La rivoluzione economica si fa a tavola, intervento di Nicola Difino ideatore del progetto Fooding Social Club, Economia alimentare “ La rivoluzione economica comincia a tavola” durante il convegno di Eticanonmente, Finanza Etica e Microcredito, tenutosi presso la Facoltà di Economia dell'Università di Bari il 25 maggio 2012
PCofficina è uno spazio dedicato alla condivisione di saperi informatici, alla nobile arte del trashware, al software libero. PCOfficina è uno spazio libero non commerciale.
Le relazioni che le istituzioni non profit hanno con altri soggetti possono produrre significativi risultati per quanto attiene i servizi e le prestazioni offerte a livello locale nell’ambito delle partnership sociali.
Il lavoro si propone di comprendere se, nel corso del periodo intercensuario (2001-2011), il ruolo delle istituzioni non profit sia mutato mediante un effetto sostituzione tra le istituzioni pubbliche, le istituzioni non profit e le imprese, sia per la totalità delle attività economiche sia, per quelle che, più rilevanti, definiscono l’attività dei servizi.
L'impatto sociale di Banca Etica - 15 anni di finanza al servizio del bene co...Banca Popolare Etica
La ricerca condotta da Altis dell'Università Cattolica di Milano sull'impatto sociale di 15 anni dei nostri finanziamenti all'economia civile e solidale.
Dal 1999 abbiamo deliberato crediti per 1 miliardo e 800 milioni di euro a favore di 23.800 progetti di famiglie e imprese sociali. Risorse che hanno contribuito a far crescere in quantità e qualità i servizi di assistenza per le persone più fragili; promuovere l’arte, la cultura e lo sport come strumenti per migliorare la qualità di vita di tutti; difendere la legalità; ridurre le emissioni di CO2 a salvaguardia dell’ambiente e della salute; diffondere il biologico; rilanciare progetti di cooperazione internazionale e commercio equo e solidale.
Un estratto dal nostro report sulle 8 tendenze di consumo per il 2017. Nell'estratto raccontiamo 3 trend e stili di vita: life curator, survival e qualified self.
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Le relazioni che le istituzioni non profit hanno con altri soggetti possono produrre significativi risultati per quanto attiene i servizi e le prestazioni offerte a livello locale nell’ambito delle partnership sociali.
Il lavoro si propone di comprendere se, nel corso del periodo intercensuario (2001-2011), il ruolo delle istituzioni non profit sia mutato mediante un effetto sostituzione tra le istituzioni pubbliche, le istituzioni non profit e le imprese, sia per la totalità delle attività economiche sia, per quelle che, più rilevanti, definiscono l’attività dei servizi.
L'impatto sociale di Banca Etica - 15 anni di finanza al servizio del bene co...Banca Popolare Etica
La ricerca condotta da Altis dell'Università Cattolica di Milano sull'impatto sociale di 15 anni dei nostri finanziamenti all'economia civile e solidale.
Dal 1999 abbiamo deliberato crediti per 1 miliardo e 800 milioni di euro a favore di 23.800 progetti di famiglie e imprese sociali. Risorse che hanno contribuito a far crescere in quantità e qualità i servizi di assistenza per le persone più fragili; promuovere l’arte, la cultura e lo sport come strumenti per migliorare la qualità di vita di tutti; difendere la legalità; ridurre le emissioni di CO2 a salvaguardia dell’ambiente e della salute; diffondere il biologico; rilanciare progetti di cooperazione internazionale e commercio equo e solidale.
Un estratto dal nostro report sulle 8 tendenze di consumo per il 2017. Nell'estratto raccontiamo 3 trend e stili di vita: life curator, survival e qualified self.
Settembre 2019. Un nuovo numero della Newsletter di Consorzio il Biologico per essere aggiornati su: biologico, certificazione, agricoltura, sostenibilità, ambiente, ristorazione, vegan, tessile e cosmesi bio.
Presentazione@Obesity week, Parma, 2012.
Scarsità idrica e uso sostenibile dell'acqua: come possiamo contribuire in maniera positiva attraverso la nostra alimentazione?
I Quaderni dell'Isea - Sensibilizzazione e lotta allo spreco alimentareISEA ODV
Il termine più comune di spreco alimentare è quello di
“cibo acquistato e non consumato che finisce nella spazzatura”
Nuovo lavoro presentato dai soci ISEA Onlus
La globalizzazione sta ridisegnando abitudini e stili alimentari. Il cibo è un fatto sociale totale, una cartina di tornasole per leggere il mondo d'oggi ed i profondi ed incessanti cambiamenti a cui è sottoposto. Numerose e profonde trasformazioni stanno modificando il rapporto delle persone col cibo, le regole, gli orari e i luoghi della sua assunzione. Il senso del gusto si è modificato a causa della produzione di massa delle derrate alimentari, delle influenze della moda e dei mass media nelle scelte alimentari, che hanno determinato la nascita di nuovi stili alimentari. Sembra configurarsi uno scenario che vedrà contrapposti da un lato l'arte e l'artigianato agro-alimentare, dall'altro l'industria, in cui non è scontato prevedere come andrà a finire, perché il peso dei movimenti di "resistenza" all'omologazione alimentare non sarà ininfluente.
Cibo sostenibile e healthy come nuova forma di approccio ad ambiente e beness...Free Your Talent
Project Work a cura dei partecipanti del Master ISTUD in Food & Beverage management Francesco Agresti, Ilaria Campanella, Riccardo Dispinseri, Tommaso Maria Foggetti
DBN Magazine nel numero di gennaio 2014 dedica un articolo al CCPB e alla certificazione sul biologico.
"Il biologico in Italia non conosce crisi, e sta conquistando sempre maggiore riconoscibilità. Le aziende aumentano e i consumatori apprezzano, consapevoli dell’importanza della sicurezza alimentare".
Incontro commissioni mensa con Milano Ristorazione 25 febbraio 2016viaGiusti15
Documento di sintesi elaborato dalle commissioni mensa S.S. Trinità e IC Giusti d'Assisi dell'incontro del 25 febbraio. Richieste, domande e osservazioni sottoposte dai genitori delle commissioni mensa a Milano Ristorazione. La prima richiesta PERCHÉ ELIMINARE LE POLPETTE espone problemi di gusto, di sostenibilità e di educazione alimentare.
Prevenzione degli sprechi alimentari: a che punto siamopaolo azzurro
Slide della presentazione tenuta in occasione dell'iniziaitiva "Un ambiente migliore istruzioni per l’uso - Percorsi verso una città sostenibile"del 13 gennaio 2016 a S.Lazzaro di Savena (BO)
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Prevenzione degli sprechi alimentari: a che punto siamo
La rivoluzione economica si fa a tavola
1. La Rivoluzione
Economica
si fa a tavola
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
2. La
Rivoluzione
è nelle tue
scelte
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
3. SOSTENIBILITA’
Negozio vs Supermercato
Legumi vs Carne
Sfuso vs Confezionato
Locale vs Esotico
Crudo vs Pronto
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
4. Water Footprint
La produzione di
carne è altamente
energivor
a
Energivora
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
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5. Il Frigo
pieno
contro calamità naturali,
tempeste di neve,
guerre nucleari, attacchi alieni
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
6. Il Frigo pieno
è la prima causa dello
Spreco
Alimentare
Domestico
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
7. • Produzione
• Trasporto
• Trasformazione
• Stoccaggio
•Vendita
• Consumo
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
8. • Produzione
• Trasporto
• Trasformazione
• Stoccaggio
•Vendita
60-65%
• Consumo
•35-40%
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
9. EUROP
A
89 milioni di tons/a
179 Kg/pp
ITALIA
8,8 milioni tons/a
27 Kg/pp
515€/a La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
10. 1/3 XX
della
produzione
totale
X
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
Facoltà di Economia – Bari 24 maggio 2012
11. In Italia
sprechiamo soldi
pubblici, acqua e
anche cibo.
Buttiamo via il
10% del totale
europeo…
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
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12. 37 miliardi €
sfamerebbero 44
milioni di persone
il 3% del P.I.L.
finisce nella
pattumiera
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13. 170 milioni tons
Anidride Carbonica
derivato da
alimenti non
consumati
.
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
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14. Perché
Sprechiamo?
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15. •lista della spesa
•marketing aggressivo 3x2
•importanza estetica
•stabilire uno status sociale
•doggy bag
•persuasione pubblicitaria
•etichetta
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17. .?
La Rivoluzione Economica si fa a Tavola
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18. Istituto Superiore di Sanità
tabella chiarificatrice per consumo dopo
la data di scadenza:
latte, uova, latticini – MAI
affettati confezionati, yogurt – 2
gg
pasta, bibite, prodotti in scatola
legumi secchi - 1 / 2 mesi
pesce surgelato – 1 anno
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19. Restano invenduti nei
retrobottega dei punti
vendita 240mila tons di
alimenti per un valore di oltre
1 miliardo di euro, che
potrebbero sfamare 600.000
cittadini con 3 pasti al giorno
per un anno.
Fonte Coldiretti
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20. 600 ipermercati
250 chilogrammi
Motivi:
scadenza / estetica
10 miliardi sett. agricolo
1,2 miliardi ind. alimentare
1,5 miliardi distribuzione
12,7 miliardi euro/anno
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21. Ce lo possiamo permettere
noi?
Se lo può permettere il
pianeta?
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22. L’Unione Europea ha proclamato il 2014
Anno Europeo contro gli Sprechi Alimentari
Last Minute Market società "spin-off" dell'Università di Bologna che da oltre dieci
anni si occupa di sprechi alimentari e curata da Andrea Segrè, preside della Facoltà di
Agraria all'Università Alma Mater di Bologna.
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23. 1
Cosa possiamo
fare noi?
Ingredienti per
migliorare il
mondo
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24. Meno carne
Km 0
Orto in casa
Doggy Bag
Rubinetto
Cibo e Detersivi
sfusi
Autoprodurre
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25. 5 regole per
prevenire
gli sprechi:
-Compra meno
-Evita le 3x2
-Usa gli avanzi
-Surgela gli avanzi
- Acquista fresco
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26. Ridurre lo spreco è
imperativo ecologico
lo spreco può fare del bene
Ma, come?
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27. Recuperare
Riutilizzare
Rigenerare
Riciclare
Ridistribuire
Rieducare
Ridurre
Riprogettare
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28. Hasta
la Cocina
siempre
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“ Ogni volta che facciamo la spesa, votiamo” diceva e Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo degli anni 90. Sono certo che fare sedersi a tavola sia un atto politico, oltre che sociale, civile ed economico.
Come si opera una scelta Rivoluzionaria? Facendo attenzione a cosa si mangia: DOVE E COME viene prodotto il bene COME E’ CONFEZIONATO DOVE LO ACQUISTO COME RAGGIUNGO il negozio A CHI APPARTIENE il negozio
Sembra retorica ma vi assicuro che ho incontrato difficoltà a spiegarlo anche ai più convinti Ecologisti: Negozio vs Supermercato Alimento economia locale e reale senza intermediari e multinazionali coinvolte Legumi vs Carne prima di tutto per un fatto salutistico e poi perché la produzione di carne è fortemente ENERGIVORA Sfuso vs Confezionato non voglio comprare del packaging che, oltre a far lievitare il prezzo, è, nella maggior parte dei casi, solo un mezzo di marketing e serve poco a proteggere il prodotto. Inoltre è altamente inquinante per la sua produzione e per il suo smaltimento Locale vs Esotico Preferisco una pesca locale ad un ananas che è maturata nelle stive della nave che l’ha portata in italia in un giro del mondo durato anche fino a 3 mesi con tutte le implicazioni delle emissioni ed inquinanti necessari al suo trasporto Crudo vs Pronto Preferisco cucinare io e sapere cosa ci metto dentro. Il corpo è mio, la salute pure
Un esempio di quanto sia Energivora la produzione di carne. Qui vediamo quanta acqua occorre per produrre una porzione di 200gr di carne e quanta ce ne vuole per la stessa porzione di legumi.
La teoria del “frigo pieno” è il mio retaggio storico. Vengo da una famiglia che ha vissuto la guerra e il dopoguerra è stato duro. Il FRIGO PIENO rappresenta, per molte famiglie e anche per le nuove famiglie/ singles/ studenti ecc la frontiera dell’appagamento, la sicurezza di avere da mangiare e stare tranquilli.
Queste le fasi di vita del prodotto Produzione Trasporto Trasformazione Stoccaggio Vendita Consumo
I dati sono scioccanti se consideriamo che 79 milioni di individui, solamente all’interno dell’UE, vivono al di sotto della soglia della povertà
Significa che ogni 3 mele che compri, una la butterai ogni mezza dozzina di uova, 2 uova marciranno
Cosa significa sprecare? Consumare inutilmente, senza frutto ; usare in modo che determinate qualità o quantità di una cosa vadano perdute o non vengano utilizzate . significa in particolare: “non utilizzare proficuamente o nel modo giusto”. Le “isole ecologiche” come si chiamano oggi le discariche, sono piene di prodotti di ogni genere ancora integri, commestibili o funzionanti, scartati a causa di qualche difetto, anche estetico, del tutto irrilevante, oppure sacrificati per fare spazio al “nuovo che avanza” nell’effimera civiltà dell’usa e getta.
Una delle ragioni principali dello spreco è la crescente distanza tra i luoghi dove si produce il cibo e quelli in cui lo si consuma. Mentre in passato, molte persone producevano il proprio cibo, ora i prodotti che costituiscono il nostro pasto provengono da diversi – e spesso molto lontani- luoghi del mondo. Parallelamente e strettamente associata con questa tendenza, è il coinvolgimento di un numero crescente di attori e di interessi lungo la filiera alimentare. Gli agricoltori, l'industria della trasformazione, il settore del marketing, il trasporto, i commercianti, i supermercati, ed i consumatori sono tutti coinvolti. Lo spreco è un fallimento del mercato e della politica - così come una questione di educazione e sensibilizzazione - che non va trascurato.
Oltre al danno ambientale causato dal cibo non utilizzato, vanno poi considerate, come ulteriore nocivit à , le notevoli spese per il trattamento e lo smaltimento degli alimenti/rifiuti. È necessario procedere verso una società più etica ed ecologica.
Secondo la tabella chiarificativa dell’Istituto Superiore di Sanità il latte e le uova sembrano essere gli unici alimenti che non vanno mai consumati dopo la data di scadenza. Dal giorno successivo a quello indicato le alterazioni microbiologiche rendono il prodotto sempre più deteriorato e dunque può far male a chi lo consuma. Possono essere consumati anche fino a due giorni dopo la data di scadenza: yogurt , nonostante la perdita di fermenti lattici , e gli affettati confezionati; più lunga è l’attesa per pasta, bibite, tonno in scatola e legumi secchi che possono essere mangiabili anche 1-2 mesi dopo la scadenza, mentre ad esempio per quanto riguarda il pesce surgelato , se correttamente conservato, è possibile mantenerlo in freezer anche un anno.
Solo in Italia restano invenduti nei retrobottega dei punti vendita 240mila tons di alimenti per un valore di oltre 1 miliardo di euro, che potrebbero sfamare 600.000 cittadini con tre pasti al giorno per un anno. Fonte Coldirett
Al giorno, ognuno dei 600 ipermercati della penisola butta 250 chilogrammi cibo, perché vicino alla data di scadenza o per ragioni estetiche. Questo costa al Paese più di dieci miliardi di euro nel settore agricolo, 1,2 miliardi nell'industria alimentare e 1,5 miliardi nella distribuzione. Per un totale di quasi 12,7 miliardi di euro l'anno. buttiamo un terzo del cibo. Sensibilizzare non basta: occorre organizzazione e creatività, le proposte del no profit
Il punto è: Ce lo possiamo permettere noi? Se lo può permettere questo pianeta ridotto ad assorbire immondizia? Se lo possono permettere le foreste che distruggiamo e le popolazioni che sterminiamo per produrre cibo? Se lo possono permettere le persone che riduciamo in stato di schiavitù, anche nel nostro Paese? Se lo possono permettere le 8 milioni 272 mila italiani che vivono sotto la soglia della povertà?
Gli Stati membri dovrebbero quindi introdurre corsi scolastici e universitari che spieghino come conservare, cucinare e scartare correttamente gli alimenti. Inoltre gli imballaggi, sempre per evitare sprechi di cibo commestibile, dovranno essere prodotti in confezioni di varie misure e i cibi vicini alla data di scadenza dovranno essere venduti a prezzi scontati, per favorire le persone economicamente disagiate. Il target è la diminuzione degli sprechi del 50% entro il 2025.
Intanto dobbiamo avere una condotta più ecologica ed etica. Siamo parte di un ecosistema e non siamo esseri isolati e autosufficienti.
1. Consumare meno carne, più verdure Diminuite il consumo di carne o meglio diventate vegetariani : minore assunzione di proteine animali con un grosso giovamento per la salute ma anche per l'ambiente, in quanto l'industria del bestiame è una delle maggiori cause di inquinamento. Essere vegetariano è una "filosofia di vita" che può durare nel tempo o anche solo per una fase della vita. E se poi proprio non riuscite a rinunciare alla carne, potete decidere di diminuirne il consumo a vantaggio delle verdure che come è risaputo contrastano l'insorgere di varie forme tumorali. 2. Scegliete prodotti a Km 0 Prediligete i prodotti locali . Preferite il cibo a chilometri 0 , l'ambiente vi ringrazierà in quanto ridurre gli spostamenti del cibo porta anche a una riduzione dell'emissione di anidride carbonica. Inoltre, qualunque sia la vostra dieta cercate di mangiare cibi di stagione. Sono maggiormente reperibili e meno costosi. Per abbattere i costi potete rivolgervi ai GAS, i Gruppi di Acquisto Solidale . Questi gruppi si organizzano per fare una spesa "collettiva" e permettono a chi vi aderisce di mangiare prodotti genuini, dal minimo impatto ambientale, locali e di stagione. Con un giovamento per l'ambiente, la salute, il gusto e non ultimo il portafogli. 3. Coltivare un orto Fatevi l' orto . Molti sognano un angolo verde, distende i nervi e vi permette di mangiare realmente biologico: niente pesticidi o agenti chimici. Un passatempo decisamente green e se non avete spazio non temete su greenMe.it troverete tante idee per coltivale il vostro orto anche in piccoli spazi . Inoltre, potreste cominciare utilizzando dell'ottimo compost ...da voi realizzato. 5. Riempire la doggy bag al ristorante Richiedere al cameriere gli avanzi del vostro pasto e portarli a casa nella cosiddetta doggy bag 6. Chiedere l’acqua del rubinetto al bar Ricordate che in Italia la produzione e la distribuzione di bottiglie di acqua minerale generano ogni anno più di 5 milioni di tonnellate di gas serra , vale a dire quanto una centrale a carbone di medie dimensioni. A questo dato bisogno sommare anche il costo, in termini di CO2 , delle bottiglie di plastica in cui l’acqua viene generalmente commercializzata. E nonostante il consumo di acqua minerale sia economicamente molto più svantaggioso rispetto a quello di acqua del rubinetto (si calcola che il costo sia di circa mille volte più elevato, senza che ciò implichi controlli di qualità più frequenti o più accurati ), l’Italia ne detiene il primato europeo. Siete proprio certi di voler contribuire a questo record? Probabilmente no: non vi resta, quindi, che farvi coraggio e richiedere al barista un bel bicchiere di acqua del rubinetto. 7. Più sfuso, meno rifiuti Riducete le buste di plastica e packaging prediligendo prodotti sfusi o qualche piccola accortezza in più nel reparto frutta e verdura dei supermercati. 8. Autoprodurre . Pane, pasta, biscotti, dolci, focacce.- sono sempre più buone e sapete cosa ci mettete dentro.
1 Compra meno, se pensi che non puoi mangiare tutto 2 Evita le offerte promozionali illusorie e cerca di acquistare quantità limitate dei prodotti. 3 Se hai avanzi nel frigo, cerca di riutilizzarli nella preparazione di altri piatti. - Consiglio per la verdura: per evitare che in frigo ammuffisca, cerca di tenerla sempre nella parte basse del frigorifero. 4 Utilizza al meglio il congelatore, se ne possiedi uno: surgela i tuoi avanzi di cibo, potranno essere utilizzati come porzioni monopasto. 5 Prova ad acquistare meno e più spesso prodotti freschi.
Se adottiamo comportamenti che tendono a ridurre lo spreco ci indirizziamo verso una razionalizzazione del nostro stile di vita seguendo un’ottica pro-ambiente. Meno spreco vuol dire meno rifiuti, meno danni all’ambiente, meno inquinamento, insomma più “eco”. L’equazione è meno spreco più ecologia ci porta ad una nuova società, vivibile. Ridurre lo spreco deve quindi divenire un imperativo ecologico, un diktat da seguire, che non ne porterà alla sua eliminazione ma sicuramente ad una sua contrazione, perché paradossalmente lo spreco, o almeno una sua parte, può fare del bene.
Lo spreco alimentare può diventare una risorsa e un'opportunità: riutilizzare e riciclare dovrebbero diventare le nuove parole chiave del 21 ° secolo. Dobbiamo spostare l'attenzione dalla quantità alla qualità, dai bisogni indotti alle necessità reali, tenendo presente che ogni nostra azione - e quindi anche le nostre scelte alimentari - hanno impatti ambientali, economici e nutrizionali, sociali e civili.