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35Martedì 26 Marzo 2019
ISTITUTO NAZIONALE DI RAGIONERIA
Intervista a Paolo Balestieri, presidente dell’ordine dei commercialisti di Pesaro e Urbino
La curiosità per vincere le sfide
Serve una nuova formazione per i giovani professionisti
«D
a queste parti
non guardia-
mo all’indie-
tro per molto
tempo. Ma continuiamo ad
andare avanti, aprendo nuove
porte e facendo cose nuove,per-
ché siamo curiosi:è la curiosità
che ci guida sempre verso nuo-
vi percorsi». Con queste parole
WaltDisneyerasolitodescrive-
re l’attività della propria azien-
da, sottolineando l’importanza
della curiosità,vero motore pri-
mario per riuscire a superare
ogni difficoltà lavorativa. Una
convinzione che ha accompa-
gnato anche Paolo Balestieri,
Presidente dell’Odcec di Pe-
saro e Urbino che ha sempre
ritenuto estremamente grati-
ficante trasmettere ai giovani
la passione per una professione
che «molto pretende e che tan-
to restituisce».Commercialista
infaticabile,al servizio della ca-
tegoria dalla metà degli anni
90, istruttore subacqueo con
una profonda passione per il
mare, i fondali e la musica di
Bruce Springsteen, Balestieri
è sempre stato convinto del fat-
to che il futuro della categoria
passi dalla valorizzazione dei
giovani professionisti attra-
verso «un nuovo orientamento
delle scelte di formazione, alla
luce delle nuove esigenze e dei
nuovi bisogni che la crisi sta
creando. I giovani», ha raccon-
tato, «devono investire le loro
energie in perfezionamento,
aggiornamento e orientamen-
to, scommettendo sempre di
più sull’innovazione, sulla
tecnologia, sulla rete e sulla
qualità totale, nonostante le
vicende congiunturali della
nostra economia nazionale e
locale. La complessiva situa-
zione del paese», ha precisato
il numero uno dell’Odcec, «non
deve farci perdere coraggio ma,
anzi, deve darci la spinta per
puntare ad una maggiore valo-
rizzazione di coloro che scelgo-
no di percorrere la strada della
libera professione». Diplomato
ragioniere nel 1977, laureato
e subito abilitato all’esercizio
della professione, l’impegno
di Balestieri per la categoria
è sempre andato di pari passo
con la quello per l’attività pro-
fessionale, tanto da farlo ap-
prodare nel 1996 al Consiglio
dell’ordine di Pesaro e Urbino
in qualità di consigliere. Ca-
rica a cui hanno fatto seguito
quelle di segretario, vicepre-
sidente e presidente dal 2012.
«Nel corso di questi anni ho
sempre cercato di finalizzare
e dirigere le mie energie verso
una sempre maggiore ricerca
del senso di appartenenza, da
me ritenuto il combustibile
necessario senza il quale nes-
suno degli obiettivi che come
categoria ci proponiamo potrà
essere raggiunto, ancor più in
tempi in cui si fatica a tenere
insieme le diversità», ha spie-
gato Balestieri, «l’esperienza
maturata nel corso degli anni
mi ha portato a comprendere
come, ormai da diverso tempo,
lo spirito di appartenenza alla
nostra categoria professionale
stia via via scemando per in-
seguire troppo spesso interessi
individuali, dimenticando che
solo una visione prospettica e
d’insieme può consentirci di
impostare un percorso di rilan-
cio e di crescita,per rispondere
compatti e vincere le sfide che
ci aspettano. Per questo, insie-
me al Consiglio»,ha proseguito,
«ho cercato di promuovere una
cultura della partecipazione.
Il tutto, con l’auspicio di poter
trarre da questa esperienza
un nuovo entusiasmo ed una
nuova vitalità per riuscire a
garantire la tutela del ruolo
del commercialista,intesa qua-
le giusto riconoscimento che ci
spetta,sia da parte delle Istitu-
zioni,che da parte dei cittadini,
in considerazione dell’ ottimo
e immenso lavoro che viene
svolto ogni giorno dai colleghi».
Gli Ordini locali sono dunque
chiamati a svolgere un ruolo
fondamentale. «Le istituzioni
e la politica devono riconosce-
re che come categoria, siamo
parte integrante del paese con
le nostre competenze e con le
nostre idee: la società, il mon-
do produttivo, i commercialisti
e tutti i professionisti italiani
vogliono e pretendono di poter
contribuire ad un percorso di
sviluppo»,haconclusoBalestie-
ri,«e questo non può più essere
negato».
Il dgr emanato dalla regione Lombardia lo scorso 4 feb-
braio «Criteri generali per l’introduzione del rating di
legalità, in attuazione dell’articolo 9, c. 4 della legge regio-
nale 19/2/2014, n. 11 «Impresa Lombardia: per la libertà di
impresa, il lavoro e la competitività»» considera il rating
di legalità come un requisito premiale per l’impresa. La
buona pratica promossa dalla regione Lombardia, confer-
ma l’attenzione delle pubbliche amministrazioni in tutta
Italia, che in questo periodo promuovono incentivi per le
imprese dotate di rating di legalità nella concessione di
finanziamenti. Al punto 3 del dgr, viene specificato che in
occasionedellaconcessionedifinanziamentialleimprese,
la Regione Lombardia prevede almeno uno dei seguenti
sistemi di premialità all’interno dei criteri di selezione e
valutazione: i) preferenza in graduatoria; ii) attribuzione
di un punteggio aggiuntivo; iii) riserva di una quota delle
risorse finanziarie allocate. Inoltre, la regione prevede
di attribuire maggiori benefici in funzione del livello di
Rating di Legalità dell’azienda: «Il sistema di premialità
è prescelto in considerazione della natura, dell’entità e
della finalità del finanziamento, nonché dei destinatari
e della procedura prevista per l’erogazione e può essere
graduato in ragione del punteggio conseguito in sede di
attribuzione del rating». Attenzione quindi, perché più il
livello di rating è alto, maggiori sono le premialità: per le
aziendediventadunqueimportanteottenereoaumentare
il rating, per massimizzare la probabilità di ottenimen-
to di incentivi da parte della Pa. Inoltre, la tendenza è
quella di premiare con maggiori benefici livelli di due o
tre stelle: se la tua impresa desidera ottenere il rating di
legalità, o ce l’ha già (ma a livelli non elevati), è vantag-
gioso considerare di ottenerlo o aumentarlo ad alti livelli.
Concludo, infine, con un consiglio: abbiamo notato che
le Pa tendono a premiare i «pieni» livelli di rating: una
stelletta, due stellette o tre stellette, senza valutare i
livelli intermedi. Se quindi la tua impresa ha un livello di
rating intermedio (ovvero con dei più) dovrebbe valutare
concretamente di raggiungere il successivo livello «pie-
no» onde evitare gli vengano conferiti minori vantaggi.
A titolo esemplificativo: se l’azienda ha una stella e due
più, verrà considerato come fosse in possesso di una sola
stella. È quindi consigliabile raggiungere il successivo
livello, cioè le due stelle.
Andrea Casadei
La regione Lombardia
premia il rating di legalità La lettura è il cibo che nutre la mente,
plasma i nostri pensieri, ci predispone
al raggiungimento degli obiettivi e in-
fluenza le nostre azioni. Le parole sono
un filo che, intrecciandosi, orienta il
nostro pensiero e influisce sulle nostre
azioni e decisioni. Diversi studi scienti-
fici dimostrano gli effetti benefici della
lettura sul nostro cervello in termini di
miglioramento della memoria, creazione
di un positive mindset e potenziamento
dell’empatia. La capacità di ascoltare e
interagire con la parola scritta potenzia
le connettività cerebrali, migliora lo stato
mentale e fisico, aumentando la connes-
sione nella corteccia temporale sinistra
del cervello e causando dei cambiamenti
nella struttura stessa del cervello, non
soltanto durante l’attività cognitiva, ma
anche durante il riposo. I ricercatori han-
no confermato che leggere ha il potere di
ridurre lo stress, stabilizzare la frequenza
cardiaca e regolare la pressione sangui-
gna, dandoci una sensazione di appaga-
mento e benessere diffuso.
La lettura un’abitudine delle persone di
successo. Il 75% delle persone più potenti
del mondo afferma di leggere almeno due
libri al mese e che tale attività è uno dei
fattori determinanti del proprio successo
sia lavorativo che personale.
Warren Buffett, il più grande investitore
di tutti i tempi, soprannominato «l’Oraco-
lo di Omaha», alla domanda su quale fosse
uno dei fattori determinanti del succes-
so, rispose: «Leggi 500 pagine al giorno».
Elon Musk il fondatore di Tesla, SpaceX
e cofondatore di Paypal, sostiene di aver
imparato a costruire razzi leggendo libri.
Bill Gates ha dichiara-
to in diverse interviste
di tenere una media
di lettura di 50 libri
all’anno per tenere in
allenamento la mente,
concentrarsi di più e
uscire dalla propria comfort zone.
Come scrisse Franz Kafka: «Se il libro che
stiamo leggendo non ci sveglia come un
pugno che ci martella sul cranio, perché
dunque lo leggiamo? (...) Un libro deve
essere un’ascia per rompere il mare di
ghiaccio che è dentro di noi». La lettura
scardina le nostre convinzioni limitative,
attiva processi conoscitivi e mette in moto
il nostro pensiero critico, spingendoci a
scansionare e mettere in discussione le
nostre convinzioni e credenze. Pensare
fuori dalla scatola, avere un approccio
originale sulla realtà intorno a noi ci
consente di erodere le rocce monolitiche
delle nostre convinzioni per aprirci a nuo-
vi orizzonti e possibilità.
La mente è un muscolo e come tale neces-
sita di un allenamento costante e, grazie
alla lettura, siamo in grado di creare nuo-
ve reti sinaptiche e rafforzare le nostre
abilità di concentrazione e ragionamento.
Il successo è il risultato dei tasselli deci-
sionali che incastriamo nel puzzle della
nostra vita e la lettura è un potente al-
leato in grado di ridurre la nostra asim-
metria informativa e aiutarci a prendere
decisioni migliori e ad orientare consape-
volmente le nostre vele verso il successo
professionale, personale, sociale ed emo-
tivo. Ciò che siamo e ciò che diventeremo
dipende da come predisponiamo il nostro
udito all’ascolto delle parole, da come
orientiamo i nostri pensieri e da come nu-
triamo la nostra mente. La lettura forgia
il pensiero ed è il vento favorevole che
dispiega le vele del marinaio che si dirige
verso le proprie mete.
Jessica Sini
Il superpotere della lettura
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e, sotto, due Sub nel corso di una immersione

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Il superpotere della lettura

  • 1. 35Martedì 26 Marzo 2019 ISTITUTO NAZIONALE DI RAGIONERIA Intervista a Paolo Balestieri, presidente dell’ordine dei commercialisti di Pesaro e Urbino La curiosità per vincere le sfide Serve una nuova formazione per i giovani professionisti «D a queste parti non guardia- mo all’indie- tro per molto tempo. Ma continuiamo ad andare avanti, aprendo nuove porte e facendo cose nuove,per- ché siamo curiosi:è la curiosità che ci guida sempre verso nuo- vi percorsi». Con queste parole WaltDisneyerasolitodescrive- re l’attività della propria azien- da, sottolineando l’importanza della curiosità,vero motore pri- mario per riuscire a superare ogni difficoltà lavorativa. Una convinzione che ha accompa- gnato anche Paolo Balestieri, Presidente dell’Odcec di Pe- saro e Urbino che ha sempre ritenuto estremamente grati- ficante trasmettere ai giovani la passione per una professione che «molto pretende e che tan- to restituisce».Commercialista infaticabile,al servizio della ca- tegoria dalla metà degli anni 90, istruttore subacqueo con una profonda passione per il mare, i fondali e la musica di Bruce Springsteen, Balestieri è sempre stato convinto del fat- to che il futuro della categoria passi dalla valorizzazione dei giovani professionisti attra- verso «un nuovo orientamento delle scelte di formazione, alla luce delle nuove esigenze e dei nuovi bisogni che la crisi sta creando. I giovani», ha raccon- tato, «devono investire le loro energie in perfezionamento, aggiornamento e orientamen- to, scommettendo sempre di più sull’innovazione, sulla tecnologia, sulla rete e sulla qualità totale, nonostante le vicende congiunturali della nostra economia nazionale e locale. La complessiva situa- zione del paese», ha precisato il numero uno dell’Odcec, «non deve farci perdere coraggio ma, anzi, deve darci la spinta per puntare ad una maggiore valo- rizzazione di coloro che scelgo- no di percorrere la strada della libera professione». Diplomato ragioniere nel 1977, laureato e subito abilitato all’esercizio della professione, l’impegno di Balestieri per la categoria è sempre andato di pari passo con la quello per l’attività pro- fessionale, tanto da farlo ap- prodare nel 1996 al Consiglio dell’ordine di Pesaro e Urbino in qualità di consigliere. Ca- rica a cui hanno fatto seguito quelle di segretario, vicepre- sidente e presidente dal 2012. «Nel corso di questi anni ho sempre cercato di finalizzare e dirigere le mie energie verso una sempre maggiore ricerca del senso di appartenenza, da me ritenuto il combustibile necessario senza il quale nes- suno degli obiettivi che come categoria ci proponiamo potrà essere raggiunto, ancor più in tempi in cui si fatica a tenere insieme le diversità», ha spie- gato Balestieri, «l’esperienza maturata nel corso degli anni mi ha portato a comprendere come, ormai da diverso tempo, lo spirito di appartenenza alla nostra categoria professionale stia via via scemando per in- seguire troppo spesso interessi individuali, dimenticando che solo una visione prospettica e d’insieme può consentirci di impostare un percorso di rilan- cio e di crescita,per rispondere compatti e vincere le sfide che ci aspettano. Per questo, insie- me al Consiglio»,ha proseguito, «ho cercato di promuovere una cultura della partecipazione. Il tutto, con l’auspicio di poter trarre da questa esperienza un nuovo entusiasmo ed una nuova vitalità per riuscire a garantire la tutela del ruolo del commercialista,intesa qua- le giusto riconoscimento che ci spetta,sia da parte delle Istitu- zioni,che da parte dei cittadini, in considerazione dell’ ottimo e immenso lavoro che viene svolto ogni giorno dai colleghi». Gli Ordini locali sono dunque chiamati a svolgere un ruolo fondamentale. «Le istituzioni e la politica devono riconosce- re che come categoria, siamo parte integrante del paese con le nostre competenze e con le nostre idee: la società, il mon- do produttivo, i commercialisti e tutti i professionisti italiani vogliono e pretendono di poter contribuire ad un percorso di sviluppo»,haconclusoBalestie- ri,«e questo non può più essere negato». Il dgr emanato dalla regione Lombardia lo scorso 4 feb- braio «Criteri generali per l’introduzione del rating di legalità, in attuazione dell’articolo 9, c. 4 della legge regio- nale 19/2/2014, n. 11 «Impresa Lombardia: per la libertà di impresa, il lavoro e la competitività»» considera il rating di legalità come un requisito premiale per l’impresa. La buona pratica promossa dalla regione Lombardia, confer- ma l’attenzione delle pubbliche amministrazioni in tutta Italia, che in questo periodo promuovono incentivi per le imprese dotate di rating di legalità nella concessione di finanziamenti. Al punto 3 del dgr, viene specificato che in occasionedellaconcessionedifinanziamentialleimprese, la Regione Lombardia prevede almeno uno dei seguenti sistemi di premialità all’interno dei criteri di selezione e valutazione: i) preferenza in graduatoria; ii) attribuzione di un punteggio aggiuntivo; iii) riserva di una quota delle risorse finanziarie allocate. Inoltre, la regione prevede di attribuire maggiori benefici in funzione del livello di Rating di Legalità dell’azienda: «Il sistema di premialità è prescelto in considerazione della natura, dell’entità e della finalità del finanziamento, nonché dei destinatari e della procedura prevista per l’erogazione e può essere graduato in ragione del punteggio conseguito in sede di attribuzione del rating». Attenzione quindi, perché più il livello di rating è alto, maggiori sono le premialità: per le aziendediventadunqueimportanteottenereoaumentare il rating, per massimizzare la probabilità di ottenimen- to di incentivi da parte della Pa. Inoltre, la tendenza è quella di premiare con maggiori benefici livelli di due o tre stelle: se la tua impresa desidera ottenere il rating di legalità, o ce l’ha già (ma a livelli non elevati), è vantag- gioso considerare di ottenerlo o aumentarlo ad alti livelli. Concludo, infine, con un consiglio: abbiamo notato che le Pa tendono a premiare i «pieni» livelli di rating: una stelletta, due stellette o tre stellette, senza valutare i livelli intermedi. Se quindi la tua impresa ha un livello di rating intermedio (ovvero con dei più) dovrebbe valutare concretamente di raggiungere il successivo livello «pie- no» onde evitare gli vengano conferiti minori vantaggi. A titolo esemplificativo: se l’azienda ha una stella e due più, verrà considerato come fosse in possesso di una sola stella. È quindi consigliabile raggiungere il successivo livello, cioè le due stelle. Andrea Casadei La regione Lombardia premia il rating di legalità La lettura è il cibo che nutre la mente, plasma i nostri pensieri, ci predispone al raggiungimento degli obiettivi e in- fluenza le nostre azioni. Le parole sono un filo che, intrecciandosi, orienta il nostro pensiero e influisce sulle nostre azioni e decisioni. Diversi studi scienti- fici dimostrano gli effetti benefici della lettura sul nostro cervello in termini di miglioramento della memoria, creazione di un positive mindset e potenziamento dell’empatia. La capacità di ascoltare e interagire con la parola scritta potenzia le connettività cerebrali, migliora lo stato mentale e fisico, aumentando la connes- sione nella corteccia temporale sinistra del cervello e causando dei cambiamenti nella struttura stessa del cervello, non soltanto durante l’attività cognitiva, ma anche durante il riposo. I ricercatori han- no confermato che leggere ha il potere di ridurre lo stress, stabilizzare la frequenza cardiaca e regolare la pressione sangui- gna, dandoci una sensazione di appaga- mento e benessere diffuso. La lettura un’abitudine delle persone di successo. Il 75% delle persone più potenti del mondo afferma di leggere almeno due libri al mese e che tale attività è uno dei fattori determinanti del proprio successo sia lavorativo che personale. Warren Buffett, il più grande investitore di tutti i tempi, soprannominato «l’Oraco- lo di Omaha», alla domanda su quale fosse uno dei fattori determinanti del succes- so, rispose: «Leggi 500 pagine al giorno». Elon Musk il fondatore di Tesla, SpaceX e cofondatore di Paypal, sostiene di aver imparato a costruire razzi leggendo libri. Bill Gates ha dichiara- to in diverse interviste di tenere una media di lettura di 50 libri all’anno per tenere in allenamento la mente, concentrarsi di più e uscire dalla propria comfort zone. Come scrisse Franz Kafka: «Se il libro che stiamo leggendo non ci sveglia come un pugno che ci martella sul cranio, perché dunque lo leggiamo? (...) Un libro deve essere un’ascia per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi». La lettura scardina le nostre convinzioni limitative, attiva processi conoscitivi e mette in moto il nostro pensiero critico, spingendoci a scansionare e mettere in discussione le nostre convinzioni e credenze. Pensare fuori dalla scatola, avere un approccio originale sulla realtà intorno a noi ci consente di erodere le rocce monolitiche delle nostre convinzioni per aprirci a nuo- vi orizzonti e possibilità. La mente è un muscolo e come tale neces- sita di un allenamento costante e, grazie alla lettura, siamo in grado di creare nuo- ve reti sinaptiche e rafforzare le nostre abilità di concentrazione e ragionamento. Il successo è il risultato dei tasselli deci- sionali che incastriamo nel puzzle della nostra vita e la lettura è un potente al- leato in grado di ridurre la nostra asim- metria informativa e aiutarci a prendere decisioni migliori e ad orientare consape- volmente le nostre vele verso il successo professionale, personale, sociale ed emo- tivo. Ciò che siamo e ciò che diventeremo dipende da come predisponiamo il nostro udito all’ascolto delle parole, da come orientiamo i nostri pensieri e da come nu- triamo la nostra mente. La lettura forgia il pensiero ed è il vento favorevole che dispiega le vele del marinaio che si dirige verso le proprie mete. Jessica Sini Il superpotere della lettura Da sinistra, Paolo Balestieri, il cantante Bruce Springsteen e, sotto, due Sub nel corso di una immersione