincia pure io ti
aspetto…
Come è andata? Adesso fallo di nuovo per 10 secondi e una volta che hai
individuato un pensiero subito dopo domandati “Da dove verrà il prossimo
pensiero?”. Dopo di che fai attenzione a cosa accade. Comincia pure...
Avrai notato che subito dopo aver posto la domanda, la mente è rimasta
semplicemente in attesa che succedesse qualcosa. Questa piccolissima
pausa tra i pensieri è la consapevolezza pura. E’ stata la tua attenzione a
portare questo spazio tra i pensieri. Forse hai sentito dire che ci vogliono
molti anni di dura pratica per ripulire la mente dai pensieri oppure che devi
ritirarti in qualche montagna o in qualche ritiro spirituale, però in quella
piccolissima pausa hai fatto pulizia dei tuoi pensieri. Giorno dopo giorno
diventerai sempre più consapevole di questa pausa mentale. Ti basteranno
anche pochi minuti al giorno. Quando c’è, questa pausa tra i pensieri,
prestale attenzione. Presta attenzione a questo spazio a questa quiete.
Quando non c’è, ripeti l’esercizio.Gradualmente ti accorgerai che dopo pochi
minuti i tuoi pensieri si saranno acquietati e il tuo corpo sarà rilassato.
Molto Bene, adesso continua con la lettura, presta la tua attenzione per
scoprire la 3° mossa della mente…
CONCENTRATI SUL MOMENTO ADESSO
“Anche noi abbiamo strani anelli perché la mente
umana ha la capacità di riflettere su se stessa: la
scarica di neuroni crea pensieri sui neuroni. In una
prospettiva più ampia il cervello è allo stesso livello
dell’universo in cui la materia ha acquistato la tremenda
proprietà di contemplare se stessa.”(Martin Gardner)
Molto bene. La 1° mossa è stata delle domande. La 2° mossa quella della
consapevolezza pura. Questa che tra poco imparerai, la 3° mossa, è quella
del Qui & Ora o come lo chiama Eckart Tolle, dell’Adesso. Ora che sei
pienamente concentrato sul momento e stai continuando a leggere, con
questa mossa ti rivelo uno strumento pratico per non farti perdere in
elucubrazioni mentali quando stai facendo una qualsiasi attività, ma ad
essere presente mentre la vivi.
Stai tranquilllo!!! Così come la mossa della consapevolezza pura, si tratta di
una strategia facile da utilizzare e anche veloce. Ti è mai capitato di
osservare un fiore o di ascoltare una persona mentre parla?
Per osservare un fiore e goderne della sua bellezza fino in fondo, per
ascoltare una persona mentre parla ed essere con lei in ogni parola, devi
assolutamente conoscere questamossa. Adessoche conosci la mossa della
consapevolezzapura, puoi usarla anche per osservare pienamente qualcosa,
ma con questa mossa ti sarà più facile farlo.
La 3° mossa è…
Diventa un cronista. Non un TROnista come quelli di certe trasmissioni
televisive, ma un CROnista come chi fa una radiocronaca o telecronaca. Se
stai osservando, allora osserva! Nell’esempio di un fiore può capitare di
scivolare in futili giudizi, anche solo mentalmente, che ci fanno perdere il
momento. Tipo: “Ma guarda un po’ che bel fiore”, o altri simili. Puoi usare
questa mossa e riempire lo spazio della mente facendo la cronaca di ciò che
osservi, mentalmente e senza emettere suoni. Puoi riempire la mente
dicendo: “Ora sto osservando i petali, ora questa parte qui del fiore, ora
quest’altra qua” e lasciare completamente alle sensazioni corporee di godere
di quel momento. Quando lo fai, osservando un fiore o qualsiasi altra cosa o
una qualsiasi attività, lascia che sia il corpo a godere senza i giudizi della
mente e il piacere che provi mentre lo fai potrebbe sorprenderti.
E se stai ascoltando una persona? Allora ascoltala! Anche qui puoi utilizzare
la tecnica del cronista. Solo che devi cambiare il senso della cronaca.
Quando ascolti una persona la cronaca che si intende, quella del cronista, è
quella di ripetersi mentalmente le parole che ti vengono pronunciate. Così
facendo vai a riempire quello spazio nella mente che, se lasciato libero, si
potrebbe riempire di giudizi su quello che la persona che hai di fronte sta
dicendo. Se la lasci fare la mente, ti porterà lontano da quel dialogo anche se
in realtà fisicamente stai proprio lì vicino a quella persona.
Usando la mossa del cronista, rimani con la persona che ti parla
completamente sia con il corpo che con la mente. Ti è mai capitato di parlare
con qualcuno e venire interrotto più volte mentre parli, oppure, quando poi
l’altro ti risponde, ti accorgi che sta dicendo tutta un’altra cosa rispetto a
quello che hai detto tu? E’ molto probabile che quella persona non abbia
ascoltato completamente. Magari era rimasto lì con te, non era andato da
nessun’ altra parte, ma con la mente era partito per tutto un altro viaggio.
Ripetersi nella mente le parole di qualcuno mentre ci parla, ci fa ascoltare
con più attenzione sia la struttura del discorso che il suo contenuto, ci aiuta a
non esprimere giudizi inutili e ci rende persone più gradevoli, capaci di
ascoltare, qualità sempre meno diffusa.
La mente è uno strumento meraviglioso e adesso puoi apprendere le mosse
per usarla al meglio,facendo la scelta di diventarefelice. Le informazioni che
acquisiamo dai cinque sensi, vanno a creare rappresentazioni all’interno del
nostro cervello mediante scariche elettriche. La mente di riflesso e in modo
compulsivo, ci riporta immagini suoni e parole continuamente. Ecco che
pensare in modo consapevole e concentrarsi sul momento può essere
un’impresa ardua, se ci mancano determinati strumenti.
Per non essere in balia della mente e finire per essere traportati come una
nave senza rotta fra le onde dei pensieri, puoi tirare giù dalla tua nave un
ancora quando ti trovi nel divagare incontrollato e autogiudicante. Puoi dire:
“Stop! Fermati!”. E cominciare a porre attenzione alla struttura dei pensieri
piuttosto che al loro contenuto.
Ora, se ti rendi conto che i pensieri che emergono nella mente sono sotto
forma di immagini, guarda quante immagini sono, se una o più di una, se
sono ferme come in una foto o se sono in movimento come in un film.
Concentrati sui colori. Nota se le immagini che vedi sono a colori o in bianco
e nero, nota la luminosità. Concentrati sulle dimensioni. Nota se sono
tridimensionali o bidimensionali, se sono vicine o lontane, se la vivi in prima
persona o la vedi dall’esterno. La stessaopera di attenzione la puoi fare con i
pensieri, se sono suoni o parole. Se sono suoni, concentrati su quanti suoni
ci sono, su quale sia la fonte. Se sono parole concentrati nel distinguere se si
tratta della tua voce o di altri. Se è una voce sola o più di una. Quindi
identificane il volume, il tono, il tempo, la velocità, il timbro, il ritmo. Quando
sei nella tua mente in questo modo eviti di giudicare, ma ti limiti ad osservare
o ascoltare il flusso dei pensieri.
Adesso che sai come fare, ti svelo la mossa per essere felice per la
maggiorparte del tempo, durante il giorno. Si tratta di un trucco della mente,
che ti rivelo nella 4° mossa…
DAL PENSIERO POSITIVO AI PENSIERI FELICI
“Quello che fai nella tua mente, genera delle emozioni.
Se cambi quello che fai nella tua mente anche le
sensazioni e l’emozioni che percepisci cambieranno.”
(Richard Bandler)
Tieni bene a mente questa citazione, mentre sviluppo questa parte rivelandoti
la 4° mossa, ok?.
Mi ricordo che tempo fa partecipai ad una conferenza sul pensiero positivo.
Stavo ricercando una strategia per cambiare modo di pensare e
sostanzialmente per stare bene e pensai che quella conferenza fosse adatta
a me. Andai solo a questa conferenza, si certo, ero accompagnato da una
grossa curiosità, spirito di apertura e quell’attenzione di chi vuole imparare
delle competenze nuove e utili. Entrai in questa sala gremita. Immagina quasi
100 persone di uomini e donne, alcuni seduti, altri in piedi a parlare o a girare
per la sala, chi intento ad occupare posti per altre persone, chi invece intento
a farsi i fatti propri; ad una estremità della sala, poi, un palco rialzato con due
lavagne a fogli mobili.
Vedendo quanta gente c’era, mi misi subito alla ricerca di un posto a sedere,
che trovai in fondo alla sala, dalla parte opposta del palco, in ultima fila come
a scuola. Mi ero accomodato, tranquillamente, presi la mia penna, il
blocconotes disponibile nella sala e mi misi in modalità di attesa. Quando
vedo avvicinarsi il ragazzo che mi aveva invitato alla conferenza. Mi dice: “Ma
ti sei messo in ultima fila? Dai vieni in prima che ti ho riservato un posto,
vedrai che da lì ascolterai meglio.”
Mi fece piacere questa sua attenzione e lo seguii in prima fila. Seduta vicina
a me c’era una ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiari, vestita con un tallier
blu che da come gesticolava e da come parlava sembrava fosse molto
conosciuta in quel gruppo. Cominciavo a pensare che era stata proprio una
bella idea partecipare a questa conferenza. Prima che potessi approcciare
qualche parola alla ragazza vicino a me, le luci della sala si spensero e partì
a tutto volume una canzone commerciale di quel periodo, che ora ho
dimenticato, e una bella donna intorno ai quarant’anni cominciò a correre,
partendo dal fondo della sala tra il corridoio delle sedie. Arrivata all’altezza
del palco salì e a granvoce ci diede il benvenuto.
Era un piacere osservare come si muoveva e ascoltare le sue parole con un
leggero accento milanese, per quasi due ore. Ci intrattenne facendoci porre
attenzione su quanto fosse importante avere pensieri “potenzianti” rispetto a
pensieri “limitanti”, così li chiamava, per vivere una vita soddisfacente. Ero
pienamente d’accordo coni concettiabilmente esposti durante la serata, solo
che sentivo come se mancasse qualcosa. Per più di due ore ci spiegò con
metafore, storie e aforismi vari come fosse bella la vita di chi fa girare nella
propria mente i pensieripotenzianti. Quello che non ci spiegò però, era come
fare per averli questi pensieri.
Tant’è che alla fine della serata l’avvicinai per congratularmi con lei e le
chiesi: “Come faccioad avere pensieri potenzianti?” Fu strana la sensazione
che mi diede la sua risposta. Sembrò quasi impreparata ad una simile
domanda e la sua risposta mi fece pensare a qualcosa di assolutistico, della
serie: o si avevano pensieri potenziati e si era quindi benedetti o non si
avevano e si era sfigati.
Mi mancava qualcosa, non poteva essere così, doveva esserci per forza una
strategia per responsabilizzarsi e decidere come pensare, forse la trainer in
quel contesto voleva tenersela per se. Comunque riuscì a farmi concentrare
su come ottenere pensieri che mi facessero diventare felice. Il corso dei miei
studi, sempre in continua evoluzione, si è rivolto su questa ricerca e ad oggi
ho trovato delle mosse che ho deciso di condividere.
Certo trovarle non mi è stato così facile, ma molto dispendioso sia di tempo,
di energie e di denaro. Mi ricordo che c’è stato un periodo fantastico della mia
vita che facevo da lunedì al venerdì un lavoro la mattina, un altro il
pomeriggio, la sera tornavo a casa a studiare e il sabato e la domenica
seguivo corsi tra Roma, Milano, Firenze, Rimini o dove da altre parti c’era da
andare. Comodamente a casa oggi puoi leggere le 5 mosse, così puoi
imparare come modellare i tuoi pensieri ed essere felice per la maggiorparte
del tempo durante la giornata. Altro che pensieri potenzianti.
La mente, come se fosse un meccanismo, riflette continuamente pensieri in
base al nostro modello del mondo e alle informazioni che interpreta
dall’esterno. Questi pensieri non sono né buoni né cattivi, ma solamente
pensieri, neutri. Questi pensieri neutri, hanno il potere di indirizzarci verso lo
stare più o meno bene, verso una direzione o via da un’altra. Non devi
giudicarli, ma affidarti al tuo sentire e utilizzare la 4° mossa.
Questa mossa che ora ti do, ti permette di modellare pensieri che ti fanno
sentire più o meno bene e decidere come modellarli.
Cosa intendo per modellare i pensieri?
Semplicissimo! Quando ti rendi conto che nella mente hai un immagine e il
suo contenuto non ti fa stare bene, puoi concentrarti sulla sua forma vedendo
se è un immagine ferma o in movimento, se a colori o in bianco e nero, sulla
sua luminosità, se vicina o lontana. Quindi puoi decidere di modellare questa
immagine e vedere cosa succede. Puoi Cambiare e diminuire la luminosità,
allontanarla mandandola all’orizzonte lontano della mente. Puoi modellare le
sue dimensioni, se la vedi grande nello schermo della mente, la puoi
rimpicciolire e allontanare, la puoi sfocare e puoi farlo fino a quando non
avviene una certa decompressione dei tuoi stati interni.
Quanto più questa tecnica funziona per decomprimere stati che non ti fanno
stare bene, tanto più puoi usarla per aumentare magicamente quegli stati di
benessere interni e la sensazione di felicità, per tutto il tempo che vuoi.
Facciamo un esempio, seguimi attentamente:
Immagina qualcosa, una situazione che hai vissuto, che più ti fa sentire a tuo
agio e che ti fa stare bene…
Dai non quella lì, un’altra… :)
Ok. Adesso rendi questa immagine a colori vividi e luminosi, rendila in
movimento come in un film, rendila grande, molto grande nello schermo della
tua mente, sperimentala in prima persona, come se quell’immagine la stessi
vivendo, vedendo quello che vedevi, ascoltando i suoni o le parole, e
percependo le sensazioni che sentivi. Adesso prendi dimistichezza con la tua
mente e fai qualche esercizio proiettando queste tue visualizzazioni…
Lo puoi fare per tutto il tempo che vuoi e più proietti pensieri che ti dirigono
verso il sentirti felice e più sarai felice durante il giorno. Quando ti dedichi del
tempo per farlo sistematicamente vai come a programmare la tua mente che
poi in maniera automatica andrà ad imparare quali pensieri proiettare e come
proiettarli. Non perché sei stato benedetto, ma perché hai imparato a farlo.
Sei diventato responsabile,ovvero sei abile a rispondere con la tua mente ad
ogni cosa ti succede. Non è più lei a guidare, ma da ora in avanti sei tu a
guidare la tua vita.
Non temere di utilizzare la tua mente, ma usala liberamente, è uno strumento
meraviglioso, quello che ti serve è acquistare consapevolezza dei suoi
strumenti e puoi farlo felicemente.
Adesso ti manca di conoscere la 5° mossa…
ESSERE GRATI SEMPRE E A PRESCINDERE
“Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più
evidenti della capacità di amare. La gratitudine è un
fattore essenziale per stabilire il rapporto con l'oggetto
buono e per poter apprezzare la bontà degli altri e la
propria”. (Melanie Klein)
La 5° mossa è forse quella che mi sta più a cuore. Si tratta della mossa della
gratitudine che mi è stata insegnata da una mia amica straordinaria. Lei è
solita dire che se hai gratitudine sei grato di quello che hai e non di quello che
ti manca. Sono completamente in linea con questo suo atteggiamento e
credo fortemente che anche per il sentimento della gratitudine, possiamo
addestrarci per imparare a usarla a nostro beneficio.
La mossa rende la gratitudine pratica nel liberare la nostra mente. Ogni
giorno che passa, diventa più impegnativo poter rivolgere la mente e
l’intenzione verso l’essere grati. Senza fingere o negare, ci sono diverse
difficoltà durante le giornate della settimana, e capita a volte che la mente si
soffermi su ciò che ci manca, piuttosto che farci rimanere consapevoli di
quello che abbiamo. Una volta, un coach molto conosciuto a livello
internazionale, durante una conferenza, fece un ragionamento su quanto sia
vantaggioso concentrare la mente sull’abbondanza e l’essere grati, e fece
notare rivolgendosi a una sala gremita, che anche le cose più semplici che
abbiamo nelle nostre case sono i sogni di almeno 2/3 della poplazione
mondiale.
La gratitudine rende gioiosie la 5° mossaconsiste di 3 idee facili da imparare
che puoi praticare in qualsiasi momento della giornata, così per sperimentare
quanto potente sia la gratitudine. Nell’affrontare una qualsiasi situazione, per
poter essere aiutati dalla forza della gratitudine, ecco di seguito le 3 idee facili
per sapere come fare.
La 1° idea che ti suggerisco è quella di domandarti: “Cosa posso fare per
lui/lei/loro che è nelle mie possibilità?”
Sai già che la mente risponderà ad una domanda. La nostra intenzione parte
da questa domanda. Riuscire a valutare ciò che è nelle proprie possibilità,
significa anche poter regalare solo un gesto gentile al prossimo ed essere
grati di aver avuto questa opportunità.
Se già ti è capitato di farlo, sai già che bella sorpresa c’è stata quando hai
scoperto di sentirti davvero bene subito dopo aver fatto qualcosa senza
ricevere nulla in cambio.
La 2° idea è quella di Fare le cose col sorriso e con la gioia interiore.
Qualcuno ha la convinzione che se una risata è finta non va bene. Questo è
qualcosa di non pienamente vero, almeno per quanto riguarda la nostra
fisiologia. È scientificamente provato di come ridere attivi determinate
endorfine,che ci fanno sentire, subito, di buon umore e rilassati. L’importante
è ridere, il corpo e la mente si adegueranno.
La terza idea è Creatiun immagine mentale di te in una situazione che ti
fa sentire a tuo agio.
Puoi immaginare vividamente di stare a prendere il sole in una di quelle isole
tropicali che ancora ricordano il paradiso terrestre, mentre ascolti la risacca
del bagno asciuga e senti la brezza che ti accarezza la pelle e i capelli.
Magari un posto così non lo hai mai visto realmente, ma la fantasia a volte è
più reale della realtà. Averla vissuta o meno o no non conta, quello che è
veramente importante nel visualizzare sono le sensazione che ne
scaturiscono. Vi fa sentire a vostro agio? Se si, avete trovato una
visualizzazione che funziona per voi. Non vi fa sentire a vostro agio, o vi è
indifferente? Cambiate visualizzazione, magari può essere qualcosa che
avete fatto realmente o qualcosa che fate tutti i giorni, come stare su un
divano o altro. Per esempio Elisabetta, l’amica che mi ha ispirato a fare
questa 5° mossa, si immagina di stare comodamente “spaparanzata”, come
dice lei, sul divano mentre spalma sul pane dello stracchino.
Scegli la tua immagine e portala con te. Quando ne hai bisogno fermati un
istante e trasmettila nella tua mente. Ti sorprenderà quanto ti sarà utile
essere grato sempre e a prescindire.
CONCLUSIONE
"Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre,
ma avere nuovi occhi."(Marcel Proust)
Il viaggio che hai fatto insieme a me giunge al termine. Come ti dicevo io
sono un semplice tecnico della mente. Un divulgatore che ha imparato delle
tecniche pratiche e ora gli interessa condividerle.
Forse,durante il viaggio già conoscevialcuni panorami o forse no, ma quello
che conta veramente è stato averli visitati e averlo fatto da angolature e punti
di vista differenti.
Sono felice di esserti stato utile, me lo auguro con tutto il cuore, spero di
conoscertipresto per continuare assieme la ricerca o semplicemente per
scambiarcidelle idee.
Puoi aggiungermi ai tuoi contatti di facebook,twitter, linkedin, pinterest,
slideshare. Puoi anche seguirmi negli articoli che scrivo per blastingnews o
italiapost.it. Di seguito ti segnalo tutti i miei link.
Buon viaggio
A presto…
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La scelta di diventare felice in 5 mosse

  • 1.
  • 2. Personalmente mi ritengo un tecnico della mente, uno che ha acquisito alcuni strumenti pratici sul funzionamento di questo strumento meraviglioso, e che adesso vuole condividerli con altri, partendo dall’ unicità di ognuno. A questo punto, mi sembra corretto dire due cose su di me, così che puoi conoscermi un po’ meglio e magari avere più fiducia durante la lettura di queste pagine. Curiosità e spirito di apertura verso ogni essere umano, sono qualità che mi piace rivestire da sempre. Sono della convinzione che ogni individuo che condivida un pezzetto di vita con noi, sia questo un incontro al supermercato, alle poste mentre si fa la fila, o con quel professore universitario che ci insegna una materia, da tutti possiamo apprendere qualcosa. Il mio percorso di studi su argomenti riguardanti la crescita personale è cominciato intorno al 2008, specializzandomi in PNL, seguendo i noti Practitioner e Master Practitioner, seguendo scuole di Coaching, di Counseling, ed eventi internazionali di Master Trainer famosi e anche di personalità che consideravo e considero tuttora interessanti, come Roy Martina, Greg Braden, Eckart Tolle e potrei citartene anche altri. Ah, durante la lettura di queste pagine, troverai delle citazioni di autori famosi e non spiegherò chi siano, ma puoi sempre fare ricerche dopo che hai finito la lettura. Se invece sai già di chi si sta parlando tanto meglio. Tornando a noi, sono anche uno di quelli a cui piace divorare libri, ascoltare audiobook e partecipare a corsi su questi argomenti; sulla crescita personale e professionale, che ritengo qualcosa di costante e continuo nel tempo. Voglio anche dirti che questa mia passione di voler conoscere e divulgare i segreti della mente, è nata in un momento della mia vita non proprio felice. A 18 anni e mezzo nel 1999, fui vittima di un incidente stradale, che dopo 20 giorni di coma, mi ha regalato un emiparesi su tutta la parte sinistra del corpo con una disabilità con la quale convivo. I primi anni dopo l’incidente furono veramente duri. Sedia a rotelle e fisioterapia continua, ma quello che mi sorprendeva maggiormente, giorno dopo giorno, era come l’atteggiamento mentale che avevo mi aiutasse a fare o a non fare progressi fisici. Altro che pensiero positivo. Mi ci voleva qualcosa di più forte, qualcosa che andasse oltre. Ricordo che in un momento di introspezione mi dissi: “Avere un qualsiasi tipo di atteggiamento mentale è una tua scelta e nessuno e niente può impedirtelo.” “Puoi piangerti addosso e lamentarti quanto vuoi della tua storia, ma questo a cosa ti servirebbe? Tanto indietro non si torna mica, la vita tende sempre in avanti. Si tratta solo di una scelta.” Feci la scelta giusta, e sono oggi più che mai convinto che si tratti di una scelta. Di una scelta e di una responsabilità. Con la parola responsabilità intendo un’abilità di risposta felice su ciò che ci accade. Partendo da questo assunto
  • 3. mi chiesi: “Chi ti impedisce di avere un atteggiamento mentale felice?” La risposta a questa domanda ha fatto cominciare un viaggio entusiasmante verso l’ esplorazione della mente. Questo atteggiamento, che oggi è diventato un vero e proprio modello di pensiero, ti aiuterà ad attrarre ogni informazione che ti occorre, ogni situazione che tu vuoi. Adesso entriamo nel vivo della storia, dove ti svelo le 5 mosse per usare la mente in maniera facile ed efficace… LE 4 DOMANDE DI ROBBINS
  • 4. “Se cadi in un fiume, sei più interessato a sapere come venirne fuori, oppure a scoprire perché ci sei caduto?”(Richard Bandler) Molto bene. Le mosse che tra qualche istante ti mostrerò, seguono un ordine del tutto casuale. Avrei potuto anche suddividerle come mossa A, B, C, ecc., ma per praticità ho preferito i numeri. Quello che mi sta più a cuore e che voglio che per te sia chiaro sin da subito, è che ogni mossa funziona bene anche da sola. E questo lo puoi sperimentare sin da subito. Voglio anche dirti che più userai ogni singola mossa e più la farai tua, più la farai tua e più questa diventerà una tua personale competenza e ti sarà così semplice utilizzarla che sarai motivato anche ad insegnarla ad altri. Ok, ci stai? Sei pronto? Allora cominciamo… La 1° mossa sono le 4 domande potenti di Robbins. Le domande sono uno strumento molto importante e possono esserti utili per superare ostacoli e raggiungere traguardi. Il potere che hanno le domande è quello di dirigere o indirizzare la mente verso uno scopo, verso una direzione piuttosto che da un’altra parte. Quando fai una domanda alla tua mente, questa o prima o dopo, ti darà sempre una risposta. Ecco perché si dice spesso che finché continui a farti domande terrificanti, avrai risposte disastrose. Dove per domande terrificanti si intendono quelle domande dai presupposti poco funzionali tipo: “Che cosa ho fatto di male per meritare questo?”, “Perché capitano tutte a me?”, e qui mi fermo tanto a noi interessano le domande potenti. Immagina che un uomo stia guidando tranquillamente la sua auto mentre si dirige ad un appuntamento e che stia ascoltando la sua radio preferita, ponendo attenzione alle auto vicine e alla posizione della sua vettura, quando si accorge improvvisamente che il suo volante è diventato più rigido ad essere manovrato. Nota che qualcosa non va e decide di accostare per vedere cosa succede. Non appena scende dalla sua auto, si trova davanti una visione sconcertante, la gomma anteriore sinistra forata. A questo punto ha due modi per reagire… Il primo è quello di cominciare a sbraitare, maledicendo la sua auto, la gomma forata e se stesso, ponendo l’attenzione completamente sul problema, sulla gomma forata e sul fatto che farà tardi al suo appuntamento. Il secondomodo è quello magari di sfogare velocemente le sue emozioni poi chinarsi per valutare il danno e porre l’attenzione alle possibili soluzioni per risolvere la situazione venutasi a creare e magari trovare anche il modo di avvisare per il ritardo.
  • 5. Quali dei due modi sembra più affine a te? Decisamente, l’unico modo funzionale per affrontare una situazione del genere è quello di porre attenzione alle soluzioni e a come risolvere la situazione, piuttosto che concentrarsisul problemae sul perché sia successa una cosa del genere. A volte sembra talmente ovvio, che può sembrare scontato avere un atteggiamento rivolto alle soluzioni. Eppure non sempre è così facile,specialmente se ci sono di mezzo dei sentimenti. Ecco che avere a disposizione uno strumento veloce da usare, “può aiutarti a vedere la luce là dove sembrava ci fossero solo ombre”. (Antonella Rizzuto) Come abbiamo già detto le domande sono uno strumento molto potente. Una giusta domanda in un momento specifico, può risultare più utile che ricevere un buon consiglio su cosa fare. Per utilizzare in modo magistrale questo strumento, ci facciamo aiutare dal coach numero 1 per antonamasia, Anthony Robbins.Lui afferma che se solo cambiamo la qualità delle nostre domande, automaticamente cambierà la qualità delle nostre risposte e di seguito dei nostri risultati. Sappiamo che la mente o prima o dopo, da sempre una risposta ad una domanda. Per questo risulta efficace imparare a fare domande di qualità, così da ottenere, sempre, risposte di qualità. Quindi preparati a imparare le 4 domande potenti di Robbins, magari scrivitele su un postit che puoi attaccare dove puoi leggerlo con facilità. -Come posso utilizzare il mio tempo al meglio adesso? Questa domanda ti fa spostare il focus su ciò che è più importante, specialmente nei momenti difficili. -Cosa è più importante per me? Questa domanda ripetitela diverse volte durante la giornata, in questo modo eviterai futili distrazioni e sarai concentrato su ciò che conta veramente. -Che cosa sono disposto a fare di più? Questa domanda stimola il muscolo delle decisioni. Gradualmente ti sentirai motivato e abituato a valutare quali decisioni prendere per fare una determinata cosa. -A che cosa sono disposto a rinunciare? Anche questa domanda ti fa fare esercizio con il muscolo delle decisioni. Si tratta di una scelta. Più è sviluppato quel tuo muscolo e più farai scelte di cui sarai fiero. Ma non finisce mica qui. Insieme alla prima mossa voglio anche regalarti un bonus. Le domande di qualità ti fanno anche allargare la tua visuale e vedere
  • 6. le cose da punti di vista differenti. Tra qualche istante conoscerai la struttura biologica del tuo cervello e come questo ti induce a pensare in un modo meccanico e istintivo. Se vuoi raggiungere piena consapevolezza della tua mente e cambiare modo di pensare quando questo non ti fa sentire bene, allora devi assolutamente conoscere questo modello. Imparerai alcune domande prese dal metamodello(una serie efficaci di domande) e applicate al modello di Paul Maclean, colui che ha scoperto i tre cervelli: cervello rettiliano, limbico e neurocorteccia. Per questioni di brevità, mi limiterò a schematizzarti il concetto, ma sarà ugualmente efficace per quelllo che ci serve. La fisiologia del tuo e del mio cervello, si suddivide in tre parti. Per primo c’è il cervello rettiliano, chiamato così per la sua forma. Questo si occupa di preservare l’integrità a livello fisico dispensando piacere e dolore. Presiede tutte quelle funzioni fisiologiche del corpo e si preoccupa della protezione fisica. Poi il cervello limbico o sistema limbico che è una vera e propria memoria programmante, così come lo definisce l’omeopata Christian Boiron. Trasmette sensazioni di piacere e dolore a livello psichico/emotivo. Gestisce tutti i programmi, possiamo dire i vari software installati, dei comportamenti automatici. Registra e riproduce meccanicamente atteggiamenti, comportamenti, movimenti, gesti e pensieri, ripetuti regolarmente. E’ programmato dalla genetica e dall’apprendimento o addestramento. Sia il cervello rettiliano sia il sistema limbico non sono dotati di trasmettere parole alla nostra coscienza. Sono quelle parti del cervello che abbiamo in comune con gli animali. La parte sostanziale, la parte più grande del cervello, per intenderci quella parte a forma di noce divisa in due emisferi, si chiama Neocorteccia. Grazie a questo cervello possiamo scegliere e rimodellare quegli automatismi e condizionamenti che gestiscono il nostro atteggiamento. Questo cervello comunica a livello di parole con la nostra coscienza e compie come un opera di traduttore dei segnali inviati dagli altri cervelli. Ora che hai acquisito queste informazioni posso parlarti dei pensieri riflesso e di come trasformarli. La mente è come uno specchio che riflette il proprio modello del mondo e tutti gli input che arrivano dall’esterno. Questi pensieri riflesso sono facilmente riconoscibili in quanto rigidi, assoluti, semplicistici e generano una sensazione di ovvietà. Sono degli stimoli che partono dal sistema limbico,poi saranno tradotti in parola dalla neocorteccia.Un pensiero riflesso può essere: “Sei grasso.” La Neocorteccia, o parte intelligente del cervello, è preposta a tradurre questo stimolo in parola, a quel punto la tua coscienza può non essere d’accordo conun pensiero così semplicistico e rigido. Questo fa nascere una
  • 7. sorta di incongruenza interna che porta a delle sensazioni sgradevoli e a dello stress. Però, grazie alla neocorteccia possiamo accorgerci di questi riflessi spiacevoli e renderli coscienti, portandoli ad un livello superiore di riflessione personale. Tra poco di dirò le +3 domande per avere una riflessione personale efficace. Lasciati convincere che la riflessione personale ha il potere di farti vedere una situazione da diverse angolature, da punti di vista nuovi, sgretolando il senso assoluto del riflesso. Adesso imparerai le +3 domande. - “Secondo chi? …” e inserisci un tuo riflesso. “Secondo chi sono grasso?”, “Secondochi non valgo niente?” Questa domanda ha il potere di farti valutare l’illusione del pensiero riflesso, focalizzandoti sulla realtà delle cose e su come sistemarle. - “Rispetto a chi? …” e inserisci un tuo riflesso. “Rispetto a chi sono timido?”, “Rispetto a chi sono basso?” Fai attenzione, questa è una domanda potentissima e la devi usare con la giusta intenzione. Non serve a niente se la utilizzerai per paragonarti a qualcosa o qualcuno. Lo spirito di questa domanda è quello di farti valutare il metro con cui misuri le cose e che nulla è assoluto. “Chi lo impedisce? …” e inserisci un tuo riflesso. “Chi ti impedisce di andare in palestra?”, “Chi ti impedisce di avere un atteggiamento rivolto alle soluzioni?” Anche questa domanda è molto potente e sii consapevole che se decidi di usarla ti renderà più responsabile e ti farà capire quante cose che ti dici sono solo scuse. Molto bene. Hai imparato anche le +3 domande. Adesso continua ad imparare con attenzione e interesse le altre mosse… CONSAPEVOLEZZA PURA “In ultima analisi il valore di una vita sta nella consapevolezza e nell’intensità della contemplazione, non nel mero sopravvivere.”(Aristotele)
  • 8. Grazie alla 1° mossa hai imparato come spostare l’attenzione dal problema alla soluzione. Ora, con la 2° mossa ti si apre la porta della mente che ti svela come divenire consapevole dei tuoi pensieri. Tutti i più grandi maestri del presente e del passato ne parlano. Mi viene da pensare ad esempio a quella frase spesso associata al Budda che dice: “Tu diventi i pensieri che fai”. L’avevi già letta qualche parte? Ti sei mai chiesto il suo significato? E’ una frase molto profonda che fa risuonare un campanello d’allarme. Hai mai pensato a come sono i tuoi pensieri? Molto interessante perché i vari maestri, Budda compreso,hanno insegnato a distinguere bene la mente da chi si è realmente. Tu non sei la tua mente, ma questa è solo uno strumento straordinario che sia tu che io dobbiamo imparare ad usare sempre meglio. Quello che succede a chi non conosce o non ha imparato questa mossa, che tra qualche istante ti svelerò, è quello di identificarsi completamente con i pensieri che si fanno. Quello che ti invito a fare sin da subito è di smettere di identificarti coi tuoi pensieri e passare ad un attenzione consapevole.Lasciali fluire e andar via a che serve identificarsi con i pensieri che fai? E’ debilitante e fa percepire spiacevoli sensazioni. Nella mente si susseguono continuamente immagini, suoni e parole, succede anche te, vero? Finché sei in balia di questo turbinio di pensieri, questi ti guideranno per la strada che loro vorranno. Questa mossa ti aiuterà a smettere di identificherarti con loro, a smettere di credere di essere loro. Tu non sei i pensieri che fai, ma sei la coscienza che li osserva. La cosa che devi assolutamente sapere, se fino ad oggi ti sei identificato con i tuoi pensieri in assenza di questa mossa che ti sto svelando, è che questi pensieri sono solo un riflesso della realtà che ti circonda. Se ci poni attenzione te ne accorgi. Così la 2° mossa ti rivela come disidentifarti dai tuoi pensieri riflesso, quei pensieri che nascono in modo meccanico dal sistema limbico. Ponendoci attenzione puoi cambiare direzione e imparare come funziona la mente. Adesso, posso spiegarti il modo. Si tratta di una tecnica potentissima che Frank Kislow definisce di consapevolezza pura. “Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle allo stesso modo” (Albert Einstein)
  • 9. Questa mossa ti svela come destrutturare un pensiero, che è diverso da ristrutturarlo. Mentre con la ristrutturazione puoi allargare la visuale di un pensiero riflesso portandolo ad una riflessione consapevole, con la destrutturazione lo elimini facendolo sparire. A volte il modo migliore di usare la mente è quello della quiete. Come dire: “In certi momenti la cosamigliore è non pensare”. Ma in che modo lo puoi fare? Lo puoi fare con la consapevolezza pura. Si tratta di osservare i tuoi pensieri, lasciarli scorrere liberatamente senza giudicarli. Se sono immagini osservale, se sono parole ascoltale. La mente processainformazioni continuamente. Non ti aspettare chissà quale pensiero o in chissà quale forma. La prima volta che feci questo esercizio, non c’era nulla, e pensai: “Non c’è nulla, mi sa che non funziona”, poi mi resi conto che in effetti anche quello era un pensiero, anche se molto tenue e si affacciava velatamente. Hai capito come fare? Ora cominceremo l’esercizio insieme, fallo con me la prima volta. Segui attentamente ogni parola che ti dico. Adesso poni attenzione sulla tua mente per 10 secondi. Comincia pure io ti aspetto… Come è andata? Adesso fallo di nuovo per 10 secondi e una volta che hai individuato un pensiero subito dopo domandati “Da dove verrà il prossimo pensiero?”. Dopo di che fai attenzione a cosa accade. Comincia pure... Avrai notato che subito dopo aver posto la domanda, la mente è rimasta semplicemente in attesa che succedesse qualcosa. Questa piccolissima pausa tra i pensieri è la consapevolezza pura. E’ stata la tua attenzione a portare questo spazio tra i pensieri. Forse hai sentito dire che ci vogliono molti anni di dura pratica per ripulire la mente dai pensieri oppure che devi ritirarti in qualche montagna o in qualche ritiro spirituale, però in quella piccolissima pausa hai fatto pulizia dei tuoi pensieri. Giorno dopo giorno diventerai sempre più consapevole di questa pausa mentale. Ti basteranno anche pochi minuti al giorno. Quando c’è, questa pausa tra i pensieri, prestale attenzione. Presta attenzione a questo spazio a questa quiete. Quando non c’è, ripeti l’esercizio.Gradualmente ti accorgerai che dopo pochi minuti i tuoi pensieri si saranno acquietati e il tuo corpo sarà rilassato. Molto Bene, adesso continua con la lettura, presta la tua attenzione per scoprire la 3° mossa della mente…
  • 10. CONCENTRATI SUL MOMENTO ADESSO “Anche noi abbiamo strani anelli perché la mente umana ha la capacità di riflettere su se stessa: la scarica di neuroni crea pensieri sui neuroni. In una prospettiva più ampia il cervello è allo stesso livello dell’universo in cui la materia ha acquistato la tremenda proprietà di contemplare se stessa.”(Martin Gardner)
  • 11. Molto bene. La 1° mossa è stata delle domande. La 2° mossa quella della consapevolezza pura. Questa che tra poco imparerai, la 3° mossa, è quella del Qui & Ora o come lo chiama Eckart Tolle, dell’Adesso. Ora che sei pienamente concentrato sul momento e stai continuando a leggere, con questa mossa ti rivelo uno strumento pratico per non farti perdere in elucubrazioni mentali quando stai facendo una qualsiasi attività, ma ad essere presente mentre la vivi. Stai tranquilllo!!! Così come la mossa della consapevolezza pura, si tratta di una strategia facile da utilizzare e anche veloce. Ti è mai capitato di osservare un fiore o di ascoltare una persona mentre parla? Per osservare un fiore e goderne della sua bellezza fino in fondo, per ascoltare una persona mentre parla ed essere con lei in ogni parola, devi assolutamente conoscere questamossa. Adessoche conosci la mossa della consapevolezzapura, puoi usarla anche per osservare pienamente qualcosa, ma con questa mossa ti sarà più facile farlo. La 3° mossa è… Diventa un cronista. Non un TROnista come quelli di certe trasmissioni televisive, ma un CROnista come chi fa una radiocronaca o telecronaca. Se stai osservando, allora osserva! Nell’esempio di un fiore può capitare di scivolare in futili giudizi, anche solo mentalmente, che ci fanno perdere il momento. Tipo: “Ma guarda un po’ che bel fiore”, o altri simili. Puoi usare questa mossa e riempire lo spazio della mente facendo la cronaca di ciò che osservi, mentalmente e senza emettere suoni. Puoi riempire la mente dicendo: “Ora sto osservando i petali, ora questa parte qui del fiore, ora quest’altra qua” e lasciare completamente alle sensazioni corporee di godere di quel momento. Quando lo fai, osservando un fiore o qualsiasi altra cosa o una qualsiasi attività, lascia che sia il corpo a godere senza i giudizi della mente e il piacere che provi mentre lo fai potrebbe sorprenderti. E se stai ascoltando una persona? Allora ascoltala! Anche qui puoi utilizzare la tecnica del cronista. Solo che devi cambiare il senso della cronaca. Quando ascolti una persona la cronaca che si intende, quella del cronista, è quella di ripetersi mentalmente le parole che ti vengono pronunciate. Così facendo vai a riempire quello spazio nella mente che, se lasciato libero, si potrebbe riempire di giudizi su quello che la persona che hai di fronte sta dicendo. Se la lasci fare la mente, ti porterà lontano da quel dialogo anche se in realtà fisicamente stai proprio lì vicino a quella persona.
  • 12. Usando la mossa del cronista, rimani con la persona che ti parla completamente sia con il corpo che con la mente. Ti è mai capitato di parlare con qualcuno e venire interrotto più volte mentre parli, oppure, quando poi l’altro ti risponde, ti accorgi che sta dicendo tutta un’altra cosa rispetto a quello che hai detto tu? E’ molto probabile che quella persona non abbia ascoltato completamente. Magari era rimasto lì con te, non era andato da nessun’ altra parte, ma con la mente era partito per tutto un altro viaggio. Ripetersi nella mente le parole di qualcuno mentre ci parla, ci fa ascoltare con più attenzione sia la struttura del discorso che il suo contenuto, ci aiuta a non esprimere giudizi inutili e ci rende persone più gradevoli, capaci di ascoltare, qualità sempre meno diffusa. La mente è uno strumento meraviglioso e adesso puoi apprendere le mosse per usarla al meglio,facendo la scelta di diventarefelice. Le informazioni che acquisiamo dai cinque sensi, vanno a creare rappresentazioni all’interno del nostro cervello mediante scariche elettriche. La mente di riflesso e in modo compulsivo, ci riporta immagini suoni e parole continuamente. Ecco che pensare in modo consapevole e concentrarsi sul momento può essere un’impresa ardua, se ci mancano determinati strumenti. Per non essere in balia della mente e finire per essere traportati come una nave senza rotta fra le onde dei pensieri, puoi tirare giù dalla tua nave un ancora quando ti trovi nel divagare incontrollato e autogiudicante. Puoi dire: “Stop! Fermati!”. E cominciare a porre attenzione alla struttura dei pensieri piuttosto che al loro contenuto. Ora, se ti rendi conto che i pensieri che emergono nella mente sono sotto forma di immagini, guarda quante immagini sono, se una o più di una, se sono ferme come in una foto o se sono in movimento come in un film. Concentrati sui colori. Nota se le immagini che vedi sono a colori o in bianco e nero, nota la luminosità. Concentrati sulle dimensioni. Nota se sono tridimensionali o bidimensionali, se sono vicine o lontane, se la vivi in prima persona o la vedi dall’esterno. La stessaopera di attenzione la puoi fare con i pensieri, se sono suoni o parole. Se sono suoni, concentrati su quanti suoni ci sono, su quale sia la fonte. Se sono parole concentrati nel distinguere se si tratta della tua voce o di altri. Se è una voce sola o più di una. Quindi identificane il volume, il tono, il tempo, la velocità, il timbro, il ritmo. Quando sei nella tua mente in questo modo eviti di giudicare, ma ti limiti ad osservare o ascoltare il flusso dei pensieri. Adesso che sai come fare, ti svelo la mossa per essere felice per la maggiorparte del tempo, durante il giorno. Si tratta di un trucco della mente, che ti rivelo nella 4° mossa…
  • 13. DAL PENSIERO POSITIVO AI PENSIERI FELICI “Quello che fai nella tua mente, genera delle emozioni. Se cambi quello che fai nella tua mente anche le sensazioni e l’emozioni che percepisci cambieranno.” (Richard Bandler) Tieni bene a mente questa citazione, mentre sviluppo questa parte rivelandoti la 4° mossa, ok?. Mi ricordo che tempo fa partecipai ad una conferenza sul pensiero positivo. Stavo ricercando una strategia per cambiare modo di pensare e sostanzialmente per stare bene e pensai che quella conferenza fosse adatta a me. Andai solo a questa conferenza, si certo, ero accompagnato da una
  • 14. grossa curiosità, spirito di apertura e quell’attenzione di chi vuole imparare delle competenze nuove e utili. Entrai in questa sala gremita. Immagina quasi 100 persone di uomini e donne, alcuni seduti, altri in piedi a parlare o a girare per la sala, chi intento ad occupare posti per altre persone, chi invece intento a farsi i fatti propri; ad una estremità della sala, poi, un palco rialzato con due lavagne a fogli mobili. Vedendo quanta gente c’era, mi misi subito alla ricerca di un posto a sedere, che trovai in fondo alla sala, dalla parte opposta del palco, in ultima fila come a scuola. Mi ero accomodato, tranquillamente, presi la mia penna, il blocconotes disponibile nella sala e mi misi in modalità di attesa. Quando vedo avvicinarsi il ragazzo che mi aveva invitato alla conferenza. Mi dice: “Ma ti sei messo in ultima fila? Dai vieni in prima che ti ho riservato un posto, vedrai che da lì ascolterai meglio.” Mi fece piacere questa sua attenzione e lo seguii in prima fila. Seduta vicina a me c’era una ragazza dai capelli scuri e gli occhi chiari, vestita con un tallier blu che da come gesticolava e da come parlava sembrava fosse molto conosciuta in quel gruppo. Cominciavo a pensare che era stata proprio una bella idea partecipare a questa conferenza. Prima che potessi approcciare qualche parola alla ragazza vicino a me, le luci della sala si spensero e partì a tutto volume una canzone commerciale di quel periodo, che ora ho dimenticato, e una bella donna intorno ai quarant’anni cominciò a correre, partendo dal fondo della sala tra il corridoio delle sedie. Arrivata all’altezza del palco salì e a granvoce ci diede il benvenuto. Era un piacere osservare come si muoveva e ascoltare le sue parole con un leggero accento milanese, per quasi due ore. Ci intrattenne facendoci porre attenzione su quanto fosse importante avere pensieri “potenzianti” rispetto a pensieri “limitanti”, così li chiamava, per vivere una vita soddisfacente. Ero pienamente d’accordo coni concettiabilmente esposti durante la serata, solo che sentivo come se mancasse qualcosa. Per più di due ore ci spiegò con metafore, storie e aforismi vari come fosse bella la vita di chi fa girare nella propria mente i pensieripotenzianti. Quello che non ci spiegò però, era come fare per averli questi pensieri. Tant’è che alla fine della serata l’avvicinai per congratularmi con lei e le chiesi: “Come faccioad avere pensieri potenzianti?” Fu strana la sensazione che mi diede la sua risposta. Sembrò quasi impreparata ad una simile domanda e la sua risposta mi fece pensare a qualcosa di assolutistico, della serie: o si avevano pensieri potenziati e si era quindi benedetti o non si avevano e si era sfigati.
  • 15. Mi mancava qualcosa, non poteva essere così, doveva esserci per forza una strategia per responsabilizzarsi e decidere come pensare, forse la trainer in quel contesto voleva tenersela per se. Comunque riuscì a farmi concentrare su come ottenere pensieri che mi facessero diventare felice. Il corso dei miei studi, sempre in continua evoluzione, si è rivolto su questa ricerca e ad oggi ho trovato delle mosse che ho deciso di condividere. Certo trovarle non mi è stato così facile, ma molto dispendioso sia di tempo, di energie e di denaro. Mi ricordo che c’è stato un periodo fantastico della mia vita che facevo da lunedì al venerdì un lavoro la mattina, un altro il pomeriggio, la sera tornavo a casa a studiare e il sabato e la domenica seguivo corsi tra Roma, Milano, Firenze, Rimini o dove da altre parti c’era da andare. Comodamente a casa oggi puoi leggere le 5 mosse, così puoi imparare come modellare i tuoi pensieri ed essere felice per la maggiorparte del tempo durante la giornata. Altro che pensieri potenzianti. La mente, come se fosse un meccanismo, riflette continuamente pensieri in base al nostro modello del mondo e alle informazioni che interpreta dall’esterno. Questi pensieri non sono né buoni né cattivi, ma solamente pensieri, neutri. Questi pensieri neutri, hanno il potere di indirizzarci verso lo stare più o meno bene, verso una direzione o via da un’altra. Non devi giudicarli, ma affidarti al tuo sentire e utilizzare la 4° mossa. Questa mossa che ora ti do, ti permette di modellare pensieri che ti fanno sentire più o meno bene e decidere come modellarli. Cosa intendo per modellare i pensieri? Semplicissimo! Quando ti rendi conto che nella mente hai un immagine e il suo contenuto non ti fa stare bene, puoi concentrarti sulla sua forma vedendo se è un immagine ferma o in movimento, se a colori o in bianco e nero, sulla sua luminosità, se vicina o lontana. Quindi puoi decidere di modellare questa immagine e vedere cosa succede. Puoi Cambiare e diminuire la luminosità, allontanarla mandandola all’orizzonte lontano della mente. Puoi modellare le sue dimensioni, se la vedi grande nello schermo della mente, la puoi rimpicciolire e allontanare, la puoi sfocare e puoi farlo fino a quando non avviene una certa decompressione dei tuoi stati interni. Quanto più questa tecnica funziona per decomprimere stati che non ti fanno stare bene, tanto più puoi usarla per aumentare magicamente quegli stati di benessere interni e la sensazione di felicità, per tutto il tempo che vuoi. Facciamo un esempio, seguimi attentamente:
  • 16. Immagina qualcosa, una situazione che hai vissuto, che più ti fa sentire a tuo agio e che ti fa stare bene… Dai non quella lì, un’altra… :) Ok. Adesso rendi questa immagine a colori vividi e luminosi, rendila in movimento come in un film, rendila grande, molto grande nello schermo della tua mente, sperimentala in prima persona, come se quell’immagine la stessi vivendo, vedendo quello che vedevi, ascoltando i suoni o le parole, e percependo le sensazioni che sentivi. Adesso prendi dimistichezza con la tua mente e fai qualche esercizio proiettando queste tue visualizzazioni… Lo puoi fare per tutto il tempo che vuoi e più proietti pensieri che ti dirigono verso il sentirti felice e più sarai felice durante il giorno. Quando ti dedichi del tempo per farlo sistematicamente vai come a programmare la tua mente che poi in maniera automatica andrà ad imparare quali pensieri proiettare e come proiettarli. Non perché sei stato benedetto, ma perché hai imparato a farlo. Sei diventato responsabile,ovvero sei abile a rispondere con la tua mente ad ogni cosa ti succede. Non è più lei a guidare, ma da ora in avanti sei tu a guidare la tua vita. Non temere di utilizzare la tua mente, ma usala liberamente, è uno strumento meraviglioso, quello che ti serve è acquistare consapevolezza dei suoi strumenti e puoi farlo felicemente. Adesso ti manca di conoscere la 5° mossa…
  • 17. ESSERE GRATI SEMPRE E A PRESCINDERE “Il sentimento di gratitudine è una delle espressioni più evidenti della capacità di amare. La gratitudine è un fattore essenziale per stabilire il rapporto con l'oggetto buono e per poter apprezzare la bontà degli altri e la propria”. (Melanie Klein) La 5° mossa è forse quella che mi sta più a cuore. Si tratta della mossa della gratitudine che mi è stata insegnata da una mia amica straordinaria. Lei è solita dire che se hai gratitudine sei grato di quello che hai e non di quello che ti manca. Sono completamente in linea con questo suo atteggiamento e credo fortemente che anche per il sentimento della gratitudine, possiamo addestrarci per imparare a usarla a nostro beneficio. La mossa rende la gratitudine pratica nel liberare la nostra mente. Ogni giorno che passa, diventa più impegnativo poter rivolgere la mente e l’intenzione verso l’essere grati. Senza fingere o negare, ci sono diverse
  • 18. difficoltà durante le giornate della settimana, e capita a volte che la mente si soffermi su ciò che ci manca, piuttosto che farci rimanere consapevoli di quello che abbiamo. Una volta, un coach molto conosciuto a livello internazionale, durante una conferenza, fece un ragionamento su quanto sia vantaggioso concentrare la mente sull’abbondanza e l’essere grati, e fece notare rivolgendosi a una sala gremita, che anche le cose più semplici che abbiamo nelle nostre case sono i sogni di almeno 2/3 della poplazione mondiale. La gratitudine rende gioiosie la 5° mossaconsiste di 3 idee facili da imparare che puoi praticare in qualsiasi momento della giornata, così per sperimentare quanto potente sia la gratitudine. Nell’affrontare una qualsiasi situazione, per poter essere aiutati dalla forza della gratitudine, ecco di seguito le 3 idee facili per sapere come fare. La 1° idea che ti suggerisco è quella di domandarti: “Cosa posso fare per lui/lei/loro che è nelle mie possibilità?” Sai già che la mente risponderà ad una domanda. La nostra intenzione parte da questa domanda. Riuscire a valutare ciò che è nelle proprie possibilità, significa anche poter regalare solo un gesto gentile al prossimo ed essere grati di aver avuto questa opportunità. Se già ti è capitato di farlo, sai già che bella sorpresa c’è stata quando hai scoperto di sentirti davvero bene subito dopo aver fatto qualcosa senza ricevere nulla in cambio. La 2° idea è quella di Fare le cose col sorriso e con la gioia interiore. Qualcuno ha la convinzione che se una risata è finta non va bene. Questo è qualcosa di non pienamente vero, almeno per quanto riguarda la nostra fisiologia. È scientificamente provato di come ridere attivi determinate endorfine,che ci fanno sentire, subito, di buon umore e rilassati. L’importante è ridere, il corpo e la mente si adegueranno. La terza idea è Creatiun immagine mentale di te in una situazione che ti fa sentire a tuo agio. Puoi immaginare vividamente di stare a prendere il sole in una di quelle isole tropicali che ancora ricordano il paradiso terrestre, mentre ascolti la risacca del bagno asciuga e senti la brezza che ti accarezza la pelle e i capelli. Magari un posto così non lo hai mai visto realmente, ma la fantasia a volte è più reale della realtà. Averla vissuta o meno o no non conta, quello che è veramente importante nel visualizzare sono le sensazione che ne
  • 19. scaturiscono. Vi fa sentire a vostro agio? Se si, avete trovato una visualizzazione che funziona per voi. Non vi fa sentire a vostro agio, o vi è indifferente? Cambiate visualizzazione, magari può essere qualcosa che avete fatto realmente o qualcosa che fate tutti i giorni, come stare su un divano o altro. Per esempio Elisabetta, l’amica che mi ha ispirato a fare questa 5° mossa, si immagina di stare comodamente “spaparanzata”, come dice lei, sul divano mentre spalma sul pane dello stracchino. Scegli la tua immagine e portala con te. Quando ne hai bisogno fermati un istante e trasmettila nella tua mente. Ti sorprenderà quanto ti sarà utile essere grato sempre e a prescindire. CONCLUSIONE "Un vero viaggio di scoperta non è cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi."(Marcel Proust) Il viaggio che hai fatto insieme a me giunge al termine. Come ti dicevo io sono un semplice tecnico della mente. Un divulgatore che ha imparato delle tecniche pratiche e ora gli interessa condividerle. Forse,durante il viaggio già conoscevialcuni panorami o forse no, ma quello che conta veramente è stato averli visitati e averlo fatto da angolature e punti di vista differenti. Sono felice di esserti stato utile, me lo auguro con tutto il cuore, spero di conoscertipresto per continuare assieme la ricerca o semplicemente per scambiarcidelle idee. Puoi aggiungermi ai tuoi contatti di facebook,twitter, linkedin, pinterest, slideshare. Puoi anche seguirmi negli articoli che scrivo per blastingnews o italiapost.it. Di seguito ti segnalo tutti i miei link.