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In House
VS
Outsourcing
Premessa
Il dilemma tra in house e outsourcing è all'ordine del giorno e parecchie aziende in questo
periodo molto particolare, sia sotto il profilo economico che di cambiamento tecnologico, si
stanno ponendo questa domanda.
Ci sentiamo di dire (pur essendo in una posizione difficile, di parte), che la scelta più corretta, in
ottica aziendale è quella di scegliere l'outsourcing.
La prima motivazione importante è legata all'investimento che l'azienda dovrebbe sostenere in
termini di risorse e di formazione. Spesso si rischia di sottovalutare il lavoro svolto da un team
digital specializzato.
Non sempre decidere di portare in house determinate "professionalità" è un investimento che
porta ai risultati sperati, soprattutto non nell'immediato. Propendere per l'outsourcing invece sin
dal primo momento porta vantaggi organizzativi ed economici.
Formazione
Quando si parla del lavoro da svolgere una cosa importante da non sottovalutare nel mondo del
digital e del social è quello della formazione, che deve essere continua, costante e fatta di
relazioni. Il mondo in questione è in continuo cambiamento ed evoluzione, quasi
quotidianamente nascono nuove esigenze, nuove tendenze, nuovi modi di comunicare,
cambiamenti di algoritmi, policy, tool e strategie performanti. Per poter essere competitivi e
soprattutto raggiungere gli obiettivi in termini di engagement e performance non si può
pensare di non dedicare quotidianamente tempo a questa attività di formazione.
Analisi competitors e rumors
Quando si parla di formazione, dobbiamo considerare tale anche tutto quello che riguarda i
competitor, i rumors e quanto è presente sui social. Per una pianificazione editoriale corretta, è
fondamentale essere a conoscenza di quanto viene detto in real time sul mercato e agire in
modo predittivo. Nell'immenso mondo del web le persone parlano dei brand, a volte
direttamente sui canali messi a disposizione dai brand stessi, altre volte su canali non
istituzionali, form, pagine create ad hoc, ecc. Questa parte è fondamentale che venga
intercettata e seguita con costanza, ma soprattutto si deve essere in grado di riuscire ad
interpretare rumors che possono preannunciare nuove aperture, l'uscita di nuovi prodotti,
progetti o a captare strategie dei competitors.
Informazioni di questa natura e informazioni di fatti quotidiani sono la vera chiave di svolta del
successo di un piano editoriale vario e di appeal.
Autoreferenzialità
Una gestione interna all'azienda indubbiamente, porterebbe, seppur involontariamente, il
responsabile a focalizzarsi quasi esclusivamente sul brand, mentre un alto grado di post dal
carattere troppo promozionale e autoreferenziale non è gradito dall'utente finale. Il piano
editoriale deve sapere parlare del brand quasi in modo indiretto e parlarne legandosi ad altri
contenuti che spesso non sono prettamente legati allo stesso.
Confronto continuo
Un team esterno all'azienda che ha specifiche competenze e che svolge la mansione per più
clienti, più realtà e più settori, è senza dubbio più pronto a rispondere a differenti problematiche.
Nelle ricerche effettuate sulla rete per vari clienti e l'approccio globale su più settori porta il
team ad essere maggiormente reattivo e a ottimizzare le lavorazioni. Un confronto continuo e
esperienze da cui trarne frutti e una grande risorsa di cui il cliente può godere. Il team oltre ad
interfacciarsi internamente (tra le varie competenze), ha un contatto costante con molte altre
realtà digital che possono essere fonte di informazioni, aggiornamenti e consigli. Una agenzia
esterna ha quotidianamente esperienze con vari clienti da cui apprendere, strategie testate
e perfezionate nel tempo per essere più performanti.
Costi fissi
Capitolo non trascurabile è quello dei costi fissi che l'azienda dovrebbe sostenere per mettere in
piedi un team di lavoro che necessariamente deve essere di buon livello. Assumere dipendenti,
oltre al discorso di postazioni, computer, software, rete, programmi, tool, vuol dire dedicare
tempo alla formazione quotidiana, come ampiamente descritto in precedenza. Gli elementi più
importanti sono però quelli legati a malattie, ferie, permessi e necessità legate all'essere umano.
In un team di lavoro (è impensabile gestire un social con un'unica persona che racchiuda in sè
tutte le competenze), è necessario avere almeno: social media manager, un dev frontend, un
designer e un content specialist. Inoltre per la fase finale, quella che contempla la redazione di
report e analisi dei dati e non ultimo definizione della strategia è opportuno avere una figura
specializzata.
Disponibilità
Oggi più che mai il mondo dei social è attivo 24H/24 e 7g/7, questo vuol dire che l'azienda deve
essere attiva, presente e propositiva a totale copertura. I tempi di risposta sui social sono
importantissimi, la capacità di gestire la crisi, di moderare e soprattutto di prevedere quello che
un post potrebbe generare sono tutte azioni fondamentali.
Facebook consente di dare alcune risposte automatiche, ma sono adatte solo a soddisfare
alcune situazioni. Una ipotesi che potrebbe aiutare l'azienda potrebbe essere l'implementazione
di chatbot.
Partner e non fornitori
Quanto precedentemente esposto vede alla base un rapporto di totale partnership
tra cliente e fornitore in cui l'alchimia del rapporto umano, un continuo scambio di
informazioni e una conoscenza importante del brand sono la chiave del successo.
L'agenzia quindi, in ottica di raggiungere un obiettivo comune a 4 mani, non deve
essere considerata come outsourcing ma elemento che completa l'azienda e ne dà
un valore aggiunto.
Esperto social in house VS outsourcing!

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  • 2. Premessa Il dilemma tra in house e outsourcing è all'ordine del giorno e parecchie aziende in questo periodo molto particolare, sia sotto il profilo economico che di cambiamento tecnologico, si stanno ponendo questa domanda. Ci sentiamo di dire (pur essendo in una posizione difficile, di parte), che la scelta più corretta, in ottica aziendale è quella di scegliere l'outsourcing. La prima motivazione importante è legata all'investimento che l'azienda dovrebbe sostenere in termini di risorse e di formazione. Spesso si rischia di sottovalutare il lavoro svolto da un team digital specializzato. Non sempre decidere di portare in house determinate "professionalità" è un investimento che porta ai risultati sperati, soprattutto non nell'immediato. Propendere per l'outsourcing invece sin dal primo momento porta vantaggi organizzativi ed economici.
  • 3. Formazione Quando si parla del lavoro da svolgere una cosa importante da non sottovalutare nel mondo del digital e del social è quello della formazione, che deve essere continua, costante e fatta di relazioni. Il mondo in questione è in continuo cambiamento ed evoluzione, quasi quotidianamente nascono nuove esigenze, nuove tendenze, nuovi modi di comunicare, cambiamenti di algoritmi, policy, tool e strategie performanti. Per poter essere competitivi e soprattutto raggiungere gli obiettivi in termini di engagement e performance non si può pensare di non dedicare quotidianamente tempo a questa attività di formazione.
  • 4. Analisi competitors e rumors Quando si parla di formazione, dobbiamo considerare tale anche tutto quello che riguarda i competitor, i rumors e quanto è presente sui social. Per una pianificazione editoriale corretta, è fondamentale essere a conoscenza di quanto viene detto in real time sul mercato e agire in modo predittivo. Nell'immenso mondo del web le persone parlano dei brand, a volte direttamente sui canali messi a disposizione dai brand stessi, altre volte su canali non istituzionali, form, pagine create ad hoc, ecc. Questa parte è fondamentale che venga intercettata e seguita con costanza, ma soprattutto si deve essere in grado di riuscire ad interpretare rumors che possono preannunciare nuove aperture, l'uscita di nuovi prodotti, progetti o a captare strategie dei competitors. Informazioni di questa natura e informazioni di fatti quotidiani sono la vera chiave di svolta del successo di un piano editoriale vario e di appeal.
  • 5. Autoreferenzialità Una gestione interna all'azienda indubbiamente, porterebbe, seppur involontariamente, il responsabile a focalizzarsi quasi esclusivamente sul brand, mentre un alto grado di post dal carattere troppo promozionale e autoreferenziale non è gradito dall'utente finale. Il piano editoriale deve sapere parlare del brand quasi in modo indiretto e parlarne legandosi ad altri contenuti che spesso non sono prettamente legati allo stesso.
  • 6. Confronto continuo Un team esterno all'azienda che ha specifiche competenze e che svolge la mansione per più clienti, più realtà e più settori, è senza dubbio più pronto a rispondere a differenti problematiche. Nelle ricerche effettuate sulla rete per vari clienti e l'approccio globale su più settori porta il team ad essere maggiormente reattivo e a ottimizzare le lavorazioni. Un confronto continuo e esperienze da cui trarne frutti e una grande risorsa di cui il cliente può godere. Il team oltre ad interfacciarsi internamente (tra le varie competenze), ha un contatto costante con molte altre realtà digital che possono essere fonte di informazioni, aggiornamenti e consigli. Una agenzia esterna ha quotidianamente esperienze con vari clienti da cui apprendere, strategie testate e perfezionate nel tempo per essere più performanti.
  • 7. Costi fissi Capitolo non trascurabile è quello dei costi fissi che l'azienda dovrebbe sostenere per mettere in piedi un team di lavoro che necessariamente deve essere di buon livello. Assumere dipendenti, oltre al discorso di postazioni, computer, software, rete, programmi, tool, vuol dire dedicare tempo alla formazione quotidiana, come ampiamente descritto in precedenza. Gli elementi più importanti sono però quelli legati a malattie, ferie, permessi e necessità legate all'essere umano. In un team di lavoro (è impensabile gestire un social con un'unica persona che racchiuda in sè tutte le competenze), è necessario avere almeno: social media manager, un dev frontend, un designer e un content specialist. Inoltre per la fase finale, quella che contempla la redazione di report e analisi dei dati e non ultimo definizione della strategia è opportuno avere una figura specializzata.
  • 8. Disponibilità Oggi più che mai il mondo dei social è attivo 24H/24 e 7g/7, questo vuol dire che l'azienda deve essere attiva, presente e propositiva a totale copertura. I tempi di risposta sui social sono importantissimi, la capacità di gestire la crisi, di moderare e soprattutto di prevedere quello che un post potrebbe generare sono tutte azioni fondamentali. Facebook consente di dare alcune risposte automatiche, ma sono adatte solo a soddisfare alcune situazioni. Una ipotesi che potrebbe aiutare l'azienda potrebbe essere l'implementazione di chatbot.
  • 9. Partner e non fornitori Quanto precedentemente esposto vede alla base un rapporto di totale partnership tra cliente e fornitore in cui l'alchimia del rapporto umano, un continuo scambio di informazioni e una conoscenza importante del brand sono la chiave del successo. L'agenzia quindi, in ottica di raggiungere un obiettivo comune a 4 mani, non deve essere considerata come outsourcing ma elemento che completa l'azienda e ne dà un valore aggiunto.