2. Efficacia del programma GAGI
• Si è discusso e si continua a discutere molto sull’efficacia
del nuovo programma Garanzia Giovani, considerato da
alcuni come una grande opportunità per incentivare le
imprese ad assumere i giovani e per altri come l’ennesimo
fallimento delle politiche pubbliche.
• Uno dei nodi da sciogliere è sicuramente quella
dell’accessibilità: da un lato si registra infatti la lenta
adesione al programma stesso da parte dei giovani e
dall’altra la difficoltà di rendere effettivo il processo di
orientamento verso le opportunità (non molte in realtà)
offerte dalle imprese.
3. Efficacia del programma GAGI
• La questione è ovviamente più complessa ed è importante
riflettere sulle condizioni di attivazione dei destinatari di questi
interventi (giovani in uscita dal sistema educativo), guardando a
monte per capire cosa è stato fatto o non è stato fatto prima e
durante la transizione dei giovani dalla scuola al lavoro.
• Se pensiamo infatti che nel nostro Paese nel 2014 quasi 18
giovani su 100 di età compresa fra i 18 e i 24 anni non
avevano conseguito il diploma, ci rendiamo ben conto di quali
siano le condizioni di disorientamento, demotivazione,
abbandono ed il danno sociale che questi fallimenti scolastici
comportano.
4. Efficacia del programma GAGI
• Il dato tradotto in termini assoluti indica un esercito
di quasi 800 mila giovani privi di un livello minimo
di istruzione e senza un’adeguata preparazione per
rispondere prontamente alle sfide del mercato del
lavoro.
5. Efficacia del programma GAGI
• Ogni anno in Italia circa 115 mila studenti fra i 14 ed i
17 anni escono prematuramente dai percorsi di istruzione
e formazione: soprattutto al Sud (un quinto del totale dei
dispersi è in Campania) e nelle isole, ma non solo.
• A questi dati si devono aggiungere i tassi di ripetenza ed il
numero degli studenti che cambiano scuola per
comprendere quanto siano importanti e urgenti le attività
di orientamento, già a partire dai primi anni scolastici.
6. Il target del programma GAGI
• Il target del programma Garanzia Giovani sono i NEET
(Not in Education, Employment or Training) ossia i
giovani tra i 15 e i 29 non impegnati in un percorso di
istruzione o formazione e che non lavorano.
• Le stime indicano che sono oltre 2 milioni e 200 mila i
giovani “disimpegnati” nello studio e nel lavoro.
• Parliamo di persone che rischiano di non avere una
preparazione adeguata alle richieste di professionalità del
mercato del lavoro e che spesso non hanno ancora
definito o hanno cambiato i propri obiettivi professionali
una o più volte..
7. Career management skills
• Secondo le Risoluzioni Europee in materia di
orientamento e le recenti Linee Guida Nazionali
sull’Orientamento, obiettivo principale delle attività di
orientamento è quello di promuovere competenze utili
alla gestione della propria carriera formativa e
professionale.
• Nei documenti più recenti si parla infatti di Career
Management Skills ovvero di quelle competenze che
permettono ai cittadini di prendere decisioni e perseguire i
propri obiettivi di sviluppo personale e professionale.
8. Career management skills
• Su questo tema esiste un vuoto dal punto di vista dei
programma educativi e forse anche un gap culturale, tanto che a
scuola si parla pochissimo di professioni, quasi fosse un tabù.
• Anche il concetto anglosassone di “career” non trova in realtà
una piena corrispondenza con quanto nella nostra lingua evoca
invece il concetto di “carriera”.
• Sarebbe invece estremamente utile ripensare ad un’idea nuova e
positiva di carriera formativa e professionale, intesa non come
una scelta casuale, ma bensì come la “costruzione” della vita
dell'individuo nell'apprendimento e nel lavoro.
9. Lifelong learning
• Questa progressione non necessariamente deve essere
verticale, ma può essere pensata e vissuta come
un’esplorazione ed un ampliamento dei propri saperi e
delle proprie esperienze, in modo consapevole.
• Nell’ambito dell’apprendimento è ormai diffuso il
concetto di “lifelong learning” ovvero l’idea di un
apprendimento per tutto l’arco della vita: un percorso
personale che abbraccia tutte le forme di apprendimento,
non solo formale, nei contesti educativi, ma anche
informale attraverso le molteplici esperienze della vita.
10. Lifelong learning
• Allo stesso modo possiamo pensare la nostra carriera
lavorativa come un percorso che abbraccia tutte le diverse
forme ed esperienze di lavoro, non solo quello
“dipendente”, ma anche quello autonomo e quello
volontario, il lavoro famigliare e i servizi prestati in favore
della comunità.
• In questa prospettiva, la gestione della propria carriera
assume un valore rilevante per la persona e diventa un
processo permanente, piuttosto che un singolo evento
nella vita
11. Lifelong learning
• Le azioni di orientamento devono quindi aiutare le persone a
comprendere le proprie potenzialità e a gestire il proprio
percorso di sviluppo formativo e professionale.
• In molti contesti Europei le azioni di Career Education a
scuola hanno una lunga tradizione e partono fin dalla scuola
primaria.
• I docenti propongono agli alunni attività di conoscenza ed
esplorazione delle professioni, con strumenti informativi,
software sulle professioni e materiali didattici elaborati proprio
per promuovere la capacità di “governare” in modo autonomo e
quanto più possibile in modo gratificante le proprie future
scelte formative e professionali.
12. Lifelong learning
• Il ruolo dell’orientamento è quindi fondamentale per
preparare i giovani a riconoscere le nuove
opportunità professionali, a costruire una propria
identità professionale, a conseguire attraverso
l’apprendimento o le esperienze di lavoro e di vita
quelle competenze che sono richieste dalle diverse
mansioni e dai diversi contesti lavorativi.
13. Lifelong learning
• La rete Europea che si occupa delle politiche per
l’orientamento (ELGPN) ha pubblicato nel 2013 un
documento molto chiaro in questa direzione,
sottolineando come l’orientamento rappresenti una
leva strategica per il successo dei programmi e delle
misure di sostegno all’occupazione dei giovani,
soprattutto quando parliamo di giovani NEET.
14. Career management skills
• Le Career Management Skills rappresentano quindi un
prerequisito fondamentale per garantire l’accesso
da parte dei giovani alle opportunità, molteplici e
discontinue, che possono arricchire e far progredire
la propria carriera formativa e professionale.
• Allo stesso modo la mancanza di queste competenze
può ridurre e ostacolare l’accesso da parte dei giovani
più “disimpegnati” a programmi e misure complesse,
come Garanzia Giovani.
15. Linee guida nazionali
• In Italia le recenti Linee guida nazionali per l’orientamento
permanente del Ministero dell’Istruzione1 hanno sottolineato in
modo molto chiaro questa esigenza di promuovere la cultura del
lavoro e la conoscenza delle professioni a scuola, fin dalla scuola
primaria.
• Ed esistono già iniziative e proposte operative molto concrete
in questa direzione in diverse aree del nostro Paese2.
• 1 Ministero dell’Istruzione, della Ricerca, dell’Università, Linee
guida nazionali per l’orientamento permanente, Prot. 4232 del
19 febbraio 2014.
• 2 Si veda ad esempio il progetto www.wideningthefuture.eu.
16. Linee guida nazionali
• Lo stesso MIUR, nell’ottica di individuare strumenti didattici in questo specifico
ambito, ha sperimentato il software S.Or.Prendo1 a livello nazionale in circa un
centinaio di scuole secondarie di primo e secondo grado2.
• Questo software consente infatti agli studenti di esplorare le professioni,
comprenderne le caratteristiche e le differenze, confrontandole con le proprie
aspirazioni e motivazioni. Lo strumento consente ad ogni singolo studente di
costruire progressivamente un proprio piano di orientamento alla “carriera”
formativa e professionale. Questo strumento è già ampiamente utilizzato nel nostro
Paese, a partire dalle iniziative della Regione Friuli Venezia, della Regione Marche,
della Regione Umbria e dell’Agenzia Piemonte Lavoro, proprio nell’ambito del
programma Garanzia Giovani. (www.garanziagiovanipiemonte.it).
• 1 www.sorprendo.it.
• 2 Il report della sperimentazione è stato pubblicato e diffuso dal Miur:
http://www.sorprendo.it/l-agenda/199-la-sperimentazione-nazionale-s-or-prendo-
promossa-dal-miur.
17. Linee guida nazionali
• Stiamo ovviamente parlando di azioni preventive che
dovranno trovare attuazione sistematica attraverso
azioni parallele di supporto alle scuole e ai docenti,
condividendo le buone pratiche e gli strumenti
didattici già esistenti.
• In questa direzione, possiamo includere anche le
esperienze sempre più strutturate di alternanza
scuola-lavoro.
18. • In altri Paesi, dove queste attività di Career Education
hanno una tradizione più consolidata, il fenomeno dei
NEET ed i tassi di dispersione scolastica e formativa
(Early School Leaving) hanno una rilevanza molto più
contenuta: 12,4 per cento nel Regno Unito, 9,9 in
Germania e 9,7 in Francia (in linea già con gli obiettivi
UE 2020 di rimanere sotto al 10 per cento).
• Le norme ci sono e così pure gli strumenti, i modelli
teorici e le buone pratiche: potenziare la Career Education
nella scuola è sicuramente possibile, utile ed urgente.