La Leggendaria Guerriera - Rinascita di una dea (anteprima)Aurora Ballarin
Venezia 1896
Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto.
Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce il significato e incubi che infestano le sue notti.
Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin troppo interessato a lei.
Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti.
Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona.
La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita stessa arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di un'altra donna di cui a malapena conosce il nome.
Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita.
Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen.
Il nome della dea degli elfi.
Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse...
La Leggendaria Guerriera - Rinascita di una dea (anteprima)Aurora Ballarin
Venezia 1896
Ainwen Carnelio, giovane rampolla di una delle famiglie più in vista della città, non ha mai capito la ragione del suo strano aspetto.
Cresciuta da un ammiraglio, che l'ha addestrata all'arte della spada fin da bambina e da una madre insolitamente attenta a farle apprendere la magia, la giovane passa le sue giornate divisa tra due realtà: quella diurna, la vita apparentemente normale di una ragazza della sua età; e quella notturna tra duelli, visioni di cui non conosce il significato e incubi che infestano le sue notti.
Tutto evolve all'improvviso il giorno in cui conosce il nuovo istitutore, Barahir. Un uomo enigmatico, di una bellezza unica e fin troppo interessato a lei.
Con il suo arrivo le visioni aumentano, facendosi via via più terrificanti.
Ogni volta che i loro sguardi si incrociano è come se lei vivesse l'esistenza di un'altra persona.
La mente viene travolta da ricordi non suoi e perfino la vita stessa arriva quasi a non appartenerle più, confondendosi con quella di un'altra donna di cui a malapena conosce il nome.
Fino a quando, spossata nell'animo e nelle carni decide di voler sbrogliare la matassa dei misteri di tutta una vita.
Solo un nome dalla sua parte. Un unico fievole indizio a ricollegare ogni sua visione: Urwen.
Il nome della dea degli elfi.
Il nome della donna che, cinquecento anni prima salvò il mondo dall'apocalisse...
*us13118 ... Per un turismo commemorativo e non speculativo ...articolo9
Istituto d'Istruzione Superiore di Asiago
Via Matteotti, 155
Classe 4^B Indirizzo Turismo
Articolo 9 della Costituzione
"..Per un turismo commemorativo e non speculativo..."
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Salvemini - Virgilio" Sede C.T.P. e C.R.I.T
Brindisi .
PON- Competenze in Media Education: didattica e metodologia
A.s. 2011-2012
Realizzazione della classe 5a F del Liceo Classico "Cairoli" di Varese, coordinata dai docenti Brochetta e Guerraggio: una panoramica completa del primo conflitto mondiale dal punto di vista storico, artistico e letterario precede la lettura della guerra in funzione della memoria del passato (art. 9 della Costituzione italiana) per ricostruire la propria identità di cittadino in rapporto all'art.11 della Costituzione.
us13005 - Sceneggiatura "i ragazzi del '99"articolo9
Sceneggiatura del cortometraggio/documento sulla Grande Guerra realizzato dagli alunni della classe V/As del Liceo Artistico di Marcianise (Prov. di Caserta), con il Prof. Pasquale Damiano.
*us13118 ... Per un turismo commemorativo e non speculativo ...articolo9
Istituto d'Istruzione Superiore di Asiago
Via Matteotti, 155
Classe 4^B Indirizzo Turismo
Articolo 9 della Costituzione
"..Per un turismo commemorativo e non speculativo..."
SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO "Salvemini - Virgilio" Sede C.T.P. e C.R.I.T
Brindisi .
PON- Competenze in Media Education: didattica e metodologia
A.s. 2011-2012
Realizzazione della classe 5a F del Liceo Classico "Cairoli" di Varese, coordinata dai docenti Brochetta e Guerraggio: una panoramica completa del primo conflitto mondiale dal punto di vista storico, artistico e letterario precede la lettura della guerra in funzione della memoria del passato (art. 9 della Costituzione italiana) per ricostruire la propria identità di cittadino in rapporto all'art.11 della Costituzione.
us13005 - Sceneggiatura "i ragazzi del '99"articolo9
Sceneggiatura del cortometraggio/documento sulla Grande Guerra realizzato dagli alunni della classe V/As del Liceo Artistico di Marcianise (Prov. di Caserta), con il Prof. Pasquale Damiano.
1. La Grande Pace
da “La ballata della Grande Guerra ”
di Roberto Piumini
100 anni sono passati…
I.C. Como Lago
scuola primaria “Francesco Baracca” Como
4 novembre 2018
2. Europa 1914
Triplice Intesa
Francia –Gran Bretagna - Russia
Triplice Alleanza
Germania – Austria Ungheria - Italia
Dopo quasi cent’anni senza guerra,
si arma, nell’Europa, ogni potenza:
Quelle centrali vogliono più terra,
le altre potenze fanno resistenza.
Si sono già spartite i continenti,
l’Africa e l’Asia, imperi coloniali:
ma i potenti non son mai contenti:
l’Europa si prepara ad altri mali.
Si armano gli Stati, bellicosi,
navi da guerra e grossi cannoni,
si scambiano messaggi minacciosi,
si stringono alleanze, alzano toni.
3. 28 giugno 1914
attentato
In Serbia è ucciso un Duca: una scusa
ha l’Austria, per invadere il paese.
“E’ un’aggressione!” l’Inghilterra accusa,
lo stesso strilla il Governo francese.
4. Così scoppia la guerra, la maggiore
che, fino allora, il mondo abbia veduto,
la più piena di morti e di dolore,
la più orrenda in cui il mondo è caduto.
Ogni nazione crede alla vittoria:
“Viva la guerra!” si va proclamando.
Ogni nazione è convinta di gloria,
e partono gli eserciti, cantando.
Le madri e le mogli e le sorelle,
salutano i soldati alla partenza,
e quelli le salutano: “Ciao, belle!”
auguri, fiori, baci, non violenza.
I giovani arruolati se ne vanno,
restano a casa le donne e gli anziani
per fare tutti i lavori dell’anno,
pensando ai loro giovani lontani.
E dopo i canti e i baci, c’è la guerra,
fatta di corpi umani e di animali,
e spari, scoppi, sangue, fango, terra,
di qua o di là dal fronte, tutti uguali.
Dicevano, dall’una all’altra parte:
“Noi vinceremo in qualche settimana!”
Ma la guerra non è un gioco di carte,
la fine si fa sempre più lontana.
5. 24 maggio 1915
Forse il fiume Piave davvero quel 24 maggio 1915 “mormorava calmo e placido”...
ma per i soldati al fronte e per tutti gli italiani da quel giorno cominciarono anni durissimi,
di sofferenze e di miseria...
II Piave mormorava
calmo a placido al passaggio
dei primi fanti, il ventiquattro maggio:
l’esercito marciava
per raggiunger la frontiera,
per far contro il nemico una barriera…
Muti passaron quella notte i fanti:
tacere bisognava, e andare avanti…
S’udiva, intanto, dalle amate sponde,
sommesso e lieve, il tripudiar dell’ onde.
Era un presagio dolce e lusinghiero.
Il Piave mormorò:
“Non passa lo straniero!”
.
l’Italia è in guerra!
https://www.youtube.com/watch?v=ufQj8HUjURU
6. Da meno di vent’anni, dagli uccelli,
hanno imparato gli uomini a volare,
e già, qui, come falchi sugli agnelli,
calano occhiuti, pronti ad artigliare.
Da aerei molto fragili, nel cielo,
cadono i semi della distruzione,
da casematte di cemento e gelo
sputa semi di morte il cannone.
La nostra scuola primaria è intitolata a Francesco Baracca
7. Si scavano dei solchi nella terra,
così profondi, mai se n’è veduti:
dentro, viventi semi della guerra,
stanno i soldati, spaventati e muti.
Passano i mesi, il vento, le stagioni,
nelle trincee scende pioggia e neve:
dentro, bagnate, gelide legioni
di veterani, e sempre nuove leve.
8. In patria, nelle fabbriche, le donne,
che facevano, prima, i mestieri
di casa e orto, sporcano le gonne
con l’olio d’officina, tra i neri
sbuffi e il frastuono dei macchinari
al posto di operai, ora soldati:
ma, anche se son donne, gli orari
di produzione restano immutati.
L’industria della guerra fa faville,
si fabbricano armi a tonnellate,
gli industriali guadagnano a mille,
mentre le donne sono consumate.
9. Al fronte, sopra i campi di battaglia,
attacchi, contrattacchi, avanti, indietro,
dalle trincee, su, verso la mitraglia,
per conquistare solo qualche metro.
Se non si è feriti, o non si muore,
si va per qualche giorno in retrovia,
a riposarsi un poco dal terrore,
scrivere lettere di nostalgia.
10. Le leggono le donne, silenziose,
e, se i bambini vogliono sapere,
dicono loro solo poche cose,
le più gloriose, quelle più leggere.
11. … E non c’è mai silenzio, sempre tuona
qualche cannone, un continuo fragore,
se senti il colpo è una cosa buona:
la palla viene prima del rumore.
E, nel silenzio, qualche volta arriva
il suono delle voci dei nemici,
voci come la tua, umana e viva,
vicine come quelle dei tuoi amici.
E altre voci, a volte, offesa e sfida,
anche al cielo, astiose e rabbiose,
battute sconce, lazzi, fischi, grida,
ordini di ufficiali, voci odiose.
12. … In terra, sotto terra, in aria, in mare,
quando, alla fine, vince il più forte,
questa orribile guerra può contare,
dieci milioni di persone morte.
Ma anche ai vivi, lascia quantità
di corpi ammalati o mutilati,
a volte ne rimane una metà,
mezze persone, resti di soldati.
Reduci con la guerra nella mente,
col rombo del cannone nel pensiero,
senza lavoro, a morir lentamente,
dentro un presente disperato e nero.
E altri dolori e danni, immisurati,
le vedovanze e le orfanità,
città e paesi e case rovinati:
un’altra guerra è la povertà.
13. E le Potenze? Ahi, di nuovo pronte
a nuove discussioni, accuse, offese,
contendersi un fiume, mezzo monte,
a chiedere i rimborsi per le spese.
Non pensano alla pace come un bene,
ma come al tempo per i buoni affari.
Non pensano a levare le catene,
pensano a spartirsi terre e mari.
Se andranno avanti in questo modo,
temo fra dieci anni, o quindici, o venti,
al massimo ventuno, rivedremo
ancora sfide, e armi, e reggimenti,
ascolteremo ancora, sulla terra,
il suono, il tuono orribile e profondo,
un altro tempo di violenza e guerra,
un’altra guerra assassina del mondo.
14. PROMEMORIA
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
e orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra.
Gianni Rodari
II 4 novembre 1918 si conclude per l’Italia
il primo conflitto mondiale – la Grande Guerra –
Quel giorno venne firmato a Villa Giusti (Padova)
l'armistizio con l'Impero austro-ungarico
In questa giornata si intende ancora ricordare,
tutti coloro che, anche giovanissimi,
hanno sacrificato la propria vita per un ideale di Patria
e di attaccamento al dovere,
nella speranza di una Grande Pace tra i popoli.
La Grande Guerra avrà definitivo termine
il giorno 11 novembre 1918