Testo riflessivo di gruppo
a cura di Giulia Rossi, Andrada Barb, Diego Luzzi
Classe IIIA, a.s. 2013-2014_ ISt. Compr. “San Vito”, San Vito Romano (Rm)
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Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Globalizzazione della produzione: quando una globalizzazione dei diritti?
1. GLOBALIZZAZIONE DELLA PRODUZIONE: QUANDO
UNA GLOBALIZZAZIONE DEI DIRITTI?
Testo riflessivo di gruppo
a cura di Giulia Rossi, Andrada Barb, Diego Luzzi
Classe IIIA, a.s. 2013-2014_ ISt. Compr. “San Vito”, San Vito Romano (Rm)
2. Fame da un lato, obesità dall’altro. Potere da un lato, povertà dall’altro.
Benessere in alto, sofferenza in basso. Sembra strano, ma sono facce della stessa
medaglia. L’alfa e l’omega dello stesso alfabeto. L’inizio e la fine della stessa storia.
La globalizzazione, la lupa dantesca che ha sete di potere.
Una storia che ha inizio con lo strapotere delle multinazionali del nord.
L’avidità della Coca Cola, della Nike, della
Nestlé…che rastrellano, depredano,
ghermiscono i frutti di un sud affatto
povero. Le multinazionali che iniziano col
seminare fabbriche qua e là con l’aiuto dei
governi locali e finiscono col raccogliere
prodotti che hanno il marchio di mancanza
di rispetto, sfruttamento e violenza. Dalla
loro, queste aziende hanno l’analfabetismo,
la disconoscenza dei diritti, la fame dei lavoratori. Al pari di Esaù, sono costretti a
vendere loro stessi e i propri figli per un pugno di riso. Come la gleba ai tempi del
colonialismo. Quando i dittatori manovravano intere popolazioni , gli stessi dittatori
che si nascondono dietro le grandi marche. Come enormi polipi che con dei tentacoli
schiavizzano il nord del mondo attraverso pubblicità e sfruttando l’infelicità di chi ha
tanto. E, con altri tentacoli, allo stesso tempo, usano a proprio vantaggio l’ignoranza
di chi ha poco. Disboscamento, monocultura, desertificazione. Sono altri problemi
che vengono provocati all’ambiente. Infatti, i grandi del nord per il loro benessere,
non tutelano il sud del mondo, disboscando il suo grande polmone verde. Mobili,
abitazioni, energia, denaro è lo scopo delle grandi catene. Stessa erba, stessa piante,
stesso frutto: è la monocultura che viene imposta ai cittadini del meridione. Un
anno, due anni, tre anni di coltura senza sosta in nome del profitto, del guadagno, la
voglia di avere sempre di più. Ed è così che cresce il deserto e, insieme ad esso,
anche la povertà e la fame.
Che cosa ha provocato
tutto questo? Quali sono state le
cause? E quali le conseguenze?
Tutto ciò non è un fenomeno
degli ultimi anni, ma bensì ha
origini profonde. Infatti, ai tempi
della neocolonizzazione le
3. potenze del nord si spartirono i territori del sud e cominciarono a esportare e
commerciare schiavi. Da allora, la situazione non è cambiata. Ad oggi, infatti, il sud è
schiavo del benessere del nord. Ma perché tutto questo? Avidità, egoismo, razzismo
hanno fatto sì che con il passare del tempo il sud sia diventato sempre più povero,
sfruttato e schiavizzato. Inoltre, ci sono anche altre problematiche che creano
questo divario. In primo luogo, negli ultimi anni, si sta assistendo un crescente
sviluppo nel nord per quanto riguarda la tecnologia e non sempre il sud riesce ad
accedere in uguale misura alle conoscenze e agli strumenti, accentuando il divario
nello sviluppo. In secondo luogo, le condizioni di vita sono molto differenti tra nord
e sud. Mentre al nord si gode di un benessere sfrenato, al contrario, al sud la
denutrizione, le carestie, l’analfabetismo e l’altissimo tasso di mortalità fanno sì che
la qualità di vita sia pessima. In più, in questi paesi sottosviluppati è concentrata la
maggior parte della popolazione, ciò significa che ci sono molte persone da sfamare
con pochissime risorse. Nonostante ciò, la responsabilità di questa enorme forbice,
non può essere attribuita solo alle
multinazionali del nord, poiché anche i governi
del sud contribuiscono al divario. Infatti, i
governi locali del meridione del mondo
ricavano profitto dall’esportazione dei prodotti
delle loro terre: essi sono in accordo con le
multinazionali del nord e, percependo una
percentuale dalle vendite, tengono sotto
ricatto la loro stessa popolazione. Inoltre, il
sud, in via di sviluppo, preferisce spesso investire i propri fondi in armamenti militari
piuttosto che investirli per il bene della società: qualora infatti le condizioni di vita
migliorassero, crollerebbe il sistema di schiavitù e dittatura creato con il consenso
delle grandi potenze. Per questo possiamo affermare che i governi preferiscono
guadagnare anziché tutelare i diritti del cittadino, cosa che al nord accade meno di
frequente, grazie ad una maggiore coscienza civica e alle carte costituzionali. Il Sud è
sotto ricatto del nord: le multinazionali, infatti, traggono enorme profitto dai
lavoratori del sud, perché, essendo poveri, cedono a qualsiasi ricatto pur di
guadagnare un minimo. Cosa che non può avvenire nel nord, dove il guadagno
sarebbe minore, viste le norme di legge che tutelano il lavoratore. Il sud resterà
sottosviluppato finché i governi locali non daranno più importanza
all’alfabetizzazione della società, unica vera arma di riscatto.
4. Sottosviluppo, povertà, malattia. Come già accennato, le condizioni di vita del
sud sono pessime. Spesso si sente parlare di malattie, di bambini abbandonati o di
orfani che non hanno niente da mangiare o dell’altissimo tasso di mortalità ogni
giorno. Basti pensare che ogni 40 secondi muore un bambino nei paesi al di sotto
dell’equatore. Malaria, AIDS, e molte altre sono le cause di morte. Mancanza di cibo,
di acqua pulita, di igiene portano a queste malattie. Un bambino su 100 ce la farà. E
se ce la farà, quale sarà il suo futuro? Un futuro fatto di sofferenza, schiavitù e
sfruttamento a vita. Infatti, i pochi bambini che riescono a sopravvivere avranno un
futuro affatto piacevole. Questi ragazzi saranno destinati a essere venduti sai loro
stessi genitori, forse per un pugno di riso o per pochi spiccioli. O, nella maggior
parte dei casi, finiranno in strada. Ed è qui che la loro vita sarà presa in mano dalla
delinquenza, dalla prostituzione, dal vagabondaggio. Ma la pessima qualità della vita
è stata resa tale anche per fattori ambientali, anch’essi, tuttavia, in parte correlati a
fattori economici. Negli ultimi tempi, si sta registrando un aumento del deserto e ciò
non solo per il surriscaldamento globale. Buona parte della desertificazione è stata
causata, e lo è ancora, dalla monocultura sfrenata cui il terreno tutti gli anni viene
sottoposto: pur di avere un’altra produzione e un massimo margine di profitto, il
terreno non viene fatto riposare. L’assorbimento di acqua si riduce, come anche la
quantità di sali minerali presente nel terreno, producendo un terreno inutilizzabile
per almeno 100 anni. Con grave danno delle popolazioni locali, defraudate del
territorio per l’autosostentamento e della popolazione mondiale, che dovrà far
fronte sempre di più a problematiche relative l’emigrazione, in parte dovute anche a
fattori ambientali ed economici come questo.
Se questa è una faccia della medaglia, quella evidentemente sporca, l’altra
appare luminosa e senza macchia. Eppure…Se le condizioni di vita del sud sono
pessime, quelle del nord, a confronto, possono essere considerate ottime. Al di
sopra dell’equatore, infatti, si gode di un benessere diffuso. Dal punto di vista
sanitario, al sud si muore ogni giorno per
malattie che al nord si curano. Quanto
all’alimentazione, se da una parte si
muore di fame, dall’altra la maggior parte
della popolazione è in sovrappeso. In più,
se da una parte si hanno tecniche
sviluppate in tutti i campi, dall’altra ci
sono tecniche molto arretrate. Infine, al
5. nord i diritti del cittadino sono intoccabili e tutelano ogni singolo, al contrario, al sud
i cittadini non sono tutelati da nessuna carta e quindi possono essere sfruttati in
qualsiasi modo. Eppure…Non è tutto oro quello che luccica: negli ultimi decenni lo
sviluppo sfrenato, come un boomerang, si sta ritorcendo contro gli stessi artefici. La
disoccupazione, infatti, è sempre più in crescita. Questo perché, le multinazionali,
facendo lavorare, o meglio, sfruttando il sud, tolgono la possibilità di lavorare ai
cittadini del nord. Possiamo infine concludere, che se le multinazionali
continueranno a soddisfare esclusivamente i propri interessi, noncuranti delle
persone e dell’ambiente, la situazione resterà tale che causerà problemi a tutti e
due gli emisferi.
E allora, che cosa si può fare per far sì che non ci siano differenze tra
meridione e settentrione? Semplicemente, basterebbe essere meno egoisti, meno
menefreghisti, meno avidi di quello che siamo. Basterebbe pensare, che mentre
sopra l’equatore godiamo di un benessere a tutti gli effetti, al di sotto, molte
persone e bambini muoiono tutti i giorni. Basterebbe che i potenti non pensino solo
al guadagno, ma anche al modo in cui si guadagna. Altruismo, legalità, solidarietà
sono la soluzione. Basterebbe rinunciare a un po’ di superfluo, per riscattare la vita
di tanti , compresa la nostra, schiavizzata da bisogni indotti e manipolata dalla
pubblicità. Basterebbe avere un consumo critico, attento alla provenienza dei
prodotti. Basterebbe, al nord come al sud, maggiore coscienza di sé e dei propri
bisogni reali.
Basterebbe.
Lottiamo perché basti.