La Calabria, antologia della rivista di letteratura popolareGiuseppe Candido
Pubblicata in Monteleone di Calabria (1808-1902) e diretta da Luigi Bruzzano. Introduzione Prof. Luigi Maria Lombardi Satriani, prefazione Vittorio De Seta - Isbn 9788873512790
Tre settimane prima di essere ucciso dalla mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dallo Stato per combattere Cosa nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L'intervista è pubblicata su Repubblica del 10 agosto 1982
Arte e modernita'. i due percorsi comuni del fascismo e dell'estado novo (aes...UNIVERSITY OF COIMBRA
I due percorsi distinti del fascismo italiano e dell'Estado Novo Portoghese per l'estetizzazione della politica. Saggio neo-marxista e neo-repubblicano di Massimo Morigi
Questo Learning Object muove dall’esigenza di approfondire l’analisi del terzo e più importante romanzo di Italo Svevo, caratterizzato da una struttura fortemente sperimentale, da un tono ricco di spunti ironici e da tematiche estremamente attuali
Saggio a cura dell'Associazione Nazionale Professori Universitari sulle ragioni morali, politiche, economiche e nazionali della necessità dell'ingresso in guerra dell'Italia nel 1915.
La Calabria, antologia della rivista di letteratura popolareGiuseppe Candido
Pubblicata in Monteleone di Calabria (1808-1902) e diretta da Luigi Bruzzano. Introduzione Prof. Luigi Maria Lombardi Satriani, prefazione Vittorio De Seta - Isbn 9788873512790
Tre settimane prima di essere ucciso dalla mafia, il generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, prefetto di Palermo, racconta a Giorgio Bocca che i poteri speciali promessi dallo Stato per combattere Cosa nostra non sono ancora stati approvati (e non lo saranno mai). L'intervista è pubblicata su Repubblica del 10 agosto 1982
Arte e modernita'. i due percorsi comuni del fascismo e dell'estado novo (aes...UNIVERSITY OF COIMBRA
I due percorsi distinti del fascismo italiano e dell'Estado Novo Portoghese per l'estetizzazione della politica. Saggio neo-marxista e neo-repubblicano di Massimo Morigi
Questo Learning Object muove dall’esigenza di approfondire l’analisi del terzo e più importante romanzo di Italo Svevo, caratterizzato da una struttura fortemente sperimentale, da un tono ricco di spunti ironici e da tematiche estremamente attuali
Saggio a cura dell'Associazione Nazionale Professori Universitari sulle ragioni morali, politiche, economiche e nazionali della necessità dell'ingresso in guerra dell'Italia nel 1915.
D'Orsi, Angelo. - L'Italia delle idee. Il pensiero politico in un secolo e me...frank0071
I fili che tessono questo libro sono le idee che hanno costituito la trama della vita politica, passando dalle cattedre, dai pulpiti, dalle biblioteche alla divulgazione
letteraria, giornalistica, o al vari mezzi della comunicazione di cultura. E dietro le avventure di idee e parole che si ripropongono, magari rovesciate di senso, nelle diverse stagioni politiche, compaiono gli Individui con le loro vicende eroiche, maramaldesche
oppure impaludate nella “zona grigia” del silenzio e dell'indifferenza.
Sedici Pagine è un Magazine di cultura, informazione e attualità, nato dall’intuizione di Antonio Molinari e Domenico Stea assieme all’Associazione “Free Space”. La rivista fa la sua prima apparizione in pubblico il 16 Settembre 2016, con la pubblicazione del ‘numero 0’. Il successo dell’esordio proietta il magazine nel mondo delle novità e lo conferma come un progetto ambizioso e di larghe vedute. Particolarità di Sedici Pagine Magazine è la sua “Redazione Instabile”, composta interamente da giovani studenti e neolaureati (come, del resto, tutto il suo nucleo organizzativo), che mese per mese aumentano e si alternano nell’affrontare tematiche d’ogni genere (politiche, sociali, sportive, artistiche ecc…).
Raccolta di scritti di Carlo Cattaneo, dettati tra il 1860 ed il 1862, riguardo le terre irredente di Trentino, Istria, Savoia, Nizza e Canton Ticino. La raccolta venne pubblicata nel 1920, fatto evidente anche dalla rilettura politica degli scritti che F.Arieli opera nella prefazione alla raccolta, esigenza dettata dalle mutate condizioni geopolitiche dell'Europa del 1920 rispetto a quella del 1860.
Conferenza (tenuta dapprima al Circolo filologico di Milano, poi alla Società di Cultura di Bergamo e alla Società di Letture di Genova) con note e documenti inediti, curata da Alessandro Luzio, relativa alla figura, le gesta ed il pensiero di Giuseppe Mazzini.
Diario di D'Annunzio relativo alla Beffa di Buccari del 10 Febbraio 1918 con, in aggiunta, la Canzone del Quarnaro, il catalogo dei Trenta di Buccari, il cartello manoscritto e due carte marine, edito a Milano nel 1918.
Documento riportante il discorso del Duce del 14 Maggio 1935 al Senato del Regno e del sottosegretario Lessona alla Camera dei Deputati ed al Senato del Regno del 7 Maggio 1935, riguardo i diritti e gli interessi dell'Italia in Africa Orientale in seguito alla crisi dei rapporti con l'Abissinia.
Scritti di G.Dainelli, T. De Bacci Venuti, P.L. Rambaldi, A.Dudan, E.G.Parodi, A.Cippico, A. Orefici, P.Foscari, A.Tamaro sull'italianità della Dalmazia ed il suo valore per la libertà d'Italia nel Mar Adriatico.
Numero di Gennaio-Febbraio 1941 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Numero di Gennaio-Febbraio-Marzo 1940 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Numero di Gennaio-Febbraio 1939 della Rivista mensile di studi sulla guerra e di problemi giuliani e dalmati, edita a Trieste dalla Società Editrice Volontari e Mutilati.
Cronache e documenti dell'Ufficio storico del Ministero della Marina in merito alle operazioni, le missioni, le perdite dei sommergibili italiani e dei sommergibili alleati alla dipendenza delle forze armate italiane nel corso della prima guerra mondiale.
6. DEL MEDESIMO AUTORE:
La patì-ia
La guerra
Le
sette
Maria
Le vie
lontana, romanzo
lontana, romanzo
lampade
Salvestri,
L.
3 50
....
3 50
.
novelle
d'oro,
dramma
dramma
dell'Oceano,
.
.
...
4
....
L'ora di Tripoli
La
conquista di
guerra (1912)
Sopra
le vie
del
2
3
—
—
—
3 60
Tripoli.
Lettere dalla
3 50
nuovo impero. Dall'emi-
grazione di Tunisi alla guerra nell'Egeo.
Con un epilogo sopra
ciale, la civiltà
la civiltà
guerresca
e
i
commer-
valori morali
.
3 50
8. PROPRIETÀ LETTERARIA.
/
riproduzione e di traduzione sono riservati per
paesi, compresi la Svezia, la Norvegia e l' Olanda.
diritti di
tutti i
Copyright by Fratelli Treves, 1914.
qualunque esemplare di quest'opera
timbro della Società Italiana degli Autori.
Si riterrà contraffatto
che non porti
il
Tii'. Fratelli
Treves,
9. PREFAZIONE.
Una
parte di questo volume comprende alcune
pagine già pubblicate altrove,
e le
ho raccolte un
po' per l'istinto che ci spinge a voltarci indietro
quando
si
è giunti
a un certo punto del cam-
mino.
Sono cose che precedettero il congresso di Firenze del Dicembre 1910 da cui uscì l'Associazione Nazionalista. Si riconnettono con V opera di
propaganda individuale che incominciai con alcuni amici miei, primo Pier Ludovico OccMni,
sin dal 1903 con la fondazione del Regno.
Il resto del volume è formato per la massima
parte di discorsi letti per le varie città durante
quest'anno. Ed è un nuovo contributo all'opera
di revisione di tutto un passato e di formazione
di tutto un avvenire che il nazionalismo va assiduamente facendo nella politica italiana.
Con umile volto l'offro soprattuttp a coloro i
quali continuano a ripetere che ancora non capiscono, non vedono in che cosa il nazionalismo
consista, che cosa precisamente sia. Sono una
gran turba
d'italiani
i
quali concepiscono
il
na-
10. PEEFAZIONE
zionalismo come qualche cosa che stia in un cantuccio. Basterebbe darsi la pena di cercarlo e
troverebbe,
si
perciò
non
ma
lo
ripetere che
essi
trovano,
non
e
si
danno
la
pena
e
quindi continuano a
non sanno che
sia.
In verità nulla m'impensierisce di più di questa
incapacità di fare attenzione che
tanta parte
in
del
pubblico
italiano.
si
ritrova
Pronti a
parlare, e soprattutto a giudicare, restii a capiI lettori conoscono la frase italiana dettlfi
Non capisco questa cosa !
con certa aria :
Chi la ripete vuol dire che insomma gli pare
che la cosa non stia. E così da anni mi sento
ripetere:
Non capisco il nazionalismo!
E
m'accorgo che ben pochi davvero sospettano di
non capirlo, perchè non riescono a capirlo, o
perchè non si danno la pena di capirlo. È pur
legge comune che l'uomo non sospetta mai della propria intelligenza, ma sempre della cosa
che dovrebbe intendere; però, tal legge si applica al nazionalismo in modo che ormai passa
re.
—
—
—
—
tutti
i
limiti.
Per noi
di
tate
incapacita di attenzione seria e
riflessione seria
nelle nostre classi maggiori
ancora un persistere di quella debilitazione
che patimmo nei lunghi secoli del servaggio e dell' inerzia. Fatto sta che il nazionalismo è obbligato a questo: non soltanto a elaborare ed esporre la sua propria dottrina, ma
anche a formare il mezzo pubblico atto ad accoglierla. Perciò procede nella prima operazione
è
etnica
11. PREFAZIONE
lento
piuttosto
e
alquanto cauto.
Noi abbiamo
media opi-
soprattutto bisogno di questo: che la
si renda esatto conto che
una certa differenza fra il liberalismo e noi,
nione pubblica liberale
c'è
non
soltanto negli atteggiamenti bellici elettorati,
ma
più nella parola
sentimento non
scritto.
e più ancora nel
Noi non vorremmo essere
scritta
la musica dell'avvenire, il che talvolta
suppongono ; vorremmo essere soltanto una musica alquanto diversa, il che quasi mai sono pro-
per loro
clivi
a supporre.
Comunque,
ci spronano le giovani generazioni
che sono interamente con noi e per noi, che
d intendono d'istinto, la qual cosa è assai di più
dell intelligenza.
Per esse gli uomini del nazionalismo italiano
proseguono V opera loro. Della quale Vimportanza
apparirà un giorno. Apparirà insomnia di che
cosa
si
tratta.
Si fratta di espellere d'Italia le
sopravvivenze di due rivoluzioni straniere, della
rivoluzione borghese gallica e della rivoluzione
socialista
tedesca; e di aprir
la
strada a
una
formazione italiana politica, morale, spirituale.
Cioè, porre nel nostro terreno i germi nostri di
una futura civiltà nostra che prenda il cam-
mino
del
mondo.
Firenze, Marzo 1914.
Enrico Oorradini.
17. La concezione
nazionalista
si
fonda anzi
luLbo
sul riconoscimento clic la vita è di natura sua
collettiva.
Gli
antisocialisti
nuti individualisti,
senso
un
ma
in genere
sono rite-
bisogna chiarire in che
o la sua naturai
nazionalista,
conse-
guenza, l'imperialista, è un individualista e in
che senso è precisamente l'opposto.
Un nazionalista è individualista per ragioni di
momentanea polemica contro un momentaneo
so-
cialismo. Si è individualisti nelle questioni eco-
nomiche
senta
;
ma appena
se ne esce e ci
dentro di noi la nostra
si
rappre-
dottrina,
allora
accorgiamo che questa è certamente
la pili grande incarnazione dell' antindividualismo che sia possibile nella pratica realtà.
Non è difficile far capire che il nazionalismo
subito
ci
una forma di vita collettiva. È, ripeto, la piìi
grande forma di vita collettiva possibile nella
è
che l'internazionanon sono se non due
astrazioni sentimentali, quando non siano armi
pratica
lismo
che
si
me
realtà,
e
di
riconosciuto
l'umanitarismo
adojirano per combattere in prò di forvita
collettiva
inferiori
a
quella
della
nazione.
Piuttosto,
supponiamo per un momento che
18. Principii del nazionalismo
6
l'altra
forma
di vita collettiva,
non
lettivismo socialista,
favola,
vediamo
e
sia
cosiddetto col-
il
ormai una vecchia
che relazioni sta questo
in
modo
collettivismo col nostro
considerare la
di
vita collettivamente.
Prima
di tutto, se
collcttivismo socialista aves-
il
potremmo dimo-
se ancora qualche credito, noi
non
strare che esso
perchè la vita
semplicemente
possibile,
è
umana
di
natura sua è
collettiva,
non è se non il proun momentaneo organamento di atti e di
e lo stesso individuo altro
dotto di
fatti
Bi-
dalla nutrizione alla cultura.
collettivi,
sogna tener molto d'occhio questo stato collettivo
dell'umaniLà.
Io,
individuo di questo mio tempo,
vale a dire, atomo di questo attimo, tutto quanto
sono e come vesto e come abito e come mi nu-
come parlo
tro e
come
e
so
e
sento e penso,
sono la fattura d'una vita collettiva che dal presente s'estende nel
sente
s'estenderà
passato,
come
nell'avvenire.
in cui tutti respiriamo, la terra
caviamo
il
nerativi
attraverso
nasciamo
;
si
collettiva
mare,
il
da cui
generazioni
le
pre-
lutti
ri-
atti
ge-
da cui
tutti
e queste sono le condizioni sotto
(simboliche
Quando
dal
l'atmosfera
nutrimento, la catena degli
un
aspetto reali e sotto
vita
poi
C'è
direbbe
di
vento
cui
si
altro
volgarmente)
ciascuno di
muove
un
aspetto figurative
sulla
noi
di
quella
è
parte.
superficie
del
onde che vengono giù rincorrendosi dall'orizzonte al lido, sono libere e in sé
iinitc, eppure tutte nascono dal inare e tutte si
tutte
le
19. Principii del nazionalismo
estinguono nel mare.
Lo
stesso sono gli indivi-
dui rispetto alla vita collettiva
finiti,
ma
:
e
liberi
in
Il
mare
della
collettiva è un'enlità rispetto agli individui
il
mare proprio
se
nascono dalla vita collettiva e
questa s'estinguono.
in
tutti
tutti
vita
come
è un'entità rispetto alle onde.
E
noi avessimo ancora bisogno d'una prova,
do'.Temmo considerare che ci sono funzioni le
quali sono ad libitum per gl'individui e non sono di prima necessità se non per la vita collettiva
la procreazione, per esempio.
Tutto questo è facile a capire. Ma proprio per
questo non è dato agli uomini di sperare nel collettivismo socialista. E perchè ? Semplicemente
perchè tale collcttivismo, se avesse possibilità d'esistere, mirerebbe a collettivizzare la vita a misura d'individuo, mentre la vita collettivizza per
trascendere l'individuo, per produrre, cioè, organismi maggiori, forme di essenze maggiori. Il collettivismo socialista parte dal concetto delle uguaglianze uomini uguali, uguali arnesi di lavoro,
uguale lavoro, uguale mercede gli uomini di una
se
:
:
;
generazione uguali a quelli di un'altra in condizioni
me
sempre uguali
collettivista noi
;
vale a dire, nell'ideale regi-
avremmo somme
di
uomini
succedentisi di generazione in generazione e sem-
pre incapaci
di
di nulla costruire oltre le possibilità
un uomo. Al contrario la vita parte
diversità, e di sempre maggiori
delle
dal fatto
diversità
tende a comporre attraverso le generazioni sempre maggiori uniià. Le opere della vita collet-
20. Principii del nazionalismo
tiva sono le città, le nazioni, gli imperi, le arti,
L'Impero Romano fu in Occidente
le civiltà.
la
più vasta unità di vita collettiva, e come tale è
sacro nella memoria degli uomini. Quando Na-
poleone
viene incoronato imperatore, la corona
I
sta sopra l'apogeo della vita collettiva della
Franromana, germanica, monarchica, rivoluzionaria, per un momento composta in perfetta unità. La Divina Comedia è una vera e
propria opera di vita collettiva, la più vasta
unità di vita colieltiva ideale apparsa in Occi'-'
dente. I capolavori delle arti sono attraverso 1
cia gallica,
secoli
vere
formazioni
e proprie
collettive.
Le
preparano i secoli prima degli artisti, altri secoli le sviluppano dopo, e capiscono poco coloro i quali credono che la Divina Comedia nascesse tutta quanta così coni' è dal cervello di
Dante. Questi creò qualcosa a cui tutte le generazioni aggiungono. Il cosiddetto progresso è
un'opera
collettiva.
E
più ce ne rendiamo conto,
quando si abbandona l'idea che del progresso
si ha oggi dai seguaci dell'opinione pubblica
l'idea, cioè, di un cammino indefinito che l'uma;
nità
verso
fa
arbitraria,
la
sua
Quest'idea
grossolana,
e
ed è ad-
un errore perchè quel cammino innon esiste, e soltanto esistono alcuni cam-
dirittura
definito
perfezione.
sentimentale e
;
pi su cui l'umanità progredisce, ed altri su cui
torna indietro. Così
nelle
scienze
i
morali e
greci erano avanti
nelle
arti,
e noi
a noi
siamo
avanti ai greci nelle scienze fisiche e nelle loro
21. Principii del nazionalismo
applicazioni ai biscioni della vita materiale. Biso-
gna
in luogo dell'idea di progresso
porre l'idea
d'integrazione. Ogni età, ogni civiltà, ogni popolo,
ogni
famiglia
di
popoli
portano
il
loro
contri-
buto a questa integrazione dell'umanità vivente
i secoli.
D'epoca in epoca un aspetto
nuovo dell'umanità è rivelato, o meglio è creato. È provincia che si aggiunge a provincia per
formare il territorio di un impero che sempre
attraverso
più s'estende. Così
i
greci vi aggiunsero la pro-
arti, come abbiamo detto, i romani del diritto e della guerra,
moderni delle scienze e delle loro invenzioni.
i
E tutti questi aspetti con i quali si integra la
vincia delle scienze morali e delle
storia vivente dell'umanità, tutte queste provin-
ce
dell'interminabile
valore.
un
E
il
impero hanno un uguale
credere diversamente è un errore, o
Noi ci illudiamo, perchè,
immersi nel nostro tempo, pensiamo col cervello del nostro tempo. Così oggi l'idea di progresso si identifica con quella del progresso del
sentimento di solidarietà umana, o pietà e simili.
La solidarietà si confonde perfino con la civiltà
effetto
d'illusione.
che è cosa tanto piìi vasta e complessa. È un'illusione proveniente dall'essere noi immersi nel
nostro tempo. C'è nel nostro tempo questo ottimismo verbale dell'umana solidarietà e perciò
siamo tratti a ragionare così noi abbiamo un
sentimento della solidarietà umana più forte de:
gli
antichi, in questo sentimento consiste la ci-
viltà,
e perciò
siamo più
civili
degli autichj.
Si
22. 10
Principii del nazionalismo
meno
ragiona male. Noi siamo più e
de-
civili
meglio, non siamo né più nò meno.
gli antichi.
Noi siamo noi
antichi sono gli
e gli
antichi,
e
integriam.o l'umanità.
antichi e noi
Or tornando
natura collettiva della vita
alla
vediamo che questa m.eglio appare nelle sue
forme politiche.
Ciò posto, si comprende bene che cosa si debba intendere per nazionalismo. Il nazionalismo
noi
y
è la dottrina di coloro
quali considerano la na-
i
come la maggiore unità di vita collettiva,
come un vero e proprio individuo maggiore. IJ
zione
nazionalismo poggia su due principii:
nel
è costruttrice
termini individuali
tempo
2.°,
;
e
1.°, la
vita
spazio oltre
nello
la virtù
costinittrice
i
di
grandi collettività che è riposta nella specie, oltre
un certo
liniiic
non può andare,
e questo li-
mite ò segnalo dai confini delle nazioni e dei
loro imperi. Vale a dire, le nazioni e i loro imperi
sono
sussistere
le
maggiori costruzioni
nella realtà
dei
fatti
;
possano
sarebbe
clic
e ciò
evidente di per se stesso, se non perdurasse an-
moda
cora una certa
di credere nell'internazio-
nalismo e nell'unione futura di lutto
umano.
Si dice
:
come
il
genere
dalla città si è pervenuti
alla nazione, così dalla nazione si perverrà alla
unione delle nazioni. È un'analogia logica che
nasconde alcuni errori di fatto. Prima di tutto
le nazioni sono fatti storici che sono avvenuti e
una nazione è un fatto geoche avvengono
;
grafico,
è
un
fatto
climalico,
è
un
fatto
etnico
:
23. Principn del nazionalismo
11
discute sul valore della razza nella composi-
sì
un popolo,
zione di
sulla mistura
francesi
,
spagnuoli
gli
non
può discutere
si
sulla
diversa compo-
sangui che fa
de' diversi
sizione
ma
de' sangui,
,
1
gli
tedeschi,
italiani,
gli
i
inglesi
vìa discorrendo, diversi fra loro. .Inoltre
e così
nazione è un fatto storico propriamente det-
la
to,
un
fatto
fatto
di
monarchia che
cultura,
di
un
quanta l'accentrò, la rende
che fino ai nostri giorni fu
tutta
regioni.
binazione di
fatto
L'avere avuto la Francia una
diversa dall'Italia
divisa in
un
lingua,
di
politica.
fatti
Ora,
dinanzi
a
questa com-
l'internazionalismo resta
deduzione puramente logica
una
per analogia sba-
gliata.
Ma
poi le stesse cause che
sviluppato la nazione,
ci
hanno
dalla città
vietano di credere nel-
l'unione di tutte le nazioni. Perchè queste sono
non per una forza soltanto, ma per due,
per una forza di sviluppo dall'interno
all'esterno, di sempre maggiore associazione e
coesione, ed anche per una forza di lotta contro
l'esterno. Più che la volontà^ degli uomini del
paese, la volontà degli stranieri ha formato la
sorte
e
cioè,
nazione con le guerre, le invasioni, le cacciate
ed è probabile che nessuna nazione sarebbe sorta sulla terra senza la lotta esterna, perchè senza
;
di
si,
questa non
ci
sarebbe stato
nòn^cT sarebbe
stato
il
il
bisogno di unir-
bisogno di una ener-
gica volontà concorde, e le rivoluzioni avrebbero
sempre più
disunito, o l'inerzia avrebbe
sempre
24. 12
Frincìini del nazionalismo
più corrotto e debilitato. Le nazioni sono sorte,
perchè hanno avuto un antagonista e in certo
qual modo altro non sono se non un consolidamento di uno stato di guerra permanente, delle
une contro le altre. Ed ecco le due forze che
contemporaneamente agiscono nella
vita
:
za di associazione (alleanza di elementi
comune
difesa) e
la
e
lotta
una forza
sopprimete
la
di lotta.
vita.
una
for-
per
Sopprimete
affini
L'uomo
o sta in
piedi per lottare, o giace cadavere e s'invermina.
Cioè, la vita
umana
Ora, l'unione di
primendo
rebbe
nel
sopprimerebbe
le lotte
popoli (contro chi
i
dramma
dramma
1'
stesso
lo
natura sua drammatica.
?) sop-
è di
tutti
la
vita
;
;
antagonista, sopprime-
sopprimendo
nell'interno di ogni paese.
il
lotta,
Vogliamo es-
sere in istato di rivoluzione perpetua
mo
la
o meglio, rinfocolerebbe
?
Coltivia-
pacificismo. Si possono immaginare
stati uniti del
sì
gli
ma
supponendo ogni stato
municipii, e ognuno di que-
mondo,
sminuzzato in tanti
sti un covo di serpi. La nazione è quanto di
meglio abbia creato l'umanità presa in mezzo
fra
due
i
istinti dell'associarsi e del
La nazione
combattere.
queuna pace interna
che natura pone
per una guerra esterna. Quando si vuole la guer-
sta
è la imperfetta realizzazione di
legge
:
ra interna,
si
è
pacificisti.
Tutto ciò e evidente e sarebbe superfluo notarlo,
se
non
fosse,
ripeto,
la
moda
dell'inlcr-
nazionalismo. Voi sentile persone serie ripetere
:
r— Ij'umanitù paniminu verso l'unione di
i
tulli
25. Principii del nazionalismo
13
—
Ebbene, l'umanità non cammina afl'uomo veramente moderno, l'uomo nuovo
anzi, si riconosce dal suo disprezzo per simili
popoli.
fatto, e
idealismi sentimentali, per simili vere e proprie
malattie dello spirilo. Sono le moralità del nostro
tempo
e bisogna saperle disprezzare.
E
bi-
sogna essere uomini realisti ed avere idealità
realistiche. Sembra che queste due ultime pa-
ma soltanto quando sono
formano un tutto fornito d'un nobile senso
degno d'alto onore. Soltanto quando è realisti-
role facciano ai cozzi,
unite,
e
quando, cioè, è fondata sul fatto, la idealità
degna di questo santo nome, e bisogna smettere di chiamare così tutto ciò che non ne è se
non la caricatura, tutto ciò che non ne è se non
ca,
è
la parola sonante della ciarlataneria del secolo.
Bisogna sapere essere senza ideali, se questi sono ideali. Ma io dico che la grandezza della
propria nazione è un'idealità vera, pienti-e l'inmolte altre dottrine si-
ternazionalismo è con
mili un'idealità falsa.
È un dogma
della
nuova
Bisogna sapere cor-
religione laica, umanitaria.
dialmente disprezzare questi dogmi e queste religioni. 11
I
veri
nazionalismo
è oltre
una concezione
uomini nuovi sono
ritorno ad
il
resto
anche un
realistica del
mondo.
realisti.
E
che e' è di realistico infine nell' internazionalismo ? C'è il cosmopolitismo delle classi colte
e ci sono famiglie di popoli allo stesso punto di
civiltà. Certo l'umanità tende ad uscire, finché
glielo
consente la necessità
dell' anlagonista,
dai
26. 14
Principii del nazionalismo
confini nazionali ed a formare corporazioni
mag-
come, per esempio, ò oggi
l'Occidente d'Em-opa. Più popoli concorrono a
delle
giori
nazioni,
foiTnare la civiltà.
Ma
è
un'illusione
il
credere
questo un primo gran passo verso l'internazionalismo, considerato
come futuro assettamento
certo
l'umana società. E di quest'illusione siamo vittime, perchè ci troviamo immersi nel nostro tempo e possiamo difficilmente pensare con
animo libero. Ma le civiltà sono stati momentanei
di equilibrio fra più popoli, che si rompono in un
modo estremamente più facile di quegli altri momentanei stali di equilibrio fra vai'ie classi di
un popolo soio che si chiamano nazioni. È posdi tutta
concepire una nazione senza più rivolu-
sibile
No. Così non
possono concepire
zioni
?
viltà
senza più guerre. Le guerre sono
le rivolu-
zioni nei conlini delle civiltà (quando
non sono
Ira più civiltà le
si
une contro
le
le ci-
altre ai'mate,
o
come le rivoluzioni
non sono se non le guerre, nei confini di
una nazione. È bene rammentarlo ai pacificisti
fra la civiltà e la bai'barie),
altro
rivoluzionarli.
Ora
che l'imperialismo
è la naturai conseguenza del nazionalismo ? Riconoscere questo vai quanto riconoscere la funè necessario aggiungere
zione utile della guerra.
Ma
s'incappa in
altri
due dogmi, o moralità della religione contemporanea l'inviolabilità della v'ita umana e il pacificismo. Ebbene, bisogna ritornare alla riflessione elementare e por mi'iìte clie ia vita umana
:
27. Principn del nazionalismo
che passa dallo stato
e la moralità della in-
perde di prezzo subito
individuale al collettivo
15
;
umana
è una vera e properchè mira a dar prezzo a
è l'egoismo individuale che
ciò che non ne ha
froda suiraltruismo collettivo. Ma nazionalmente
parlando, Tindividuo non ha più importanza di
una goccia rispetto al mare, di una foglia che
casca rispetto ad una foresta che fosse grande
violabilità
pria
della vita
immoralità,
:
quanto tutta la terra. Su questa verità, o modi fatto si fonda la guerra la quale in
d animo individuale veramente non si comistato
ralità
prende
;
i
quando dallo
soldati
(esercito ciie combatte)
dividuale (timor
fuggono, e tutta
panico),
l'alti'a
stato
collettivo
tornano nello stato in-
non
la
fanno
pili
e
gente che non è capace
dallo stato individuale di passare nello stato col-
condanna. E veramente la guerra è un
male bene, come vi è anche un bene male, e tutta la vita non è se non uno scambio tra questi due produttori di fatti così volgarmente denominati bene, male. E si sappia che
colui il quale fa il male, il grande male, come
la guerra, per terribile bisogno degli uomini, rappresenta quanto vi ha di più tragicamente sacro
nel mondo. I romani mietitori di vite sono sacri.
Napoleone è sacro. I conquistatori sono sotto Ig
santità del fato. In realtà la guerra non è se
non una necessità per le nazioni che sono o
tendono a diventare imperialiste, quando non
tendano a perire, secondo le terno verso di Dante
lettivo, la
male,
ma un
:
28. Principii del nazionalismo
16
« Perchè
che tutto seppe
una gente impera e
l'altra langue». Le guerre sono necessaire co:
me
l'imperialismo esterno e in-
rivoluzioni,
le
terno dei popoli,
tuiscono,
i
quali due imperialismi costi-
da che mondo è mondo, tutta quanta la
umano. Tutto il mondo è impe-
storia del genere
rialista
o all'esterno o all'interno, e c'è oggi
imperialismo
lismo. Tutto
non
del globo
che
de' proletarii
mondo
il
se
è
si
uij
chiama socia-
è imperialista,
e lo stato
non un imperialismo
degli
uomini sugli altri viventi e sulle cose. Non crediamo noi di essere i primi degli animali ? L'antropomorfismo è un aspetto di quest'imperialismo
che giunge sino
non
rale
è se
al cielo e
non un
imperialismo. Tutto
chè
tutto
nel
tempo
il
crea l'Olimpo.
mondo
è imperialista, per-
mondo, come dicevamo,
il
La mo-
altro aspetto dello stesso
e nello spazio, oltre
1
è costruttore
termini indivi-
duali, e abbatte questi termini per creare le clasle
si,
nazioni, gli imperi, e perciò l'inviolabilità
della vita
gare tra
umana
le
e
il
pacificismo sono da rele-
vecchie favole, nel patrimonio degli
idealismi sentimentali degli uomini del passato.
Bisogna rammentare che
è
il
massimo
il
disprezzo della morte
fattore di vita.
E
oggi, in
mezzo a
questi branchi di pecore e di omiciattoli abili che
compongono
in
Italia
le
cosiddette
classi
diri-
genti, datemi cento uomini disposti a morire, e
l'Italia è
rinnovata.
Però, se bisogna essere sempre imperialisti per
dottrina,
non sempre
si
può
e si deve esser tali
29. 17
Principii del nazionalismo
un
in pratica, in
quale
si
certo periodo della nazione alla
appartiene
altrimenli
;
parolai
senso contrario,
astratti
si
in
diventa,
come
quelli
di
cui abbiamo detto più sopra. L'imperialismo ò
uno
stato di fatto della nazione, e
zare per teoria.
di
vitalità,
forza,
È uno
stalo
di
non
si
può
for-
esuberanza di
lavoro e di produzione, di
di
commerci, di danaro. Ed è più diffiper esempio, rendere imperialista all'esterno
cile,
una nazione, quando questa sia travagliata da un
imperialismo interno di classe e sol quando queindustrie, di
;
colmo
st'ultimo sia vittorioso e
soltanto allora incomincia
l'altro,
il
il
d'energie, o vinto,
periodo naturale del-
vero e proprio imperialismo esterno. Pu-
due imperialismi possono essere contemporanei, e anzi l'uno sembra
eccitare l'altro. Comunque, per l'uno son necessare, la storia
insegna che
rie le guerre,
Italia oggi
come per
c'è
l'altro le rivoluzioni.
E
in
chi pensa che sarebbe più utile
una rivoluzione
classi
i
dirigenti,
che abbiamo sul
la
quale spazzasse via queste
queste
collo.
clientele
avide e
Fra vent'anni,
se
inette
non
jpri-
ma, tutta l'Italia sarà imperialista. Certamente
uscendo d'Italia, il mondo non fu mai disposto
ad essere imperialista come oggi. Il nazionalismo
e l'imperialismo sono le due vere forme di vita
proprie
di
questo
mondo moderno
gigantesco,
Questo
maggiore istrumento di storia umana, la nazione, sembra fatto apposta per creare la più grande storia nella vastità del mondo moderno. Non
oltre
ogni dire vasto,
CoKRADiM. Na::ionaliS7no
potente e veloce.
italiano.
2
30. Principii del nazionalismo
18
sembri dar figura della estensione clie oggi può prendere la gesta umana, dei
grandi imperi delle nazioni contemporanee. La
terra vedrà imperi come mai non ne vide. Già li
scorge il nuovo arlisla e foggia per quelli il suo
vi ò nulla che più
stile.
Quale sarà
il
nuovo
stile ?
Hanno
il
naziona-
lismo e l'imperialismo un loro proprio siile, una
loro propria estetica ? In verità io non ho su quest'argomento una teoria belì'e fatta e non so che
potrebbe accadere in Cina, o in Ispagna, ma mi
pare che se un giorno l'Italia giungerà ad essere
una vera e propria nazione con colonie sue, con
una
la
politica valorosa e
vittoriosa in
mezzo
al-
pace ed alla guerra delle altre nazioni, quel
mi pare, il fior della sua arte dovrà es-
giorno,
sere di stile classico, io ho sostenuto altre volte
che
il
classicismo non è
poli soltanto,
può esser
quasi un
di tutti
i
alcuni
po-
privilegio di stirpe,
ma
proprio
popoli
i
di
quali siano capaci
pervenire ad uno speciale stato d'animo. Il
classicismo è uno stato d'animo dell'umanità in
di
generale e non un carattere elrnco.
Ma
ora vo-
glio dimenticare ciò che ho scritto altra volta e
che,
voglio ridurmi a sostenere soltanto questo
:
cioè,
il
classicismo
è
connaturale a noi italici
prima e romanizzati
profontlamente ellenizzati
dopo.
Però, bisogna intenderci subito su questa parola. Bisogna intendere in che cosa consiste il
classicismo nellaitc
antica,
e
vedere die con-
31. 19
Frincipii del nazionalismo
siste in
un
cui
tutte
fra
parlicolar sentimento della vita per
dà un'importanza senza con-
si
fronto maggiore a quelle cose le quali possono
sino
elevarsi
come
forze
sino
e
grado massimo d'energia
loro
al
grado
loro
al
massimo
di
armonia come forme. Il classicismo sta tutto qui.
È una forma d'imperialismo. È la virtù delle
sino
forze
forme
chiama
alla
loro
e
vittoria,
l'armonia delle
quale arm.onia è pure una vittoria e
la
Quando
bellezza.
realtà l'atleta e ne
il
nella scultura
fa
si
greco prende dalla
il
modello
quando prende il guerquando prende l'uomo e ne
riero e ne fa l'eroe
fa un Dio olimpico, che cosa fa egli mai ? Egli
fa qualcosa che è un vero e proprio atto di fede
della bellezza agonistica
;
;
secondo la più grande delle religioni inscritte
questa fede che l'umanel cuore degli uomini
nità e la natura possono in aspetto mirabilmente
bello diventare Dio. Questo è il vero e proprio
:
;
classicismo che è arte di trionfo, di celebrazione,
arte
di
non intendo qui soltanto
nascita, ma anche di quelle mi-
aristocrazie,
d'aristocrazie di
e
che a volta a volta escono dal profondo
seno tumultuoso d'una democrazia degna di questo nome, A tale classicismo che in Grecia è argliori
monia
ma
di sapienza e di bellezza, la
aggiunse
potenza e
lo
due
spiriti
altri
spirito
della
:
lo
vastità.
mondiale Rospirito
Roma
prima nel nostro Occidente ad aprire
vastità con la sua potenza. E un tanto
smo armonioso,
bello,
della
fu
la
tutte
le
classici-
potente, vasto, fu trasfuso
32. Principii del nazionalismo
20
nel nostro sangue da diciotto secoli di atavisitio
e di cultura.
Al contrario, l'ai'te non classica, l'arte che possiamo chiamare romantica, nasce dal negare alla
vita la virtù di vincere. Romantico è ciò che s'affligge nella sua bassura e nella sua miseria e
ciò che impreca imbellemcnte. La statua greca ha
dinanzi a sé il cammino che porta da questa
terra all'Olimpo
la statua di oggi non ha, mj
;
si
passi l'espressione,
mino
e
dinanzi a sé alcun cam-
resta là dove cadde nel suo pianto l'o-
miciattolo che le dette la sua immagine.
Ciò posto, si capisce meglio perchè io sperando in un'Italia vittoriosa speri in un ritorno di
vera arte classica. Però, intendiamoci deve essere un'arte non per imitazione, ina per creaziocioè, un'arte che nasca da un sentimento
ne
della vita come ebbero i classici, ma secondo il
nostro spirito moderno. Per esempio, lo scultore
belga Constantin Meunier è un classico per crea:
;
mentre è classico per sola imitazione il
monumento che s'inalza a Vittorio Emanuele in
Roma. Constantin Meunier in istato d'animo claszione,
sico, cioè
mo
con
la
per religiosa fede che la virtù dell'uosua forza possa giungere alla sua vit-
ha creato il tipo dell'operaio moderno
mentre l'architetto del monumento romano per
toria,
istudio
;
e
reminiscenza
semplicemente riedifica
ciò che era stato già edificato. Il suo
è classico
già fatta
monumento
ed è romano per vastità, ma è cosa
e non porta il segno de' tempi. Egli è
33. Principii del nazionalismo
un
21
mente si è compiuto un atto
mentre il Mounier è un religioso nel
di memoria,
cui animo si è per grande amore compiuto il
dotto nella cui
rito
della
moderna
trasfigurazione della vita
E
dell'operaio.
e
nell'opera del Mounier è passato
fragoroso torrente della vita moderna, mentre
non passa nel monumento romano
quel torrente di cui la voce può e deve passare tanto
attraverso un poema, tanto attraverso un monumento che tutta comprenda l'altura di un colle,
quanto attraverso una statuetta. Bisogna che per
l'arte nostra classica nuova passi la voce di que-
il
;
sto
torrente.
Di questo torrente della vita moderna dallg
fiumana vasta e dal corso impetuoso come altro
non fu mai. L'uomo oggi non può non avere la
religione e la fede
delle
Roma
forze vittoriose.
disse la prima volta sulla terra la parola vastità.
Qualcosa oggi
ci
stessa più vasti.
ricongiunge con
Le grandi
vie
lei,
fatti
moderne
di lei
si
as-
sodano lungo le grandi vie romane. Il mondo
moderno pare uno sviluppo dell'antico mondo romano che fece di un mare il suo lago. C'è nel
proconsole e nel legionario di Roma che varcano
tutti i monti e tutti i mari, il vero antenato diretto dell'uomo moderno, un antenato con un
animo pari
Da Roma
ma
e
soltanto con veicoli
incomincia
la
meno
nostra storia
;
veloci.
da Ro-
da cui si mossero tutte le grandi vie, e da
cui ebbero origine tutte le grandi nazioni. E la
storia romana non è se non il primo capitolo
34. Priìicipii del nazionalismo
22
della nostra storia europea. Nel
stra
Roma,
la virtù
di
se
E
della no-
noi italiani torneremo a sentire
questa
risorgerà la nostra arte
città,
classica, nell'Italia vittoriosa, nel
no.
nome
mondo moder-
sarà arte semplice e ingenua come la rude
avrà il dono della sobrietà e delsecondo la necessità che c'è oggi d'anla brevità
dar dritti allo scopo sarà grandiosa e possente,
com' è grandioso e possente il mondo intorno
forza di oggi
;
;
a noi.
E
la religione
nostra
?
Magnifica è la religio-
ne degli eroi e della natura.
rammentano
Si
]Iitra
i
lettori
della
salutazione
di
celebrata nell'antica Persia? Questa era la
La processione per andare a salutnre il
Dio si formava molto prima dell'aurora. Precedevano i Grandi Sacerdoti seguiti da un lungo stuolo di magi, in candide vesti immacola te, 1 quali cantavano inni e portavano il fuoco
festa.
sacro in turibuli
Yenivjino
d'argento.
giovani
centosessantacinque
che rappresentavano
i
vestiti
giorni
di
poi
tre-
scarlatto
dell'anno e
il
co-
lore del fuoco. Essi erano seguiti dal carro del
Sole, vuoto, ornato di ghirlande, tirato
cavalli bianchi bardati
un
cavallo
bianco
fronte scintillava di
di
d'oro
maestosa statura
in onore di
gemme,
Subito dopo procedeva
da superbi
puro. Veniva poi
il
re in
la
cui
PJilra.
un carro d'avorio
intarsialo d'oro, seguito dai personaggi della fa-
miglia renle, tutti in vesti ricamate, e da un lungo stuolo di nobili, cavalcanti sopra cammelli
35. Principii del nazionalismo
23
riccamente bardati. Questo magnifico corteo movendo verso Levante ascendeva a lenti passi il
e giunto alla sommità, il Gran Sametteva la tiara inghirlandata di mirto.
E salutava i primi raggi del sole nascente con
incenso e con preghiere. Gli altri magi gradatamente si univano a lui cantando inni ad Ormuzd,
sorgente di tutte le benedizioni, dal quale Miti'a,
monte Oronte,
cerdote
il
si
radiante,
era stato mandato
terra ed a conservare
il
a rallegrare la
principio di vita. Final-
mente tutti si univano in un coro universale di
lode, mentre re, principi e nobili si prostravano
davanti all'astro del giorno.
c'è una aspirazione, delpuò non tener conto, come aspirazione, verso una religione che ci renda il sen-
Nella nostra coscienza
non
la quale
si
timento della natura qual'è nella salutazione di
Mitra,
congiunto
col
culto
degli
eroi,
cioè
di
quella parte di umanità che e passata su questa terra
umano
per creare in alto
ideale.
il
regno dell'eterno
38. Discorso letto nel Gennaio 1911 a Napoli,
Firenze, Venezia, Padova, Verona ed Arezzo.
39. Bisogna spiegare ancora, o signore e signori, bila parola «nazionalismo».
Molti persistono a ritenere che il nazionalismo
sia lo stesso del patriottismo, e che nazionalista
sogna spiegare ancora
sia lo stesso
buon
di
italiano.
Posto che così fosse, resterebbe ancora da spiegare che cosa significhi patriottismo, e che cosa
buon italiano.
Ora, non crediamo d'andar lungi dal vero affermando che questo sia il significato medio delle due parole. Il buon italiano, o il patriotta, è
un buon cittadino che esercita con onestà e con
profitto la sua professione, ha m.oglie legittima
significhi
comoda, paga debitamente
che si rammenta della
esclama
Oh, cara Italia, ca-
e prole sana in casa
le
tasse,
e tutte le volte
patria, dell'Italia,
ra patria
!
—
E
:
muove, sopratutto
conta di ottenere
valiere. Il
buon
—
nelle solennità nazionali
se
ha
ottenuto
quanto prima,
italiano
il
si
com-
fresco,
o
la croce di ca-
insomma
carnale del perfetto borghese
di
è
il
fratello
quale dice
—
:
Datemi tutte le comodità, ed io mi permetterò
anche qualche lusso un lusso di sentimento il
:
;
patriottismo.
Ebbene,
il
nazionalismo
è
qualcosa di diverso.
40. Le
nazioni proletarie
Gerlamentc anche noi vogliamo essere buoni
e se patriottismo significa amor di patria, anche noi siamo patriotti. Noi abbiamo un
divorante amore di patria. Noi vogliamo risveitaliani,
gliare
picca
l'amor di patria come una fiamma ap-
un incendio. Noi
della patria la
ci
siamo
fatti
dell'amore
nostra religione. Noi di questa
amiamo ciò che è, e ciò che
che sarà. Noi siamo andati a cercare
i nostri fratelli italiani di là dall'Oceano, e quan-;
do essi, stanchi delle fatiche del giorno, dormivano, noi, nel cuore della notte, nelle solitudini
sterminate delle fazende, abbiamo vegliato per
esaminare i libri delle loro mercedi.^ e sembrandoci che queste fossero scarse, ne abbiamo sentilo dolore, come per una delusione che avesse
toccato la nostra persona. Noi siamo andati a
cercare i nostri fratelli italiani di là dal breve
mare, e abbiamo parlato insieme della commie
speranza, e una volta che uno di loro pianse,
noi facemmo voto per quelle lacrime.
Ma con tutto ciò, il nazionalismo è qualcosa
cara madre,
fu, e
l'Italia,
ciò
di diverso del patriottismo.
È
anzi, sotto
un certo
aspetto, l'opposto. Il nazionalismo è l'opposto del
patriottismo.
Mi
spiego.
Il
patriollisnio
egoista.
tirci
altruista,
e
Non godano
confessare
il
certo
il
il
perfetti
nostro
abbiamo diverso da
Ma
i
nazionalismo è
borghesi
egoismo,
a sen-
perchè tutto
loro, e sopratulto l'egoismo.
nazionalismo
ò egoista.
È l'egoismo
i
'
41. e il
nazionalismo
alla nazione.
dei cittadini rispetto
che bisogno
c'è di
signore e
tite,
29
E, del resto,
molte spiegazioni
signori,
?
Non
nelle
diversità
la
senstesse
due parole, « patria » e « nazione » ? Quando vogliamo esprimere il nostro amore per l'Italia, di-
ciamo
«
patria
potenza
il
»
;
quando vogliamo affermare
dell'Italia,
nazionalismo
diciamo «nazione». Ebbene,
pianta di questa radice
è la
:
è,
sviluppo del senso iniziale di potenza che
cioè, lo
nazione
sta racchiuso nella parola
«
tenza intesa a fare
della
di
la
tutto
il
popolo,
l'utile
tutu
di
i
».
stessa
cittadini.
E
di
po-
nazione,
Ed
ecco
perchè ho detto che il nazionalismo è egoista, e
quindi è, sotto un tale aspetto, l'opposto del patriottismo che è
sempre
altruista.
Perchè
il
na-
zionalismo considera la nazione come una potenza
per fare
trario,
l'utile dei cittadini.
quando
sopraddetti,
il
Il
è vero patriotta,
ma come
i
nostri
patriotta al con-
non come
quelli
padri liberatori,
patriotta rende servizio alla patria, e sino alla
morte, se ce n'è bisogno, sino alla morte
Vogliamo intenderci di più
Pensiamo alla classe.
Che
vora
cos'è la classe per
il
!
?
proletariato che la-
?
È certamente anche un
oggetto d'amore. L'o-
peraio vuol bene alla sua classe. C'è lo spirito
di
Ma
classe,
un vero
e
proprio spirito di corpo.
sopratutto, l'operaio è animato, nelle sue re-
lazioni
con la
classe,
da un calcolo egoista
il suo mi-
vuole per mezzo della classe ottenere
:
42. 30
he.
nazìow proletarie
La classe è un mezzo,
un'arma, un esercito combattente per il miglioramento economico del proletariato. La classe è insomma la potenza del proletariato per fare la
glioramento economico.
lotta di classe.
Ebbene, secondo
il
nazionalismo, la nazione ita-
liana deve essere la potenza, l'esercito, l'arma,
mezzo
tutte
;
le
miglioramento economico di
Ma
il
deve essere insomma la grande unità di
forze la quale deve combattere per il
s'
obietterà
:
la
classe
tutti
gli
italiani.
un concetto più
è
semplice, è una minore unità di forze omogenee.
Rispondo
operaia»,
:
la
«il
classe,
quando
si
dice
«
la
classe
proletariato lavoratore», è in real-
v/
tà
un composto
spesso
i
di classi, e di classi
loro interessi in conflitto. Li
che hanno
hanno
in
pure essendoci lo stato che cerca di
contemperare e di coordinare e più li avrebbero, qualora lo stato non esistesse, e le classi fos-
conflitto
;
sero lasciate libere nel conflitto dei loro interessi.
Soltanto, al di sotto delle ragioni di conflitto
si
scoprì per le classi che esisteva anche una ra-
gione di solidarietà fra loro.
classi, al
Si
scoprì che le
disotto dei loro particolari interessi in
avevano anche un interesse comune,
avevano da ottenere un utile comune a tutte
quante, il loro miglioramento economico appunto. E per questo si riunirono in una classe sola.
conflitto,
E
nella lotta, e per la stessa lotta, la loro soli-
darietà tanto
si
cementò che veramente quelle
classi, sempre più ap-
che in realtà erano più
43. 31
e il nazionalisìiio
parvero come una classe
confi ilio tanto più
si
sola,
e gli interessi
in
nascosero, quanto più via
Ma
via si metteva in mostra l'interesse comune.
un composto
la
classe è
gli
interessi in conililto esistono.
realtà
in
S'obietterà ancora
nazionalismo
voratore,
il
è
chiaro perche è preciso.
vede
alla
lotta
precisamente,
di
per-
Il
la-
classe,
che
lotta
non per altri. Tra lui e l'avversario concui lotta, non c'è nulla di mezzo. E l'avvere
sario è preciso.
è
socialismo è facile e
quando partecipa
precisamente,
per se
tro
il
e
è difficile. Il socialismo è facile
che è chiaro, ed
sa
:
classi,
di
E
lo
scopo della
lotta è preciso:
l'aumento della sua mercede cotidiana. Nel na-
zionalismo invece nulla di preciso, nulla di chiaro,
nulla quindi di facile.
Ma
io vi
do
è
Non
è così ?
È
così.
rispondo, o signori, che una cosa^ quan-
difficile,
non per questo può essere meno
meno utile, né meno importante,
né meno grande, né meno bella, ed è anzi vero
lutto il contrario. Vi rispondo che nel nostro
periodo storico, per cause transitorie, per la stessa lotta di classe appunto, abbiamo persa di vista la verità che anche per tutti i cittadini d'una
nazione, al di sotto dei loro innumerevoli interessi
in conflitto, esiste un interesse comune, un vero
e proprio miglioramento economico da ottenere in
comune, un vero e proprio aumento di mercede
cotidiana. E ve lo provo con un esempio. Con
necessaria, né
l'esempio del cittadino francese e dell'inglese,
quali per
il
i
solo fatto che l'uno è inglese e l'ai-
44. Le nazioni proletarie
32
hanno una condizione economida
a parità di condizione civile, non
ha. E quindi il francese e l'inglese, quando sen-
tro francese,
che
l'italiano
tono la solidarietà nazionale, sentono qualcosa
che risponde a un loro interesse, precisamente
come sente qualcosa che risponde al suo interesse,
lavoratore
il
proletario
quando sente
la
solidarietà di classe.
La Germania
s'è
piantata con la sua influenza
nel cuore dell'impero turco, a- Costantinopoli, ed
ha lanciata
la proposta della ferrovia di Bagdad,
grande ponte da Costantinopoli al Golfo Persico
per l'Asia Minore. Avendo trovalo la Russia ostile, è riuscita a conciliarsela e tutte e due insieme proseguono il grande disegno. In quanto all'Inghilterra, la Germania sboccando con la sua
ferrovia nel Golfo Persico, la ferirà di fianco,
impero
nel suo
dell'Indie. Così la
Germania con-
tinua la sua marcia conquistatrice verso l'Orien-
La ferrovia di Bagdad sarà la via della sua
nuova espansione commerciale. Passeranno per
quella i suoi commessi viaggiatori e invaderanno l'Oriente passeranno i suoi prodotti e invaderanno l'Oriente. E un'incalcolabile ricchezza
te.
;
per quella via farà
za di
anche
uno
zionale
:
;
inverso,
dal-
un'incalcolabile ricchezindividui, tutte le classi,
proletarie, dell'impero germanico. Così
le
un impero, un imperatore fanno una
veramente nazionale, doppiamente na1 .", perchè è fatta non dagli individui.
stato,
politica
cammino
il
Germania
cui godranno gli
l'Oriente alla
45. e il
ma
dalla
forze
;
2.°,
nazione
perchè
nazionalismo
tedesca
i
33
nell'unità
suoi benefici
sue
delle
effetti,
i
suoi
prodotti, si distribuiscono fra tutti gli individui
tedeschi.
Voi ora, signore e signori, non avete più bisogno di domandarmi in quale lotta si eserciti
la solidarielà nazionale. Nella lotta internazionale, vi ho già risposto con l'esempio della Germania, nella lotta internazionale che in tempi
ordinarli, e con parola mite, si chiama appunto
concorrenza internazionale, e in tempi straordi-
con parole immite,
narii, e
Ed
questo
è
del
tale
il
si
chiama guerra.
pensiero centrale e fondamen-
nazionalismo.
nazionalismo è un tentativo per spostare il
problema della vita nazionale dalla politica inIl
terna alla politica esterna.
Il
nazionalismo afferma questa serie di verità
l.a, le
:
condizioni di vita d'una nazione sono
coordinate alle condizioni di vita delle altre nazioni.
per alcune nazioni questa coordinazione è
2.»,
subordinazione, è dipendenza, dipendenza econo-
mica
e
morale, anche se non esista la dipendenza
politica.
.3.1 verità,
l'Italia
è
appunto una
di
quelle
nazioni che dipendono economicamente e moral-
mente
dalle altre, sebbene
da cinquant'anni
sia
cessata la sua dipendenza politica.
4. a verità,
questa dipendenza dell'Italia è ol-
tremodo grave.
CoRRADiNi. Nazionalismo italiano.
3
46. Le
34
nazioni proletarie
5.^ ed ultima, l'Italia deve riscattarsi da quedipendenza economica e morale, come già si
riscattò da quella politica, perchè può e ne ha
sta
l'obbligo.
Per giusta analogia, per amore d'efficacia verper mostraix quanto il nazionalismo risponda allo spirito del nostro tempo, io chiamo proletarie quelle nazioni le quali,
bale e di chiarezza
come
il
l'Italia,
;
sono in istato di dipendenza. Così
proletariato,
secondo
socialismo,
il
ed è
era,
ancora, in istato di dipendenza dalla classe borghese.
/
E continuando per analogia, aggiungo che il
nazionalismo vuole essere per tutta la nazione
ciò che il socialismo fu per il solo proletariato.
Che cosa per il proletariato fu il socialismo ? Un
tentativo di redenzione, in parte, e nei limiti del
possibile, riuscito.
vuole
essere
il
E che
cosa per
nazionalismo
Un
?
la
nazione
tentativo
di
redenzione, e Dio voglia che riesca a pieno.
Giorni
fa,
mi trovavo
cari signori,
a
Roma
e
nei circoli giornalistici e politici parlavo con gli
mi mettevano
amici
i
litica
estera dell'Italia
quali
in
amici mi raccontavano che
a Vienna
passi
per
al
corrente sulla po-
questo momento.
conoscere
Gli
avrebbe
fatti
l'intenzione
au-
l'Italia
il rinnovamento dell'alleanza, e Vienna questa volta avrebbe mostrato un chiuso ri-
striaca circa
serbo
;
e allora
l'Italia
Parigi per saggiare
bilità
il
si
sarebbe
volta
verso
terreno intorno alla possi-
d'una futura alleanza con
la
Francia
;
ma
47. e il
nazionalismo
35
anche Parigi avrebbe mostrato riserbo
voglia.
Sicché
l'Italia
una
teva avere innanzi agli occhi
Le
mala
e
po-
sola prospettiva
quella di restare
:
aggiungevano che la Turchia,
aveva incominciato a favorire una penetrazione austro-germanica, fatta con
capitale americano, in Tripolitania. E un amico,
sola.
notizie
danni
ai
dell'Italia,
sempre intorno
mi aggiunse
Tripolitania,
alla
non posso ripetere perchè
ho preso impegno di mantenere il segi'eto. Ma
è cosa che se fosse, come par certo, vera
se
un'altra cosa che io
;
ro
confermasse per vepar quasi accertato
se que-
nella Tripolitania
cioè,
che
fatto
il
si
;
sto accadesse, o signore e
signori,
il
è ter-
fatto
ribilmente tale che tutta la Sicilia ne resterebbe
affamata,
i)
Ebbene,
tizie
')
;
La
menti
Ora
non garantisco
garantisco
l'esattezza delle no-
profondo senso di
il
Noi dicevamo questo nel Gennaio,
colo in
"
io
ma
si
una corrispondenza da
Cirenaica è regione
si
e
FU
Febbraio
de-
il
Se-
Tripoli pubblicava:
riccbissiiua di
zoli'o,
cui
i
giaci-
dice siano di gran lunga superiori a quelli di Sicilia.
annunzia che
mente facendo
gli americani,
in Cirenaica
quegli
rono negati all'Italia (la quale
costruire l'antica
si
i
quali
stanno presente-
scavi arcleologici che fu-
dovette accontentare di
rete stradale dei romani) abbiano
la concessione dello
sfruttamento delle miniere di
ri-
ottenuto
zolfo.
Data
l'abbondanza dì questo minerale in Cirenaica e la sua esistenza
in
vasti affioramenti
che
ne rendono più
celeri
i
escavo, è da prevedersi che Li quantità di minerale
lavori
di
che sarà
presto gittata sui mercati dimiiiuirà non po::o la esportazione
siciliana e influirà assai sulle condizioni
economiche
dell'isola
48. Le nazioni
36
mi furono
solazione con cui
profondo senso
proletarie
date
;
garantisco
il
desolazione che ritrovai, po-
di
come ho detto, nei circoli giornalidi Roma, pari a quello di due
quando l'Austria ci minacciò di guerra
chi giorni
fa,
stici
e politici
anni
fa,
e s'annesse la Bosnia e l'Erzegovina. Garantisco
il
profondo senso di desolazione che quelle norisvegliarono in me.
Tanta desolazione è ciò che noi pensiamo del-
tizie
patria nostra nelle sue relazioni
della
stato
lo
con
le
non
vere,
nazioni.
altre
ma
Le notizie possono
sempre col cuore
essere
noi siamo
preparati a riceverne di
di peggiori, sì cattivo
è,
stretto
tali e, se fosse possibile,
noi lo sappiamo, lo stato
in cui si trova la nostra pati'ia. Noi ci sentiamo
sentiamo in nessuna maniera
difesi da coloro che dovrebbero difenderci. Vo-
minacciati e non
migliaia di persone
tante
cui
iii
ci
hanno pane dall'industria
dello zolfo.
E
il
Secolo commentava:
Ricliiamiamo l'attenzione dei lettori sopra questa nostia
corrispondenza, o meglio sopra un punto di essa veramente
"
importante. Che la Turchia abbia concesso a un sindacato americano di lavorare le
fatto
potrà sfuggire
fid
corrispondente
si
si
uiiniere
di
zolfo
della
Cirenaica è
che era già a nostra cognizione e la cui
domanderanno
alcuno: né le deduzioni che ne trae
possono dire
vantaggi economici del paese siano sfruttati da
noi.
nostro
I lettori
cosidetta penetra-
zione economica della Tripolitania, se lasciamo che
da
il
illogiche o esagerate.
in che consista la nostra
un
gravità non
i
maggiori
altri
anziché
Della cosa la colpa va data forse in parte alla
denza, aU'esita/.ione, alla mancanza d'iniziativa dei nostri
diifi-
fii>an-
49. .
37
e il nazionalismo
dire
glio
che ciascuno di noi
sente col
noi
sa,
ciascuno di
ciascuno di noi vede con
cuore,
occhi e tocca con mano, in che estrema mi-
gli
dopo
seria,
tanti anni di continua e progressiva
degenerazione
ridotto
siasi
tutto
sonale politico che tratta
il
affari
gli
nostro pernostri
con
l'estero.
In parlamento ultimamente, mentre quegli che
ora è ministro degli
lancio,
esteri,
un mormorio sordo
esponeva il suo bipropagò più volte
si
per gli scanni dei deputati, degli stessi deputatiche hanno così scarso il senso nazionale. Era un
mormorio di ribellione contro le parole del ministro, di ribellione che tanto più impressionava,
quanto meno prorompeva in aperte disapprovazioni. L'istinto di
zieri
:
ma
sovratutto alla inabilità del nostro governo,
avrebbe in certi casi
prevedere e anche di
gli
il
interessi
il
quale
dovere di sorvegliare, di sapere, di
concorso privato quando
sollet'itare il
d^lla cui attuazione o
tratti di imprese,
tirsene
conservazione nazionale, come
della propria conservazione nello stesso
l'istinto
generali
del
paese.
meno possono
Nel caso attuale la
penetrazione economica.... americana in Tripoli costituisce
noi
uno scacco ben grave
Ma
Precisamente.
si
risen-
i-er
,.
di questi scacchi
ne avremo sempre finché
unica norma di politica estera e coloniale sarà quella della
penetrazione pacifica e niente più.
fica
che non
si
fa.
Il fatto è
poi
E
d'una penetrazione paci-
una riprova della legee na-
zionalista che molte questioni interne
si
risolvono in questioni
di politica estera: la Sicilia potrà essere ridotta più a
tito
che ora non
tica estera.
sia,
mal par-
internamente, per una quistione di poli-
50. Le nazioni
38
proletarie
individuo dinanzi alla minaccia di una sventura
;
conservazione nazionale, nello stesso
di
l'istinto
si manifestava. A un
un amico deputato di
cuor generoso, a un certo punto a udir quel mi-
parlamento, a quel
certo punto,
modo
disse poi
conoscere tanta miseria d'animo e tan-
nistro, a
to
mi
abbandono, mi
un brivido
!
sentii
per
le
membra
Pensavo che era pure
correre
era
l'Italia,
pure la patria nostra per tanti suoi interessi e
per la sua dignità affidata a quell'uomo
Ebbene, signori, quanti sono oggi italiani ri!
svegliati,
sentono lo stesso brivido tragico
Per cause storiche che qui non
è
il
!
luogo di
esaminare, questo mirabile popolo italiano che
ha appena un mezzo secolo d'esistenza nazionale,
è caduto nelle mani d'un personale politico « fine
razza», già in decomposizione.
Pensate ora, spiegate dinanzi ai vostri occhi
una carta d'Europa, guardate dalla parte della
di
sorella latina.
Che
è la Erancia per noi ? È la nostra meti'OEssa ha il monopolio della civiltà latina, e
tutto ciò che è italiano, in Italia e fuori, da Roma a Buenos Aires, passa sotto il suo giogo. Nel
regno della civiltà noi siamo ima provincia tri-
poli.
butaria della vicina repubblica.
Di
pili,
allungò
il
questa che già aveva occupato Algeri,
braccio
pili
prese anche Tunisi,
presso e più sotto a noi e
ci chiuse da quella parte.
Guardate dall'altra parte, verso rAìustria. Le terre
italiane che essa possiede, vanno sempre più disi
51. nazionalismo
e il
89
ventando in mano sua una barriera
Quei nostri
ultime sentinelle morte del-
fratelli,
l'italianità, resistono
con
come possono con
la lingua,
con le pietre stesse delle loro
che portano ancora, ma invano, i segni del-
l'Aquila
L'Austria sempre
Leone.
e del
stringe con
su loro
e
piìi
barbarie nelle ultime difese
la
stringe e ci stringe, specialmente da
tò
'
cultura,
la
città,
conti'o di noi.
su
schiacciarci, la
quasi
noi,
a
quando
;
lì
li
get-
schiacciarli
e
a
mole della sua nuova conquista,
della Bosnia e dell'Erzegovina.
È accaduto questo
mentre noi non volevamo
:
conquiste e odiavamo la politica d'avventure,
gli
altri facevano la politica d'avventure e conquistavano intorno a noi, a danno nostro. Noi di-
cemmo
no per l'Egitto e abbiamo pivi volte
detto di no per Tripoli. E l'Egitto è dell'Inghilterra, la Francia conquistò Tunisi, l'Austria ha
conquistato la Bosnia e l'Erzegovina. Inglesi e
francesi si son divorati il meglio di Tripoli che
di
doveva esser nostro. In Tripoli penetrano, come
dissi,
gli
austro-germani.
nell'Oriente balcanico,
La Germania domina
domina a Costantinopoli.
sopravvento nel nostro mare,
sta, dicesi, per
e perfino nel porto di Venezia
batter bandiera nel Lago di Garda. L' immane
L'Austria prende
il
;
pangermanismo scende
ga
alle
il
Tirolo
contro
il
dal settentrione, già
nostro
porte di Trieste austriaca.
Trentino,
ci
si
è
L'Austria stes-
sa è fatta suo istrumento di conquista.
mal rinnovala Turchia
isti-
già
La
stessa
volta contro e ar-
/
52. Le nazioni proletarie
40
ma
volemmo
Tripoli dì cui non
a
tempo spo-
gliarla.
I
I
'
Il
cerchio delle nazioni conquistatrici, cerchio
economico e cerchio morale, è stretto intorno a
noi che ci nutrimmo di rinunzie per utopismo fi/losofico, per cecità popolare e per viltà borghese.
Possiamo romperlo, questo cerchio ?
Per ora lo varchiamo.
E come?
Con
l'emigrazione.
Signore e signori, qualunque cosa intorno alla
emigi'azione
pensiate,
detta, riflettete
meglio
e
qualunque cosa
vi
sia
!
L'emigrazione è una dispersione della_ nostra
un
suolo
sotto
un^a
gente per tutte le parti del mondo, sopi^
straniero,
tra
popolazioni
legislazione stranierii.
Non
sti'aniere,
giudicate soltanto dal-
l'arricchimento di pochi individui, nò dal
numero
che gli emigranti mandano in patria.
Giudicate anche nazionalmente e ritenete che l'emigrazione è, se l'espressione mi è permessa, un
antimpcrialismo della servitù.
Questa condizione dell'emigrazione, del bisogno
che tanti milioni d'italiani hanno di cercar pane
dei milioni
e lavoro oltre l'oceano
;
e l'altra condizione del
cerchio delle altre nazioni stretto da presso,
hanno
fatto,
per analogia, chiamare
l'Italia
mi
una
nazione proletaria.
E
se
ora
ci
ricordiamo
del
personale politico che
che
l'Italia
può paragonarsi
dell' altra
ci
condizione
governa, vediamo
al proletariato
prima
53. e il
che
41
nazionalismo
socialismo venisse a redimerlo. Esiste ne-
il
organi nazionali, negli organi del pensiero,
gli
della volontà, dell'azione, la stessa estrema debilità
che in quelli del proletariato prima della
sua redenzione.
Il
proletariato, nelle tenebre del-
sua ignoranza, non aveva nemmeno
potesse per mezzo della
la
sospetto che
ganarsi, trasformarsi e redimersi.
E
il
primo
lotta
l'Italia,
ornel-
l'ignoranza del suo personale politico, non l'ha
nazionalismo è venuto a portare la
prima luce. Il nazionalismo afferma la necessità
della lotta internazionale, perchè la nazione possa
del
pari.
prendere
Il
il
suo posto, economico e morale, nel
mondo.
nazionalismo afferma anzitutto la necessità
che l'Italia si formi una coscienza nazionale, che
è spirito di
è, anch'essa, uno spirito di corpo
solidarietà fra cittadini, come la coscienza di
Il
;
classe è quello spirito di solidarietà tra lavoratori
che ho già celebrato.
Dobbiamo dimostrare che
nale in Italia fa difetto
È
la coscienza
nazio-
?
superfluo.
Bisogna incominciare a mutare i colori del
quadro e a dir cose più confortanti, perchè dobbiamo aver fiducia nell' av^enire della nostra
patria.
'
i
cause per-
Bisogna quindi ricercare
chè l'Italia non ha una coscienza nazionale sviluppata e incominciar subito col riconoscere che
non l'ha perchè non può averla.
piuttosto le
54. Le
42
E non può
nazioni proletarie
averla per queste cause
:
insomma, o signori, sino a
non era stata mai nazione.
2.% non ebbe, e non ha, nemmeno una
1.% l'Italia
ieri,
lin-
gua nazionale, tranne in letteratura.
3.% l'Italia fu falla con poca guerra e con
poca rivoluzione.
4.» causa, l'Italia fu fatta
in
antagonismo fra loro
;
aristocratico e borghese,
da troppi
monarchismo
e
spesso
ufficiale,
gai'ibaldinismo popola-
mazzinianismo cosmopolita, e anche dopo durarono, e durano ancora gli antagonismi.
b.^ causa, r Italia fu fatta troppo con rigiri
diplomatici e con armi straniere.
6.«, l'Italia troppo presto cadde nella lotta di
classe, e l'iniziale formazione della sua coscienza
re,
fu arrestata.
ed ultima causa, l'Italia cadde e non poteva non cadere per la poca rivoluzione da cui
fu fatta, cadde in mano del personale politico
7. a
di cui ho detto più sopra, e che era ed è, l'avanzo dei tempi servili, l'estremo avanzo di tradizioni, di metodi, di gente già in
in
decomposizione
allora,
degenerazione e
a capo di governi mi-
nuscoli, imbelli e inetti.
Ciò riconosciuto, il nazionalismo si afferma
educatore di coscienza nazionale. Si afferma anzi
(diciamo un'altra cosa confortante !) si afferma
segno d'un progresso, in Italia, d'un insperato
progresso rispetto alla formazione della coscienza nazionale.
55. e il
nazionalismo
43
nazionalismo ha incominciato a sviluppare
II
questa coscienza come
borghese
di
cui
attività.
buon italiano perfetto
abbiamo parlato in principio,
vecchio patriotta,
Il
il
|
aveva un falso patriottismo, falso perchè falso,
ma sopratutto perchè inattivo. Era patriottismo
morto. Ora invece
il
nazionalismo è patriottismo
vìvo.
Ora
me
la
coscienza nazionale viene concepita co-
feconda d'opere.
Viene concepita come un prodotto d'attività
la
coscienza religiosa
:
tempo come produttrice
Viene concepita come informatrice
allo
stesso
e
d'attività.
di tutta la
vita del cittadino.
Il
popolo
o signori,
italiano,
difetta
di
disci-
Dobbiamo dimostrarlo ? È superfluo. Facciamo di meno di occuparci dell'individuo. Ma
plina.
l'individuo
ufiìcii
si
vede nei servizii pubblici, negli
Ebbene, è superfluo dimostrare
pubblici.
quanto nei
servizii e negli ufIìcii pubblici
tadino italiano
fetti
difetti
di disciplina.
il
cit-
Quanto
di-
del sentimento del dovere.
Ora la coscienza nazionale, c[uale il nazionalismo la concepisce, può e deve essere scuola di
disciplina e di dovere.
Il
devoto, siccome sa che
d'ogni suo atto deve rispondere a Dio, cerca che
ogni suo
atto
sia
buono
e
secondo
il
volere di
Dio. Così la coscienza religiosa informa tutta la
vita
dell'uomo,
d'opere.
E
ed
è,
alla stessa
come ho detto, feconda
maniera la coscienza na-
zionale, dicendo ai cittadini che di certi loro atti
j
|
56. Le
44
nazioni proletarie
debbono rispondere alla nazione, perchè poi queil compito suo,
può e deve atti-
sta possa fare
vare in loro
l'abito
della
il
sentimento del dovere e quindi
disciplina.
Questo sopratutto, secondo il nazionalismo, deve essere fortemente inculcato al cittadino che
esso deve fare il suo dovere con la massima di:
perchè la nazione sia in grado poi di
compito suo. Allora il cittadino si forma
un nuovo animo pensando che egli obbedisce
a un ordine che viene dall'alto, e nel tempo stes-
sciplina,
fare
il
so che egli pure collabora a un' opera grande,
tanto grande da esser fuori d' ogni limite delle
ma che insomma
anche della sua collaborazione ha bisogno. Cioè,
il
cittadino prova una soddisfazione nuova, e,
nello stesso tempo, sente nascere in sé un che
sue forze e delle sue vedute,
incomincia a credere d'obbedire a
un che di divino. E incomincia ad agire volentieri
secondo questa religiosità della sua coscienza nazionale. La quale religiositcà, o mici signori, il
di religioso, e
giorno che in Italia esisterà per molti,
partiranno
gli
e
i
treni
arriveranno finalmente in orario
;
impiegati nei municipii e nei ministeri lavo-
reranno
;
le facce, le parole,
costumi degli
dolenza,
italiani, in
spirieranno
gesti, l'incedere,
i
i
luogo della presente in-
alacrità,
e
cosiddette questioni interne che
qualcuna delle
si
trascinano sin
dai primordii del regno, sarà finalmente risolta.
Perchè, o signori e signore, la coscienza nazionale è anche scuola di galantomismo politico.
57. e il
Ed
Ed
45
nazionalismo
è scuola di sacrifizio.
perchè lio detto da principio che
abbiamo diverso dal perfetto borghese
Perchè finalpatriotta, e sopratutto l'egoismo
mente il nazionalismo è una integrazione tra l'egoismo per cui il cittadino domanda alla nazione
ecco
noi tutto
!
d'essergli utile, e l'altruismo
non
si
per cui
il
cittadino
rifiuta d'essere utile alla nazione.
Supre-
ma
affermazione del nazionalismo è che la nazione ha un compito per se stessa fuori d'ogni
limite delle forze e delle vedute e degli interessi,
anche agli interessi del cittaanche di tutti i citt,adini insieme.
A questo compito della nazione che gli sovrasta
come un che di divino, con l'animo che nell'uomo al divino risponde, cioè con animo religioso,
e
talvolta contro
dino, e talvolta
il
cittadino
si
deve sacrificare, e quando sia ne-
cessario, sino alia morte.
Il
una
nazionalismo insomma, o signori, è ancora
Un'integrazione tra
volta un'integrazione
!
nazionalismo
s'intende, vero
non quello
Il
patriottismo.
e
;
Patriottismo,
dei perfetti borghesi.
nazionalismo è insomma scuola di
morali, di quelle che volgarmente
virtù.
si
mezzo per
cittadini,
il
valori
chiamano
Abbiamo incominciato affermando
zionalismo banditore d'egoismo e
zione
ben
quello dei nostri padri liberatori,
d'utile,
il
na-
la
na-
miglioramento economico dei
perchè così è, né ancora s'è trovato un
della nazione valido a procurai'e il mi-
mezzo più
glioramento economico d'un più vasto numero di
58. Le nazioni
46
cittadini
proletarie
terminiamo affermando
;
scuola, la nazione impositrice
un' integrazione
tra
valori
i
virtù.
di
nazionalismo
del
economici e
nazionalismo
il
valori
i
Ancora
Integrazione
!
morali
d'
un
popolo.
nazionalismo, o signori,
II
La
coscienza nazionale
è
una morale.
è
l'allività
di
questa
morale.
Ebbene, che a questa morale s'ispirino lo stail governo italiano, le classi dirigenti
to italiano,
italiane,
quel personale
politico
italiano
più volte ho fatto cenno, e in cui stanno
cui
di
il
cer-
e il cuore della nazione
L'Italia allora
avrà cuore e cervello per fare il suo compito, il
suo doppio compito per l'utile dei suoi figli e
vello
!
:
mezzo alla vita
mondo, come noi siamo in essa viventi.
per se
del
stessa,
che
è vivente in
In altre parole, la patria nosù'a avrà prosperità,
ricchezza e
grandezza,
gli altri
gloria
beni maggiori, potenza,
Invece
!
di
essere
suddita
e
parassita d'una civiltà altrui, essa sarà apportatrice
Ma
d'una nuova civiltà al mondo.
caposaldo del nazionalismo è l'affermazio-
ne della necessità della
lotta internazionale.
nazioni non acquistano, conquistano
no
!
Le
Conquista-
la loro prosperità, la loro ricchezza,
la loro
potenza, la loro grandezza, la loro gloria, la loro
civiltà, la
Una
sanità,
loro storia nel
nazione,
per
l'operosità,
le
l'
mondo.
intelligenza,
stessa della sua popolazione
il
qualità,
altre
;
per
la
vigore,
la
la
quantità
sua posizione
59. geografica
stensione
47
nazionalismo
e il
per la natura del suo suolo e
;
suo
del
territorio,
per
lo
stesso
l'e-
suo
combinazioni internazionali e storiche, per una sola o per tutte queste
condizioni insieme, deve possedere le attitiidhjii
bisogno urgente
iniziali
La
le
a diventare prospera e grande.
nostra patria
Così essendo,
tria
per
;
il
le
possiede
!
sentimento che la nostra pa-
formerà della necessità ineluttabile che
si
essa ha di lottare con le altre nazioni per conquistare
sua prosperità e la sua grandezza
la
mondo
questo sentimento sarà il migliore
educatore della sua capacità di conquistare la
nel
;
sua prosperità e la sua grandezza nel mondo.
Il migliore educatore, perchè appunto quello dell'ineluttabile necessità.
Oggi in Italia
manca
E
è questa l'ultima ragione
non
questo educatore sovrano.
perchè
anche oggi sussiste quel personale politico di cui
più volte ho fatto cenno. Perchè anche oggi reforse
stano insolute, e insolubili, pare, tante cosiddette
quistioni interne.
Ma, ho già detto, la lotta internazionale che in
tempi ordinarli si chiama concorrenza, in tempi
straordinarii
si
chiama guerra. Non può una
nazione partecipare con risolutezza alla lotta internazionale, senza o presto o tardi dovere scegliere tra la
E
la
Ma
se
io vi
una
pace e
guerra non
si
la guerra.
vuole, voi
mi
dite,
o signori.
rispondo invitandovi a ricordare che
volta,
fra tanti stati in cui
eravamo
di-
60. Le nazioni
48
proletarie
non ne avessimo avuto neppure uno che
volesse la guerra, noi forse non saremmo ora una
visi,
nazione libera ed una, o tale
peggior
modo che
certo in
Ma uno
per
Piemonte Piccolo, affronVinto, dopo pochi anni mandò 1 suoi
fortuna ne avemmo,
tò l'Austria.
saremmo
ora non siamo.
il
!
soldati a combattere in Oriente. Certo il soldato
che vincendo morì alla Cernala, prima di chiudere
gli occhi avrebbe pili di qualunque altro potuto
domandare
:
—
Perchè, perdio, mi hanno manda-
—
morire qui ?
Né avrebbe saputo rispondersi. Né avrebbero saputo rispondergli quanti
quegli aveva lasciato nella piccola patria lontana,
il padre, la madre, i fratelli, gli amici e tutti i
suoi coetanei. Né avrebbero saputo rispondergli
gli stessi ministri del re che l'avevano m^andato,
tranne uno, Cavom', il quale sapeva ciò che noi
to a
ora sappiamo. Sapeva che quell'atomo d'un atomo, quel nulla di un nulla che era la vita di
queir umile soldato,
doveva sacrificarsi
lontano lontano, fra
altri
tro altri
quello, di
eventi
soldati
sti'anieri,
laggiù,
soldati stranieri, con-
perché poi anche di
quel nulla d'un nulla, raccolto dagli
futuri,
della storia,
doveva essere
si
per l'eterno miracolo
potesse
materiare quella grande cosa che
la libertà d'Italia.
Io voglio dirvi, o signori, che senza la guerra
noi
non saremmo.
Né saremo mai
quali
i
nostri padri ci vede-
vano con gli occhi della speranza, quando versavano il loro sangue.
61. e il
Avremo mal
nazionalismo
49
corrisposto alla loro speranza e
11 dovere che anche noj
preparare in una patria migliore una
di
vita migliore a coloro che debbono nascere del
tradito
il
nostro dovere.
abbiamo
nostro sangue.
CORRADiNi. Isazionalismo italiano.
65. La mia
relazione sarà semplice e breve.
Mi
propongo
di mettervi sott'occhio alcune cose
che
voi già conoscete.
Ma
acquisteranno una nuova
importanza, se potremo riunirle tutte sotto una
luce nazionalista.
Mi propongo
di parlarvi delle condizioni della
nostra vita nazionale, avvertendovi che non
mi
sarà possibile parlarvi di tutte ed estesamente,
ma
soltanto
d'alcune e per
summa
capita, -per
rapidissimi cenni. Qui sono alcuni spunti di temi,
come
in
un preludio
di
melodramma wagne-
riano. L'importante sarà scorgere in
ognuna
il
punto nazionalista, trovare per ognuna (poiché
voi già sapete che queste condizioni non sono
buone) il mezzo di trasformazione nazionalista.
C'è una condizione generale, fondamentale e
da cui
centrale,
tutte
le
particolari
condizioni
provengono come dal cepl'albero. Bisogna trovare questo ceppo
il
male e proporre il rimedio secondo
della nazione italiana
I
.
pò
tutto
in cui
il
è
nostro pensiero e
nalista.
E
senza
altri
nostro sentimento naziopreamboli entriamo in ar-
il
gomento.
Noi siamo un popolo d'emigranti, vale a di-
66. U primo
54
Congresso Nazionalista
re (non sembri superflua qui la spiegazione della
comunissima parola), per avere lavoro e pane
siamo costretti a lasciar la patina e a disperderci
per il mondo.
Giuseppe Bevione ha negli ultimi mesi pubblicati nella
In
un
Stampa alcuni
articoli sull'Argentina.
il Bevione scriveva
«Per l'Argentina l'emigrazione italiana è tutto.
Ho detto che in poco più di cinquant'anni oltre
due milioni e mezzo di italiani si sono stabiliti
articolo del 5 Ottobre
:
nella repubblica
che su sei milioni di abitanti
che ha l'Argentina, un milione è dato dai nostri
:
connazionali
che
60 per cento della nostra
colonia e fatio di agricoltori. Sono cifre che fanno pensare. Ma c'è di più. Il 65 per cento della
:
il
popolazione agricola del paese è dato dagli
Un
liani.
attimo
solo basta per
far
l'ha capito ancora
nelle
mani
riflessione
di
comprendere
—
su
—
ita-
questo dato
a chi
non
la forza prodigiosa che è
dei nostri fralelli che vivono al Piata.
è nelle loro mani. Essi sono tutto. Senza di essi l'Argentina soffrirebbe la
fame e l'onta di non ])oter far fronte ai suoi impegni con l'estero. Se gl'italiani dell'Argentina
«Il
cuore del paese
incrociassero le braccia per
la vita
canto.
della repubblica
Se
il
si
una
sola settimana,
arresterebbe per in-
governo italiano proibisse per una
sola annata l'emigrazione <;golondrina
marcirebbero per
gentina soffrirebbe
tre
])iù
»,
i
raccolti
quarti nei campi, e l'Ar-
che se una immensa in-
vasione di cavallette avesse straziato
le
sue cui-
67. .
primo Congresso Nazionalista
Il
Tucuman
ture da
55
allo stretto di Magellano,
senza
risparmiare un pollice di terra».
Ed
un numero
in
scriveva
:
«In Argentina
come
successivo, del 13 Ottobre,
collettività
italiani
gli
;
e,
come
gere la loro energia in
sorda,
ma
costante.
È
non contano nulla,
devono svol-
individui,
un ambiente
d' ostilità
[
altrettanto inutile farsi
il-/
quanto è funesto tacere la verità e lasciare che duri l'inganno. La tanto celebrata fraternità italo-argentina non esiste. C'è da una
lusioni,
parte, la nostra parte, la sommissione, la bontà,
l'amore del lavoro,
il
rispetto della legge, la de-
persone e
ferenza alle
alle
cose
del
paese,
Ig
troppo acuta febbre di far fortuna, nella quale
pur troppo
si
consuma
patria lontana
;
l'affetto e
il
ricordo della
c'è dall'altra parte, la
parte ar-
un sentimento istintivo e
superiorità non sempre celato,
gentina, la degnazione,
incoercibile
di
r ingiustizia frequente e la reale
avversione
a
questo elemento straniero più numeroso, più vitale,
più
forte,
repubblica
E
tutto
più
necessario
ai
destini
della
»
l'articolo
e altri
successivi
sono
un
quadro di quanto i nostri connazionali « patiscono» in Argentina. Rimando a quelli articoli. Voi
comprendete Che cos'è il lavoro italiano in Ar!
gentina
la.
?
Tutto.
Or questo
Che cosa sono
è esattamente
socialismo metteva e mette
tre alla borghesia.
il
il
gli
italiani? Nul-'
rapporto in cui
il
'
proletariato di con-;
'
68. .
56
II
primo Congresso Nazionalista
ma un
In Tunisia, non un giornale italiano,
La Tunisie
giornale francese.
anno
fa,
«Se
il
Tunisia
la
migrazione
parte
al
francaise, qualche
13 Giugno 1904, scriveva:
non ostante
oggi,
prospera,
de' nostri è
buon mercato
buon mercato,
e
la scarsa
im-
deve in gran
del lavoro operaio ed agri-
colo straniero (leggi italiano)
sto
si
i
:
capitali
sopprimete quefrancesi che ci
il
dominio, non avranno più alcuna buona ragione per venir qui e s' allontaneranno »
assicurano
Ma
per conoscere quanto
i
connazionali nostri
«patiscono», bisogna leggere nel secondo
numero
del BuUcttino dell' emigrazione di quest'
anno
relazione d'un nostro console di laggiù,
Ugo Sa-
betta
«
:
la
1
Gli operai
non sono pagati
gettoni che portano
hanno corso
il
in danaro,
ma
in
timbro dell'impresa e che
soltanto in essa e nella sua canti-
na. Allo scambio l'operaio perde l'uno per cen-
che dovrebbe essere il tasso regolare però si
sono avverati casi in cui il cinque ed anche il
dieci per cento furono percepiti da cantinieri
senza vergogna. È facile fare il conto del guadagno e della convenienza per l'amministrazione
to,
;
che adotta il sistema dei gettoni non ha bisogno di provvedersi di forti somme di denaro in
miniera percepisce uno sconto sul cambio frui:
;
;
sce del benefizio dei gettoni dati in
pagamento
che vanno smarriti obbliga il minatore a forlo costringe sovente a
nirsi nella sua cantina
;
;
69. .
Il
.
primo Congresso Nazionalista
57
non poter emigrare in altre miniere, negandogli
il cambio dei gettoni in moneta corrente »
Ciò
tato.
avviene in
Ivi
il
plaghe lontanissime dall'abiminatore sardo ò trasportato, e ta-
glieggiato e spogliato.
«Il
prezzo delle
varie
derrate
che dovrebbe
esser gravato del solo soprappiìi della spesa di
trasporto,
certe volte
è invece
al
portato
molto
doppio, se non
pii^i
di
al
;
sopra,
beneficio
il
aumenta ancora facendo passare per generi corche sono invece
tutto è pesato a chilo e impacchettato, senza che ne sia permesso il controllo,
e il povero minatore è obbligato a comprare in
tal modo estremamente vessatorio »
Voi comprendete
Vi è uno. sfruttamento di
classe, semplice
quello del proletariato (dice il
socialismo) per mano della borghesia
e vi è
renti
d'alimentazione
scadentissimi
prodotti
;
!
:
;
uno «sfruttamento
composto», o meglio
complicato di rapporti internazionali, di emigradi classe
zione nostra, di conquiste e di colonie
Ed
alti'ui.
ecco un'altra condizione della nazione ita-
È l'irredentismo. La sfioro appena. Quanmio amico Scipio Sighele pubblica le Pagine nazionaliste e quando il mio amico Giulio
liana.
do
il
de Frenzi pubblica le Lettere dall'altra sponda,
che cosa vogliono dirci ? Vogliono dirci una tristissima cosa che già sappiamo
:
che, cioè, alcune
centinaia di migliaia di nostri connazionali so-
no destinate a sparire, quali estremi rimasugli di
popoli decaduti, e come non fossimo noi del loro
70. II pi'imo Congresso Nazionalista
58
stesso sangue e accanto
formata
di
a loro
trentacinque
una nazione
milioni
di
viventi.
già
E
basta.
Ma non
basta, perchè noi
siamo
il
popolo del-
l'irredentismo
e
certe parti del
mondo, quasi a mostrare in iscoril nostro stato, siamo riusciti
dell'emigrazione
insieme,
e
in
cio e per simbolo
a riunire l'una condizione con
ad essere,
l'altra,
emigranti e irredenti nel medesimo tempo.
cioè,
In Tunisia, per esempio, che era già italianizzata
prima che
la Francia la conquistasse, e di cui
per rispetto alla nostra emigrazione ho parlato
più sopra. Irredentismo, cerchio delle grandi po-
tenze stretto intorno a noi, ed emigrazione lonta-
na
:
frutto del nostro
il
Vale a
sangue di là dall'Oceano
Bevione ne!
dire, le peggiori condizioni. Il
articoli che ho citati, ricorda una volta il
Giappone, « paese analogo al nostro per le scarse
risorse economiche e la popolazione sovrabbon-
gli
dante». Tutta la politica giapponese sull'emigi'azione consiste
Bevione riporta
il
Komura
<
in
nel
Il
distruggere
queste
l'emigrazione.
parole
del
E
ministro
:
Giappone
potenza
si
trasformò da impero insulare
continentale
in
conseguenza
d'una
guardandoci in giro, veestendersi all'Ovest l' impero cinese che
diamo
al Nord l'impero
conta 400 milioni d' abitanti
russo con 160 milioni; all'Est la repubblica
degli Stati Uniti con 100 milioni. Circondato da
grande guerra.
Ora,
;
così poderose nazioni,
il
popolo giapponese deve
71. .
Il
primo Congresso Nazionalista
meno
raggiungere per Io
bisogna non
ma
si
59
100 milioni, e quindi
i
disperda sulla faccia del mondo,
si
concentri
gione vicina.
E
fondamentale
più possibile in una sola re-
il
il
in armonia con questa politica
governo aspira a favorire l'emi-
grazione nella Manciuria e nella Corea dove
ci
sono ampie estensioni di terra coltivabile e dove possono vivere da 20 a 30 milioni d'uomini.
Fino a che l'emigrazione si adatterà a questa
politica,
il
governo non mancherà di favorirla
e proteggerla».
Nel quale passo
differenze fra
zione
«
ha
è
commentare
che ha
quelli
l'Italia, e
paese analogo
superfluo
le
concetti che intorno all'emigra-
i
il
Giappone,
»
Enumero appena
altre
condizioni.
Rammento
che l'industria del forestiere e l'arte delle belle
città continuano in noi l'abito dell'animo servile,
e che è troppo avere anche quest'abito in casa,
quando pure siamo costretti ad avere fuori, per
tutto il mondo, l'animo dell'emigrante. Rammento
l'invasione dei capitali stranieri,
1
prodotti delle
nostre industrie battuti in casa nostra dai prodotti
stranieri.
Altri
me rammentarvi
tutta
Italia,
stranieri,
dove
il
che è qui, può meglio di
E ci son Garda per
Garda.
l'italianità
non sappiamo
è sopraffatta
dagli
se più nel suo interesse
o nella sua dignità.
Ripeto che posso solo accennare. Debbo con
una suggerirvi
il
ricordo di cento cose e passare.
72. 60
primo Congresso Nazionalista
II
Voi ed
apparteniamo
io
alle
classi colte
ri-
;
pensate alle condizioni della cultura italiana, ed
leggerò un brano d'un recente discorso di
Guglielmo Ferrerò.
«Chi scrive la nuova storia di Firenze è un
io vi
tedesco
a libri
:
francesi,
singolo
ma una
episodio,
rinascimento
ma
:
che
la storia di
non
un
completa
del
storia
dico
deve
tedeschi
inglesi,
ricorrere chi voglia leggere,
del
rinascimento
?
Anzi perfino del recente risorgimento nazionale.
sommario non scolastico di
nuovo storico di Cavour vive
in America
quello di Garibaldi è un inglese la
Francia, pare, si prepara a darci il futuro storico di Mazzini. Perfino le ultime opere pubblicate in Italia su Dante sono tradotte
una
Inglese è
ultimo
l'
questa storia
il
;
;
;
;
dall'inglese, l'altra dal tedesco.
Della storia ro-
mana non parlo neppure che quasi a gi'idare
faccia al mondo che noi non ci sentiamo più
:
in
la
forza di scrivere la nostra storia, la nuova Italia
in
ha chiamato a insegnare
Roma, un tedesco».
Ma
te
queste, potrà obiettare qualcuno, sono tut-
condizioni in cui è evidente
vita
e gli
interna
della
stranieri.
!
Ebbene,
nazione
Però,
condizioni interne,
ne
Roma,
la storia di
amici,
le
il
legame
e l'esterna,
abbiamo anche
tra
le
la
noi
nostre
cosiddette quistioni interse
io
volessi
linguaggio esagerato, direi che per
zionalista,
ti-a
per un uomo,
parlare un
un vero na-
cioè, dotato
d'una vera
73. Il
primo Congresso Nazionalista
61
coscienza nazionale, quistioni interne della nazione non esistono.
Ma
siccome voglio parlare
un linguaggio temperato, dirò soltanto che la
massima parte delle cosiddette quistioni interne
sono false interne e possono sempre convertirsi
in
quistioni
esterne.
Per esempio, noi abbiamo
di questa
?
la quistione interna
E
del Mezzogiorno.
Tutti
quale quistione più interna
ministeri l'hanno posta a ca-
i
po, e certamente continueranno ancora, dei loro
governo come quistione interna per
antonomasia. Tutti i ben pensanti delFopinione
pubblica r hanno schiaiì'ata in faccia a noi na-
programmi
cosiddetti
zionalisti
come
di
colonizzatori
e
imperialisti
quistione interna per antonomasia da ri-
solvere
prima
!
Ma
ben. pensanti del
nessuno
perchè
prima e
del
di
questi
dopo, delle qui-
da risolvere prima e delle quistioni
perchè nessuno dj
esterne da affrontare dopo
questi ben pensanti ha mai pensato che la quistione del Mezzogiorno è almeno per metà una,
quistione d'emigrazione ? Cioè, almeno per metàuna quistione esterna ? O che forse tutta la quistione del Mezzogiorno consiste nel rimboschire
in una legge fatta dal governo
il Mezzogiorno,
italiano per rimboschire il Mezzogiorno ? No davvero Almeno per metà la quistione del Mezzostioni interne
•
;
!
giorno è quistione d'emigrazione,
cioè,
E
ben
infatti,
cari
nostri maestri
l'ordine
;
signori,
mentre
e da
costituito
mentre
tutti
i
i
esterna.]
pensanti,,
partiti politici del-
costituire
;
mentre
tutti
74. 62
i
primo Congresso Nazionalista
II
ministri continuavano a ripetere
mano
:
—
Mettiamo
a risolvere la quistione interna del ÌMezzo-
tempo di risolvere la quistione interna del Mezzogiorno, non facciamo nulla se prima
non abbiamo risolta la quistione interna del Mezzogiorno
che cosa accadeva ? Accadeva che
giorno, è
!
—
del Mezzogiorno, il Calabro e il basifacevano per conto loro quistione esterna
di quella che per l'intera nazione, per l'alta pol'abitante
lico,
litica militante,
per l'opinione pubblica e
cento giornali, restava quistione interna.
i
suoi
Cala-
Il
emigravano. Prendevano i loro
dieci secoli di miseria e la loro pazienza e attraversavano l'oceano avendo essi soli il coraggio
di fare per loro proprio conto quella politica
bro e
siculo
il
d'avventure che era rinnegata dalla viltà nazionale.
Gli emigranti,
perfetto
|i
buon senso
o signori, maesU'i miei del
del
prima
sono
e del dopo,
precursori degli imperialisti, cattivi precursori,
'ma sono.
La
quistione del Mezzogiorno è anche la qui-
stione della Sicilia, della Sicilia che per causa
dell'emigrazione diminuisce di diecimil'anime e
più all'anno ed ha province desolate. Ora, fac-
una supposizione per spiegare il mio pensiero
non per tracciare un programma di conquista,
né molto meno per uno sterile rimpianto del passato. Ma supponiamo che l'Affrica più vicina
cio
e
fosse italiana.
Credete voi che la quistione in-
terna della Sicilia oggi sarebbe la stessa
giungo anzi
:
?
Ag-
credete voi che sarebbe la stessa
75. Il
per tutto
primo Congresso Nazionalista
Mezzogiorno
il
per tutta
e
63
l'Italia ?
L'es-
sere quell'Aflrica piuttosto sotto dominio italiano
che francese credete voi che avrebbe lasciato e
la Sicilia e il Mezzogiorno e l'Italia nelle stesse
condizioni in cui sono rimaste ? Ma tutta la vita
dell'isola
da quell'aggiunta del dominio italiano
di là dal
breve mare sarebbe stata rinfiancata
e serrata alla penisola.
E
tutta la vita dell'isola,
Mezzogiorno e della penisola sarebbe sta-,
ta rinfervorata, e certo molte cosiddette quistioni interne che ancora imputridiscono sotto il
sole e per cui imputridiamo, sarebbero state ri-;
e del
solte.
me
Sarebbero state risolte essendo poste coNoi avremmo una buona
quistioni esterne.
volta seppelliti
i
cadaveri.
nostri
Un'altra quisiione interna è la scuola. Ma, signori
miei,
la
quistione
zo,
non
consiste
toglier di
mez-
disordini della Minerva e nel corredar di
i
panche
sto
scuola
della
solo nel toglier di mezzo, nel
le
aulette
queste
aulette
tutta
elementari ? O non piuttosono il primo principio di
E
al-
quistione
in-
una grandissima opera nazionale
lora possiamo dir
noi
quanto
la
?
terna diventi esterna, noi che sappiamo quanto
(rammento il FerNoi avevamo, amici, un patrimonio di capolavori e un patrimonio di perfezioni morali che ci avevano lasciato
cento generazioni di maggiori nostri in duemila
e cinquecento anni di storia e con tre sovrala cultura italiana sia schiava
rerò) della cultura straniera.
nità
su
tutte
le
genti,
la
sovranità
de' nostri
76. 64
II
primo Congresso Nazionalista
la sovranità de' romani, la sovra-
fratelli greci,
nità del rinascimento. Questo patrimonio era stato
sole della terra,
il
un apice
delle menti,
un
termine delie umane aspirazioni, uno specchio
dell'eterno umano ideale, l'Olimpo degli Dei e
degli eroi
con questo per secoli e secoli avevamo educato la nostra infanzia e la nostra gio;
ventìi
questo aveva dirozzata la barbarie, su-
;
scitate civiltà, era stato
aveva attraversati
e aggiunti
gli scopritori
nità del genere
lievito di rivoluzioni
il
nuovi continenti
i
umano
accorsi a morir
lo
gettammo
ai
cani
!
all'u-
questo avevan portato
;
ardente e folgorante nel loro sangue
poeti
;
oceani dietro alle navi de-
gli
i
giovinetti
Ebbene, noi
Noi gettammo ai cani queper
l'Italia.
sto immenso nostro patrimonio, il classicismo
Lasciammo che su questo avesser ragione i me!
grammaticali e
todetti
i
lessicali tedeschi
piangono per
filologi tedescheggianti
che
fa
si
pii^i ?
al
abbiamo
cosiddetta quistione
vale a dire,
Ed
ora
guerra
Ma
questo dov'è mai
risolta
esternamente una
classicismo
Cioè, noi
!
la
!
interna,
assoggettando
il
ma
alla
nosti'O
rovescia
spirito
:
alla
cultura straniera, invece di assoggettare la cul-
tura straniera al nostro spirito.
Or non
torno al
Vincenzo Morello scrisse innazionalismo nelle Cronache letterarie^ e
è molto,
fra le altre cose diceva
forza,
stile.
non ha
ideale,
Dinanzi alla
:
solo lo stato non ha
non ha metodo, non ha
storia contemporanea esisto-
«Nella lotta per la
vita,
77. .
Il
no
primo Congresso Nazionalista
nemici dello
i
non
stato,
65
esiste lo stato. Ora,
quale è la base dello stato in Italia
?
11
parla-
mento. E dal parlamento qual mai pensiero,
quale parola, quale energia si è sprigionata in
tanto volgere di anni ? Qual politica è mai da
esso venuta fuori capace di provvedere, non dico
a lunga scadenza, ma a scadenza almeno di un
decennio, agli interessi e alla fortuna del paese ?
Quasi questo paese sia un trovatello, raccolto
per pietà in un angolo oscuro della storia, nessuno di quelli che avrebbero avuto il potere di
renderlo prospero e felice, ha mai avuto fede
nell'avvenire, e tutti
hanno cercato di sfruttare il
minor pericolo per-
provvisorio, di sbarcare col
sonale
il
destino
E
i
personale lunario e di abbandonare
destini
Morello aggiungeva
il
al
»
:
«Ci fu un momento, in cui parve che Tltalia
volesse anche
lei,
come
le
potenze, allar-
altre
mondo
Ma
gare
i
po
prime, prevedute e prevedibili sciagm'e essa
le
suoi confini nel
coloniale.
do-
raccolse nel proprio nido, per paura delle in-
si
temperie. Siamo
poveri, dissero
e bisogna diventar ricchi,
lusso della vita coloniale.
il
cipio,
su che
gnavan
i
laici del
i
prima
parlamentari,
di permetterci
Petizione di prin-
parlamentarismo disde-
Era
quando Francoloniale une affaire
di rivolgere l'arco della loro mente.
forse ricca la Francia, com'è ora,
cesco
du
I
roy,
faceva della politica
quando Richelieu concedeva
CoRRADiNi. Nazionalismo italiano.
ti ioli
di no5
78. .
66
.
II pì-imo Congresso Nazionalista
che fossero andati a exploiter
era forse signora e padrona dei
biltà ai borghesi
le
colonie
?
O
mondo l'Inghilterra, quando per terra e per mare, guerreggiando e speculando, ha
mercati del
costruito, in due secoli di lotta interrotta., il suo
impero coloniale ? O la ricchezza dell'una e dell'altra nazione non è la conseguenza di tutti quegli sforzi e di tutte quelle lotte ? Noi abbiamo assistito, si può dire, alla formazione della politica coloniale tedesca. I vincitori di Sédan arrivarono ultimi al banchetto i buoni posti erano
tutti occupati. Ed essi senza scoraggiarsi mossero ad occupare quelli rimasti liberi, anche
:
sotto
il
tropico
»
Ebbene, bastano queste tristi e giuste note di
Vincenzo Morello a far vedere come la quistione
senza dubbio interna del nostro parlamentarismo,,
che è tutto il nostro mondo politico, sia una cronistoria d'atti esterni, soppressi. Or non è molto
Stampa Scipio Sighele scriveva
nella
:
«Credo che tutti saranno d'accordo nel riconoscere che colui che re^ge oggi il governo d'Italia è un patriotta. Ebbene, questo patriotta che
porta
il
nome
sunto
il
suo credo politico in due Xrasi
liani
ha
illustre di Luigi Luzzatti,
che amano
la patria,
della politica estera
;
gli
:
rias-
gli ita-
devono disinteressarsi
devono mante-
italiani
nere la pace anche a costo di ogni viltà »
Ebbene, signori miei, il patriotta Luigi Luzzatti,
fior
del
nostro
parlamentai'ismo,
troppo una nostra quistione interna.
Ma
è
pur
coni-
79. prendete
che
tutti
interna sarebbe
Veniamo a
Dobbiamo
il
la politica di questa quistione
mondo.
suicidio dell'Italia nel
^
noi.
partire dal riconoscimento di que-
principio
sto
67
primo Congresso Nazionalista
Il
:
sono nazioni proletarie, come
ci
nazioni, cioè, le cui
sono classi proletarie
condizioni di vita sono con svantaggio sottopoci
;
ste a quelle di altre nazioni, tali quali le classi.
Ciò premesso,
il
nazionalismo deve anzitutto batl'Italia è una nazione
ter sodo su questa verità
:
materialmente e moralmente
proletaria.
Ed
è
proletaria nel periodo avanti la riscossa, cioè, nel
periodo preorganico, di cecità e di debilità viSottoposta alle altre nazioni e debile, non
tale.
di forze popolari,
samente come
lismo
I
gli si
muscoli
il
ma
di forze nazionali. Preci-
proletariato
prima che
il
socia-
accostasse.
de' lavoratori
che volontà avevano
i
eran
forti
com'ora,
lavoratori di elevarsi
?
ma
Era-
no ciechi sul loro stato. Or che cosa accadde,
quando il socialismo disse al proletariato la prima parola ? Il proletariato si risvegliò, ebbe un
primo barlume sul suo stato, intravide la possibilità di mutarlo, concepì il primo proposito di
mutarlo. E il socialismo lo trasse con sé, lo spinse a lottare, formò nella lotta la sua unione, la
sua coscienza, la sua forza, le sue stesse armi,
il suo nuovo diritto, la sua volontà di vincere,
il
suo orgoglio di stravincere, l'affrancò,
lo
portò
a dettar la sua legge di classe alle altre classi,
alla nazione,
alle
nazioni.
i
80. 68
II
primo Congresso Nazionalista
Ebbene, amici, il nazionalismo deve fare qualche cosa di simile per la nazione italiana. Deve
essere,
")<^
a male agguagliare,
nazionale.
come
Cioè,
proletariato
il
valore
della
dobbiamo insegnare
noi
il
nostro socialismo
socialismo
il
lotta
all'Italia
insegnò
di
classe,
al
così
valore della
il
lotta internazionale.
Ma
la lotta internazionale è
Ebbene, sia
-A sciti
la
guerra
!
E
il
la
guerra
?
nazionalismo su-
in Italia la volontà della guerra vittoriosa.
È superfluo avvertire che la nosti'a guerra non
è
un
precipitarsi alle armi, e che la nosti'a guer-
ra vittoriosa non è un'ingenuità poetica, o profetica,
ma un
y poniamo
ini
ordine morale. Noi
«
metodo
di
insomma pro-
redenzione nazionale
»
e con un'espressione estremamente riassuntiva e
concentrata lo chiamiamo « necessità della guer-
ra».
La guerra
è latto
supremo,
ma
l'alfermare
guerra comprende il riconoscere la necessità del preparare la guerra e del
la
necessità
della
prepararsi alla guerra, cioè, comprende un metodo tecnico e un metodo morale. Un metodo di
disciplina nazionale.
Un metodo
per creare
la
ragione formidabile e ineluttabile della necessità
della disciplina nazionale. Un metodo per creare
la necessità inesorabile di ritornare al
del dovere.
le
scuole
Preme
e le
Un metodo
sentimento
al cuore de' nazionalisti che
ferrovie
facciano
il
loro
dovere.
per restituir credito soprattutto alle
virtù e all'esercizio delle virtù (i mezzi del Giappone povero come noi) che i borghesi e la loro
81. H primo
Congresso Nazionalista
opinione pubblica e
il
uomini
dirigenti e gli
loro
buon senso
politici,
o
il
69
e le clavSsi
parlamentari-
smo, come direbbe Vincenzo Morello, misero da
banda per rispetto alla vita della nazione italiaUn metodo finalmente per rinnovare un patt0
na.
na-
di solidarietà di famiglia tra le classi della
Un metodo
zione italiana.
sità e l'utile di
predicato
lavoratori
ai
per provare la neces-
questo patto. Per anni e anni fu
dal
italiani
socialismo,
nostro maestro e nostro avversario, che era loro
interesse rendersi solidali con
lavoratori della
i
Concincina e del Paraguay e rompere ogni solidarietà con i loro padroni e con la nazione italiana. Bisogna rinchiodare nel cervello dei lavoratori che
hanno un maggiore
tenersi solidali
con
con
i
interesse a
man-
loro padroni e soprattutto
nazione e a mandare al diavolo la socon i loro compagni del Paraguay e
la loro
lidarietà
della Concincina.
Insomma
ha
risolta
da quando è costituita
ha perdute due guerre
l'Italia,
bertà e in unità,
la
quistione
Mezzogiorno.
del
politica delle alleanze è giunta
de' suoi
amica
in
e
li-
non
Nella
ad essere nemica
nemici de' suoi algli uni e presso gli
ha sospettato neppure che si potesse
alleati
e
de'
senza credito presso
leati,
e
altri.
Non
imprimere all'emigrazione un moto verso una
finalità nazionale ed ha ormai logore tutte le
sue istituzioni ed esausti
Vale a
dire,
il
resultato
tutti
i
della
suoi
parliti.
nosti-a
politica
estera e della nostra politica interna è cattivo.
82. 70
Quali
II
le
primo Congresso Nazionalista
cause
sione generale.
st'opera.
?
C'è bisogno d'un'opera di reviIl
nazionalismo
si
propone que-
C'è bisogno di mutai' sistema, di tro-
vare un miglior sistema di uomini e di cose. Il
nazionalismo vuol trovarlo. Questa è la sua ragione d'essere.
87. .
L'esperienza delle ultime elezioni politiche del-
Novembre 1913 insegna, a coloro
che vedono chiaro, che quello fra i molti partiti
il quale si chiama il vecchio grande partito liberale, se vorrà continuare ancora a dirigere la
l'Ottobre e del
vita politica della nazione, bisognerà
che
si
tras-
formi in un nuovo grande partito nazionale pren-
dendo
dottrina,
nazionalismo
animo
che
e metodo di lotta da quel
ultimamente è stato la sua
avanguardia
Allora soltanto potrà collocarsi di fronte al suo
antagonista naturale che è
La
zioni
il
realtà storica presente
di
fronte,
quella del
partito
socialista.
comporta due posipartito
socialista
e
quella del partito nazionale.
Chi, per esempio, vede
il
solito partito liberale
due estremi opposti, socialisti e clericali, e
ne fa dipendere il suo trionfo avvenire, e per
conseguenza la salute della patria, dal suo tenersi equidistante dall'uno e dall'altro, è uno che
non vede giusto, probabilmente per vecchio spirito settario. Gli opposti, se mai, qui sono clericali e massoni. Ma oltre a ciò la realtà storica è
per due grandi partiti di fronte il partito sotra
:
cialista e
il
partito nazionale.
88. 76
Aristocrazia democratica
Il
compito
di quest'ultimo
deve essere di lavo-
rare per la pacificazione interna, allo scopo d'au-
mentare
la ricchezza e la
potenza della nazione,
come mezzi per raggiungere
nazionali
del
le
supreme
finalità
cui divenire sta riposto nel conflitto
il
mondo. Ora,
nel
lavorare
a ciò
partito
il
nazionale verrà a trovarsi antagonisticamente di
contro al socialismo che è internazionalmente pacificista
per
gli
effetti
della lotta
di
classe
in-
terna.
Ma
altri
contemporanea
nella realtà storica
Sono
partiti.
socialismo e
il
tutti
ci
sono
quei partiti medii tra
vecchio liberalismo che
democratici e che per la
il
dicono
si
comune essenza
loro
possono considerarsi unificati in un solo grosso
partito democratico.
Dinanzi a cui come verrà a trovarsi
nazionale che dobbiamo formare, se
partito
il
a cuo-
ci sta
re la salute della patria ?
Per rispondere a questa domanda bisogna avdue parole che
volgarmente hanno lo stesso significato. Le due
vertire la differenza che passa fra
parole sono avversario e nemico.
l'avversario,
l'antagonista,
Il
socialismo è
come abbiamo
detto
;
democrazia, non ciò che sarebbe la democrazia secondo le sue definizioni teoriche che sono
la
men
che nulla nell'azione
politica,
ma
ciò
che è
la realtà democratica operante nell'Italia di oggi,
questa è
È noto
in Italia.
nemico.
il
il
processo fatto alla democrazia anche
Ma
soltanto a
Roma, durante
le
eie-
89. democrazia oligarchica
e
chiaro nel fondo di essa. Bisogna ripensare alla democrazia dei principi romani. Bisogna ripensare ai due principi romani, don Leozioni, vidi
ne Caetani
la loro
zia.
e
don
.Scipione Borghese,
campagna
Ma prima
i
quali fecero
elettorale sulla loro
democra-
per galantomismo debbo premet-
che se parlo de' principi romani, non ò
perchè nutra uno speciale rancore verso quelle
nostre illustri villime elettorali, ne perchè atti'ibuisca a mera colpa personale loro quanto dicono e fanno la cecità dei tempi è in loro ed
essi non vedono e non capiscono. Ma io ne parlo
perchè appunto la combinazione delle fortune
elettorali volle che essi nella capitale del regno
fossero elevati a indice di un male che è generale
tere
;
di tutte le classi loro, della vecchia aristocrazia,
della borghesia ricca,
di
quella di lavoro e di
quella di cultura. Li prendo per ciò che furono in
un'ora solenne
E non
:
prototipi e
memorando esempio,
tanto intendo parlare contro di loro e
i
loro
quanto parlare per loro e i loro simili, per
illuminarli. Dopo di che veniamo a noi. Una serg
dunque a Roma andai a un comizio che aveva
luogo non mi rammento in quale piazza. Di sopra un trespolo sotto una porta parlava il prinsimili,
cipe Caetani,
ma
la folla degli avversarli schia-
mazzava perchè cessasse di parlare. Nella oscurità della prima notte vedevo le lunghe braccia
del principe comiziatore starnazzare sullo schia-
mazzo, mentr'egli ostinatamente seguitava a vociferare. Una sola parola afferrai, quella del suo