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DISLESSIA E DISCALCULIA
SPORTELLO DIDATTICO
POLO 2
Servizio NPIA
Dott.ssa Federica Serioli
Rinfreschiamoci la memoria…..
Cosa è la DISCALCULIA:
la discalculia evolutiva è un disturbo
specifico dell’apprendimento che si può
definire come un disturbo delle abilità
numeriche e aritmetiche che si manifesta in
bambini con intelligenza normale e che non
hanno subito danni neurologici.
Ma quali sono le difficoltà?
- Comprensione dei simboli aritmetici;
- Comprensione del valore quantitativo dei
numeri;
- Scelta dei dati per la soluzione di un
problema;
- Allineamento in colonna;
- Memorizzazione di combinazione tra numeri
(tabelline);
- Uso competente delle procedure di calcolo.
Un po’ di storia…..
Molti sono gli autori che hanno studiato
e che hanno tentato di fornire delle
classificazioni delle difficoltà di calcolo
evidenziate nei bambini con discalculia,
senza offrire però una definizione di
disturbo e le sue possibili
caratteristiche.
 1967 Johnoson e Myklebust
 1968 Cohn
 1974 Kosc
 1983 Rourke e Strang
 1983 Badian
 1992 McCloskey
 …………………………………………..
1991-1997 Temple
3 Tipi di discalculia evolutiva
1. Dislessia per le cifre:caratterizzata da difficoltà
nell’acquisizione di processi lessicali sia nel
sistema di comprensione del numero che di
produzione.
Es. B/no 11 anni:l’analisi degli errori commessi in compiti di ripetizione,
scrittura e lettura, sia di numeri arabici, che di numeri espressi in codice
verbale, evidenzia uno specifico pattern di errori:
34= sessantasei
1= nove
8483= ottomilaquattrocoentoottantaquattro.
in questo caso è deficitaria l’elaborazione lessicale preposta alla selezione
e al recupero dei singoli elementi lessicali.
2.Discalculia procedurale: caratterizzata
da difficoltà nell’acquisizione delle
procedure e degli algoritmi implicati
nel sistema di calcolo.
Es. ragazzo 17 anni: no difficoltà nell’area di elaborazione numerica
(lettura,scrittura sia di cifre che numeri in lettere); no difficoltà nella conoscenza
dei fatti aritmetici; ma difficoltà nell’applicare correttamente le procedure di
calcolo: errori di riporto
errori di incolonnamento
errori di prestito.
3. Discalculia per i fatti
aritmetici:caratterizzata da difficoltà
nell’acquisizione dei fatti numerici
all’interno del sistema del calcolo.
Es. ragazza 19 anni: capacità di elaborazione dei numeri
intatta; conoscenza delle procedure di calcolo
intatta;compromesso il recupero dei fatti aritmetici.
2004 Geary
1. Deficit procedurali:
quando devono risolvere semplici problemi
aritmetici i b/ni con tale profilo commettono
molti errori nel contare e tendono a usare
strategie immature.
Questo deficit coinvolge la rappresentazione e la
manipolazione dell’informazioni nel sistema
linguistico all’interno della M.L., cioè quello che
supporta la rappresentazione e la produzione di
parole numero e le relative competenze procedurali.
2. Deficit di memoria semantica:
i b/ni di questo profilo presentano difficoltà
a immagazzinare i fatti aritmetici nella
M.L.T. o ad accedere ad essi.
Si ipotizza che non funzionino in modo adeguato i
meccanismi di rappresentazione delle nformazioni nel
sistema linguistico della M.L. e che ci sia una difficoltà
nell’inibire il recupero di informazioni irrilevanti.
3. Deficit visuo-spaziali:
i sistemi visuo spaziali sono alla base di
molte competenze matematiche, come
quelle afferenti ad alcune aree della
geometria e alla risoluzione di problemi
verbali complessi, per cui un qualsiasi
deficit al sistema di M.L.visuo spaziale
potrebbe dare luogo a un corrispondente
disturbo dell’apprendimento.
Quali gli errori del b/no
discalculico?
1. Errori nel recupero di fatti
ES. si chiede al b/no di svolgere 5x5
oltre a questa operazione si attiveranno
altre due: 5+5=10 e 5x4=20. La risposta
che verrà fornita all’operazione dipenderà
dall’associazione tra l’operazione e i
risultato corretto.
2. Errori nel mantenimento e nel recupero delle procedure.
B/ni che pur avendo appreso strategie di conteggio
facilitanti utilizzano ancora procedure immature. Facendo
cosi vanno a sovraccaricare il sistema di memoria con il
conseguente dispendio di energie cognitive.
Cosa fare?
Se è compromessa la M.L.T. evitare di apprendere a
memoria e insegnare strategie di conteggio in avanti e
indietro; se è compromessa la M.L. l’obiettivo è di non
sovraccaricarla e i risultati intermedi possono essere scritti
oppure può essere usato un supporto concreto (abaco, oggetti)= no
calcoli a mente.
3. Errori nelle applicazioni delle
procedure:
questi errori si riferiscono a tutti i casi
in cui, il bambino, nell’esecuzione di
calcoli di differente complessità, entra
in difficoltà.
4. Errori visuo-spaziali:
errori riconoscimento segni
errori incolonnamento
errore nella direzione procedurale
….e con i problemi???
Processi coinvolti nella risoluzione
dei problemi (Lucangeli)
comprensione del testo
rappresentazione pianificazione
categorizzazione autovalutazione
abilità di calcolo
soluzione
Rinfreschiamoci la memoria…..
Cosa è la DISLESSIA:
In parole semplici……
Un dislessico è una persona che ha
avuto più difficoltà degli altri ad
imparare a leggere e scrivere e che può
continuare a presentare difficoltà anche
in età adulta.
Tecnicamente…..
La dislessia è un disturbo dell’apprendimento di
origine neurobiologica.
Il soggetto mostra difficoltà nella lettura accurata,
nello scorrevole riconoscimento delle parole, nel
compitare e nel decodificare le parole scritte.
Queste difficoltà derivano da un deficit della
competenza fonologica del linguaggio che non è
prognosticabile dalla capacità cognitiva del
soggetto e dall’insegnamento avuto durante gli
anni di scuola.
Cosa succede nella testa del ragazzo
dislessico……
Recenti studi effettuati con risonanza magnetica
hanno evidenziato che nel dislessico si attivano
poco le parti del cervello deputate alla lettura cioè
le parti occipito-temporale e pareto-temporale.
Mentre si attiva maggiormente la parte anteriore
cioè le aree di Broca che sono meno adatte alla
decifrazione dei grafemi corrispondenti ai fonemi
della propria lingua.
Ma cosa serve per leggere?
1. Consapevolezza fonologica: capacità di
percepire i diversi suoni (fonemi) della
lingua parlata. Dà al lettore la possibilità di
usare questa capacità per decifrare le
lettere delle parole
2. Fonetica della lingua: corrispondenza
suono-segno.
3. Fluidità: abilità di decifrare rapidamente e
automaticamente, senza sforzo e quasi
inconsapevolmente.
Quali le conseguenze secondarie?
 Difficoltà nella comprensione del testo
 Riduzione del vocabolario
 Scarse conoscenza di cultura generale
Un passo indietro……
Quali erano i profili WISC-III di un ragazzino
dislessico…..
Profilo ACID: - ragionamento aritmetico
- cifrario
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Profilo SCAD: - ricerca di simboli
- memoria di cifre
- ragionamento aritmetico
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IL CASO……..
Mario
b/no 9 anni e mezzo
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Storia clinica….(1)
1^visita
Febbraio 2010
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QIT 86
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Valutazione
LETTURA
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COMPRENSIONE
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LETTURA
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SCRITTURA
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CALCOLO
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Dislessia e discalculiadsa

  • 1. DISLESSIA E DISCALCULIA SPORTELLO DIDATTICO POLO 2 Servizio NPIA Dott.ssa Federica Serioli
  • 2. Rinfreschiamoci la memoria….. Cosa è la DISCALCULIA: la discalculia evolutiva è un disturbo specifico dell’apprendimento che si può definire come un disturbo delle abilità numeriche e aritmetiche che si manifesta in bambini con intelligenza normale e che non hanno subito danni neurologici.
  • 3. Ma quali sono le difficoltà? - Comprensione dei simboli aritmetici; - Comprensione del valore quantitativo dei numeri; - Scelta dei dati per la soluzione di un problema; - Allineamento in colonna; - Memorizzazione di combinazione tra numeri (tabelline); - Uso competente delle procedure di calcolo.
  • 4. Un po’ di storia….. Molti sono gli autori che hanno studiato e che hanno tentato di fornire delle classificazioni delle difficoltà di calcolo evidenziate nei bambini con discalculia, senza offrire però una definizione di disturbo e le sue possibili caratteristiche.
  • 5.  1967 Johnoson e Myklebust  1968 Cohn  1974 Kosc  1983 Rourke e Strang  1983 Badian  1992 McCloskey  …………………………………………..
  • 6. 1991-1997 Temple 3 Tipi di discalculia evolutiva 1. Dislessia per le cifre:caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione di processi lessicali sia nel sistema di comprensione del numero che di produzione. Es. B/no 11 anni:l’analisi degli errori commessi in compiti di ripetizione, scrittura e lettura, sia di numeri arabici, che di numeri espressi in codice verbale, evidenzia uno specifico pattern di errori: 34= sessantasei 1= nove 8483= ottomilaquattrocoentoottantaquattro. in questo caso è deficitaria l’elaborazione lessicale preposta alla selezione e al recupero dei singoli elementi lessicali.
  • 7. 2.Discalculia procedurale: caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione delle procedure e degli algoritmi implicati nel sistema di calcolo. Es. ragazzo 17 anni: no difficoltà nell’area di elaborazione numerica (lettura,scrittura sia di cifre che numeri in lettere); no difficoltà nella conoscenza dei fatti aritmetici; ma difficoltà nell’applicare correttamente le procedure di calcolo: errori di riporto errori di incolonnamento errori di prestito.
  • 8. 3. Discalculia per i fatti aritmetici:caratterizzata da difficoltà nell’acquisizione dei fatti numerici all’interno del sistema del calcolo. Es. ragazza 19 anni: capacità di elaborazione dei numeri intatta; conoscenza delle procedure di calcolo intatta;compromesso il recupero dei fatti aritmetici.
  • 9. 2004 Geary 1. Deficit procedurali: quando devono risolvere semplici problemi aritmetici i b/ni con tale profilo commettono molti errori nel contare e tendono a usare strategie immature. Questo deficit coinvolge la rappresentazione e la manipolazione dell’informazioni nel sistema linguistico all’interno della M.L., cioè quello che supporta la rappresentazione e la produzione di parole numero e le relative competenze procedurali.
  • 10. 2. Deficit di memoria semantica: i b/ni di questo profilo presentano difficoltà a immagazzinare i fatti aritmetici nella M.L.T. o ad accedere ad essi. Si ipotizza che non funzionino in modo adeguato i meccanismi di rappresentazione delle nformazioni nel sistema linguistico della M.L. e che ci sia una difficoltà nell’inibire il recupero di informazioni irrilevanti.
  • 11. 3. Deficit visuo-spaziali: i sistemi visuo spaziali sono alla base di molte competenze matematiche, come quelle afferenti ad alcune aree della geometria e alla risoluzione di problemi verbali complessi, per cui un qualsiasi deficit al sistema di M.L.visuo spaziale potrebbe dare luogo a un corrispondente disturbo dell’apprendimento.
  • 12. Quali gli errori del b/no discalculico? 1. Errori nel recupero di fatti ES. si chiede al b/no di svolgere 5x5 oltre a questa operazione si attiveranno altre due: 5+5=10 e 5x4=20. La risposta che verrà fornita all’operazione dipenderà dall’associazione tra l’operazione e i risultato corretto.
  • 13. 2. Errori nel mantenimento e nel recupero delle procedure. B/ni che pur avendo appreso strategie di conteggio facilitanti utilizzano ancora procedure immature. Facendo cosi vanno a sovraccaricare il sistema di memoria con il conseguente dispendio di energie cognitive. Cosa fare? Se è compromessa la M.L.T. evitare di apprendere a memoria e insegnare strategie di conteggio in avanti e indietro; se è compromessa la M.L. l’obiettivo è di non sovraccaricarla e i risultati intermedi possono essere scritti oppure può essere usato un supporto concreto (abaco, oggetti)= no calcoli a mente.
  • 14. 3. Errori nelle applicazioni delle procedure: questi errori si riferiscono a tutti i casi in cui, il bambino, nell’esecuzione di calcoli di differente complessità, entra in difficoltà.
  • 15. 4. Errori visuo-spaziali: errori riconoscimento segni errori incolonnamento errore nella direzione procedurale
  • 16. ….e con i problemi???
  • 17. Processi coinvolti nella risoluzione dei problemi (Lucangeli) comprensione del testo rappresentazione pianificazione categorizzazione autovalutazione abilità di calcolo soluzione
  • 18. Rinfreschiamoci la memoria….. Cosa è la DISLESSIA: In parole semplici…… Un dislessico è una persona che ha avuto più difficoltà degli altri ad imparare a leggere e scrivere e che può continuare a presentare difficoltà anche in età adulta.
  • 19. Tecnicamente….. La dislessia è un disturbo dell’apprendimento di origine neurobiologica. Il soggetto mostra difficoltà nella lettura accurata, nello scorrevole riconoscimento delle parole, nel compitare e nel decodificare le parole scritte. Queste difficoltà derivano da un deficit della competenza fonologica del linguaggio che non è prognosticabile dalla capacità cognitiva del soggetto e dall’insegnamento avuto durante gli anni di scuola.
  • 20. Cosa succede nella testa del ragazzo dislessico…… Recenti studi effettuati con risonanza magnetica hanno evidenziato che nel dislessico si attivano poco le parti del cervello deputate alla lettura cioè le parti occipito-temporale e pareto-temporale. Mentre si attiva maggiormente la parte anteriore cioè le aree di Broca che sono meno adatte alla decifrazione dei grafemi corrispondenti ai fonemi della propria lingua.
  • 21. Ma cosa serve per leggere? 1. Consapevolezza fonologica: capacità di percepire i diversi suoni (fonemi) della lingua parlata. Dà al lettore la possibilità di usare questa capacità per decifrare le lettere delle parole 2. Fonetica della lingua: corrispondenza suono-segno. 3. Fluidità: abilità di decifrare rapidamente e automaticamente, senza sforzo e quasi inconsapevolmente.
  • 22. Quali le conseguenze secondarie?  Difficoltà nella comprensione del testo  Riduzione del vocabolario  Scarse conoscenza di cultura generale
  • 23. Un passo indietro…… Quali erano i profili WISC-III di un ragazzino dislessico….. Profilo ACID: - ragionamento aritmetico - cifrario - informazioni - memoria di cifre Profilo SCAD: - ricerca di simboli - memoria di cifre - ragionamento aritmetico - cifrario
  • 24. IL CASO…….. Mario b/no 9 anni e mezzo 4 elementare
  • 26. Wisc-III QIT 86 QIV 93 QIP 82 Valutazione
  • 27. LETTURA MT Velocità: 1,08 sil/sec rii Correttezza : rii
  • 29. LETTURA DDE-2 Velocità Parole: -2,68 Nn parole: - 2,49 Correttezza Parole: 10^ Non parole: 5^
  • 32. Quali sono le risorse del bambino? Quali le difficoltà?