1. Ferrara 2030
Ritrovare il coraggio di costruire il
futuro
Stefano Capatti ricercatore Centro ricerche Documentazione
e studi di Ferrara
2. Pensare al 2030 e ritrovare il coraggio di costruire il
futuro per la nostra provincia esige uno sforzo
progettuale:
• di medio lungo periodo, evitando interventi spot o isolati che
disperdano risorse con scarsi risultati, ma privilegiando azioni
integrate e mirate;
• che apprenda dagli errori e dalle storture emerse dalla/nella crisi;
• che tenga conto delle caratteristiche economiche ed
imprenditoriali locali e sappia divenire un modello di sviluppo che
coniughi cooperazione, solidarietà e coesione sociale. Nessuno
deve essere lasciato solo;
• che risponda al preciso dovere di responsabilità nei confronti
delle generazioni future.
1943 – Il Codice di Camaldoli. E’ possibile un contributo simile a
livello locale che possa ispirare il futuro non solo dal punto di vista
economico, ma anche etico, morale, sociale?
3. I nodi economici e sociali critici a livello provinciale
- il tasso di occupazione 15-64 anni è caduto di 8 punti (da 69% del 2007 al
61,5% del 2014);
- Il tasso di disoccupazione 2014 ha raggiunto il 14% (media IT 12,2%).
Nel 2007 era al 2,7%;
- stretta creditizia e imprese ferraresi (dati Banca d’Italia): in quattro anni, i
finanziamenti concessi alle PMI ferraresi sono calati del 16,6%, un punto
sopra la media italiana (-15,5%);
- l’ascensore sociale (mobilità sociale) lento: solo l’8,5% dei figli di operai,
pur studiando, riescono ad accedere ad una classe superiore;
- impoverimento della classe media in caduta verso la classe inferiore;
- in aumento persone o famiglie della classe media che con la crisi stanno
scivolando al di sotto della soglia di povertà (perdita del lavoro associata
ad altri elementi di fragilità aggravanti, es. presenza di minori, over 45);
- In aumento. i Neet 15-29enni (No studio, no lavoro); in aumento i 25-
34enni ancora in casa;
- Raddoppiati 35-44enni ancora in casa.
4. Potenziare l’esistente, interpretare i nuovi segnali
positivi, imparare a costruire il futuro
Le imprese ferraresi che hanno saputo rispondere alla crisi
mantenendo posizioni di leadership sia nei settori di riferimento che
a livello internazionale:
• le aziende di grandi dimensioni (con un numero di dipendenti
superiore a 200), dopo alcuni periodi di crisi si sono ristrutturate ed
hanno ripreso a produrre su buoni livelli; in alcuni casi sono stati
modificati gli assetti societari e sono subentrati nella gestione
operativa nuovi manager;
• la fascia di società di piccole e medie dimensioni (classe di addetti
30-150) hanno continuato ad investire, svilupparsi, generare ricavi,
valore aggiunto e consolidare l’occupazione.
5. Le scelte strategiche vincenti
• Internazionalizzazione ( aziende con oltre il 60% dei ricavi
all’estero e sono ben posizionate nei mercati emergenti ad elevato
tasso di crescita);
• Ricerca (trasferimento tecnologico) e innovazione di processo e di
prodotto;
• Investimenti focalizzati sul rafforzamento del core produttivo
(automatizzazione dei processi);
• Formazione costante del personale.
6. Dialogo sociale e superamento delle contrapposizioni per non
perdere opportunità ed eccellenze (chimica, geotermia). Rifuggire
dalla logica SI-NO, Bianco Nero. Trovare risposte che sappiano
coniugare rispetto per l’ambiente e occupazione.
E’ il paradosso di Ulisse. <<L’ecologista ascolta il canto delle sirene
senza farsi legare e se ne innamora perdutamente. Il tecnico si
tappa le orecchie (ndr. o si comporta come il manager che si fa dare
dati più favorevoli cercando conferme che il rischio resterà sotto
controllo) fino a trovarsi di fronte ad un pericolo enorme. Ulisse
invece ascolta le sirene e si fa legare. In altre parole devi farti
turbare. Naturalmente non fino al punto di esserne distrutto>
7. Pesca e agricoltura: le nuove sfide
• A Goro è nato il Distretto Blue (filiera, pesca e acquacoltura,
cantieristica navale e industriale, movimento merci e persone,
attività ricettive, sportive e ricreative. 1.880 imprese, con
un’incidenza dell’intera economia del mare, sul totale dell’economia
provinciale, del 6% e 4.500 occupati nel Basso Ferrarese.
• Nonostante le difficoltà e la crisi, l’export dell’ortofrutta ferrarese
tiene il passo (pur la difficoltà delle imprese di trovare strumenti di
finanziamento più aderenti ai bisogni). La proposta del Presidente
Abete e il tavolo tecnico.
Quali nuove opportunità? Agricoltura per la cosmesi?
8. I nuovi segnali. Voglia di distretto?
Rapporto Uni-Club MoRe 2013. Dopo la delocalizzazione le imprese
stanno ritornando in Italia.
Dei 304 casi analizzati, 134 Usa e 68 Italia. Settori: vestiario;
meccanico, elettronico e delle forniture. I motivi del ritorno: i
consumatori vogliono il made in Italy; scarsa produzione; scarsa
competenza; maggiori costi della logistica; bisogno di un distretto e
di imprese qualificate.
Come attirarli? E’ possibile pensare la creazione di un distretto intorno
alla Berluti
9. Gli impegni che ci aspettano
Il modello delle tre province Basso Ferrarese, Medio Ferrarese l’Alto
Ferrarese (con la moltiplicazione dei centri decisionali e di potere non
funziona più): due agenzie di sviluppo, Sipro e Delta 2000; 4
aziende rifiuti ed energia con Area, Soelia, CMV e la presenza di
HERA; 4 Aziende Servizi alla Persona (Ferrara, Copparo,
Argenta-Portomaggiore, Codigoro) e i Servizi Associati dell’Alto
Ferrarese.
Con la riforma delle province, il sindaco del Comune capoluogo, è
chiamato a rappresentare un’area vasta e avrà un compito arduo
nel far sintesi di micro-istanze campanilistiche per dare invece
risposte progettuali a favore della coesione sociale, dell’inclusività
e della solidarietà.
Per lo sviluppo serve una sola agenzia
10. Gli impegni che ci aspettano
Province Rete
stradale
Ferrovie Porti Aeroport
i
Reti
energeti
co-
ambienta
li
Servizi a
band
larga
Strutture
per le
imprese
Piacenza 193,5 111,1 0 0 139,8 69,2 82,9
Parma 161,2 107,8 0 59 100,7 72,5 99,2
Reggio
E.
105,4 74,3 0 21 132,9 104,4 108,4
Modena 107,3 73 0 23,6 170,8 109,2 129
Bologna 150 312 0 132,4 119,6 111,8 140,8
Ferrara 78,4 65,2 0 53,5 119,5 74,7 75,9
Ravenna 123,5 141,2 1,812,4 77,1 192,6 103,4 110,2
Forlì-
Cesena
172,1 49,6 11,1 130,7 103,6 88,9 97,4
Rimini 88,8 134,2 88,6 269,7 168,3 144,1 172,5
Emilia R. 134,1 134,2 162,9 77,2 134,8 96,7 113,2
Italia 100 100 100 100 100 100 100
Indici di dotazione infrastrutturale per categoria. Anno 2012. Unioncamere
2013
11. Infrastrutture a misura d’impresa
Cosa producano (e quanto) le imprese ferraresi è noto (indicatori).
Meno noto è come e per chi (quadro concettuale di contesto). In
definitiva si tratterebbe di conoscere e ricostruire:
• le materie prime utilizzate (da dove arrivano? Come sono
trasportate?);
• il processo di lavoro (c'è esternalizzazione? Se si, a chi e dove?);
• come esce il prodotto o il manufatto (Container? Quale trasporto?
Dove deve essere consegnato?)
• i tempi (quali sono i tempi di approvvigionamento delle materie
prime? E i tempi di consegna? Quali sono le vie ed i sistemi più
usati?);
• quali sono i principali fabbisogni logistici?
• Quali sono i fattori infrastrutturali e logistici che renderebbero
maggiormente competitiva l'azienda?