In precedenti articoli avevo già segnalato alcune futuristiche applicazioni delle stampanti 3D ed i nuovi previsti utilizzi di piccoli droni civili. Ma non passa giorno che non venga segnalata una novità, una nuova applicazione, una nuova caratteristica di queste applicazioni tecnologiche.

1. SWIFLETS, DRONI E STAMPANTI 3D
sergio benassai
In precedenti articoli avevo già segnalato alcune futuristiche applicazioni delle stampanti 3D ed i
nuovi previsti utilizzi di piccoli droni civili.
Ma non passa giorno che non venga segnalata una novità, una nuova applicazione, una nuova
caratteristica di queste applicazioni tecnologiche.
1. Dai nidi di rondine …
Uno dei piatti più apprezzati della cucina cinese è costituito dai nidi di rondine; un piatto molto
apprezzato, ma anche costoso dal momento che una porzione può costare anche 100 €.
In realtà non si tratta proprio di nidi di rondine, ma di nidi di “swiflets” (uccelli dell’Asia
meridionale e dell’Australia).
Questi uccelli hanno una specifico modo di costruire i loro nidi. I nidi non vengono infatti costruiti
mettendo insieme rametti, foglie, ecc., ma sono composti esclusivamente dalla saliva di questi
uccelli che, a contatto con l’aria, si solidifica.
2. … ai droni/ stampanti
Questa modalità di “costruzione” dei nidi ha ispirato Mirko Kovac e il suo gruppo di ricerca,
all’Imperial College di Londra, che hanno sviluppato un sistema droni - stampanti 3D.
Il loro sistema è costituito da due droni.
Un primo drone (un quadcopter, cioè un drone con quattro rotori) trasporta due prodotti chimici
(che, quando miscelati, producono una schiuma di poliueretano) e un modulo di stampa che

2. controlla l’estrusione della schiuma. E’ così possibile avvolgere un qualunque materiale (anche
pericoloso) in tale schiuma inerte (è una specie di stampa a 3 dimensioni).
Il secondo drone (un exacopter, cioè un drone con sei rotori) interviene successivamente, una volta
che la schiuma si sia solidificata, per agganciare e trasportare il materiale ormai avvolto nella
schiuma solidificata.
3. Futuri sviluppi
Ma questo è solo l’inizio.
E’ infatti previsto che i droni saranno alimentati a celle solari e che saranno controllabili con uno
smartphone attraverso un apposito software.
Un ulteriore sviluppo (e sono già in funzione i primi esemplari) è costituito poi dalla possibilità di
costruire i droni con stampanti 3D.
Si prevede anche che questi droni fatti in casa (basta avere una stampante 3D) possano essere
controllati con Google Glasses.
E, essendo costituiti essenzialmente di materia plastica, possono anche essere facilmente smaltibili.