Roma, 13 dicembre 2017 – Nei pazienti con cancro e tromboembolia venosa (TEV), la terapia con anticoagulante orale edoxaban (LIXIANA®), risulta non inferiore allo standard di cura a base di dalteparina iniettabile per via sottocutanea, nella prevenzione delle recidive di TEV o dei sanguinamenti maggiori. A dimostrarlo sono i primi risultati del trial Hokusai-VTE Cancer, pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM) e presentati durante il Congresso dell’American Society of Hematology (ASH) che si è appena concluso ad Atlanta.
Prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) in medicina internaPlinio Fabiani
The majority of hospitalized patients have risk factors for VTE.
DVT is common in many groups of hospitalized patients.
DVT and PE acquired in hospital are often clinically silent.
DVT and symptomatic PE → fatal PE.
Costs of exams in symptomatic patients.
Risks and costs of the treatment of VTE is not prevented, eg .: bleeding.
The future increase in risk of VTE recurrence.
Thromboprophylaxis is highly effective in the prevention of DVT and proximal DVT.
The Cost/Effectiveness of prophylaxis has been repeatedly demonstrated.
Prevenzione del tromboembolismo venoso (TEV) in medicina internaPlinio Fabiani
The majority of hospitalized patients have risk factors for VTE.
DVT is common in many groups of hospitalized patients.
DVT and PE acquired in hospital are often clinically silent.
DVT and symptomatic PE → fatal PE.
Costs of exams in symptomatic patients.
Risks and costs of the treatment of VTE is not prevented, eg .: bleeding.
The future increase in risk of VTE recurrence.
Thromboprophylaxis is highly effective in the prevention of DVT and proximal DVT.
The Cost/Effectiveness of prophylaxis has been repeatedly demonstrated.
Dati real world indicano che i NAO sono spesso utilizzati a dosaggi più bassi di quelli raccomandati, spesso a causa dell’avanzata età del paziente e della presenza di comorbilità, eppure l’utilizzo improprio dei bassi dosaggi aumenta il rischio di eventi tromboembolici. Edoxaban invece dimostra la stessa efficacia e un maggior profilo di sicurezza della terapia standard con warfarin proprio nei pazienti più fragili e anziani, anche a dosaggio ridotto. Al Congresso ANMCO presentati due casi “real life”.
Nuovi Target nella cura delle neoplasie dell'anzianoASMaD
Presentazione a cura del Dottor Antonio Gambardella - XII° Congresso Nazionale FIMeG 2018 - The Silver Tsunami: l'anziano fra appropriatezza e farmaeconomia
Bassa frequenza di eventi tromboembolici ed emorragici con l’uso peri-procedurale di edoxaban in pazienti anziani con FA/TEV sottoposti a procedure diagnostiche e terapeutiche
Daiichi sankyo nuovi dati sul farmaco anticorpo coniugato [fam-] trastuzumab ...Media For Health, Milano
Presentati i dati aggiornati su [fam-] trastuzumab deruxtecan in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con espressione o mutazione HER2
Il nuovo farmaco anticorpo-coniugato di Daiichi Sankyo in fase I di sperimentazione in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione HER2 o espressione di HER2 pesantemente pretrattato, ha dimostrato una risposta globale fino al 72,7% e controllo della malattia fino al 100%
Daiichi sankyo presenta i dati di ds 1062 nel trattamento dello stadio avanza...Media For Health, Milano
Alla World Conference on Lung Cancer 2019, dopo la presentazione dei dati aggiornati sull’ADC U3-1402, Daiichi Sankyo ha presentato promettenti risultati di tollerabilità e sicurezza per il nuovo DS-1062, un farmaco anticorpo- coniugato anti-TROP2, in sperimentazione in pazienti non selezionati con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), ad uno stato avanzato, non resecabile, che sono refrattari o hanno avuto recidive dopo il trattamento standard o per i quali non è disponibile alcun trattamento standard. Altre analisi dei biomarker hanno inoltre dimostrato una relazione tra il livello di espressione di TROP2 e la risposta del paziente.
Barcellona, 11 settembre 2019 – Daiichi Sankyo ha presentato i risultati clinici aggiornati dello studio di fase I e nuove analisi biomarker per DS-1062, un farmaco anticorpo-coniugato anti-TROP2, in sperimentazione in 52 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), ad uno stato avanzato, non resecabile, pesantemente pre-trattati. I dati sono stati presentati in una mini sessione orale alla Conferenza mondiale IASLC 2019 sul cancro al polmone (# WCLC19) in corso a Barcellona ((Abstract #3854)).
Leucemia mieloide acuta, il quizartinib riduce del 24% il rischio di morteMedia For Health, Milano
Congresso EHA 2018: il quizartinib aumenta la sopravvivenza complessiva rispetto alla chemioterapia nei pazienti con LMA recidivante/refrattaria con mutazioni di FLT3-ITD
Lma recidivante refrattaria, quizartinib prolunga la sopravvivenza complessivaMedia For Health, Milano
Il quizartinib è il primo inibitore di FLT3 ad aver dimostrato un miglioramento della sopravvivenza globale, rispetto alla chemioterapia citotossica, in uno studio randomizzato di fase III nei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD. Un paziente su 4 con LMA presenta mutazioni FLT3-ITD, una forma molto aggressiva della malattia, associata a un aumentata frequenza di recidiva, a ridotta sopravvivenza complessiva, e con limitate opzioni di trattamento. Attualmente non esistono, infatti, terapie specifiche per questa patologia.
Studio ENLIVEN: EMA convalida domanda Daiichi Sankyo per l’autorizzazione al ...Media For Health, Milano
Convalidata la domanda di autorizzazione alla commercializzazione di pexidartinib per il trattamento di pazienti adulti con tumore tenosinoviale a cellule giganti (TGCT) sintomatico di tumore tenosinoviale a cellule giganti
Dati real world indicano che i NAO sono spesso utilizzati a dosaggi più bassi di quelli raccomandati, spesso a causa dell’avanzata età del paziente e della presenza di comorbilità, eppure l’utilizzo improprio dei bassi dosaggi aumenta il rischio di eventi tromboembolici. Edoxaban invece dimostra la stessa efficacia e un maggior profilo di sicurezza della terapia standard con warfarin proprio nei pazienti più fragili e anziani, anche a dosaggio ridotto. Al Congresso ANMCO presentati due casi “real life”.
Nuovi Target nella cura delle neoplasie dell'anzianoASMaD
Presentazione a cura del Dottor Antonio Gambardella - XII° Congresso Nazionale FIMeG 2018 - The Silver Tsunami: l'anziano fra appropriatezza e farmaeconomia
Bassa frequenza di eventi tromboembolici ed emorragici con l’uso peri-procedurale di edoxaban in pazienti anziani con FA/TEV sottoposti a procedure diagnostiche e terapeutiche
Daiichi sankyo nuovi dati sul farmaco anticorpo coniugato [fam-] trastuzumab ...Media For Health, Milano
Presentati i dati aggiornati su [fam-] trastuzumab deruxtecan in pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule con espressione o mutazione HER2
Il nuovo farmaco anticorpo-coniugato di Daiichi Sankyo in fase I di sperimentazione in pazienti affetti da carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) con mutazione HER2 o espressione di HER2 pesantemente pretrattato, ha dimostrato una risposta globale fino al 72,7% e controllo della malattia fino al 100%
Daiichi sankyo presenta i dati di ds 1062 nel trattamento dello stadio avanza...Media For Health, Milano
Alla World Conference on Lung Cancer 2019, dopo la presentazione dei dati aggiornati sull’ADC U3-1402, Daiichi Sankyo ha presentato promettenti risultati di tollerabilità e sicurezza per il nuovo DS-1062, un farmaco anticorpo- coniugato anti-TROP2, in sperimentazione in pazienti non selezionati con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), ad uno stato avanzato, non resecabile, che sono refrattari o hanno avuto recidive dopo il trattamento standard o per i quali non è disponibile alcun trattamento standard. Altre analisi dei biomarker hanno inoltre dimostrato una relazione tra il livello di espressione di TROP2 e la risposta del paziente.
Barcellona, 11 settembre 2019 – Daiichi Sankyo ha presentato i risultati clinici aggiornati dello studio di fase I e nuove analisi biomarker per DS-1062, un farmaco anticorpo-coniugato anti-TROP2, in sperimentazione in 52 pazienti con carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC), ad uno stato avanzato, non resecabile, pesantemente pre-trattati. I dati sono stati presentati in una mini sessione orale alla Conferenza mondiale IASLC 2019 sul cancro al polmone (# WCLC19) in corso a Barcellona ((Abstract #3854)).
Leucemia mieloide acuta, il quizartinib riduce del 24% il rischio di morteMedia For Health, Milano
Congresso EHA 2018: il quizartinib aumenta la sopravvivenza complessiva rispetto alla chemioterapia nei pazienti con LMA recidivante/refrattaria con mutazioni di FLT3-ITD
Lma recidivante refrattaria, quizartinib prolunga la sopravvivenza complessivaMedia For Health, Milano
Il quizartinib è il primo inibitore di FLT3 ad aver dimostrato un miglioramento della sopravvivenza globale, rispetto alla chemioterapia citotossica, in uno studio randomizzato di fase III nei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD. Un paziente su 4 con LMA presenta mutazioni FLT3-ITD, una forma molto aggressiva della malattia, associata a un aumentata frequenza di recidiva, a ridotta sopravvivenza complessiva, e con limitate opzioni di trattamento. Attualmente non esistono, infatti, terapie specifiche per questa patologia.
Studio ENLIVEN: EMA convalida domanda Daiichi Sankyo per l’autorizzazione al ...Media For Health, Milano
Convalidata la domanda di autorizzazione alla commercializzazione di pexidartinib per il trattamento di pazienti adulti con tumore tenosinoviale a cellule giganti (TGCT) sintomatico di tumore tenosinoviale a cellule giganti
Hokusai vte cancer per edoxaban efficacia non inferiore alla dalteparina trattamento tev pazienti oncologici
1. HOKUSAI-VTE Cancer: per Edoxaban efficacia
non inferiore alla dalteparina trattamento TEV
pazienti oncologici
HOKUSAI-VTE Cancer: per Edoxaban (LIXIANA®) efficacia non
inferiore alla dalteparina e maggior maneggevolezza, per il trattamento
della TEV nei pazienti oncologici
Il rischio di tromboembolia venosa aumenta da 4 a 7 volte nei pazienti sottoposti a chemioterapia, e
rappresenta per essi la seconda causa di morte. L’attuale standard di cura, l’eparina a basso peso
molecolare, ha una bassa aderenza a causa della necessità di iniezioni quotidiane, ma una possibile
soluzione potrebbe provenire dall’anticoagulante orale edoxaban, risultato non inferiore alla
dalteparina. I risultati dell’Hokusai- VTE Cancer presentati da Daiichi Sankyo al Congresso ASH di
Atlanta
Roma, 13 dicembre 2017 – Nei pazienti con cancro e tromboembolia venosa (TEV), la terapia con
anticoagulante orale edoxaban (LIXIANA®
), risulta non inferiore allo standard di cura a base di
dalteparina iniettabile per via sottocutanea, nella prevenzione delle recidive di TEV o dei
sanguinamenti maggiori. A dimostrarlo sono i primi risultati del trial Hokusai-VTE Cancer, pubblicati
sul New England Journal of Medicine (NEJM) e presentati durante il Congresso dell’American
Society of Hematology (ASH) che si è appena concluso ad Atlanta.
Il rischio di sviluppare TEV, nella forma di trombosi venosa profonda o embolia polmonare, aumenta
da 4 a 7 volte nei pazienti oncologici sottoposti a chemioterapia e, per questa popolazione di pazienti,
essa rappresenta la seconda causa di morte. Nel trattamento del TEV in questi pazienti, le attuali linee
guida raccomandano eparina a basso peso molecolare (dalteparina) per almeno sei mesi come standard
di cura. Tuttavia, attualmente l’aderenza alle linee guida per il trattamento della TEV correlata a cancro
risulta più bassa di quanto sarebbe auspicabile, proprio a causa della necessità della somministrazione
del farmaco attraverso iniezioni sottocutanee quotidiane. Dunque un’ulteriore sfida per i pazienti
oncologici, che corrono un rischio maggiore sia di recidive di TEV che di sanguinamenti maggiori.
Hokusai-VTE CANCER è il primo trial clinico controllato randomizzato ad aver studiato il rapporto
rischio-beneficio di un anticoagulante (DOAC) rispetto allo standard di cura attuale delle iniezioni a
base di dalteparina (eparina a basso peso molecolare) nei pazienti affetti da cancro, e i primi risultati
dimostrano che edoxaban soddisfa i criteri pre-specificati di non inferiorità rispetto a questo standard.
Lo studio ha arruolato 1.050 pazienti con cancro attivo, il 53% di essi presentava cancro metastatico e
il 72% era sottoposto a chemioterapia al momento della randomizzazione.
2. “I pazienti oncologici hanno un rischio significativamente più alto di sviluppare TEV, e rappresentano
una popolazione ad alto rischio, dal momento che l’82% di essi presenta uno o più fattori di rischio di
sanguinamento. - ha spiegato il co-sperimentatore principale del trial, Harry Büller, professore al
Dipartimento di Medicina Vascolare dell’Academic Medical Center di Amsterdam - Rispetto alla
dalteparina, in un anno di studio abbiamo riscontrato una minor incidenza di recidive di TEV con
edoxaban. Inoltre, non abbiamo osservato sanguinamenti fatali e la gravità clinica dei sanguinamenti
maggiori era simile a quanto osservato con la dalteparina. Inoltre, per i pazienti con cancro il rischio
di TEV persiste oltre i sei mesi, ma la durata di 12 mesi di questo studio, consente la valutazione di
edoxaban per un periodo più lungo.”
Lo studio ha raggiunto l’endpoint primario di non inferiorità di edoxaban per l’outcome composito
della prima recidiva di TEV o sanguinamento maggiore, in un periodo di 12 mesi. Nell’anno in esame,
questi eventi hanno colpito 67 dei 522 pazienti (12,8%) nel gruppo edoxaban rispetto ai 71 dei 524
pazienti (13,5%) del gruppo dalteparina (hazard ratio con edoxaban, 0,97; 95% CI, 0,70 a 1,36; P =
0,0056 per non inferiorità). La differenza del rischio di recidiva di TEV è stata di -3,4% (95% CI, -7,0
a 0,2), mentre la corrispondente differenza di rischio per i sanguinamenti maggiori è stata del 2,9%
(95% CI, 0,1 a 5,6). Nel braccio edoxaban, inoltre, non si sono registrati sanguinamenti fatali, mentre
nel braccio dalteparina se ne sono registrati due. Lo studio ha anche soddisfatto l’outcome secondario
di sopravvivenza libera da eventi (la proporzione di soggetti che nel tempo non presentano recidive di
TEV, sanguinamenti maggiori e morte) a 12 mesi, e le frequenze sono risultate simili tra edoxaban e
dalteparina (55% e 56,5% rispettivamente).
“I risultati del trial Hokusai- VTE Cancer dimostrano che l’uso dell’anticoagulante orale edoxaban,
rispetto alla dalteparina, allevia il paziente dal peso di un’iniezione sottocutanea quotidiana, senza
che vi sia alcuna perdita di benefici clinici, e ciò potrebbe rappresentare una svolta per tutte quelle
persone che, oltre alla battaglia contro il cancro, devono ogni giorno affrontare e combattere il rischio
di TEV”- ha commentato il ricercatore Hans J. Lanz, Vice Presidente del dipartimento Global
Medical Affairs di Daiichi Sankyo.
La Tromboembolia Venosa. Con il termine tromboembolia venosa (o tromboembolismo venoso) si
indicano due patologie correlate, la trombosi venosa profonda (TVP) e l’embolia polmonare (PE). La
TVP è causata dalla formazione di un coagulo all’interno di una vena profonda, di solito negli arti
inferiori, nella pelvi o nelle cosce, ma può verificarsi anche in altre parti del corpo. L’embolia
polmonare (EP) si determina quando una parte del coagulo si distacca dall’interno di una vena e
viaggia fino ai polmoni, dove ostruisce le arterie polmonari determinando una condizione
potenzialmente fatale. In 25 stati dell’UE, la TEV supera 1,5 milioni di eventi ogni anno e l’incidenza
annuale di TEV nei paesi sviluppati è stimata tra 1 e 3 su 1.000 adulti. Un precedente episodio di TEV
è il fattore di rischio più significativo di una recidiva, e dopo i 50 anni di età, il rischio raddoppia ogni
10 anni.
La TEV e il Cancro. La TEV è la seconda causa di morte nei pazienti oncologici sottoposti a
chemioterapia, ed ha un’incidenza annuale che può arrivare al 20 per cento a seconda della tipologia di
cancro, dei fattori di rischio e del tempo trascorso dalla diagnosi. I pazienti oncologici presentano
fattori di rischio multipli per la TEV e relative recidive, rischio che aumenta da 4 a 7 volte nei soggetti
sottoposti a chemioterapia. I pazienti con cancro che soffrono anche di TEV hanno, inoltre, una minore
sopravvivenza rispetto a coloro che non ne soffrono.
Hokusai-VTE CANCER è uno studio internazionale di fase 3b, prospettico, randomizzato in aperto con
endpoint cieco (PROBE), che valuta l’efficacia e la sicurezza di edoxaban rispetto alla dalteparina, per il
trattamento della TEV nei pazienti oncologici. L’obiettivo principale dello studio era quello di valutare
3. edoxaban rispetto allo standard di cura a base di eparina a basso peso molecolare, per la prevenzione dell’esito
combinato di recidive di TEV o sanguinamenti maggiori così come definiti dalla Società Internazionale di
Trombosi ed Emostasi (ISTH), in pazienti con TEV associata a cancro. Gli outcome secondari includevano la
valutazione degli effetti del trattamento di recidive di TEV, sanguinamenti clinicamente rilevanti e
sopravvivenza libera da eventi (recidive di TEV, sanguinamenti maggiori e morte). Lo studio ha arruolato un
ampio spettro di pazienti (1.050) in 13 stati tra Nord America, Europa, Australia e Nuova Zelanda. Al momento
della randomizzazione, il 98% dei pazienti presentava cancro primario attivo, di questi, il 53% aveva cancro
metastatico e il 72% era sottoposto a chemioterapia.
I soggetti sono stati randomizzati per ricevere 60 mg di edoxaban in monosomministrazione giornaliera (ridotti
a 30 mg edoxaban per pazienti con insufficienza renale e clearance di creatinina [CrCL] 30-50 mL/min, peso
corporeo ≤ 60 kg, o uso concomitante di inibitori della glicoproteina P [P-gp], a seguito del trattamento di
eparina a basso peso molecolare per almeno 5 giorni, oppure dalteparina SC 200 IU/kg in
monosomministrazione giornaliera per 30 giorni, seguita da una dose ridotta di 150 IU/kg sempre in
monosomministrazione giornaliera, per i 12 mesi della durata dello studio.
Per maggiori info: https://www.clinicaltrials.gov/ct2/show/NCT02073682.
Edoxaban
Edoxaban è un inibitore orale diretto del fattore Xa (pronunciato“Decimo a”) in monosomministrazione
giornaliera. Il Fattore Xa è un componente centrale della cascata coagulativa, dunque la sua inibizione rende il
sangue più fluido e meno soggetto a coaguli. Edoxaban è attualmente commercializzato in Giappone, USA,
Canada, Sud Corea, Hong Kong Taiwan, Tailandia, Svizzera, U.K., Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Italia,
Spagna, Belgio, Austria, Portogallo, e altri Paesi europei. Il Riassunto delle Caretteristiche del Prodotto di
edoxaban è consultabile al seguente link: http://www.ema.europa.eu/docs/en_GB/document_library/EPAR_-
_Product_Information/human/002629/WC500189045.pdf.
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Contatti
Daiichi Sankyo
Elisa Porchetti Valeria Carbone Basile
Tel.+39 0685255-202 Tel: +39 339 1704748
elisa.porchetti@daiichi-sankyo.it valeria.carbonebasile@gmail.com
Daiichi Sankyo
Daiichi Sankyo è un Gruppo farmaceutico attivamente impegnato nella ricerca, nello sviluppo e nella produzione di farmaci innovativi
con la mission di colmare i diversi bisogni di cura ancora non soddisfatti dei pazienti, sia nei mercati industrializzati che in quelli
emergenti. Con più di 100 anni di esperienza scientifica e una presenza in più di 20 Paesi, Daiichi Sankyo e i suoi 15.000 dipendenti in
tutto il mondo, contano su una ricca eredità di innovazione e una robusta linea di farmaci promettenti per aiutare le persone. Oltre a
mantenere il suo robusto portafoglio di farmaci per il trattamento dell'ipertensione e dei disordini trombotici, e con la Vision del Gruppo
al 2025 di diventare una “Global Pharma Innovator con vantaggi competitivi in area oncologica“, le attività di ricerca e sviluppo di
Daiichi Sankyo sono focalizzate alla creazione di nuove terapie per l’oncologia e l’immuno-oncologia, con un ulteriore focus su nuove
frontiere quali la gestione del dolore, le malattie neurodegenerative e cardiometaboliche, e altre patologie rare.
Per maggiori informazioni visita il portale Lixiana http://pressportal.lixiana.it/ e il sito www.daiichi-sankyo.it
Fonte: Daiichi Sankyo
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