Sintesi XXIII Rapporto Immigrazione 2013 Caritas e MigrantesCaritas_Italiana
Sintesi dei dati 2013 del XXIII Rapporto sull'Immigrazione in Italia realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, e presentato a Roma il 30 gennaio 2014
Una sintesi dei dati relativi al fenomeno dell'immigrazione in Italia, preparata dal CENSIS in occasione del "Dialogo" tra Giuseppe De Rita e Daniele Archibugi su "Identità nella transizione". Roma, 15 giugno 2010, CNR - Biblioteca "G. Marconi"
http://www.dialoghi.cnr.it/
Sintesi XXIII Rapporto Immigrazione 2013 Caritas e MigrantesCaritas_Italiana
Sintesi dei dati 2013 del XXIII Rapporto sull'Immigrazione in Italia realizzato da Caritas Italiana e Fondazione Migrantes, e presentato a Roma il 30 gennaio 2014
Una sintesi dei dati relativi al fenomeno dell'immigrazione in Italia, preparata dal CENSIS in occasione del "Dialogo" tra Giuseppe De Rita e Daniele Archibugi su "Identità nella transizione". Roma, 15 giugno 2010, CNR - Biblioteca "G. Marconi"
http://www.dialoghi.cnr.it/
#13confstat
Annalisa Cicerchia, Creazione, pratica e consumo di cultura nel Rapporto sulla conoscenza
13° Conferenza Italiana di Statistica 4-5-6 luglio 2018
Centro Congressi Ergife via Aurelia 619 Roma
La Fuga dei Cervelli: quando trovarli e' meglio che perderliQuattrogatti.info
Si sente sempre più spesso parlare di “Fuga dei talenti” o “Fuga dei cervelli”, soprattutto con toni allarmistici e spesso confusi. Eppure, oggi come oggi, con un mercato del lavoro cosi globalizzato e internazionalizzato, passare un periodo all’estero è ormai la normalità. Ciò che rende preoccupante la “fuga” degli italiani all'estero non è tanto il numero dei nostri connazionali che fanno le valigie, quanto piuttosto il fatto che in pochi scelgono l'Italia come meta. Questa presentazione analizza il fenomeno sulla base dei (pochi e confusi) dati che vi sono a disposizione, soffermandosi sulle politiche migliori per attrarre cervelli “in fuga” e stranieri.
Oltre 54mila giovani tra i 20 e i 40 anni hanno lasciato il nostro Paese e hanno trovato un’occupazione adeguata alle loro competenze e aspirazioni in un’altra nazione.
Le realtà più gettonate sono state Gran Bretagna e Germania, ma anche Svizzera, Francia, Brasile, Usa, Argentina, Australia, Spagna e Belgio.
OTTAVA GIORNATA ITALIANA DELLA STATISTICA
Il nuovo Censimento permanente della popolazione.
Un racconto continuo del Paese
Genova, 5 novembre 2018
Università degli studi di Genova, Dipartimento di Economia
Aula Spinola Via Vivaldi 5
#13confstat
Annalisa Cicerchia, Creazione, pratica e consumo di cultura nel Rapporto sulla conoscenza
13° Conferenza Italiana di Statistica 4-5-6 luglio 2018
Centro Congressi Ergife via Aurelia 619 Roma
La Fuga dei Cervelli: quando trovarli e' meglio che perderliQuattrogatti.info
Si sente sempre più spesso parlare di “Fuga dei talenti” o “Fuga dei cervelli”, soprattutto con toni allarmistici e spesso confusi. Eppure, oggi come oggi, con un mercato del lavoro cosi globalizzato e internazionalizzato, passare un periodo all’estero è ormai la normalità. Ciò che rende preoccupante la “fuga” degli italiani all'estero non è tanto il numero dei nostri connazionali che fanno le valigie, quanto piuttosto il fatto che in pochi scelgono l'Italia come meta. Questa presentazione analizza il fenomeno sulla base dei (pochi e confusi) dati che vi sono a disposizione, soffermandosi sulle politiche migliori per attrarre cervelli “in fuga” e stranieri.
Oltre 54mila giovani tra i 20 e i 40 anni hanno lasciato il nostro Paese e hanno trovato un’occupazione adeguata alle loro competenze e aspirazioni in un’altra nazione.
Le realtà più gettonate sono state Gran Bretagna e Germania, ma anche Svizzera, Francia, Brasile, Usa, Argentina, Australia, Spagna e Belgio.
OTTAVA GIORNATA ITALIANA DELLA STATISTICA
Il nuovo Censimento permanente della popolazione.
Un racconto continuo del Paese
Genova, 5 novembre 2018
Università degli studi di Genova, Dipartimento di Economia
Aula Spinola Via Vivaldi 5
Convegno Scientifico Pisa, 29.11.2016 Il valore dei dati - L'Istat da 90 anni al servizio del Paese
Il contributo si propone di valorizzare la lettura delle serie storiche di lungo periodo per comprendere le trasformazioni profonde del Paese. L'analisi tocca principalmente i temi della demografia, delle condizioni di salute, dei livelli di istruzione, le mutazioni della struttura produttiva e il suo impatto sulle variabili ambientali. Si mostra come la popolazione sia aumentata e sia più longeva in virtù delle molto migliorate condizioni di salute, ma è ora caratterizzata da una struttura invecchiata nonostante il contributo degli stranieri che può solo mitigare questo effetto.
I livelli di istruzione sono cresciuti (benché ancora inferiori rispetto al resto d’Europa) e per la donne in maniera radicale, spostando in avanti le decisioni (matrimonio, figli) e facendo recuperare loro un ruolo attivo nel sistema produttivo. Si mostra inoltre come l'Italia sia passata da un’economia agricola, ad una manifatturiera ed ora all'espansione dei servizi, vivendo la Grande depressione, il boom, l’espansione del welfare e la recente crisi e stagnazione. Infine si illustra l'evoluzione della produzione e consumo di energia e dei flussi di materia.
Contributo al convegno La salute ed il lavoro. Come la crisi e la precarietà hanno modificato questo rapporto.
Torino, 29 novembre 2018, Polo del '900.
S. Corradini, L. Martinez, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: L'inclusione lavorativa: il panorama nazionale e l'esperienza dell'Istat
Titolo: La condizione occupazionale delle persone con disabilità
L. Lavecchia, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Il quadro informativo per il Green Deal: sviluppi e domanda informativa per le questioni energetiche
Titolo: La misura della povertà energetica in Italia
V. Buratta, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La strategia dei dati: l’iniziativa europea e la risposta nazionale
Titolo: Il ruolo dell'Istat nella Strategia Nazionale ed Europea dei Dati
E. Fornero, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gender statistics by default: il cambiamento di paradigma nelle statistiche e oltre
Titolo: Illusioni, luoghi comuni e verità nella lotta alle disparità di genere
A. Perrazzelli, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gender statistics by default: il cambiamento di paradigma nelle statistiche e oltre
Titolo: Qualità di genere per sostenere la crescita
A. Tinto, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gli effetti della pandemia sulla soddisfazione per la vita e il benessere: analisi e prospettive
Titolo: L'impatto della pandemia sulla componente soggettiva del Benessere Equo e Sostenibile
L. Becchetti, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: Gli effetti della pandemia sulla soddisfazione per la vita e il benessere: analisi e prospettive
Titolo: La pandemia attraverso gli indicatori soggettivi a livello internazionale: un paradosso?
G. Onder, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: Il sistema di sorveglianza dei decessi dell'ISS e le nuove prospettive
C. Romano, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: Nuovi strumenti e indagini per un'informazione pertinente in fase di emergenza
S. Prati, M. Battaglini, G. Corsetti, 30 Novembre - 1 Dicembre 2021 -
Webinar: La lezione della crisi per le statistiche demografiche e sociali
Titolo: La sfida per la demografia: tempestività e qualità dell'informazione
Immigrazione, occupazione e crisi economica in Italia - Maurizio Ambrosini, Nazareno Panichella
1. Immigrazione, occupazione e crisi
economica in Italia
Giornata Italiana della Statistica
21 Ottobre 2015, Università degli Studi di Milano
Maurizio Ambrosini, Nazareno Panichella
Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche
3. Immigrazione e crisi economica
• Negli ultimi anni numerosi e ampi studi hanno analizzato l’impatto della crisi
economica sui mercati del lavoro dei paesi occidentali, ma l’effetto della
recessione sulla condizione occupazionale degli immigrati non è ancora del
tutto chiaro.
• Gli immigrati nel mercato del lavoro in Italia del Ministero del Lavoro e delle
Politiche Sociali (Quarto rapporto annuale, 2014) ha mostrato risultati a tratti
contradditori.
• Lo scopo di questo lavoro è gettare qualche luce sulla questione attraverso
l’analisi dei dati ISTAT della Rilevazione sulle forze di lavoro (2005-2012).
– Due questioni:
• a) Possibilità occupazionali
– Pr di essere attivo nel Mdl
– pr di essere occupati
• b) Qualità del lavoro
– pr di evitare la classe operaia dequalificata
4. Immigrati più vulnerabili? Sì, perché..
• Si concentrano in settori, come le costruzioni e le attività manifatturiere ad alta
intensità di lavoro, che risentono molto del ciclo economico e che sono stati
particolarmente colpiti nella recente recessione (Awad 2009; Martin 2009).
• In Italia gli immigrati tendono a concentrarsi nelle:
– imprese dimensioni minori, che offrono quindi minori garanzie di stabilità;
– nelle occupazioni meno qualificate, dove sono più facilmente sostituibili e a rischio di
licenziamento (Ballarino e Panichella 2013);
– nelle occupazioni a tempo determinato (Papademetriou et al., 2010)
• In sintesi, sono occupati nei lavori delle cinque P: pesanti, pericolosi, precari,
poco pagati, penalizzati socialmente (Ambrosini, 2011)
• Fattori di composizione della forza lavoro immigrata Spesso hanno titoli di
studio non facilmente trasferibili o non riconosciuti: fenomeni di overeducation
(Reyneri)
• Difficoltà linguistiche e pratiche discriminatorie
• Italia recessione particolarmente forte + modello di inserimento degli
immigrati nel MdL
5. Immigrati più vulnerabili? no, perché..
• Importanza del lavoro femminile:
– Le donne immigrate sono sovrarappresentate nel lavoro domestico e di cura,
la cui domanda non sembra aver risentito del periodo di recessione (Awad,
2009; Reyneri e Fullin) .
• Lo stesso vale per gli uomini occupati nel settore agricolo
• Immigrati per motivi economici
– soprattutto nelle prime fasi del loro percorso migratorio sono guidati da un
approccio fortemente strumentale al lavoro. Inoltre, mancano di risorse di
riserva e non possono permettersi molti margini di scelta.
Quindi:
– tendono a ridurre al minimo i periodi di disoccupazione, anche a costo di
accettare di svolgere occupazioni dequalificate
6. Gli obiettivi del lavoro
1. Analizzare l’effetto della crisi economica sulla condizione
occupazione degli immigrati studiando due aspetti:
– le possibilità occupazionali;
– la probabilità di evitare posizioni occupazionali dequalificate,
– + confronto sistematico con i nativi
2. Studiare come le differenze tra immigrati e nativi cambino
secondo:
– la regione di residenza;
– il genere.
8. Dati, variabili e metodo
• Rilevazione sulle forze di lavoro (2005-2012)
• Informazioni dettagliate su origine geografica e condizione occupazionale.
• Grazie alla sua ampia numerosità campionaria, questa base di dati permette
analisi dettagliate e con margini di incertezza ridotti.
• Permette di suddividere il campione per anno di rilevazione, genere e area
territoriale.
• Il campione include gli intervistati con età compresa tra 20-45, mentre esclude
gli studenti e gli invalidi.
• Campione analitico 3.590.374 intervistati; 294.319 stranieri.
9. Dati, variabili e metodo
• Variabile indipendente origine geografica
– Italiani
– Immigrati da Africa, Asia, America Latina ed Est Europa
– Immigrati da altri paesi Europei [cat. residuale]
– Immigrati Australia, US, Canada [cat. residuale]
– Generazione 1.5 (chi è arrivato in Italia < 15 anni) [cat. residuale]
• (i dati LFS non permettono di individuare la generazione 2, manca l’informazione sul
luogo di nascita dei genitori)
• Variabili dipendenti
– Probabilità di essere attivo nel Mdl
– Probabilità di essere occupato
– Probabilità di evitare la classe operaia dequalificata (EGP, IIIb, V-VI-VIIa)
(modelli ‘incondizionati’)
10. Dati, variabili e metodo
• Variabili di controllo
– genere
– età
– istruzione
– regione di residenza
– stato civile
– numero di figli
• Linear probability models (LPM) con s.e. robusti
– Trend over time stimato con modelli bys year
– Confronto uomini donne origine geo X genere
– Confronto Centro-nord-Sud origine geo X region
19. Conclusioni
• Crisi e immigrati nel mercato del lavoro: quale relazione?
• A livello assoluto, durante la recessione è aumentata sensibilmente l’occupazione degli
immigrati:
– 850.000 occupati regolari in più, pari a oltre il 10% dell’occupazione complessiva (contro
meno del 5-6% prima della crisi).
– L’immigrazione non è diminuita durante la crisi
• A livello relativo, tra gli stranieri una maggiore riduzione del tasso di occupazione,
dovuta però anche a ragioni demografiche (più minori, più casalinghe)
• + Importanza degli effetti di composizione:
– In generale, gli immigrati hanno un tasso di occupazione superiore a quello degli italiani,
– ma quando si controllano gli effetti di composizione, gli immigrati risultato svantaggiati nella
possibilità di essere occupati.
– Gli immigrati, infatti, sono sovrarappresentati nelle regioni del Centro-nord.
– Resta vero che dove c’è più occupazione italiana e redditi più elevati, là si concentra anche
un maggior numero di immigrati
20. Conclusioni
• Crisi e immigrati nel mercato del lavoro: quale relazione?
• Differenze di genere
– l’aumento dei tassi di disoccupazione ha colpito più gli uomini (occupati prevalentemente
nelle costruzioni e nelle attività manifatturiere) e meno le donne, che possono contare su
una domanda costante o addirittura in crescita di lavoro domestico e di cura (Fullin 2012).
– Non ci sono differenze di genere nella qualità del lavoro La tenuta dell’occupazione
delle immigrate avviene a costo di una marcata segregazione nei livelli più bassi della
struttura occupazionale.
• Differenze tra aree territoriali
– Nel Centro-nord sono più penalizzati rispetto agli autoctoni in termini di maggiori rischi di
rimanere senza impiego, mentre al Sud il rischio di essere disoccupati per gli immigrati è
inferiore a quello degli autoctoni (Reyneri 2010; Avola 2012).
– Anche in questo caso, non ci sono differenze significative se si considera la qualità del
lavoro
Concludendo, l’aspetto più sorprendente e carico di implicazioni è in ogni caso il
rilevante aumento dell’occupazione degli immigrati e della sua incidenza sul dato
complessivo in tempi di crisi economica