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Anno XVI Numero Unico Aprile 2017
...
PAGINA 2 Anno XVI Numero Unico
Don Lorenzo Milani (1923-1967) nasce in una colta famiglia fiorentina,si forma agli
studi classici e matura un interesse per l'arte sacra. Negli anni della Seconda guerra
mondiale si consacra al sacerdozio e sceglie di dedicare la sua vita all'educazione po-
polare. Istituisce la sua prima scuola serale presso la canonica della parrocchia di San
Donato,presso Prato. Risulta essere scomodo alle gerarchie ecclesiastiche ed entra in
conflitto con esse tanto che nel 1954 dovet-
te trasferirsi a Barbiana, nel Mugello.Qui
apre una seconda scuola per la quale diven-
ne famoso. Morì il 26 giugno 1967 a 44 anni.
Don Milani può ancora considerarsi un per-
sonaggio scomodo per la chiesa ufficiale e
per la cultura dominante a causa del suo
pensiero e del suo metodo pedagogico. Egli
sostiene che non sia possibile condurre il
"populino" verso la parola di Dio se prima
non lo si dota della capacità di conoscere e com-
prendere i messaggi nascosti nel suo linguaggio. Infatti,la scuola popolare ha come
scopo principale l'educazione religiosa ,ma in seguito,per Don Milani l'educazione si
considera come diritto di tutti però,di questo diritto,i "poveri" ne godono sempre
meno.
Don Milani afferma che la scuola è organizzata secondo meccanismi che la rendono
simile ad un ospedale che cura i sani e respinge i malati perché istruisce i "ricchi",che
apprendono l'uso della parola già in ambito familiare dove ricevono anche un'educa-
zione e respinge i "poveri"che,essendo analfabeti anche a causa della loro condizione
sociale e familiare,non avranno mai la possibilità di imparare.
Questo avviene anche perché la cultura e le parole inserirebbero il "povero" nella
classe dominante poiché ne comprenderebbe il linguaggio e,in questo modo si an-
drebbe contro gli interessi economico-sociali dei "ricchi".
Don Milani non si scoraggia nel vedere la situazione presente a Barbiana, è spinto
dalla gioia di educare a portare avanti il
suo progetto;infatti comincia sin da
subito a pensare come poter fondare
una scuola il cui motto sarebbe stato "I
CARE" -"mi sta a cuore".Egli si preoc-
cupa di dare un'educazione a quei ra-
gazzi condannati dalla loro marginalità
sociale all'analfabetismo e all'ignoranza.
Don Milani vuole un futuro migliore
per loro sostenendo che "EDUCARE
SIGNIFICA AMARE LA GIOIA DI
CHI EDUCHI".
segue a pag.3
Note biografiche
don Lorenzo Milani (Firenze, 1923-1967)
nasce da una colta famiglia borghese. Fu
un sacerdote ed educatore, fondatore e
animatore della famosa scuola di
Sant’Andrea di Barbiana, primo tentativo
di scuola a tempo pieno rivolto alle classi
popolari. I suoi progetti di riforma scola-
stica e la sua difesa della libertà di co-
scienza compaiono nelle opere
‘Esperienza pastorali’ e ‘Lettera a una
professoressa’. Fu a lungo frainteso ed
ostacolato dalle autorità scolastiche e
religiose. Don Milani con la sua passione
è stato una delle personalità più significa-
tive del dibattito culturale del dopoguer-
ra e la sua vita rappresenta ancora oggi
una grande testimonianza di fedeltà nella
sua scelta di essere dalla parte degli ulti-
mi. E’ per questo motivo che il nostro
istituto prende il nome di ‘don Lorenzo
Milani’.
Yasmin Rimi IIBL
“A che serve
avere le mani
pulite se si
tengono in
tasca?”
“Se si perde loro
(i ragazzi più difficili)
la scuola non è più
scuola. E’ un ospedale
che cura i sani e re-
spinge i malati!”
Immagine di copertina realizzata da
Yasmin Rimi
PAGINA 3Anno XVI Numero Unico
segue da pag.2
Don Milani vuole dare a quei ragazzi la
possibilità di accedere agli strumenti
intellettuali che sono indispensabili per
essere cittadini. Non inten-
de,però,raggiungerli uniformando la sua
scuola a quella pubblica perché il meto-
do scolastico non può e non deve es-
sere uguale per tutti dato che i ragazzi
analfabeti dovrebbero ,prima di tut-
to,conoscere le basi della lingua e poi i
metodi per utilizzarla mentre,i ragazzi
alfabetizzati,possono direttamente co-
noscere i metodi per utilizzare la lin-
gua. A Barbiana la scuola risulta essere
dura,non ci sono pause poiché non si tratta di una scuola "facile,ammiccante,disimpegnata,solo formalistica".La
disciplina risulta essere dura,a volte imposta con la "frusta" poiché l'obbiettivo della "coscientizzazione" viene giu-
dicato troppo importante perché si possa evitare di ricorrere a punizioni corporali,considerate meno gravi e più
efficaci della bocciatura e dell'emarginazione sociale a cui li spinge la scuola pubblica.
Il nodo centrale dell'educazione è la conoscenza della lingua poiché la sua padronanza può permettere ai membri
della classe popolare,abbietta, di inserirsi nella classe dominante;la lingua aiuta anche a leggere e giudicare la realtà
in modo scritto. Per Don Milani è importante "scrivere come si parla " perché le forme del linguaggio scritto in
modo allegorico servono spesso ad occultare la verità escludendo
una fascia sociale che,pur essendo alfabetizzata,non è in grado di
comprendere il testo.
La dialettica di Don Milani è considerata "dialettica della povertà"
caratterizzata dal rifiuto della pedagogia accademica e dalla creazio-
ne di gruppi di lavoro. La scuola di Barbiana è una scuola senza
voti, che non degrada nessuna iniziativa degli alunni,una scuola che
spinge i ragazzi a raggiungere i loro obbiettivi e a lavorare in base
alla loro capacità. La scuola di Barbiana è una scuola che non limi-
ta,bensì promuove l'emancipazione degli individui e il loro inseri-
mento nella società. Don Milani respinge la teorizzazione,la siste-
mazione,la programmazione,per lui bisogna partire dall'esperienza
diretta della sua classe sociale, o dell'ambiente,per educare.
Le opere più scomode alla chiesa della suo tempo furono :
"ESPERIENZE PASTORALI" che fu censurato dalla Santa Sede per
alcune critiche fatte al mondo ecclesiastico ,critiche fondate sull'e-
sperienza vissuta da don Milani nel suo percorso pastorale;
"L'ubbidienza non è più una virtù" contiene già nel titolo un umori-
smo critico dovuto a un processo subito da don Milani per aver
pubblicamente difeso giovani obbiettori di coscienza che si erano
rifiutati di rispondere alla chiamata di leva per ragioni ideologiche.
Don Milani fu accusato di apologie di reato e portato in tribunale.
Marika Di Maso VASU
PAGINA 4 Anno XVI Numero Unico
The magic of study tours
Travelling abroad is a powerful tool for personal develop-
ment. Inside the classroom, you can read, listen, write and
talk in English about different topics, but staying for a while in
the place whose language you study, helps you understand
the world around you, appreciate the “difference” of another
culture, experience the “subject” you are studying, and bet-
ter understand yourself. Without any doubts a study tour
broadens our horizons and global cultural awareness through
interaction with local people; it enables us to gain a deeper
understanding of the target culture through didactic, social
activities and cultural visits; it gives us the chance to relate
our classroom learning to real language situations and to
learn having fun. Joining a study tour with a teacher who is
very knowledgeable about the place, the topics you will
study, is like having on-hand answers to questions that may
not be fully accounted in some books. A language experience
abroad gives you a solid picture of how or what the things
really are, when seen in person.
In the class you can listen to your teacher explaining a les-
son, listen to dialogues, to songs, watch videos, but the di-
rect contact with the people who speak the language you are
studying, gives you a challenging insight in a new world. It is
really true that “we learn from experience.” Good teaching
is still an important learning foundation for each of us, espe-
cially during younger years, but the world represents the
most effective classroom. Although classroom learning can
be rewarding, hours of traditional lessons may sometimes be
a boring event. An option for a study tour anytime in the
course of study can be an exciting and fun new experience
that students may look forward to. A study tour helps us
appreciate what we are studying and it really helps us better
realize the interaction between chosen subjects and the rest
of the world. To stay for a while abroad can be a great way
to improve our linguistic skills since we are forced to chal-
lenge and practice our skills on a daily basis and learn new
things about a
country, being
aware of cer-
tain differences
as well as simi-
larities.
It makes us see certain issues in a new perspective and gives
us the chance to immerse ourselves in a different community
(when we stay in families for example) even if it’s just for a
short period of time. Studying abroad allows everybody to
gain a new perspective on things, simply because you have
been there. You have experienced it and somehow built a
connection to that culture or place. If the experience has
been positive you will never forget it, you will try to keep it
alive in time.
Finally, when we stay abroad on a study tour you get “out of
our comfort zone”( family, friends, town) and can sometimes
feel scary and uncomfortable. But actually we know that we
learn the most in uncomfortable, unfamiliar situations. In our
daily routines, we know how to act and respond to people
and our surroundings. Being in a new place, with different
people, who have different values and different habits, strips
all that familiarity away. Once you figure you can face foreign
environments, you become a smarter, more competent indi-
vidual. So sometimes to embrace discomfort helps us to
grow. These are the reasons why we strongly believe in our
school in the value of study tours and our teachers keep on
saying to us ”There’s a world outside your window … let’s
explore it together!”.
classe IICL
PAGINA 5Anno XVI Numero Unico
I cani della regina
Elisabetta d’Inghilterra
La regina Elisabetta d'Inghilterra è nota per aver avuto sin
da piccola età un amore smisurato per i suoi fedeli cani
Corgi, immortalati in quasi tutti i servizi fotografici su di lei.
Questi cani sono per la regina così importanti, che la se-
guono dappertutto durante i suoi spostamenti in limousine,
viaggi in aereo e elicottero e sono stati persino ritratti
insieme a lei per i suoi novant’anni sulla copertina di Vanity
Fair. L'amore della regina per i cani in genere, e per questa
razza in particolare, risale a quando suo padre, il Principe
Filippo le regalò il suo primo Corgi, a cui la regina diede il
nome di Susan. Da quel momento in poi questa razza, non
molto comune e amata perché un po’ aggressiva e perma-
losa, è rimasta quella preferita dalla Regina. L’attaccamento
della sovrana alla sua cagnolina Susan è stato talmente for-
te, che alla sua morte nel 1959, le ha fatto dedicare un
epitaffio nel giardino del castello di Sandrigham con su
scritto: “La fedele compagna della regina”. Tutti sanno che
la regina ama prendersi cura personalmente dei propri
cani, utilizza se necessario solo a cure naturali e omeopati-
che, e ha spesso consentito loro di dormire nella sua stan-
za in grandi ceste in vimini ricoperte di morbide coperte,
con bordi molto alti per evitare che possano raffreddarsi
durante la notte. Sia a Buckingham Palace che nelle altre
residenze ove la regina soggiorna, vi è sempre uno staff al
loro servizio, tra cui uno chef che si occupa personalmente
di preparare i pasti ai Corgi a base di carne fresca, coniglio
o arrosto,(il loro menu è affisso giornalmente nella cucina
reale). Elisabetta è riuscita a fare di questa passione anche
un business di successo dal momento che la Royal Trust
Collection ha lanciato una linea di accessori per cani
come guinzagli, ciotole in porcellana, giochi dentali, spazzo-
le in setola, abiti e soprabiti in tessuto tartan, in vendita
solo presso la Queen’s Gallery e negli shops di Buckin-
gham Palace e del Palace of Holyroodhouse ad Edimburgo.
I cari amati Corgi della regina sono stati anche scelti per
importanti campagne pubblicitarie come lo spot girato per
l’apertura dei giochi olimpici di Londra del 2012, dove han-
no avuto il piacere di posare accanto al famoso attore Da-
niel Craig. Tuttavia con l’avanzare dell’età, lo scorso anno
la stessa Regina ha stabilito che non sarebbero stati più
ammessi cuccioli Corgi alla sua corte per evitare che que-
sti piccoli, più vivaci e irrequieti, scorazzando per il palaz-
zo, possano farla inciampare e farle del male. In passato
per “educare” l’aggressività di questi cani che avevano an-
che morso la sovrana, erano stati ingaggiati degli psicologi,
ma con scarso successo.
L’amore per i cani è comunque un valore condiviso da
quasi tutti i membri della famiglia reale e non solo dalla
regina. Il principe Carlo, amante dei labrador, ne possiede
diversi e il futuro sovrano William insieme alla sua sposa
Kate hanno deciso di regalare ai loro bambini un cane con
cui giocare, un cocker spaniel nero, di nome Lupo, già ri-
tratto in alcuni servizi fotografici della famiglia. Inizia forse,
una nuova stagione reale canina? Terminato il predominio
dei Corgi, si affacciano “minacciosamente” all’orizzonte i
cocker!
classe IICL
PAGINA 6 Anno XVI Numero Unico
Prossima stazione: Europa
Ci sentiamo cittadini europei? Questa è la domanda con
cui ha avuto inizio il modulo di spa-
gnolo sull’Educazione alla Cittadinanza
Europea tenuto dal prof. Terlizzi. Non
c’è stata una risposta pronta e sicura
su questo quesito, così come ci siamo
riscoperti, attraverso un questionario
somministratoci, non proprio esperti
sulla realtà dell’ Unione Europea, la
sua storia e le sue istituzioni. Ma la
consapevolezza di non saperne molto
sul tema è stato il punto di partenza
per stimolare in noi la giusta curiosità
e voglia di approfondire la nostra identità euro-
pea.
Per tanto, è stato utile e necessario l’excursus sto-
rico sulle tappe salienti della storia dell’Unione Europea
che ha costituito il secondo step del nostro lavoro. È stato
bello scoprire che, oltre a motivazioni prettamente econo-
miche, le prime nazioni a sposare questo progetto coltiva-
vano anche un’idea di pace comune dopo gli orrori della
Seconda Guerra mondiale. Inoltre, abbiamo fatto più nostri
i nomi e le date di trattati importanti spesso solo sentiti di
sfuggita in televisione e che ora sappiamo essere fonda-
mentali per la nostra storia personale in termini di diritti e
opportunità che diamo per scontato.
A tal proposito, sono state molto affascinanti la
lettura e la successiva discussione della Carta dei Diritti
che abbiamo svolto in spagnolo: ci hanno stimolato sia sul
piano propriamente linguistico che contenutistico essendo
le tematiche fortemente attuali. Ne riportiamo alcuni e-
sempi per noi particolarmente rilevanti: “Si proibisce ogni
forma di discriminazione” (Articolo 21), “Tutte le persone
hanno diritto alla vita” (Articolo 2), e “Tutte le persone
hanno diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religio-
ne” (Articolo 10).
In fine, l’ultima parte del nostro viaggio europeo ha
avuto un taglio più concreto, dove il docente ci ha illustra-
to il progetto Erasmus Plus: è un programma d’istruzione e
formazione rivolto a tutti gli studenti dei paesi membri e
permette di avere più opportunità di crescita e di lavoro su
tutto il suolo europeo. A tal proposito, il professore Ter-
lizzi ci ha guidato nella redazione del nostro primo curricu-
lum vitae in spagnolo (costruito sul format dell’EU) prere-
quisito fondamentale per intraprendere qualsiasi percorso
formativo.
Possiamo concludere dicendo che, sebbene abbia costitui-
to un’esperienza breve, questo progetto ci ha spronato ad
uscire dalla nostra piccola realtà locale e ad avere un respi-
ro più ampio in quanto cittadini europei. Sarebbe bello,
infatti, che questo tipo di attività non costituisse una tan-
tum del nostro iter scolastico, ma rientrasse in maniera più
sistematica nel percorso della nostra formazione.
Próxima parada: Europa
¿Nos sentimos ciudadanos europeos? Con esta
pregunta empezó el proyecto en español
sobre la Educación a la Ciudadanía Europea
hecho por el profesor Terlizzi. No hubo una
respuesta clara y decidida a eso; al contestar a
otras preguntas sobre la Unión Europea, su
historia e instituciones nos hemos descubierto
poco expertos sobre esta realidad. Sin
embargo, esta toma de conciencia representó
el punto de partida para estimular nuestra
curiosidad y las ganas de ahondar nuestra
identidad europea.
Por lo tanto, ha sido muy útil y necesario el excursus
histórico sobre las etapas más importantes de la Unión Europea
que ha representado el segundo paso de nuestro trabajo. Ha sido
bueno descubrir que, además de razones económicas, los
primeros países que apoyaron este proyecto cultivaban también
una idea de paz después de los horrores de la Segunda Guerra
mundial. Por fin, hemos bien entendido los nombres y las fechas
de los tratados más importantes que de forma descuidada
escuchamos en televisión o solemos dar por supuesto y que, en
cambio, son fundamentales para nuestra historia personal en
términos de derechos y oportunidades.
De hecho, han sido muy interesantes la lectura y el
debate sobre la Carta de los Derechos en lengua española: no
solo la forma sino también los contenidos nos han estimulado ya
que los hemos encontrado muy actuales. Nos gusta mencionar
los que hemos juzgado más relevantes: “Se prohíbe toda
discriminación” (Artículo 21), “Toda persona tiene derecho a la
vida” (Artículo 2) y “Toda persona tiene derecho a la libertad de
pensamiento, de conciencia y de religión” (Artículo 10).
La última parte de nuestro viaje fue un poquito más
concreta ya que el profesor nos enseñó y luego explicó el
proyecto Erasmus Plus: es un programa de instrucción y
formación que permite a los jóvenes de los estados miembros
alcanzar más oportunidades de crecimiento y de trabajo en el
territorio europeo. A tal propósito, el profesor Terlizzi nos guió
en la redacción de nuestro primer currìculum vítae en español (a la
manera del format europeo), pre-requisito fundamental para
seguir cualquier camino formativo.
Por breve que haya sido esta experiencia nos ha estimulado a
salir de nuestra pequeña realidad local para emprender acciones
de amplio alcance como ciudadanos europeos. Sería bueno que
tales actividades no representaran una tantum en nuestras
carreras escolares sino momentos sistemáticos de nuestra
formación.
Los alumnos de IIAL y
IIBES
que han tomado parte en el proyecto
PAGINA 7
Eva Perón: una mujer determinada en una época difícil
El 28 de enero fuimos a Bari para asistir a nuestra
primera representación de teatro en lengua extran-
jera. El espectacúlo “Eva Perón” en español, trata
de la vida de Eva Duarte. Esta historia se desarolla
en los años ’40 en Argentina, precisamente en Bue-
nos Aires. La protagonista, Eva Perón, es una chica
que quiere cambiar su vida y afirmarse en las socie-
dad, por eso ella decide ir a Buenos Aires para ha-
cerse famosa porque no estaba satisfecha con la
vida que llevaba en el campo. Ella busca trabajo
como periodista en una radio argentina dónde
cuenta relatos y da noticias. Su objetivo era el de
casarse con el Jefe de Estado de Buenos Aires, Juan
Domingo Perón y cúando se casa con él, ella funda
una asociación para revindicar los derechos de las
mujeres y de los trabajadores argentinos. Eva consi-
gue mucho éxito y fama entre los jóvenes trabajado-
res y su pólitica social es muy apreciada por el
pueblo. Desafortunadamente ella descubre estar
enferma de cáncer y contrata a una jáven periodista
para que reuna todas las cartas que el pueblo le ha-
bía enviado para apoyarla y además Eva le regala una
máquina de escribir como agradecimiento.
Al final, antes de morirse, Eva pronuncia su útimo
discurso al pueblo, que representa un himno a la
vida. Una parte del discurso que recuerdo muy bien
es cúando ella dice: “ Mi mensaje está destinado a
despertar el alma de los pueblos de su modorra
frente a las infinitas formas de la opresión.” (Eva
Duerte Perón , discurso del 1 de Mayo de 1952)
Considero que a distancia de más de cincuenta años este mensaje sigue siendo muy
actual si pensamos a las diversas opresiones que afectan la sociedad, cómo por ejem-
plo el feminicidio, los niños soldado en los países menos desarollados, la prostitución
juvenil, el trabajo irregular, el tráfico de organos y muchas otras más.
Adriana Caricato IIBL
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 8 Anno XVI Numero Unico
AIDE HUMANITAIRE
Le lycée “don L. Milani” met en acte le traité de Lisbonne c’est à
dire il vient en aide aux personnes en détresse quels que soient leur
nationalité, leur religion, leur sexe ou leur origine ethnique.
A partir de 2013 le lycée a adhéré au projet « Adopte un ensei-
gnant » au Benin à faveur des enfants de cette région d’Afrique très pauvre. Le Lycée s’engage à développer l’éducation et
défend l’école gratuite et obligatoire pour tous. Il ne faut pas oublier que « Eduquer, c’est lutter contre la transmission de la
pauvreté » un des objectifs de l’UE. L’Europe nous invite à lutter contre l’exclusion et les discriminations, c'est-à-dire à res-
pecter les personnes les plus faibles en améliorant l’accès à l’éducation pour une meilleure équité sociale. Grâce à ce don
de nombreux enfants pourront bénéficier du droit à l’éducation, droit essentiel qui permet à chacun de recevoir une ins-
truction et de s’épanouir dans sa vie sociale. Le droit à l’éducation est vital pour le développement économique, social et
culturel de toutes les sociétés .
A l’occasion de dates importantes comme Noël ou Pâques notre établissement organise des journées de solidarité en col-
lectant des fonds à travers la vente de plantes ou d'œufs de Pâques pour soutenir et financier la recherche sur le cancer
ou d’autres maladies graves.
DROITS DE L'HOMME
Le “don L. Milani” est engagé à défendre , à protéger et à respecter la dignité humaine, la liberté, la démocratie, l'égalité et
le respect des droits de l'homme qui sont des valeurs inscrites dans les traités européens .
Depuis l’entrée en vigueur du « traité de Maastricht » en 1992 les lycéens du "don L. Milani" se sentent des citoyens euro-
péens et pour cela ils peuvent circuler, étudier, travailler dans les états membres de l’U.E comme par exemple en France,
en Espagne, au Royaume Uni, en Allemagne ...
En effet l’école nous prépare à la vie de citoyen en organisant des journées de sensibilisation comme la journée des droits
de la femme ou de lutte contre le racisme.
Notre école nous enseigne à nous opposer aux discriminations de tout genre physiques , économiques, sociales, culturels
afin de prévenir et à résoudre les problèmes de discrimination et d’exclusion.
MULTILINGUISME
Un des objectifs du «Don L. Milani» est que chaque lycéen parle trois langues en plus de sa langue maternelle. En effet on
peut étudier l’anglais, le français, l’espagnol et l’allemand. Le lycée «don L. Milani» comme l'Union européenne, soutient
l'apprentissage des langues pour différentes raisons.
segue a pag.9
…DE NOUVEAUX HORIZONS:
DON MILANI EN EUROPE ...
PAGINA 9Anno XVI Numero Unico
segue da pag. 9
Tout d’abord la connaissance des langues permettra aux lycéens d'aller étudier, travailler n'importe où dans l'UE et facilitera
l’entrée dans la vie active. Puis la maitrise des langues étrangères abat les frontières culturelles parce que les entreprises d’au-
jourd’hui demandent des travailleurs qui connaissent différentes langues.
Enfin enseigne aux élèves à mieux se déplacer dans l’espace SCHENGEN.
C’est pour cela que le « Don L. Milani » organise des stages, la Formation par Alternance, des certifications en langues DELF,
DELE,FIRST,GOETHE de niveau B1/ B2; et des programmes comme Erasmus plus.
UNIS DANS LA DIVERSITÉ
Notre école accueille plus de 750 élèves parmi eux de nombreux sont d’origine étrangère comme par exemple chi-
nois ,roumain, albanais, polonais ,marocain, équatorien, ukrainien, lithuanien. ’est pour cela que notre école nous incite à la
réflexion sur un modèle d’éducation aux langues et aux cultures dans le but de familiariser les élèves et les enseignants à la
diversité linguistique et culturelle. Les élèves du « Don L. Milani » acceptent les différences comme une richesse car le dialo-
gue interculturel vise à établir des liens et des points communs entre différentes cultures ,communautés et personnes, favori-
sant la compréhension et l’interaction.
Camilla Schak, Stefania Stasolla, Annamaria Natale , IIAL
“Bullismo e cyberbullismo:
trasformarsi in mostri”
L’evento si è tenuto presso la Sala conferenze del Palazzo De Mari
alle ore 18:00 di martedì 22 novembre 2016.
All'incontro hanno partecipato esperti di ambito giuridico, criminolo-
gico, pedagogico e sociale. Durante lo stesso sono state proiettate
alcune scene tratte dal film “Vivere alla grande” - diretto e prodotto
dal regista Fabio Leli.
Il bullismo è una forma di molestia che coinvolge bambini e adole-
scenti dalle scuole materne alle scuole Secondarie di II grado. La vittima è posta in una condizione di umiliazione e di soffe-
renza fisica e/o psichica da parte di un bullo o un gruppo di persone che seguono e sostengo il bullo, senza che vi sia, appa-
rentemente, una ragione concreta.
Il cyberbullismo è sempre un comportamento prevaricatorio, intenzionale, messo in atto da un singolo e da un gruppo, che si
espleta però attraverso l’uso di mezzi elettronici: smartphone, tablet, pc.
Gli esperti hanno raccontato le loro esperienze in merito a questi fenomeni gia riscontrati e quindi, data la loro esperienza in
merito, hanno consigliato a noi ragazzi come combattere questa piaga sociale. E’ intervenuta la prof.ssa Mariella Nardulli col
racconto di alcuni episodi verificatesi durante la sua attività di docente.
Il suggerimento principale per combattere i bulli è stato quello di relazionarsi con la propria famiglia e gli insegnanti, per pre-
venire o non permettere ancora di essere sottoposto a tali comportamenti, senza aspettare troppo tempo o avere paura di
essere giudicati, poichè più il tempo passa, più i ruoli si definiscono e le conseguenze diventano dannose.
Riguardo all'ormai diffuso cyberbullismo, un modo per combatterla o prevenirla è sicuramente un uso più controllato della
rete, non accettare l’amicizia sui social network da persone che non conosciamo o che ci sembrano sospette, anche se abbia-
mo altre amicizie con loro in comune: prima di accettare, informarsi bene sulla persona, anche se, come è ormai risaputo,
non sappiamo mai chi si può nascondere dietro uno schermo.
Gli esperti appartenenti alle Forze dell’Ordine hanno consigliato ai genitori di creare un profilo anche a loro insaputa, in mo-
do da associare foto e nome e controllare direttamente il mondo dei social. Per cercare di evitare questo attacco, è necessa-
rio un attento monitoraggio, da parte degli adulti, sull’uso che viene fatto di smarthphone o di computer, di siti internet visi-
tati e di quello che viene scritto nelle varie chat-line, mantenendo, al contempo, un dialogo sempre aperto e sincero.
Giorgio Pietroforte
IIBL
PAGINA 10 Anno XVI Numero Unico
ALTERNANZA SCUOLA LAVORO
PER IL FUTURO?
Il progetto di alternanza scuola lavoro nasce con l'obiettivo
di avvicinare i giovani al mondo delle professioni. È anche in
grado di aiutare gli studenti a trovare il posto più adatto a
loro nella società e quindi a intraprendere la strada lavorati-
va migliore in base alle loro competenze. Ogni istituto, in
base al proprio indirizzo di studio, organizza un progetto di
alternanza diverso per classi e anni del triennio, permetten-
do così agli studenti di approcciarsi a vari ambiti lavorativi
ogni anno. Per esempio, noi ragazzi della IV B del Liceo
Linguistico abbiamo avuto modo di partecipare a due pro-
grammi di alternanza differenti. Lo scorso anno, il terzo
superiore, ci siamo cimentati nella traduzione, nelle lingue
curricolari del nostro piano di studio (inglese, francese e
spagnolo), delle brochures riguardanti i luoghi di interesse
culturale di Acquaviva delle Fonti: la Cattedrale, il Palazzo
de Mari e del Salentino. Quest'esperienza è stata molto
costruttiva in quanto ha arricchito il nostro bagaglio lessica-
le e sintattico in campo artistico e storico. Quest'anno,
invece, il nostro percorso lavorativo è iniziato al Terminal
della Costa Crociera al porto di Bari, dove abbiamo avuto
modo di mettere in pratica le nostre competenze linguisti-
che in modo diretto. In primo luogo abbiamo partecipato
ad un corso di formazione presso la Fiera del Levante ri-
guardante il "Look Costa", il "Tocco Costa" e la differenza
tra "Ground Agents e Meet & Greet". La nostra tutor a-
ziendale (Sig.ra Terry Sollecito) ci ha spiegato le mansioni a
cui saremmo stati preposti (Meet & Greet), affiancando le
hostess di terra per tutta la durata del progetto. In seguito
siamo stati divisi in piccoli gruppi da 3-4 ragazzi, per far sì
che tutti si alternassero nelle diverse mansioni. Il primo
passaggio è quello della consegna bagagli, dove i passeggeri
depositano le loro valigie e mostrano i documenti necessari
per la partenza; qui il nostro compito è quello di etichettare
i bagagli e aiutare i passeggeri a posizionarli sul nastro tra-
sportatore. Il secondo momento è definito "transfer", poi-
ché i passeggeri si trovano all'ingresso del terminal dove i
dipendenti Costa danno informazioni ai passeggeri
riguardanti la disponibilità di eventuali escursioni, l'orario e
il luogo dell'imbarco, le modalità della consegna bagagli e la
posizione degli shuttle bus che li porteranno al centro della
città. Qui svolgiamo il nostro compito in totale autonomia,
grazie alle informazioni precedentemente fornite dalla tu-
tor. Il terzo step consiste nell'assistere i passeggeri al servi-
zio informazioni, dove, affiancati da Terry, abbiamo fornito
informazioni riguardanti l'imbarco e aiutato nella compila-
zione dei questionari nominativi afferenti la condizione di
salute dei passeggeri allo scopo di prevenire la diffusione di
malattie infettive. Il quarto e ultimo contatto con i passeg-
geri ha luogo durante l'imbarco, momento in cui, aiutati
dalle hostess, controlliamo che i passeggeri abbiano i docu-
menti necessari per l'imbarco e il questionario della salute
adeguatamente compilato. In questo momento, gli ospiti
sono chiamati in base ad un numero progressivo assegnato
loro alla consegna bagagli. Tutte queste mansioni sono state
molto utili per il nostro percorso di studi, in particolare
quella del transfer, poiché, parlare con i passeggeri in diver-
se lingue dando informazioni immediate, ci ha permesso di
sviluppare una notevole elasticità mentale e una migliore
padronanza linguistica. Da queste esperienze abbiamo potu-
to dedurre l'importanza dell'alternanza scuola lavoro, poi-
ché molti giovani intraprendono un percorso di studi che
non garantirà loro sbocchi sul mercato del lavoro, non a-
vendo ricevuto un orientamento adeguato. Per questo, le
scuole dovrebbero fungere da intermediari tra gli studenti e
il mondo del lavoro; quindi possiamo affermare che l'ap-
prendistato e, nello specifico, l'alternanza scuola lavoro
sono ottimi metodi per favorire la formazione scolastica
che consente, attraverso la pratica, il completamento del
percorso di studi.
Castellana Erika e Cotecchia Veronica IVBL
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I RAGAZZI DI OGGI ALLA SCOPERTA DEL MONDO DI DOMANI:
Il Don Milani si impegna nel progetto ‘’Alternanza scuola-lavoro’’
Anno XVI Numero Unico
Ogni giorno è una sfida. Lottiamo contro noi stes-
si,lottiamo per qualcosa,lottiamo per difendere i nostri
diritti e dietro quei tanto odiati banchi di scuola sognia-
mo un futuro migliore,sogniamo di uscire di qui ed esse-
re qualcuno. Martedì 19 dicembre 2016, gli alunni della
classe 4CL del Liceo linguistico Don Lorenzo Milani si
sono messi in gioco, lo hanno fatto perché sono stan-
chi,stanchi di una società che non piace,di un mondo
dove ‘’le raccomandazioni’’ vengono prima del talento e
la scuola italiana non li motiva abbastanza. Grazie al pro-
getto ‘’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO’’ i ragazzi si
imbattono in alcune esperienze lavorative,esperienze che
profumano di vita. Poi invece,ci sono gli occhi di quei
ragazzi,occhi che scrutano,che esaminano,occhi che han-
no voglia di conoscere sempre di più. Il loro compito è
stato destinato all’accoglienza del pubblico sotto la su-
pervisione di un tutor esterno,grazie al quale sono riu-
sciti a svolgere i rispettivi incarichi assegnati. L’evento si
è svolto nella chiesa ‘’Sacro Cuore’’ nel comune di Ac-
quaviva delle Fonti dove è stato tenuto un concerto a
tema natalizio intitolato ‘’Swingin Christmas songs’’ che
ha avuto inizio alle ore 20.00 riscontrando molto succes-
so grazie ad un’orchestra e ad un coro gospel che hanno
fatto innamorare tutti del Natale,animando l’ambiente
con della bellissima musica natalizia.
Abbiamo intervistato due dei ragazzi impegnati nel pro-
getto ecco cosa ci hanno detto:
Alla domanda ‘’Quali competenze hai acquisito?’’ cosa ri-
sponderesti?
’E’ stata un’esperienza molto utile poiché mi ha permesso di
stare a contatto con molta gente e sono riuscito a coordinare
le attività senza ostacolare lo svolgimento dell’evento.’’
-Leonardo Basile
‘Hai ricevuto aiuto dai tutor esterni ed interni?
Sì. Il docente Sportelli,nostro tutor interno ci ha fatto conoscere il
luogo permettendoci di svolgere al meglio le attività mentre il tutor
esterno è stata molto cortese poiché ci ha spiegato cosa fa-
re,insegnandoci alcuni trucchi del mestiere.
-Martina De Pietro
Un’altra ragazza del gruppo su facebook ci scrive:
‘’Oggi, dopo tante ore di alternanza scuola-lavoro, ho capito
due cose: in primis, devo usare un paio di scarpe più comode
d’ora in poi e poi ho capito una cosa a cui riserverò un posto tra
i miei pensieri stasera, domani, e sempre. Ho conosciuto due
signori, di cui non conosco ancora il nome, ma che mi sembrava
di conoscere da sempre. Abbiamo scherzato, parlato di qualsiasi
cosa ci passasse per la testa, abbiamo gioito, fatto smorfie che
poi sfociavano in interminabili risate. Come se fossimo amici da
sempre, come se non ci fossero differenza d’età, anche se la loro
età non la conosco. Una cosa però l’ho conosciuta: il loro cuore
ed il loro cervello, giovani come i nostri. Ed ora direte, e quindi,
cosa hai capito? Ho capito che si invecchia quando si perdono i
propri ideali e quando a causa delle rughe alla pelle, che arriva-
no all’insaputa di tutti, si rinuncia alla gioia di vivere e si smette
di sognare per far posto ai rimpianti. E oggi ho visto nei loro
occhi questa gioia di vivere, che a volte noi giovani di oggi so-
steniamo di non possedere perché “mai ‘na gioia” quando in
realtà non ci manca niente.
A volte basta aprire un po’ gli occhi, guardarsi intorno e vivere
più intensamente ogni attimo, con chiunque, anche con chi non
conosciamo, perché non servono grandi cose, piccoli gesti pos-
sono regalare “una gioia” alle nostre giornate!
Viva la vita!’’
-Mariantonietta Pavone
Avrete sicuramente inteso che questo evento è stato molto entu-
siasmante al contrario delle aspettative Quando entri a contatto
con gli altri capisci che la scuola ti istruisce ma quando sei fuo-
ri,devi combattere da solo e tirare fuori gli artigli dimostrando
realmente quanto vali.
Melania Evangelista IVCL
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Da ragazzi pienamente coinvolti in questa seconda annualità di alternanza scuola
- lavoro possiamo dire di aver acquisito più consapevolezza, rispetto all'anno pre-
cedente, di quelli che sono i compiti da svolgere. Sin dall'inizio ci siamo sentiti
parte integrante dell'associazione culturale "A Casa di Giacinto", grazie alla dispo-
nibilità, ai consigli, alla pazienza, ma soprattutto al grande affetto con il quale sia-
mo stati accolti. Il principale problema che abbiamo riscontrato è stato seguire le
direttive del ministero, che ha dato l'ok per l'avvio della prima annualità del proget-
to soltanto nel mese di maggio, nel periodo scolastico più stressante per uno stu-
dente. Infatti, per poter ricoprire il monte ore siamo stati costretti a trascorrere a
scuola anche il mese di giugno. Però ne è valsa la pena: abbiamo conosciuto tan-
tissime persone, imparato cose nuove che sono state messe subito in pratica.
Grazie al supporto del tutor interno e del tutor esterno abbiamo passato momenti piacevolissimi. Quest'anno ci siamo
messi completamente in gioco. Nonostante non è sempre semplice conciliare le attività mattutine con quelle di alternanza
scuola lavoro, non mancano le soddisfazioni. Ognuno di noi sta imparando moltissime cose e ricopre ruoli diversi: presen-
tazione dell'evento, servizio di accoglienza, addetti ai vari stand, chi organizza la scaletta della serata, realizzazione di
locandina o articolo di giornale... e ci aspetta ancora molto altro! Tra gli eventi già realizzati in questa seconda annualità di
alternanza tante presentazioni di libri ed incontri con autori nazionali ed internazionali tra cui: Di Paolo, Greppi, De Luca,
Hellis, Brunini, Hornby; la partecipazione ad un proget-
to nazionale "Io leggo perchè" organizzato dall'Associa-
zione italiana editori in collaborazione con tutte le libre-
rie italiane; la partecipazione alle attività di sensibilizza-
zione, informazione e alle votazioni della prima edizio-
ne del Premio internazionale Presidi del libro; e alcune
interessantissime collaborazioni con il II Circolo didatti-
co Collodi di Acquaviva grazie al progetto "Adotta un
monumento", con il Circolo di lettura il Grillo Parlante
che si occupa di diffondere il piacere della lettura fra i
bambini in età pediatrica, con i due Circoli didattici del
paese per un workshop in lingua inglese dedicata ai
piccoli di seconda elementare incentrata sulla tematica
del Natale. Insomma non ci siamo fatti mancare nulla!
Non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserverà ancora
quest'alternanza, per ora siamo più che soddisfatti.
classe IVAL
Se qualcuno mi chiedesse cosa sto imparando durante questo percorso di alternanza scuola-lavoro non risponderei che mi sta esclusivamente
insegnando a svolgere un lavoro, ma che mi sta dando molto di più.
Organizzando eventi culturali ho la possibilità di confrontarmi con numerosi compiti; che sia scrivere un articolo ,gestire una serata ,presentare
un evento, creare una locandina. E questo mi da l’opportunità di capire cosa sia più adatto a me.
Questo cammino mi sta aiutando a capire cosa sono capace di fare e cosa non ,quali sono i miei limiti e come provare a superarli ,cosa che a
volte a scuola è difficile fare.
Mi sono ritrovato a fare cose che non credevo di essere capace di affrontare o che non avevo il coraggio di provare e ho capito di potermi mi-
gliorare proprio sul campo, al di qua di un banco di scuola, al di lì del cancello del mio istituto. Sto scoprendo, pian piano una parte di me che
non conoscevo.
Quindi alla fine posso dire che quello che questa esperienza mi sta insegnando è semplicemente crescere, seguendo i consigli delle numerose
persone che abbiamo incontrato e mettendomi alla prova in tutto ciò che quest’alternanza propone.
Domenico Vasco IVAL
Anno XVI Numero Unico
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INCONTRO CON L’AUTORE GIANLUCA DALUISO
PRESENTAZIONE DEL SUO LIBRO
“CAMBIARE IL PAESE PER NON DOVER CAMBIARE PAESE”
Nella mattinata del 15 novembre 2016 le classi 5AL e 5BL
dell’istituto Don Lorenzo Milani hanno avuto l’opportunità di in-
contrare il giovanissimo autore del libro “Cambiare paese per non
dover cambiare paese” presso l’istituto tecnico di Acquaviva delle
Fonti.
Ventiquattro anni e tanta grinta, Gianluca a diciassette anni inizia a
scrivere per puro caso, il destino lo sta conducendo verso una
strada che lui non immagina e che lo porterà infine a realizzare il
suo libro. Con il proposito di rivolgersi ai giovani e presentando il
suo lavoro finale come una guida rivolta a tutti gli italiani punta ad
incoraggiare, a essere più forti della paura e a combattere la ras-
segnazione con la speranza. Attraverso interviste a personaggi del
calibro di Dario Fo, Roberto Saviano e Marco Travaglio, Daluiso
sviluppa un’analisi della situazione italiana proponendo vari punti
di vista con l’intento di contribuire allo sviluppo di un pensiero
critico e propositivo per il rinnovo del paese.
Dalla loro parte i giovani presenti all’incontro hanno manifestato il
loro interesse ma anche i loro timori riguardo il futuro. Alla do-
manda dell’autore “Cosa vuoi fare da grande?” la maggior parte di
loro ha risposto esprimendo le proprie perplessità e insicurezze
riguardo un avvenire che a molti spaventa e induce a scappare dal
“Bel Paese” in cerca di opportunità. In risposta a queste preoccu-
pazioni Gianluca ha argomentazioni molto incoraggianti. Ha invita-
to i ragazzi a non demordere, a non mollare, proponendosi come
esempio e affermando che la decisione di scappare all’estero deve
essere una “scelta” e non un “obbligo”.
Grazie al suo modo di fare e di rapportarsi ai giovani ha rappre-
sentato un esempio lampante di come non sia necessario ricevere
raccomandazioni per realizzarsi e fare fortuna, e che la forza deve
nascere all’interno di noi e deve far parte del nostro modus vivendi.
I ragazzi hanno apprezzato l’approccio confidenziale, che li ha avvicinati a un tema che spesso spaventa e risulta difficile da af-
frontare senza i mezzi adatti. L’autore ha lasciato i ragazzi con una frase che li ha colpiti: “Alla fine andrà tutto bene e se non va
bene, allora non è quella la fine”.
classe VBL
Anno XVI Numero Unico
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Un granello di colpa è il titolo del libro scritto dalle due autrici An-
tonella Caprio e Daniela Ciriello, che lo hanno presentato giovedì 2
Marzo 2017 presso l’istituto Don L. Milani di Acquaviva delle Fonti.
L’evento è stato introdotto con la presentazione di un video realiz-
zato sul tema della violenza sulle donne, realizzato dalla classe 4CL,
nell’ambito del progetto Alternanza Scuola Lavoro.
L’Assessore alla Cultura del comune di Acquaviva professoressa
Mariella Nardulli ha aperto la presentazione evidenziando in primis
che l’8 Marzo è una data che deve ripetersi simbolicamente ogni
giorno della nostra vita e che la mancanza di rispetto è una caratteri-
stica dei nostri giorni che porta anche a un concetto errato dell
”amore” .
Interviene l’autrice Antonella Caprio: “la normalità è il rispetto, tutti i
giorni bisogna avere rispetto. La violenza è sempre presente in ogni cosa,
nel linguaggio di ogni tipo e nella vita quotidiana. Il rispetto viene sempre
più a mancare… “è un messaggio che deve ancora arrivare”.
Nel libro “Un granello di colpa” la giovane protagonista non ha un
nome proprio perché rappresenta tutte noi, lei soffre e si sente sola
e fragile. La ragazza, soprannominata “Giulietta”, si innamora di uno
sconosciuto soprannominato “Romeo”, molto carino e gentile con
lei su facebook inizialmente ma più tardi si rivela un violento
“stronzo” costringendo la ragazza a piegarsi al suo piacere.”
La violenza non è solo fisica, ma anche silente a volte. “Quando ci si
innamora bisogna imparare a vedere con gli occhi e non col cuore”.
“L’amore è libertà”. Cadere vittima degli uomini è sofferente e si
hanno conseguenze forti.
Così Antonella racconta di storie di femminicidio. “Un uomo ha ucci-
so sua moglie davanti al bambino di tre anni”. La
prof.ssa Nardulli chiede, dunque: “Quanta responsabili-
tà abbiamo noi come società?” Antonella risponde:
“tanta, è molto forte. C’è poco tempo per l’ascolto di
bambini e ragazzi e gli adulti devono impiegare più tem-
po per farlo. Bisogna educare ai valori veri per permettere
a uomini e donne di uscire dalle GABBIE DI GENERE”.
Tra l’uomo e la donna deve intercorrere un rapporto sa-
no, e adesso non è più così. C’è una mancanza a livello
educativo,
Interviene anche Daniela Ciriello, coautrice del libro,
spiegando che la sua passione per la fotografia è nata
dopo essere stata vittima di violenza psicologica tra le
mura domestiche. Col suo lavoro di fotografia vuole
dare un’idea di come ci si sente dentro, solo facendo
semplici scatti fotografici. “L’importante è denunciare”
dice… “la mia anima a poco a poco stava scomparendo”,
i lividi dell’anima sono invisibili. La sua ultima frase è
stata “la macchina fotografica è stata per me un mezzo
terapeutico, la mia ancora di salvezza”.
Annalisa Debellis IVCL
Anno XVI Numero Unico
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Arriva AD ACQUAVIVA DELLE FONTI LO SCRITTORE E GIORNALISTA SILVESTRO MONTANARO
Nella giornata del 27
gennaio 2017 presso
l’Istituto Statale ‘’Don
Lorenzo Milani’’ si è te-
nuto un incontro con lo
scrittore e giornalista
Silvestro Montanaro che
ha presentato il suo libro
‘’Un cuore coperto di
neve”. L’evento è stato
rivolto a tutte le classi
quinte .I ragazzi della
classe 4C linguistico,
impegnati nel progetto di
Alternanza scuola-
lavoro, si sono occupati
del servizio d’ordine.
Dopo una breve introdu-
zione del Dirigente Sco-
lastico dell’Istituto Francesca Santolla e dell’intervento del docente di filosofia Valerio Valeriano, lo scrittore Silvestro Monta-
naro ha dato inizio all’evento. Ha raccontato la storia di Mae, la protagonista di una delle storie presenti nel libro. L’ha de-
scritta come una bambina, perché a quattordici anni, si è ancora troppo giovani per morire: a quattordici anni, ci si dovrebbe
preoccupare dei compiti,delle liti con gli amici, ma soprattutto del ‘’principe azzurro’’.Mae non sa cosa vuol dire ‘’amare’’ e
nemmeno ‘’farsi amare’’. Vive a Pattaya, in Thailandia, dove ogni sera fa ‘’l’amore’’ se così si può chiamare, con un uomo di-
verso, dove gli uomini che incontra la considerano come un oggetto sessuale che puoi usare come vuoi, perché la gente cre-
de che se ‘’sorridi’’ va tutto bene. E Mae sorrideva, perché forse in fondo, sognava che un giorno avrebbe trovato qualcuno
che la guardasse con gli occhi di chi spera nel restare con te per tutta la vita. E’ così atroce scoprire queste verità. La prosti-
tuzione minorile è un fenomeno che colpisce ragazzi e ragazze in tutto il mondo, questo è risaputo. Ma la domanda è: è giu-
sto lasciare che ci siano ragazze e anche ragazzi che si prostituiscono per portare a casa un pezzo di pane? Cos’hanno loro in
meno di tutti gli altri adolescenti e anche bambini in tutto il resto del mondo? Nessuno fa niente,perché la mentalità italiana
segue il fantastico principio del ‘’Non tocca a me,perché dovrei parlare di qualcosa che non mi riguarda?’’ Ed è inutile fare
tanto i moralisti se poi siamo i primi a permettere che accadano queste cose. Silvestro Montanaro ha detto basta. Ha raccon-
tato la verità e ne ha pagato con le minacce. Adesso funziona così, si minacciano i giusti e si dà ragione ai corrotti e a chi ha
fame di potere. L’evento è stato accompagnato dall’orchestra composta dalla classe 4A dell’indirizzo musicale.
Ma non è solo la prostituzione minorile che distrugge le vite di alcune persone. Silvestro Montanaro racconta anche di fami-
glie, le stesse che come tutte sognano un ‘’mondo migliore’’per scampare da una vita un po’ carogna, famiglie dalle quali noi
stessi possiamo imparare qualcosa. Possiamo imparare che forse tra mille anni se continuiamo ad abbassare la testa e a stare
zitti, ci saranno ancora più bocche da sfamare, più sorrisi spenti e voglia di scappare. Ma il guaio è che non si può scappare
per sempre. Non si scappa da un mondo a cui non importa delle guerre che uccidono, della fame e delle prostitute perché se
non sei la Francia allora non meriti il posto in prima pagina. Ognuno di noi potrebbe parlare se vuole ,ma è molto più facile
stare zitti, facendo finta di non accorgersi che il ‘’mondo migliore’’ di cui tanto si parla alla fine siamo i primi a distruggerlo.
La verità qui ci viene nascosta, e questo succede perché conviene a chi purtroppo è ad un gradino più in alto di noi.
Lo stesso evento si è poi svolto presso il Palazzo de’Mari sito in Acquaviva delle Fonti alle ore 18:30 suscitando l’interesse di
molti acquavivesi e abitanti dei paesi limitrofi.
Melania Evangelista IVCL
Anno XVI Numero Unico
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Il resoconto dell’incontro interreligioso per la salvaguardia dell’ambiente
Il 16 marzo 2017 l’Istituto Statale ‘’Don Lorenzo Milani’’ di Acquaviva
delle Fonti ha deciso di lasciare spazio ad un momento di informazione
sul tema della religione, dedicato agli studenti.
Al convegno hanno partecipato Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Francesca
Santolla, il Prof. D’ambrosio che ha coordinato l’evento, il
Mons.Ricchiuti vescovo dei comuni di Altamura, Acquaviva delle Fonti
e Gravina in Puglia, Il Dott. Pagliara esperto di religione islamica, la
Dott.sa Gerace e la Dott.ssa Lombardini esperte di religione buddhista, il
prof. Loconsole esperto di religione ebraica e il prof. di Diritto e Religio-
ne Alicino.
Alcuni dei ragazzi frequentanti l’indirizzo musicale hanno eseguito il
brano ‘’Il Cantico delle creature’’ per dare inizio all’incontro. Il Dirigen-
te Scolastico Prof.ssa Francesca Santolla ringrazia gli ospiti che hanno
partecipato all’incontro al fine di sensibilizzare i ragazzi
all’apprendimento e alla tolleranza dei vari ideali religiosi. Si è parlato di
quanto nonostante il passare degli anni, l’uomo sia ancora scettico su
alcuni tipi di religione e in molti casi addirittura sulla religione in genera-
le. Prima di definirsi atei o di qualunque religione bisognerebbe cono-
scerne il senso.
Il Mons. Giovanni Ricchiuti comincia il suo discorso citando Papa Fran-
cesco , un papa che spinge la Chiesa verso la strada della riconciliazione,
affinchè ci sia rispetto. ‘’Siamo sinfonie e tutti seguiamo un cammino
religioso parlando di Dio come entità esterna alla guerra e abbiamo lo
stesso obiettivo: uscire di qui con la certezza di credere ancora in qualco-
sa. Dobbiamo sognare in questo mondo, perché la terra non è di nessuno,
è una casa comune, dove vivono tante persone e che mondo sarebbe se
tutti non credessero in niente? La terra è un luogo dove ciascuno dovreb-
be agire,ma a volte è molto più facile vivere una vita all’insegna del pec-
cato. La maggior parte degli uomini si dichiarano credenti e questo do-
vrebbe portarli ad avere maggior cura del pianeta e delle persone che ci vivono perché siamo tutti umani e non importa il colore della
pelle, la religione, gli ideali, siamo umani, questo conta’’.
Sagge parole quelle di Ricchiuti, che introduce un mondo quasi perfetto che a dire la verità tutti vorremmo. A chiunque piacerebbe un
mondo senza guerre, un mondo dove c’è rispetto,dove non vieni ucciso se sei omosessuale o hai un colore di pelle differente, ed è inu-
tile continuare a dire le stesse cose, tanto si sa, la società attuale è fatta di gente che soffre e gente che guarda, fa finta di dispiacersi,
torna a casa e ricomincia la sua vita.
Ma proviamo a rivolgerci a quel barbone che tanto evitiamo solo perché ci chiede dei soldi con un sorriso, a noi non costa nulla,magari
invece a lui che passa giorni interi al freddo e al gelo abbiamo reso la giornata migliore. Ricchiuti passa la parola al Dott.Pagliara e-
sperto di religione islamica che dice ‘’ In tutto il mondo islamico si saluta dicendo <<La pace sia con te>>.
Il Dio islamico è Allah e non esiste altro Dio ma solo uno, lo chiamiamo <<RE DEL GIORNO DEL GIUDIZIO>>. Egli ci ha donato il
pianeta terra e ognuno di noi è devastato ogni giorno da se stesso. Ci sono cose da fare e cose da non fare e fin quando non le riusciamo
a distinguere non potremo mai parlare di mondo che funziona.
Noi umani ci siamo sempre appropriati di tutto senza mai custodirlo.’’ Al contrario di Mons. Ricchiuti, le parole di Pagliara, risultano
dure e piene di disapprovazione nei confronti del comportamento del’uomo, c’è un disinteresse generale relativo al vivere una vita nel
rispetto per gli altri e ciò deriva dal fatto che molti di noi, non hanno ancora capito come agire.
Egli definisce gli uomini come un vasto gruppo di persone che sono solamente interessate ad appropriarsi di ciò che hanno senza però
curarsene. La manifestazione prosegue con l’esibizione di un coro gospel formato da alcune alunne dirette da un docente dell’Istituto
che hanno interpretato diverse canzoni creando un’atmosfera spumeggiante e allietando il pubblico con le loro stupende voci. Successi-
vamente il prof. Alicino ha ripreso la discussione cominciando con una domanda: ‘’Qual è il ruolo dello stato nel dialogo fra religioni?
Ognuno di noi ha diritto di vivere in modo dignitoso e le religioni a parer mio, hanno un ruolo fondamentale in quanto la religione aiu-
ta a comprendere l’uomo e l’ambiente in cui vive, dunque anche lo stato deve partecipare.’’
segue a pag.17
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 17
segue da pag.16
Secondo Alicino dunque, le reli-
gioni sono il motore per far partire
la macchina del ‘’mondo perfetto’’
ma senza benzina, non si può con-
durre una macchina. La benzina in
questo caso è lo stato, l’unico in
grado di dare delle basi forti ad una
società che non crede più negli
stessi valori e che forse ha bisogno
di qualcuno che si metta in gioco
per fargli riacquistare la voglia di
vivere in un’ epoca dove ogni gior-
no è una conquista, una battaglia,
dove non è facile sopravvivere da
soli, abbiamo tutti bisogno di un
palo a cui appoggiarci, perché in
fondo, come dice un amato prover-
bio ‘’L’unione fa la forza’’ sempre
e comunque.
Le due esperte di religione buddhi-
sta trattano i principali ideali di
questa, definendo natura e tranquil-
lità come principi fondamentali. La
religione buddhista è infatti incen-
trata sull’affrontare i problemi del-
la vita con estrema calma,cercando
di raggiungere la strada della felicità con un pizzico di armonia e serenità.
Una delle due esperte racconta la sua esperienza: ‘’Ho sempre avuto il sogno di visitare la Foresta Amazzonica. All’inizio non ci crede-
vo, reputavo questo sogno irrealizzabile, ma grazie al sostegno della mia religione, ce l’ho fatta! Da quel giorno ho iniziato anche a
credere maggiormente in me stessa. Vedete ragazzi, nella vita a volte non basta fare sacrifici, perché se tu sei il primo a non crederci,
non puoi pretendere di riuscirci. Per questo non sottovalutate la religione a partire da adesso, perché in qualunque momento, in qualun-
que posto vi troverete, la religione sarà l’unica a non abbandonarvi mai’’. Il prof Loconsole commenta: ‘’ L’uomo deve riconoscere di
avere dei limiti e dovrebbe cominciare a rispettare la natura, rispettarla infatti,significherebbe rispettare se stessi’’. Eh già, perché alla
fine è l’uomo a costituire l’ambiente in cui vive, se l’uomo mostra disinteresse e un comportamento inadeguato nei confronti di esso,
l’ambiente risponderà come deve, e poi sarà inutile lamentarsi perché come si suol dire ‘’Chi è causa del suo mal,pianga se stesso’’.
Inoltre come ci dice la nostra esperta di religione buddhista, la vita è un dono prezioso e chi ha fede può riuscire in qualcosa e
l’importante non è raggiungere i propri scopi,ma tentare, senza mai perdere la speranza.
Ed è di speranza che ci parlerà il prof. Pagliara quando risponderà alla domanda: ‘’Come noi giovani possiamo sentirci responsabili del
creato?’’ posta da una delle ragazze presenti all’incontro, citando il Giorno del Giudizio.‘’ Nel Giorno del Giudizio se troviamo una
pianta, dobbiamo coltivarla, per dare motivo di esistenza alla speranza di una nuova vita’’. Ricchiuti invece risponde ‘’ A mio parere,se
ognuno di noi accumula qualcosa, se si mettono insieme diversi pezzi di mondo, a poco a poco si può fare qualcosa.’’ E’ questa dun-
que, la mentalità che i giovani, definibili come ‘’nuova società’’ devono seguire: la speranza, il voler mettere insieme quel poco che ci
rimane, la voglia che deve essere e rimanere incontrollabile di cambiare le cose.
E tutti come i giovani, devono partecipare. Si parla di giovani perché sono il futuro, ma chiunque dovrebbe svegliarsi la mattina e pen-
sare <<Guarda com’è ridotto il mondo là fuori e io non sto facendo niente per cambiarlo.>> e ogni volta che taciamo,ignorando ciò che
accade,è lì che stiamo fallendo. E qui non valgono le solite scuse della situazione che non cambia,perché basta ricominciare e non è
mai troppo tardi per farlo.
Melania Evangelista IVCL
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 18
Se potessi dare un aiuto ad un uomo oggi, a chi ti rivolgeresti?
Il volontariato è un progetto ideato con l’intenzione di aiutare persone in difficoltà,percepire le loro emozioni attraverso volti e
sguardi.
Quindi ci si può affidare a coloro che faranno poi parte di alcune associazioni mediante le quali si racconta di questo lungo cammino.
Tali associazioni mostrano molteplici idee di solidarietà tra le quali:
-le iniziative di supporto ai poveri
-assistenza agli stranieri e in ambiente sanitario (clown terapia)
-sostegno agli anziani e ai ragazzi in situazioni di dipendenza tramite
comunità e cosi via.
In data 03 dicembre dell’anno corrente alcune classi di istituti scolastici di Bari e provincia si sono recati ai padiglioni della Fiera del
Levante per assistere anche ad una conferenza riguardante i ragazzi soggetti a dipendenze.
Il relatore Silvio Cattarina il quale ha fondato la comunità “L’imprevisto” ha presentato questo tema dando rilevanza al rapporto tra
lui e i ragazzi della sua comunità e ad alcuni tratti importanti dell’esperienze dei residenti della comunità.
Durante questa conferenza, tre ragazze hanno raccontato quindi delle loro proprie storie, che per la loro particolarità hanno eserci-
tato sull’animo di coloro che l’hanno vissuta un’ intensa influenza. Riguardo questo appuntamento con Silvio Cattarina e i ragazzi della
comunità posso affermare di aver acquisito nuove conoscenze in quest’ambito e di aver provato rabbia ma anche stupore per quei
ragazzi che sono riusciti grazie all’ aiuto della comunità a riappropriarsi delle proprie vite.
Federica Campanella III CL
Anno XVI Numero Unico
MEETING DEL VOLONTARIATO
Un progetto che dona
speranza, un progetto
nel quale riporre fiducia.
PAGINA 19
Tra l’analisi di un suo canto e lo studio del suo
personaggio, Giovedì 1° Marzo 2017, noi, gli a-
lunni della 3^ B/L, abbiamo potuto onorare il
poeta Dante, “lo nostro padre”, attraverso la
visione dei meravigliosi e realistici quadri della
prima delle tre tappe dell’opera esposta alla mo-
stra “Dalí, La Divina Commedia” presso Palazzo
de Mari, Acquaviva delle Fonti e realizzata
dall’artista Salvador Dalí.
Come ci ha spiegato la guida fin dall’inizio, già nel
momento in cui, nel 1950, il Governo Italiano
commissionò al pittore Dalì 100 acquerelli per le
100 cantiche del “poema religioso”, per comme-
morare il 700° anniversario dalla nascita del poe-
ta fiorentino, le storie di queste due grandi per-
sonalità si intrecciarono nello stesso viaggio mi-
stico.
Fortunatamente per noi, nonostante la commis-
sione di questo lavoro fu revocata a causa di una
questione patriottica, l’artista continuò lo stesso
a trasferire i versi dell’opera su tela.
Utilizzando diverse tecniche e ispirandosi a vari stili artistici precedenti e con-
temporanei, in nove anni ha potuto completare anche lui il suo “viaggio” e,
passeggiando tra i dannati e attraverso la prima tappa delle tre, anche noi
abbiamo toccato con mano i loro dolori e le loro sofferenze espressi con
indiscutibile realismo.
Quest’iniziativa, in seguito, ci ha anche permesso di visitare e avere maggiori
informazioni a proposito della città, Acquaviva delle Fonti, che ospita la mo-
stra e che fa da sfondo alle nostre giornate scolastiche.
Con una storia risalente al IV-V secolo a.C., il suo simbolo per eccellenza è la
Cassa Armonica che fu finanziata direttamente dai risparmi degli abitanti nel
1300 e diventò luogo di musica nel 1700. La nostra attenzione si è soffermata
anche sulla cattedrale di Sant'Eustachio, una delle quattro chiese palatine pre-
senti sul territorio pugliese. È stato molto interessante ascoltare alcune curio-
sità circa l’architettura di questa chiesa, terminata nel 1594, per arricchire
anche le nostre competenze di storia dell’arte.
Ritornati al luogo che ha ospitato, fino al 19 marzo 2017, uno dei tre regni
dell’oltretomba, Palazzo de’ Mari, abbiamo apprezzato il palazzo in stile ba-
rocco appartenente all’omonima famiglia, in passato stabilitasi in questo terri-
torio.
Si è conclusa la nostra breve e intensa escursione grazie alla quale, ora, cari-
chi di nuove conoscenze, possiamo riprendere il nostro cammino con entu-
siasmo tra i banchi di scuola.
Benedetta Grandieri III BL
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 20
ENTRE EL POÉMA ALEGÓRICO Y EL SURREALISMO
Este año hemos acogido en nuestra ciudad los grabados sobre la Divina
Commedia realizados por el pintor y artista surrealista español
Salvador Dalí. El viaje que realizó el poeta italiano Dante Alighieri a
través del Infierno, nos ha conquistado a mis compañeros y a mí aún
más, gracias no solamente al estudio del extraordinario clásico de la
literatura, sino también gracias a la exposición de los 33 grabados.
Realmente la exposición completa consta de 100 grabados sobre “La
Divina Comedia” encargados por el Gobierno italiano con motivo del
700 aniversario del nacimiento de Dante. Dalí comenzó de inmediato el
trabajo, llegando a realizar más de cien acuarelas. Sin embargo, debido a
la gran polémica suscitada en Italia respecto a la discutible fama del
artista, el proyecto original fue abandonado. A pesar de ello se editó en
Italia un libro con las ilustraciones y Dalí decidió contribuir al proyecto
de recreación de la serie en xilografía. Tiene comienzo de este modo el
proceso de transferir las 100 acuarelas originales a 3500 tacos
xilográficos, uno por cada color y unos 35 para cada acuarela,
actualmente itinerantes por el mundo.
Los ayuntamiento de Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari y Turi
han hospedado los cien grabados distribuidos respectivamente en
Infierno, Purgatorio y Paraíso.
La exposiciòn ha estado muy bien organizada y ha sido muy interesante. Es
por ello he decidido buscar alguna información sobre la vida y la obra del
artista.
Salvador Dalí nació en Figueres (España) en 1904. Estudió en la Academia de
Bellas Artes de San Fernando, en la cual experimentó con las tendencias
cubistas y dadaístas. Al ser expulsado de la Academia en 1926, se traslada a
Paris, donde conoció a importantes artistas, como Joan Miró, Pablo Picasso
y André Bretón; más adelante éste lo expulsa del grupo, acusándolo de ser
fascista. Durante su estancia en la capital francesa conoce a Gala, quien se
convirtió en su esposa, su musa y motivo de varias de sus obras.
En 1939 se trasladó a Estados Unidos y permaneció allí por ocho años,
siendo este uno de los períodos más fructíferos de su vida. Su obra
posterior de la guerra civil española (1936-1939) trata temas clásicos como
lo religioso, histórico y alegórico. Además de pintar, Dalí ilustró libros,
diseñó joyas y ropa, elaboró esculturas y objetos varios y colaboró en la
producción de varias películas.
En 1949 Dalí regresa a España adonde permanece hasta su muerte en 1989.
Salvador Dalí representa figura icónica del movimiento surrealista, su
producción artística refleja una combinación de imágenes que se refieren a
los sueños y a los objetos cotidianos representados de manera
sorprendente a través de dibujos minuciosos y pormenorizados, por lo que
se aprecia su atención por los detalles y su predilección hacia los colores
brillantes y luminosos.
Stefano Giove III BL
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 21 Anno XVI Numero Unico
LO SFRUTTAMENTO MINORILE
Un fenomeno di scottante attualità
Nonostante l’articolo 32 della Costituzione riconosca il
diritto di ogni bambino ad essere protetto contro lo
sfruttamento economico e a non essere costretto a
svolgere alcun lavoro, vi sono paesi come Africa, Brasi-
le,Europa dell’est e Pakistan in cui lo sfruttamento mino-
rile è un fenomeno attuale. Questo fenomeno si presen-
ta tra le popolazioni più povere : i genitori costringono i
propri figli a lavorare presso aziende e grandi proprietari
terrieri. Si stima siano circa 250 milioni i bambini sfrutta-
ti a cui viene tolto il diritto di istruirsi e di vivere
un’infanzia serena come la maggior parte di loro al mon-
do. E’ questo che spinge essi a scappare dalla propria
terra per trovare condizioni di vita migliori , affrontando
molti ostacoli.
I primi fenomeni dello sfruttamento minorile sono com-
parsi con l’avvento della seconda rivoluzione industriale.
I bambini venivano sfruttati nella produzione di tappeti,
nei lavori domestici, nei campi e molto spesso erano
vittime di violenze e abusi. Oggi questo fenomeno pur-
troppo è ancora fortemente presente a causa della crisi
e quindi della povertà. Ci sono molte associazioni come
l’Unicef che sostengono i diritti dell’infanzia e che cerca-
no di far uscire i bambini da questo incubo. Uno degli
obiettivi dell’Unicef è di accogliere bambini e di donare
loro la ricchezza più importante, ovvero l’istruzione per
garantire loro un futuro.
Armigero Gaia,
Chiaromonte Carlotta,
Morgese Miriana,
Mao Zhouyun
IIBL
LA CONDIZIONE DELLA DONNA
NEL ’600
Una donna sottomessa all’uomo ma…
Il Seicento può essere definito in una sola parola
“CORRUZIONE”. Con il termine corruzione ci riferiamo ad
una società dominata dal potere dei più forti sui più deboli,
una società dominata dai grandi sovrani assolutistici
dell’Ancien Régime.
La società del ’600 appare infatti come una realtà difficile in cui
la donna era considerata non solo inferiore, ma soprattutto
sottomessa all’uomo. La vita che conducevano era, nella mag-
gior parte dei casi, già stata scritta e decisa dai padri, che poi
passavano le redini ai mariti attraverso il matrimonio. La mag-
gior parte delle donne era vincolata dalla così detta “Legge del
Maggiorascato”, che prevedeva la monacazione forzata delle
fanciulle per permettere al primogenito di ereditare tutti i
beni del padre. Un esempio significativo è quello della Monaca
di Monza nel romanzo “I Promessi Sposi”. Le donne del ’600
erano soprattutto di origini umili, soprannominate all’epoca
“donne del focolare”. Esse venivano educate in famiglia per
abituarsi presto al lavoro. Si occupavano principalmente della
casa , ma aiutavano anche gli uomini nel coltivare la terra o
lavoravano la seta nelle filande artigianali. Questo è particolar-
mente visibile nel romanzo “I Promessi Sposi”, in cui Manzoni
mette in rilievo la figura del popolo. A Lucia viene attribuito il
ruolo di rappresentante delle donne, la sua figura è caratteriz-
zata da valori quali l’umiltà, l’amore verso la famiglia e la Fede
in Dio, strumento di speranza verso una migliore condizione
di vita. Al contrario le donne appartenenti alla borghesia era-
no le uniche ad avere la possibilità, seppur in maniera molto
limitata, di affermarsi nella società e di frequentare salotti cul-
turali dove potevano informarsi sulla politica e sulle scoperte
scientifiche, infatti nel XVII secolo non sono mancate donne
che hanno lottato per ottenere un posto nella società e che
spesso non vengono ricordate. Tra queste ricordiamo
Madame Pompadour che ebbe una grande influenza sulle arti
e sulla politica francese di quell’epoca, oppure Madame de La
Fayette autrice e iniziatrice del romanzo moderno, l’italiana
Elena Lucrezia Cornaro la prima donna laureata nella storia,
Olimpia Pamphili che si oppose alla monacazione forzata e
tante altre che sono rimaste sconosciute nella storia, ma che
sicuramente hanno dato un contributo molto importante alla
società di quell’epoca. Queste Donne hanno contribuito
all’emancipazione femminile e sono diventate nel corso della
storia un modello da seguire e a cui ispirarsi. Possiamo dunque
affermare, con orgoglio, che nonostante la società corrotta e
chiusa, quale quella del ’600, ci sono state Donne che hanno
fatto della storia la Storia e che si sono battute con tutte le loro
forze per affermare i loro diritti nella società.
Adriana Caricato,Alessandra Cianciotti,
Mariangela Gentile,Francesca Sanrocco
IIBL
PAGINA 22
Il liceo don Milani di Acquaviva delle Fonti com-
prende molti indirizzi ed uno di questi è pro-
prio il nostro amato musicale.
L’indirizzo musicale è l’unico ad essere a nume-
ro chiuso, pertanto per poterlo frequentare
bisogna sostenere un esame di strumento scel-
to dallo studente e solo dopo la selezione, sarà
assegnato un secondo strumento.
Oltre alle aule scolastiche, usufruiamo
dell’auditorium che utilizziamo durante deter-
minate ore, per progetti, per concerti natalizi,
manifestazioni di fine anno, attività di open day.
La scuola è dotata anche di un’aula di registra-
zione che utilizziamo per le ore di lezione po-
meridiane.
Un altro grande vantaggio che ci regala la scuo-
la sono gli strumenti messi a disposizione: chi
non ha la possibilità di acquistare lo strumento,
può usare quello messo a disposizione dalla
scuola ed esercitarsi liberamente.
L’ indirizzo musicale prevede lo studio delle
materie di un qualsiasi liceo ma aggiungiamo ad
esse le discipline riguardanti la musica : musica
d’insieme dove tutti noi, muniti del nostro stru-
mento, suoniamo ed impariamo brani che poi
eseguiremo durante i concerti programmati;
storia della musica che prevede lo studio delle varie epoche musicali, gli artisti più importanti ed i loro successi; teoria analisi e com-
posizione, chiamata da noi alunni TAC, disciplina fondamentale che sarà anche materia d’esame, materia impegnativa, ma anche mol-
to interessante perché ci consente di avere una visione della musica non solo teorica ma pratica ; tecnologia musicale, con cui studia-
mo la tecnologia applicata alla musica e che se ad esempio un giorno volessimo comporre qualcosa, come un brano, sapremmo da
dove cominciare e quali apparecchiature utilizzare.
Oltre a queste materie, noi studenti, in determinati giorni della settimana, seguiamo attività pomeridiane per le lezioni di primo e
secondo strumento.
Il Liceo don Milani da sempre organizza progetti molto divertenti, coinvolgenti ed interessanti e ci permette di partecipare a concorsi
musicali nei quali ci siamo spesso distinti. L’anno scorso molti di noi, hanno partecipato al progetto Orchestra; è stata davvero una
bellissima esperienza perché non solo abbiamo dato prova della nostra bravura sia canora che strumentale con brani molto importan-
ti, ma abbiamo trascorso del tempo insieme, socializzando, nonostante fossimo di anni diversi.
Il liceo musicale offre tantissimi sbocchi al compimento dei cinque anni scolastici:il conservatorio e le accademie musicali e il don Mi-
lani ci prepara fin dall’inizio alle difficoltà del conservatorio e quindi ne facilita il nostro ingresso.
Frequentiamo il secondo anno e possiamo affermare di essere davvero soddisfatti e felici di aver scelto questo indirizzo non solo
perché la musica è la nostra vita ma soprattutto perché ci troviamo davvero bene con tutti e questa scuola ci ha aiutati a sentirci libe-
ri di esprimerci senza timore di essere giudicati. Per questo ringraziamo i docenti per tutto ciò che fanno per noi.
Diletta Laneve e Luca Patruno II AM
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 23
TRENO DELLA MEMORIA 2017
LA FREDDA DESOLAZIONE DELLA STORIA
Il 27 gennaio, giornata mondiale della Me-
moria, alcuni alunni del Don Milani sono
partiti da Bari per intraprendere l’esperienza
del ‘’Treno della Memoria’’. Grazie a questo
viaggio, siamo riusciti ad accrescere il nostro
bagaglio culturale e ad essere più consape-
voli del male che l’uomo è in grado di com-
piere.
Il nostro viaggio è avvenuto in pullman, un
mezzo lento e scomodo, che però ci ha per-
messo di riflettere sulle condizioni in cui
sono stati deportati gli ebrei, sicuramente
molto peggiori sia sotto l’aspetto materiale
che psicologico.
Più ci avvicinavamo alla meta, più le aspetta-
tive crescevano. Per noi è stato un viaggio
catartico: siamo passati da un’iniziale curiosità,
da un interesse freddamente storico, a provare
emozioni così forti da segnarci profondamente.
La sorpresa e lo stupore ci hanno risvegliato da quel distacco razionale, mentre ci accorgevamo della stupenda e immeritata libertà
che avevamo in quel momento e in quei luoghi. Mentre camminavamo all’interno del campo, ci ha invaso un senso di vuoto e di colpa.
Procedevamo in quei luoghi che erano stati teatro di violenze orribili di morte, cercando di immaginare ciò che vi si era consumato.
L’aspetto della visita ai campi che ci ha segnato maggiormente è stato il loro essere concepiti come vere e proprie macchine della
morte, dove ogni parte del processo di distruzione delle persone aveva un fine: i capelli usati come filo per creare tessuti, le ceneri
per concimare i terreni, i beni confiscati per arricchire la Germania. Ci ha impressionato la freddezza con cui la mente umana ha con-
cepito tali meccanismi: è stato difficile credere che si siano potuti compiere gesti cosi abominevoli nei confronti dei propri simili, co-
me il processo di annientamento della persona. Quando credevamo che il peggio fosse passato, ecco che ci ritroviamo nel campo di
sterminio di Birkenau (Aushwitz II). Il campo era immenso: in qualsiasi direzione si volgesse lo sguardo, non se ne vedeva la fine, solo
file e file di baracche e recinti di filo spinato. Si aveva quasi l’impressione che il resto del mondo fosse scomparso, o almeno noi abbia-
mo pensato che i deportati lo immaginassero così. Il momento più toccante è stato quando ci hanno chiesto di scegliere, tra i vari
volti, uno dei deportati e scrivere il suo nome su un nastro di stoffa. Alla fine della visita a Birkenau, si è svolta una cerimonia comme-
morativa nella quale ognuno di noi ha letto il nome scelto seguito da un ‘’…Io ti ricordo’’: è stato un modo per riportare alla memo-
ria molti di loro.
Abbiamo trovato difficoltà a mettere per iscritto delle emozioni per le quali ci siamo sentiti insignificanti nel solo tentativo di capirle
davvero. Tuttavia, riordinare le proprie impressioni non solo può essere d’aiuto ad altri, ma fornisce spunti di riflessione anche per
noi stessi. L’esperienza del Treno della Memoria e tutte le attività connesse a questo progetto si sono configurate come una grande
opportunità di crescita, sotto ogni aspetto, da quello prettamente culturale a quello più personale ed umano. Il progetto ci ha per-
messo di confrontarci, discutere e anche divertirci, creando una vera e propria comunità viaggiante unita dallo stesso interesse: quel-
lo di vedere, osservare, capire ed elaborare uno degli eventi più tragici e drammatici della nostra Storia, per diventare poi testimoni e
custodi di una memoria che per noi è diventata indelebile.
Marco Bitetti VAL
Giada Laquale VCL
Lucrezia Riccardi VASU
Anno XVI Numero Unico
Uno dei cosiddetti “convogli della morte”, vagone originale dell’epoca ritrovato
in Belgio e adesso sui binari del campo di Birkenau
PAGINA 24
Prima
Giornata Nazionale del Paesaggio
concorso fotografico su paesaggio pugliese
Si è conclusa con la premiazione il 14 marzo la partecipazione del liceo
Don Milani al concorso fotografico bandito dall’Associazione Nova Apulia
nell’ambito delle celebrazioni previste da musei e gallerie d’arte per la Pri-
ma Giornata Nazionale del Paesaggio.
Tale giornata è stata ideata dal MIBACT per concentrare l’attenzione degli
italiani, a partire dalle scuole, sulla bellezza del paesaggio della nostra nazio-
ne, non a caso detto “Il Bel Paese”, sulla sua incredibile peculiarità e fragili-
tà e dunque sulla necessità della sua cono-
scenza- attenzione- tutela.
La premiazione della classe 3CL, partecipante
al Foto-contest PAESAGGIODIAPULIA2017
con una rappresentanza di 7 alunni capeggiati
da Caterina Colapietro, è avvenuta nel castel-
lo di Gioia del Colle alle h 18 di martedì 14
marzo scorso; il premio è stato ritirato dalle
due allieve Caterina Colapietro, autrice della
foto vincitrice, a da Francesca Leccese: il
bell’olivo bonsai, i 7 biglietti gratuiti fino a
settembre d’ingresso ai castelli di Puglia, la
pergamena valida per i crediti scolastici di fine
a.s.,hanno concluso un pomeriggio, iniziato
alle 16.30 con la videoconferenza dalla Tomsk
State University, in Russia ,dove insegna da 15
anni,del giovane professore gioiese Roberto
Cazzolla Gatti, docente di Biodiversità e co-
autore del libro pubblicato nel 2010 insieme
con Donato D’Ippolito, vice presidente WWF
Alta Murgia-Terre Peucete,volontario a capo
della delegazione gioiese, che si occupa delle
visite didattiche gratuite del Bosco Romanazzi a Monte Sannace , e studioso di scienze naturali del nostro bel territorio murgiano.
Attraverso le immagini magnifiche del loro libro( che risulta l’ultimo e più aggiornato scritto su doline-lame-fiori-piante etc della Mur-
gia) e un piccolo filmato sulla vita notturna degli animali dei nostri boschi( quasi “comico” per le buffe facce di una volpe-i due istrici-
la faina incuriositi dall’obiettivo, piazzato dai nostri studiosi, che li riprendeva nel buio della notte!) Cazzolla Gatti prima e Dino
D’Ippolito subito dopo, hanno illustrato ai ragazzi presenti nella sala del castello e partecipanti al concorso, provenienti dalla scuola
media “Lucarelli” di Acquaviva,accompagnati da 4 loro docenti,ad altri giovani convenuti per l’occasione ,ad alcuni docenti delle scuo-
le di Gioia e ad altre persone tra cui un tirocinante laureato in Beni Culturali, ad archeologi ed esponenti della Associazione NOVA-
PULIA che lavora in molti Beni Culturali di Puglia, autrice del bando,alcuni aspetti del paesaggio pugliese in cui quotidianamente vivia-
mo, ma di cui tanti-troppi non hanno nessuna consapevolezza: accade così che mentre le pietrone del monumento megalitico di Sto-
nehenge sono note ai più, i tanti megaliti e monumenti di varia forma e dimensione, sparsi qua e là nella nostra bellissima campagna,
siano spesso quasi irriconoscibili tra le pietre murgiane e a volte finiscano persino” sotto gli zoccoli dei cavalli…”
segue a pag.26
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 25
segue da pag.25
Discorso antico quello della tutela di un patrimonio
culturale immenso, a cui va aggiunto quello paesaggi-
stico, la cui nozione cosi’ ampia , ha aggiunto poi la
professoressa Mariella Donvito,docente di storia
dell’arte dei ragazzi vincitori del liceo di Acquaviva,
non solo vuole che per conoscere meglio si distin-
gua tra paesaggio rurale-urbano-extraurbano-
naturale etc., ma che comunque lo si consideri nella
sua interezza multiforme..E dunque ha spiegato che
la foto vincitrice della sua brava allieva Colapietro
incontra bene tale accezione di paesaggio inquadran-
do il nostro bel mare Jonio dall’arcone dell’uscita
posteriore del Castello Aragonese di Taranto, con
sguardo sulla scarpata del lungomare di fronte, coi
suoi ottocenteschi palazzi,accanto al ponte girevo-
le…Le era parso, ha detto, forse troppo ovvio pre-
sentare scorci di alte scogliere marittime che carat-
terizzano la Puglia dal Gargano al Salento o magnifi-
che vedute di Castel del Monte o visioni notturne di
porticcioli di pescatori tanto noti ai milioni di turisti
che da anni ormai soggiornano numerosi nella no-
stra regione…Il sistema di voto via facebook nondi-
meno ha decretato fino alle ore 23.59 del giorno 13,
con le centinaia di “mi piace” pervenuti, che la foto
meritava di vincere.
In verità i presenti tutti hanno sottolineato la poca
pubblicità dedicata al concorso, determinata
senz’altro dalla decisione ministeriale resa nota ( o
forse decisa)“ all’ultimo momento”,di costituire tale
giornata nazionale del paesaggio .La lodevolissima
iniziativa di istituire tale festa culturale, cmq molto
pubblicizzata in tv, si aggiunge con merito alle aper-
ture prolungate o straordinarie di musei e beni va-
ri , a quelle delle prime domeniche del mese, a quel-
le delle imminenti anche quest’anno Giornate FAI
di primavera, alle autunnali Giornate del Patrimonio
e alle mille altre occasioni per godere conoscendo-
conoscere beandosi ( cosa vi è di meglio’ e di più
didattico?: è qui la docente italiana che parla! ).
Ci ricorderemo meglio l’anno prossimo di celebrare
con più presenze e attenzione questa giornata sul
paesaggio italiano e soprattutto di non distruggerlo
e sporcarlo ogni giorno.
Brava Caterina e i tuoi compagni della 3cling del
don Milani!
Acquaviva, 15 marzo 2017
Mariella Donvito
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 26
IL DON MILANI APRE LE PORTE ALLE NOVITA’:
CONVEGNO SUL NUOVO PROGETTO PROMOSSO DAL MIUR
‘’LA MUSICA SPERIMENTATA IN VERTICALE’’
Il 10 marzo 2017 nell’auditorium dell’Istituto Statale Don L.
Milani si è tenuto un convegno sul progetto promosso dal
MIUR ‘’La musica sperimentata in verticale’’. La scuola ha o-
spitato due importanti esponenti : Angela D’Onghia, sottose-
gretario del MIUR e Lucrezia Stellacci, già Capo del Diparti-
mento MIUR. All’ incontro hanno partecipato anche il sindaco
di Acquaviva delle Fonti Davide Carlucci; il Dirigente Scolasti-
co dell’Istituto prof.ssa Francesca Santolla; la Dott.ssa Anna
Cammalleri Direttore Generale Ufficio scolastico Regionale
per la Puglia; il prof. FrancescoD’Aniello referente del proget-
to; la prof.ssa Marina Lanave, referente regionale Liceo Musi-
cale; la prof.ssa Loredana Perla docente di Didattica e Pedago-
gia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro; il prof .
Gianpaolo Schiavo Direttore del Conservatorio di Bari Nic-
colò Piccinni, la prof.ssa Viviana Vinci dell’ Università di Bari, il
prof. Antonio d’Itollo Dirigente Tecnico.
Ha moderato l’incontro il professor Trifone Gargano Docen-
te di Lettere dell’Istituto Don L. Milani di Acquaviva delle
Fonti.
Introduce il Dirigente Scolastico Francesca Santolla: “Le scuo-
le con indirizzo musicale sono le più gettonate, le iscrizioni si sono
triplicate e questo ci dimostra quanto la musica sia importante. E’
il motore per costruire una società migliore,dove non troviamo più
solo il solito sistema scolastico di cui tanto si lamentano gli studenti,
ma troviamo la musica, che diviene se vogliamo libera espressione
dell’anima. Un progetto nuovo,che mira a coinvolgere il ragazzo in
un qualcosa che ama fare, motivandolo.”
“E’questo forse che in questi anni si è sottovalutato, ci siamo sem-
pre accontentati di un sistema ormai visto e rivisto,di un sistema
oserei dire vecchio”. Come osserva il sindaco Davide Carlucci :”il
paese di Acquaviva delle Fonti è sempre stato aperto a coinvolgere
la musica in quanto possiede scuole con indirizzo musicale e orga-
nizza spesso eventi ,tra questi il progetto ‘’Musica in gioco’’ al fine
di coinvolgere tutti i bambini insieme ai professori nella società
attraverso la musica, utilizzandola come mezzo di espressione ed istruzione, la musica dunque porta il bambino ad imparare , a crescere. Ac-
quaviva, è l’unico paese a possedere una cassa armonica (ne troviamo un’altra solo in un paese della Liguria) .Da questo paese, infatti, proven-
gono vari compositori, un orgoglio per me e per tutta la comunità di Acquaviva delle Fonti “ commenta il sindaco Davide Carlucci. ”La musica
racconta, rende felici e spesso è la prima a rimanerci dentro, e non si parla soltanto di cuore, ma di anima.”
“Bisogna imparare a trasmettere qualcosa” dice la Dott.ssa Anna Cammalleri, “senza necessariamente avere uno scopo preciso. L’arte si
chiama così proprio perché racconta noi stessi, per questo non importa né spiegarla né che porti ad un fine preciso.”
In un video messaggio abbiamo avuto la possibilità di ascoltare anche il pensiero di Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale per
l’apprendimento pratico della musica nelle scuole,che per motivi personali non ha potuto prendere parte personalmente all’incontro.
“Si parla di una battaglia nata dall’ideale sbagliato secondo cui nelle scuole l’inserimento della musica risulterebbe di intralcio alle attività svolte
in quanto troppo rumorosa . Bisogna abituarsi ad affiancare al normale schema scolastico la creatività, in grado di aprire la mente”. Berlinguer
definisce la scuola italiana ripetitiva e con metodologie didattiche sempre uguali che annoiano i ragazzi. Interviene il capo MIUR Stellacci so-
stenendo che le battaglie sono all’ordine del giorno anche per quanto riguarda la scuola
segue a pag.28
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 27
segue da pag.27
,”Noi ci proveremo” “Proveremo a migliorare
questi schemi preimpostati, le leggi sono cam-
biate e dobbiamo adeguarci, ma se partiamo da
quello che allo studente piace fare allora avre-
mo già vinto in partenza. La scuola non deve
essere vista come una ‘’prigione’’ ma come un
luogo che ci prepara al futuro e quale modo
migliore di coinvolgere un ragazzo proponete,
se non qualcosa che gli interessa?”.
Si è discusso anche del progetto Alternanza
Scuola-Lavoro, finalizzato a preparare gli
studenti al futuro per dimostrare che
l’imparare qualcosa non dipende solamente
dalla scuola. Questo progetto ha incontrato
molte difficoltà a livello organizzativo e le
richieste da parte delle scuole sono aumen-
tate. Tutto è organizzato seguendo schemi
precisi: 3°e 4° anno si impiegano per totaliz-
zare il maggior numero di ore e dare al 5°
anno la possibilità allo studente di dedicarsi
agli Esami di Stato. I ragazzi dispongono di un docente tutor in-
terno e di uno esterno che li guidano, illustrandogli il giusto per-
corso da seguire. L’Alternanza Scuola- Lavoro può avvenire sia
presso enti o aziende, che a scuola, oppure gli alunni possono
lavorare online gestendo un’impresa simulata. I ragazzi della clas-
se 4C del corso linguistico dell’Istituto, si sono impegnati nel
servizio d’ordine e nell’accoglienza dei vari ospiti per conto di
questo progetto
‘’Alternanza Scuola-Lavoro’’. Ma, dunque, cos’altro possiamo
fare per rendere la scuola migliore?
“Se investiamo di più nell’ambito di istruzione, allora lo studente
sarà maggiormente preparato. Non può esserci didattica senza
un bravo docente e un alunno che a sua volta ascolta,perché
solo così potremmo parlare di trasmettere qualcosa “aggiunge
laprof.ssa Loredana Perla concordando con quanto precedente-
mente affermato dal prof. d’Itollo.
Angela D’Onghia sostiene che “ prima di pensare a quello che
possiamo fare con la musica,bisogna recuperarne l’amore e que-
sto si può fare partendo dalla scuola. L’arte più veloce è la musi-
ca perché…’’,conclude: ‘’Forse non tutti sanno leggere lo sparti-
to,
ma tutti sanno tenere il ritmo’’.
A seguire la prof.ssa Lanave e il prof. D’Aniello referenti del
progetto ’La musica sperimentata in verticale’’ hanno informato
sulla struttura e sui buoni propositi legati alla realizzazione di
esso.
A seguire gli alunni del liceo musicale si sono esibiti in un con-
certo deliziando con il loro sapere e la loro arte tutto il pubblico
presente.
Melania Evangelista IVCL
Anno XVI Numero Unico
PAGINA 28 Anno XVI Numero Unico
Il Dirigente Scolastico
prof.ssa Francesca Santolla
la redazione: proff. Mariella Nardulli, Leonardo
Sportelli
hanno scritto:Melania Evangelista, Marika Di Ma-
so, Leonardo Basile, Martina De Pietro, Marianto-
nietta Pavone, Adriana Caricato, Alessandra Cian-
ciotti, Mariangela Gentile, Francesca Sanrocco, Ya-
smin Rimi, Benedetta Grandieri, Erika Castellana,
Veronica Cotecchia, Domenico Vasco, Camilla
Schak, Stefania Stasolla, Annamaria Natale, Giorgio
Pietroforte, Annalisa Debellis, Diletta Laneve, Luca
Patruno, Stefano Giove, Gaia Armigero, Carlotta
Chiaromonte, Marco Bitetti, Giada Laquale, Lucre-
zia Riccardi Miriana Morgese, Mao Zhou-
yun,Federica Campanella
classi 2AL/2BL/2CL/2BES/4AL/5AL/5BL/5CL/5ASU
si ringraziano i docenti: Mariella Donvito, Paola
Forte, Roberto Terlizzi, Valerio Valeriano, Annama-
ria Dimaggio, Anna Santorsola, Angela Tripartito,
Nicola Lofrese. Giulia Calfapietro.
Raccontando don Milani..
pagg. 2-3
The magic of study tours.
pag. 4
I cani della regina Elisabetta d’Inghilterra
pag.5
Prossima stazione Europa
pag. 6
Eva Perón: una mujer determinada en una época difícil
pag. 7
…De nouveaux horizons: don Milani en europe…
pagg. 8-9
“Bullismo e cyberbullismo: trasformarsi in mostri”
pag. 9
Alternanza Scuola-Lavoro per il futuro?
pag. 10
I ragazzi di oggi alla scoperta del mondo di domani...
pag. 11
Let’s enter the cultural world..
pag. 12
Meeting del volontariato
pag. 13
Incontro con l’autore Gianluca Daluiso...
pag. 14
“Un granello di colpa”
pag. 15
“Un cuore coperto di neve..”
pag. 16
Il resoconto dell’incontro interreligioso per la salvaguardia
dell’ambiente
pagg. 17-18
“A spasso tra i gironi infernali”
pag. 19
Entre el poema alegorico y el surrealismo
pag. 20
La condizione della donna nel ’600
pag. 21
Il lIceo don Milani è musica!
pag. 22
Treno della Memoria 2017
pag. 23
Prima Giornata Nazionale del Paesaggio
pagg. 24-25
Convegno: La musica sperimentata in verticale’’
pagg. 26-27
Redazione e indice
pag. 28
“È solo la
lingua
che rende uguali.
Uguale è chi sa
esprimersi
e intendere l’
espressione
altrui.” !

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  • 1. Anno XVI Numero Unico Aprile 2017 ...
  • 2. PAGINA 2 Anno XVI Numero Unico Don Lorenzo Milani (1923-1967) nasce in una colta famiglia fiorentina,si forma agli studi classici e matura un interesse per l'arte sacra. Negli anni della Seconda guerra mondiale si consacra al sacerdozio e sceglie di dedicare la sua vita all'educazione po- polare. Istituisce la sua prima scuola serale presso la canonica della parrocchia di San Donato,presso Prato. Risulta essere scomodo alle gerarchie ecclesiastiche ed entra in conflitto con esse tanto che nel 1954 dovet- te trasferirsi a Barbiana, nel Mugello.Qui apre una seconda scuola per la quale diven- ne famoso. Morì il 26 giugno 1967 a 44 anni. Don Milani può ancora considerarsi un per- sonaggio scomodo per la chiesa ufficiale e per la cultura dominante a causa del suo pensiero e del suo metodo pedagogico. Egli sostiene che non sia possibile condurre il "populino" verso la parola di Dio se prima non lo si dota della capacità di conoscere e com- prendere i messaggi nascosti nel suo linguaggio. Infatti,la scuola popolare ha come scopo principale l'educazione religiosa ,ma in seguito,per Don Milani l'educazione si considera come diritto di tutti però,di questo diritto,i "poveri" ne godono sempre meno. Don Milani afferma che la scuola è organizzata secondo meccanismi che la rendono simile ad un ospedale che cura i sani e respinge i malati perché istruisce i "ricchi",che apprendono l'uso della parola già in ambito familiare dove ricevono anche un'educa- zione e respinge i "poveri"che,essendo analfabeti anche a causa della loro condizione sociale e familiare,non avranno mai la possibilità di imparare. Questo avviene anche perché la cultura e le parole inserirebbero il "povero" nella classe dominante poiché ne comprenderebbe il linguaggio e,in questo modo si an- drebbe contro gli interessi economico-sociali dei "ricchi". Don Milani non si scoraggia nel vedere la situazione presente a Barbiana, è spinto dalla gioia di educare a portare avanti il suo progetto;infatti comincia sin da subito a pensare come poter fondare una scuola il cui motto sarebbe stato "I CARE" -"mi sta a cuore".Egli si preoc- cupa di dare un'educazione a quei ra- gazzi condannati dalla loro marginalità sociale all'analfabetismo e all'ignoranza. Don Milani vuole un futuro migliore per loro sostenendo che "EDUCARE SIGNIFICA AMARE LA GIOIA DI CHI EDUCHI". segue a pag.3 Note biografiche don Lorenzo Milani (Firenze, 1923-1967) nasce da una colta famiglia borghese. Fu un sacerdote ed educatore, fondatore e animatore della famosa scuola di Sant’Andrea di Barbiana, primo tentativo di scuola a tempo pieno rivolto alle classi popolari. I suoi progetti di riforma scola- stica e la sua difesa della libertà di co- scienza compaiono nelle opere ‘Esperienza pastorali’ e ‘Lettera a una professoressa’. Fu a lungo frainteso ed ostacolato dalle autorità scolastiche e religiose. Don Milani con la sua passione è stato una delle personalità più significa- tive del dibattito culturale del dopoguer- ra e la sua vita rappresenta ancora oggi una grande testimonianza di fedeltà nella sua scelta di essere dalla parte degli ulti- mi. E’ per questo motivo che il nostro istituto prende il nome di ‘don Lorenzo Milani’. Yasmin Rimi IIBL “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca?” “Se si perde loro (i ragazzi più difficili) la scuola non è più scuola. E’ un ospedale che cura i sani e re- spinge i malati!” Immagine di copertina realizzata da Yasmin Rimi
  • 3. PAGINA 3Anno XVI Numero Unico segue da pag.2 Don Milani vuole dare a quei ragazzi la possibilità di accedere agli strumenti intellettuali che sono indispensabili per essere cittadini. Non inten- de,però,raggiungerli uniformando la sua scuola a quella pubblica perché il meto- do scolastico non può e non deve es- sere uguale per tutti dato che i ragazzi analfabeti dovrebbero ,prima di tut- to,conoscere le basi della lingua e poi i metodi per utilizzarla mentre,i ragazzi alfabetizzati,possono direttamente co- noscere i metodi per utilizzare la lin- gua. A Barbiana la scuola risulta essere dura,non ci sono pause poiché non si tratta di una scuola "facile,ammiccante,disimpegnata,solo formalistica".La disciplina risulta essere dura,a volte imposta con la "frusta" poiché l'obbiettivo della "coscientizzazione" viene giu- dicato troppo importante perché si possa evitare di ricorrere a punizioni corporali,considerate meno gravi e più efficaci della bocciatura e dell'emarginazione sociale a cui li spinge la scuola pubblica. Il nodo centrale dell'educazione è la conoscenza della lingua poiché la sua padronanza può permettere ai membri della classe popolare,abbietta, di inserirsi nella classe dominante;la lingua aiuta anche a leggere e giudicare la realtà in modo scritto. Per Don Milani è importante "scrivere come si parla " perché le forme del linguaggio scritto in modo allegorico servono spesso ad occultare la verità escludendo una fascia sociale che,pur essendo alfabetizzata,non è in grado di comprendere il testo. La dialettica di Don Milani è considerata "dialettica della povertà" caratterizzata dal rifiuto della pedagogia accademica e dalla creazio- ne di gruppi di lavoro. La scuola di Barbiana è una scuola senza voti, che non degrada nessuna iniziativa degli alunni,una scuola che spinge i ragazzi a raggiungere i loro obbiettivi e a lavorare in base alla loro capacità. La scuola di Barbiana è una scuola che non limi- ta,bensì promuove l'emancipazione degli individui e il loro inseri- mento nella società. Don Milani respinge la teorizzazione,la siste- mazione,la programmazione,per lui bisogna partire dall'esperienza diretta della sua classe sociale, o dell'ambiente,per educare. Le opere più scomode alla chiesa della suo tempo furono : "ESPERIENZE PASTORALI" che fu censurato dalla Santa Sede per alcune critiche fatte al mondo ecclesiastico ,critiche fondate sull'e- sperienza vissuta da don Milani nel suo percorso pastorale; "L'ubbidienza non è più una virtù" contiene già nel titolo un umori- smo critico dovuto a un processo subito da don Milani per aver pubblicamente difeso giovani obbiettori di coscienza che si erano rifiutati di rispondere alla chiamata di leva per ragioni ideologiche. Don Milani fu accusato di apologie di reato e portato in tribunale. Marika Di Maso VASU
  • 4. PAGINA 4 Anno XVI Numero Unico The magic of study tours Travelling abroad is a powerful tool for personal develop- ment. Inside the classroom, you can read, listen, write and talk in English about different topics, but staying for a while in the place whose language you study, helps you understand the world around you, appreciate the “difference” of another culture, experience the “subject” you are studying, and bet- ter understand yourself. Without any doubts a study tour broadens our horizons and global cultural awareness through interaction with local people; it enables us to gain a deeper understanding of the target culture through didactic, social activities and cultural visits; it gives us the chance to relate our classroom learning to real language situations and to learn having fun. Joining a study tour with a teacher who is very knowledgeable about the place, the topics you will study, is like having on-hand answers to questions that may not be fully accounted in some books. A language experience abroad gives you a solid picture of how or what the things really are, when seen in person. In the class you can listen to your teacher explaining a les- son, listen to dialogues, to songs, watch videos, but the di- rect contact with the people who speak the language you are studying, gives you a challenging insight in a new world. It is really true that “we learn from experience.” Good teaching is still an important learning foundation for each of us, espe- cially during younger years, but the world represents the most effective classroom. Although classroom learning can be rewarding, hours of traditional lessons may sometimes be a boring event. An option for a study tour anytime in the course of study can be an exciting and fun new experience that students may look forward to. A study tour helps us appreciate what we are studying and it really helps us better realize the interaction between chosen subjects and the rest of the world. To stay for a while abroad can be a great way to improve our linguistic skills since we are forced to chal- lenge and practice our skills on a daily basis and learn new things about a country, being aware of cer- tain differences as well as simi- larities. It makes us see certain issues in a new perspective and gives us the chance to immerse ourselves in a different community (when we stay in families for example) even if it’s just for a short period of time. Studying abroad allows everybody to gain a new perspective on things, simply because you have been there. You have experienced it and somehow built a connection to that culture or place. If the experience has been positive you will never forget it, you will try to keep it alive in time. Finally, when we stay abroad on a study tour you get “out of our comfort zone”( family, friends, town) and can sometimes feel scary and uncomfortable. But actually we know that we learn the most in uncomfortable, unfamiliar situations. In our daily routines, we know how to act and respond to people and our surroundings. Being in a new place, with different people, who have different values and different habits, strips all that familiarity away. Once you figure you can face foreign environments, you become a smarter, more competent indi- vidual. So sometimes to embrace discomfort helps us to grow. These are the reasons why we strongly believe in our school in the value of study tours and our teachers keep on saying to us ”There’s a world outside your window … let’s explore it together!”. classe IICL
  • 5. PAGINA 5Anno XVI Numero Unico I cani della regina Elisabetta d’Inghilterra La regina Elisabetta d'Inghilterra è nota per aver avuto sin da piccola età un amore smisurato per i suoi fedeli cani Corgi, immortalati in quasi tutti i servizi fotografici su di lei. Questi cani sono per la regina così importanti, che la se- guono dappertutto durante i suoi spostamenti in limousine, viaggi in aereo e elicottero e sono stati persino ritratti insieme a lei per i suoi novant’anni sulla copertina di Vanity Fair. L'amore della regina per i cani in genere, e per questa razza in particolare, risale a quando suo padre, il Principe Filippo le regalò il suo primo Corgi, a cui la regina diede il nome di Susan. Da quel momento in poi questa razza, non molto comune e amata perché un po’ aggressiva e perma- losa, è rimasta quella preferita dalla Regina. L’attaccamento della sovrana alla sua cagnolina Susan è stato talmente for- te, che alla sua morte nel 1959, le ha fatto dedicare un epitaffio nel giardino del castello di Sandrigham con su scritto: “La fedele compagna della regina”. Tutti sanno che la regina ama prendersi cura personalmente dei propri cani, utilizza se necessario solo a cure naturali e omeopati- che, e ha spesso consentito loro di dormire nella sua stan- za in grandi ceste in vimini ricoperte di morbide coperte, con bordi molto alti per evitare che possano raffreddarsi durante la notte. Sia a Buckingham Palace che nelle altre residenze ove la regina soggiorna, vi è sempre uno staff al loro servizio, tra cui uno chef che si occupa personalmente di preparare i pasti ai Corgi a base di carne fresca, coniglio o arrosto,(il loro menu è affisso giornalmente nella cucina reale). Elisabetta è riuscita a fare di questa passione anche un business di successo dal momento che la Royal Trust Collection ha lanciato una linea di accessori per cani come guinzagli, ciotole in porcellana, giochi dentali, spazzo- le in setola, abiti e soprabiti in tessuto tartan, in vendita solo presso la Queen’s Gallery e negli shops di Buckin- gham Palace e del Palace of Holyroodhouse ad Edimburgo. I cari amati Corgi della regina sono stati anche scelti per importanti campagne pubblicitarie come lo spot girato per l’apertura dei giochi olimpici di Londra del 2012, dove han- no avuto il piacere di posare accanto al famoso attore Da- niel Craig. Tuttavia con l’avanzare dell’età, lo scorso anno la stessa Regina ha stabilito che non sarebbero stati più ammessi cuccioli Corgi alla sua corte per evitare che que- sti piccoli, più vivaci e irrequieti, scorazzando per il palaz- zo, possano farla inciampare e farle del male. In passato per “educare” l’aggressività di questi cani che avevano an- che morso la sovrana, erano stati ingaggiati degli psicologi, ma con scarso successo. L’amore per i cani è comunque un valore condiviso da quasi tutti i membri della famiglia reale e non solo dalla regina. Il principe Carlo, amante dei labrador, ne possiede diversi e il futuro sovrano William insieme alla sua sposa Kate hanno deciso di regalare ai loro bambini un cane con cui giocare, un cocker spaniel nero, di nome Lupo, già ri- tratto in alcuni servizi fotografici della famiglia. Inizia forse, una nuova stagione reale canina? Terminato il predominio dei Corgi, si affacciano “minacciosamente” all’orizzonte i cocker! classe IICL
  • 6. PAGINA 6 Anno XVI Numero Unico Prossima stazione: Europa Ci sentiamo cittadini europei? Questa è la domanda con cui ha avuto inizio il modulo di spa- gnolo sull’Educazione alla Cittadinanza Europea tenuto dal prof. Terlizzi. Non c’è stata una risposta pronta e sicura su questo quesito, così come ci siamo riscoperti, attraverso un questionario somministratoci, non proprio esperti sulla realtà dell’ Unione Europea, la sua storia e le sue istituzioni. Ma la consapevolezza di non saperne molto sul tema è stato il punto di partenza per stimolare in noi la giusta curiosità e voglia di approfondire la nostra identità euro- pea. Per tanto, è stato utile e necessario l’excursus sto- rico sulle tappe salienti della storia dell’Unione Europea che ha costituito il secondo step del nostro lavoro. È stato bello scoprire che, oltre a motivazioni prettamente econo- miche, le prime nazioni a sposare questo progetto coltiva- vano anche un’idea di pace comune dopo gli orrori della Seconda Guerra mondiale. Inoltre, abbiamo fatto più nostri i nomi e le date di trattati importanti spesso solo sentiti di sfuggita in televisione e che ora sappiamo essere fonda- mentali per la nostra storia personale in termini di diritti e opportunità che diamo per scontato. A tal proposito, sono state molto affascinanti la lettura e la successiva discussione della Carta dei Diritti che abbiamo svolto in spagnolo: ci hanno stimolato sia sul piano propriamente linguistico che contenutistico essendo le tematiche fortemente attuali. Ne riportiamo alcuni e- sempi per noi particolarmente rilevanti: “Si proibisce ogni forma di discriminazione” (Articolo 21), “Tutte le persone hanno diritto alla vita” (Articolo 2), e “Tutte le persone hanno diritto alla libertà di pensiero, coscienza e di religio- ne” (Articolo 10). In fine, l’ultima parte del nostro viaggio europeo ha avuto un taglio più concreto, dove il docente ci ha illustra- to il progetto Erasmus Plus: è un programma d’istruzione e formazione rivolto a tutti gli studenti dei paesi membri e permette di avere più opportunità di crescita e di lavoro su tutto il suolo europeo. A tal proposito, il professore Ter- lizzi ci ha guidato nella redazione del nostro primo curricu- lum vitae in spagnolo (costruito sul format dell’EU) prere- quisito fondamentale per intraprendere qualsiasi percorso formativo. Possiamo concludere dicendo che, sebbene abbia costitui- to un’esperienza breve, questo progetto ci ha spronato ad uscire dalla nostra piccola realtà locale e ad avere un respi- ro più ampio in quanto cittadini europei. Sarebbe bello, infatti, che questo tipo di attività non costituisse una tan- tum del nostro iter scolastico, ma rientrasse in maniera più sistematica nel percorso della nostra formazione. Próxima parada: Europa ¿Nos sentimos ciudadanos europeos? Con esta pregunta empezó el proyecto en español sobre la Educación a la Ciudadanía Europea hecho por el profesor Terlizzi. No hubo una respuesta clara y decidida a eso; al contestar a otras preguntas sobre la Unión Europea, su historia e instituciones nos hemos descubierto poco expertos sobre esta realidad. Sin embargo, esta toma de conciencia representó el punto de partida para estimular nuestra curiosidad y las ganas de ahondar nuestra identidad europea. Por lo tanto, ha sido muy útil y necesario el excursus histórico sobre las etapas más importantes de la Unión Europea que ha representado el segundo paso de nuestro trabajo. Ha sido bueno descubrir que, además de razones económicas, los primeros países que apoyaron este proyecto cultivaban también una idea de paz después de los horrores de la Segunda Guerra mundial. Por fin, hemos bien entendido los nombres y las fechas de los tratados más importantes que de forma descuidada escuchamos en televisión o solemos dar por supuesto y que, en cambio, son fundamentales para nuestra historia personal en términos de derechos y oportunidades. De hecho, han sido muy interesantes la lectura y el debate sobre la Carta de los Derechos en lengua española: no solo la forma sino también los contenidos nos han estimulado ya que los hemos encontrado muy actuales. Nos gusta mencionar los que hemos juzgado más relevantes: “Se prohíbe toda discriminación” (Artículo 21), “Toda persona tiene derecho a la vida” (Artículo 2) y “Toda persona tiene derecho a la libertad de pensamiento, de conciencia y de religión” (Artículo 10). La última parte de nuestro viaje fue un poquito más concreta ya que el profesor nos enseñó y luego explicó el proyecto Erasmus Plus: es un programa de instrucción y formación que permite a los jóvenes de los estados miembros alcanzar más oportunidades de crecimiento y de trabajo en el territorio europeo. A tal propósito, el profesor Terlizzi nos guió en la redacción de nuestro primer currìculum vítae en español (a la manera del format europeo), pre-requisito fundamental para seguir cualquier camino formativo. Por breve que haya sido esta experiencia nos ha estimulado a salir de nuestra pequeña realidad local para emprender acciones de amplio alcance como ciudadanos europeos. Sería bueno que tales actividades no representaran una tantum en nuestras carreras escolares sino momentos sistemáticos de nuestra formación. Los alumnos de IIAL y IIBES que han tomado parte en el proyecto
  • 7. PAGINA 7 Eva Perón: una mujer determinada en una época difícil El 28 de enero fuimos a Bari para asistir a nuestra primera representación de teatro en lengua extran- jera. El espectacúlo “Eva Perón” en español, trata de la vida de Eva Duarte. Esta historia se desarolla en los años ’40 en Argentina, precisamente en Bue- nos Aires. La protagonista, Eva Perón, es una chica que quiere cambiar su vida y afirmarse en las socie- dad, por eso ella decide ir a Buenos Aires para ha- cerse famosa porque no estaba satisfecha con la vida que llevaba en el campo. Ella busca trabajo como periodista en una radio argentina dónde cuenta relatos y da noticias. Su objetivo era el de casarse con el Jefe de Estado de Buenos Aires, Juan Domingo Perón y cúando se casa con él, ella funda una asociación para revindicar los derechos de las mujeres y de los trabajadores argentinos. Eva consi- gue mucho éxito y fama entre los jóvenes trabajado- res y su pólitica social es muy apreciada por el pueblo. Desafortunadamente ella descubre estar enferma de cáncer y contrata a una jáven periodista para que reuna todas las cartas que el pueblo le ha- bía enviado para apoyarla y además Eva le regala una máquina de escribir como agradecimiento. Al final, antes de morirse, Eva pronuncia su útimo discurso al pueblo, que representa un himno a la vida. Una parte del discurso que recuerdo muy bien es cúando ella dice: “ Mi mensaje está destinado a despertar el alma de los pueblos de su modorra frente a las infinitas formas de la opresión.” (Eva Duerte Perón , discurso del 1 de Mayo de 1952) Considero que a distancia de más de cincuenta años este mensaje sigue siendo muy actual si pensamos a las diversas opresiones que afectan la sociedad, cómo por ejem- plo el feminicidio, los niños soldado en los países menos desarollados, la prostitución juvenil, el trabajo irregular, el tráfico de organos y muchas otras más. Adriana Caricato IIBL Anno XVI Numero Unico
  • 8. PAGINA 8 Anno XVI Numero Unico AIDE HUMANITAIRE Le lycée “don L. Milani” met en acte le traité de Lisbonne c’est à dire il vient en aide aux personnes en détresse quels que soient leur nationalité, leur religion, leur sexe ou leur origine ethnique. A partir de 2013 le lycée a adhéré au projet « Adopte un ensei- gnant » au Benin à faveur des enfants de cette région d’Afrique très pauvre. Le Lycée s’engage à développer l’éducation et défend l’école gratuite et obligatoire pour tous. Il ne faut pas oublier que « Eduquer, c’est lutter contre la transmission de la pauvreté » un des objectifs de l’UE. L’Europe nous invite à lutter contre l’exclusion et les discriminations, c'est-à-dire à res- pecter les personnes les plus faibles en améliorant l’accès à l’éducation pour une meilleure équité sociale. Grâce à ce don de nombreux enfants pourront bénéficier du droit à l’éducation, droit essentiel qui permet à chacun de recevoir une ins- truction et de s’épanouir dans sa vie sociale. Le droit à l’éducation est vital pour le développement économique, social et culturel de toutes les sociétés . A l’occasion de dates importantes comme Noël ou Pâques notre établissement organise des journées de solidarité en col- lectant des fonds à travers la vente de plantes ou d'œufs de Pâques pour soutenir et financier la recherche sur le cancer ou d’autres maladies graves. DROITS DE L'HOMME Le “don L. Milani” est engagé à défendre , à protéger et à respecter la dignité humaine, la liberté, la démocratie, l'égalité et le respect des droits de l'homme qui sont des valeurs inscrites dans les traités européens . Depuis l’entrée en vigueur du « traité de Maastricht » en 1992 les lycéens du "don L. Milani" se sentent des citoyens euro- péens et pour cela ils peuvent circuler, étudier, travailler dans les états membres de l’U.E comme par exemple en France, en Espagne, au Royaume Uni, en Allemagne ... En effet l’école nous prépare à la vie de citoyen en organisant des journées de sensibilisation comme la journée des droits de la femme ou de lutte contre le racisme. Notre école nous enseigne à nous opposer aux discriminations de tout genre physiques , économiques, sociales, culturels afin de prévenir et à résoudre les problèmes de discrimination et d’exclusion. MULTILINGUISME Un des objectifs du «Don L. Milani» est que chaque lycéen parle trois langues en plus de sa langue maternelle. En effet on peut étudier l’anglais, le français, l’espagnol et l’allemand. Le lycée «don L. Milani» comme l'Union européenne, soutient l'apprentissage des langues pour différentes raisons. segue a pag.9 …DE NOUVEAUX HORIZONS: DON MILANI EN EUROPE ...
  • 9. PAGINA 9Anno XVI Numero Unico segue da pag. 9 Tout d’abord la connaissance des langues permettra aux lycéens d'aller étudier, travailler n'importe où dans l'UE et facilitera l’entrée dans la vie active. Puis la maitrise des langues étrangères abat les frontières culturelles parce que les entreprises d’au- jourd’hui demandent des travailleurs qui connaissent différentes langues. Enfin enseigne aux élèves à mieux se déplacer dans l’espace SCHENGEN. C’est pour cela que le « Don L. Milani » organise des stages, la Formation par Alternance, des certifications en langues DELF, DELE,FIRST,GOETHE de niveau B1/ B2; et des programmes comme Erasmus plus. UNIS DANS LA DIVERSITÉ Notre école accueille plus de 750 élèves parmi eux de nombreux sont d’origine étrangère comme par exemple chi- nois ,roumain, albanais, polonais ,marocain, équatorien, ukrainien, lithuanien. ’est pour cela que notre école nous incite à la réflexion sur un modèle d’éducation aux langues et aux cultures dans le but de familiariser les élèves et les enseignants à la diversité linguistique et culturelle. Les élèves du « Don L. Milani » acceptent les différences comme une richesse car le dialo- gue interculturel vise à établir des liens et des points communs entre différentes cultures ,communautés et personnes, favori- sant la compréhension et l’interaction. Camilla Schak, Stefania Stasolla, Annamaria Natale , IIAL “Bullismo e cyberbullismo: trasformarsi in mostri” L’evento si è tenuto presso la Sala conferenze del Palazzo De Mari alle ore 18:00 di martedì 22 novembre 2016. All'incontro hanno partecipato esperti di ambito giuridico, criminolo- gico, pedagogico e sociale. Durante lo stesso sono state proiettate alcune scene tratte dal film “Vivere alla grande” - diretto e prodotto dal regista Fabio Leli. Il bullismo è una forma di molestia che coinvolge bambini e adole- scenti dalle scuole materne alle scuole Secondarie di II grado. La vittima è posta in una condizione di umiliazione e di soffe- renza fisica e/o psichica da parte di un bullo o un gruppo di persone che seguono e sostengo il bullo, senza che vi sia, appa- rentemente, una ragione concreta. Il cyberbullismo è sempre un comportamento prevaricatorio, intenzionale, messo in atto da un singolo e da un gruppo, che si espleta però attraverso l’uso di mezzi elettronici: smartphone, tablet, pc. Gli esperti hanno raccontato le loro esperienze in merito a questi fenomeni gia riscontrati e quindi, data la loro esperienza in merito, hanno consigliato a noi ragazzi come combattere questa piaga sociale. E’ intervenuta la prof.ssa Mariella Nardulli col racconto di alcuni episodi verificatesi durante la sua attività di docente. Il suggerimento principale per combattere i bulli è stato quello di relazionarsi con la propria famiglia e gli insegnanti, per pre- venire o non permettere ancora di essere sottoposto a tali comportamenti, senza aspettare troppo tempo o avere paura di essere giudicati, poichè più il tempo passa, più i ruoli si definiscono e le conseguenze diventano dannose. Riguardo all'ormai diffuso cyberbullismo, un modo per combatterla o prevenirla è sicuramente un uso più controllato della rete, non accettare l’amicizia sui social network da persone che non conosciamo o che ci sembrano sospette, anche se abbia- mo altre amicizie con loro in comune: prima di accettare, informarsi bene sulla persona, anche se, come è ormai risaputo, non sappiamo mai chi si può nascondere dietro uno schermo. Gli esperti appartenenti alle Forze dell’Ordine hanno consigliato ai genitori di creare un profilo anche a loro insaputa, in mo- do da associare foto e nome e controllare direttamente il mondo dei social. Per cercare di evitare questo attacco, è necessa- rio un attento monitoraggio, da parte degli adulti, sull’uso che viene fatto di smarthphone o di computer, di siti internet visi- tati e di quello che viene scritto nelle varie chat-line, mantenendo, al contempo, un dialogo sempre aperto e sincero. Giorgio Pietroforte IIBL
  • 10. PAGINA 10 Anno XVI Numero Unico ALTERNANZA SCUOLA LAVORO PER IL FUTURO? Il progetto di alternanza scuola lavoro nasce con l'obiettivo di avvicinare i giovani al mondo delle professioni. È anche in grado di aiutare gli studenti a trovare il posto più adatto a loro nella società e quindi a intraprendere la strada lavorati- va migliore in base alle loro competenze. Ogni istituto, in base al proprio indirizzo di studio, organizza un progetto di alternanza diverso per classi e anni del triennio, permetten- do così agli studenti di approcciarsi a vari ambiti lavorativi ogni anno. Per esempio, noi ragazzi della IV B del Liceo Linguistico abbiamo avuto modo di partecipare a due pro- grammi di alternanza differenti. Lo scorso anno, il terzo superiore, ci siamo cimentati nella traduzione, nelle lingue curricolari del nostro piano di studio (inglese, francese e spagnolo), delle brochures riguardanti i luoghi di interesse culturale di Acquaviva delle Fonti: la Cattedrale, il Palazzo de Mari e del Salentino. Quest'esperienza è stata molto costruttiva in quanto ha arricchito il nostro bagaglio lessica- le e sintattico in campo artistico e storico. Quest'anno, invece, il nostro percorso lavorativo è iniziato al Terminal della Costa Crociera al porto di Bari, dove abbiamo avuto modo di mettere in pratica le nostre competenze linguisti- che in modo diretto. In primo luogo abbiamo partecipato ad un corso di formazione presso la Fiera del Levante ri- guardante il "Look Costa", il "Tocco Costa" e la differenza tra "Ground Agents e Meet & Greet". La nostra tutor a- ziendale (Sig.ra Terry Sollecito) ci ha spiegato le mansioni a cui saremmo stati preposti (Meet & Greet), affiancando le hostess di terra per tutta la durata del progetto. In seguito siamo stati divisi in piccoli gruppi da 3-4 ragazzi, per far sì che tutti si alternassero nelle diverse mansioni. Il primo passaggio è quello della consegna bagagli, dove i passeggeri depositano le loro valigie e mostrano i documenti necessari per la partenza; qui il nostro compito è quello di etichettare i bagagli e aiutare i passeggeri a posizionarli sul nastro tra- sportatore. Il secondo momento è definito "transfer", poi- ché i passeggeri si trovano all'ingresso del terminal dove i dipendenti Costa danno informazioni ai passeggeri riguardanti la disponibilità di eventuali escursioni, l'orario e il luogo dell'imbarco, le modalità della consegna bagagli e la posizione degli shuttle bus che li porteranno al centro della città. Qui svolgiamo il nostro compito in totale autonomia, grazie alle informazioni precedentemente fornite dalla tu- tor. Il terzo step consiste nell'assistere i passeggeri al servi- zio informazioni, dove, affiancati da Terry, abbiamo fornito informazioni riguardanti l'imbarco e aiutato nella compila- zione dei questionari nominativi afferenti la condizione di salute dei passeggeri allo scopo di prevenire la diffusione di malattie infettive. Il quarto e ultimo contatto con i passeg- geri ha luogo durante l'imbarco, momento in cui, aiutati dalle hostess, controlliamo che i passeggeri abbiano i docu- menti necessari per l'imbarco e il questionario della salute adeguatamente compilato. In questo momento, gli ospiti sono chiamati in base ad un numero progressivo assegnato loro alla consegna bagagli. Tutte queste mansioni sono state molto utili per il nostro percorso di studi, in particolare quella del transfer, poiché, parlare con i passeggeri in diver- se lingue dando informazioni immediate, ci ha permesso di sviluppare una notevole elasticità mentale e una migliore padronanza linguistica. Da queste esperienze abbiamo potu- to dedurre l'importanza dell'alternanza scuola lavoro, poi- ché molti giovani intraprendono un percorso di studi che non garantirà loro sbocchi sul mercato del lavoro, non a- vendo ricevuto un orientamento adeguato. Per questo, le scuole dovrebbero fungere da intermediari tra gli studenti e il mondo del lavoro; quindi possiamo affermare che l'ap- prendistato e, nello specifico, l'alternanza scuola lavoro sono ottimi metodi per favorire la formazione scolastica che consente, attraverso la pratica, il completamento del percorso di studi. Castellana Erika e Cotecchia Veronica IVBL
  • 11. PAGINA 11 I RAGAZZI DI OGGI ALLA SCOPERTA DEL MONDO DI DOMANI: Il Don Milani si impegna nel progetto ‘’Alternanza scuola-lavoro’’ Anno XVI Numero Unico Ogni giorno è una sfida. Lottiamo contro noi stes- si,lottiamo per qualcosa,lottiamo per difendere i nostri diritti e dietro quei tanto odiati banchi di scuola sognia- mo un futuro migliore,sogniamo di uscire di qui ed esse- re qualcuno. Martedì 19 dicembre 2016, gli alunni della classe 4CL del Liceo linguistico Don Lorenzo Milani si sono messi in gioco, lo hanno fatto perché sono stan- chi,stanchi di una società che non piace,di un mondo dove ‘’le raccomandazioni’’ vengono prima del talento e la scuola italiana non li motiva abbastanza. Grazie al pro- getto ‘’ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO’’ i ragazzi si imbattono in alcune esperienze lavorative,esperienze che profumano di vita. Poi invece,ci sono gli occhi di quei ragazzi,occhi che scrutano,che esaminano,occhi che han- no voglia di conoscere sempre di più. Il loro compito è stato destinato all’accoglienza del pubblico sotto la su- pervisione di un tutor esterno,grazie al quale sono riu- sciti a svolgere i rispettivi incarichi assegnati. L’evento si è svolto nella chiesa ‘’Sacro Cuore’’ nel comune di Ac- quaviva delle Fonti dove è stato tenuto un concerto a tema natalizio intitolato ‘’Swingin Christmas songs’’ che ha avuto inizio alle ore 20.00 riscontrando molto succes- so grazie ad un’orchestra e ad un coro gospel che hanno fatto innamorare tutti del Natale,animando l’ambiente con della bellissima musica natalizia. Abbiamo intervistato due dei ragazzi impegnati nel pro- getto ecco cosa ci hanno detto: Alla domanda ‘’Quali competenze hai acquisito?’’ cosa ri- sponderesti? ’E’ stata un’esperienza molto utile poiché mi ha permesso di stare a contatto con molta gente e sono riuscito a coordinare le attività senza ostacolare lo svolgimento dell’evento.’’ -Leonardo Basile ‘Hai ricevuto aiuto dai tutor esterni ed interni? Sì. Il docente Sportelli,nostro tutor interno ci ha fatto conoscere il luogo permettendoci di svolgere al meglio le attività mentre il tutor esterno è stata molto cortese poiché ci ha spiegato cosa fa- re,insegnandoci alcuni trucchi del mestiere. -Martina De Pietro Un’altra ragazza del gruppo su facebook ci scrive: ‘’Oggi, dopo tante ore di alternanza scuola-lavoro, ho capito due cose: in primis, devo usare un paio di scarpe più comode d’ora in poi e poi ho capito una cosa a cui riserverò un posto tra i miei pensieri stasera, domani, e sempre. Ho conosciuto due signori, di cui non conosco ancora il nome, ma che mi sembrava di conoscere da sempre. Abbiamo scherzato, parlato di qualsiasi cosa ci passasse per la testa, abbiamo gioito, fatto smorfie che poi sfociavano in interminabili risate. Come se fossimo amici da sempre, come se non ci fossero differenza d’età, anche se la loro età non la conosco. Una cosa però l’ho conosciuta: il loro cuore ed il loro cervello, giovani come i nostri. Ed ora direte, e quindi, cosa hai capito? Ho capito che si invecchia quando si perdono i propri ideali e quando a causa delle rughe alla pelle, che arriva- no all’insaputa di tutti, si rinuncia alla gioia di vivere e si smette di sognare per far posto ai rimpianti. E oggi ho visto nei loro occhi questa gioia di vivere, che a volte noi giovani di oggi so- steniamo di non possedere perché “mai ‘na gioia” quando in realtà non ci manca niente. A volte basta aprire un po’ gli occhi, guardarsi intorno e vivere più intensamente ogni attimo, con chiunque, anche con chi non conosciamo, perché non servono grandi cose, piccoli gesti pos- sono regalare “una gioia” alle nostre giornate! Viva la vita!’’ -Mariantonietta Pavone Avrete sicuramente inteso che questo evento è stato molto entu- siasmante al contrario delle aspettative Quando entri a contatto con gli altri capisci che la scuola ti istruisce ma quando sei fuo- ri,devi combattere da solo e tirare fuori gli artigli dimostrando realmente quanto vali. Melania Evangelista IVCL
  • 12. PAGINA 12 Da ragazzi pienamente coinvolti in questa seconda annualità di alternanza scuola - lavoro possiamo dire di aver acquisito più consapevolezza, rispetto all'anno pre- cedente, di quelli che sono i compiti da svolgere. Sin dall'inizio ci siamo sentiti parte integrante dell'associazione culturale "A Casa di Giacinto", grazie alla dispo- nibilità, ai consigli, alla pazienza, ma soprattutto al grande affetto con il quale sia- mo stati accolti. Il principale problema che abbiamo riscontrato è stato seguire le direttive del ministero, che ha dato l'ok per l'avvio della prima annualità del proget- to soltanto nel mese di maggio, nel periodo scolastico più stressante per uno stu- dente. Infatti, per poter ricoprire il monte ore siamo stati costretti a trascorrere a scuola anche il mese di giugno. Però ne è valsa la pena: abbiamo conosciuto tan- tissime persone, imparato cose nuove che sono state messe subito in pratica. Grazie al supporto del tutor interno e del tutor esterno abbiamo passato momenti piacevolissimi. Quest'anno ci siamo messi completamente in gioco. Nonostante non è sempre semplice conciliare le attività mattutine con quelle di alternanza scuola lavoro, non mancano le soddisfazioni. Ognuno di noi sta imparando moltissime cose e ricopre ruoli diversi: presen- tazione dell'evento, servizio di accoglienza, addetti ai vari stand, chi organizza la scaletta della serata, realizzazione di locandina o articolo di giornale... e ci aspetta ancora molto altro! Tra gli eventi già realizzati in questa seconda annualità di alternanza tante presentazioni di libri ed incontri con autori nazionali ed internazionali tra cui: Di Paolo, Greppi, De Luca, Hellis, Brunini, Hornby; la partecipazione ad un proget- to nazionale "Io leggo perchè" organizzato dall'Associa- zione italiana editori in collaborazione con tutte le libre- rie italiane; la partecipazione alle attività di sensibilizza- zione, informazione e alle votazioni della prima edizio- ne del Premio internazionale Presidi del libro; e alcune interessantissime collaborazioni con il II Circolo didatti- co Collodi di Acquaviva grazie al progetto "Adotta un monumento", con il Circolo di lettura il Grillo Parlante che si occupa di diffondere il piacere della lettura fra i bambini in età pediatrica, con i due Circoli didattici del paese per un workshop in lingua inglese dedicata ai piccoli di seconda elementare incentrata sulla tematica del Natale. Insomma non ci siamo fatti mancare nulla! Non vediamo l'ora di scoprire cosa ci riserverà ancora quest'alternanza, per ora siamo più che soddisfatti. classe IVAL Se qualcuno mi chiedesse cosa sto imparando durante questo percorso di alternanza scuola-lavoro non risponderei che mi sta esclusivamente insegnando a svolgere un lavoro, ma che mi sta dando molto di più. Organizzando eventi culturali ho la possibilità di confrontarmi con numerosi compiti; che sia scrivere un articolo ,gestire una serata ,presentare un evento, creare una locandina. E questo mi da l’opportunità di capire cosa sia più adatto a me. Questo cammino mi sta aiutando a capire cosa sono capace di fare e cosa non ,quali sono i miei limiti e come provare a superarli ,cosa che a volte a scuola è difficile fare. Mi sono ritrovato a fare cose che non credevo di essere capace di affrontare o che non avevo il coraggio di provare e ho capito di potermi mi- gliorare proprio sul campo, al di qua di un banco di scuola, al di lì del cancello del mio istituto. Sto scoprendo, pian piano una parte di me che non conoscevo. Quindi alla fine posso dire che quello che questa esperienza mi sta insegnando è semplicemente crescere, seguendo i consigli delle numerose persone che abbiamo incontrato e mettendomi alla prova in tutto ciò che quest’alternanza propone. Domenico Vasco IVAL Anno XVI Numero Unico
  • 13. PAGINA 13 INCONTRO CON L’AUTORE GIANLUCA DALUISO PRESENTAZIONE DEL SUO LIBRO “CAMBIARE IL PAESE PER NON DOVER CAMBIARE PAESE” Nella mattinata del 15 novembre 2016 le classi 5AL e 5BL dell’istituto Don Lorenzo Milani hanno avuto l’opportunità di in- contrare il giovanissimo autore del libro “Cambiare paese per non dover cambiare paese” presso l’istituto tecnico di Acquaviva delle Fonti. Ventiquattro anni e tanta grinta, Gianluca a diciassette anni inizia a scrivere per puro caso, il destino lo sta conducendo verso una strada che lui non immagina e che lo porterà infine a realizzare il suo libro. Con il proposito di rivolgersi ai giovani e presentando il suo lavoro finale come una guida rivolta a tutti gli italiani punta ad incoraggiare, a essere più forti della paura e a combattere la ras- segnazione con la speranza. Attraverso interviste a personaggi del calibro di Dario Fo, Roberto Saviano e Marco Travaglio, Daluiso sviluppa un’analisi della situazione italiana proponendo vari punti di vista con l’intento di contribuire allo sviluppo di un pensiero critico e propositivo per il rinnovo del paese. Dalla loro parte i giovani presenti all’incontro hanno manifestato il loro interesse ma anche i loro timori riguardo il futuro. Alla do- manda dell’autore “Cosa vuoi fare da grande?” la maggior parte di loro ha risposto esprimendo le proprie perplessità e insicurezze riguardo un avvenire che a molti spaventa e induce a scappare dal “Bel Paese” in cerca di opportunità. In risposta a queste preoccu- pazioni Gianluca ha argomentazioni molto incoraggianti. Ha invita- to i ragazzi a non demordere, a non mollare, proponendosi come esempio e affermando che la decisione di scappare all’estero deve essere una “scelta” e non un “obbligo”. Grazie al suo modo di fare e di rapportarsi ai giovani ha rappre- sentato un esempio lampante di come non sia necessario ricevere raccomandazioni per realizzarsi e fare fortuna, e che la forza deve nascere all’interno di noi e deve far parte del nostro modus vivendi. I ragazzi hanno apprezzato l’approccio confidenziale, che li ha avvicinati a un tema che spesso spaventa e risulta difficile da af- frontare senza i mezzi adatti. L’autore ha lasciato i ragazzi con una frase che li ha colpiti: “Alla fine andrà tutto bene e se non va bene, allora non è quella la fine”. classe VBL Anno XVI Numero Unico
  • 14. PAGINA 14 Un granello di colpa è il titolo del libro scritto dalle due autrici An- tonella Caprio e Daniela Ciriello, che lo hanno presentato giovedì 2 Marzo 2017 presso l’istituto Don L. Milani di Acquaviva delle Fonti. L’evento è stato introdotto con la presentazione di un video realiz- zato sul tema della violenza sulle donne, realizzato dalla classe 4CL, nell’ambito del progetto Alternanza Scuola Lavoro. L’Assessore alla Cultura del comune di Acquaviva professoressa Mariella Nardulli ha aperto la presentazione evidenziando in primis che l’8 Marzo è una data che deve ripetersi simbolicamente ogni giorno della nostra vita e che la mancanza di rispetto è una caratteri- stica dei nostri giorni che porta anche a un concetto errato dell ”amore” . Interviene l’autrice Antonella Caprio: “la normalità è il rispetto, tutti i giorni bisogna avere rispetto. La violenza è sempre presente in ogni cosa, nel linguaggio di ogni tipo e nella vita quotidiana. Il rispetto viene sempre più a mancare… “è un messaggio che deve ancora arrivare”. Nel libro “Un granello di colpa” la giovane protagonista non ha un nome proprio perché rappresenta tutte noi, lei soffre e si sente sola e fragile. La ragazza, soprannominata “Giulietta”, si innamora di uno sconosciuto soprannominato “Romeo”, molto carino e gentile con lei su facebook inizialmente ma più tardi si rivela un violento “stronzo” costringendo la ragazza a piegarsi al suo piacere.” La violenza non è solo fisica, ma anche silente a volte. “Quando ci si innamora bisogna imparare a vedere con gli occhi e non col cuore”. “L’amore è libertà”. Cadere vittima degli uomini è sofferente e si hanno conseguenze forti. Così Antonella racconta di storie di femminicidio. “Un uomo ha ucci- so sua moglie davanti al bambino di tre anni”. La prof.ssa Nardulli chiede, dunque: “Quanta responsabili- tà abbiamo noi come società?” Antonella risponde: “tanta, è molto forte. C’è poco tempo per l’ascolto di bambini e ragazzi e gli adulti devono impiegare più tem- po per farlo. Bisogna educare ai valori veri per permettere a uomini e donne di uscire dalle GABBIE DI GENERE”. Tra l’uomo e la donna deve intercorrere un rapporto sa- no, e adesso non è più così. C’è una mancanza a livello educativo, Interviene anche Daniela Ciriello, coautrice del libro, spiegando che la sua passione per la fotografia è nata dopo essere stata vittima di violenza psicologica tra le mura domestiche. Col suo lavoro di fotografia vuole dare un’idea di come ci si sente dentro, solo facendo semplici scatti fotografici. “L’importante è denunciare” dice… “la mia anima a poco a poco stava scomparendo”, i lividi dell’anima sono invisibili. La sua ultima frase è stata “la macchina fotografica è stata per me un mezzo terapeutico, la mia ancora di salvezza”. Annalisa Debellis IVCL Anno XVI Numero Unico
  • 15. PAGINA 15 Arriva AD ACQUAVIVA DELLE FONTI LO SCRITTORE E GIORNALISTA SILVESTRO MONTANARO Nella giornata del 27 gennaio 2017 presso l’Istituto Statale ‘’Don Lorenzo Milani’’ si è te- nuto un incontro con lo scrittore e giornalista Silvestro Montanaro che ha presentato il suo libro ‘’Un cuore coperto di neve”. L’evento è stato rivolto a tutte le classi quinte .I ragazzi della classe 4C linguistico, impegnati nel progetto di Alternanza scuola- lavoro, si sono occupati del servizio d’ordine. Dopo una breve introdu- zione del Dirigente Sco- lastico dell’Istituto Francesca Santolla e dell’intervento del docente di filosofia Valerio Valeriano, lo scrittore Silvestro Monta- naro ha dato inizio all’evento. Ha raccontato la storia di Mae, la protagonista di una delle storie presenti nel libro. L’ha de- scritta come una bambina, perché a quattordici anni, si è ancora troppo giovani per morire: a quattordici anni, ci si dovrebbe preoccupare dei compiti,delle liti con gli amici, ma soprattutto del ‘’principe azzurro’’.Mae non sa cosa vuol dire ‘’amare’’ e nemmeno ‘’farsi amare’’. Vive a Pattaya, in Thailandia, dove ogni sera fa ‘’l’amore’’ se così si può chiamare, con un uomo di- verso, dove gli uomini che incontra la considerano come un oggetto sessuale che puoi usare come vuoi, perché la gente cre- de che se ‘’sorridi’’ va tutto bene. E Mae sorrideva, perché forse in fondo, sognava che un giorno avrebbe trovato qualcuno che la guardasse con gli occhi di chi spera nel restare con te per tutta la vita. E’ così atroce scoprire queste verità. La prosti- tuzione minorile è un fenomeno che colpisce ragazzi e ragazze in tutto il mondo, questo è risaputo. Ma la domanda è: è giu- sto lasciare che ci siano ragazze e anche ragazzi che si prostituiscono per portare a casa un pezzo di pane? Cos’hanno loro in meno di tutti gli altri adolescenti e anche bambini in tutto il resto del mondo? Nessuno fa niente,perché la mentalità italiana segue il fantastico principio del ‘’Non tocca a me,perché dovrei parlare di qualcosa che non mi riguarda?’’ Ed è inutile fare tanto i moralisti se poi siamo i primi a permettere che accadano queste cose. Silvestro Montanaro ha detto basta. Ha raccon- tato la verità e ne ha pagato con le minacce. Adesso funziona così, si minacciano i giusti e si dà ragione ai corrotti e a chi ha fame di potere. L’evento è stato accompagnato dall’orchestra composta dalla classe 4A dell’indirizzo musicale. Ma non è solo la prostituzione minorile che distrugge le vite di alcune persone. Silvestro Montanaro racconta anche di fami- glie, le stesse che come tutte sognano un ‘’mondo migliore’’per scampare da una vita un po’ carogna, famiglie dalle quali noi stessi possiamo imparare qualcosa. Possiamo imparare che forse tra mille anni se continuiamo ad abbassare la testa e a stare zitti, ci saranno ancora più bocche da sfamare, più sorrisi spenti e voglia di scappare. Ma il guaio è che non si può scappare per sempre. Non si scappa da un mondo a cui non importa delle guerre che uccidono, della fame e delle prostitute perché se non sei la Francia allora non meriti il posto in prima pagina. Ognuno di noi potrebbe parlare se vuole ,ma è molto più facile stare zitti, facendo finta di non accorgersi che il ‘’mondo migliore’’ di cui tanto si parla alla fine siamo i primi a distruggerlo. La verità qui ci viene nascosta, e questo succede perché conviene a chi purtroppo è ad un gradino più in alto di noi. Lo stesso evento si è poi svolto presso il Palazzo de’Mari sito in Acquaviva delle Fonti alle ore 18:30 suscitando l’interesse di molti acquavivesi e abitanti dei paesi limitrofi. Melania Evangelista IVCL Anno XVI Numero Unico
  • 16. PAGINA 16 Il resoconto dell’incontro interreligioso per la salvaguardia dell’ambiente Il 16 marzo 2017 l’Istituto Statale ‘’Don Lorenzo Milani’’ di Acquaviva delle Fonti ha deciso di lasciare spazio ad un momento di informazione sul tema della religione, dedicato agli studenti. Al convegno hanno partecipato Il Dirigente Scolastico Prof.ssa Francesca Santolla, il Prof. D’ambrosio che ha coordinato l’evento, il Mons.Ricchiuti vescovo dei comuni di Altamura, Acquaviva delle Fonti e Gravina in Puglia, Il Dott. Pagliara esperto di religione islamica, la Dott.sa Gerace e la Dott.ssa Lombardini esperte di religione buddhista, il prof. Loconsole esperto di religione ebraica e il prof. di Diritto e Religio- ne Alicino. Alcuni dei ragazzi frequentanti l’indirizzo musicale hanno eseguito il brano ‘’Il Cantico delle creature’’ per dare inizio all’incontro. Il Dirigen- te Scolastico Prof.ssa Francesca Santolla ringrazia gli ospiti che hanno partecipato all’incontro al fine di sensibilizzare i ragazzi all’apprendimento e alla tolleranza dei vari ideali religiosi. Si è parlato di quanto nonostante il passare degli anni, l’uomo sia ancora scettico su alcuni tipi di religione e in molti casi addirittura sulla religione in genera- le. Prima di definirsi atei o di qualunque religione bisognerebbe cono- scerne il senso. Il Mons. Giovanni Ricchiuti comincia il suo discorso citando Papa Fran- cesco , un papa che spinge la Chiesa verso la strada della riconciliazione, affinchè ci sia rispetto. ‘’Siamo sinfonie e tutti seguiamo un cammino religioso parlando di Dio come entità esterna alla guerra e abbiamo lo stesso obiettivo: uscire di qui con la certezza di credere ancora in qualco- sa. Dobbiamo sognare in questo mondo, perché la terra non è di nessuno, è una casa comune, dove vivono tante persone e che mondo sarebbe se tutti non credessero in niente? La terra è un luogo dove ciascuno dovreb- be agire,ma a volte è molto più facile vivere una vita all’insegna del pec- cato. La maggior parte degli uomini si dichiarano credenti e questo do- vrebbe portarli ad avere maggior cura del pianeta e delle persone che ci vivono perché siamo tutti umani e non importa il colore della pelle, la religione, gli ideali, siamo umani, questo conta’’. Sagge parole quelle di Ricchiuti, che introduce un mondo quasi perfetto che a dire la verità tutti vorremmo. A chiunque piacerebbe un mondo senza guerre, un mondo dove c’è rispetto,dove non vieni ucciso se sei omosessuale o hai un colore di pelle differente, ed è inu- tile continuare a dire le stesse cose, tanto si sa, la società attuale è fatta di gente che soffre e gente che guarda, fa finta di dispiacersi, torna a casa e ricomincia la sua vita. Ma proviamo a rivolgerci a quel barbone che tanto evitiamo solo perché ci chiede dei soldi con un sorriso, a noi non costa nulla,magari invece a lui che passa giorni interi al freddo e al gelo abbiamo reso la giornata migliore. Ricchiuti passa la parola al Dott.Pagliara e- sperto di religione islamica che dice ‘’ In tutto il mondo islamico si saluta dicendo <<La pace sia con te>>. Il Dio islamico è Allah e non esiste altro Dio ma solo uno, lo chiamiamo <<RE DEL GIORNO DEL GIUDIZIO>>. Egli ci ha donato il pianeta terra e ognuno di noi è devastato ogni giorno da se stesso. Ci sono cose da fare e cose da non fare e fin quando non le riusciamo a distinguere non potremo mai parlare di mondo che funziona. Noi umani ci siamo sempre appropriati di tutto senza mai custodirlo.’’ Al contrario di Mons. Ricchiuti, le parole di Pagliara, risultano dure e piene di disapprovazione nei confronti del comportamento del’uomo, c’è un disinteresse generale relativo al vivere una vita nel rispetto per gli altri e ciò deriva dal fatto che molti di noi, non hanno ancora capito come agire. Egli definisce gli uomini come un vasto gruppo di persone che sono solamente interessate ad appropriarsi di ciò che hanno senza però curarsene. La manifestazione prosegue con l’esibizione di un coro gospel formato da alcune alunne dirette da un docente dell’Istituto che hanno interpretato diverse canzoni creando un’atmosfera spumeggiante e allietando il pubblico con le loro stupende voci. Successi- vamente il prof. Alicino ha ripreso la discussione cominciando con una domanda: ‘’Qual è il ruolo dello stato nel dialogo fra religioni? Ognuno di noi ha diritto di vivere in modo dignitoso e le religioni a parer mio, hanno un ruolo fondamentale in quanto la religione aiu- ta a comprendere l’uomo e l’ambiente in cui vive, dunque anche lo stato deve partecipare.’’ segue a pag.17 Anno XVI Numero Unico
  • 17. PAGINA 17 segue da pag.16 Secondo Alicino dunque, le reli- gioni sono il motore per far partire la macchina del ‘’mondo perfetto’’ ma senza benzina, non si può con- durre una macchina. La benzina in questo caso è lo stato, l’unico in grado di dare delle basi forti ad una società che non crede più negli stessi valori e che forse ha bisogno di qualcuno che si metta in gioco per fargli riacquistare la voglia di vivere in un’ epoca dove ogni gior- no è una conquista, una battaglia, dove non è facile sopravvivere da soli, abbiamo tutti bisogno di un palo a cui appoggiarci, perché in fondo, come dice un amato prover- bio ‘’L’unione fa la forza’’ sempre e comunque. Le due esperte di religione buddhi- sta trattano i principali ideali di questa, definendo natura e tranquil- lità come principi fondamentali. La religione buddhista è infatti incen- trata sull’affrontare i problemi del- la vita con estrema calma,cercando di raggiungere la strada della felicità con un pizzico di armonia e serenità. Una delle due esperte racconta la sua esperienza: ‘’Ho sempre avuto il sogno di visitare la Foresta Amazzonica. All’inizio non ci crede- vo, reputavo questo sogno irrealizzabile, ma grazie al sostegno della mia religione, ce l’ho fatta! Da quel giorno ho iniziato anche a credere maggiormente in me stessa. Vedete ragazzi, nella vita a volte non basta fare sacrifici, perché se tu sei il primo a non crederci, non puoi pretendere di riuscirci. Per questo non sottovalutate la religione a partire da adesso, perché in qualunque momento, in qualun- que posto vi troverete, la religione sarà l’unica a non abbandonarvi mai’’. Il prof Loconsole commenta: ‘’ L’uomo deve riconoscere di avere dei limiti e dovrebbe cominciare a rispettare la natura, rispettarla infatti,significherebbe rispettare se stessi’’. Eh già, perché alla fine è l’uomo a costituire l’ambiente in cui vive, se l’uomo mostra disinteresse e un comportamento inadeguato nei confronti di esso, l’ambiente risponderà come deve, e poi sarà inutile lamentarsi perché come si suol dire ‘’Chi è causa del suo mal,pianga se stesso’’. Inoltre come ci dice la nostra esperta di religione buddhista, la vita è un dono prezioso e chi ha fede può riuscire in qualcosa e l’importante non è raggiungere i propri scopi,ma tentare, senza mai perdere la speranza. Ed è di speranza che ci parlerà il prof. Pagliara quando risponderà alla domanda: ‘’Come noi giovani possiamo sentirci responsabili del creato?’’ posta da una delle ragazze presenti all’incontro, citando il Giorno del Giudizio.‘’ Nel Giorno del Giudizio se troviamo una pianta, dobbiamo coltivarla, per dare motivo di esistenza alla speranza di una nuova vita’’. Ricchiuti invece risponde ‘’ A mio parere,se ognuno di noi accumula qualcosa, se si mettono insieme diversi pezzi di mondo, a poco a poco si può fare qualcosa.’’ E’ questa dun- que, la mentalità che i giovani, definibili come ‘’nuova società’’ devono seguire: la speranza, il voler mettere insieme quel poco che ci rimane, la voglia che deve essere e rimanere incontrollabile di cambiare le cose. E tutti come i giovani, devono partecipare. Si parla di giovani perché sono il futuro, ma chiunque dovrebbe svegliarsi la mattina e pen- sare <<Guarda com’è ridotto il mondo là fuori e io non sto facendo niente per cambiarlo.>> e ogni volta che taciamo,ignorando ciò che accade,è lì che stiamo fallendo. E qui non valgono le solite scuse della situazione che non cambia,perché basta ricominciare e non è mai troppo tardi per farlo. Melania Evangelista IVCL Anno XVI Numero Unico
  • 18. PAGINA 18 Se potessi dare un aiuto ad un uomo oggi, a chi ti rivolgeresti? Il volontariato è un progetto ideato con l’intenzione di aiutare persone in difficoltà,percepire le loro emozioni attraverso volti e sguardi. Quindi ci si può affidare a coloro che faranno poi parte di alcune associazioni mediante le quali si racconta di questo lungo cammino. Tali associazioni mostrano molteplici idee di solidarietà tra le quali: -le iniziative di supporto ai poveri -assistenza agli stranieri e in ambiente sanitario (clown terapia) -sostegno agli anziani e ai ragazzi in situazioni di dipendenza tramite comunità e cosi via. In data 03 dicembre dell’anno corrente alcune classi di istituti scolastici di Bari e provincia si sono recati ai padiglioni della Fiera del Levante per assistere anche ad una conferenza riguardante i ragazzi soggetti a dipendenze. Il relatore Silvio Cattarina il quale ha fondato la comunità “L’imprevisto” ha presentato questo tema dando rilevanza al rapporto tra lui e i ragazzi della sua comunità e ad alcuni tratti importanti dell’esperienze dei residenti della comunità. Durante questa conferenza, tre ragazze hanno raccontato quindi delle loro proprie storie, che per la loro particolarità hanno eserci- tato sull’animo di coloro che l’hanno vissuta un’ intensa influenza. Riguardo questo appuntamento con Silvio Cattarina e i ragazzi della comunità posso affermare di aver acquisito nuove conoscenze in quest’ambito e di aver provato rabbia ma anche stupore per quei ragazzi che sono riusciti grazie all’ aiuto della comunità a riappropriarsi delle proprie vite. Federica Campanella III CL Anno XVI Numero Unico MEETING DEL VOLONTARIATO Un progetto che dona speranza, un progetto nel quale riporre fiducia.
  • 19. PAGINA 19 Tra l’analisi di un suo canto e lo studio del suo personaggio, Giovedì 1° Marzo 2017, noi, gli a- lunni della 3^ B/L, abbiamo potuto onorare il poeta Dante, “lo nostro padre”, attraverso la visione dei meravigliosi e realistici quadri della prima delle tre tappe dell’opera esposta alla mo- stra “Dalí, La Divina Commedia” presso Palazzo de Mari, Acquaviva delle Fonti e realizzata dall’artista Salvador Dalí. Come ci ha spiegato la guida fin dall’inizio, già nel momento in cui, nel 1950, il Governo Italiano commissionò al pittore Dalì 100 acquerelli per le 100 cantiche del “poema religioso”, per comme- morare il 700° anniversario dalla nascita del poe- ta fiorentino, le storie di queste due grandi per- sonalità si intrecciarono nello stesso viaggio mi- stico. Fortunatamente per noi, nonostante la commis- sione di questo lavoro fu revocata a causa di una questione patriottica, l’artista continuò lo stesso a trasferire i versi dell’opera su tela. Utilizzando diverse tecniche e ispirandosi a vari stili artistici precedenti e con- temporanei, in nove anni ha potuto completare anche lui il suo “viaggio” e, passeggiando tra i dannati e attraverso la prima tappa delle tre, anche noi abbiamo toccato con mano i loro dolori e le loro sofferenze espressi con indiscutibile realismo. Quest’iniziativa, in seguito, ci ha anche permesso di visitare e avere maggiori informazioni a proposito della città, Acquaviva delle Fonti, che ospita la mo- stra e che fa da sfondo alle nostre giornate scolastiche. Con una storia risalente al IV-V secolo a.C., il suo simbolo per eccellenza è la Cassa Armonica che fu finanziata direttamente dai risparmi degli abitanti nel 1300 e diventò luogo di musica nel 1700. La nostra attenzione si è soffermata anche sulla cattedrale di Sant'Eustachio, una delle quattro chiese palatine pre- senti sul territorio pugliese. È stato molto interessante ascoltare alcune curio- sità circa l’architettura di questa chiesa, terminata nel 1594, per arricchire anche le nostre competenze di storia dell’arte. Ritornati al luogo che ha ospitato, fino al 19 marzo 2017, uno dei tre regni dell’oltretomba, Palazzo de’ Mari, abbiamo apprezzato il palazzo in stile ba- rocco appartenente all’omonima famiglia, in passato stabilitasi in questo terri- torio. Si è conclusa la nostra breve e intensa escursione grazie alla quale, ora, cari- chi di nuove conoscenze, possiamo riprendere il nostro cammino con entu- siasmo tra i banchi di scuola. Benedetta Grandieri III BL Anno XVI Numero Unico
  • 20. PAGINA 20 ENTRE EL POÉMA ALEGÓRICO Y EL SURREALISMO Este año hemos acogido en nuestra ciudad los grabados sobre la Divina Commedia realizados por el pintor y artista surrealista español Salvador Dalí. El viaje que realizó el poeta italiano Dante Alighieri a través del Infierno, nos ha conquistado a mis compañeros y a mí aún más, gracias no solamente al estudio del extraordinario clásico de la literatura, sino también gracias a la exposición de los 33 grabados. Realmente la exposición completa consta de 100 grabados sobre “La Divina Comedia” encargados por el Gobierno italiano con motivo del 700 aniversario del nacimiento de Dante. Dalí comenzó de inmediato el trabajo, llegando a realizar más de cien acuarelas. Sin embargo, debido a la gran polémica suscitada en Italia respecto a la discutible fama del artista, el proyecto original fue abandonado. A pesar de ello se editó en Italia un libro con las ilustraciones y Dalí decidió contribuir al proyecto de recreación de la serie en xilografía. Tiene comienzo de este modo el proceso de transferir las 100 acuarelas originales a 3500 tacos xilográficos, uno por cada color y unos 35 para cada acuarela, actualmente itinerantes por el mundo. Los ayuntamiento de Acquaviva delle Fonti, Sammichele di Bari y Turi han hospedado los cien grabados distribuidos respectivamente en Infierno, Purgatorio y Paraíso. La exposiciòn ha estado muy bien organizada y ha sido muy interesante. Es por ello he decidido buscar alguna información sobre la vida y la obra del artista. Salvador Dalí nació en Figueres (España) en 1904. Estudió en la Academia de Bellas Artes de San Fernando, en la cual experimentó con las tendencias cubistas y dadaístas. Al ser expulsado de la Academia en 1926, se traslada a Paris, donde conoció a importantes artistas, como Joan Miró, Pablo Picasso y André Bretón; más adelante éste lo expulsa del grupo, acusándolo de ser fascista. Durante su estancia en la capital francesa conoce a Gala, quien se convirtió en su esposa, su musa y motivo de varias de sus obras. En 1939 se trasladó a Estados Unidos y permaneció allí por ocho años, siendo este uno de los períodos más fructíferos de su vida. Su obra posterior de la guerra civil española (1936-1939) trata temas clásicos como lo religioso, histórico y alegórico. Además de pintar, Dalí ilustró libros, diseñó joyas y ropa, elaboró esculturas y objetos varios y colaboró en la producción de varias películas. En 1949 Dalí regresa a España adonde permanece hasta su muerte en 1989. Salvador Dalí representa figura icónica del movimiento surrealista, su producción artística refleja una combinación de imágenes que se refieren a los sueños y a los objetos cotidianos representados de manera sorprendente a través de dibujos minuciosos y pormenorizados, por lo que se aprecia su atención por los detalles y su predilección hacia los colores brillantes y luminosos. Stefano Giove III BL Anno XVI Numero Unico
  • 21. PAGINA 21 Anno XVI Numero Unico LO SFRUTTAMENTO MINORILE Un fenomeno di scottante attualità Nonostante l’articolo 32 della Costituzione riconosca il diritto di ogni bambino ad essere protetto contro lo sfruttamento economico e a non essere costretto a svolgere alcun lavoro, vi sono paesi come Africa, Brasi- le,Europa dell’est e Pakistan in cui lo sfruttamento mino- rile è un fenomeno attuale. Questo fenomeno si presen- ta tra le popolazioni più povere : i genitori costringono i propri figli a lavorare presso aziende e grandi proprietari terrieri. Si stima siano circa 250 milioni i bambini sfrutta- ti a cui viene tolto il diritto di istruirsi e di vivere un’infanzia serena come la maggior parte di loro al mon- do. E’ questo che spinge essi a scappare dalla propria terra per trovare condizioni di vita migliori , affrontando molti ostacoli. I primi fenomeni dello sfruttamento minorile sono com- parsi con l’avvento della seconda rivoluzione industriale. I bambini venivano sfruttati nella produzione di tappeti, nei lavori domestici, nei campi e molto spesso erano vittime di violenze e abusi. Oggi questo fenomeno pur- troppo è ancora fortemente presente a causa della crisi e quindi della povertà. Ci sono molte associazioni come l’Unicef che sostengono i diritti dell’infanzia e che cerca- no di far uscire i bambini da questo incubo. Uno degli obiettivi dell’Unicef è di accogliere bambini e di donare loro la ricchezza più importante, ovvero l’istruzione per garantire loro un futuro. Armigero Gaia, Chiaromonte Carlotta, Morgese Miriana, Mao Zhouyun IIBL LA CONDIZIONE DELLA DONNA NEL ’600 Una donna sottomessa all’uomo ma… Il Seicento può essere definito in una sola parola “CORRUZIONE”. Con il termine corruzione ci riferiamo ad una società dominata dal potere dei più forti sui più deboli, una società dominata dai grandi sovrani assolutistici dell’Ancien Régime. La società del ’600 appare infatti come una realtà difficile in cui la donna era considerata non solo inferiore, ma soprattutto sottomessa all’uomo. La vita che conducevano era, nella mag- gior parte dei casi, già stata scritta e decisa dai padri, che poi passavano le redini ai mariti attraverso il matrimonio. La mag- gior parte delle donne era vincolata dalla così detta “Legge del Maggiorascato”, che prevedeva la monacazione forzata delle fanciulle per permettere al primogenito di ereditare tutti i beni del padre. Un esempio significativo è quello della Monaca di Monza nel romanzo “I Promessi Sposi”. Le donne del ’600 erano soprattutto di origini umili, soprannominate all’epoca “donne del focolare”. Esse venivano educate in famiglia per abituarsi presto al lavoro. Si occupavano principalmente della casa , ma aiutavano anche gli uomini nel coltivare la terra o lavoravano la seta nelle filande artigianali. Questo è particolar- mente visibile nel romanzo “I Promessi Sposi”, in cui Manzoni mette in rilievo la figura del popolo. A Lucia viene attribuito il ruolo di rappresentante delle donne, la sua figura è caratteriz- zata da valori quali l’umiltà, l’amore verso la famiglia e la Fede in Dio, strumento di speranza verso una migliore condizione di vita. Al contrario le donne appartenenti alla borghesia era- no le uniche ad avere la possibilità, seppur in maniera molto limitata, di affermarsi nella società e di frequentare salotti cul- turali dove potevano informarsi sulla politica e sulle scoperte scientifiche, infatti nel XVII secolo non sono mancate donne che hanno lottato per ottenere un posto nella società e che spesso non vengono ricordate. Tra queste ricordiamo Madame Pompadour che ebbe una grande influenza sulle arti e sulla politica francese di quell’epoca, oppure Madame de La Fayette autrice e iniziatrice del romanzo moderno, l’italiana Elena Lucrezia Cornaro la prima donna laureata nella storia, Olimpia Pamphili che si oppose alla monacazione forzata e tante altre che sono rimaste sconosciute nella storia, ma che sicuramente hanno dato un contributo molto importante alla società di quell’epoca. Queste Donne hanno contribuito all’emancipazione femminile e sono diventate nel corso della storia un modello da seguire e a cui ispirarsi. Possiamo dunque affermare, con orgoglio, che nonostante la società corrotta e chiusa, quale quella del ’600, ci sono state Donne che hanno fatto della storia la Storia e che si sono battute con tutte le loro forze per affermare i loro diritti nella società. Adriana Caricato,Alessandra Cianciotti, Mariangela Gentile,Francesca Sanrocco IIBL
  • 22. PAGINA 22 Il liceo don Milani di Acquaviva delle Fonti com- prende molti indirizzi ed uno di questi è pro- prio il nostro amato musicale. L’indirizzo musicale è l’unico ad essere a nume- ro chiuso, pertanto per poterlo frequentare bisogna sostenere un esame di strumento scel- to dallo studente e solo dopo la selezione, sarà assegnato un secondo strumento. Oltre alle aule scolastiche, usufruiamo dell’auditorium che utilizziamo durante deter- minate ore, per progetti, per concerti natalizi, manifestazioni di fine anno, attività di open day. La scuola è dotata anche di un’aula di registra- zione che utilizziamo per le ore di lezione po- meridiane. Un altro grande vantaggio che ci regala la scuo- la sono gli strumenti messi a disposizione: chi non ha la possibilità di acquistare lo strumento, può usare quello messo a disposizione dalla scuola ed esercitarsi liberamente. L’ indirizzo musicale prevede lo studio delle materie di un qualsiasi liceo ma aggiungiamo ad esse le discipline riguardanti la musica : musica d’insieme dove tutti noi, muniti del nostro stru- mento, suoniamo ed impariamo brani che poi eseguiremo durante i concerti programmati; storia della musica che prevede lo studio delle varie epoche musicali, gli artisti più importanti ed i loro successi; teoria analisi e com- posizione, chiamata da noi alunni TAC, disciplina fondamentale che sarà anche materia d’esame, materia impegnativa, ma anche mol- to interessante perché ci consente di avere una visione della musica non solo teorica ma pratica ; tecnologia musicale, con cui studia- mo la tecnologia applicata alla musica e che se ad esempio un giorno volessimo comporre qualcosa, come un brano, sapremmo da dove cominciare e quali apparecchiature utilizzare. Oltre a queste materie, noi studenti, in determinati giorni della settimana, seguiamo attività pomeridiane per le lezioni di primo e secondo strumento. Il Liceo don Milani da sempre organizza progetti molto divertenti, coinvolgenti ed interessanti e ci permette di partecipare a concorsi musicali nei quali ci siamo spesso distinti. L’anno scorso molti di noi, hanno partecipato al progetto Orchestra; è stata davvero una bellissima esperienza perché non solo abbiamo dato prova della nostra bravura sia canora che strumentale con brani molto importan- ti, ma abbiamo trascorso del tempo insieme, socializzando, nonostante fossimo di anni diversi. Il liceo musicale offre tantissimi sbocchi al compimento dei cinque anni scolastici:il conservatorio e le accademie musicali e il don Mi- lani ci prepara fin dall’inizio alle difficoltà del conservatorio e quindi ne facilita il nostro ingresso. Frequentiamo il secondo anno e possiamo affermare di essere davvero soddisfatti e felici di aver scelto questo indirizzo non solo perché la musica è la nostra vita ma soprattutto perché ci troviamo davvero bene con tutti e questa scuola ci ha aiutati a sentirci libe- ri di esprimerci senza timore di essere giudicati. Per questo ringraziamo i docenti per tutto ciò che fanno per noi. Diletta Laneve e Luca Patruno II AM Anno XVI Numero Unico
  • 23. PAGINA 23 TRENO DELLA MEMORIA 2017 LA FREDDA DESOLAZIONE DELLA STORIA Il 27 gennaio, giornata mondiale della Me- moria, alcuni alunni del Don Milani sono partiti da Bari per intraprendere l’esperienza del ‘’Treno della Memoria’’. Grazie a questo viaggio, siamo riusciti ad accrescere il nostro bagaglio culturale e ad essere più consape- voli del male che l’uomo è in grado di com- piere. Il nostro viaggio è avvenuto in pullman, un mezzo lento e scomodo, che però ci ha per- messo di riflettere sulle condizioni in cui sono stati deportati gli ebrei, sicuramente molto peggiori sia sotto l’aspetto materiale che psicologico. Più ci avvicinavamo alla meta, più le aspetta- tive crescevano. Per noi è stato un viaggio catartico: siamo passati da un’iniziale curiosità, da un interesse freddamente storico, a provare emozioni così forti da segnarci profondamente. La sorpresa e lo stupore ci hanno risvegliato da quel distacco razionale, mentre ci accorgevamo della stupenda e immeritata libertà che avevamo in quel momento e in quei luoghi. Mentre camminavamo all’interno del campo, ci ha invaso un senso di vuoto e di colpa. Procedevamo in quei luoghi che erano stati teatro di violenze orribili di morte, cercando di immaginare ciò che vi si era consumato. L’aspetto della visita ai campi che ci ha segnato maggiormente è stato il loro essere concepiti come vere e proprie macchine della morte, dove ogni parte del processo di distruzione delle persone aveva un fine: i capelli usati come filo per creare tessuti, le ceneri per concimare i terreni, i beni confiscati per arricchire la Germania. Ci ha impressionato la freddezza con cui la mente umana ha con- cepito tali meccanismi: è stato difficile credere che si siano potuti compiere gesti cosi abominevoli nei confronti dei propri simili, co- me il processo di annientamento della persona. Quando credevamo che il peggio fosse passato, ecco che ci ritroviamo nel campo di sterminio di Birkenau (Aushwitz II). Il campo era immenso: in qualsiasi direzione si volgesse lo sguardo, non se ne vedeva la fine, solo file e file di baracche e recinti di filo spinato. Si aveva quasi l’impressione che il resto del mondo fosse scomparso, o almeno noi abbia- mo pensato che i deportati lo immaginassero così. Il momento più toccante è stato quando ci hanno chiesto di scegliere, tra i vari volti, uno dei deportati e scrivere il suo nome su un nastro di stoffa. Alla fine della visita a Birkenau, si è svolta una cerimonia comme- morativa nella quale ognuno di noi ha letto il nome scelto seguito da un ‘’…Io ti ricordo’’: è stato un modo per riportare alla memo- ria molti di loro. Abbiamo trovato difficoltà a mettere per iscritto delle emozioni per le quali ci siamo sentiti insignificanti nel solo tentativo di capirle davvero. Tuttavia, riordinare le proprie impressioni non solo può essere d’aiuto ad altri, ma fornisce spunti di riflessione anche per noi stessi. L’esperienza del Treno della Memoria e tutte le attività connesse a questo progetto si sono configurate come una grande opportunità di crescita, sotto ogni aspetto, da quello prettamente culturale a quello più personale ed umano. Il progetto ci ha per- messo di confrontarci, discutere e anche divertirci, creando una vera e propria comunità viaggiante unita dallo stesso interesse: quel- lo di vedere, osservare, capire ed elaborare uno degli eventi più tragici e drammatici della nostra Storia, per diventare poi testimoni e custodi di una memoria che per noi è diventata indelebile. Marco Bitetti VAL Giada Laquale VCL Lucrezia Riccardi VASU Anno XVI Numero Unico Uno dei cosiddetti “convogli della morte”, vagone originale dell’epoca ritrovato in Belgio e adesso sui binari del campo di Birkenau
  • 24. PAGINA 24 Prima Giornata Nazionale del Paesaggio concorso fotografico su paesaggio pugliese Si è conclusa con la premiazione il 14 marzo la partecipazione del liceo Don Milani al concorso fotografico bandito dall’Associazione Nova Apulia nell’ambito delle celebrazioni previste da musei e gallerie d’arte per la Pri- ma Giornata Nazionale del Paesaggio. Tale giornata è stata ideata dal MIBACT per concentrare l’attenzione degli italiani, a partire dalle scuole, sulla bellezza del paesaggio della nostra nazio- ne, non a caso detto “Il Bel Paese”, sulla sua incredibile peculiarità e fragili- tà e dunque sulla necessità della sua cono- scenza- attenzione- tutela. La premiazione della classe 3CL, partecipante al Foto-contest PAESAGGIODIAPULIA2017 con una rappresentanza di 7 alunni capeggiati da Caterina Colapietro, è avvenuta nel castel- lo di Gioia del Colle alle h 18 di martedì 14 marzo scorso; il premio è stato ritirato dalle due allieve Caterina Colapietro, autrice della foto vincitrice, a da Francesca Leccese: il bell’olivo bonsai, i 7 biglietti gratuiti fino a settembre d’ingresso ai castelli di Puglia, la pergamena valida per i crediti scolastici di fine a.s.,hanno concluso un pomeriggio, iniziato alle 16.30 con la videoconferenza dalla Tomsk State University, in Russia ,dove insegna da 15 anni,del giovane professore gioiese Roberto Cazzolla Gatti, docente di Biodiversità e co- autore del libro pubblicato nel 2010 insieme con Donato D’Ippolito, vice presidente WWF Alta Murgia-Terre Peucete,volontario a capo della delegazione gioiese, che si occupa delle visite didattiche gratuite del Bosco Romanazzi a Monte Sannace , e studioso di scienze naturali del nostro bel territorio murgiano. Attraverso le immagini magnifiche del loro libro( che risulta l’ultimo e più aggiornato scritto su doline-lame-fiori-piante etc della Mur- gia) e un piccolo filmato sulla vita notturna degli animali dei nostri boschi( quasi “comico” per le buffe facce di una volpe-i due istrici- la faina incuriositi dall’obiettivo, piazzato dai nostri studiosi, che li riprendeva nel buio della notte!) Cazzolla Gatti prima e Dino D’Ippolito subito dopo, hanno illustrato ai ragazzi presenti nella sala del castello e partecipanti al concorso, provenienti dalla scuola media “Lucarelli” di Acquaviva,accompagnati da 4 loro docenti,ad altri giovani convenuti per l’occasione ,ad alcuni docenti delle scuo- le di Gioia e ad altre persone tra cui un tirocinante laureato in Beni Culturali, ad archeologi ed esponenti della Associazione NOVA- PULIA che lavora in molti Beni Culturali di Puglia, autrice del bando,alcuni aspetti del paesaggio pugliese in cui quotidianamente vivia- mo, ma di cui tanti-troppi non hanno nessuna consapevolezza: accade così che mentre le pietrone del monumento megalitico di Sto- nehenge sono note ai più, i tanti megaliti e monumenti di varia forma e dimensione, sparsi qua e là nella nostra bellissima campagna, siano spesso quasi irriconoscibili tra le pietre murgiane e a volte finiscano persino” sotto gli zoccoli dei cavalli…” segue a pag.26 Anno XVI Numero Unico
  • 25. PAGINA 25 segue da pag.25 Discorso antico quello della tutela di un patrimonio culturale immenso, a cui va aggiunto quello paesaggi- stico, la cui nozione cosi’ ampia , ha aggiunto poi la professoressa Mariella Donvito,docente di storia dell’arte dei ragazzi vincitori del liceo di Acquaviva, non solo vuole che per conoscere meglio si distin- gua tra paesaggio rurale-urbano-extraurbano- naturale etc., ma che comunque lo si consideri nella sua interezza multiforme..E dunque ha spiegato che la foto vincitrice della sua brava allieva Colapietro incontra bene tale accezione di paesaggio inquadran- do il nostro bel mare Jonio dall’arcone dell’uscita posteriore del Castello Aragonese di Taranto, con sguardo sulla scarpata del lungomare di fronte, coi suoi ottocenteschi palazzi,accanto al ponte girevo- le…Le era parso, ha detto, forse troppo ovvio pre- sentare scorci di alte scogliere marittime che carat- terizzano la Puglia dal Gargano al Salento o magnifi- che vedute di Castel del Monte o visioni notturne di porticcioli di pescatori tanto noti ai milioni di turisti che da anni ormai soggiornano numerosi nella no- stra regione…Il sistema di voto via facebook nondi- meno ha decretato fino alle ore 23.59 del giorno 13, con le centinaia di “mi piace” pervenuti, che la foto meritava di vincere. In verità i presenti tutti hanno sottolineato la poca pubblicità dedicata al concorso, determinata senz’altro dalla decisione ministeriale resa nota ( o forse decisa)“ all’ultimo momento”,di costituire tale giornata nazionale del paesaggio .La lodevolissima iniziativa di istituire tale festa culturale, cmq molto pubblicizzata in tv, si aggiunge con merito alle aper- ture prolungate o straordinarie di musei e beni va- ri , a quelle delle prime domeniche del mese, a quel- le delle imminenti anche quest’anno Giornate FAI di primavera, alle autunnali Giornate del Patrimonio e alle mille altre occasioni per godere conoscendo- conoscere beandosi ( cosa vi è di meglio’ e di più didattico?: è qui la docente italiana che parla! ). Ci ricorderemo meglio l’anno prossimo di celebrare con più presenze e attenzione questa giornata sul paesaggio italiano e soprattutto di non distruggerlo e sporcarlo ogni giorno. Brava Caterina e i tuoi compagni della 3cling del don Milani! Acquaviva, 15 marzo 2017 Mariella Donvito Anno XVI Numero Unico
  • 26. PAGINA 26 IL DON MILANI APRE LE PORTE ALLE NOVITA’: CONVEGNO SUL NUOVO PROGETTO PROMOSSO DAL MIUR ‘’LA MUSICA SPERIMENTATA IN VERTICALE’’ Il 10 marzo 2017 nell’auditorium dell’Istituto Statale Don L. Milani si è tenuto un convegno sul progetto promosso dal MIUR ‘’La musica sperimentata in verticale’’. La scuola ha o- spitato due importanti esponenti : Angela D’Onghia, sottose- gretario del MIUR e Lucrezia Stellacci, già Capo del Diparti- mento MIUR. All’ incontro hanno partecipato anche il sindaco di Acquaviva delle Fonti Davide Carlucci; il Dirigente Scolasti- co dell’Istituto prof.ssa Francesca Santolla; la Dott.ssa Anna Cammalleri Direttore Generale Ufficio scolastico Regionale per la Puglia; il prof. FrancescoD’Aniello referente del proget- to; la prof.ssa Marina Lanave, referente regionale Liceo Musi- cale; la prof.ssa Loredana Perla docente di Didattica e Pedago- gia presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro; il prof . Gianpaolo Schiavo Direttore del Conservatorio di Bari Nic- colò Piccinni, la prof.ssa Viviana Vinci dell’ Università di Bari, il prof. Antonio d’Itollo Dirigente Tecnico. Ha moderato l’incontro il professor Trifone Gargano Docen- te di Lettere dell’Istituto Don L. Milani di Acquaviva delle Fonti. Introduce il Dirigente Scolastico Francesca Santolla: “Le scuo- le con indirizzo musicale sono le più gettonate, le iscrizioni si sono triplicate e questo ci dimostra quanto la musica sia importante. E’ il motore per costruire una società migliore,dove non troviamo più solo il solito sistema scolastico di cui tanto si lamentano gli studenti, ma troviamo la musica, che diviene se vogliamo libera espressione dell’anima. Un progetto nuovo,che mira a coinvolgere il ragazzo in un qualcosa che ama fare, motivandolo.” “E’questo forse che in questi anni si è sottovalutato, ci siamo sem- pre accontentati di un sistema ormai visto e rivisto,di un sistema oserei dire vecchio”. Come osserva il sindaco Davide Carlucci :”il paese di Acquaviva delle Fonti è sempre stato aperto a coinvolgere la musica in quanto possiede scuole con indirizzo musicale e orga- nizza spesso eventi ,tra questi il progetto ‘’Musica in gioco’’ al fine di coinvolgere tutti i bambini insieme ai professori nella società attraverso la musica, utilizzandola come mezzo di espressione ed istruzione, la musica dunque porta il bambino ad imparare , a crescere. Ac- quaviva, è l’unico paese a possedere una cassa armonica (ne troviamo un’altra solo in un paese della Liguria) .Da questo paese, infatti, proven- gono vari compositori, un orgoglio per me e per tutta la comunità di Acquaviva delle Fonti “ commenta il sindaco Davide Carlucci. ”La musica racconta, rende felici e spesso è la prima a rimanerci dentro, e non si parla soltanto di cuore, ma di anima.” “Bisogna imparare a trasmettere qualcosa” dice la Dott.ssa Anna Cammalleri, “senza necessariamente avere uno scopo preciso. L’arte si chiama così proprio perché racconta noi stessi, per questo non importa né spiegarla né che porti ad un fine preciso.” In un video messaggio abbiamo avuto la possibilità di ascoltare anche il pensiero di Berlinguer, Presidente del Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica nelle scuole,che per motivi personali non ha potuto prendere parte personalmente all’incontro. “Si parla di una battaglia nata dall’ideale sbagliato secondo cui nelle scuole l’inserimento della musica risulterebbe di intralcio alle attività svolte in quanto troppo rumorosa . Bisogna abituarsi ad affiancare al normale schema scolastico la creatività, in grado di aprire la mente”. Berlinguer definisce la scuola italiana ripetitiva e con metodologie didattiche sempre uguali che annoiano i ragazzi. Interviene il capo MIUR Stellacci so- stenendo che le battaglie sono all’ordine del giorno anche per quanto riguarda la scuola segue a pag.28 Anno XVI Numero Unico
  • 27. PAGINA 27 segue da pag.27 ,”Noi ci proveremo” “Proveremo a migliorare questi schemi preimpostati, le leggi sono cam- biate e dobbiamo adeguarci, ma se partiamo da quello che allo studente piace fare allora avre- mo già vinto in partenza. La scuola non deve essere vista come una ‘’prigione’’ ma come un luogo che ci prepara al futuro e quale modo migliore di coinvolgere un ragazzo proponete, se non qualcosa che gli interessa?”. Si è discusso anche del progetto Alternanza Scuola-Lavoro, finalizzato a preparare gli studenti al futuro per dimostrare che l’imparare qualcosa non dipende solamente dalla scuola. Questo progetto ha incontrato molte difficoltà a livello organizzativo e le richieste da parte delle scuole sono aumen- tate. Tutto è organizzato seguendo schemi precisi: 3°e 4° anno si impiegano per totaliz- zare il maggior numero di ore e dare al 5° anno la possibilità allo studente di dedicarsi agli Esami di Stato. I ragazzi dispongono di un docente tutor in- terno e di uno esterno che li guidano, illustrandogli il giusto per- corso da seguire. L’Alternanza Scuola- Lavoro può avvenire sia presso enti o aziende, che a scuola, oppure gli alunni possono lavorare online gestendo un’impresa simulata. I ragazzi della clas- se 4C del corso linguistico dell’Istituto, si sono impegnati nel servizio d’ordine e nell’accoglienza dei vari ospiti per conto di questo progetto ‘’Alternanza Scuola-Lavoro’’. Ma, dunque, cos’altro possiamo fare per rendere la scuola migliore? “Se investiamo di più nell’ambito di istruzione, allora lo studente sarà maggiormente preparato. Non può esserci didattica senza un bravo docente e un alunno che a sua volta ascolta,perché solo così potremmo parlare di trasmettere qualcosa “aggiunge laprof.ssa Loredana Perla concordando con quanto precedente- mente affermato dal prof. d’Itollo. Angela D’Onghia sostiene che “ prima di pensare a quello che possiamo fare con la musica,bisogna recuperarne l’amore e que- sto si può fare partendo dalla scuola. L’arte più veloce è la musi- ca perché…’’,conclude: ‘’Forse non tutti sanno leggere lo sparti- to, ma tutti sanno tenere il ritmo’’. A seguire la prof.ssa Lanave e il prof. D’Aniello referenti del progetto ’La musica sperimentata in verticale’’ hanno informato sulla struttura e sui buoni propositi legati alla realizzazione di esso. A seguire gli alunni del liceo musicale si sono esibiti in un con- certo deliziando con il loro sapere e la loro arte tutto il pubblico presente. Melania Evangelista IVCL Anno XVI Numero Unico
  • 28. PAGINA 28 Anno XVI Numero Unico Il Dirigente Scolastico prof.ssa Francesca Santolla la redazione: proff. Mariella Nardulli, Leonardo Sportelli hanno scritto:Melania Evangelista, Marika Di Ma- so, Leonardo Basile, Martina De Pietro, Marianto- nietta Pavone, Adriana Caricato, Alessandra Cian- ciotti, Mariangela Gentile, Francesca Sanrocco, Ya- smin Rimi, Benedetta Grandieri, Erika Castellana, Veronica Cotecchia, Domenico Vasco, Camilla Schak, Stefania Stasolla, Annamaria Natale, Giorgio Pietroforte, Annalisa Debellis, Diletta Laneve, Luca Patruno, Stefano Giove, Gaia Armigero, Carlotta Chiaromonte, Marco Bitetti, Giada Laquale, Lucre- zia Riccardi Miriana Morgese, Mao Zhou- yun,Federica Campanella classi 2AL/2BL/2CL/2BES/4AL/5AL/5BL/5CL/5ASU si ringraziano i docenti: Mariella Donvito, Paola Forte, Roberto Terlizzi, Valerio Valeriano, Annama- ria Dimaggio, Anna Santorsola, Angela Tripartito, Nicola Lofrese. Giulia Calfapietro. Raccontando don Milani.. pagg. 2-3 The magic of study tours. pag. 4 I cani della regina Elisabetta d’Inghilterra pag.5 Prossima stazione Europa pag. 6 Eva Perón: una mujer determinada en una época difícil pag. 7 …De nouveaux horizons: don Milani en europe… pagg. 8-9 “Bullismo e cyberbullismo: trasformarsi in mostri” pag. 9 Alternanza Scuola-Lavoro per il futuro? pag. 10 I ragazzi di oggi alla scoperta del mondo di domani... pag. 11 Let’s enter the cultural world.. pag. 12 Meeting del volontariato pag. 13 Incontro con l’autore Gianluca Daluiso... pag. 14 “Un granello di colpa” pag. 15 “Un cuore coperto di neve..” pag. 16 Il resoconto dell’incontro interreligioso per la salvaguardia dell’ambiente pagg. 17-18 “A spasso tra i gironi infernali” pag. 19 Entre el poema alegorico y el surrealismo pag. 20 La condizione della donna nel ’600 pag. 21 Il lIceo don Milani è musica! pag. 22 Treno della Memoria 2017 pag. 23 Prima Giornata Nazionale del Paesaggio pagg. 24-25 Convegno: La musica sperimentata in verticale’’ pagg. 26-27 Redazione e indice pag. 28 “È solo la lingua che rende uguali. Uguale è chi sa esprimersi e intendere l’ espressione altrui.” !