Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Censimento Permanente delle imprese
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Sintesi dell’intervento del prof.Federico Pirro al webinar dell’Istat del 12.5.2021 sui
risultati del censimento permanente delle imprese. Spunti di analisi.
L’industria manifatturiera pugliese: un sistema diversificato, resiliente e di rilievo
nazionale.
La pregevole fotografia dell’industria pugliese al 2018 che emerge dai dati
di sintesi del Censimento permanente delle imprese condotto dall’Istat –
per quanto limitata ad alcuni indicatori - mi sembra che ne dimostri
complessivamente un’apprezzabile capacità di resilienza, con l’esclusione
del comparto dell’edilizia che subisce invece nel periodo esaminato una
pesante ristrutturazione selettiva.
L’industria in senso stretto fra il 2011 e il 2018 scende da 10.509 imprese
a 9.565 - con una contrazione di 944 unità, pari all’8,9% - e da 122.937
occupati a 117.468, con una riduzione di 5.469 unità, pari al 4,4%.
L’industria delle costruzioni invece scende da 9.130 imprese a 7.069 con
una diminuzione di 2.061 unità, pari al 22,5%, e da 64.991 occupati a
47.545, con una riduzione di 17.446 occupati pari al 26,8%.
Insomma in Puglia fra il 2011 e il 2018 poco più di un quinto delle imprese
e poco più di un quarto degli addetti all’industria delle costruzioni sono
scomparsi.
Analizzando poi il panorama regionale dell’industria in senso stretto
sarebbe anche possibile individuare con sufficiente attendibilità gli
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stabilimenti che più hanno concorso - con loro cluster collegati - alla perdita
di occupati fra il 2011 e il 2018 e sono l’Ilva di Taranto - con alcune imprese
di subfornitura - la TD-Bosch di Bari, la Natuzzi e il cluster collegato di
aziende dell’indotto, le due grandi calzaturiere del Salento ovvero la
Filanto e la Nuova Adelchi, e la Cementir di Taranto.
Peraltro, analizzando i principali aggregati territoriali di contabilità
nazionale pubblicati dall’Istat, nel 2019 la Puglia per il valore aggiunto
dell’industria nell’insieme di tutte le sue componenti, comprese cioè le
costruzioni, è stata la 2° regione nel Mezzogiorno dopo la Campania, e l’8°
in Italia dopo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Piemonte, Toscana,
Lazio e Campania, mentre per il valore aggiunto del settore
manifatturiero, ha conservato il 2° posto nell’Italia meridionale alle spalle
della Campania, ma è scesa al 10° a livello nazionale alle spalle delle
Marche e del Friuli.
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Ora, è appena il caso di ricordare a livello macroeconomico quanto
accaduto fra il 2011 e il 2018, un arco temporale che ha visto - soprattutto
fra la seconda metà del 2011 e il 2015 - un forte rallentamento quando non
anche una flessione della crescita del Pil nazionale cui ha fatto seguito una
lenta ripresa dal 2015 che poi ha assunto connotazioni più robuste negli
anni successivi, per poi purtroppo flettere nuovamente e pesantemente
nel 2020.
Non si dimentichi inoltre – con specifico riferimento ad un comparto
trainante non solo dell’industria manifatturiera regionale ma di quella
nazionale - che dal 26 luglio del 2012, l’area a caldo dell’Ilva a Taranto è
stata posta sotto sequestro - prima senza facoltà d’uso, e poi con la facoltà
d’uso restituita ad essa da una legge che ha classificato lo stabilimento
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tarantino ‘sito di interesse strategico nazionale’ - dando inizio ad un
decorso produttivo che dal 2013 e sino ad oggi non ha più toccato le soglie
che ancora nel 2012 avevano visto il sito ionico attestarsi a poco più di 8
milioni di tonnellate di ghisa colata: e la flessione più pesante si è verificata
proprio lo scorso anno quando il Siderurgico ha superato di poco i 3 milioni
di tonnellate.
E fra il 2013 e sino ai giorni nostri si sono verificate vicende che sono andate
dal commissariamento dell’Ilva, alla sua amministrazione straordinaria e
poi all’avvio delle complesse procedure per la sua vendita, culminate poi
come tutti sappiamo sino ad oggi, nei fatti che hanno visto un storico
ritorno del capitale pubblico nella società che invece era stata privatizzata
nell’aprile del 1995.
Una resilienza prima e un rilancio poi dell’industria manifatturiera pugliese
resa manifesta dalla dinamica crescente dei fatturati di larga parte delle
società con sede legale in Puglia e dei valori delle produzioni di molti grandi
impianti facenti capo ad holding esterne al territorio, di cui sono riuscito
per gentile concessione del management di stabilimento ad avere un certo
numero di specifiche grandezze.
Le mie indagini già compiute ed in corso sullo specifico indicatore del valore
della produzione di stabilimenti a Bari, Brindisi e Taranto.
Alcuni dati del valore della produzione nel 2019 di siti facenti capo ad
holding con sedi legali esterne al territorio:
1) Raffineria dell’Eni, Taranto: 2.170 milioni;
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2) LyondellBasell, Brindisi: 440 milioni;
3) Avio Aero, Brindisi: 295 milioni;
4) Leonardo divisione elicotteri, Brindisi - 160 milioni;
5) Versalis, Brindisi: 850 milioni;
6) Merck, Bari: 1.000 milioni.
Alcuni casi invece di fatturati superiori ai 100 milioni nel 2019 di altre
società industriali locali e non locali con sedi legali in Puglia:
Casillo Partecipazioni: 1.493 milioni
Magna (ex Getrag) 875 “
AQP 457 “
Divella 280 “
TD-Bosch 243 “
Siciliani 233 “
Casa olearia italiana 228 “
Vestas 207 “
Jindal 179 “
Ladisa 150 “
Exprivia 137 “
MobilTuri 130 “
Bridgestone 127 “
Alfrus 118 “
AMIU Puglia 102 “
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Ma un altro fattore determinante che ha contribuito alla resilienza prima e
al rilancio poi di larga parte dell’industria manifatturiera pugliese è stato
rappresentato dagli investimenti, sia quelli incentivati dalla Regione con
un panel di agevolazioni che non ha eguali in tutta Italia, e sia quelli
alimentati dal credito di imposta o autofinanziati. Fra il 2014 e il 2020 -solo
per i contratti di programma riservati alle grandi imprese - ne sono stati
agevolati ben 60.
I comparti trainanti dell’industria in Puglia: acciaio, automotive,
aerospazio, chimica (nell’insieme delle sue branche), energia,
agroalimentare, Ict, Tac, ma anche meccanica pesante ed impiantistica,
packaging (vetro, cartotecnica, films, contenitori in plastica ed in legno),
legno-mobilio.
Il rilancio del TAC nel Salento con i ‘contoterzisti di qualità’ come Leoshoes
(155 milioni di fatturato nel 2019) e Manifattura Barbetta 62 milioni. Nella
BAT produzioni di safety shoes - Cofra – 130 milioni di fatturato nel 2019
e Base protection 42.
La Puglia ha il primato nazionale di energia generata da fonte eolica e
fotovoltaica grazie ai massicci investimenti che la realizzazione di parchi
eolici e fotovoltaici ha comportato e agli incentivi del conto energia.
Ma sempre la Puglia è la 2° regione d’Italia dopo la Lombardia per potenza
efficiente di generazione installata, qualunque ne sia la fonte.
Le prospettive:
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Le sfide per le aziende:
aumentare la massa critica - crescere in maniera sana, aprendosi con
fiducia anche a fondi di private equity - incrementare l’export - migliorare
la qualità della gestione ed in particolare dei controlli di gestione.
Le sfide per le Istituzioni:
migliorare e velocizzare le funzioni amministrative, acquisendo e
praticando sino in fondo la cultura dello sviluppo. Gli amministratori locali
devono essere manager dello sviluppo urbano.
La Regione deve attirare nuovi investimenti, rafforzare le filiere, l’altro
intervenendo con tempestività su due scacchieri molto delicati, ovvero
Brindisi e Taranto ove le supply chain di chimica, energia e siderurgia
rischiano una drastica e dolorosissima (sotto il profilo sociale)
ristrutturazione selettiva.