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Parco del Valentino
• Il Parco del Valentino è stato assunto a simbolo della
città al pari della Mole Antonelliana. Le sue origini si
possono far risalire fin dal Medioevo, infatti, era in uso
in zona il nome "Valentino", di incerta origine, che dal
'600 venne ad indicare il castello dei Savoia (Castello
del Valentino, una delle Residenze Reali dei Savoia,
Patrimonio Mondiale UNESCO) e l'area limitrofa.
Castello del Valentino
La Mole Antonelliana
La Struttura più
interessante che
abbiamo visitato, sia
dal punto di vista dei
materiali utilizzati sia
della struttura, è la
Mole Antonelliana
che rappresenta il
monumento simbolo
di Torino.
Mole
• La forma del monumento è particolare e unica, frutto di un'azzardata e singolare tecnica
architettonica eclettica ottocentesca, tipica dello stile artistico misto e rivoluzionario, caratteristico
della fantasia di Alessandro Antonelli.
• Al di sopra del basamento si eleva la grande cupola, caratterizzata dalla volta allungata con pareti
convesse in muratura autoportante. È formata da una sorta di guscio, costituito da pareti
perimetrali inconsuetamente sottili (appena 12 cm di spessore), separate tra loro da
un'intercapedine di 2 metri.
• La cupola è sovrastata da una struttura denominata "tempietto", che ripropone il tema sottostante
del colonnato. Essa è posta a metà altezza, a quota 85,24 m ed è raggiungibile mediante un
elevatore senza guide fisse, che risale dal centro dell'atrio sottostante, dando ai visitatori una
panoramica interna della cupola a 360 gradi. Di forma quadrata, la struttura del "tempietto" è
sorretta da due ordini di 6 colonne per lato ed è disposta su due piani ma l'accesso ai turisti è
consentito soltanto a quello sottostante.
• Sopra la struttura mediana di si staglia la lunga guglia, costituita da una cuspide assai sviluppata in
altezza che si ispira all'architettura neogotica. Per tal motivo, fu giudicata un bizzarro tentativo di
mediare tra forme neoclassiche e neogotiche, miste alle innovazioni tecnologiche del tempo. Già lo
stesso Antonelli sperimentò l'impiego del ferro, sfruttato in tutte le sue potenzialità strutturali,
senza però tralasciare il linguaggio architettonico tradizionale. La guglia venne successivamente
rinforzata con l'impiego dell'acciaio a seguito del rovinoso nubifragio del 1953. Il resto della guglia,
oggi inaccessibile ai turisti, termina poi con 3 terrazzini circolari a 8 colonne, sovrastati da altri 3
analoghi in metallo e altri 6 piccoli circolari in cemento armato, fino alla stella a 12 punte posta in
cima.
Piazza Castello
Palazzo Madama
• Collocata al centro di Piazza Castello, a cui
indirettamente da il nome essendo parte
integrante del 'castello' costituito dalle vecchie
porte romane (Porta praetoria) adiacenti ad
esso. Di epoca settecentesca e di disegno
Juvarriano è la grandiosa facciata che da' su
Via Garibaldi, fu sede del Senato Subalpino e
poi Italiano; oggi è sede del Museo di Arte
Antica (1863).
Palazzo Reale
Venaria Reale
Juventus Stadium
Filippo Juvarra
• Juvarra(o Iuvara), Filippo. - Architetto (Messina 1676 - Madrid 1736). Si
occupò dapprima di architettura teatrale e di scenografia. Assunto al
servizio di Vittorio Amedeo II, come primo architetto civile del re, fu molto
attivo a Torino: facciata di S. Cristina e castello di Rivoli (1715); quartieri
militari di porta Susa (1716); vari palazzi; basilica di Superga (iniziata nel
1717) ecc. Fu in Portogallo (1719-20), dove progettò la cattedrale, il
patriarcato e la canonica di Lisbona. Tornato a Torino attese alla facciata di
palazzo Madama (1718-21), alla decorazione della Venaria e di Rivoli, alla
costruzione del casino di caccia di Stupinigi (1730-31) ecc. Soggiornò
spesso a Roma (1732, progetto per la sacrestia di S. Pietro); nel 1735 fu
chiamato a Madrid per progettarvi il Palazzo Reale, la Granja, il castello di
Aranjuez. Come testimoniano anche le sue incisioni e i numerosi disegni
(conservati a Roma, Torino, New York, Londra), la formazione culturale e lo
stile personale di J., tra i maggiori architetti italiani del 18° sec., si
formarono a Roma, sugli esempi di Fontana, di F. Borromini e degli antichi.
La sua architettura si caratterizza per i larghi, aerei effetti prospettici e
pittorici e propone alcuni elementi di ispirazione classica, soprattutto nella
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Gita scolastica a torino

  • 1.
  • 2. Parco del Valentino • Il Parco del Valentino è stato assunto a simbolo della città al pari della Mole Antonelliana. Le sue origini si possono far risalire fin dal Medioevo, infatti, era in uso in zona il nome "Valentino", di incerta origine, che dal '600 venne ad indicare il castello dei Savoia (Castello del Valentino, una delle Residenze Reali dei Savoia, Patrimonio Mondiale UNESCO) e l'area limitrofa.
  • 4. La Mole Antonelliana La Struttura più interessante che abbiamo visitato, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati sia della struttura, è la Mole Antonelliana che rappresenta il monumento simbolo di Torino.
  • 5.
  • 7. • La forma del monumento è particolare e unica, frutto di un'azzardata e singolare tecnica architettonica eclettica ottocentesca, tipica dello stile artistico misto e rivoluzionario, caratteristico della fantasia di Alessandro Antonelli. • Al di sopra del basamento si eleva la grande cupola, caratterizzata dalla volta allungata con pareti convesse in muratura autoportante. È formata da una sorta di guscio, costituito da pareti perimetrali inconsuetamente sottili (appena 12 cm di spessore), separate tra loro da un'intercapedine di 2 metri. • La cupola è sovrastata da una struttura denominata "tempietto", che ripropone il tema sottostante del colonnato. Essa è posta a metà altezza, a quota 85,24 m ed è raggiungibile mediante un elevatore senza guide fisse, che risale dal centro dell'atrio sottostante, dando ai visitatori una panoramica interna della cupola a 360 gradi. Di forma quadrata, la struttura del "tempietto" è sorretta da due ordini di 6 colonne per lato ed è disposta su due piani ma l'accesso ai turisti è consentito soltanto a quello sottostante. • Sopra la struttura mediana di si staglia la lunga guglia, costituita da una cuspide assai sviluppata in altezza che si ispira all'architettura neogotica. Per tal motivo, fu giudicata un bizzarro tentativo di mediare tra forme neoclassiche e neogotiche, miste alle innovazioni tecnologiche del tempo. Già lo stesso Antonelli sperimentò l'impiego del ferro, sfruttato in tutte le sue potenzialità strutturali, senza però tralasciare il linguaggio architettonico tradizionale. La guglia venne successivamente rinforzata con l'impiego dell'acciaio a seguito del rovinoso nubifragio del 1953. Il resto della guglia, oggi inaccessibile ai turisti, termina poi con 3 terrazzini circolari a 8 colonne, sovrastati da altri 3 analoghi in metallo e altri 6 piccoli circolari in cemento armato, fino alla stella a 12 punte posta in cima.
  • 9. Palazzo Madama • Collocata al centro di Piazza Castello, a cui indirettamente da il nome essendo parte integrante del 'castello' costituito dalle vecchie porte romane (Porta praetoria) adiacenti ad esso. Di epoca settecentesca e di disegno Juvarriano è la grandiosa facciata che da' su Via Garibaldi, fu sede del Senato Subalpino e poi Italiano; oggi è sede del Museo di Arte Antica (1863).
  • 13. Filippo Juvarra • Juvarra(o Iuvara), Filippo. - Architetto (Messina 1676 - Madrid 1736). Si occupò dapprima di architettura teatrale e di scenografia. Assunto al servizio di Vittorio Amedeo II, come primo architetto civile del re, fu molto attivo a Torino: facciata di S. Cristina e castello di Rivoli (1715); quartieri militari di porta Susa (1716); vari palazzi; basilica di Superga (iniziata nel 1717) ecc. Fu in Portogallo (1719-20), dove progettò la cattedrale, il patriarcato e la canonica di Lisbona. Tornato a Torino attese alla facciata di palazzo Madama (1718-21), alla decorazione della Venaria e di Rivoli, alla costruzione del casino di caccia di Stupinigi (1730-31) ecc. Soggiornò spesso a Roma (1732, progetto per la sacrestia di S. Pietro); nel 1735 fu chiamato a Madrid per progettarvi il Palazzo Reale, la Granja, il castello di Aranjuez. Come testimoniano anche le sue incisioni e i numerosi disegni (conservati a Roma, Torino, New York, Londra), la formazione culturale e lo stile personale di J., tra i maggiori architetti italiani del 18° sec., si formarono a Roma, sugli esempi di Fontana, di F. Borromini e degli antichi. La sua architettura si caratterizza per i larghi, aerei effetti prospettici e pittorici e propone alcuni elementi di ispirazione classica, soprattutto nella nitida misura delle parti e nella decorazione