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IL

NAZIONALISMO ITALIANO.
DEL MEDESIMO AUTORE:

La patì-ia
La guerra
Le

sette

Maria
Le vie

lontana, romanzo
lontana, romanzo

lampade

Salvestri,

L.

3 50

....

3 50

.

novelle

d'oro,

dramma
dramma

dell'Oceano,

.

.

...

4

....

L'ora di Tripoli

La

conquista di
guerra (1912)

Sopra

le vie

del

2

3

—
—
—

3 60
Tripoli.

Lettere dalla
3 50

nuovo impero. Dall'emi-

grazione di Tunisi alla guerra nell'Egeo.

Con un epilogo sopra
ciale, la civiltà

la civiltà

guerresca

e

i

commer-

valori morali

.

3 50
ENRICO CORRADINI

IL

NAZIONALISMO

ITALIANO

MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
I9I4
Ter£0 migliaio.
PROPRIETÀ LETTERARIA.
/

riproduzione e di traduzione sono riservati per
paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l' Olanda.

diritti di

tutti i

Copyright by Fratelli Treves, 1914.

qualunque esemplare di quest'opera
timbro della Società Italiana degli Autori.

Si riterrà contraffatto

che non porti

il

Tii'. Fratelli

Treves,
PREFAZIONE.

Una

parte di questo volume comprende alcune

pagine già pubblicate altrove,

e le

ho raccolte un

po' per l'istinto che ci spinge a voltarci indietro

quando

si

è giunti

a un certo punto del cam-

mino.

Sono cose che precedettero il congresso di Firenze del Dicembre 1910 da cui uscì l'Associazione Nazionalista. Si riconnettono con V opera di
propaganda individuale che incominciai con alcuni amici miei, primo Pier Ludovico OccMni,
sin dal 1903 con la fondazione del Regno.
Il resto del volume è formato per la massima
parte di discorsi letti per le varie città durante
quest'anno. Ed è un nuovo contributo all'opera
di revisione di tutto un passato e di formazione
di tutto un avvenire che il nazionalismo va assiduamente facendo nella politica italiana.
Con umile volto l'offro soprattuttp a coloro i
quali continuano a ripetere che ancora non capiscono, non vedono in che cosa il nazionalismo
consista, che cosa precisamente sia. Sono una
gran turba

d'italiani

i

quali concepiscono

il

na-
PEEFAZIONE

zionalismo come qualche cosa che stia in un cantuccio. Basterebbe darsi la pena di cercarlo e
troverebbe,

si

perciò

non

ma

lo

ripetere che

essi

trovano,

non
e

si

danno

la

pena

e

quindi continuano a

non sanno che

sia.

In verità nulla m'impensierisce di più di questa

incapacità di fare attenzione che
tanta parte

in

del

pubblico

italiano.

si

ritrova

Pronti a

parlare, e soprattutto a giudicare, restii a capiI lettori conoscono la frase italiana dettlfi
Non capisco questa cosa !
con certa aria :
Chi la ripete vuol dire che insomma gli pare
che la cosa non stia. E così da anni mi sento
ripetere:
Non capisco il nazionalismo!
E
m'accorgo che ben pochi davvero sospettano di
non capirlo, perchè non riescono a capirlo, o
perchè non si danno la pena di capirlo. È pur
legge comune che l'uomo non sospetta mai della propria intelligenza, ma sempre della cosa
che dovrebbe intendere; però, tal legge si applica al nazionalismo in modo che ormai passa

re.

—

—

—

—

tutti

i

limiti.

Per noi
di

tate

incapacita di attenzione seria e

riflessione seria

nelle nostre classi maggiori

ancora un persistere di quella debilitazione
che patimmo nei lunghi secoli del servaggio e dell' inerzia. Fatto sta che il nazionalismo è obbligato a questo: non soltanto a elaborare ed esporre la sua propria dottrina, ma
anche a formare il mezzo pubblico atto ad accoglierla. Perciò procede nella prima operazione

è

etnica
PREFAZIONE

lento

piuttosto

e

alquanto cauto.

Noi abbiamo
media opi-

soprattutto bisogno di questo: che la

si renda esatto conto che
una certa differenza fra il liberalismo e noi,

nione pubblica liberale
c'è

non

soltanto negli atteggiamenti bellici elettorati,

ma

più nella parola

sentimento non

scritto.

e più ancora nel
Noi non vorremmo essere

scritta

la musica dell'avvenire, il che talvolta
suppongono ; vorremmo essere soltanto una musica alquanto diversa, il che quasi mai sono pro-

per loro

clivi

a supporre.

Comunque,

ci spronano le giovani generazioni
che sono interamente con noi e per noi, che
d intendono d'istinto, la qual cosa è assai di più

dell intelligenza.

Per esse gli uomini del nazionalismo italiano
proseguono V opera loro. Della quale Vimportanza
apparirà un giorno. Apparirà insomnia di che
cosa

si

tratta.

Si fratta di espellere d'Italia le

sopravvivenze di due rivoluzioni straniere, della
rivoluzione borghese gallica e della rivoluzione
socialista

tedesca; e di aprir

la

strada a

una

formazione italiana politica, morale, spirituale.
Cioè, porre nel nostro terreno i germi nostri di
una futura civiltà nostra che prenda il cam-

mino

del

mondo.

Firenze, Marzo 1914.

Enrico Oorradini.
PARTE PRIMA.

PRIMA DELL'AZIONE.

Cor.RADiNr. Nazionalismo italiano.
I.

Prlncipii del uazionaììsmo.
t)a.ìVOmh-a della vita, Ricciardi, Napoli, 1908.
La concezione

nazionalista

si

fonda anzi

luLbo

sul riconoscimento clic la vita è di natura sua
collettiva.

Gli

antisocialisti

nuti individualisti,

senso

un

ma

in genere

sono rite-

bisogna chiarire in che
o la sua naturai

nazionalista,

conse-

guenza, l'imperialista, è un individualista e in

che senso è precisamente l'opposto.
Un nazionalista è individualista per ragioni di

momentanea polemica contro un momentaneo

so-

cialismo. Si è individualisti nelle questioni eco-

nomiche
senta

;

ma appena

se ne esce e ci

dentro di noi la nostra

si

rappre-

dottrina,

allora

accorgiamo che questa è certamente
la pili grande incarnazione dell' antindividualismo che sia possibile nella pratica realtà.
Non è difficile far capire che il nazionalismo

subito

ci

una forma di vita collettiva. È, ripeto, la piìi
grande forma di vita collettiva possibile nella
è

che l'internazionanon sono se non due
astrazioni sentimentali, quando non siano armi
pratica

lismo

che

si

me

realtà,

e

di

riconosciuto

l'umanitarismo

adojirano per combattere in prò di forvita

collettiva

inferiori

a

quella

della

nazione.
Piuttosto,

supponiamo per un momento che
Principii del nazionalismo

6

l'altra

forma

di vita collettiva,

non

lettivismo socialista,
favola,

vediamo

e

sia

cosiddetto col-

il

ormai una vecchia

che relazioni sta questo

in

modo

collettivismo col nostro

considerare la

di

vita collettivamente.

Prima

di tutto, se

collcttivismo socialista aves-

il

potremmo dimo-

se ancora qualche credito, noi

non

strare che esso

perchè la vita

semplicemente

possibile,

è

umana

di

natura sua è

collettiva,

non è se non il proun momentaneo organamento di atti e di

e lo stesso individuo altro

dotto di
fatti

Bi-

dalla nutrizione alla cultura.

collettivi,

sogna tener molto d'occhio questo stato collettivo
dell'umaniLà.

Io,

individuo di questo mio tempo,

vale a dire, atomo di questo attimo, tutto quanto

sono e come vesto e come abito e come mi nu-

come parlo

tro e

come

e

so

e

sento e penso,

sono la fattura d'una vita collettiva che dal presente s'estende nel

sente

s'estenderà

passato,

come

nell'avvenire.

in cui tutti respiriamo, la terra

caviamo

il

nerativi

attraverso

nasciamo

;

si

collettiva

mare,

il

da cui

generazioni

le

pre-

lutti

ri-

atti

ge-

da cui

tutti

e queste sono le condizioni sotto

(simboliche

Quando

dal

l'atmosfera

nutrimento, la catena degli

un

aspetto reali e sotto

vita

poi

C'è

direbbe
di

vento

cui
si

altro

volgarmente)

ciascuno di

muove

un

aspetto figurative

sulla

noi

di

quella

è

parte.

superficie

del

onde che vengono giù rincorrendosi dall'orizzonte al lido, sono libere e in sé
iinitc, eppure tutte nascono dal inare e tutte si
tutte

le
Principii del nazionalismo

estinguono nel mare.

Lo

stesso sono gli indivi-

dui rispetto alla vita collettiva
finiti,

ma

:

e

liberi

in

Il

mare

della

collettiva è un'enlità rispetto agli individui
il

mare proprio

se

nascono dalla vita collettiva e

questa s'estinguono.

in

tutti

tutti

vita

come

è un'entità rispetto alle onde.

E

noi avessimo ancora bisogno d'una prova,
do'.Temmo considerare che ci sono funzioni le
quali sono ad libitum per gl'individui e non sono di prima necessità se non per la vita collettiva
la procreazione, per esempio.
Tutto questo è facile a capire. Ma proprio per
questo non è dato agli uomini di sperare nel collettivismo socialista. E perchè ? Semplicemente
perchè tale collcttivismo, se avesse possibilità d'esistere, mirerebbe a collettivizzare la vita a misura d'individuo, mentre la vita collettivizza per
trascendere l'individuo, per produrre, cioè, organismi maggiori, forme di essenze maggiori. Il collettivismo socialista parte dal concetto delle uguaglianze uomini uguali, uguali arnesi di lavoro,
uguale lavoro, uguale mercede gli uomini di una

se

:

:

;

generazione uguali a quelli di un'altra in condizioni

me

sempre uguali

collettivista noi

;

vale a dire, nell'ideale regi-

avremmo somme

di

uomini

succedentisi di generazione in generazione e sem-

pre incapaci
di

di nulla costruire oltre le possibilità

un uomo. Al contrario la vita parte
diversità, e di sempre maggiori

delle

dal fatto
diversità

tende a comporre attraverso le generazioni sempre maggiori uniià. Le opere della vita collet-
Principii del nazionalismo

tiva sono le città, le nazioni, gli imperi, le arti,

L'Impero Romano fu in Occidente

le civiltà.

la

più vasta unità di vita collettiva, e come tale è
sacro nella memoria degli uomini. Quando Na-

poleone

viene incoronato imperatore, la corona

I

sta sopra l'apogeo della vita collettiva della

Franromana, germanica, monarchica, rivoluzionaria, per un momento composta in perfetta unità. La Divina Comedia è una vera e
propria opera di vita collettiva, la più vasta
unità di vita colieltiva ideale apparsa in Occi'-'
dente. I capolavori delle arti sono attraverso 1
cia gallica,

secoli

vere

formazioni

e proprie

collettive.

Le

preparano i secoli prima degli artisti, altri secoli le sviluppano dopo, e capiscono poco coloro i quali credono che la Divina Comedia nascesse tutta quanta così coni' è dal cervello di
Dante. Questi creò qualcosa a cui tutte le generazioni aggiungono. Il cosiddetto progresso è

un'opera

collettiva.

E

più ce ne rendiamo conto,

quando si abbandona l'idea che del progresso
si ha oggi dai seguaci dell'opinione pubblica
l'idea, cioè, di un cammino indefinito che l'uma;

nità

verso

fa

arbitraria,

la

sua

Quest'idea

grossolana,

e

ed è ad-

un errore perchè quel cammino innon esiste, e soltanto esistono alcuni cam-

dirittura
definito

perfezione.

sentimentale e
;

pi su cui l'umanità progredisce, ed altri su cui

torna indietro. Così
nelle

scienze

i

morali e

greci erano avanti
nelle

arti,

e noi

a noi

siamo

avanti ai greci nelle scienze fisiche e nelle loro
Principii del nazionalismo

applicazioni ai biscioni della vita materiale. Biso-

gna

in luogo dell'idea di progresso

porre l'idea

d'integrazione. Ogni età, ogni civiltà, ogni popolo,

ogni

famiglia

di

popoli

portano

il

loro

contri-

buto a questa integrazione dell'umanità vivente
i secoli.
D'epoca in epoca un aspetto
nuovo dell'umanità è rivelato, o meglio è creato. È provincia che si aggiunge a provincia per
formare il territorio di un impero che sempre

attraverso

più s'estende. Così

i

greci vi aggiunsero la pro-

arti, come abbiamo detto, i romani del diritto e della guerra,
moderni delle scienze e delle loro invenzioni.
i
E tutti questi aspetti con i quali si integra la

vincia delle scienze morali e delle

storia vivente dell'umanità, tutte queste provin-

ce

dell'interminabile

valore.

un

E

il

impero hanno un uguale

credere diversamente è un errore, o

Noi ci illudiamo, perchè,
immersi nel nostro tempo, pensiamo col cervello del nostro tempo. Così oggi l'idea di progresso si identifica con quella del progresso del
sentimento di solidarietà umana, o pietà e simili.
La solidarietà si confonde perfino con la civiltà
effetto

d'illusione.

che è cosa tanto piìi vasta e complessa. È un'illusione proveniente dall'essere noi immersi nel
nostro tempo. C'è nel nostro tempo questo ottimismo verbale dell'umana solidarietà e perciò
siamo tratti a ragionare così noi abbiamo un
sentimento della solidarietà umana più forte de:

gli

antichi, in questo sentimento consiste la ci-

viltà,

e perciò

siamo più

civili

degli autichj.

Si
10

Principii del nazionalismo

meno

ragiona male. Noi siamo più e

de-

civili

meglio, non siamo né più nò meno.

gli antichi.

Noi siamo noi

antichi sono gli

e gli

antichi,

e

integriam.o l'umanità.

antichi e noi

Or tornando

natura collettiva della vita

alla

vediamo che questa m.eglio appare nelle sue
forme politiche.
Ciò posto, si comprende bene che cosa si debba intendere per nazionalismo. Il nazionalismo
noi

y

è la dottrina di coloro

quali considerano la na-

i

come la maggiore unità di vita collettiva,
come un vero e proprio individuo maggiore. IJ
zione

nazionalismo poggia su due principii:
nel

è costruttrice

termini individuali

tempo
2.°,

;

e

1.°, la

vita

spazio oltre

nello

la virtù

costinittrice

i

di

grandi collettività che è riposta nella specie, oltre

un certo

liniiic

non può andare,

e questo li-

mite ò segnalo dai confini delle nazioni e dei
loro imperi. Vale a dire, le nazioni e i loro imperi

sono

sussistere

le

maggiori costruzioni

nella realtà

dei

fatti

;

possano
sarebbe

clic

e ciò

evidente di per se stesso, se non perdurasse an-

moda

cora una certa

di credere nell'internazio-

nalismo e nell'unione futura di lutto

umano.

Si dice

:

come

il

genere

dalla città si è pervenuti

alla nazione, così dalla nazione si perverrà alla

unione delle nazioni. È un'analogia logica che
nasconde alcuni errori di fatto. Prima di tutto
le nazioni sono fatti storici che sono avvenuti e
una nazione è un fatto geoche avvengono
;

grafico,

è

un

fatto

climalico,

è

un

fatto

etnico

:
Principn del nazionalismo

11

discute sul valore della razza nella composi-

sì

un popolo,

zione di

sulla mistura

francesi

,

spagnuoli

gli

non

può discutere

si

sulla

diversa compo-

sangui che fa

de' diversi

sizione

ma

de' sangui,

,

1

gli

tedeschi,

italiani,
gli

i

inglesi

vìa discorrendo, diversi fra loro. .Inoltre

e così

nazione è un fatto storico propriamente det-

la
to,

un

fatto

fatto

di

monarchia che

cultura,

di

un

quanta l'accentrò, la rende
che fino ai nostri giorni fu

tutta

regioni.

binazione di

fatto

L'avere avuto la Francia una

diversa dall'Italia
divisa in

un

lingua,

di

politica.

fatti

Ora,

dinanzi

a

questa com-

l'internazionalismo resta

deduzione puramente logica

una

per analogia sba-

gliata.

Ma

poi le stesse cause che

sviluppato la nazione,

ci

hanno

dalla città

vietano di credere nel-

l'unione di tutte le nazioni. Perchè queste sono

non per una forza soltanto, ma per due,
per una forza di sviluppo dall'interno
all'esterno, di sempre maggiore associazione e
coesione, ed anche per una forza di lotta contro
l'esterno. Più che la volontà^ degli uomini del
paese, la volontà degli stranieri ha formato la

sorte
e

cioè,

nazione con le guerre, le invasioni, le cacciate
ed è probabile che nessuna nazione sarebbe sorta sulla terra senza la lotta esterna, perchè senza
;

di
si,

questa non

ci

sarebbe stato

nòn^cT sarebbe

stato

il

il

bisogno di unir-

bisogno di una ener-

gica volontà concorde, e le rivoluzioni avrebbero

sempre più

disunito, o l'inerzia avrebbe

sempre
12

Frincìini del nazionalismo

più corrotto e debilitato. Le nazioni sono sorte,

perchè hanno avuto un antagonista e in certo
qual modo altro non sono se non un consolidamento di uno stato di guerra permanente, delle
une contro le altre. Ed ecco le due forze che

contemporaneamente agiscono nella

vita

:

za di associazione (alleanza di elementi

comune

difesa) e

la

e

lotta

una forza

sopprimete

la

di lotta.

vita.

una

for-

per
Sopprimete
affini

L'uomo

o sta in

piedi per lottare, o giace cadavere e s'invermina.
Cioè, la vita

umana

Ora, l'unione di

primendo
rebbe

nel

sopprimerebbe
le lotte

popoli (contro chi

i

dramma
dramma

1'

stesso

lo

natura sua drammatica.
?) sop-

è di

tutti

la

vita

;

;

antagonista, sopprime-

sopprimendo

nell'interno di ogni paese.

il

lotta,

Vogliamo es-

sere in istato di rivoluzione perpetua

mo

la

o meglio, rinfocolerebbe

?

Coltivia-

pacificismo. Si possono immaginare

stati uniti del

sì

gli

ma

supponendo ogni stato
municipii, e ognuno di que-

mondo,

sminuzzato in tanti
sti un covo di serpi. La nazione è quanto di
meglio abbia creato l'umanità presa in mezzo
fra

due

i

istinti dell'associarsi e del

La nazione

combattere.

queuna pace interna
che natura pone
per una guerra esterna. Quando si vuole la guer-

sta

è la imperfetta realizzazione di

legge

:

ra interna,

si

è

pacificisti.

Tutto ciò e evidente e sarebbe superfluo notarlo,

se

non

fosse,

ripeto,

la

moda

dell'inlcr-

nazionalismo. Voi sentile persone serie ripetere

:

r— Ij'umanitù paniminu verso l'unione di

i

tulli
Principii del nazionalismo

13

—

Ebbene, l'umanità non cammina afl'uomo veramente moderno, l'uomo nuovo
anzi, si riconosce dal suo disprezzo per simili
popoli.

fatto, e

idealismi sentimentali, per simili vere e proprie

malattie dello spirilo. Sono le moralità del nostro

tempo

e bisogna saperle disprezzare.

E

bi-

sogna essere uomini realisti ed avere idealità
realistiche. Sembra che queste due ultime pa-

ma soltanto quando sono
formano un tutto fornito d'un nobile senso
degno d'alto onore. Soltanto quando è realisti-

role facciano ai cozzi,
unite,

e

quando, cioè, è fondata sul fatto, la idealità
degna di questo santo nome, e bisogna smettere di chiamare così tutto ciò che non ne è se
non la caricatura, tutto ciò che non ne è se non

ca,

è

la parola sonante della ciarlataneria del secolo.

Bisogna sapere essere senza ideali, se questi sono ideali. Ma io dico che la grandezza della
propria nazione è un'idealità vera, pienti-e l'inmolte altre dottrine si-

ternazionalismo è con
mili un'idealità falsa.

È un dogma

della

nuova

Bisogna sapere cor-

religione laica, umanitaria.

dialmente disprezzare questi dogmi e queste religioni. 11

I

veri

nazionalismo

è oltre

una concezione
uomini nuovi sono

ritorno ad

il

resto

anche un

realistica del

mondo.

realisti.

E

che e' è di realistico infine nell' internazionalismo ? C'è il cosmopolitismo delle classi colte
e ci sono famiglie di popoli allo stesso punto di
civiltà. Certo l'umanità tende ad uscire, finché
glielo

consente la necessità

dell' anlagonista,

dai
14

Principii del nazionalismo

confini nazionali ed a formare corporazioni

mag-

come, per esempio, ò oggi
l'Occidente d'Em-opa. Più popoli concorrono a
delle

giori

nazioni,

foiTnare la civiltà.

Ma

è

un'illusione

il

credere

questo un primo gran passo verso l'internazionalismo, considerato

come futuro assettamento

certo

l'umana società. E di quest'illusione siamo vittime, perchè ci troviamo immersi nel nostro tempo e possiamo difficilmente pensare con
animo libero. Ma le civiltà sono stati momentanei
di equilibrio fra più popoli, che si rompono in un
modo estremamente più facile di quegli altri momentanei stali di equilibrio fra vai'ie classi di
un popolo soio che si chiamano nazioni. È posdi tutta

concepire una nazione senza più rivolu-

sibile

No. Così non

possono concepire

zioni

?

viltà

senza più guerre. Le guerre sono

le rivolu-

zioni nei conlini delle civiltà (quando

non sono

Ira più civiltà le

si

une contro

le

le ci-

altre ai'mate,

o

come le rivoluzioni
non sono se non le guerre, nei confini di
una nazione. È bene rammentarlo ai pacificisti
fra la civiltà e la bai'barie),
altro

rivoluzionarli.

Ora

che l'imperialismo
è la naturai conseguenza del nazionalismo ? Riconoscere questo vai quanto riconoscere la funè necessario aggiungere

zione utile della guerra.

Ma

s'incappa in

altri

due dogmi, o moralità della religione contemporanea l'inviolabilità della v'ita umana e il pacificismo. Ebbene, bisogna ritornare alla riflessione elementare e por mi'iìte clie ia vita umana
:
Principn del nazionalismo

che passa dallo stato
e la moralità della in-

perde di prezzo subito
individuale al collettivo

15

;

umana

è una vera e properchè mira a dar prezzo a
è l'egoismo individuale che
ciò che non ne ha
froda suiraltruismo collettivo. Ma nazionalmente
parlando, Tindividuo non ha più importanza di
una goccia rispetto al mare, di una foglia che
casca rispetto ad una foresta che fosse grande

violabilità

pria

della vita

immoralità,

:

quanto tutta la terra. Su questa verità, o modi fatto si fonda la guerra la quale in
d animo individuale veramente non si comistato
ralità

prende

;

i

quando dallo

soldati

(esercito ciie combatte)

dividuale (timor

fuggono, e tutta

panico),
l'alti'a

stato

collettivo

tornano nello stato in-

non

la

fanno

pili

e

gente che non è capace

dallo stato individuale di passare nello stato col-

condanna. E veramente la guerra è un
male bene, come vi è anche un bene male, e tutta la vita non è se non uno scambio tra questi due produttori di fatti così volgarmente denominati bene, male. E si sappia che
colui il quale fa il male, il grande male, come
la guerra, per terribile bisogno degli uomini, rappresenta quanto vi ha di più tragicamente sacro
nel mondo. I romani mietitori di vite sono sacri.
Napoleone è sacro. I conquistatori sono sotto Ig
santità del fato. In realtà la guerra non è se
non una necessità per le nazioni che sono o
tendono a diventare imperialiste, quando non
tendano a perire, secondo le terno verso di Dante
lettivo, la

male,

ma un

:
Principii del nazionalismo

16

« Perchè
che tutto seppe
una gente impera e
l'altra langue». Le guerre sono necessaire co:

me

l'imperialismo esterno e in-

rivoluzioni,

le

terno dei popoli,
tuiscono,

i

quali due imperialismi costi-

da che mondo è mondo, tutta quanta la
umano. Tutto il mondo è impe-

storia del genere
rialista

o all'esterno o all'interno, e c'è oggi

imperialismo
lismo. Tutto

non

del globo

che

de' proletarii

mondo

il

se

è

si

uij

chiama socia-

è imperialista,

e lo stato

non un imperialismo

degli

uomini sugli altri viventi e sulle cose. Non crediamo noi di essere i primi degli animali ? L'antropomorfismo è un aspetto di quest'imperialismo
che giunge sino

non

rale

è se

al cielo e

non un

imperialismo. Tutto

chè

tutto

nel

tempo

il

crea l'Olimpo.

mondo

è imperialista, per-

mondo, come dicevamo,

il

La mo-

altro aspetto dello stesso

e nello spazio, oltre

1

è costruttore

termini indivi-

duali, e abbatte questi termini per creare le clasle

si,

nazioni, gli imperi, e perciò l'inviolabilità

della vita

gare tra

umana
le

e

il

pacificismo sono da rele-

vecchie favole, nel patrimonio degli

idealismi sentimentali degli uomini del passato.

Bisogna rammentare che
è

il

massimo

il

disprezzo della morte

fattore di vita.

E

oggi, in

mezzo a

questi branchi di pecore e di omiciattoli abili che

compongono

in

Italia

le

cosiddette

classi

diri-

genti, datemi cento uomini disposti a morire, e
l'Italia è

rinnovata.

Però, se bisogna essere sempre imperialisti per
dottrina,

non sempre

si

può

e si deve esser tali
17

Principii del nazionalismo

un

in pratica, in

quale

si

certo periodo della nazione alla

appartiene

altrimenli

;

parolai

senso contrario,

astratti

si

in

diventa,

come

quelli

di

cui abbiamo detto più sopra. L'imperialismo ò

uno

stato di fatto della nazione, e

zare per teoria.
di

vitalità,

forza,

È uno

stalo

di

non

si

può

for-

esuberanza di

lavoro e di produzione, di

di

commerci, di danaro. Ed è più diffiper esempio, rendere imperialista all'esterno
cile,
una nazione, quando questa sia travagliata da un
imperialismo interno di classe e sol quando queindustrie, di

;

colmo

st'ultimo sia vittorioso e

soltanto allora incomincia
l'altro,

il

il

d'energie, o vinto,

periodo naturale del-

vero e proprio imperialismo esterno. Pu-

due imperialismi possono essere contemporanei, e anzi l'uno sembra
eccitare l'altro. Comunque, per l'uno son necessare, la storia

insegna che

rie le guerre,

Italia oggi

come per

c'è

l'altro le rivoluzioni.

E

in

chi pensa che sarebbe più utile

una rivoluzione
classi

i

dirigenti,

che abbiamo sul

la

quale spazzasse via queste

queste
collo.

clientele

avide e

Fra vent'anni,

se

inette

non

jpri-

ma, tutta l'Italia sarà imperialista. Certamente
uscendo d'Italia, il mondo non fu mai disposto
ad essere imperialista come oggi. Il nazionalismo
e l'imperialismo sono le due vere forme di vita
proprie

di

questo

mondo moderno

gigantesco,

Questo
maggiore istrumento di storia umana, la nazione, sembra fatto apposta per creare la più grande storia nella vastità del mondo moderno. Non
oltre

ogni dire vasto,

CoKRADiM. Na::ionaliS7no

potente e veloce.

italiano.

2
Principii del nazionalismo

18

sembri dar figura della estensione clie oggi può prendere la gesta umana, dei
grandi imperi delle nazioni contemporanee. La
terra vedrà imperi come mai non ne vide. Già li
scorge il nuovo arlisla e foggia per quelli il suo
vi ò nulla che più

stile.

Quale sarà

il

nuovo

stile ?

Hanno

il

naziona-

lismo e l'imperialismo un loro proprio siile, una
loro propria estetica ? In verità io non ho su quest'argomento una teoria belì'e fatta e non so che

potrebbe accadere in Cina, o in Ispagna, ma mi
pare che se un giorno l'Italia giungerà ad essere
una vera e propria nazione con colonie sue, con

una
la

politica valorosa e

vittoriosa in

mezzo

al-

pace ed alla guerra delle altre nazioni, quel
mi pare, il fior della sua arte dovrà es-

giorno,

sere di stile classico, io ho sostenuto altre volte

che

il

classicismo non è

poli soltanto,

può esser

quasi un

di tutti

i

alcuni

po-

privilegio di stirpe,

ma

proprio

popoli

i

di

quali siano capaci

pervenire ad uno speciale stato d'animo. Il
classicismo è uno stato d'animo dell'umanità in
di

generale e non un carattere elrnco.

Ma

ora vo-

glio dimenticare ciò che ho scritto altra volta e
che,
voglio ridurmi a sostenere soltanto questo
:

cioè,

il

classicismo

è

connaturale a noi italici
prima e romanizzati

profontlamente ellenizzati
dopo.

Però, bisogna intenderci subito su questa parola. Bisogna intendere in che cosa consiste il

classicismo nellaitc

antica,

e

vedere die con-
19

Frincipii del nazionalismo

siste in

un

cui

tutte

fra

parlicolar sentimento della vita per

dà un'importanza senza con-

si

fronto maggiore a quelle cose le quali possono
sino

elevarsi

come

forze

sino

e

grado massimo d'energia

loro

al

grado

loro

al

massimo

di

armonia come forme. Il classicismo sta tutto qui.
È una forma d'imperialismo. È la virtù delle
sino

forze

forme

chiama

alla

loro

e

vittoria,

l'armonia delle

quale arm.onia è pure una vittoria e

la

Quando

bellezza.

realtà l'atleta e ne

il

nella scultura

fa

si

greco prende dalla
il

modello

quando prende il guerquando prende l'uomo e ne
riero e ne fa l'eroe
fa un Dio olimpico, che cosa fa egli mai ? Egli
fa qualcosa che è un vero e proprio atto di fede
della bellezza agonistica

;

;

secondo la più grande delle religioni inscritte
questa fede che l'umanel cuore degli uomini
nità e la natura possono in aspetto mirabilmente
bello diventare Dio. Questo è il vero e proprio
:

;

classicismo che è arte di trionfo, di celebrazione,
arte

di

non intendo qui soltanto
nascita, ma anche di quelle mi-

aristocrazie,

d'aristocrazie di

e

che a volta a volta escono dal profondo
seno tumultuoso d'una democrazia degna di questo nome, A tale classicismo che in Grecia è argliori

monia

ma

di sapienza e di bellezza, la

aggiunse

potenza e

lo

due

spiriti

altri

spirito

della

:

lo

vastità.

mondiale Rospirito

Roma

prima nel nostro Occidente ad aprire
vastità con la sua potenza. E un tanto

smo armonioso,

bello,

della

fu

la

tutte

le

classici-

potente, vasto, fu trasfuso
Principii del nazionalismo

20

nel nostro sangue da diciotto secoli di atavisitio
e di cultura.

Al contrario, l'ai'te non classica, l'arte che possiamo chiamare romantica, nasce dal negare alla
vita la virtù di vincere. Romantico è ciò che s'affligge nella sua bassura e nella sua miseria e
ciò che impreca imbellemcnte. La statua greca ha
dinanzi a sé il cammino che porta da questa
terra all'Olimpo
la statua di oggi non ha, mj
;

si

passi l'espressione,

mino

e

dinanzi a sé alcun cam-

resta là dove cadde nel suo pianto l'o-

miciattolo che le dette la sua immagine.

Ciò posto, si capisce meglio perchè io sperando in un'Italia vittoriosa speri in un ritorno di
vera arte classica. Però, intendiamoci deve essere un'arte non per imitazione, ina per creaziocioè, un'arte che nasca da un sentimento
ne
della vita come ebbero i classici, ma secondo il
nostro spirito moderno. Per esempio, lo scultore
belga Constantin Meunier è un classico per crea:

;

mentre è classico per sola imitazione il
monumento che s'inalza a Vittorio Emanuele in
Roma. Constantin Meunier in istato d'animo claszione,

sico, cioè

mo

con

la

per religiosa fede che la virtù dell'uosua forza possa giungere alla sua vit-

ha creato il tipo dell'operaio moderno
mentre l'architetto del monumento romano per
toria,

istudio

;

e

reminiscenza

semplicemente riedifica

ciò che era stato già edificato. Il suo
è classico

già fatta

monumento

ed è romano per vastità, ma è cosa
e non porta il segno de' tempi. Egli è
Principii del nazionalismo

un

21

mente si è compiuto un atto
mentre il Mounier è un religioso nel
di memoria,
cui animo si è per grande amore compiuto il
dotto nella cui

rito

della

moderna

trasfigurazione della vita

E

dell'operaio.

e

nell'opera del Mounier è passato

fragoroso torrente della vita moderna, mentre
non passa nel monumento romano
quel torrente di cui la voce può e deve passare tanto
attraverso un poema, tanto attraverso un monumento che tutta comprenda l'altura di un colle,
quanto attraverso una statuetta. Bisogna che per
l'arte nostra classica nuova passi la voce di que-

il

;

sto

torrente.

Di questo torrente della vita moderna dallg
fiumana vasta e dal corso impetuoso come altro
non fu mai. L'uomo oggi non può non avere la
religione e la fede

delle

Roma

forze vittoriose.

disse la prima volta sulla terra la parola vastità.

Qualcosa oggi

ci

stessa più vasti.

ricongiunge con

Le grandi

vie

lei,

fatti

moderne

di lei
si

as-

sodano lungo le grandi vie romane. Il mondo
moderno pare uno sviluppo dell'antico mondo romano che fece di un mare il suo lago. C'è nel
proconsole e nel legionario di Roma che varcano
tutti i monti e tutti i mari, il vero antenato diretto dell'uomo moderno, un antenato con un

animo pari

Da Roma

ma

e

soltanto con veicoli

incomincia

la

meno

nostra storia

;

veloci.

da Ro-

da cui si mossero tutte le grandi vie, e da
cui ebbero origine tutte le grandi nazioni. E la
storia romana non è se non il primo capitolo
Priìicipii del nazionalismo

22

della nostra storia europea. Nel

stra

Roma,

la virtù

di

se

E

della no-

noi italiani torneremo a sentire

questa

risorgerà la nostra arte

città,

classica, nell'Italia vittoriosa, nel

no.

nome

mondo moder-

sarà arte semplice e ingenua come la rude

avrà il dono della sobrietà e delsecondo la necessità che c'è oggi d'anla brevità
dar dritti allo scopo sarà grandiosa e possente,
com' è grandioso e possente il mondo intorno
forza di oggi

;

;

a noi.

E

la religione

nostra

?

Magnifica è la religio-

ne degli eroi e della natura.

rammentano

Si
]Iitra

i

lettori

della

salutazione

di

celebrata nell'antica Persia? Questa era la

La processione per andare a salutnre il
Dio si formava molto prima dell'aurora. Precedevano i Grandi Sacerdoti seguiti da un lungo stuolo di magi, in candide vesti immacola te, 1 quali cantavano inni e portavano il fuoco
festa.

sacro in turibuli

Yenivjino

d'argento.

giovani

centosessantacinque

che rappresentavano

i

vestiti

giorni

di

poi

tre-

scarlatto

dell'anno e

il

co-

lore del fuoco. Essi erano seguiti dal carro del
Sole, vuoto, ornato di ghirlande, tirato

cavalli bianchi bardati

un

cavallo

bianco

fronte scintillava di

di

d'oro

maestosa statura
in onore di

gemme,

Subito dopo procedeva

da superbi

puro. Veniva poi

il

re in

la

cui

PJilra.

un carro d'avorio

intarsialo d'oro, seguito dai personaggi della fa-

miglia renle, tutti in vesti ricamate, e da un lungo stuolo di nobili, cavalcanti sopra cammelli
Principii del nazionalismo

23

riccamente bardati. Questo magnifico corteo movendo verso Levante ascendeva a lenti passi il
e giunto alla sommità, il Gran Sametteva la tiara inghirlandata di mirto.
E salutava i primi raggi del sole nascente con
incenso e con preghiere. Gli altri magi gradatamente si univano a lui cantando inni ad Ormuzd,
sorgente di tutte le benedizioni, dal quale Miti'a,

monte Oronte,
cerdote

il

si

radiante,

era stato mandato

terra ed a conservare

il

a rallegrare la

principio di vita. Final-

mente tutti si univano in un coro universale di
lode, mentre re, principi e nobili si prostravano
davanti all'astro del giorno.
c'è una aspirazione, delpuò non tener conto, come aspirazione, verso una religione che ci renda il sen-

Nella nostra coscienza

non

la quale

si

timento della natura qual'è nella salutazione di
Mitra,

congiunto

col

culto

degli

eroi,

cioè

di

quella parte di umanità che e passata su questa terra

umano

per creare in alto

ideale.

il

regno dell'eterno
II.

/

Le nazioni proletarie e

il

nazionalismo.
Discorso letto nel Gennaio 1911 a Napoli,
Firenze, Venezia, Padova, Verona ed Arezzo.
Bisogna spiegare ancora, o signore e signori, bila parola «nazionalismo».
Molti persistono a ritenere che il nazionalismo
sia lo stesso del patriottismo, e che nazionalista
sogna spiegare ancora

sia lo stesso

buon

di

italiano.

Posto che così fosse, resterebbe ancora da spiegare che cosa significhi patriottismo, e che cosa

buon italiano.
Ora, non crediamo d'andar lungi dal vero affermando che questo sia il significato medio delle due parole. Il buon italiano, o il patriotta, è
un buon cittadino che esercita con onestà e con
profitto la sua professione, ha m.oglie legittima
significhi

comoda, paga debitamente
che si rammenta della
esclama
Oh, cara Italia, ca-

e prole sana in casa
le

tasse,

e tutte le volte

patria, dell'Italia,

ra patria

!

—

E

:

muove, sopratutto
conta di ottenere
valiere. Il

buon

—

nelle solennità nazionali
se

ha

ottenuto

quanto prima,
italiano

il

si

com-

fresco,

o

la croce di ca-

insomma

carnale del perfetto borghese

di

è

il

fratello

quale dice

—

:

Datemi tutte le comodità, ed io mi permetterò
anche qualche lusso un lusso di sentimento il
:

;

patriottismo.

Ebbene,

il

nazionalismo

è

qualcosa di diverso.
Le

nazioni proletarie

Gerlamentc anche noi vogliamo essere buoni
e se patriottismo significa amor di patria, anche noi siamo patriotti. Noi abbiamo un
divorante amore di patria. Noi vogliamo risveitaliani,

gliare

picca

l'amor di patria come una fiamma ap-

un incendio. Noi

della patria la

ci

siamo

fatti

dell'amore

nostra religione. Noi di questa

amiamo ciò che è, e ciò che
che sarà. Noi siamo andati a cercare
i nostri fratelli italiani di là dall'Oceano, e quan-;
do essi, stanchi delle fatiche del giorno, dormivano, noi, nel cuore della notte, nelle solitudini
sterminate delle fazende, abbiamo vegliato per
esaminare i libri delle loro mercedi.^ e sembrandoci che queste fossero scarse, ne abbiamo sentilo dolore, come per una delusione che avesse
toccato la nostra persona. Noi siamo andati a
cercare i nostri fratelli italiani di là dal breve
mare, e abbiamo parlato insieme della commie
speranza, e una volta che uno di loro pianse,
noi facemmo voto per quelle lacrime.
Ma con tutto ciò, il nazionalismo è qualcosa

cara madre,
fu, e

l'Italia,

ciò

di diverso del patriottismo.

È

anzi, sotto

un certo

aspetto, l'opposto. Il nazionalismo è l'opposto del

patriottismo.

Mi

spiego.

Il

patriollisnio

egoista.
tirci

altruista,

e

Non godano

confessare

il

certo

il

il

perfetti

nostro

abbiamo diverso da

Ma

i

nazionalismo è
borghesi

egoismo,

a sen-

perchè tutto

loro, e sopratulto l'egoismo.

nazionalismo

ò egoista.

È l'egoismo

i

'
e il

nazionalismo

alla nazione.

dei cittadini rispetto

che bisogno

c'è di

signore e

tite,

29

E, del resto,

molte spiegazioni

signori,

?

Non

nelle

diversità

la

senstesse

due parole, « patria » e « nazione » ? Quando vogliamo esprimere il nostro amore per l'Italia, di-

ciamo

«

patria

potenza
il

»
;

quando vogliamo affermare

dell'Italia,

nazionalismo

diciamo «nazione». Ebbene,
pianta di questa radice

è la

:

è,

sviluppo del senso iniziale di potenza che

cioè, lo

nazione

sta racchiuso nella parola

«

tenza intesa a fare

della

di

la

tutto

il

popolo,

l'utile

tutu

di

i

».

stessa

cittadini.

E

di

po-

nazione,

Ed

ecco

perchè ho detto che il nazionalismo è egoista, e
quindi è, sotto un tale aspetto, l'opposto del patriottismo che è

sempre

altruista.

Perchè

il

na-

zionalismo considera la nazione come una potenza

per fare
trario,

l'utile dei cittadini.

quando

sopraddetti,
il

Il

è vero patriotta,

ma come

i

nostri

patriotta al con-

non come

quelli

padri liberatori,

patriotta rende servizio alla patria, e sino alla

morte, se ce n'è bisogno, sino alla morte

Vogliamo intenderci di più
Pensiamo alla classe.

Che
vora

cos'è la classe per

il

!

?

proletariato che la-

?

È certamente anche un

oggetto d'amore. L'o-

peraio vuol bene alla sua classe. C'è lo spirito
di

Ma

classe,

un vero

e

proprio spirito di corpo.

sopratutto, l'operaio è animato, nelle sue re-

lazioni

con la

classe,

da un calcolo egoista
il suo mi-

vuole per mezzo della classe ottenere

:
30

he.

nazìow proletarie

La classe è un mezzo,
un'arma, un esercito combattente per il miglioramento economico del proletariato. La classe è insomma la potenza del proletariato per fare la
glioramento economico.

lotta di classe.

Ebbene, secondo

il

nazionalismo, la nazione ita-

liana deve essere la potenza, l'esercito, l'arma,

mezzo
tutte

;

le

miglioramento economico di

Ma

il

deve essere insomma la grande unità di
forze la quale deve combattere per il

s'

obietterà

:

la

classe

tutti

gli

italiani.

un concetto più

è

semplice, è una minore unità di forze omogenee.

Rispondo
operaia»,

:

la
«il

classe,

quando

si

dice

«

la

classe

proletariato lavoratore», è in real-

v/

tà

un composto

spesso

i

di classi, e di classi

loro interessi in conflitto. Li

che hanno

hanno

in

pure essendoci lo stato che cerca di
contemperare e di coordinare e più li avrebbero, qualora lo stato non esistesse, e le classi fos-

conflitto

;

sero lasciate libere nel conflitto dei loro interessi.
Soltanto, al di sotto delle ragioni di conflitto

si

scoprì per le classi che esisteva anche una ra-

gione di solidarietà fra loro.
classi, al

Si

scoprì che le

disotto dei loro particolari interessi in

avevano anche un interesse comune,
avevano da ottenere un utile comune a tutte
quante, il loro miglioramento economico appunto. E per questo si riunirono in una classe sola.
conflitto,

E

nella lotta, e per la stessa lotta, la loro soli-

darietà tanto

si

cementò che veramente quelle
classi, sempre più ap-

che in realtà erano più
31

e il nazionalisìiio

parvero come una classe
confi ilio tanto più

si

sola,

e gli interessi

in

nascosero, quanto più via

Ma

via si metteva in mostra l'interesse comune.

un composto

la

classe è

gli

interessi in conililto esistono.

realtà

in

S'obietterà ancora

nazionalismo
voratore,

il

è

chiaro perche è preciso.

vede

alla

lotta

precisamente,

di

per-

Il

la-

classe,

che

lotta

non per altri. Tra lui e l'avversario concui lotta, non c'è nulla di mezzo. E l'avvere

sario è preciso.
è

socialismo è facile e

quando partecipa

precisamente,

per se
tro

il

e

è difficile. Il socialismo è facile

che è chiaro, ed
sa

:

classi,

di

E

lo

scopo della

lotta è preciso:

l'aumento della sua mercede cotidiana. Nel na-

zionalismo invece nulla di preciso, nulla di chiaro,

nulla quindi di facile.

Ma

io vi

do

è

Non

è così ?

È

così.

rispondo, o signori, che una cosa^ quan-

difficile,

non per questo può essere meno

meno utile, né meno importante,
né meno grande, né meno bella, ed è anzi vero
lutto il contrario. Vi rispondo che nel nostro
periodo storico, per cause transitorie, per la stessa lotta di classe appunto, abbiamo persa di vista la verità che anche per tutti i cittadini d'una
nazione, al di sotto dei loro innumerevoli interessi
in conflitto, esiste un interesse comune, un vero
e proprio miglioramento economico da ottenere in
comune, un vero e proprio aumento di mercede
cotidiana. E ve lo provo con un esempio. Con
necessaria, né

l'esempio del cittadino francese e dell'inglese,
quali per

il

i

solo fatto che l'uno è inglese e l'ai-
Le nazioni proletarie

32

hanno una condizione economida
a parità di condizione civile, non
ha. E quindi il francese e l'inglese, quando sen-

tro francese,

che

l'italiano

tono la solidarietà nazionale, sentono qualcosa

che risponde a un loro interesse, precisamente
come sente qualcosa che risponde al suo interesse,

lavoratore

il

proletario

quando sente

la

solidarietà di classe.

La Germania

s'è

piantata con la sua influenza

nel cuore dell'impero turco, a- Costantinopoli, ed

ha lanciata

la proposta della ferrovia di Bagdad,
grande ponte da Costantinopoli al Golfo Persico
per l'Asia Minore. Avendo trovalo la Russia ostile, è riuscita a conciliarsela e tutte e due insieme proseguono il grande disegno. In quanto all'Inghilterra, la Germania sboccando con la sua

ferrovia nel Golfo Persico, la ferirà di fianco,

impero

nel suo

dell'Indie. Così la

Germania con-

tinua la sua marcia conquistatrice verso l'Orien-

La ferrovia di Bagdad sarà la via della sua
nuova espansione commerciale. Passeranno per
quella i suoi commessi viaggiatori e invaderanno l'Oriente passeranno i suoi prodotti e invaderanno l'Oriente. E un'incalcolabile ricchezza

te.

;

per quella via farà
za di

anche

uno

zionale

:

;

inverso,

dal-

un'incalcolabile ricchezindividui, tutte le classi,

proletarie, dell'impero germanico. Così

le

un impero, un imperatore fanno una
veramente nazionale, doppiamente na1 .", perchè è fatta non dagli individui.

stato,

politica

cammino

il

Germania
cui godranno gli

l'Oriente alla
e il

ma

dalla

forze

;

2.°,

nazione

perchè

nazionalismo

tedesca
i

33

nell'unità

suoi benefici

sue

delle

effetti,

i

suoi

prodotti, si distribuiscono fra tutti gli individui

tedeschi.

Voi ora, signore e signori, non avete più bisogno di domandarmi in quale lotta si eserciti
la solidarielà nazionale. Nella lotta internazionale, vi ho già risposto con l'esempio della Germania, nella lotta internazionale che in tempi
ordinarli, e con parola mite, si chiama appunto
concorrenza internazionale, e in tempi straordi-

con parole immite,

narii, e

Ed

questo

è

del

tale

il

si

chiama guerra.

pensiero centrale e fondamen-

nazionalismo.

nazionalismo è un tentativo per spostare il
problema della vita nazionale dalla politica inIl

terna alla politica esterna.
Il

nazionalismo afferma questa serie di verità
l.a, le

:

condizioni di vita d'una nazione sono

coordinate alle condizioni di vita delle altre nazioni.

per alcune nazioni questa coordinazione è

2.»,

subordinazione, è dipendenza, dipendenza econo-

mica

e

morale, anche se non esista la dipendenza

politica.
.3.1 verità,

l'Italia

è

appunto una

di

quelle

nazioni che dipendono economicamente e moral-

mente

dalle altre, sebbene

da cinquant'anni

sia

cessata la sua dipendenza politica.
4. a verità,

questa dipendenza dell'Italia è ol-

tremodo grave.
CoRRADiNi. Nazionalismo italiano.

3
Le

34

nazioni proletarie

5.^ ed ultima, l'Italia deve riscattarsi da quedipendenza economica e morale, come già si
riscattò da quella politica, perchè può e ne ha

sta

l'obbligo.

Per giusta analogia, per amore d'efficacia verper mostraix quanto il nazionalismo risponda allo spirito del nostro tempo, io chiamo proletarie quelle nazioni le quali,
bale e di chiarezza

come
il

l'Italia,

;

sono in istato di dipendenza. Così

proletariato,

secondo

socialismo,

il

ed è

era,

ancora, in istato di dipendenza dalla classe borghese.

/

E continuando per analogia, aggiungo che il
nazionalismo vuole essere per tutta la nazione
ciò che il socialismo fu per il solo proletariato.
Che cosa per il proletariato fu il socialismo ? Un
tentativo di redenzione, in parte, e nei limiti del
possibile, riuscito.

vuole

essere

il

E che

cosa per

nazionalismo

Un

?

la

nazione

tentativo

di

redenzione, e Dio voglia che riesca a pieno.

Giorni

fa,

mi trovavo

cari signori,

a

Roma

e

nei circoli giornalistici e politici parlavo con gli

mi mettevano

amici

i

litica

estera dell'Italia

quali

in

amici mi raccontavano che
a Vienna

passi

per

al

corrente sulla po-

questo momento.

conoscere

Gli

avrebbe

fatti

l'intenzione

au-

l'Italia

il rinnovamento dell'alleanza, e Vienna questa volta avrebbe mostrato un chiuso ri-

striaca circa

serbo

;

e allora

l'Italia

Parigi per saggiare
bilità

il

si

sarebbe

volta

verso

terreno intorno alla possi-

d'una futura alleanza con

la

Francia

;

ma
e il

nazionalismo

35

anche Parigi avrebbe mostrato riserbo
voglia.

Sicché

l'Italia

una

teva avere innanzi agli occhi

Le

mala

e

po-

sola prospettiva

quella di restare

:

aggiungevano che la Turchia,
aveva incominciato a favorire una penetrazione austro-germanica, fatta con
capitale americano, in Tripolitania. E un amico,

sola.

notizie

danni

ai

dell'Italia,

sempre intorno

mi aggiunse

Tripolitania,

alla

non posso ripetere perchè
ho preso impegno di mantenere il segi'eto. Ma
è cosa che se fosse, come par certo, vera
se
un'altra cosa che io

;

ro

confermasse per vepar quasi accertato
se que-

nella Tripolitania

cioè,

che

fatto

il

si

;

sto accadesse, o signore e

signori,

il

è ter-

fatto

ribilmente tale che tutta la Sicilia ne resterebbe
affamata,

i)

Ebbene,
tizie

')

;

La

menti

Ora

non garantisco

garantisco

l'esattezza delle no-

profondo senso di

il

Noi dicevamo questo nel Gennaio,

colo in
"

io

ma

si

una corrispondenza da
Cirenaica è regione
si

e

FU

Febbraio

de-

il

Se-

Tripoli pubblicava:

riccbissiiua di

zoli'o,

cui

i

giaci-

dice siano di gran lunga superiori a quelli di Sicilia.

annunzia che

mente facendo

gli americani,

in Cirenaica

quegli

rono negati all'Italia (la quale
costruire l'antica

si

i

quali

stanno presente-

scavi arcleologici che fu-

dovette accontentare di

rete stradale dei romani) abbiano

la concessione dello

sfruttamento delle miniere di

ri-

ottenuto

zolfo.

Data

l'abbondanza dì questo minerale in Cirenaica e la sua esistenza
in

vasti affioramenti

che

ne rendono più

celeri

i

escavo, è da prevedersi che Li quantità di minerale

lavori

di

che sarà

presto gittata sui mercati dimiiiuirà non po::o la esportazione
siciliana e influirà assai sulle condizioni

economiche

dell'isola
Le nazioni

36

mi furono

solazione con cui

profondo senso

proletarie

date

;

garantisco

il

desolazione che ritrovai, po-

di

come ho detto, nei circoli giornalidi Roma, pari a quello di due
quando l'Austria ci minacciò di guerra

chi giorni

fa,

stici

e politici

anni

fa,

e s'annesse la Bosnia e l'Erzegovina. Garantisco
il

profondo senso di desolazione che quelle norisvegliarono in me.
Tanta desolazione è ciò che noi pensiamo del-

tizie

patria nostra nelle sue relazioni

della

stato

lo

con

le

non

vere,

nazioni.

altre

ma

Le notizie possono
sempre col cuore

essere

noi siamo

preparati a riceverne di
di peggiori, sì cattivo

è,

stretto

tali e, se fosse possibile,

noi lo sappiamo, lo stato

in cui si trova la nostra pati'ia. Noi ci sentiamo

sentiamo in nessuna maniera
difesi da coloro che dovrebbero difenderci. Vo-

minacciati e non

migliaia di persone

tante

cui

iii

ci

hanno pane dall'industria

dello zolfo.

E

il

Secolo commentava:

Ricliiamiamo l'attenzione dei lettori sopra questa nostia
corrispondenza, o meglio sopra un punto di essa veramente
"

importante. Che la Turchia abbia concesso a un sindacato americano di lavorare le
fatto

potrà sfuggire

fid

corrispondente

si

si

uiiniere

di

zolfo

della

Cirenaica è

che era già a nostra cognizione e la cui

domanderanno

alcuno: né le deduzioni che ne trae

possono dire

vantaggi economici del paese siano sfruttati da
noi.

nostro

I lettori

cosidetta penetra-

zione economica della Tripolitania, se lasciamo che

da

il

illogiche o esagerate.

in che consista la nostra

un

gravità non

i

maggiori

altri

anziché

Della cosa la colpa va data forse in parte alla

denza, aU'esita/.ione, alla mancanza d'iniziativa dei nostri

diifi-

fii>an-
.

37

e il nazionalismo

dire

glio

che ciascuno di noi

sente col

noi

sa,

ciascuno di

ciascuno di noi vede con

cuore,

occhi e tocca con mano, in che estrema mi-

gli

dopo

seria,

tanti anni di continua e progressiva

degenerazione

ridotto

siasi

tutto

sonale politico che tratta

il

affari

gli

nostro pernostri

con

l'estero.

In parlamento ultimamente, mentre quegli che

ora è ministro degli
lancio,

esteri,

un mormorio sordo

esponeva il suo bipropagò più volte

si

per gli scanni dei deputati, degli stessi deputatiche hanno così scarso il senso nazionale. Era un
mormorio di ribellione contro le parole del ministro, di ribellione che tanto più impressionava,

quanto meno prorompeva in aperte disapprovazioni. L'istinto di

zieri

:

ma

sovratutto alla inabilità del nostro governo,

avrebbe in certi casi
prevedere e anche di

gli

il

interessi

il

quale

dovere di sorvegliare, di sapere, di
concorso privato quando

sollet'itare il

d^lla cui attuazione o

tratti di imprese,

tirsene

conservazione nazionale, come

della propria conservazione nello stesso

l'istinto

generali

del

paese.

meno possono

Nel caso attuale la

penetrazione economica.... americana in Tripoli costituisce
noi

uno scacco ben grave

Ma

Precisamente.

si

risen-

i-er

,.

di questi scacchi

ne avremo sempre finché

unica norma di politica estera e coloniale sarà quella della
penetrazione pacifica e niente più.
fica

che non

si

fa.

Il fatto è

poi

E

d'una penetrazione paci-

una riprova della legee na-

zionalista che molte questioni interne

si

risolvono in questioni

di politica estera: la Sicilia potrà essere ridotta più a
tito

che ora non

tica estera.

sia,

mal par-

internamente, per una quistione di poli-
Le nazioni

38

proletarie

individuo dinanzi alla minaccia di una sventura

;

conservazione nazionale, nello stesso

di

l'istinto

si manifestava. A un
un amico deputato di
cuor generoso, a un certo punto a udir quel mi-

parlamento, a quel
certo punto,

modo

disse poi

conoscere tanta miseria d'animo e tan-

nistro, a

to

mi

abbandono, mi

un brivido

!

sentii

per

le

membra

Pensavo che era pure

correre
era

l'Italia,

pure la patria nostra per tanti suoi interessi e
per la sua dignità affidata a quell'uomo
Ebbene, signori, quanti sono oggi italiani ri!

svegliati,

sentono lo stesso brivido tragico

Per cause storiche che qui non

è

il

!

luogo di

esaminare, questo mirabile popolo italiano che

ha appena un mezzo secolo d'esistenza nazionale,
è caduto nelle mani d'un personale politico « fine
razza», già in decomposizione.
Pensate ora, spiegate dinanzi ai vostri occhi
una carta d'Europa, guardate dalla parte della

di

sorella latina.

Che

è la Erancia per noi ? È la nostra meti'OEssa ha il monopolio della civiltà latina, e
tutto ciò che è italiano, in Italia e fuori, da Roma a Buenos Aires, passa sotto il suo giogo. Nel
regno della civiltà noi siamo ima provincia tri-

poli.

butaria della vicina repubblica.

Di

pili,

allungò

il

questa che già aveva occupato Algeri,
braccio

pili

prese anche Tunisi,

presso e più sotto a noi e

ci chiuse da quella parte.
Guardate dall'altra parte, verso rAìustria. Le terre
italiane che essa possiede, vanno sempre più disi
nazionalismo

e il

89

ventando in mano sua una barriera
Quei nostri

ultime sentinelle morte del-

fratelli,

l'italianità, resistono

con

come possono con

la lingua,

con le pietre stesse delle loro
che portano ancora, ma invano, i segni del-

l'Aquila

L'Austria sempre

Leone.

e del

stringe con

su loro

e

piìi

barbarie nelle ultime difese

la

stringe e ci stringe, specialmente da
tò

'

cultura,

la

città,

conti'o di noi.

su

schiacciarci, la

quasi

noi,

a

quando

;

lì
li

get-

schiacciarli

e

a

mole della sua nuova conquista,

della Bosnia e dell'Erzegovina.

È accaduto questo

mentre noi non volevamo

:

conquiste e odiavamo la politica d'avventure,

gli

altri facevano la politica d'avventure e conquistavano intorno a noi, a danno nostro. Noi di-

cemmo

no per l'Egitto e abbiamo pivi volte
detto di no per Tripoli. E l'Egitto è dell'Inghilterra, la Francia conquistò Tunisi, l'Austria ha
conquistato la Bosnia e l'Erzegovina. Inglesi e
francesi si son divorati il meglio di Tripoli che
di

doveva esser nostro. In Tripoli penetrano, come
dissi,

gli

austro-germani.

nell'Oriente balcanico,

La Germania domina

domina a Costantinopoli.

sopravvento nel nostro mare,
sta, dicesi, per
e perfino nel porto di Venezia
batter bandiera nel Lago di Garda. L' immane
L'Austria prende

il

;

pangermanismo scende
ga
alle

il

Tirolo

contro

il

dal settentrione, già

nostro

porte di Trieste austriaca.

Trentino,

ci

si

è

L'Austria stes-

sa è fatta suo istrumento di conquista.

mal rinnovala Turchia

isti-

già

La

stessa

volta contro e ar-

/
Le nazioni proletarie

40

ma

volemmo

Tripoli dì cui non

a

tempo spo-

gliarla.

I

I

'

Il

cerchio delle nazioni conquistatrici, cerchio

economico e cerchio morale, è stretto intorno a
noi che ci nutrimmo di rinunzie per utopismo fi/losofico, per cecità popolare e per viltà borghese.
Possiamo romperlo, questo cerchio ?
Per ora lo varchiamo.

E come?
Con

l'emigrazione.

Signore e signori, qualunque cosa intorno alla
emigi'azione

pensiate,

detta, riflettete

meglio

e

qualunque cosa

vi

sia

!

L'emigrazione è una dispersione della_ nostra

un

suolo

sotto

un^a

gente per tutte le parti del mondo, sopi^
straniero,

tra

popolazioni

legislazione stranierii.

Non

sti'aniere,

giudicate soltanto dal-

l'arricchimento di pochi individui, nò dal

numero

che gli emigranti mandano in patria.
Giudicate anche nazionalmente e ritenete che l'emigrazione è, se l'espressione mi è permessa, un
antimpcrialismo della servitù.
Questa condizione dell'emigrazione, del bisogno
che tanti milioni d'italiani hanno di cercar pane
dei milioni

e lavoro oltre l'oceano

;

e l'altra condizione del

cerchio delle altre nazioni stretto da presso,

hanno

fatto,

per analogia, chiamare

l'Italia

mi
una

nazione proletaria.

E

se

ora

ci

ricordiamo

del

personale politico che

che

l'Italia

può paragonarsi

dell' altra
ci

condizione

governa, vediamo

al proletariato

prima
e il

che

41

nazionalismo

socialismo venisse a redimerlo. Esiste ne-

il

organi nazionali, negli organi del pensiero,

gli

della volontà, dell'azione, la stessa estrema debilità

che in quelli del proletariato prima della

sua redenzione.

Il

proletariato, nelle tenebre del-

sua ignoranza, non aveva nemmeno
potesse per mezzo della

la

sospetto che

ganarsi, trasformarsi e redimersi.

E

il

primo

lotta

l'Italia,

ornel-

l'ignoranza del suo personale politico, non l'ha

nazionalismo è venuto a portare la
prima luce. Il nazionalismo afferma la necessità
della lotta internazionale, perchè la nazione possa
del

pari.

prendere

Il

il

suo posto, economico e morale, nel

mondo.
nazionalismo afferma anzitutto la necessità
che l'Italia si formi una coscienza nazionale, che
è spirito di
è, anch'essa, uno spirito di corpo
solidarietà fra cittadini, come la coscienza di
Il

;

classe è quello spirito di solidarietà tra lavoratori

che ho già celebrato.

Dobbiamo dimostrare che
nale in Italia fa difetto

È

la coscienza

nazio-

?

superfluo.

Bisogna incominciare a mutare i colori del
quadro e a dir cose più confortanti, perchè dobbiamo aver fiducia nell' av^enire della nostra
patria.

'
i

cause per-

Bisogna quindi ricercare
chè l'Italia non ha una coscienza nazionale sviluppata e incominciar subito col riconoscere che
non l'ha perchè non può averla.
piuttosto le
Le

42

E non può

nazioni proletarie

averla per queste cause

:

insomma, o signori, sino a
non era stata mai nazione.
2.% non ebbe, e non ha, nemmeno una
1.% l'Italia

ieri,

lin-

gua nazionale, tranne in letteratura.
3.% l'Italia fu falla con poca guerra e con
poca rivoluzione.
4.» causa, l'Italia fu fatta

in

antagonismo fra loro

;

aristocratico e borghese,

da troppi

monarchismo

e

spesso

ufficiale,

gai'ibaldinismo popola-

mazzinianismo cosmopolita, e anche dopo durarono, e durano ancora gli antagonismi.
b.^ causa, r Italia fu fatta troppo con rigiri
diplomatici e con armi straniere.
6.«, l'Italia troppo presto cadde nella lotta di
classe, e l'iniziale formazione della sua coscienza
re,

fu arrestata.

ed ultima causa, l'Italia cadde e non poteva non cadere per la poca rivoluzione da cui
fu fatta, cadde in mano del personale politico
7. a

di cui ho detto più sopra, e che era ed è, l'avanzo dei tempi servili, l'estremo avanzo di tradizioni, di metodi, di gente già in

in

decomposizione

allora,

degenerazione e

a capo di governi mi-

nuscoli, imbelli e inetti.

Ciò riconosciuto, il nazionalismo si afferma
educatore di coscienza nazionale. Si afferma anzi
(diciamo un'altra cosa confortante !) si afferma

segno d'un progresso, in Italia, d'un insperato
progresso rispetto alla formazione della coscienza nazionale.
e il

nazionalismo

43

nazionalismo ha incominciato a sviluppare

II

questa coscienza come

borghese

di

cui

attività.

buon italiano perfetto
abbiamo parlato in principio,

vecchio patriotta,

Il

il

|

aveva un falso patriottismo, falso perchè falso,
ma sopratutto perchè inattivo. Era patriottismo
morto. Ora invece

il

nazionalismo è patriottismo

vìvo.

Ora

me

la

coscienza nazionale viene concepita co-

feconda d'opere.
Viene concepita come un prodotto d'attività
la

coscienza religiosa

:

tempo come produttrice
Viene concepita come informatrice

allo

stesso

e

d'attività.

di tutta la

vita del cittadino.
Il

popolo

o signori,

italiano,

difetta

di

disci-

Dobbiamo dimostrarlo ? È superfluo. Facciamo di meno di occuparci dell'individuo. Ma

plina.

l'individuo
ufiìcii

si

vede nei servizii pubblici, negli
Ebbene, è superfluo dimostrare

pubblici.

quanto nei

servizii e negli ufIìcii pubblici

tadino italiano
fetti

difetti

di disciplina.

il

cit-

Quanto

di-

del sentimento del dovere.

Ora la coscienza nazionale, c[uale il nazionalismo la concepisce, può e deve essere scuola di
disciplina e di dovere.

Il

devoto, siccome sa che

d'ogni suo atto deve rispondere a Dio, cerca che

ogni suo

atto

sia

buono

e

secondo

il

volere di

Dio. Così la coscienza religiosa informa tutta la
vita

dell'uomo,

d'opere.

E

ed

è,

alla stessa

come ho detto, feconda
maniera la coscienza na-

zionale, dicendo ai cittadini che di certi loro atti

j

|
Le

44

nazioni proletarie

debbono rispondere alla nazione, perchè poi queil compito suo,
può e deve atti-

sta possa fare

vare in loro
l'abito

della

il

sentimento del dovere e quindi

disciplina.

Questo sopratutto, secondo il nazionalismo, deve essere fortemente inculcato al cittadino che
esso deve fare il suo dovere con la massima di:

perchè la nazione sia in grado poi di
compito suo. Allora il cittadino si forma
un nuovo animo pensando che egli obbedisce
a un ordine che viene dall'alto, e nel tempo stes-

sciplina,

fare

il

so che egli pure collabora a un' opera grande,
tanto grande da esser fuori d' ogni limite delle

ma che insomma
anche della sua collaborazione ha bisogno. Cioè,
il
cittadino prova una soddisfazione nuova, e,
nello stesso tempo, sente nascere in sé un che

sue forze e delle sue vedute,

incomincia a credere d'obbedire a
un che di divino. E incomincia ad agire volentieri
secondo questa religiosità della sua coscienza nazionale. La quale religiositcà, o mici signori, il
di religioso, e

giorno che in Italia esisterà per molti,

partiranno
gli

e

i

treni

arriveranno finalmente in orario

;

impiegati nei municipii e nei ministeri lavo-

reranno

;

le facce, le parole,

costumi degli
dolenza,

italiani, in

spirieranno

gesti, l'incedere,

i

i

luogo della presente in-

alacrità,

e

cosiddette questioni interne che

qualcuna delle
si

trascinano sin

dai primordii del regno, sarà finalmente risolta.

Perchè, o signori e signore, la coscienza nazionale è anche scuola di galantomismo politico.
e il

Ed
Ed

45

nazionalismo

è scuola di sacrifizio.

perchè lio detto da principio che
abbiamo diverso dal perfetto borghese
Perchè finalpatriotta, e sopratutto l'egoismo
mente il nazionalismo è una integrazione tra l'egoismo per cui il cittadino domanda alla nazione
ecco

noi tutto

!

d'essergli utile, e l'altruismo

non

si

per cui

il

cittadino

rifiuta d'essere utile alla nazione.

Supre-

ma

affermazione del nazionalismo è che la nazione ha un compito per se stessa fuori d'ogni
limite delle forze e delle vedute e degli interessi,

anche agli interessi del cittaanche di tutti i citt,adini insieme.
A questo compito della nazione che gli sovrasta
come un che di divino, con l'animo che nell'uomo al divino risponde, cioè con animo religioso,
e

talvolta contro

dino, e talvolta

il

cittadino

si

deve sacrificare, e quando sia ne-

cessario, sino alia morte.
Il

una

nazionalismo insomma, o signori, è ancora
Un'integrazione tra
volta un'integrazione
!

nazionalismo
s'intende, vero

non quello
Il

patriottismo.

e
;

Patriottismo,

dei perfetti borghesi.

nazionalismo è insomma scuola di

morali, di quelle che volgarmente
virtù.

si

mezzo per

cittadini,

il

valori

chiamano

Abbiamo incominciato affermando

zionalismo banditore d'egoismo e
zione

ben

quello dei nostri padri liberatori,

d'utile,

il

na-

la

na-

miglioramento economico dei

perchè così è, né ancora s'è trovato un
della nazione valido a procurai'e il mi-

mezzo più

glioramento economico d'un più vasto numero di
Le nazioni

46

cittadini

proletarie

terminiamo affermando

;

scuola, la nazione impositrice

un' integrazione
tra

valori

i

virtù.

di

nazionalismo

del

economici e

nazionalismo

il

valori

i

Ancora

Integrazione

!

morali

d'

un

popolo.

nazionalismo, o signori,

II

La

coscienza nazionale

è

una morale.

è

l'allività

di

questa

morale.

Ebbene, che a questa morale s'ispirino lo stail governo italiano, le classi dirigenti

to italiano,
italiane,

quel personale

politico

italiano

più volte ho fatto cenno, e in cui stanno

cui

di
il

cer-

e il cuore della nazione
L'Italia allora
avrà cuore e cervello per fare il suo compito, il
suo doppio compito per l'utile dei suoi figli e

vello

!

:

mezzo alla vita
mondo, come noi siamo in essa viventi.

per se
del

stessa,

che

è vivente in

In altre parole, la patria nosù'a avrà prosperità,

ricchezza e

grandezza,

gli altri

gloria

beni maggiori, potenza,

Invece

!

di

essere

suddita

e

parassita d'una civiltà altrui, essa sarà apportatrice

Ma

d'una nuova civiltà al mondo.
caposaldo del nazionalismo è l'affermazio-

ne della necessità della

lotta internazionale.

nazioni non acquistano, conquistano

no

!

Le

Conquista-

la loro prosperità, la loro ricchezza,

la loro

potenza, la loro grandezza, la loro gloria, la loro
civiltà, la

Una
sanità,

loro storia nel

nazione,

per

l'operosità,

le

l'

mondo.

intelligenza,

stessa della sua popolazione

il

qualità,

altre
;

per

la

vigore,
la

la

quantità

sua posizione
geografica
stensione

47

nazionalismo

e il

per la natura del suo suolo e

;

suo

del

territorio,

per

lo

stesso

l'e-

suo

combinazioni internazionali e storiche, per una sola o per tutte queste
condizioni insieme, deve possedere le attitiidhjii
bisogno urgente

iniziali

La

le

a diventare prospera e grande.

nostra patria

Così essendo,
tria

per

;

il

le

possiede

!

sentimento che la nostra pa-

formerà della necessità ineluttabile che

si

essa ha di lottare con le altre nazioni per conquistare

sua prosperità e la sua grandezza

la

mondo

questo sentimento sarà il migliore
educatore della sua capacità di conquistare la
nel

;

sua prosperità e la sua grandezza nel mondo.
Il migliore educatore, perchè appunto quello dell'ineluttabile necessità.

Oggi in Italia

manca

E

è questa l'ultima ragione

non

questo educatore sovrano.

perchè
anche oggi sussiste quel personale politico di cui
più volte ho fatto cenno. Perchè anche oggi reforse

stano insolute, e insolubili, pare, tante cosiddette
quistioni interne.

Ma, ho già detto, la lotta internazionale che in
tempi ordinarli si chiama concorrenza, in tempi
straordinarii

si

chiama guerra. Non può una

nazione partecipare con risolutezza alla lotta internazionale, senza o presto o tardi dovere scegliere tra la

E

la

Ma
se

io vi

una

pace e

guerra non

si

la guerra.

vuole, voi

mi

dite,

o signori.

rispondo invitandovi a ricordare che

volta,

fra tanti stati in cui

eravamo

di-
Le nazioni

48

proletarie

non ne avessimo avuto neppure uno che
volesse la guerra, noi forse non saremmo ora una
visi,

nazione libera ed una, o tale
peggior

modo che

certo in

Ma uno

per
Piemonte Piccolo, affronVinto, dopo pochi anni mandò 1 suoi

fortuna ne avemmo,
tò l'Austria.

saremmo

ora non siamo.
il

!

soldati a combattere in Oriente. Certo il soldato
che vincendo morì alla Cernala, prima di chiudere
gli occhi avrebbe pili di qualunque altro potuto

domandare

:

—

Perchè, perdio, mi hanno manda-

—

morire qui ?
Né avrebbe saputo rispondersi. Né avrebbero saputo rispondergli quanti
quegli aveva lasciato nella piccola patria lontana,
il padre, la madre, i fratelli, gli amici e tutti i
suoi coetanei. Né avrebbero saputo rispondergli
gli stessi ministri del re che l'avevano m^andato,
tranne uno, Cavom', il quale sapeva ciò che noi

to a

ora sappiamo. Sapeva che quell'atomo d'un atomo, quel nulla di un nulla che era la vita di
queir umile soldato,

doveva sacrificarsi

lontano lontano, fra

altri

tro altri
quello, di

eventi

soldati

sti'anieri,

laggiù,

soldati stranieri, con-

perché poi anche di

quel nulla d'un nulla, raccolto dagli

futuri,

della storia,

doveva essere

si

per l'eterno miracolo

potesse

materiare quella grande cosa che
la libertà d'Italia.

Io voglio dirvi, o signori, che senza la guerra

noi

non saremmo.

Né saremo mai

quali

i

nostri padri ci vede-

vano con gli occhi della speranza, quando versavano il loro sangue.
e il

Avremo mal

nazionalismo

49

corrisposto alla loro speranza e

11 dovere che anche noj
preparare in una patria migliore una
di
vita migliore a coloro che debbono nascere del

tradito

il

nostro dovere.

abbiamo

nostro sangue.

CORRADiNi. Isazionalismo italiano.
III.

Il

primo Congresso Nazionalista.
Relazione presentata

al

primo Congresso

Nazionalista a Firenze

il

3 Dicembre 1910.
La mia

relazione sarà semplice e breve.

Mi

propongo

di mettervi sott'occhio alcune cose

che

voi già conoscete.

Ma

acquisteranno una nuova

importanza, se potremo riunirle tutte sotto una
luce nazionalista.

Mi propongo

di parlarvi delle condizioni della

nostra vita nazionale, avvertendovi che non

mi

sarà possibile parlarvi di tutte ed estesamente,

ma

soltanto

d'alcune e per

summa

capita, -per

rapidissimi cenni. Qui sono alcuni spunti di temi,

come

in

un preludio

di

melodramma wagne-

riano. L'importante sarà scorgere in

ognuna

il

punto nazionalista, trovare per ognuna (poiché
voi già sapete che queste condizioni non sono
buone) il mezzo di trasformazione nazionalista.
C'è una condizione generale, fondamentale e

da cui

centrale,

tutte

le

particolari

condizioni

provengono come dal cepl'albero. Bisogna trovare questo ceppo
il
male e proporre il rimedio secondo

della nazione italiana
I
.

pò

tutto

in cui
il

è

nostro pensiero e

nalista.

E

senza

altri

nostro sentimento naziopreamboli entriamo in ar-

il

gomento.

Noi siamo un popolo d'emigranti, vale a di-
U primo

54

Congresso Nazionalista

re (non sembri superflua qui la spiegazione della

comunissima parola), per avere lavoro e pane
siamo costretti a lasciar la patina e a disperderci
per il mondo.
Giuseppe Bevione ha negli ultimi mesi pubblicati nella

In

un

Stampa alcuni

articoli sull'Argentina.

il Bevione scriveva
«Per l'Argentina l'emigrazione italiana è tutto.
Ho detto che in poco più di cinquant'anni oltre
due milioni e mezzo di italiani si sono stabiliti

articolo del 5 Ottobre

:

nella repubblica
che su sei milioni di abitanti
che ha l'Argentina, un milione è dato dai nostri
:

connazionali

che

60 per cento della nostra
colonia e fatio di agricoltori. Sono cifre che fanno pensare. Ma c'è di più. Il 65 per cento della
:

il

popolazione agricola del paese è dato dagli

Un

liani.

attimo

solo basta per

far

l'ha capito ancora
nelle

mani

riflessione

di

comprendere

—

su

—

ita-

questo dato
a chi

non

la forza prodigiosa che è

dei nostri fralelli che vivono al Piata.

è nelle loro mani. Essi sono tutto. Senza di essi l'Argentina soffrirebbe la
fame e l'onta di non ])oter far fronte ai suoi impegni con l'estero. Se gl'italiani dell'Argentina

«Il

cuore del paese

incrociassero le braccia per
la vita

canto.

della repubblica

Se

il

si

una

sola settimana,

arresterebbe per in-

governo italiano proibisse per una

sola annata l'emigrazione <;golondrina

marcirebbero per
gentina soffrirebbe

tre
])iù

»,

i

raccolti

quarti nei campi, e l'Ar-

che se una immensa in-

vasione di cavallette avesse straziato

le

sue cui-
.

primo Congresso Nazionalista

Il

Tucuman

ture da

55

allo stretto di Magellano,

senza

risparmiare un pollice di terra».

Ed

un numero

in

scriveva

:

«In Argentina

come

successivo, del 13 Ottobre,

collettività

italiani

gli
;

e,

come

gere la loro energia in
sorda,

ma

costante.

È

non contano nulla,
devono svol-

individui,

un ambiente

d' ostilità
[

altrettanto inutile farsi

il-/

quanto è funesto tacere la verità e lasciare che duri l'inganno. La tanto celebrata fraternità italo-argentina non esiste. C'è da una

lusioni,

parte, la nostra parte, la sommissione, la bontà,

l'amore del lavoro,

il

rispetto della legge, la de-

persone e

ferenza alle

alle

cose

del

paese,

Ig

troppo acuta febbre di far fortuna, nella quale

pur troppo

si

consuma

patria lontana

;

l'affetto e

il

ricordo della

c'è dall'altra parte, la

parte ar-

un sentimento istintivo e
superiorità non sempre celato,

gentina, la degnazione,
incoercibile

di

r ingiustizia frequente e la reale

avversione

a

questo elemento straniero più numeroso, più vitale,

più

forte,

repubblica

E

tutto

più

necessario

ai

destini

della

»

l'articolo

e altri

successivi

sono

un

quadro di quanto i nostri connazionali « patiscono» in Argentina. Rimando a quelli articoli. Voi
comprendete Che cos'è il lavoro italiano in Ar!

gentina
la.

?

Tutto.

Or questo

Che cosa sono

è esattamente

socialismo metteva e mette
tre alla borghesia.

il

il

gli

italiani? Nul-'

rapporto in cui

il

'

proletariato di con-;
'
.

56

II

primo Congresso Nazionalista

ma un

In Tunisia, non un giornale italiano,

La Tunisie

giornale francese.

anno

fa,

«Se

il

Tunisia

la

migrazione
parte

al

francaise, qualche

13 Giugno 1904, scriveva:

non ostante

oggi,

prospera,

de' nostri è

buon mercato

buon mercato,

e

la scarsa

im-

deve in gran

del lavoro operaio ed agri-

colo straniero (leggi italiano)
sto

si

i

:

capitali

sopprimete quefrancesi che ci

il
dominio, non avranno più alcuna buona ragione per venir qui e s' allontaneranno »

assicurano

Ma

per conoscere quanto

i

connazionali nostri

«patiscono», bisogna leggere nel secondo

numero

del BuUcttino dell' emigrazione di quest'

anno

relazione d'un nostro console di laggiù,

Ugo Sa-

betta
«

:

la

1

Gli operai

non sono pagati

gettoni che portano

hanno corso

il

in danaro,

ma

in

timbro dell'impresa e che

soltanto in essa e nella sua canti-

na. Allo scambio l'operaio perde l'uno per cen-

che dovrebbe essere il tasso regolare però si
sono avverati casi in cui il cinque ed anche il
dieci per cento furono percepiti da cantinieri
senza vergogna. È facile fare il conto del guadagno e della convenienza per l'amministrazione

to,

;

che adotta il sistema dei gettoni non ha bisogno di provvedersi di forti somme di denaro in
miniera percepisce uno sconto sul cambio frui:

;

;

sce del benefizio dei gettoni dati in

pagamento

che vanno smarriti obbliga il minatore a forlo costringe sovente a
nirsi nella sua cantina
;

;
.

Il

.

primo Congresso Nazionalista

57

non poter emigrare in altre miniere, negandogli
il cambio dei gettoni in moneta corrente »
Ciò
tato.

avviene in
Ivi

il

plaghe lontanissime dall'abiminatore sardo ò trasportato, e ta-

glieggiato e spogliato.
«Il

prezzo delle

varie

derrate

che dovrebbe

esser gravato del solo soprappiìi della spesa di
trasporto,
certe volte

è invece
al

portato

molto

doppio, se non

pii^i

di

al
;

sopra,

beneficio

il

aumenta ancora facendo passare per generi corche sono invece
tutto è pesato a chilo e impacchettato, senza che ne sia permesso il controllo,
e il povero minatore è obbligato a comprare in
tal modo estremamente vessatorio »
Voi comprendete
Vi è uno. sfruttamento di
classe, semplice
quello del proletariato (dice il
socialismo) per mano della borghesia
e vi è
renti

d'alimentazione

scadentissimi

prodotti

;

!

:

;

uno «sfruttamento

composto», o meglio
complicato di rapporti internazionali, di emigradi classe

zione nostra, di conquiste e di colonie

Ed

alti'ui.

ecco un'altra condizione della nazione ita-

È l'irredentismo. La sfioro appena. Quanmio amico Scipio Sighele pubblica le Pagine nazionaliste e quando il mio amico Giulio
liana.

do

il

de Frenzi pubblica le Lettere dall'altra sponda,
che cosa vogliono dirci ? Vogliono dirci una tristissima cosa che già sappiamo

:

che, cioè, alcune

centinaia di migliaia di nostri connazionali so-

no destinate a sparire, quali estremi rimasugli di
popoli decaduti, e come non fossimo noi del loro
II pi'imo Congresso Nazionalista

58

stesso sangue e accanto

formata

di

a loro

trentacinque

una nazione

milioni

di

viventi.

già

E

basta.

Ma non

basta, perchè noi

siamo

il

popolo del-

l'irredentismo

e

certe parti del

mondo, quasi a mostrare in iscoril nostro stato, siamo riusciti

dell'emigrazione

insieme,

e

in

cio e per simbolo

a riunire l'una condizione con

ad essere,

l'altra,

emigranti e irredenti nel medesimo tempo.

cioè,

In Tunisia, per esempio, che era già italianizzata

prima che

la Francia la conquistasse, e di cui
per rispetto alla nostra emigrazione ho parlato
più sopra. Irredentismo, cerchio delle grandi po-

tenze stretto intorno a noi, ed emigrazione lonta-

na

:

frutto del nostro

il

Vale a

sangue di là dall'Oceano
Bevione ne!

dire, le peggiori condizioni. Il

articoli che ho citati, ricorda una volta il
Giappone, « paese analogo al nostro per le scarse
risorse economiche e la popolazione sovrabbon-

gli

dante». Tutta la politica giapponese sull'emigi'azione consiste

Bevione riporta

il

Komura
<

in

nel

Il

distruggere

queste

l'emigrazione.

parole

del

E

ministro

:

Giappone

potenza

si

trasformò da impero insulare

continentale

in

conseguenza

d'una

guardandoci in giro, veestendersi all'Ovest l' impero cinese che
diamo
al Nord l'impero
conta 400 milioni d' abitanti
russo con 160 milioni; all'Est la repubblica
degli Stati Uniti con 100 milioni. Circondato da

grande guerra.

Ora,

;

così poderose nazioni,

il

popolo giapponese deve
.

Il

primo Congresso Nazionalista

meno

raggiungere per Io
bisogna non

ma

si

59

100 milioni, e quindi

i

disperda sulla faccia del mondo,

si

concentri

gione vicina.

E

fondamentale

più possibile in una sola re-

il

il

in armonia con questa politica
governo aspira a favorire l'emi-

grazione nella Manciuria e nella Corea dove

ci

sono ampie estensioni di terra coltivabile e dove possono vivere da 20 a 30 milioni d'uomini.
Fino a che l'emigrazione si adatterà a questa
politica,

il

governo non mancherà di favorirla

e proteggerla».

Nel quale passo
differenze fra

zione
«

ha

è

commentare

che ha

quelli

l'Italia, e

paese analogo

superfluo

le

concetti che intorno all'emigra-

i

il

Giappone,

»

Enumero appena

altre

condizioni.

Rammento

che l'industria del forestiere e l'arte delle belle
città continuano in noi l'abito dell'animo servile,
e che è troppo avere anche quest'abito in casa,

quando pure siamo costretti ad avere fuori, per
tutto il mondo, l'animo dell'emigrante. Rammento
l'invasione dei capitali stranieri,

1

prodotti delle

nostre industrie battuti in casa nostra dai prodotti

stranieri.

Altri

me rammentarvi
tutta

Italia,

stranieri,

dove

il

che è qui, può meglio di
E ci son Garda per

Garda.

l'italianità

non sappiamo

è sopraffatta

dagli

se più nel suo interesse

o nella sua dignità.

Ripeto che posso solo accennare. Debbo con

una suggerirvi

il

ricordo di cento cose e passare.
60

primo Congresso Nazionalista

II

Voi ed

apparteniamo

io

alle

classi colte

ri-

;

pensate alle condizioni della cultura italiana, ed
leggerò un brano d'un recente discorso di
Guglielmo Ferrerò.
«Chi scrive la nuova storia di Firenze è un
io vi

tedesco

a libri

:

francesi,

singolo

ma una

episodio,

rinascimento

ma

:

che

la storia di

non

un

completa

del

storia

dico

deve

tedeschi

inglesi,

ricorrere chi voglia leggere,

del

rinascimento

?

Anzi perfino del recente risorgimento nazionale.

sommario non scolastico di
nuovo storico di Cavour vive
in America
quello di Garibaldi è un inglese la
Francia, pare, si prepara a darci il futuro storico di Mazzini. Perfino le ultime opere pubblicate in Italia su Dante sono tradotte
una
Inglese è

ultimo

l'

questa storia

il

;

;

;

;

dall'inglese, l'altra dal tedesco.

Della storia ro-

mana non parlo neppure che quasi a gi'idare
faccia al mondo che noi non ci sentiamo più
:

in
la

forza di scrivere la nostra storia, la nuova Italia

in

ha chiamato a insegnare
Roma, un tedesco».

Ma
te

queste, potrà obiettare qualcuno, sono tut-

condizioni in cui è evidente

vita

e gli

interna

della

stranieri.

!

Ebbene,

nazione

Però,

condizioni interne,

ne

Roma,

la storia di

amici,

le

il

legame

e l'esterna,

abbiamo anche

tra
le

la

noi

nostre

cosiddette quistioni interse

io

volessi

linguaggio esagerato, direi che per
zionalista,

ti-a

per un uomo,

parlare un
un vero na-

cioè, dotato

d'una vera
Il

primo Congresso Nazionalista

61

coscienza nazionale, quistioni interne della nazione non esistono.

Ma

siccome voglio parlare

un linguaggio temperato, dirò soltanto che la
massima parte delle cosiddette quistioni interne
sono false interne e possono sempre convertirsi
in

quistioni

esterne.

Per esempio, noi abbiamo
di questa

?

la quistione interna

E

del Mezzogiorno.
Tutti

quale quistione più interna
ministeri l'hanno posta a ca-

i

po, e certamente continueranno ancora, dei loro

governo come quistione interna per
antonomasia. Tutti i ben pensanti delFopinione
pubblica r hanno schiaiì'ata in faccia a noi na-

programmi

cosiddetti

zionalisti

come

di

colonizzatori

e

imperialisti

quistione interna per antonomasia da ri-

solvere

prima

!

Ma

ben. pensanti del

nessuno

perchè

prima e

del

di

questi

dopo, delle qui-

da risolvere prima e delle quistioni
perchè nessuno dj
esterne da affrontare dopo
questi ben pensanti ha mai pensato che la quistione del Mezzogiorno è almeno per metà una,
quistione d'emigrazione ? Cioè, almeno per metàuna quistione esterna ? O che forse tutta la quistione del Mezzogiorno consiste nel rimboschire
in una legge fatta dal governo
il Mezzogiorno,
italiano per rimboschire il Mezzogiorno ? No davvero Almeno per metà la quistione del Mezzostioni interne

•

;

!

giorno è quistione d'emigrazione,

cioè,

E

ben

infatti,

cari

nostri maestri

l'ordine

;

signori,

mentre
e da

costituito

mentre
tutti

i

i

esterna.]
pensanti,,

partiti politici del-

costituire

;

mentre

tutti
62

i

primo Congresso Nazionalista

II

ministri continuavano a ripetere

mano

:

—

Mettiamo

a risolvere la quistione interna del ÌMezzo-

tempo di risolvere la quistione interna del Mezzogiorno, non facciamo nulla se prima
non abbiamo risolta la quistione interna del Mezzogiorno
che cosa accadeva ? Accadeva che
giorno, è

!

—

del Mezzogiorno, il Calabro e il basifacevano per conto loro quistione esterna
di quella che per l'intera nazione, per l'alta pol'abitante
lico,

litica militante,

per l'opinione pubblica e

cento giornali, restava quistione interna.

i

suoi

Cala-

Il

emigravano. Prendevano i loro
dieci secoli di miseria e la loro pazienza e attraversavano l'oceano avendo essi soli il coraggio
di fare per loro proprio conto quella politica
bro e

siculo

il

d'avventure che era rinnegata dalla viltà nazionale.

Gli emigranti,

perfetto
|i

buon senso

o signori, maesU'i miei del
del

prima

sono

e del dopo,

precursori degli imperialisti, cattivi precursori,

'ma sono.

La

quistione del Mezzogiorno è anche la qui-

stione della Sicilia, della Sicilia che per causa

dell'emigrazione diminuisce di diecimil'anime e

più all'anno ed ha province desolate. Ora, fac-

una supposizione per spiegare il mio pensiero
non per tracciare un programma di conquista,
né molto meno per uno sterile rimpianto del passato. Ma supponiamo che l'Affrica più vicina
cio
e

fosse italiana.

Credete voi che la quistione in-

terna della Sicilia oggi sarebbe la stessa

giungo anzi

:

?

Ag-

credete voi che sarebbe la stessa
Il

per tutto

primo Congresso Nazionalista

Mezzogiorno

il

per tutta

e

63

l'Italia ?

L'es-

sere quell'Aflrica piuttosto sotto dominio italiano

che francese credete voi che avrebbe lasciato e
la Sicilia e il Mezzogiorno e l'Italia nelle stesse
condizioni in cui sono rimaste ? Ma tutta la vita
dell'isola

da quell'aggiunta del dominio italiano

di là dal

breve mare sarebbe stata rinfiancata

e serrata alla penisola.

E

tutta la vita dell'isola,

Mezzogiorno e della penisola sarebbe sta-,
ta rinfervorata, e certo molte cosiddette quistioni interne che ancora imputridiscono sotto il
sole e per cui imputridiamo, sarebbero state ri-;
e del

solte.

me

Sarebbero state risolte essendo poste coNoi avremmo una buona

quistioni esterne.

volta seppelliti

i

cadaveri.

nostri

Un'altra quisiione interna è la scuola. Ma, signori

miei,

la

quistione

zo,

non

consiste

toglier di

mez-

disordini della Minerva e nel corredar di

i

panche
sto

scuola

della

solo nel toglier di mezzo, nel

le

aulette

queste

aulette

tutta

elementari ? O non piuttosono il primo principio di

E

al-

quistione

in-

una grandissima opera nazionale

lora possiamo dir

noi

quanto

la

?

terna diventi esterna, noi che sappiamo quanto

(rammento il FerNoi avevamo, amici, un patrimonio di capolavori e un patrimonio di perfezioni morali che ci avevano lasciato
cento generazioni di maggiori nostri in duemila
e cinquecento anni di storia e con tre sovrala cultura italiana sia schiava

rerò) della cultura straniera.

nità

su

tutte

le

genti,

la

sovranità

de' nostri
64

II

primo Congresso Nazionalista

la sovranità de' romani, la sovra-

fratelli greci,

nità del rinascimento. Questo patrimonio era stato

sole della terra,

il

un apice

delle menti,

un

termine delie umane aspirazioni, uno specchio
dell'eterno umano ideale, l'Olimpo degli Dei e
degli eroi
con questo per secoli e secoli avevamo educato la nostra infanzia e la nostra gio;

ventìi

questo aveva dirozzata la barbarie, su-

;

scitate civiltà, era stato

aveva attraversati

e aggiunti

gli scopritori

nità del genere

lievito di rivoluzioni

il

nuovi continenti

i

umano

accorsi a morir

lo

gettammo

ai

cani

!

all'u-

questo avevan portato

;

ardente e folgorante nel loro sangue
poeti

;

oceani dietro alle navi de-

gli

i

giovinetti

Ebbene, noi
Noi gettammo ai cani queper

l'Italia.

sto immenso nostro patrimonio, il classicismo
Lasciammo che su questo avesser ragione i me!

grammaticali e

todetti
i

lessicali tedeschi

piangono per

filologi tedescheggianti

che

fa

si

pii^i ?

al

abbiamo

cosiddetta quistione

vale a dire,

Ed

ora

guerra

Ma

questo dov'è mai

risolta

esternamente una

classicismo

Cioè, noi

!

la

!

interna,

assoggettando

il

ma

alla

nosti'O

rovescia

spirito

:

alla

cultura straniera, invece di assoggettare la cul-

tura straniera al nostro spirito.

Or non
torno al

Vincenzo Morello scrisse innazionalismo nelle Cronache letterarie^ e
è molto,

fra le altre cose diceva

forza,
stile.

non ha

ideale,

Dinanzi alla

:

solo lo stato non ha
non ha metodo, non ha
storia contemporanea esisto-

«Nella lotta per la

vita,
.

Il

no

primo Congresso Nazionalista

nemici dello

i

non

stato,

65

esiste lo stato. Ora,

quale è la base dello stato in Italia

?

11

parla-

mento. E dal parlamento qual mai pensiero,
quale parola, quale energia si è sprigionata in
tanto volgere di anni ? Qual politica è mai da
esso venuta fuori capace di provvedere, non dico
a lunga scadenza, ma a scadenza almeno di un
decennio, agli interessi e alla fortuna del paese ?
Quasi questo paese sia un trovatello, raccolto
per pietà in un angolo oscuro della storia, nessuno di quelli che avrebbero avuto il potere di
renderlo prospero e felice, ha mai avuto fede
nell'avvenire, e tutti

hanno cercato di sfruttare il
minor pericolo per-

provvisorio, di sbarcare col

sonale

il

destino

E

i

personale lunario e di abbandonare
destini

Morello aggiungeva

il

al

»

:

«Ci fu un momento, in cui parve che Tltalia
volesse anche

lei,

come

le

potenze, allar-

altre

mondo

Ma

gare

i

po

prime, prevedute e prevedibili sciagm'e essa

le

suoi confini nel

coloniale.

do-

raccolse nel proprio nido, per paura delle in-

si

temperie. Siamo

poveri, dissero

e bisogna diventar ricchi,

lusso della vita coloniale.

il

cipio,

su che

gnavan

i

laici del

i

prima

parlamentari,
di permetterci

Petizione di prin-

parlamentarismo disde-

Era
quando Francoloniale une affaire

di rivolgere l'arco della loro mente.

forse ricca la Francia, com'è ora,

cesco

du

I

roy,

faceva della politica

quando Richelieu concedeva

CoRRADiNi. Nazionalismo italiano.

ti ioli

di no5
.

66

.

II pì-imo Congresso Nazionalista

che fossero andati a exploiter
era forse signora e padrona dei

biltà ai borghesi
le

colonie

?

O

mondo l'Inghilterra, quando per terra e per mare, guerreggiando e speculando, ha

mercati del

costruito, in due secoli di lotta interrotta., il suo
impero coloniale ? O la ricchezza dell'una e dell'altra nazione non è la conseguenza di tutti quegli sforzi e di tutte quelle lotte ? Noi abbiamo assistito, si può dire, alla formazione della politica coloniale tedesca. I vincitori di Sédan arrivarono ultimi al banchetto i buoni posti erano
tutti occupati. Ed essi senza scoraggiarsi mossero ad occupare quelli rimasti liberi, anche
:

sotto

il

tropico

»

Ebbene, bastano queste tristi e giuste note di
Vincenzo Morello a far vedere come la quistione
senza dubbio interna del nostro parlamentarismo,,
che è tutto il nostro mondo politico, sia una cronistoria d'atti esterni, soppressi. Or non è molto

Stampa Scipio Sighele scriveva

nella

:

«Credo che tutti saranno d'accordo nel riconoscere che colui che re^ge oggi il governo d'Italia è un patriotta. Ebbene, questo patriotta che
porta

il

nome

sunto

il

suo credo politico in due Xrasi

liani

ha

illustre di Luigi Luzzatti,

che amano

la patria,

della politica estera

;

gli

:

rias-

gli ita-

devono disinteressarsi
devono mante-

italiani

nere la pace anche a costo di ogni viltà »
Ebbene, signori miei, il patriotta Luigi Luzzatti,

fior

del

nostro

parlamentai'ismo,

troppo una nostra quistione interna.

Ma

è

pur
coni-
prendete

che

tutti

interna sarebbe

Veniamo a
Dobbiamo

il

la politica di questa quistione

mondo.

suicidio dell'Italia nel

^

noi.

partire dal riconoscimento di que-

principio

sto

67

primo Congresso Nazionalista

Il

:

sono nazioni proletarie, come

ci

nazioni, cioè, le cui
sono classi proletarie
condizioni di vita sono con svantaggio sottopoci

;

ste a quelle di altre nazioni, tali quali le classi.

Ciò premesso,

il

nazionalismo deve anzitutto batl'Italia è una nazione

ter sodo su questa verità

:

materialmente e moralmente

proletaria.

Ed

è

proletaria nel periodo avanti la riscossa, cioè, nel

periodo preorganico, di cecità e di debilità viSottoposta alle altre nazioni e debile, non

tale.

di forze popolari,

samente come
lismo
I

gli si

muscoli

il

ma

di forze nazionali. Preci-

proletariato

prima che

il

socia-

accostasse.
de' lavoratori

che volontà avevano

i

eran

forti

com'ora,

lavoratori di elevarsi

?

ma

Era-

no ciechi sul loro stato. Or che cosa accadde,
quando il socialismo disse al proletariato la prima parola ? Il proletariato si risvegliò, ebbe un
primo barlume sul suo stato, intravide la possibilità di mutarlo, concepì il primo proposito di
mutarlo. E il socialismo lo trasse con sé, lo spinse a lottare, formò nella lotta la sua unione, la
sua coscienza, la sua forza, le sue stesse armi,
il suo nuovo diritto, la sua volontà di vincere,
il

suo orgoglio di stravincere, l'affrancò,

lo

portò

a dettar la sua legge di classe alle altre classi,
alla nazione,

alle

nazioni.

i
68

II

primo Congresso Nazionalista

Ebbene, amici, il nazionalismo deve fare qualche cosa di simile per la nazione italiana. Deve
essere,
")<^

a male agguagliare,

nazionale.

come

Cioè,

proletariato

il

valore

della

dobbiamo insegnare

noi

il

nostro socialismo

socialismo

il

lotta

all'Italia

insegnò

di

classe,

al

così

valore della

il

lotta internazionale.

Ma

la lotta internazionale è

Ebbene, sia
-A sciti

la

guerra

!

E

il

la

guerra

?

nazionalismo su-

in Italia la volontà della guerra vittoriosa.

È superfluo avvertire che la nosti'a guerra non
è

un

precipitarsi alle armi, e che la nosti'a guer-

ra vittoriosa non è un'ingenuità poetica, o profetica,

ma un

y poniamo

ini

ordine morale. Noi
«

metodo

di

insomma pro-

redenzione nazionale

»

e con un'espressione estremamente riassuntiva e
concentrata lo chiamiamo « necessità della guer-

ra».

La guerra

è latto

supremo,

ma

l'alfermare

guerra comprende il riconoscere la necessità del preparare la guerra e del
la

necessità

della

prepararsi alla guerra, cioè, comprende un metodo tecnico e un metodo morale. Un metodo di
disciplina nazionale.

Un metodo

per creare

la

ragione formidabile e ineluttabile della necessità
della disciplina nazionale. Un metodo per creare
la necessità inesorabile di ritornare al

del dovere.
le

scuole

Preme

e le

Un metodo

sentimento

al cuore de' nazionalisti che

ferrovie

facciano

il

loro

dovere.

per restituir credito soprattutto alle
virtù e all'esercizio delle virtù (i mezzi del Giappone povero come noi) che i borghesi e la loro
H primo

Congresso Nazionalista

opinione pubblica e

il

uomini

dirigenti e gli

loro

buon senso

politici,

o

il

69

e le clavSsi

parlamentari-

smo, come direbbe Vincenzo Morello, misero da

banda per rispetto alla vita della nazione italiaUn metodo finalmente per rinnovare un patt0

na.

na-

di solidarietà di famiglia tra le classi della

Un metodo

zione italiana.
sità e l'utile di

predicato

lavoratori

ai

per provare la neces-

questo patto. Per anni e anni fu
dal

italiani

socialismo,

nostro maestro e nostro avversario, che era loro
interesse rendersi solidali con

lavoratori della

i

Concincina e del Paraguay e rompere ogni solidarietà con i loro padroni e con la nazione italiana. Bisogna rinchiodare nel cervello dei lavoratori che

hanno un maggiore

tenersi solidali

con

con

i

interesse a

man-

loro padroni e soprattutto

nazione e a mandare al diavolo la socon i loro compagni del Paraguay e

la loro

lidarietà

della Concincina.

Insomma
ha

risolta

da quando è costituita
ha perdute due guerre

l'Italia,

bertà e in unità,
la

quistione

Mezzogiorno.

del

politica delle alleanze è giunta
de' suoi

amica

in
e

li-

non

Nella

ad essere nemica

nemici de' suoi algli uni e presso gli
ha sospettato neppure che si potesse

alleati

e

de'

senza credito presso

leati,

e

altri.

Non

imprimere all'emigrazione un moto verso una
finalità nazionale ed ha ormai logore tutte le
sue istituzioni ed esausti

Vale a

dire,

il

resultato

tutti

i

della

suoi

parliti.

nosti-a

politica

estera e della nostra politica interna è cattivo.
70

Quali

II

le

primo Congresso Nazionalista

cause

sione generale.
st'opera.

?

C'è bisogno d'un'opera di reviIl

nazionalismo

si

propone que-

C'è bisogno di mutai' sistema, di tro-

vare un miglior sistema di uomini e di cose. Il
nazionalismo vuol trovarlo. Questa è la sua ragione d'essere.
PARTE SECONDA.

POLITICA MILITANTE.
IV

Aristocrazia democratica
e

democrazia oìigarcMca.
.

L'esperienza delle ultime elezioni politiche del-

Novembre 1913 insegna, a coloro
che vedono chiaro, che quello fra i molti partiti
il quale si chiama il vecchio grande partito liberale, se vorrà continuare ancora a dirigere la
l'Ottobre e del

vita politica della nazione, bisognerà

che

si

tras-

formi in un nuovo grande partito nazionale pren-

dendo

dottrina,

nazionalismo

animo

che

e metodo di lotta da quel
ultimamente è stato la sua

avanguardia
Allora soltanto potrà collocarsi di fronte al suo
antagonista naturale che è

La
zioni

il

realtà storica presente
di

fronte,

quella del

partito

socialista.

comporta due posipartito

socialista

e

quella del partito nazionale.
Chi, per esempio, vede

il

solito partito liberale

due estremi opposti, socialisti e clericali, e
ne fa dipendere il suo trionfo avvenire, e per
conseguenza la salute della patria, dal suo tenersi equidistante dall'uno e dall'altro, è uno che
non vede giusto, probabilmente per vecchio spirito settario. Gli opposti, se mai, qui sono clericali e massoni. Ma oltre a ciò la realtà storica è
per due grandi partiti di fronte il partito sotra

:

cialista e

il

partito nazionale.
76

Aristocrazia democratica

Il

compito

di quest'ultimo

deve essere di lavo-

rare per la pacificazione interna, allo scopo d'au-

mentare

la ricchezza e la

potenza della nazione,

come mezzi per raggiungere
nazionali
del

le

supreme

finalità

cui divenire sta riposto nel conflitto

il

mondo. Ora,

nel

lavorare

a ciò

partito

il

nazionale verrà a trovarsi antagonisticamente di

contro al socialismo che è internazionalmente pacificista

per

gli

effetti

della lotta

di

classe

in-

terna.

Ma
altri

contemporanea

nella realtà storica

Sono

partiti.

socialismo e

il

tutti

ci

sono

quei partiti medii tra

vecchio liberalismo che

democratici e che per la

il

dicono

si

comune essenza

loro

possono considerarsi unificati in un solo grosso
partito democratico.

Dinanzi a cui come verrà a trovarsi
nazionale che dobbiamo formare, se

partito

il

a cuo-

ci sta

re la salute della patria ?

Per rispondere a questa domanda bisogna avdue parole che
volgarmente hanno lo stesso significato. Le due
vertire la differenza che passa fra

parole sono avversario e nemico.
l'avversario,

l'antagonista,

Il

socialismo è

come abbiamo

detto

;

democrazia, non ciò che sarebbe la democrazia secondo le sue definizioni teoriche che sono
la

men

che nulla nell'azione

politica,

ma

ciò

che è

la realtà democratica operante nell'Italia di oggi,

questa è

È noto
in Italia.

nemico.

il

il

processo fatto alla democrazia anche

Ma

soltanto a

Roma, durante

le

eie-
democrazia oligarchica

e

chiaro nel fondo di essa. Bisogna ripensare alla democrazia dei principi romani. Bisogna ripensare ai due principi romani, don Leozioni, vidi

ne Caetani
la loro
zia.

e

don

.Scipione Borghese,

campagna

Ma prima

i

quali fecero

elettorale sulla loro

democra-

per galantomismo debbo premet-

che se parlo de' principi romani, non ò
perchè nutra uno speciale rancore verso quelle
nostre illustri villime elettorali, ne perchè atti'ibuisca a mera colpa personale loro quanto dicono e fanno la cecità dei tempi è in loro ed
essi non vedono e non capiscono. Ma io ne parlo
perchè appunto la combinazione delle fortune
elettorali volle che essi nella capitale del regno
fossero elevati a indice di un male che è generale
tere

;

di tutte le classi loro, della vecchia aristocrazia,

della borghesia ricca,

di

quella di lavoro e di

quella di cultura. Li prendo per ciò che furono in

un'ora solenne

E non

:

prototipi e

memorando esempio,

tanto intendo parlare contro di loro e

i

loro

quanto parlare per loro e i loro simili, per
illuminarli. Dopo di che veniamo a noi. Una serg
dunque a Roma andai a un comizio che aveva
luogo non mi rammento in quale piazza. Di sopra un trespolo sotto una porta parlava il prinsimili,

cipe Caetani,

ma

la folla degli avversarli schia-

mazzava perchè cessasse di parlare. Nella oscurità della prima notte vedevo le lunghe braccia
del principe comiziatore starnazzare sullo schia-

mazzo, mentr'egli ostinatamente seguitava a vociferare. Una sola parola afferrai, quella del suo
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Enrico Corradini – Il Nazionalismo Italiano (1914)

  • 1.
  • 2.
  • 3.
  • 4.
  • 6. DEL MEDESIMO AUTORE: La patì-ia La guerra Le sette Maria Le vie lontana, romanzo lontana, romanzo lampade Salvestri, L. 3 50 .... 3 50 . novelle d'oro, dramma dramma dell'Oceano, . . ... 4 .... L'ora di Tripoli La conquista di guerra (1912) Sopra le vie del 2 3 — — — 3 60 Tripoli. Lettere dalla 3 50 nuovo impero. Dall'emi- grazione di Tunisi alla guerra nell'Egeo. Con un epilogo sopra ciale, la civiltà la civiltà guerresca e i commer- valori morali . 3 50
  • 8. PROPRIETÀ LETTERARIA. / riproduzione e di traduzione sono riservati per paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l' Olanda. diritti di tutti i Copyright by Fratelli Treves, 1914. qualunque esemplare di quest'opera timbro della Società Italiana degli Autori. Si riterrà contraffatto che non porti il Tii'. Fratelli Treves,
  • 9. PREFAZIONE. Una parte di questo volume comprende alcune pagine già pubblicate altrove, e le ho raccolte un po' per l'istinto che ci spinge a voltarci indietro quando si è giunti a un certo punto del cam- mino. Sono cose che precedettero il congresso di Firenze del Dicembre 1910 da cui uscì l'Associazione Nazionalista. Si riconnettono con V opera di propaganda individuale che incominciai con alcuni amici miei, primo Pier Ludovico OccMni, sin dal 1903 con la fondazione del Regno. Il resto del volume è formato per la massima parte di discorsi letti per le varie città durante quest'anno. Ed è un nuovo contributo all'opera di revisione di tutto un passato e di formazione di tutto un avvenire che il nazionalismo va assiduamente facendo nella politica italiana. Con umile volto l'offro soprattuttp a coloro i quali continuano a ripetere che ancora non capiscono, non vedono in che cosa il nazionalismo consista, che cosa precisamente sia. Sono una gran turba d'italiani i quali concepiscono il na-
  • 10. PEEFAZIONE zionalismo come qualche cosa che stia in un cantuccio. Basterebbe darsi la pena di cercarlo e troverebbe, si perciò non ma lo ripetere che essi trovano, non e si danno la pena e quindi continuano a non sanno che sia. In verità nulla m'impensierisce di più di questa incapacità di fare attenzione che tanta parte in del pubblico italiano. si ritrova Pronti a parlare, e soprattutto a giudicare, restii a capiI lettori conoscono la frase italiana dettlfi Non capisco questa cosa ! con certa aria : Chi la ripete vuol dire che insomma gli pare che la cosa non stia. E così da anni mi sento ripetere: Non capisco il nazionalismo! E m'accorgo che ben pochi davvero sospettano di non capirlo, perchè non riescono a capirlo, o perchè non si danno la pena di capirlo. È pur legge comune che l'uomo non sospetta mai della propria intelligenza, ma sempre della cosa che dovrebbe intendere; però, tal legge si applica al nazionalismo in modo che ormai passa re. — — — — tutti i limiti. Per noi di tate incapacita di attenzione seria e riflessione seria nelle nostre classi maggiori ancora un persistere di quella debilitazione che patimmo nei lunghi secoli del servaggio e dell' inerzia. Fatto sta che il nazionalismo è obbligato a questo: non soltanto a elaborare ed esporre la sua propria dottrina, ma anche a formare il mezzo pubblico atto ad accoglierla. Perciò procede nella prima operazione è etnica
  • 11. PREFAZIONE lento piuttosto e alquanto cauto. Noi abbiamo media opi- soprattutto bisogno di questo: che la si renda esatto conto che una certa differenza fra il liberalismo e noi, nione pubblica liberale c'è non soltanto negli atteggiamenti bellici elettorati, ma più nella parola sentimento non scritto. e più ancora nel Noi non vorremmo essere scritta la musica dell'avvenire, il che talvolta suppongono ; vorremmo essere soltanto una musica alquanto diversa, il che quasi mai sono pro- per loro clivi a supporre. Comunque, ci spronano le giovani generazioni che sono interamente con noi e per noi, che d intendono d'istinto, la qual cosa è assai di più dell intelligenza. Per esse gli uomini del nazionalismo italiano proseguono V opera loro. Della quale Vimportanza apparirà un giorno. Apparirà insomnia di che cosa si tratta. Si fratta di espellere d'Italia le sopravvivenze di due rivoluzioni straniere, della rivoluzione borghese gallica e della rivoluzione socialista tedesca; e di aprir la strada a una formazione italiana politica, morale, spirituale. Cioè, porre nel nostro terreno i germi nostri di una futura civiltà nostra che prenda il cam- mino del mondo. Firenze, Marzo 1914. Enrico Oorradini.
  • 12.
  • 14.
  • 16. t)a.ìVOmh-a della vita, Ricciardi, Napoli, 1908.
  • 17. La concezione nazionalista si fonda anzi luLbo sul riconoscimento clic la vita è di natura sua collettiva. Gli antisocialisti nuti individualisti, senso un ma in genere sono rite- bisogna chiarire in che o la sua naturai nazionalista, conse- guenza, l'imperialista, è un individualista e in che senso è precisamente l'opposto. Un nazionalista è individualista per ragioni di momentanea polemica contro un momentaneo so- cialismo. Si è individualisti nelle questioni eco- nomiche senta ; ma appena se ne esce e ci dentro di noi la nostra si rappre- dottrina, allora accorgiamo che questa è certamente la pili grande incarnazione dell' antindividualismo che sia possibile nella pratica realtà. Non è difficile far capire che il nazionalismo subito ci una forma di vita collettiva. È, ripeto, la piìi grande forma di vita collettiva possibile nella è che l'internazionanon sono se non due astrazioni sentimentali, quando non siano armi pratica lismo che si me realtà, e di riconosciuto l'umanitarismo adojirano per combattere in prò di forvita collettiva inferiori a quella della nazione. Piuttosto, supponiamo per un momento che
  • 18. Principii del nazionalismo 6 l'altra forma di vita collettiva, non lettivismo socialista, favola, vediamo e sia cosiddetto col- il ormai una vecchia che relazioni sta questo in modo collettivismo col nostro considerare la di vita collettivamente. Prima di tutto, se collcttivismo socialista aves- il potremmo dimo- se ancora qualche credito, noi non strare che esso perchè la vita semplicemente possibile, è umana di natura sua è collettiva, non è se non il proun momentaneo organamento di atti e di e lo stesso individuo altro dotto di fatti Bi- dalla nutrizione alla cultura. collettivi, sogna tener molto d'occhio questo stato collettivo dell'umaniLà. Io, individuo di questo mio tempo, vale a dire, atomo di questo attimo, tutto quanto sono e come vesto e come abito e come mi nu- come parlo tro e come e so e sento e penso, sono la fattura d'una vita collettiva che dal presente s'estende nel sente s'estenderà passato, come nell'avvenire. in cui tutti respiriamo, la terra caviamo il nerativi attraverso nasciamo ; si collettiva mare, il da cui generazioni le pre- lutti ri- atti ge- da cui tutti e queste sono le condizioni sotto (simboliche Quando dal l'atmosfera nutrimento, la catena degli un aspetto reali e sotto vita poi C'è direbbe di vento cui si altro volgarmente) ciascuno di muove un aspetto figurative sulla noi di quella è parte. superficie del onde che vengono giù rincorrendosi dall'orizzonte al lido, sono libere e in sé iinitc, eppure tutte nascono dal inare e tutte si tutte le
  • 19. Principii del nazionalismo estinguono nel mare. Lo stesso sono gli indivi- dui rispetto alla vita collettiva finiti, ma : e liberi in Il mare della collettiva è un'enlità rispetto agli individui il mare proprio se nascono dalla vita collettiva e questa s'estinguono. in tutti tutti vita come è un'entità rispetto alle onde. E noi avessimo ancora bisogno d'una prova, do'.Temmo considerare che ci sono funzioni le quali sono ad libitum per gl'individui e non sono di prima necessità se non per la vita collettiva la procreazione, per esempio. Tutto questo è facile a capire. Ma proprio per questo non è dato agli uomini di sperare nel collettivismo socialista. E perchè ? Semplicemente perchè tale collcttivismo, se avesse possibilità d'esistere, mirerebbe a collettivizzare la vita a misura d'individuo, mentre la vita collettivizza per trascendere l'individuo, per produrre, cioè, organismi maggiori, forme di essenze maggiori. Il collettivismo socialista parte dal concetto delle uguaglianze uomini uguali, uguali arnesi di lavoro, uguale lavoro, uguale mercede gli uomini di una se : : ; generazione uguali a quelli di un'altra in condizioni me sempre uguali collettivista noi ; vale a dire, nell'ideale regi- avremmo somme di uomini succedentisi di generazione in generazione e sem- pre incapaci di di nulla costruire oltre le possibilità un uomo. Al contrario la vita parte diversità, e di sempre maggiori delle dal fatto diversità tende a comporre attraverso le generazioni sempre maggiori uniià. Le opere della vita collet-
  • 20. Principii del nazionalismo tiva sono le città, le nazioni, gli imperi, le arti, L'Impero Romano fu in Occidente le civiltà. la più vasta unità di vita collettiva, e come tale è sacro nella memoria degli uomini. Quando Na- poleone viene incoronato imperatore, la corona I sta sopra l'apogeo della vita collettiva della Franromana, germanica, monarchica, rivoluzionaria, per un momento composta in perfetta unità. La Divina Comedia è una vera e propria opera di vita collettiva, la più vasta unità di vita colieltiva ideale apparsa in Occi'-' dente. I capolavori delle arti sono attraverso 1 cia gallica, secoli vere formazioni e proprie collettive. Le preparano i secoli prima degli artisti, altri secoli le sviluppano dopo, e capiscono poco coloro i quali credono che la Divina Comedia nascesse tutta quanta così coni' è dal cervello di Dante. Questi creò qualcosa a cui tutte le generazioni aggiungono. Il cosiddetto progresso è un'opera collettiva. E più ce ne rendiamo conto, quando si abbandona l'idea che del progresso si ha oggi dai seguaci dell'opinione pubblica l'idea, cioè, di un cammino indefinito che l'uma; nità verso fa arbitraria, la sua Quest'idea grossolana, e ed è ad- un errore perchè quel cammino innon esiste, e soltanto esistono alcuni cam- dirittura definito perfezione. sentimentale e ; pi su cui l'umanità progredisce, ed altri su cui torna indietro. Così nelle scienze i morali e greci erano avanti nelle arti, e noi a noi siamo avanti ai greci nelle scienze fisiche e nelle loro
  • 21. Principii del nazionalismo applicazioni ai biscioni della vita materiale. Biso- gna in luogo dell'idea di progresso porre l'idea d'integrazione. Ogni età, ogni civiltà, ogni popolo, ogni famiglia di popoli portano il loro contri- buto a questa integrazione dell'umanità vivente i secoli. D'epoca in epoca un aspetto nuovo dell'umanità è rivelato, o meglio è creato. È provincia che si aggiunge a provincia per formare il territorio di un impero che sempre attraverso più s'estende. Così i greci vi aggiunsero la pro- arti, come abbiamo detto, i romani del diritto e della guerra, moderni delle scienze e delle loro invenzioni. i E tutti questi aspetti con i quali si integra la vincia delle scienze morali e delle storia vivente dell'umanità, tutte queste provin- ce dell'interminabile valore. un E il impero hanno un uguale credere diversamente è un errore, o Noi ci illudiamo, perchè, immersi nel nostro tempo, pensiamo col cervello del nostro tempo. Così oggi l'idea di progresso si identifica con quella del progresso del sentimento di solidarietà umana, o pietà e simili. La solidarietà si confonde perfino con la civiltà effetto d'illusione. che è cosa tanto piìi vasta e complessa. È un'illusione proveniente dall'essere noi immersi nel nostro tempo. C'è nel nostro tempo questo ottimismo verbale dell'umana solidarietà e perciò siamo tratti a ragionare così noi abbiamo un sentimento della solidarietà umana più forte de: gli antichi, in questo sentimento consiste la ci- viltà, e perciò siamo più civili degli autichj. Si
  • 22. 10 Principii del nazionalismo meno ragiona male. Noi siamo più e de- civili meglio, non siamo né più nò meno. gli antichi. Noi siamo noi antichi sono gli e gli antichi, e integriam.o l'umanità. antichi e noi Or tornando natura collettiva della vita alla vediamo che questa m.eglio appare nelle sue forme politiche. Ciò posto, si comprende bene che cosa si debba intendere per nazionalismo. Il nazionalismo noi y è la dottrina di coloro quali considerano la na- i come la maggiore unità di vita collettiva, come un vero e proprio individuo maggiore. IJ zione nazionalismo poggia su due principii: nel è costruttrice termini individuali tempo 2.°, ; e 1.°, la vita spazio oltre nello la virtù costinittrice i di grandi collettività che è riposta nella specie, oltre un certo liniiic non può andare, e questo li- mite ò segnalo dai confini delle nazioni e dei loro imperi. Vale a dire, le nazioni e i loro imperi sono sussistere le maggiori costruzioni nella realtà dei fatti ; possano sarebbe clic e ciò evidente di per se stesso, se non perdurasse an- moda cora una certa di credere nell'internazio- nalismo e nell'unione futura di lutto umano. Si dice : come il genere dalla città si è pervenuti alla nazione, così dalla nazione si perverrà alla unione delle nazioni. È un'analogia logica che nasconde alcuni errori di fatto. Prima di tutto le nazioni sono fatti storici che sono avvenuti e una nazione è un fatto geoche avvengono ; grafico, è un fatto climalico, è un fatto etnico :
  • 23. Principn del nazionalismo 11 discute sul valore della razza nella composi- sì un popolo, zione di sulla mistura francesi , spagnuoli gli non può discutere si sulla diversa compo- sangui che fa de' diversi sizione ma de' sangui, , 1 gli tedeschi, italiani, gli i inglesi vìa discorrendo, diversi fra loro. .Inoltre e così nazione è un fatto storico propriamente det- la to, un fatto fatto di monarchia che cultura, di un quanta l'accentrò, la rende che fino ai nostri giorni fu tutta regioni. binazione di fatto L'avere avuto la Francia una diversa dall'Italia divisa in un lingua, di politica. fatti Ora, dinanzi a questa com- l'internazionalismo resta deduzione puramente logica una per analogia sba- gliata. Ma poi le stesse cause che sviluppato la nazione, ci hanno dalla città vietano di credere nel- l'unione di tutte le nazioni. Perchè queste sono non per una forza soltanto, ma per due, per una forza di sviluppo dall'interno all'esterno, di sempre maggiore associazione e coesione, ed anche per una forza di lotta contro l'esterno. Più che la volontà^ degli uomini del paese, la volontà degli stranieri ha formato la sorte e cioè, nazione con le guerre, le invasioni, le cacciate ed è probabile che nessuna nazione sarebbe sorta sulla terra senza la lotta esterna, perchè senza ; di si, questa non ci sarebbe stato nòn^cT sarebbe stato il il bisogno di unir- bisogno di una ener- gica volontà concorde, e le rivoluzioni avrebbero sempre più disunito, o l'inerzia avrebbe sempre
  • 24. 12 Frincìini del nazionalismo più corrotto e debilitato. Le nazioni sono sorte, perchè hanno avuto un antagonista e in certo qual modo altro non sono se non un consolidamento di uno stato di guerra permanente, delle une contro le altre. Ed ecco le due forze che contemporaneamente agiscono nella vita : za di associazione (alleanza di elementi comune difesa) e la e lotta una forza sopprimete la di lotta. vita. una for- per Sopprimete affini L'uomo o sta in piedi per lottare, o giace cadavere e s'invermina. Cioè, la vita umana Ora, l'unione di primendo rebbe nel sopprimerebbe le lotte popoli (contro chi i dramma dramma 1' stesso lo natura sua drammatica. ?) sop- è di tutti la vita ; ; antagonista, sopprime- sopprimendo nell'interno di ogni paese. il lotta, Vogliamo es- sere in istato di rivoluzione perpetua mo la o meglio, rinfocolerebbe ? Coltivia- pacificismo. Si possono immaginare stati uniti del sì gli ma supponendo ogni stato municipii, e ognuno di que- mondo, sminuzzato in tanti sti un covo di serpi. La nazione è quanto di meglio abbia creato l'umanità presa in mezzo fra due i istinti dell'associarsi e del La nazione combattere. queuna pace interna che natura pone per una guerra esterna. Quando si vuole la guer- sta è la imperfetta realizzazione di legge : ra interna, si è pacificisti. Tutto ciò e evidente e sarebbe superfluo notarlo, se non fosse, ripeto, la moda dell'inlcr- nazionalismo. Voi sentile persone serie ripetere : r— Ij'umanitù paniminu verso l'unione di i tulli
  • 25. Principii del nazionalismo 13 — Ebbene, l'umanità non cammina afl'uomo veramente moderno, l'uomo nuovo anzi, si riconosce dal suo disprezzo per simili popoli. fatto, e idealismi sentimentali, per simili vere e proprie malattie dello spirilo. Sono le moralità del nostro tempo e bisogna saperle disprezzare. E bi- sogna essere uomini realisti ed avere idealità realistiche. Sembra che queste due ultime pa- ma soltanto quando sono formano un tutto fornito d'un nobile senso degno d'alto onore. Soltanto quando è realisti- role facciano ai cozzi, unite, e quando, cioè, è fondata sul fatto, la idealità degna di questo santo nome, e bisogna smettere di chiamare così tutto ciò che non ne è se non la caricatura, tutto ciò che non ne è se non ca, è la parola sonante della ciarlataneria del secolo. Bisogna sapere essere senza ideali, se questi sono ideali. Ma io dico che la grandezza della propria nazione è un'idealità vera, pienti-e l'inmolte altre dottrine si- ternazionalismo è con mili un'idealità falsa. È un dogma della nuova Bisogna sapere cor- religione laica, umanitaria. dialmente disprezzare questi dogmi e queste religioni. 11 I veri nazionalismo è oltre una concezione uomini nuovi sono ritorno ad il resto anche un realistica del mondo. realisti. E che e' è di realistico infine nell' internazionalismo ? C'è il cosmopolitismo delle classi colte e ci sono famiglie di popoli allo stesso punto di civiltà. Certo l'umanità tende ad uscire, finché glielo consente la necessità dell' anlagonista, dai
  • 26. 14 Principii del nazionalismo confini nazionali ed a formare corporazioni mag- come, per esempio, ò oggi l'Occidente d'Em-opa. Più popoli concorrono a delle giori nazioni, foiTnare la civiltà. Ma è un'illusione il credere questo un primo gran passo verso l'internazionalismo, considerato come futuro assettamento certo l'umana società. E di quest'illusione siamo vittime, perchè ci troviamo immersi nel nostro tempo e possiamo difficilmente pensare con animo libero. Ma le civiltà sono stati momentanei di equilibrio fra più popoli, che si rompono in un modo estremamente più facile di quegli altri momentanei stali di equilibrio fra vai'ie classi di un popolo soio che si chiamano nazioni. È posdi tutta concepire una nazione senza più rivolu- sibile No. Così non possono concepire zioni ? viltà senza più guerre. Le guerre sono le rivolu- zioni nei conlini delle civiltà (quando non sono Ira più civiltà le si une contro le le ci- altre ai'mate, o come le rivoluzioni non sono se non le guerre, nei confini di una nazione. È bene rammentarlo ai pacificisti fra la civiltà e la bai'barie), altro rivoluzionarli. Ora che l'imperialismo è la naturai conseguenza del nazionalismo ? Riconoscere questo vai quanto riconoscere la funè necessario aggiungere zione utile della guerra. Ma s'incappa in altri due dogmi, o moralità della religione contemporanea l'inviolabilità della v'ita umana e il pacificismo. Ebbene, bisogna ritornare alla riflessione elementare e por mi'iìte clie ia vita umana :
  • 27. Principn del nazionalismo che passa dallo stato e la moralità della in- perde di prezzo subito individuale al collettivo 15 ; umana è una vera e properchè mira a dar prezzo a è l'egoismo individuale che ciò che non ne ha froda suiraltruismo collettivo. Ma nazionalmente parlando, Tindividuo non ha più importanza di una goccia rispetto al mare, di una foglia che casca rispetto ad una foresta che fosse grande violabilità pria della vita immoralità, : quanto tutta la terra. Su questa verità, o modi fatto si fonda la guerra la quale in d animo individuale veramente non si comistato ralità prende ; i quando dallo soldati (esercito ciie combatte) dividuale (timor fuggono, e tutta panico), l'alti'a stato collettivo tornano nello stato in- non la fanno pili e gente che non è capace dallo stato individuale di passare nello stato col- condanna. E veramente la guerra è un male bene, come vi è anche un bene male, e tutta la vita non è se non uno scambio tra questi due produttori di fatti così volgarmente denominati bene, male. E si sappia che colui il quale fa il male, il grande male, come la guerra, per terribile bisogno degli uomini, rappresenta quanto vi ha di più tragicamente sacro nel mondo. I romani mietitori di vite sono sacri. Napoleone è sacro. I conquistatori sono sotto Ig santità del fato. In realtà la guerra non è se non una necessità per le nazioni che sono o tendono a diventare imperialiste, quando non tendano a perire, secondo le terno verso di Dante lettivo, la male, ma un :
  • 28. Principii del nazionalismo 16 « Perchè che tutto seppe una gente impera e l'altra langue». Le guerre sono necessaire co: me l'imperialismo esterno e in- rivoluzioni, le terno dei popoli, tuiscono, i quali due imperialismi costi- da che mondo è mondo, tutta quanta la umano. Tutto il mondo è impe- storia del genere rialista o all'esterno o all'interno, e c'è oggi imperialismo lismo. Tutto non del globo che de' proletarii mondo il se è si uij chiama socia- è imperialista, e lo stato non un imperialismo degli uomini sugli altri viventi e sulle cose. Non crediamo noi di essere i primi degli animali ? L'antropomorfismo è un aspetto di quest'imperialismo che giunge sino non rale è se al cielo e non un imperialismo. Tutto chè tutto nel tempo il crea l'Olimpo. mondo è imperialista, per- mondo, come dicevamo, il La mo- altro aspetto dello stesso e nello spazio, oltre 1 è costruttore termini indivi- duali, e abbatte questi termini per creare le clasle si, nazioni, gli imperi, e perciò l'inviolabilità della vita gare tra umana le e il pacificismo sono da rele- vecchie favole, nel patrimonio degli idealismi sentimentali degli uomini del passato. Bisogna rammentare che è il massimo il disprezzo della morte fattore di vita. E oggi, in mezzo a questi branchi di pecore e di omiciattoli abili che compongono in Italia le cosiddette classi diri- genti, datemi cento uomini disposti a morire, e l'Italia è rinnovata. Però, se bisogna essere sempre imperialisti per dottrina, non sempre si può e si deve esser tali
  • 29. 17 Principii del nazionalismo un in pratica, in quale si certo periodo della nazione alla appartiene altrimenli ; parolai senso contrario, astratti si in diventa, come quelli di cui abbiamo detto più sopra. L'imperialismo ò uno stato di fatto della nazione, e zare per teoria. di vitalità, forza, È uno stalo di non si può for- esuberanza di lavoro e di produzione, di di commerci, di danaro. Ed è più diffiper esempio, rendere imperialista all'esterno cile, una nazione, quando questa sia travagliata da un imperialismo interno di classe e sol quando queindustrie, di ; colmo st'ultimo sia vittorioso e soltanto allora incomincia l'altro, il il d'energie, o vinto, periodo naturale del- vero e proprio imperialismo esterno. Pu- due imperialismi possono essere contemporanei, e anzi l'uno sembra eccitare l'altro. Comunque, per l'uno son necessare, la storia insegna che rie le guerre, Italia oggi come per c'è l'altro le rivoluzioni. E in chi pensa che sarebbe più utile una rivoluzione classi i dirigenti, che abbiamo sul la quale spazzasse via queste queste collo. clientele avide e Fra vent'anni, se inette non jpri- ma, tutta l'Italia sarà imperialista. Certamente uscendo d'Italia, il mondo non fu mai disposto ad essere imperialista come oggi. Il nazionalismo e l'imperialismo sono le due vere forme di vita proprie di questo mondo moderno gigantesco, Questo maggiore istrumento di storia umana, la nazione, sembra fatto apposta per creare la più grande storia nella vastità del mondo moderno. Non oltre ogni dire vasto, CoKRADiM. Na::ionaliS7no potente e veloce. italiano. 2
  • 30. Principii del nazionalismo 18 sembri dar figura della estensione clie oggi può prendere la gesta umana, dei grandi imperi delle nazioni contemporanee. La terra vedrà imperi come mai non ne vide. Già li scorge il nuovo arlisla e foggia per quelli il suo vi ò nulla che più stile. Quale sarà il nuovo stile ? Hanno il naziona- lismo e l'imperialismo un loro proprio siile, una loro propria estetica ? In verità io non ho su quest'argomento una teoria belì'e fatta e non so che potrebbe accadere in Cina, o in Ispagna, ma mi pare che se un giorno l'Italia giungerà ad essere una vera e propria nazione con colonie sue, con una la politica valorosa e vittoriosa in mezzo al- pace ed alla guerra delle altre nazioni, quel mi pare, il fior della sua arte dovrà es- giorno, sere di stile classico, io ho sostenuto altre volte che il classicismo non è poli soltanto, può esser quasi un di tutti i alcuni po- privilegio di stirpe, ma proprio popoli i di quali siano capaci pervenire ad uno speciale stato d'animo. Il classicismo è uno stato d'animo dell'umanità in di generale e non un carattere elrnco. Ma ora vo- glio dimenticare ciò che ho scritto altra volta e che, voglio ridurmi a sostenere soltanto questo : cioè, il classicismo è connaturale a noi italici prima e romanizzati profontlamente ellenizzati dopo. Però, bisogna intenderci subito su questa parola. Bisogna intendere in che cosa consiste il classicismo nellaitc antica, e vedere die con-
  • 31. 19 Frincipii del nazionalismo siste in un cui tutte fra parlicolar sentimento della vita per dà un'importanza senza con- si fronto maggiore a quelle cose le quali possono sino elevarsi come forze sino e grado massimo d'energia loro al grado loro al massimo di armonia come forme. Il classicismo sta tutto qui. È una forma d'imperialismo. È la virtù delle sino forze forme chiama alla loro e vittoria, l'armonia delle quale arm.onia è pure una vittoria e la Quando bellezza. realtà l'atleta e ne il nella scultura fa si greco prende dalla il modello quando prende il guerquando prende l'uomo e ne riero e ne fa l'eroe fa un Dio olimpico, che cosa fa egli mai ? Egli fa qualcosa che è un vero e proprio atto di fede della bellezza agonistica ; ; secondo la più grande delle religioni inscritte questa fede che l'umanel cuore degli uomini nità e la natura possono in aspetto mirabilmente bello diventare Dio. Questo è il vero e proprio : ; classicismo che è arte di trionfo, di celebrazione, arte di non intendo qui soltanto nascita, ma anche di quelle mi- aristocrazie, d'aristocrazie di e che a volta a volta escono dal profondo seno tumultuoso d'una democrazia degna di questo nome, A tale classicismo che in Grecia è argliori monia ma di sapienza e di bellezza, la aggiunse potenza e lo due spiriti altri spirito della : lo vastità. mondiale Rospirito Roma prima nel nostro Occidente ad aprire vastità con la sua potenza. E un tanto smo armonioso, bello, della fu la tutte le classici- potente, vasto, fu trasfuso
  • 32. Principii del nazionalismo 20 nel nostro sangue da diciotto secoli di atavisitio e di cultura. Al contrario, l'ai'te non classica, l'arte che possiamo chiamare romantica, nasce dal negare alla vita la virtù di vincere. Romantico è ciò che s'affligge nella sua bassura e nella sua miseria e ciò che impreca imbellemcnte. La statua greca ha dinanzi a sé il cammino che porta da questa terra all'Olimpo la statua di oggi non ha, mj ; si passi l'espressione, mino e dinanzi a sé alcun cam- resta là dove cadde nel suo pianto l'o- miciattolo che le dette la sua immagine. Ciò posto, si capisce meglio perchè io sperando in un'Italia vittoriosa speri in un ritorno di vera arte classica. Però, intendiamoci deve essere un'arte non per imitazione, ina per creaziocioè, un'arte che nasca da un sentimento ne della vita come ebbero i classici, ma secondo il nostro spirito moderno. Per esempio, lo scultore belga Constantin Meunier è un classico per crea: ; mentre è classico per sola imitazione il monumento che s'inalza a Vittorio Emanuele in Roma. Constantin Meunier in istato d'animo claszione, sico, cioè mo con la per religiosa fede che la virtù dell'uosua forza possa giungere alla sua vit- ha creato il tipo dell'operaio moderno mentre l'architetto del monumento romano per toria, istudio ; e reminiscenza semplicemente riedifica ciò che era stato già edificato. Il suo è classico già fatta monumento ed è romano per vastità, ma è cosa e non porta il segno de' tempi. Egli è
  • 33. Principii del nazionalismo un 21 mente si è compiuto un atto mentre il Mounier è un religioso nel di memoria, cui animo si è per grande amore compiuto il dotto nella cui rito della moderna trasfigurazione della vita E dell'operaio. e nell'opera del Mounier è passato fragoroso torrente della vita moderna, mentre non passa nel monumento romano quel torrente di cui la voce può e deve passare tanto attraverso un poema, tanto attraverso un monumento che tutta comprenda l'altura di un colle, quanto attraverso una statuetta. Bisogna che per l'arte nostra classica nuova passi la voce di que- il ; sto torrente. Di questo torrente della vita moderna dallg fiumana vasta e dal corso impetuoso come altro non fu mai. L'uomo oggi non può non avere la religione e la fede delle Roma forze vittoriose. disse la prima volta sulla terra la parola vastità. Qualcosa oggi ci stessa più vasti. ricongiunge con Le grandi vie lei, fatti moderne di lei si as- sodano lungo le grandi vie romane. Il mondo moderno pare uno sviluppo dell'antico mondo romano che fece di un mare il suo lago. C'è nel proconsole e nel legionario di Roma che varcano tutti i monti e tutti i mari, il vero antenato diretto dell'uomo moderno, un antenato con un animo pari Da Roma ma e soltanto con veicoli incomincia la meno nostra storia ; veloci. da Ro- da cui si mossero tutte le grandi vie, e da cui ebbero origine tutte le grandi nazioni. E la storia romana non è se non il primo capitolo
  • 34. Priìicipii del nazionalismo 22 della nostra storia europea. Nel stra Roma, la virtù di se E della no- noi italiani torneremo a sentire questa risorgerà la nostra arte città, classica, nell'Italia vittoriosa, nel no. nome mondo moder- sarà arte semplice e ingenua come la rude avrà il dono della sobrietà e delsecondo la necessità che c'è oggi d'anla brevità dar dritti allo scopo sarà grandiosa e possente, com' è grandioso e possente il mondo intorno forza di oggi ; ; a noi. E la religione nostra ? Magnifica è la religio- ne degli eroi e della natura. rammentano Si ]Iitra i lettori della salutazione di celebrata nell'antica Persia? Questa era la La processione per andare a salutnre il Dio si formava molto prima dell'aurora. Precedevano i Grandi Sacerdoti seguiti da un lungo stuolo di magi, in candide vesti immacola te, 1 quali cantavano inni e portavano il fuoco festa. sacro in turibuli Yenivjino d'argento. giovani centosessantacinque che rappresentavano i vestiti giorni di poi tre- scarlatto dell'anno e il co- lore del fuoco. Essi erano seguiti dal carro del Sole, vuoto, ornato di ghirlande, tirato cavalli bianchi bardati un cavallo bianco fronte scintillava di di d'oro maestosa statura in onore di gemme, Subito dopo procedeva da superbi puro. Veniva poi il re in la cui PJilra. un carro d'avorio intarsialo d'oro, seguito dai personaggi della fa- miglia renle, tutti in vesti ricamate, e da un lungo stuolo di nobili, cavalcanti sopra cammelli
  • 35. Principii del nazionalismo 23 riccamente bardati. Questo magnifico corteo movendo verso Levante ascendeva a lenti passi il e giunto alla sommità, il Gran Sametteva la tiara inghirlandata di mirto. E salutava i primi raggi del sole nascente con incenso e con preghiere. Gli altri magi gradatamente si univano a lui cantando inni ad Ormuzd, sorgente di tutte le benedizioni, dal quale Miti'a, monte Oronte, cerdote il si radiante, era stato mandato terra ed a conservare il a rallegrare la principio di vita. Final- mente tutti si univano in un coro universale di lode, mentre re, principi e nobili si prostravano davanti all'astro del giorno. c'è una aspirazione, delpuò non tener conto, come aspirazione, verso una religione che ci renda il sen- Nella nostra coscienza non la quale si timento della natura qual'è nella salutazione di Mitra, congiunto col culto degli eroi, cioè di quella parte di umanità che e passata su questa terra umano per creare in alto ideale. il regno dell'eterno
  • 36.
  • 37. II. / Le nazioni proletarie e il nazionalismo.
  • 38. Discorso letto nel Gennaio 1911 a Napoli, Firenze, Venezia, Padova, Verona ed Arezzo.
  • 39. Bisogna spiegare ancora, o signore e signori, bila parola «nazionalismo». Molti persistono a ritenere che il nazionalismo sia lo stesso del patriottismo, e che nazionalista sogna spiegare ancora sia lo stesso buon di italiano. Posto che così fosse, resterebbe ancora da spiegare che cosa significhi patriottismo, e che cosa buon italiano. Ora, non crediamo d'andar lungi dal vero affermando che questo sia il significato medio delle due parole. Il buon italiano, o il patriotta, è un buon cittadino che esercita con onestà e con profitto la sua professione, ha m.oglie legittima significhi comoda, paga debitamente che si rammenta della esclama Oh, cara Italia, ca- e prole sana in casa le tasse, e tutte le volte patria, dell'Italia, ra patria ! — E : muove, sopratutto conta di ottenere valiere. Il buon — nelle solennità nazionali se ha ottenuto quanto prima, italiano il si com- fresco, o la croce di ca- insomma carnale del perfetto borghese di è il fratello quale dice — : Datemi tutte le comodità, ed io mi permetterò anche qualche lusso un lusso di sentimento il : ; patriottismo. Ebbene, il nazionalismo è qualcosa di diverso.
  • 40. Le nazioni proletarie Gerlamentc anche noi vogliamo essere buoni e se patriottismo significa amor di patria, anche noi siamo patriotti. Noi abbiamo un divorante amore di patria. Noi vogliamo risveitaliani, gliare picca l'amor di patria come una fiamma ap- un incendio. Noi della patria la ci siamo fatti dell'amore nostra religione. Noi di questa amiamo ciò che è, e ciò che che sarà. Noi siamo andati a cercare i nostri fratelli italiani di là dall'Oceano, e quan-; do essi, stanchi delle fatiche del giorno, dormivano, noi, nel cuore della notte, nelle solitudini sterminate delle fazende, abbiamo vegliato per esaminare i libri delle loro mercedi.^ e sembrandoci che queste fossero scarse, ne abbiamo sentilo dolore, come per una delusione che avesse toccato la nostra persona. Noi siamo andati a cercare i nostri fratelli italiani di là dal breve mare, e abbiamo parlato insieme della commie speranza, e una volta che uno di loro pianse, noi facemmo voto per quelle lacrime. Ma con tutto ciò, il nazionalismo è qualcosa cara madre, fu, e l'Italia, ciò di diverso del patriottismo. È anzi, sotto un certo aspetto, l'opposto. Il nazionalismo è l'opposto del patriottismo. Mi spiego. Il patriollisnio egoista. tirci altruista, e Non godano confessare il certo il il perfetti nostro abbiamo diverso da Ma i nazionalismo è borghesi egoismo, a sen- perchè tutto loro, e sopratulto l'egoismo. nazionalismo ò egoista. È l'egoismo i '
  • 41. e il nazionalismo alla nazione. dei cittadini rispetto che bisogno c'è di signore e tite, 29 E, del resto, molte spiegazioni signori, ? Non nelle diversità la senstesse due parole, « patria » e « nazione » ? Quando vogliamo esprimere il nostro amore per l'Italia, di- ciamo « patria potenza il » ; quando vogliamo affermare dell'Italia, nazionalismo diciamo «nazione». Ebbene, pianta di questa radice è la : è, sviluppo del senso iniziale di potenza che cioè, lo nazione sta racchiuso nella parola « tenza intesa a fare della di la tutto il popolo, l'utile tutu di i ». stessa cittadini. E di po- nazione, Ed ecco perchè ho detto che il nazionalismo è egoista, e quindi è, sotto un tale aspetto, l'opposto del patriottismo che è sempre altruista. Perchè il na- zionalismo considera la nazione come una potenza per fare trario, l'utile dei cittadini. quando sopraddetti, il Il è vero patriotta, ma come i nostri patriotta al con- non come quelli padri liberatori, patriotta rende servizio alla patria, e sino alla morte, se ce n'è bisogno, sino alla morte Vogliamo intenderci di più Pensiamo alla classe. Che vora cos'è la classe per il ! ? proletariato che la- ? È certamente anche un oggetto d'amore. L'o- peraio vuol bene alla sua classe. C'è lo spirito di Ma classe, un vero e proprio spirito di corpo. sopratutto, l'operaio è animato, nelle sue re- lazioni con la classe, da un calcolo egoista il suo mi- vuole per mezzo della classe ottenere :
  • 42. 30 he. nazìow proletarie La classe è un mezzo, un'arma, un esercito combattente per il miglioramento economico del proletariato. La classe è insomma la potenza del proletariato per fare la glioramento economico. lotta di classe. Ebbene, secondo il nazionalismo, la nazione ita- liana deve essere la potenza, l'esercito, l'arma, mezzo tutte ; le miglioramento economico di Ma il deve essere insomma la grande unità di forze la quale deve combattere per il s' obietterà : la classe tutti gli italiani. un concetto più è semplice, è una minore unità di forze omogenee. Rispondo operaia», : la «il classe, quando si dice « la classe proletariato lavoratore», è in real- v/ tà un composto spesso i di classi, e di classi loro interessi in conflitto. Li che hanno hanno in pure essendoci lo stato che cerca di contemperare e di coordinare e più li avrebbero, qualora lo stato non esistesse, e le classi fos- conflitto ; sero lasciate libere nel conflitto dei loro interessi. Soltanto, al di sotto delle ragioni di conflitto si scoprì per le classi che esisteva anche una ra- gione di solidarietà fra loro. classi, al Si scoprì che le disotto dei loro particolari interessi in avevano anche un interesse comune, avevano da ottenere un utile comune a tutte quante, il loro miglioramento economico appunto. E per questo si riunirono in una classe sola. conflitto, E nella lotta, e per la stessa lotta, la loro soli- darietà tanto si cementò che veramente quelle classi, sempre più ap- che in realtà erano più
  • 43. 31 e il nazionalisìiio parvero come una classe confi ilio tanto più si sola, e gli interessi in nascosero, quanto più via Ma via si metteva in mostra l'interesse comune. un composto la classe è gli interessi in conililto esistono. realtà in S'obietterà ancora nazionalismo voratore, il è chiaro perche è preciso. vede alla lotta precisamente, di per- Il la- classe, che lotta non per altri. Tra lui e l'avversario concui lotta, non c'è nulla di mezzo. E l'avvere sario è preciso. è socialismo è facile e quando partecipa precisamente, per se tro il e è difficile. Il socialismo è facile che è chiaro, ed sa : classi, di E lo scopo della lotta è preciso: l'aumento della sua mercede cotidiana. Nel na- zionalismo invece nulla di preciso, nulla di chiaro, nulla quindi di facile. Ma io vi do è Non è così ? È così. rispondo, o signori, che una cosa^ quan- difficile, non per questo può essere meno meno utile, né meno importante, né meno grande, né meno bella, ed è anzi vero lutto il contrario. Vi rispondo che nel nostro periodo storico, per cause transitorie, per la stessa lotta di classe appunto, abbiamo persa di vista la verità che anche per tutti i cittadini d'una nazione, al di sotto dei loro innumerevoli interessi in conflitto, esiste un interesse comune, un vero e proprio miglioramento economico da ottenere in comune, un vero e proprio aumento di mercede cotidiana. E ve lo provo con un esempio. Con necessaria, né l'esempio del cittadino francese e dell'inglese, quali per il i solo fatto che l'uno è inglese e l'ai-
  • 44. Le nazioni proletarie 32 hanno una condizione economida a parità di condizione civile, non ha. E quindi il francese e l'inglese, quando sen- tro francese, che l'italiano tono la solidarietà nazionale, sentono qualcosa che risponde a un loro interesse, precisamente come sente qualcosa che risponde al suo interesse, lavoratore il proletario quando sente la solidarietà di classe. La Germania s'è piantata con la sua influenza nel cuore dell'impero turco, a- Costantinopoli, ed ha lanciata la proposta della ferrovia di Bagdad, grande ponte da Costantinopoli al Golfo Persico per l'Asia Minore. Avendo trovalo la Russia ostile, è riuscita a conciliarsela e tutte e due insieme proseguono il grande disegno. In quanto all'Inghilterra, la Germania sboccando con la sua ferrovia nel Golfo Persico, la ferirà di fianco, impero nel suo dell'Indie. Così la Germania con- tinua la sua marcia conquistatrice verso l'Orien- La ferrovia di Bagdad sarà la via della sua nuova espansione commerciale. Passeranno per quella i suoi commessi viaggiatori e invaderanno l'Oriente passeranno i suoi prodotti e invaderanno l'Oriente. E un'incalcolabile ricchezza te. ; per quella via farà za di anche uno zionale : ; inverso, dal- un'incalcolabile ricchezindividui, tutte le classi, proletarie, dell'impero germanico. Così le un impero, un imperatore fanno una veramente nazionale, doppiamente na1 .", perchè è fatta non dagli individui. stato, politica cammino il Germania cui godranno gli l'Oriente alla
  • 45. e il ma dalla forze ; 2.°, nazione perchè nazionalismo tedesca i 33 nell'unità suoi benefici sue delle effetti, i suoi prodotti, si distribuiscono fra tutti gli individui tedeschi. Voi ora, signore e signori, non avete più bisogno di domandarmi in quale lotta si eserciti la solidarielà nazionale. Nella lotta internazionale, vi ho già risposto con l'esempio della Germania, nella lotta internazionale che in tempi ordinarli, e con parola mite, si chiama appunto concorrenza internazionale, e in tempi straordi- con parole immite, narii, e Ed questo è del tale il si chiama guerra. pensiero centrale e fondamen- nazionalismo. nazionalismo è un tentativo per spostare il problema della vita nazionale dalla politica inIl terna alla politica esterna. Il nazionalismo afferma questa serie di verità l.a, le : condizioni di vita d'una nazione sono coordinate alle condizioni di vita delle altre nazioni. per alcune nazioni questa coordinazione è 2.», subordinazione, è dipendenza, dipendenza econo- mica e morale, anche se non esista la dipendenza politica. .3.1 verità, l'Italia è appunto una di quelle nazioni che dipendono economicamente e moral- mente dalle altre, sebbene da cinquant'anni sia cessata la sua dipendenza politica. 4. a verità, questa dipendenza dell'Italia è ol- tremodo grave. CoRRADiNi. Nazionalismo italiano. 3
  • 46. Le 34 nazioni proletarie 5.^ ed ultima, l'Italia deve riscattarsi da quedipendenza economica e morale, come già si riscattò da quella politica, perchè può e ne ha sta l'obbligo. Per giusta analogia, per amore d'efficacia verper mostraix quanto il nazionalismo risponda allo spirito del nostro tempo, io chiamo proletarie quelle nazioni le quali, bale e di chiarezza come il l'Italia, ; sono in istato di dipendenza. Così proletariato, secondo socialismo, il ed è era, ancora, in istato di dipendenza dalla classe borghese. / E continuando per analogia, aggiungo che il nazionalismo vuole essere per tutta la nazione ciò che il socialismo fu per il solo proletariato. Che cosa per il proletariato fu il socialismo ? Un tentativo di redenzione, in parte, e nei limiti del possibile, riuscito. vuole essere il E che cosa per nazionalismo Un ? la nazione tentativo di redenzione, e Dio voglia che riesca a pieno. Giorni fa, mi trovavo cari signori, a Roma e nei circoli giornalistici e politici parlavo con gli mi mettevano amici i litica estera dell'Italia quali in amici mi raccontavano che a Vienna passi per al corrente sulla po- questo momento. conoscere Gli avrebbe fatti l'intenzione au- l'Italia il rinnovamento dell'alleanza, e Vienna questa volta avrebbe mostrato un chiuso ri- striaca circa serbo ; e allora l'Italia Parigi per saggiare bilità il si sarebbe volta verso terreno intorno alla possi- d'una futura alleanza con la Francia ; ma
  • 47. e il nazionalismo 35 anche Parigi avrebbe mostrato riserbo voglia. Sicché l'Italia una teva avere innanzi agli occhi Le mala e po- sola prospettiva quella di restare : aggiungevano che la Turchia, aveva incominciato a favorire una penetrazione austro-germanica, fatta con capitale americano, in Tripolitania. E un amico, sola. notizie danni ai dell'Italia, sempre intorno mi aggiunse Tripolitania, alla non posso ripetere perchè ho preso impegno di mantenere il segi'eto. Ma è cosa che se fosse, come par certo, vera se un'altra cosa che io ; ro confermasse per vepar quasi accertato se que- nella Tripolitania cioè, che fatto il si ; sto accadesse, o signore e signori, il è ter- fatto ribilmente tale che tutta la Sicilia ne resterebbe affamata, i) Ebbene, tizie ') ; La menti Ora non garantisco garantisco l'esattezza delle no- profondo senso di il Noi dicevamo questo nel Gennaio, colo in " io ma si una corrispondenza da Cirenaica è regione si e FU Febbraio de- il Se- Tripoli pubblicava: riccbissiiua di zoli'o, cui i giaci- dice siano di gran lunga superiori a quelli di Sicilia. annunzia che mente facendo gli americani, in Cirenaica quegli rono negati all'Italia (la quale costruire l'antica si i quali stanno presente- scavi arcleologici che fu- dovette accontentare di rete stradale dei romani) abbiano la concessione dello sfruttamento delle miniere di ri- ottenuto zolfo. Data l'abbondanza dì questo minerale in Cirenaica e la sua esistenza in vasti affioramenti che ne rendono più celeri i escavo, è da prevedersi che Li quantità di minerale lavori di che sarà presto gittata sui mercati dimiiiuirà non po::o la esportazione siciliana e influirà assai sulle condizioni economiche dell'isola
  • 48. Le nazioni 36 mi furono solazione con cui profondo senso proletarie date ; garantisco il desolazione che ritrovai, po- di come ho detto, nei circoli giornalidi Roma, pari a quello di due quando l'Austria ci minacciò di guerra chi giorni fa, stici e politici anni fa, e s'annesse la Bosnia e l'Erzegovina. Garantisco il profondo senso di desolazione che quelle norisvegliarono in me. Tanta desolazione è ciò che noi pensiamo del- tizie patria nostra nelle sue relazioni della stato lo con le non vere, nazioni. altre ma Le notizie possono sempre col cuore essere noi siamo preparati a riceverne di di peggiori, sì cattivo è, stretto tali e, se fosse possibile, noi lo sappiamo, lo stato in cui si trova la nostra pati'ia. Noi ci sentiamo sentiamo in nessuna maniera difesi da coloro che dovrebbero difenderci. Vo- minacciati e non migliaia di persone tante cui iii ci hanno pane dall'industria dello zolfo. E il Secolo commentava: Ricliiamiamo l'attenzione dei lettori sopra questa nostia corrispondenza, o meglio sopra un punto di essa veramente " importante. Che la Turchia abbia concesso a un sindacato americano di lavorare le fatto potrà sfuggire fid corrispondente si si uiiniere di zolfo della Cirenaica è che era già a nostra cognizione e la cui domanderanno alcuno: né le deduzioni che ne trae possono dire vantaggi economici del paese siano sfruttati da noi. nostro I lettori cosidetta penetra- zione economica della Tripolitania, se lasciamo che da il illogiche o esagerate. in che consista la nostra un gravità non i maggiori altri anziché Della cosa la colpa va data forse in parte alla denza, aU'esita/.ione, alla mancanza d'iniziativa dei nostri diifi- fii>an-
  • 49. . 37 e il nazionalismo dire glio che ciascuno di noi sente col noi sa, ciascuno di ciascuno di noi vede con cuore, occhi e tocca con mano, in che estrema mi- gli dopo seria, tanti anni di continua e progressiva degenerazione ridotto siasi tutto sonale politico che tratta il affari gli nostro pernostri con l'estero. In parlamento ultimamente, mentre quegli che ora è ministro degli lancio, esteri, un mormorio sordo esponeva il suo bipropagò più volte si per gli scanni dei deputati, degli stessi deputatiche hanno così scarso il senso nazionale. Era un mormorio di ribellione contro le parole del ministro, di ribellione che tanto più impressionava, quanto meno prorompeva in aperte disapprovazioni. L'istinto di zieri : ma sovratutto alla inabilità del nostro governo, avrebbe in certi casi prevedere e anche di gli il interessi il quale dovere di sorvegliare, di sapere, di concorso privato quando sollet'itare il d^lla cui attuazione o tratti di imprese, tirsene conservazione nazionale, come della propria conservazione nello stesso l'istinto generali del paese. meno possono Nel caso attuale la penetrazione economica.... americana in Tripoli costituisce noi uno scacco ben grave Ma Precisamente. si risen- i-er ,. di questi scacchi ne avremo sempre finché unica norma di politica estera e coloniale sarà quella della penetrazione pacifica e niente più. fica che non si fa. Il fatto è poi E d'una penetrazione paci- una riprova della legee na- zionalista che molte questioni interne si risolvono in questioni di politica estera: la Sicilia potrà essere ridotta più a tito che ora non tica estera. sia, mal par- internamente, per una quistione di poli-
  • 50. Le nazioni 38 proletarie individuo dinanzi alla minaccia di una sventura ; conservazione nazionale, nello stesso di l'istinto si manifestava. A un un amico deputato di cuor generoso, a un certo punto a udir quel mi- parlamento, a quel certo punto, modo disse poi conoscere tanta miseria d'animo e tan- nistro, a to mi abbandono, mi un brivido ! sentii per le membra Pensavo che era pure correre era l'Italia, pure la patria nostra per tanti suoi interessi e per la sua dignità affidata a quell'uomo Ebbene, signori, quanti sono oggi italiani ri! svegliati, sentono lo stesso brivido tragico Per cause storiche che qui non è il ! luogo di esaminare, questo mirabile popolo italiano che ha appena un mezzo secolo d'esistenza nazionale, è caduto nelle mani d'un personale politico « fine razza», già in decomposizione. Pensate ora, spiegate dinanzi ai vostri occhi una carta d'Europa, guardate dalla parte della di sorella latina. Che è la Erancia per noi ? È la nostra meti'OEssa ha il monopolio della civiltà latina, e tutto ciò che è italiano, in Italia e fuori, da Roma a Buenos Aires, passa sotto il suo giogo. Nel regno della civiltà noi siamo ima provincia tri- poli. butaria della vicina repubblica. Di pili, allungò il questa che già aveva occupato Algeri, braccio pili prese anche Tunisi, presso e più sotto a noi e ci chiuse da quella parte. Guardate dall'altra parte, verso rAìustria. Le terre italiane che essa possiede, vanno sempre più disi
  • 51. nazionalismo e il 89 ventando in mano sua una barriera Quei nostri ultime sentinelle morte del- fratelli, l'italianità, resistono con come possono con la lingua, con le pietre stesse delle loro che portano ancora, ma invano, i segni del- l'Aquila L'Austria sempre Leone. e del stringe con su loro e piìi barbarie nelle ultime difese la stringe e ci stringe, specialmente da tò ' cultura, la città, conti'o di noi. su schiacciarci, la quasi noi, a quando ; lì li get- schiacciarli e a mole della sua nuova conquista, della Bosnia e dell'Erzegovina. È accaduto questo mentre noi non volevamo : conquiste e odiavamo la politica d'avventure, gli altri facevano la politica d'avventure e conquistavano intorno a noi, a danno nostro. Noi di- cemmo no per l'Egitto e abbiamo pivi volte detto di no per Tripoli. E l'Egitto è dell'Inghilterra, la Francia conquistò Tunisi, l'Austria ha conquistato la Bosnia e l'Erzegovina. Inglesi e francesi si son divorati il meglio di Tripoli che di doveva esser nostro. In Tripoli penetrano, come dissi, gli austro-germani. nell'Oriente balcanico, La Germania domina domina a Costantinopoli. sopravvento nel nostro mare, sta, dicesi, per e perfino nel porto di Venezia batter bandiera nel Lago di Garda. L' immane L'Austria prende il ; pangermanismo scende ga alle il Tirolo contro il dal settentrione, già nostro porte di Trieste austriaca. Trentino, ci si è L'Austria stes- sa è fatta suo istrumento di conquista. mal rinnovala Turchia isti- già La stessa volta contro e ar- /
  • 52. Le nazioni proletarie 40 ma volemmo Tripoli dì cui non a tempo spo- gliarla. I I ' Il cerchio delle nazioni conquistatrici, cerchio economico e cerchio morale, è stretto intorno a noi che ci nutrimmo di rinunzie per utopismo fi/losofico, per cecità popolare e per viltà borghese. Possiamo romperlo, questo cerchio ? Per ora lo varchiamo. E come? Con l'emigrazione. Signore e signori, qualunque cosa intorno alla emigi'azione pensiate, detta, riflettete meglio e qualunque cosa vi sia ! L'emigrazione è una dispersione della_ nostra un suolo sotto un^a gente per tutte le parti del mondo, sopi^ straniero, tra popolazioni legislazione stranierii. Non sti'aniere, giudicate soltanto dal- l'arricchimento di pochi individui, nò dal numero che gli emigranti mandano in patria. Giudicate anche nazionalmente e ritenete che l'emigrazione è, se l'espressione mi è permessa, un antimpcrialismo della servitù. Questa condizione dell'emigrazione, del bisogno che tanti milioni d'italiani hanno di cercar pane dei milioni e lavoro oltre l'oceano ; e l'altra condizione del cerchio delle altre nazioni stretto da presso, hanno fatto, per analogia, chiamare l'Italia mi una nazione proletaria. E se ora ci ricordiamo del personale politico che che l'Italia può paragonarsi dell' altra ci condizione governa, vediamo al proletariato prima
  • 53. e il che 41 nazionalismo socialismo venisse a redimerlo. Esiste ne- il organi nazionali, negli organi del pensiero, gli della volontà, dell'azione, la stessa estrema debilità che in quelli del proletariato prima della sua redenzione. Il proletariato, nelle tenebre del- sua ignoranza, non aveva nemmeno potesse per mezzo della la sospetto che ganarsi, trasformarsi e redimersi. E il primo lotta l'Italia, ornel- l'ignoranza del suo personale politico, non l'ha nazionalismo è venuto a portare la prima luce. Il nazionalismo afferma la necessità della lotta internazionale, perchè la nazione possa del pari. prendere Il il suo posto, economico e morale, nel mondo. nazionalismo afferma anzitutto la necessità che l'Italia si formi una coscienza nazionale, che è spirito di è, anch'essa, uno spirito di corpo solidarietà fra cittadini, come la coscienza di Il ; classe è quello spirito di solidarietà tra lavoratori che ho già celebrato. Dobbiamo dimostrare che nale in Italia fa difetto È la coscienza nazio- ? superfluo. Bisogna incominciare a mutare i colori del quadro e a dir cose più confortanti, perchè dobbiamo aver fiducia nell' av^enire della nostra patria. ' i cause per- Bisogna quindi ricercare chè l'Italia non ha una coscienza nazionale sviluppata e incominciar subito col riconoscere che non l'ha perchè non può averla. piuttosto le
  • 54. Le 42 E non può nazioni proletarie averla per queste cause : insomma, o signori, sino a non era stata mai nazione. 2.% non ebbe, e non ha, nemmeno una 1.% l'Italia ieri, lin- gua nazionale, tranne in letteratura. 3.% l'Italia fu falla con poca guerra e con poca rivoluzione. 4.» causa, l'Italia fu fatta in antagonismo fra loro ; aristocratico e borghese, da troppi monarchismo e spesso ufficiale, gai'ibaldinismo popola- mazzinianismo cosmopolita, e anche dopo durarono, e durano ancora gli antagonismi. b.^ causa, r Italia fu fatta troppo con rigiri diplomatici e con armi straniere. 6.«, l'Italia troppo presto cadde nella lotta di classe, e l'iniziale formazione della sua coscienza re, fu arrestata. ed ultima causa, l'Italia cadde e non poteva non cadere per la poca rivoluzione da cui fu fatta, cadde in mano del personale politico 7. a di cui ho detto più sopra, e che era ed è, l'avanzo dei tempi servili, l'estremo avanzo di tradizioni, di metodi, di gente già in in decomposizione allora, degenerazione e a capo di governi mi- nuscoli, imbelli e inetti. Ciò riconosciuto, il nazionalismo si afferma educatore di coscienza nazionale. Si afferma anzi (diciamo un'altra cosa confortante !) si afferma segno d'un progresso, in Italia, d'un insperato progresso rispetto alla formazione della coscienza nazionale.
  • 55. e il nazionalismo 43 nazionalismo ha incominciato a sviluppare II questa coscienza come borghese di cui attività. buon italiano perfetto abbiamo parlato in principio, vecchio patriotta, Il il | aveva un falso patriottismo, falso perchè falso, ma sopratutto perchè inattivo. Era patriottismo morto. Ora invece il nazionalismo è patriottismo vìvo. Ora me la coscienza nazionale viene concepita co- feconda d'opere. Viene concepita come un prodotto d'attività la coscienza religiosa : tempo come produttrice Viene concepita come informatrice allo stesso e d'attività. di tutta la vita del cittadino. Il popolo o signori, italiano, difetta di disci- Dobbiamo dimostrarlo ? È superfluo. Facciamo di meno di occuparci dell'individuo. Ma plina. l'individuo ufiìcii si vede nei servizii pubblici, negli Ebbene, è superfluo dimostrare pubblici. quanto nei servizii e negli ufIìcii pubblici tadino italiano fetti difetti di disciplina. il cit- Quanto di- del sentimento del dovere. Ora la coscienza nazionale, c[uale il nazionalismo la concepisce, può e deve essere scuola di disciplina e di dovere. Il devoto, siccome sa che d'ogni suo atto deve rispondere a Dio, cerca che ogni suo atto sia buono e secondo il volere di Dio. Così la coscienza religiosa informa tutta la vita dell'uomo, d'opere. E ed è, alla stessa come ho detto, feconda maniera la coscienza na- zionale, dicendo ai cittadini che di certi loro atti j |
  • 56. Le 44 nazioni proletarie debbono rispondere alla nazione, perchè poi queil compito suo, può e deve atti- sta possa fare vare in loro l'abito della il sentimento del dovere e quindi disciplina. Questo sopratutto, secondo il nazionalismo, deve essere fortemente inculcato al cittadino che esso deve fare il suo dovere con la massima di: perchè la nazione sia in grado poi di compito suo. Allora il cittadino si forma un nuovo animo pensando che egli obbedisce a un ordine che viene dall'alto, e nel tempo stes- sciplina, fare il so che egli pure collabora a un' opera grande, tanto grande da esser fuori d' ogni limite delle ma che insomma anche della sua collaborazione ha bisogno. Cioè, il cittadino prova una soddisfazione nuova, e, nello stesso tempo, sente nascere in sé un che sue forze e delle sue vedute, incomincia a credere d'obbedire a un che di divino. E incomincia ad agire volentieri secondo questa religiosità della sua coscienza nazionale. La quale religiositcà, o mici signori, il di religioso, e giorno che in Italia esisterà per molti, partiranno gli e i treni arriveranno finalmente in orario ; impiegati nei municipii e nei ministeri lavo- reranno ; le facce, le parole, costumi degli dolenza, italiani, in spirieranno gesti, l'incedere, i i luogo della presente in- alacrità, e cosiddette questioni interne che qualcuna delle si trascinano sin dai primordii del regno, sarà finalmente risolta. Perchè, o signori e signore, la coscienza nazionale è anche scuola di galantomismo politico.
  • 57. e il Ed Ed 45 nazionalismo è scuola di sacrifizio. perchè lio detto da principio che abbiamo diverso dal perfetto borghese Perchè finalpatriotta, e sopratutto l'egoismo mente il nazionalismo è una integrazione tra l'egoismo per cui il cittadino domanda alla nazione ecco noi tutto ! d'essergli utile, e l'altruismo non si per cui il cittadino rifiuta d'essere utile alla nazione. Supre- ma affermazione del nazionalismo è che la nazione ha un compito per se stessa fuori d'ogni limite delle forze e delle vedute e degli interessi, anche agli interessi del cittaanche di tutti i citt,adini insieme. A questo compito della nazione che gli sovrasta come un che di divino, con l'animo che nell'uomo al divino risponde, cioè con animo religioso, e talvolta contro dino, e talvolta il cittadino si deve sacrificare, e quando sia ne- cessario, sino alia morte. Il una nazionalismo insomma, o signori, è ancora Un'integrazione tra volta un'integrazione ! nazionalismo s'intende, vero non quello Il patriottismo. e ; Patriottismo, dei perfetti borghesi. nazionalismo è insomma scuola di morali, di quelle che volgarmente virtù. si mezzo per cittadini, il valori chiamano Abbiamo incominciato affermando zionalismo banditore d'egoismo e zione ben quello dei nostri padri liberatori, d'utile, il na- la na- miglioramento economico dei perchè così è, né ancora s'è trovato un della nazione valido a procurai'e il mi- mezzo più glioramento economico d'un più vasto numero di
  • 58. Le nazioni 46 cittadini proletarie terminiamo affermando ; scuola, la nazione impositrice un' integrazione tra valori i virtù. di nazionalismo del economici e nazionalismo il valori i Ancora Integrazione ! morali d' un popolo. nazionalismo, o signori, II La coscienza nazionale è una morale. è l'allività di questa morale. Ebbene, che a questa morale s'ispirino lo stail governo italiano, le classi dirigenti to italiano, italiane, quel personale politico italiano più volte ho fatto cenno, e in cui stanno cui di il cer- e il cuore della nazione L'Italia allora avrà cuore e cervello per fare il suo compito, il suo doppio compito per l'utile dei suoi figli e vello ! : mezzo alla vita mondo, come noi siamo in essa viventi. per se del stessa, che è vivente in In altre parole, la patria nosù'a avrà prosperità, ricchezza e grandezza, gli altri gloria beni maggiori, potenza, Invece ! di essere suddita e parassita d'una civiltà altrui, essa sarà apportatrice Ma d'una nuova civiltà al mondo. caposaldo del nazionalismo è l'affermazio- ne della necessità della lotta internazionale. nazioni non acquistano, conquistano no ! Le Conquista- la loro prosperità, la loro ricchezza, la loro potenza, la loro grandezza, la loro gloria, la loro civiltà, la Una sanità, loro storia nel nazione, per l'operosità, le l' mondo. intelligenza, stessa della sua popolazione il qualità, altre ; per la vigore, la la quantità sua posizione
  • 59. geografica stensione 47 nazionalismo e il per la natura del suo suolo e ; suo del territorio, per lo stesso l'e- suo combinazioni internazionali e storiche, per una sola o per tutte queste condizioni insieme, deve possedere le attitiidhjii bisogno urgente iniziali La le a diventare prospera e grande. nostra patria Così essendo, tria per ; il le possiede ! sentimento che la nostra pa- formerà della necessità ineluttabile che si essa ha di lottare con le altre nazioni per conquistare sua prosperità e la sua grandezza la mondo questo sentimento sarà il migliore educatore della sua capacità di conquistare la nel ; sua prosperità e la sua grandezza nel mondo. Il migliore educatore, perchè appunto quello dell'ineluttabile necessità. Oggi in Italia manca E è questa l'ultima ragione non questo educatore sovrano. perchè anche oggi sussiste quel personale politico di cui più volte ho fatto cenno. Perchè anche oggi reforse stano insolute, e insolubili, pare, tante cosiddette quistioni interne. Ma, ho già detto, la lotta internazionale che in tempi ordinarli si chiama concorrenza, in tempi straordinarii si chiama guerra. Non può una nazione partecipare con risolutezza alla lotta internazionale, senza o presto o tardi dovere scegliere tra la E la Ma se io vi una pace e guerra non si la guerra. vuole, voi mi dite, o signori. rispondo invitandovi a ricordare che volta, fra tanti stati in cui eravamo di-
  • 60. Le nazioni 48 proletarie non ne avessimo avuto neppure uno che volesse la guerra, noi forse non saremmo ora una visi, nazione libera ed una, o tale peggior modo che certo in Ma uno per Piemonte Piccolo, affronVinto, dopo pochi anni mandò 1 suoi fortuna ne avemmo, tò l'Austria. saremmo ora non siamo. il ! soldati a combattere in Oriente. Certo il soldato che vincendo morì alla Cernala, prima di chiudere gli occhi avrebbe pili di qualunque altro potuto domandare : — Perchè, perdio, mi hanno manda- — morire qui ? Né avrebbe saputo rispondersi. Né avrebbero saputo rispondergli quanti quegli aveva lasciato nella piccola patria lontana, il padre, la madre, i fratelli, gli amici e tutti i suoi coetanei. Né avrebbero saputo rispondergli gli stessi ministri del re che l'avevano m^andato, tranne uno, Cavom', il quale sapeva ciò che noi to a ora sappiamo. Sapeva che quell'atomo d'un atomo, quel nulla di un nulla che era la vita di queir umile soldato, doveva sacrificarsi lontano lontano, fra altri tro altri quello, di eventi soldati sti'anieri, laggiù, soldati stranieri, con- perché poi anche di quel nulla d'un nulla, raccolto dagli futuri, della storia, doveva essere si per l'eterno miracolo potesse materiare quella grande cosa che la libertà d'Italia. Io voglio dirvi, o signori, che senza la guerra noi non saremmo. Né saremo mai quali i nostri padri ci vede- vano con gli occhi della speranza, quando versavano il loro sangue.
  • 61. e il Avremo mal nazionalismo 49 corrisposto alla loro speranza e 11 dovere che anche noj preparare in una patria migliore una di vita migliore a coloro che debbono nascere del tradito il nostro dovere. abbiamo nostro sangue. CORRADiNi. Isazionalismo italiano.
  • 62.
  • 65. La mia relazione sarà semplice e breve. Mi propongo di mettervi sott'occhio alcune cose che voi già conoscete. Ma acquisteranno una nuova importanza, se potremo riunirle tutte sotto una luce nazionalista. Mi propongo di parlarvi delle condizioni della nostra vita nazionale, avvertendovi che non mi sarà possibile parlarvi di tutte ed estesamente, ma soltanto d'alcune e per summa capita, -per rapidissimi cenni. Qui sono alcuni spunti di temi, come in un preludio di melodramma wagne- riano. L'importante sarà scorgere in ognuna il punto nazionalista, trovare per ognuna (poiché voi già sapete che queste condizioni non sono buone) il mezzo di trasformazione nazionalista. C'è una condizione generale, fondamentale e da cui centrale, tutte le particolari condizioni provengono come dal cepl'albero. Bisogna trovare questo ceppo il male e proporre il rimedio secondo della nazione italiana I . pò tutto in cui il è nostro pensiero e nalista. E senza altri nostro sentimento naziopreamboli entriamo in ar- il gomento. Noi siamo un popolo d'emigranti, vale a di-
  • 66. U primo 54 Congresso Nazionalista re (non sembri superflua qui la spiegazione della comunissima parola), per avere lavoro e pane siamo costretti a lasciar la patina e a disperderci per il mondo. Giuseppe Bevione ha negli ultimi mesi pubblicati nella In un Stampa alcuni articoli sull'Argentina. il Bevione scriveva «Per l'Argentina l'emigrazione italiana è tutto. Ho detto che in poco più di cinquant'anni oltre due milioni e mezzo di italiani si sono stabiliti articolo del 5 Ottobre : nella repubblica che su sei milioni di abitanti che ha l'Argentina, un milione è dato dai nostri : connazionali che 60 per cento della nostra colonia e fatio di agricoltori. Sono cifre che fanno pensare. Ma c'è di più. Il 65 per cento della : il popolazione agricola del paese è dato dagli Un liani. attimo solo basta per far l'ha capito ancora nelle mani riflessione di comprendere — su — ita- questo dato a chi non la forza prodigiosa che è dei nostri fralelli che vivono al Piata. è nelle loro mani. Essi sono tutto. Senza di essi l'Argentina soffrirebbe la fame e l'onta di non ])oter far fronte ai suoi impegni con l'estero. Se gl'italiani dell'Argentina «Il cuore del paese incrociassero le braccia per la vita canto. della repubblica Se il si una sola settimana, arresterebbe per in- governo italiano proibisse per una sola annata l'emigrazione <;golondrina marcirebbero per gentina soffrirebbe tre ])iù », i raccolti quarti nei campi, e l'Ar- che se una immensa in- vasione di cavallette avesse straziato le sue cui-
  • 67. . primo Congresso Nazionalista Il Tucuman ture da 55 allo stretto di Magellano, senza risparmiare un pollice di terra». Ed un numero in scriveva : «In Argentina come successivo, del 13 Ottobre, collettività italiani gli ; e, come gere la loro energia in sorda, ma costante. È non contano nulla, devono svol- individui, un ambiente d' ostilità [ altrettanto inutile farsi il-/ quanto è funesto tacere la verità e lasciare che duri l'inganno. La tanto celebrata fraternità italo-argentina non esiste. C'è da una lusioni, parte, la nostra parte, la sommissione, la bontà, l'amore del lavoro, il rispetto della legge, la de- persone e ferenza alle alle cose del paese, Ig troppo acuta febbre di far fortuna, nella quale pur troppo si consuma patria lontana ; l'affetto e il ricordo della c'è dall'altra parte, la parte ar- un sentimento istintivo e superiorità non sempre celato, gentina, la degnazione, incoercibile di r ingiustizia frequente e la reale avversione a questo elemento straniero più numeroso, più vitale, più forte, repubblica E tutto più necessario ai destini della » l'articolo e altri successivi sono un quadro di quanto i nostri connazionali « patiscono» in Argentina. Rimando a quelli articoli. Voi comprendete Che cos'è il lavoro italiano in Ar! gentina la. ? Tutto. Or questo Che cosa sono è esattamente socialismo metteva e mette tre alla borghesia. il il gli italiani? Nul-' rapporto in cui il ' proletariato di con-; '
  • 68. . 56 II primo Congresso Nazionalista ma un In Tunisia, non un giornale italiano, La Tunisie giornale francese. anno fa, «Se il Tunisia la migrazione parte al francaise, qualche 13 Giugno 1904, scriveva: non ostante oggi, prospera, de' nostri è buon mercato buon mercato, e la scarsa im- deve in gran del lavoro operaio ed agri- colo straniero (leggi italiano) sto si i : capitali sopprimete quefrancesi che ci il dominio, non avranno più alcuna buona ragione per venir qui e s' allontaneranno » assicurano Ma per conoscere quanto i connazionali nostri «patiscono», bisogna leggere nel secondo numero del BuUcttino dell' emigrazione di quest' anno relazione d'un nostro console di laggiù, Ugo Sa- betta « : la 1 Gli operai non sono pagati gettoni che portano hanno corso il in danaro, ma in timbro dell'impresa e che soltanto in essa e nella sua canti- na. Allo scambio l'operaio perde l'uno per cen- che dovrebbe essere il tasso regolare però si sono avverati casi in cui il cinque ed anche il dieci per cento furono percepiti da cantinieri senza vergogna. È facile fare il conto del guadagno e della convenienza per l'amministrazione to, ; che adotta il sistema dei gettoni non ha bisogno di provvedersi di forti somme di denaro in miniera percepisce uno sconto sul cambio frui: ; ; sce del benefizio dei gettoni dati in pagamento che vanno smarriti obbliga il minatore a forlo costringe sovente a nirsi nella sua cantina ; ;
  • 69. . Il . primo Congresso Nazionalista 57 non poter emigrare in altre miniere, negandogli il cambio dei gettoni in moneta corrente » Ciò tato. avviene in Ivi il plaghe lontanissime dall'abiminatore sardo ò trasportato, e ta- glieggiato e spogliato. «Il prezzo delle varie derrate che dovrebbe esser gravato del solo soprappiìi della spesa di trasporto, certe volte è invece al portato molto doppio, se non pii^i di al ; sopra, beneficio il aumenta ancora facendo passare per generi corche sono invece tutto è pesato a chilo e impacchettato, senza che ne sia permesso il controllo, e il povero minatore è obbligato a comprare in tal modo estremamente vessatorio » Voi comprendete Vi è uno. sfruttamento di classe, semplice quello del proletariato (dice il socialismo) per mano della borghesia e vi è renti d'alimentazione scadentissimi prodotti ; ! : ; uno «sfruttamento composto», o meglio complicato di rapporti internazionali, di emigradi classe zione nostra, di conquiste e di colonie Ed alti'ui. ecco un'altra condizione della nazione ita- È l'irredentismo. La sfioro appena. Quanmio amico Scipio Sighele pubblica le Pagine nazionaliste e quando il mio amico Giulio liana. do il de Frenzi pubblica le Lettere dall'altra sponda, che cosa vogliono dirci ? Vogliono dirci una tristissima cosa che già sappiamo : che, cioè, alcune centinaia di migliaia di nostri connazionali so- no destinate a sparire, quali estremi rimasugli di popoli decaduti, e come non fossimo noi del loro
  • 70. II pi'imo Congresso Nazionalista 58 stesso sangue e accanto formata di a loro trentacinque una nazione milioni di viventi. già E basta. Ma non basta, perchè noi siamo il popolo del- l'irredentismo e certe parti del mondo, quasi a mostrare in iscoril nostro stato, siamo riusciti dell'emigrazione insieme, e in cio e per simbolo a riunire l'una condizione con ad essere, l'altra, emigranti e irredenti nel medesimo tempo. cioè, In Tunisia, per esempio, che era già italianizzata prima che la Francia la conquistasse, e di cui per rispetto alla nostra emigrazione ho parlato più sopra. Irredentismo, cerchio delle grandi po- tenze stretto intorno a noi, ed emigrazione lonta- na : frutto del nostro il Vale a sangue di là dall'Oceano Bevione ne! dire, le peggiori condizioni. Il articoli che ho citati, ricorda una volta il Giappone, « paese analogo al nostro per le scarse risorse economiche e la popolazione sovrabbon- gli dante». Tutta la politica giapponese sull'emigi'azione consiste Bevione riporta il Komura < in nel Il distruggere queste l'emigrazione. parole del E ministro : Giappone potenza si trasformò da impero insulare continentale in conseguenza d'una guardandoci in giro, veestendersi all'Ovest l' impero cinese che diamo al Nord l'impero conta 400 milioni d' abitanti russo con 160 milioni; all'Est la repubblica degli Stati Uniti con 100 milioni. Circondato da grande guerra. Ora, ; così poderose nazioni, il popolo giapponese deve
  • 71. . Il primo Congresso Nazionalista meno raggiungere per Io bisogna non ma si 59 100 milioni, e quindi i disperda sulla faccia del mondo, si concentri gione vicina. E fondamentale più possibile in una sola re- il il in armonia con questa politica governo aspira a favorire l'emi- grazione nella Manciuria e nella Corea dove ci sono ampie estensioni di terra coltivabile e dove possono vivere da 20 a 30 milioni d'uomini. Fino a che l'emigrazione si adatterà a questa politica, il governo non mancherà di favorirla e proteggerla». Nel quale passo differenze fra zione « ha è commentare che ha quelli l'Italia, e paese analogo superfluo le concetti che intorno all'emigra- i il Giappone, » Enumero appena altre condizioni. Rammento che l'industria del forestiere e l'arte delle belle città continuano in noi l'abito dell'animo servile, e che è troppo avere anche quest'abito in casa, quando pure siamo costretti ad avere fuori, per tutto il mondo, l'animo dell'emigrante. Rammento l'invasione dei capitali stranieri, 1 prodotti delle nostre industrie battuti in casa nostra dai prodotti stranieri. Altri me rammentarvi tutta Italia, stranieri, dove il che è qui, può meglio di E ci son Garda per Garda. l'italianità non sappiamo è sopraffatta dagli se più nel suo interesse o nella sua dignità. Ripeto che posso solo accennare. Debbo con una suggerirvi il ricordo di cento cose e passare.
  • 72. 60 primo Congresso Nazionalista II Voi ed apparteniamo io alle classi colte ri- ; pensate alle condizioni della cultura italiana, ed leggerò un brano d'un recente discorso di Guglielmo Ferrerò. «Chi scrive la nuova storia di Firenze è un io vi tedesco a libri : francesi, singolo ma una episodio, rinascimento ma : che la storia di non un completa del storia dico deve tedeschi inglesi, ricorrere chi voglia leggere, del rinascimento ? Anzi perfino del recente risorgimento nazionale. sommario non scolastico di nuovo storico di Cavour vive in America quello di Garibaldi è un inglese la Francia, pare, si prepara a darci il futuro storico di Mazzini. Perfino le ultime opere pubblicate in Italia su Dante sono tradotte una Inglese è ultimo l' questa storia il ; ; ; ; dall'inglese, l'altra dal tedesco. Della storia ro- mana non parlo neppure che quasi a gi'idare faccia al mondo che noi non ci sentiamo più : in la forza di scrivere la nostra storia, la nuova Italia in ha chiamato a insegnare Roma, un tedesco». Ma te queste, potrà obiettare qualcuno, sono tut- condizioni in cui è evidente vita e gli interna della stranieri. ! Ebbene, nazione Però, condizioni interne, ne Roma, la storia di amici, le il legame e l'esterna, abbiamo anche tra le la noi nostre cosiddette quistioni interse io volessi linguaggio esagerato, direi che per zionalista, ti-a per un uomo, parlare un un vero na- cioè, dotato d'una vera
  • 73. Il primo Congresso Nazionalista 61 coscienza nazionale, quistioni interne della nazione non esistono. Ma siccome voglio parlare un linguaggio temperato, dirò soltanto che la massima parte delle cosiddette quistioni interne sono false interne e possono sempre convertirsi in quistioni esterne. Per esempio, noi abbiamo di questa ? la quistione interna E del Mezzogiorno. Tutti quale quistione più interna ministeri l'hanno posta a ca- i po, e certamente continueranno ancora, dei loro governo come quistione interna per antonomasia. Tutti i ben pensanti delFopinione pubblica r hanno schiaiì'ata in faccia a noi na- programmi cosiddetti zionalisti come di colonizzatori e imperialisti quistione interna per antonomasia da ri- solvere prima ! Ma ben. pensanti del nessuno perchè prima e del di questi dopo, delle qui- da risolvere prima e delle quistioni perchè nessuno dj esterne da affrontare dopo questi ben pensanti ha mai pensato che la quistione del Mezzogiorno è almeno per metà una, quistione d'emigrazione ? Cioè, almeno per metàuna quistione esterna ? O che forse tutta la quistione del Mezzogiorno consiste nel rimboschire in una legge fatta dal governo il Mezzogiorno, italiano per rimboschire il Mezzogiorno ? No davvero Almeno per metà la quistione del Mezzostioni interne • ; ! giorno è quistione d'emigrazione, cioè, E ben infatti, cari nostri maestri l'ordine ; signori, mentre e da costituito mentre tutti i i esterna.] pensanti,, partiti politici del- costituire ; mentre tutti
  • 74. 62 i primo Congresso Nazionalista II ministri continuavano a ripetere mano : — Mettiamo a risolvere la quistione interna del ÌMezzo- tempo di risolvere la quistione interna del Mezzogiorno, non facciamo nulla se prima non abbiamo risolta la quistione interna del Mezzogiorno che cosa accadeva ? Accadeva che giorno, è ! — del Mezzogiorno, il Calabro e il basifacevano per conto loro quistione esterna di quella che per l'intera nazione, per l'alta pol'abitante lico, litica militante, per l'opinione pubblica e cento giornali, restava quistione interna. i suoi Cala- Il emigravano. Prendevano i loro dieci secoli di miseria e la loro pazienza e attraversavano l'oceano avendo essi soli il coraggio di fare per loro proprio conto quella politica bro e siculo il d'avventure che era rinnegata dalla viltà nazionale. Gli emigranti, perfetto |i buon senso o signori, maesU'i miei del del prima sono e del dopo, precursori degli imperialisti, cattivi precursori, 'ma sono. La quistione del Mezzogiorno è anche la qui- stione della Sicilia, della Sicilia che per causa dell'emigrazione diminuisce di diecimil'anime e più all'anno ed ha province desolate. Ora, fac- una supposizione per spiegare il mio pensiero non per tracciare un programma di conquista, né molto meno per uno sterile rimpianto del passato. Ma supponiamo che l'Affrica più vicina cio e fosse italiana. Credete voi che la quistione in- terna della Sicilia oggi sarebbe la stessa giungo anzi : ? Ag- credete voi che sarebbe la stessa
  • 75. Il per tutto primo Congresso Nazionalista Mezzogiorno il per tutta e 63 l'Italia ? L'es- sere quell'Aflrica piuttosto sotto dominio italiano che francese credete voi che avrebbe lasciato e la Sicilia e il Mezzogiorno e l'Italia nelle stesse condizioni in cui sono rimaste ? Ma tutta la vita dell'isola da quell'aggiunta del dominio italiano di là dal breve mare sarebbe stata rinfiancata e serrata alla penisola. E tutta la vita dell'isola, Mezzogiorno e della penisola sarebbe sta-, ta rinfervorata, e certo molte cosiddette quistioni interne che ancora imputridiscono sotto il sole e per cui imputridiamo, sarebbero state ri-; e del solte. me Sarebbero state risolte essendo poste coNoi avremmo una buona quistioni esterne. volta seppelliti i cadaveri. nostri Un'altra quisiione interna è la scuola. Ma, signori miei, la quistione zo, non consiste toglier di mez- disordini della Minerva e nel corredar di i panche sto scuola della solo nel toglier di mezzo, nel le aulette queste aulette tutta elementari ? O non piuttosono il primo principio di E al- quistione in- una grandissima opera nazionale lora possiamo dir noi quanto la ? terna diventi esterna, noi che sappiamo quanto (rammento il FerNoi avevamo, amici, un patrimonio di capolavori e un patrimonio di perfezioni morali che ci avevano lasciato cento generazioni di maggiori nostri in duemila e cinquecento anni di storia e con tre sovrala cultura italiana sia schiava rerò) della cultura straniera. nità su tutte le genti, la sovranità de' nostri
  • 76. 64 II primo Congresso Nazionalista la sovranità de' romani, la sovra- fratelli greci, nità del rinascimento. Questo patrimonio era stato sole della terra, il un apice delle menti, un termine delie umane aspirazioni, uno specchio dell'eterno umano ideale, l'Olimpo degli Dei e degli eroi con questo per secoli e secoli avevamo educato la nostra infanzia e la nostra gio; ventìi questo aveva dirozzata la barbarie, su- ; scitate civiltà, era stato aveva attraversati e aggiunti gli scopritori nità del genere lievito di rivoluzioni il nuovi continenti i umano accorsi a morir lo gettammo ai cani ! all'u- questo avevan portato ; ardente e folgorante nel loro sangue poeti ; oceani dietro alle navi de- gli i giovinetti Ebbene, noi Noi gettammo ai cani queper l'Italia. sto immenso nostro patrimonio, il classicismo Lasciammo che su questo avesser ragione i me! grammaticali e todetti i lessicali tedeschi piangono per filologi tedescheggianti che fa si pii^i ? al abbiamo cosiddetta quistione vale a dire, Ed ora guerra Ma questo dov'è mai risolta esternamente una classicismo Cioè, noi ! la ! interna, assoggettando il ma alla nosti'O rovescia spirito : alla cultura straniera, invece di assoggettare la cul- tura straniera al nostro spirito. Or non torno al Vincenzo Morello scrisse innazionalismo nelle Cronache letterarie^ e è molto, fra le altre cose diceva forza, stile. non ha ideale, Dinanzi alla : solo lo stato non ha non ha metodo, non ha storia contemporanea esisto- «Nella lotta per la vita,
  • 77. . Il no primo Congresso Nazionalista nemici dello i non stato, 65 esiste lo stato. Ora, quale è la base dello stato in Italia ? 11 parla- mento. E dal parlamento qual mai pensiero, quale parola, quale energia si è sprigionata in tanto volgere di anni ? Qual politica è mai da esso venuta fuori capace di provvedere, non dico a lunga scadenza, ma a scadenza almeno di un decennio, agli interessi e alla fortuna del paese ? Quasi questo paese sia un trovatello, raccolto per pietà in un angolo oscuro della storia, nessuno di quelli che avrebbero avuto il potere di renderlo prospero e felice, ha mai avuto fede nell'avvenire, e tutti hanno cercato di sfruttare il minor pericolo per- provvisorio, di sbarcare col sonale il destino E i personale lunario e di abbandonare destini Morello aggiungeva il al » : «Ci fu un momento, in cui parve che Tltalia volesse anche lei, come le potenze, allar- altre mondo Ma gare i po prime, prevedute e prevedibili sciagm'e essa le suoi confini nel coloniale. do- raccolse nel proprio nido, per paura delle in- si temperie. Siamo poveri, dissero e bisogna diventar ricchi, lusso della vita coloniale. il cipio, su che gnavan i laici del i prima parlamentari, di permetterci Petizione di prin- parlamentarismo disde- Era quando Francoloniale une affaire di rivolgere l'arco della loro mente. forse ricca la Francia, com'è ora, cesco du I roy, faceva della politica quando Richelieu concedeva CoRRADiNi. Nazionalismo italiano. ti ioli di no5
  • 78. . 66 . II pì-imo Congresso Nazionalista che fossero andati a exploiter era forse signora e padrona dei biltà ai borghesi le colonie ? O mondo l'Inghilterra, quando per terra e per mare, guerreggiando e speculando, ha mercati del costruito, in due secoli di lotta interrotta., il suo impero coloniale ? O la ricchezza dell'una e dell'altra nazione non è la conseguenza di tutti quegli sforzi e di tutte quelle lotte ? Noi abbiamo assistito, si può dire, alla formazione della politica coloniale tedesca. I vincitori di Sédan arrivarono ultimi al banchetto i buoni posti erano tutti occupati. Ed essi senza scoraggiarsi mossero ad occupare quelli rimasti liberi, anche : sotto il tropico » Ebbene, bastano queste tristi e giuste note di Vincenzo Morello a far vedere come la quistione senza dubbio interna del nostro parlamentarismo,, che è tutto il nostro mondo politico, sia una cronistoria d'atti esterni, soppressi. Or non è molto Stampa Scipio Sighele scriveva nella : «Credo che tutti saranno d'accordo nel riconoscere che colui che re^ge oggi il governo d'Italia è un patriotta. Ebbene, questo patriotta che porta il nome sunto il suo credo politico in due Xrasi liani ha illustre di Luigi Luzzatti, che amano la patria, della politica estera ; gli : rias- gli ita- devono disinteressarsi devono mante- italiani nere la pace anche a costo di ogni viltà » Ebbene, signori miei, il patriotta Luigi Luzzatti, fior del nostro parlamentai'ismo, troppo una nostra quistione interna. Ma è pur coni-
  • 79. prendete che tutti interna sarebbe Veniamo a Dobbiamo il la politica di questa quistione mondo. suicidio dell'Italia nel ^ noi. partire dal riconoscimento di que- principio sto 67 primo Congresso Nazionalista Il : sono nazioni proletarie, come ci nazioni, cioè, le cui sono classi proletarie condizioni di vita sono con svantaggio sottopoci ; ste a quelle di altre nazioni, tali quali le classi. Ciò premesso, il nazionalismo deve anzitutto batl'Italia è una nazione ter sodo su questa verità : materialmente e moralmente proletaria. Ed è proletaria nel periodo avanti la riscossa, cioè, nel periodo preorganico, di cecità e di debilità viSottoposta alle altre nazioni e debile, non tale. di forze popolari, samente come lismo I gli si muscoli il ma di forze nazionali. Preci- proletariato prima che il socia- accostasse. de' lavoratori che volontà avevano i eran forti com'ora, lavoratori di elevarsi ? ma Era- no ciechi sul loro stato. Or che cosa accadde, quando il socialismo disse al proletariato la prima parola ? Il proletariato si risvegliò, ebbe un primo barlume sul suo stato, intravide la possibilità di mutarlo, concepì il primo proposito di mutarlo. E il socialismo lo trasse con sé, lo spinse a lottare, formò nella lotta la sua unione, la sua coscienza, la sua forza, le sue stesse armi, il suo nuovo diritto, la sua volontà di vincere, il suo orgoglio di stravincere, l'affrancò, lo portò a dettar la sua legge di classe alle altre classi, alla nazione, alle nazioni. i
  • 80. 68 II primo Congresso Nazionalista Ebbene, amici, il nazionalismo deve fare qualche cosa di simile per la nazione italiana. Deve essere, ")<^ a male agguagliare, nazionale. come Cioè, proletariato il valore della dobbiamo insegnare noi il nostro socialismo socialismo il lotta all'Italia insegnò di classe, al così valore della il lotta internazionale. Ma la lotta internazionale è Ebbene, sia -A sciti la guerra ! E il la guerra ? nazionalismo su- in Italia la volontà della guerra vittoriosa. È superfluo avvertire che la nosti'a guerra non è un precipitarsi alle armi, e che la nosti'a guer- ra vittoriosa non è un'ingenuità poetica, o profetica, ma un y poniamo ini ordine morale. Noi « metodo di insomma pro- redenzione nazionale » e con un'espressione estremamente riassuntiva e concentrata lo chiamiamo « necessità della guer- ra». La guerra è latto supremo, ma l'alfermare guerra comprende il riconoscere la necessità del preparare la guerra e del la necessità della prepararsi alla guerra, cioè, comprende un metodo tecnico e un metodo morale. Un metodo di disciplina nazionale. Un metodo per creare la ragione formidabile e ineluttabile della necessità della disciplina nazionale. Un metodo per creare la necessità inesorabile di ritornare al del dovere. le scuole Preme e le Un metodo sentimento al cuore de' nazionalisti che ferrovie facciano il loro dovere. per restituir credito soprattutto alle virtù e all'esercizio delle virtù (i mezzi del Giappone povero come noi) che i borghesi e la loro
  • 81. H primo Congresso Nazionalista opinione pubblica e il uomini dirigenti e gli loro buon senso politici, o il 69 e le clavSsi parlamentari- smo, come direbbe Vincenzo Morello, misero da banda per rispetto alla vita della nazione italiaUn metodo finalmente per rinnovare un patt0 na. na- di solidarietà di famiglia tra le classi della Un metodo zione italiana. sità e l'utile di predicato lavoratori ai per provare la neces- questo patto. Per anni e anni fu dal italiani socialismo, nostro maestro e nostro avversario, che era loro interesse rendersi solidali con lavoratori della i Concincina e del Paraguay e rompere ogni solidarietà con i loro padroni e con la nazione italiana. Bisogna rinchiodare nel cervello dei lavoratori che hanno un maggiore tenersi solidali con con i interesse a man- loro padroni e soprattutto nazione e a mandare al diavolo la socon i loro compagni del Paraguay e la loro lidarietà della Concincina. Insomma ha risolta da quando è costituita ha perdute due guerre l'Italia, bertà e in unità, la quistione Mezzogiorno. del politica delle alleanze è giunta de' suoi amica in e li- non Nella ad essere nemica nemici de' suoi algli uni e presso gli ha sospettato neppure che si potesse alleati e de' senza credito presso leati, e altri. Non imprimere all'emigrazione un moto verso una finalità nazionale ed ha ormai logore tutte le sue istituzioni ed esausti Vale a dire, il resultato tutti i della suoi parliti. nosti-a politica estera e della nostra politica interna è cattivo.
  • 82. 70 Quali II le primo Congresso Nazionalista cause sione generale. st'opera. ? C'è bisogno d'un'opera di reviIl nazionalismo si propone que- C'è bisogno di mutai' sistema, di tro- vare un miglior sistema di uomini e di cose. Il nazionalismo vuol trovarlo. Questa è la sua ragione d'essere.
  • 84.
  • 86.
  • 87. . L'esperienza delle ultime elezioni politiche del- Novembre 1913 insegna, a coloro che vedono chiaro, che quello fra i molti partiti il quale si chiama il vecchio grande partito liberale, se vorrà continuare ancora a dirigere la l'Ottobre e del vita politica della nazione, bisognerà che si tras- formi in un nuovo grande partito nazionale pren- dendo dottrina, nazionalismo animo che e metodo di lotta da quel ultimamente è stato la sua avanguardia Allora soltanto potrà collocarsi di fronte al suo antagonista naturale che è La zioni il realtà storica presente di fronte, quella del partito socialista. comporta due posipartito socialista e quella del partito nazionale. Chi, per esempio, vede il solito partito liberale due estremi opposti, socialisti e clericali, e ne fa dipendere il suo trionfo avvenire, e per conseguenza la salute della patria, dal suo tenersi equidistante dall'uno e dall'altro, è uno che non vede giusto, probabilmente per vecchio spirito settario. Gli opposti, se mai, qui sono clericali e massoni. Ma oltre a ciò la realtà storica è per due grandi partiti di fronte il partito sotra : cialista e il partito nazionale.
  • 88. 76 Aristocrazia democratica Il compito di quest'ultimo deve essere di lavo- rare per la pacificazione interna, allo scopo d'au- mentare la ricchezza e la potenza della nazione, come mezzi per raggiungere nazionali del le supreme finalità cui divenire sta riposto nel conflitto il mondo. Ora, nel lavorare a ciò partito il nazionale verrà a trovarsi antagonisticamente di contro al socialismo che è internazionalmente pacificista per gli effetti della lotta di classe in- terna. Ma altri contemporanea nella realtà storica Sono partiti. socialismo e il tutti ci sono quei partiti medii tra vecchio liberalismo che democratici e che per la il dicono si comune essenza loro possono considerarsi unificati in un solo grosso partito democratico. Dinanzi a cui come verrà a trovarsi nazionale che dobbiamo formare, se partito il a cuo- ci sta re la salute della patria ? Per rispondere a questa domanda bisogna avdue parole che volgarmente hanno lo stesso significato. Le due vertire la differenza che passa fra parole sono avversario e nemico. l'avversario, l'antagonista, Il socialismo è come abbiamo detto ; democrazia, non ciò che sarebbe la democrazia secondo le sue definizioni teoriche che sono la men che nulla nell'azione politica, ma ciò che è la realtà democratica operante nell'Italia di oggi, questa è È noto in Italia. nemico. il il processo fatto alla democrazia anche Ma soltanto a Roma, durante le eie-
  • 89. democrazia oligarchica e chiaro nel fondo di essa. Bisogna ripensare alla democrazia dei principi romani. Bisogna ripensare ai due principi romani, don Leozioni, vidi ne Caetani la loro zia. e don .Scipione Borghese, campagna Ma prima i quali fecero elettorale sulla loro democra- per galantomismo debbo premet- che se parlo de' principi romani, non ò perchè nutra uno speciale rancore verso quelle nostre illustri villime elettorali, ne perchè atti'ibuisca a mera colpa personale loro quanto dicono e fanno la cecità dei tempi è in loro ed essi non vedono e non capiscono. Ma io ne parlo perchè appunto la combinazione delle fortune elettorali volle che essi nella capitale del regno fossero elevati a indice di un male che è generale tere ; di tutte le classi loro, della vecchia aristocrazia, della borghesia ricca, di quella di lavoro e di quella di cultura. Li prendo per ciò che furono in un'ora solenne E non : prototipi e memorando esempio, tanto intendo parlare contro di loro e i loro quanto parlare per loro e i loro simili, per illuminarli. Dopo di che veniamo a noi. Una serg dunque a Roma andai a un comizio che aveva luogo non mi rammento in quale piazza. Di sopra un trespolo sotto una porta parlava il prinsimili, cipe Caetani, ma la folla degli avversarli schia- mazzava perchè cessasse di parlare. Nella oscurità della prima notte vedevo le lunghe braccia del principe comiziatore starnazzare sullo schia- mazzo, mentr'egli ostinatamente seguitava a vociferare. Una sola parola afferrai, quella del suo