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crisantemo

Classificazione commerciale
1. Uniflora
1.1 - Standard. La pianta viene coltivata su 1-3 steli che vengono
sottoposti ad
operazioni di sbocciolatura e sfemminellatura in modo da lasciare un
solo capolino terminale che assume, a maturità, una notevole
dimensione (oltre 20 cm). Normalmente vengono utilizzati solo per
fioritura naturale.
1.2 - Sbottonato. Varietà di anemoni, pompon, margherite, decorativi
che vengono sbocciolati ín modo da tenere il solo capolino terminale
che arriva a grandezze medio grandi ma inferiori a quelle della categoria
precedente. Fioritura naturale e programmata.
2. Multiflora
2.1 Spray. Le piante vengono coltivate con uno o più steli, sottoposti a
sfemminellatura ma non a sbocciolatura o all'eliminazione del solo
bocciolo terminale in modo da portare a fioritura più di un bocciolo e
formare un mazzo di capolini. Fioritura naturale e programmata.
La produzione programmata
ll crisantemo coltivato è una specie brevidiurna e in
condizioni naturali fiorisce, almeno
alle nostre latitudini, nei mesi autunnali.
ll fotoperiodo critico, cioè quello corrispondente
al numero massimo giornaliero di ore di luce al
quale può avvenire il passaggio dalla fase
vegetativa a quella riproduttiva, è di circa 14 ore.
Occorre, cioè, che il fotoperiodo sia inferiore alle 14
ore giornaliere (13,5) perché si possa avviare
l'induzione a fiore.
• La durata critica del giorno, come si è
  visto, si aggira sulle 14 ore: se il
  fotoperiodo è più lungo (maggiore di
  14,5) si ha sviluppo vegetativo;

• se è più breve (min. 13,5) si ha
  differenziazione a fiore.
Tempo di reazione
Da quando si è diffusa la coltura programma, a fioritura
in qualunque epoca dell'anno, la classificazione delle
cultivar e soprattutto di quelle più recenti, costituite
appositamente per tale tipo di coltivazione, tiene conto
non più dell'epoca di fioritura naturale ma del tempo di
reazione: della durata, cioè, del periodo (espresso in
settimane) intercorrente tra I'inizio della fase di
induzione a fiore (cioè dell'inizio del trattamento di
fotoperiodo breve) ed il momento della fioritura, cioè
la maturazione commerciale del prodotto, sia esso il
fiore reciso oppure il vaso fiorito.
• Le cultivar possono variare notevolmente
• quanto a tempo di reazione: nelle più precoci
  questo può ridursi a 6 settimane, nelle più
• tardive si arriva sino a 15 settimane.
Fasi del ciclo della coltura
              programmata
• Raccolta (Data stabilita)
• Giorno corto (TDR: da catalogo)
• Giorno lungo (sempre necessario
 x la crescita 4-6 sino a 8 settimane)
• Trapianto piantine (data da calcolare)
La programmazione del crisantemo agendo in
ambiente artificiale, è basata sulla regolazione
del fotoperiodo: il giorno lungo consente di
favorire lo sviluppo vegetativo
(delle piantine in accrescimento) e di
mantenerlo indefinitamente (per esempio nelle
piante madri che devono fornire le talee),
inibendo la differenziazione fiorale;
• il giorno breve, viceversa, stimola I‘ induzione
  a fiore delle piante sufficientemente
  sviluppate e quindi consente di ottenere il
  prodotto maturo entro il periodo consentito
  dal tempo di reazione delle singole cultivar.
Regolazione del fotoperiodo
La regolazione del fotoperiodo :
prolungando la fase giornaliera di luce : 1)
favorendo così il giorno lungo oppure 2)
interrompendo la notte (mediante illuminazione
artificiale)
rendendo più lunga la fase giornaliera di buio, in
modo da favorire il giorno breve: oscuramento
della serra.
Crescita= giorno lungo
• Poiché nella prima fase di sviluppo della
  coltura, sia da vaso fiorito che da fiore reciso,
  occorre stimolare la crescita della pianta per
  ottenere steli fiorali abbastanza lunghi, nei
  nostri climi è necessario illuminare
  artificialmente durante qualunque ciclo
  programmato,
da metà agosto a metà maggio
• Se siamo naturalmente in
  condizioni di giorno corto è
  necessaria l’illuminazione
  artificiale
Illuminazione artificiale
• L'azione stimolante può essere ottenuta con
  sistemi diversi di illuminazione artificiale; essi
  possono essere distinti sulla base del fatto che
  provochino:
• 1) allungamento vero e proprio del giorno
  (day lengthening);
• 2) interruzione della notte (night break
  lighting);
• 3) illuminazione notturna ciclica, con brevi e
  successivi periodi dl luce alternati ad altri di
  buio (cyclic lighting during the night break).
Sviluppo dei germogli su piante madri
   e inibizione della differenz. fiorale
L'illuminazione artificiale è indispensabile (nei nostri ambienti da
agosto a maggio) per consentire sia l'accrescimento vegetativo
delle piantine prima della differenziazione fiorale sia il
mantenimento indefinito dello stato vegetativo delle piante
madri produttrici delle talee.
L'illuminazione supplementare è, in questo secondo caso, più
critica che nel primo, poiché i germogli che non siano
perfettamente in condizioni vegetative danno origine a pessime
talee.
I migliori risultati sulle piante madri si ottengono con il
sistema dell'interruzione della notte (per esempio, per 2
ore nei mesi primaverili ed autunnali e per 4 ore nei mesi
invernali) somministrando, mediante lampade ad
incandescenza, e non di altro tipo (fluorescenti, a
vapore di sodio, ecc.) luce di intensità molto bassa
(50-100 lux).
Non è invece consigliabile I'illuminazione
notturna ciclica con lampade ad incandescenza
poiché non sembra essere sufficientemente
efficace per indurre una reale inibizione alla
differenziazione fiorale
• La sensibilità al trattamento è poi molto
  variabile, sia in funzione della cultivar (per
alcune non è sufficiente I'intensità luminosa
  minima e bisogna raggiungere i 100 lux),
sia in dipendenza dell'età delle piante madri
  che, con I'invecchiamento, vengono più
  difficilmente inibite.
Programmazione del fiore reciso
• L'illuminazione artificiale delle piante
  destinate alla produzione di fiori e
  mantenute durante la fase
  d'accrescimento vegetativo a 15-16°C,
  può essere effettuata con uno dei tre
  sistemi indicati in precedenza.
• L'allungamento vero e proprio del giorno è il
  sistema tradizionale ed il primo ad essere
  utilizzato, ma oggi è praticamente caduto in
  disuso a causa dell'elevato costo di esercizio.
  Poiché l'obiettivo è quello di mantenere le
  piante a fotoperiodo costante di 15- 16 ore,
  quali che siano le condizioni di luce naturale, la
  durata dell'intervento varia a seconda della
  stagione: in ltalia settentrionale, per esempio,
  si tratterà di illuminare per circa 3 ore al giorno
  in aprile e settembre, per circa 6 ore in
  febbraio e novembre, ecc.
• L'intensità luminosa deve essere
  elevata (200-220lux) e viene
  ottenuta con lampade ad
  incandescenza (da 100-200 Watt)
  fittamente disposte sopra il
  bancale ad un'altezza di 1-1,5 m
  dalle piante.
L'interruzione della notte è il sistema più efficace
e più diffuso: esso tende a
frammentare il periodo di buio naturale in due
parti, ciascuna delle quali non deve
superare le 6-7 ore consecutive.
La durata del periodo di illuminazione varia,
pertanto, in funzione delle condizioni
naturali (latitudine e stagione); per l'ltalia
settentrionale sono consigliabili interventi di 5
ore in gennaio e dicembre, 4 in febbraio e
novembre, 3 in marzo e ottobre, 1 in maggio
e in agosto, ecc.
Poiché è sufficiente un'intensità luminosa (50-100 lux) molto
inferiore a quella prevista nel caso precedente, il risparmio
energetico di questo sistema è notevole.
Per lo più vengono impiegate lampade ad incandescenza da
100-150 Watt; ma anche altri tipi, come quelle fluorescenti,
oppure a vapore di mercurio e di sodio possono essere
efficaci.
A seconda delle condizioni ambientali, e cioè dell'intensità
luminosa naturale nelle ore di giorno, si può far variare anche
I'intensità della luce somministrata col trattamento: durante i
mesi invernali è, cioè, sufficiente circa la metà dell'energia
radiante fornita per una stessa cultivar durante i mesi estivi.
L'illuminazione nottuma ciclica
L'illuminazione notturna ciclica assume oggi particolare
interesse per I'elevato (addirittura fino all'80%) risparmio
energetico che consente nei confronti degli altri sistemi.

Si tratta, infatti, di provocare una pausa del periodo di buio,
consistente in brevi ed intermittenti interventi di
illuminazione: in generale più brevi sono questi cicli, maggiore
deve essere l'intensità della luce somministrata.
Esempi di trattamenti che sono stati provati con successo
sono i seguenti:
6 minuti di illuminazione con 55 lux ogni 30 minuti, per un
periodo di 4 ore di interruzione della notte;
6-10 minuti di luce e 24 minuti di buio, ecc.
Ill. nott. ciclica

Anche in questo caso le lampade più
frequentemente usate sono quelle ad
incandescenza (100-150 W), che presentano una
buona resistenza ai ripetuti e frequenti spegnimenti
ed accensioni; esse sono, inoltre, dotate di una
durata di funzionamento soddisfacente (800-1000
ore), hanno un costo iniziale in genere inferiore
a quello di molti altri tipi e forniscono una luce
abbastanza adatta a provocare lo stimolo
fotoperiodico, in quanto a spettro prevalente
nell'ambito del rosso-lungo.
Lampade a fluorescenza
Si stanno diffondendo anche le lampade a
fluorescenza che, a parità di potenza, sono
più efficienti di quelle ad incandescenza: esse
hanno un costo di istallazione che è più
elevato di quello delle altre, ma che sembra
possa essere ampiamente ammortizzato
con il risparmio di energia che consentono.
Anche le lampade ai vapori di
sodio a bassa pressione possono
        essere utilizzate
Giorno lungo artificiale per
        promuovere la crescita
La durata, compresa tra le 2 e le 6 settimane
del periodo di illuminazione artificiale, cioè
della fase di accrescimento vegetativo,
dipende principalmente dalla cultivar, tant'è
che precise istruzioni in merito vengono
fornite ai floricoltori dai produttori di piantine
che lavorano a livello industriale, e dalla
stagione: tanto maggiore è la luminosità
naturale, tanto più breve è il periodo di
intervento.
Un altro aspetto da tenere in conto nella
coltivazione programmata è la regolazione
termica.
La temperatura della serra è molto importante,
soprattutto nel periodo invernale, perché si
considera generalmente che il crisantemo, per
fiorire, abbia bisogno di una temperatura minima
notturna di 16-18°C.
•Solo durante la fase terminale del ciclo,
la temperatura può essere ridotta a 13-15°C.
• L'abbassamento della temperatura anche
  nella fase vegetativa è sconsigliabile a causa,
oltre che del rallentamento della crescita, del
  ritardo nell'induzione a fiore. Le temperature
  ottimali del giorno, che generalmente
  vengono consigliate, sono comprese tra 20 e
  22"C; quindi, nel periodo estivo è
  indispensabile prevedere la ventilazione della
  serra.
lnduzione a fiore e fioritura
• Solo quando le piantine hanno raggiunto un
  adeguato sviluppo vegetativo, si può indurre
  la differenziazione fiorale, sottoponendole
  altrattamento di giorno corto, in modo da
  ottenere la fioritura nel periodo programmato
  sulla base del tempo di reazione delle singole
  cultivar.
• per ottenere una perfetta (cioè rapida ed
  uniforme) induzione fiorale è opportuno,
  tuttavia, sottoporre le piantine ad un periodo
  giornaliero di buio di almeno 12 ore.
Teli oscuranti
• L'oscuramento viene realizzalo coprendo la
  coltura con film plastici neri, dello spessore di
  0,10-0,15 mm, in perfette condizioni di
  integrità; sotto la copertura, I'intensità
  luminosa deve essere ridotta al minimo e
  comunque non deve superare i 20 lux.
Poiché anche la temperatura deve mantenersi
entro limiti ragionevoli (cioè inferiori 28- 30'C),
in ambienti a clima piuttosto caldo, la copertura
di plastica, a differenza di quella con stoffa nera
che si usava un tempo e che è stata
abbandonata per motivi di costi, crea la
necessità di refrigerare I'ambiente sottostante il
film plastico. Ciò può essere ottenuto mediante
la nebulizzazione di acqua, oppure introducendo
aría fresca mediante un sistema cooling.
• Lo stendimento quotidiano del film oscurante,
  che veniva effettuato nel passato a mano,
  viene realizzato oggi, ad eccezione di piccoli
  impianti, mediante automazione completa:
  questo consente sia di ridurre i costi esecutivi,
  sia di evitare di intervenire in ore scomode per
  gli operatori, come quelle precedenti il
  mattino, che sono le migliori per evitare
  I'innalzamento termico sotto la copertura.
• La programmazione della coltura deve essere
  fatta in modo tale da utillizzare il più possibile
  I'impianto di oscuramento meccanizzato,
  sicché il suo costo iniziale possa essere
  facilmente ammortizzato su una produzione
  scalare.
L'oscuramento può essere effettuato sia
anticipando il buio serale, cioè coprendo le piante
nel pomeriggio (per esempio alle 16) e scoprendole
il mattino esattamente dopo quindici ore (per
esempio alle 7).
ll primo sistema viene adottato quando si opera
manualmente, il secondo quando I'impianto è
automatizzato.
La durata del trattamento di giorno corto
è di almeno 2-3 settimane per i crisantemi standard
(cioè quelli, preferibilmente da fiore reciso, in cui
mediante sbocciolatura si è lasciata sviluppare una
sola infiorescenza) e di almeno 6 settimane per
quelli spray (in cui tutti, o quasi, i capolini sono
lasciati andare a fiore).
ln genere il trattamento può essere sospeso
quando i boccioli sono ben formati e si inizia a
distinguere il colore definitivo delle ligule. Non
è, tuttavia, possibile definire con esattezza la
durata del periodo di giorni corto necessario,
poiché essa dipende dalla temperatura
ambientale e dalle cultivar: quanto alla prima va
tenuto presente che, se i valori sia diurni che
notturni sono elevati, la fioritura procede più
rapidamente, però, a scapito della qualità del
prodotto.
Crisantemo
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Crisantemo

  • 2. 1. Uniflora 1.1 - Standard. La pianta viene coltivata su 1-3 steli che vengono sottoposti ad operazioni di sbocciolatura e sfemminellatura in modo da lasciare un solo capolino terminale che assume, a maturità, una notevole dimensione (oltre 20 cm). Normalmente vengono utilizzati solo per fioritura naturale. 1.2 - Sbottonato. Varietà di anemoni, pompon, margherite, decorativi che vengono sbocciolati ín modo da tenere il solo capolino terminale che arriva a grandezze medio grandi ma inferiori a quelle della categoria precedente. Fioritura naturale e programmata. 2. Multiflora 2.1 Spray. Le piante vengono coltivate con uno o più steli, sottoposti a sfemminellatura ma non a sbocciolatura o all'eliminazione del solo bocciolo terminale in modo da portare a fioritura più di un bocciolo e formare un mazzo di capolini. Fioritura naturale e programmata.
  • 3. La produzione programmata ll crisantemo coltivato è una specie brevidiurna e in condizioni naturali fiorisce, almeno alle nostre latitudini, nei mesi autunnali. ll fotoperiodo critico, cioè quello corrispondente al numero massimo giornaliero di ore di luce al quale può avvenire il passaggio dalla fase vegetativa a quella riproduttiva, è di circa 14 ore. Occorre, cioè, che il fotoperiodo sia inferiore alle 14 ore giornaliere (13,5) perché si possa avviare l'induzione a fiore.
  • 4. • La durata critica del giorno, come si è visto, si aggira sulle 14 ore: se il fotoperiodo è più lungo (maggiore di 14,5) si ha sviluppo vegetativo; • se è più breve (min. 13,5) si ha differenziazione a fiore.
  • 5. Tempo di reazione Da quando si è diffusa la coltura programma, a fioritura in qualunque epoca dell'anno, la classificazione delle cultivar e soprattutto di quelle più recenti, costituite appositamente per tale tipo di coltivazione, tiene conto non più dell'epoca di fioritura naturale ma del tempo di reazione: della durata, cioè, del periodo (espresso in settimane) intercorrente tra I'inizio della fase di induzione a fiore (cioè dell'inizio del trattamento di fotoperiodo breve) ed il momento della fioritura, cioè la maturazione commerciale del prodotto, sia esso il fiore reciso oppure il vaso fiorito.
  • 6. • Le cultivar possono variare notevolmente • quanto a tempo di reazione: nelle più precoci questo può ridursi a 6 settimane, nelle più • tardive si arriva sino a 15 settimane.
  • 7. Fasi del ciclo della coltura programmata • Raccolta (Data stabilita) • Giorno corto (TDR: da catalogo) • Giorno lungo (sempre necessario x la crescita 4-6 sino a 8 settimane) • Trapianto piantine (data da calcolare)
  • 8. La programmazione del crisantemo agendo in ambiente artificiale, è basata sulla regolazione del fotoperiodo: il giorno lungo consente di favorire lo sviluppo vegetativo (delle piantine in accrescimento) e di mantenerlo indefinitamente (per esempio nelle piante madri che devono fornire le talee), inibendo la differenziazione fiorale;
  • 9. • il giorno breve, viceversa, stimola I‘ induzione a fiore delle piante sufficientemente sviluppate e quindi consente di ottenere il prodotto maturo entro il periodo consentito dal tempo di reazione delle singole cultivar.
  • 10. Regolazione del fotoperiodo La regolazione del fotoperiodo : prolungando la fase giornaliera di luce : 1) favorendo così il giorno lungo oppure 2) interrompendo la notte (mediante illuminazione artificiale) rendendo più lunga la fase giornaliera di buio, in modo da favorire il giorno breve: oscuramento della serra.
  • 11. Crescita= giorno lungo • Poiché nella prima fase di sviluppo della coltura, sia da vaso fiorito che da fiore reciso, occorre stimolare la crescita della pianta per ottenere steli fiorali abbastanza lunghi, nei nostri climi è necessario illuminare artificialmente durante qualunque ciclo programmato, da metà agosto a metà maggio
  • 12. • Se siamo naturalmente in condizioni di giorno corto è necessaria l’illuminazione artificiale
  • 13. Illuminazione artificiale • L'azione stimolante può essere ottenuta con sistemi diversi di illuminazione artificiale; essi possono essere distinti sulla base del fatto che provochino: • 1) allungamento vero e proprio del giorno (day lengthening); • 2) interruzione della notte (night break lighting); • 3) illuminazione notturna ciclica, con brevi e successivi periodi dl luce alternati ad altri di buio (cyclic lighting during the night break).
  • 14. Sviluppo dei germogli su piante madri e inibizione della differenz. fiorale L'illuminazione artificiale è indispensabile (nei nostri ambienti da agosto a maggio) per consentire sia l'accrescimento vegetativo delle piantine prima della differenziazione fiorale sia il mantenimento indefinito dello stato vegetativo delle piante madri produttrici delle talee. L'illuminazione supplementare è, in questo secondo caso, più critica che nel primo, poiché i germogli che non siano perfettamente in condizioni vegetative danno origine a pessime talee.
  • 15. I migliori risultati sulle piante madri si ottengono con il sistema dell'interruzione della notte (per esempio, per 2 ore nei mesi primaverili ed autunnali e per 4 ore nei mesi invernali) somministrando, mediante lampade ad incandescenza, e non di altro tipo (fluorescenti, a vapore di sodio, ecc.) luce di intensità molto bassa (50-100 lux). Non è invece consigliabile I'illuminazione notturna ciclica con lampade ad incandescenza poiché non sembra essere sufficientemente efficace per indurre una reale inibizione alla differenziazione fiorale
  • 16. • La sensibilità al trattamento è poi molto variabile, sia in funzione della cultivar (per alcune non è sufficiente I'intensità luminosa minima e bisogna raggiungere i 100 lux), sia in dipendenza dell'età delle piante madri che, con I'invecchiamento, vengono più difficilmente inibite.
  • 17. Programmazione del fiore reciso • L'illuminazione artificiale delle piante destinate alla produzione di fiori e mantenute durante la fase d'accrescimento vegetativo a 15-16°C, può essere effettuata con uno dei tre sistemi indicati in precedenza.
  • 18. • L'allungamento vero e proprio del giorno è il sistema tradizionale ed il primo ad essere utilizzato, ma oggi è praticamente caduto in disuso a causa dell'elevato costo di esercizio. Poiché l'obiettivo è quello di mantenere le piante a fotoperiodo costante di 15- 16 ore, quali che siano le condizioni di luce naturale, la durata dell'intervento varia a seconda della stagione: in ltalia settentrionale, per esempio, si tratterà di illuminare per circa 3 ore al giorno in aprile e settembre, per circa 6 ore in febbraio e novembre, ecc.
  • 19. • L'intensità luminosa deve essere elevata (200-220lux) e viene ottenuta con lampade ad incandescenza (da 100-200 Watt) fittamente disposte sopra il bancale ad un'altezza di 1-1,5 m dalle piante.
  • 20. L'interruzione della notte è il sistema più efficace e più diffuso: esso tende a frammentare il periodo di buio naturale in due parti, ciascuna delle quali non deve superare le 6-7 ore consecutive. La durata del periodo di illuminazione varia, pertanto, in funzione delle condizioni naturali (latitudine e stagione); per l'ltalia settentrionale sono consigliabili interventi di 5 ore in gennaio e dicembre, 4 in febbraio e novembre, 3 in marzo e ottobre, 1 in maggio e in agosto, ecc.
  • 21. Poiché è sufficiente un'intensità luminosa (50-100 lux) molto inferiore a quella prevista nel caso precedente, il risparmio energetico di questo sistema è notevole. Per lo più vengono impiegate lampade ad incandescenza da 100-150 Watt; ma anche altri tipi, come quelle fluorescenti, oppure a vapore di mercurio e di sodio possono essere efficaci. A seconda delle condizioni ambientali, e cioè dell'intensità luminosa naturale nelle ore di giorno, si può far variare anche I'intensità della luce somministrata col trattamento: durante i mesi invernali è, cioè, sufficiente circa la metà dell'energia radiante fornita per una stessa cultivar durante i mesi estivi.
  • 22. L'illuminazione nottuma ciclica L'illuminazione notturna ciclica assume oggi particolare interesse per I'elevato (addirittura fino all'80%) risparmio energetico che consente nei confronti degli altri sistemi. Si tratta, infatti, di provocare una pausa del periodo di buio, consistente in brevi ed intermittenti interventi di illuminazione: in generale più brevi sono questi cicli, maggiore deve essere l'intensità della luce somministrata. Esempi di trattamenti che sono stati provati con successo sono i seguenti: 6 minuti di illuminazione con 55 lux ogni 30 minuti, per un periodo di 4 ore di interruzione della notte; 6-10 minuti di luce e 24 minuti di buio, ecc.
  • 23. Ill. nott. ciclica Anche in questo caso le lampade più frequentemente usate sono quelle ad incandescenza (100-150 W), che presentano una buona resistenza ai ripetuti e frequenti spegnimenti ed accensioni; esse sono, inoltre, dotate di una durata di funzionamento soddisfacente (800-1000 ore), hanno un costo iniziale in genere inferiore a quello di molti altri tipi e forniscono una luce abbastanza adatta a provocare lo stimolo fotoperiodico, in quanto a spettro prevalente nell'ambito del rosso-lungo.
  • 24. Lampade a fluorescenza Si stanno diffondendo anche le lampade a fluorescenza che, a parità di potenza, sono più efficienti di quelle ad incandescenza: esse hanno un costo di istallazione che è più elevato di quello delle altre, ma che sembra possa essere ampiamente ammortizzato con il risparmio di energia che consentono.
  • 25. Anche le lampade ai vapori di sodio a bassa pressione possono essere utilizzate
  • 26. Giorno lungo artificiale per promuovere la crescita La durata, compresa tra le 2 e le 6 settimane del periodo di illuminazione artificiale, cioè della fase di accrescimento vegetativo, dipende principalmente dalla cultivar, tant'è che precise istruzioni in merito vengono fornite ai floricoltori dai produttori di piantine che lavorano a livello industriale, e dalla stagione: tanto maggiore è la luminosità naturale, tanto più breve è il periodo di intervento.
  • 27. Un altro aspetto da tenere in conto nella coltivazione programmata è la regolazione termica. La temperatura della serra è molto importante, soprattutto nel periodo invernale, perché si considera generalmente che il crisantemo, per fiorire, abbia bisogno di una temperatura minima notturna di 16-18°C. •Solo durante la fase terminale del ciclo, la temperatura può essere ridotta a 13-15°C.
  • 28. • L'abbassamento della temperatura anche nella fase vegetativa è sconsigliabile a causa, oltre che del rallentamento della crescita, del ritardo nell'induzione a fiore. Le temperature ottimali del giorno, che generalmente vengono consigliate, sono comprese tra 20 e 22"C; quindi, nel periodo estivo è indispensabile prevedere la ventilazione della serra.
  • 29.
  • 30. lnduzione a fiore e fioritura • Solo quando le piantine hanno raggiunto un adeguato sviluppo vegetativo, si può indurre la differenziazione fiorale, sottoponendole altrattamento di giorno corto, in modo da ottenere la fioritura nel periodo programmato sulla base del tempo di reazione delle singole cultivar.
  • 31. • per ottenere una perfetta (cioè rapida ed uniforme) induzione fiorale è opportuno, tuttavia, sottoporre le piantine ad un periodo giornaliero di buio di almeno 12 ore.
  • 32. Teli oscuranti • L'oscuramento viene realizzalo coprendo la coltura con film plastici neri, dello spessore di 0,10-0,15 mm, in perfette condizioni di integrità; sotto la copertura, I'intensità luminosa deve essere ridotta al minimo e comunque non deve superare i 20 lux.
  • 33. Poiché anche la temperatura deve mantenersi entro limiti ragionevoli (cioè inferiori 28- 30'C), in ambienti a clima piuttosto caldo, la copertura di plastica, a differenza di quella con stoffa nera che si usava un tempo e che è stata abbandonata per motivi di costi, crea la necessità di refrigerare I'ambiente sottostante il film plastico. Ciò può essere ottenuto mediante la nebulizzazione di acqua, oppure introducendo aría fresca mediante un sistema cooling.
  • 34. • Lo stendimento quotidiano del film oscurante, che veniva effettuato nel passato a mano, viene realizzato oggi, ad eccezione di piccoli impianti, mediante automazione completa: questo consente sia di ridurre i costi esecutivi, sia di evitare di intervenire in ore scomode per gli operatori, come quelle precedenti il mattino, che sono le migliori per evitare I'innalzamento termico sotto la copertura.
  • 35. • La programmazione della coltura deve essere fatta in modo tale da utillizzare il più possibile I'impianto di oscuramento meccanizzato, sicché il suo costo iniziale possa essere facilmente ammortizzato su una produzione scalare.
  • 36. L'oscuramento può essere effettuato sia anticipando il buio serale, cioè coprendo le piante nel pomeriggio (per esempio alle 16) e scoprendole il mattino esattamente dopo quindici ore (per esempio alle 7). ll primo sistema viene adottato quando si opera manualmente, il secondo quando I'impianto è automatizzato. La durata del trattamento di giorno corto è di almeno 2-3 settimane per i crisantemi standard (cioè quelli, preferibilmente da fiore reciso, in cui mediante sbocciolatura si è lasciata sviluppare una sola infiorescenza) e di almeno 6 settimane per quelli spray (in cui tutti, o quasi, i capolini sono lasciati andare a fiore).
  • 37. ln genere il trattamento può essere sospeso quando i boccioli sono ben formati e si inizia a distinguere il colore definitivo delle ligule. Non è, tuttavia, possibile definire con esattezza la durata del periodo di giorni corto necessario, poiché essa dipende dalla temperatura ambientale e dalle cultivar: quanto alla prima va tenuto presente che, se i valori sia diurni che notturni sono elevati, la fioritura procede più rapidamente, però, a scapito della qualità del prodotto.