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Book impianti
centralizzati
TV e SAT
Terza edizione
B3
www.fte.it
3
Premessa
Gentile cliente,
FTE maximal ha voluto realizzare il presente Book Impianti, terza edizione, per fornirLe un ulteriore ser-
vizio e un supporto tecnico pratico ed immediato.
In quest’ottica, l’Azienda ha cercato di rendere la lettura del Book Impianti e la ricerca delle specifiche
tecniche il più possibile rapida e chiara, strutturando la pubblicazione in tre parti.
FTE maximal Italia s.r.l.
4
Premessa
Garanzia e qualità
Il sistema di Progettazione, Produzione e Distribuzione adottato da FTE maximal GROUP è certificato
secondo le normative UNI EN ISO 9001. Questo ha come obiettivo la costante e continua efficienza in
termini di qualità dei propri prodotti e dei servizi forniti.
5
Premessa
FTE maximal GROUP
Fondata nel 1965 in Mülacher (Germania), Fte maximal si è consolidata come specialista nella
progettazione e produzione di prodotti per la ricezione e distribuzione di segnali Tv e SAT. Nel 1997
consolida un accordo commerciale con altre due aziende, una Spagnola e una Italiana, aziende che
completano la gamma di prodotti nel settore radiotelevisivo. Nel 1995 tutta la produzione viene trasferita
nell’attuale sede centrale in Barcellona (Spagna).
Attualmente FTE maximal offre una soluzione globale adattata ad ogni mercato internazionale e
mondiale, operando con oltre 50 paesi, riscontrando un ottimo successo presso i professionisti del
settore telecomunicazione radiotelevisive.
La produzione avviene su quattro centri di produzione collocati a Barcellona (Spagna), Groisy (Francia),
Guangdong (Cina) e Lunen (Germania).
FTE maximal, consapevole della fondamentale importanza nel fornire un supporto e un servizio tecnico
diretto alla propria clientela, ha creato 8 filiali autonome per un totale di 20.000 mq. di magazzini in Europa,
Asia e Medioriente, che operano sul propio territorio tramite una propria rete commerciale, assicurando
consegne veloci e un’assistenza tecnica sempre vicina alle esigenze dei distributori, installatori e clienti
finali.
FTE maximal ITALIA opera con la propria sede in Reggio Emilia avvalendosi di una struttura tecnica,
logistica, commerciale e amministrativa, impegnandosi nel costante mantenimento di una rete di
distribuzione e di un supporto tecnico capillare su tutto il territorio nazionale.
Francia
Dubai
Barcellona
Germania
Portogallo Italia
Dubai
6
Premessa
Il software FTE
FTE maximal mette a disposizione gratuitamente alla propria clientela il software SiS 1.0, programma di
progettazione d’impianti in distribuzione Multiswitch. Il programma dispone di una libreria dove è indicato un
elenco completo e dettagliato di tutti gli articoli FTE maximal per la stesura di preventivi. SiS 1.0 dispone di
un controllo automatico dei livelli di segnale alle singole prese, con segnalazione automatica dei punti critici.
Oltre al SiS 1.0, FTE maximal presenta il software CICAT per la progettazione di impianti TV e
SAT. Questo programma permette di realizzare progetti di impianti centralizzati TV e SAT in modo
semplice e dinamico. Una volta realizzato il progetto si possono estrapolare lo schema dell’im-
pianto, il computo metrico dei materiali e tutte le informazioni tecniche dell’impianto progetta-
to (livelli dei segnali, rapporto segnale/rumore, intermodulazione, regolazione amplificatori, …)
7
Premessa
Corsi di formazione tecnico pratici
Fte maximal ha attivato nuovi corsi di formazione per darti la possibilità di acquisire sempre maggiori
competenze nel campo dell’impiantistica TV, DTT e SAT.
Il nostro piano di formazione, suddiviso in tre step, ti consentirà di allargare la tua area di competenza,
acquisire nuove conoscenze pratiche e teoriche, affinare le tue capacità nel creare nuove opportunità di
business.
1- Corso DTT (digitale terrestre)
L’avvento dei nuovi segnali digitali: prospettive future e nuove opportunità commerciali. Aspetti pratici
per la ristrutturazione e progettazione di nuovi impianti centralizzati con segnali digitali.
Durata del corso 3 ore, presso il distributore partner.
2- Corso Impiantistica
Progettare e realizzare impianti centralizzati TV e SAT. Analisi dei segnali TV e SAT analogici e digitali,
analisi delle tipologie di impianto, utilizzo del misuratore di campo e accenni sui software di progettazione
FTE maximal.
Durata del corso 6 ore, presso il distributore partner.
3- Corso Impiantistica Avanzato
Entrare in modo pratico e dinamico nelle tecniche di taratura delle centrali Terrestri e Satellitari. Teoria e
pratica in laboratorio con Misuratore di Campo.
Durata del corso 2 giorni, presso la sede di FTE maximal.
Numero massimo: 12 partecipanti con nozioni di impiantistica TV e SAT.
8
9
Consigli tecnici • Normativa
Indice
Parte
1
Guida CEI 140-100 2007-1 10
Intestazione del cavo coassiale 12
Linea guida controllo collaudo 15
DTT - Le misure 16
Canali e bande televisive 20
Bande e polarizzazioni in 1ª IF 22
Livelli di segnale 22
Regola dei 3 dB 22
Attenuazione cavo Fte 22
Canali SFN Italia 23
LEGISLAZIONE 24
DM 37/08 29
10
Consigli
tecnici
Guida CEI 140-100 2007-1
Linee guida relative al dimensionamento del sostegno d’antenna
Alfine di rendere comprensibile e più facilmente eseguibile il calcolo del sostegno d’antenna vi sottopo-
niamo una procedura sintetica estratta dalla guida CEI 140-100. Il palo di per se rappresenta l’elemento
principale del sistema di sostegno delle antenne. Alcuni aspetti meccanici e fisici assumono importanza
rilevante di cui si deve tenere conto per una corretta scelta del palo autoportante:
• Il vento esercita un’azione tagliente e torcente sul palo e per questo va a caricarlo
• Ogni antenna installata, sollecitata dal vento, esercita un peso sul palo, che mette alla prova sia la
sua staticità che la sua resistenza
Di seguito viene riportata la procedura per il corretto dimensionamento del sostegno, tenendo conto
degli aspetti precedentemente descritti.
Calcolo del Momento flettente esercitato dalle antenne sul palo
Il palo telescopico è costituito da più tronconi (vedere fig. 2) dove quello principale (base), a diametro
maggiore rispetto agli altri, subisce viene ancorato mediante zanche. I successivi tronconi a diametri
inferiori e differenti, si innestano tra di loro fino all’ultimo troncone a diametro più piccolo. La procedura
di calcolo che vi viene proposta è da eseguire su tutti i tronconi per poter scegliere correttamente i pali
e definire il miglior sistema di sostegno delle antenne.
Procedimento di calcolo
1. Calcolare la forza esercitata dall’antenna sul palo nel punto di ancoraggio quando viene sottoposta al
vento ad una velocità di 130 km/h con la seguente formula:
Tale calcolo deve essere effettuato per ogni antenna installata sul palo.
2. Calcolare il momento flettente Ma1
(espresso in Newton metri) Mba
che ogni antenna
determina sul palo e il momento totale dell’insieme delle antenne Mba
Fig. 1
F è la forza esercitata dalle antenne sul palo nel punto in cui sono fissate ad esso
a è la distanza dell’antenna dal punto di fissaggio come si vede in figura 1
Ma1 = F1
* a1
Ma2 = F2
* a2
Ma3 = F3
* a3
Ma4 = F4
* a4
Mba (N/m) = Ma1 + Ma2 + Ma3 + Ma4
F(N) = c * p
c è una costante che deve essere scelta tra
 1,2 (condizioni di vento teso)
 1,6 (condizioni di raffiche di vento)
 2,0 (in presenza di ghiaccio che aumenta la superficie esposta)
p è la pressione standard a quando il vento soffia a 130 km/h ed è pari a 800 N/m
S è la superficie a cui l’antenna è sottoposta all’azione del vento
F(N) = c* p * S
11
Consigli
tecnici
Calcolo del Momento flettente esercitato dal vento sul palo
Una volta eseguito il calcolo del momento flettente causato dalle antenne occorre calcolare anche quello
causato dal vento sul palo stesso. Questo calcolo dovrà tenere conto dei vari tronconi di differenti sezioni
L1, L2, L3 del palo telescopico che sono sollecitati dal vento.
3. Calcolare la pressione esercitata dal vento su ogni troncone del palo
Dopodiché si deve calcolare il momento flettente dato dalla somma dei
singoli momenti
Infine quasta fase di calcolo termina con il calcolo del momento flettente
complessivo Mbt dato dalla somma del momento flettente causato dalle
antenne Mba e il momento causato dal vento sui tronconi del palo Mp.
Importante: Il valore del momento flettente Mbt dovrà essere inferiore a 1650 Nm. Se si superano i
1650 Nm potrebbe essere necessaria una prova statica per la parte del fabbricato sulla quale si intende
ancorare il palo. Nei calcoli si ipotizza una velocità del vento di 130 km/h , se situato a meno di 20 m
dal suolo, oppure di 150 km/h se posizionato ad altezza superiore.
Individuazione del palo
Una eseguito il calcolo del momento Mbt
, la scelta della sezione del palo viene determinata dal modulo
di resistenza W dello stesso, da posizionare nel punto di maggior sforzo. Il modulo di resistenza W si
calcola con questa formula:
Questo calcolo permette di calcolare successivamente il momento Mmax
, il momento flettente che il palo
(troncone principale o base dove viene fissato il sostegno) è in grado di contenere, che dovrà essere ne-
cessariamente superiore o uguale al valore di Mbt
calcolato precedentemente. La formula è la seguente:
La stessa procedura di calcolo dovrà essere eseguita anche per restanti singoli tronconi (pali) di diame-
tro inferiore che verranno inseriti nel palo principale (base).
Fig. 2
q1 = c * p * D1
q2 = c * p * D2
q3 = c * p * D3
c è il coefficiente din carico già visto
p è la pressione convenzionale di 800 N/m già vista
D è il diametro del troncone di palo espresso in metri
Mp (N/m) = q3 * L3
2
/ 2 + q2 * L2 * (L3 + L2 / 2) + q1 * L1 * (L3 + L2 + L1 / 2)
Mbt (N/m) = Mba + Mp
d
D è il diametro del troncone di palo espresso in metri
d è il diametro interno del tubo
Fig. 3
Mmax (N/m) = W * Rm / 1000
Rm è il modulo di resistenza del palo fornito dal
costruttore espresso in N/mm2
. Questo parametro
dipende dallo spessore del palo: maggiore è lo
spessore del palo, più lo stesso è resistente e
garantisce un momento massimo sopportabile
W (mm3
)= π * D4
- d4
12
Consigli
tecnici
Intestazione del cavo
coassiale
Nei paragrafi seguenti vengono presentati i mo-
delli di connettore più diffusi e forniti utili consi-
gli sulla realizzazione pratica delle connessioni. In
particolare ci si soffermeremo sui seguenti siste-
mi:
• connessioni F, le più utilizzate dall’avvento della
ricezione via satellite per la loro praticità d’uso
• connessioni per cavi da interramento e posa
esterna
• connessioni nelle prese da parete
• giunzioni tra cavi
Preparazione del cavo coassiale
Prima di utilizzare qualsiasi connettore è fonda-
mentale preparare con cura il cavo coassiale. La
sguainatura (cioè I’asportazione della guaina) va
effettuata nel modo più preciso possibile, usando
preferibilmente forbici ben affilate, munite di lu-
netta adeguatamente ampia. Si eviti di incidere il
sottostante schermo e di schiacciare il dielettrico
del cavo. Si abbia cura di garantire un buon con-
tatto tra treccia e corpo metallico del connettore,
sia quando è rivoltata all’indietro sulla guaina che
altrimenti posizionata. Nei cavi coassiali dotati di
nastrino metallico non togliere il nastro di rame
o di alluminio, ma lasciarlo avvolto sul dielettrico
sino al taglio, in modo che la schermatura sia effi-
cace anche nel punto di innesto con il connettore.
Ricordarsi di tagliare il conduttore centrale tra-
sversalmente, a “becco di flauto”, per facilitarne
l’inserimento nel connettore femmina.
Allo scopo di facilitare tutte queste operazioni ed
oltre le forbici di alta qualità, si possono trovare
una serie di pratici spelacavi (modello HC2) che,
in maniera precisa e veloce, tagliano a misura tutti
i componenti del cavo.
Connessioni tipo F
Il connettore F si è imposto universalmente ne-
gli impianti per trasmissione TV e SAT, in quanto
soddisfa in buona parte i requisiti richiesti, e cioè:
• facilità di montaggio
• buona schermatura
• durata nel tempo, sia meccanica che elettrica
• connessione meccanica stabile
• costo contenuto
Sul mercato sono disponibili svariati modelli di di-
verso diametro, dotati anche di O-ring per la tenu-
ta contro l’umidità, che soddisfano le più disparate
esigenze. Ve ne sono in versione a crimpare, ad
avvitare e a compressione (a prova di umidità).
Con l’ausilio di alcune sequenze fotografiche illu-
streremo in dettaglio le fasi di montaggio dei con-
nettori offerti sul nostro catalogo.
Connettore F a crimpare
I modelli qui proposti sono stati opportunamente
dimensionati per la nostra gamma di cavi.
Per intestare il cavo si consiglia di utilizzare gli
appositi spelacavi (modello HC2) oppure operare
come segue. Si mette a nudo il conduttore interno
e si spela un tratto di guaina come da istruzioni
riportate sulla confezione dei connettori. Quindi si
controlla con molta attenzione che non ci siano
fili della calza avvolti sul centrale questo compor-
terebbe un corto, ribalta con cura la treccia sulla
guaina e si innesta il cavo nel connettore. Ricor-
diamo di assicurarsi che il nastrino penetri, insie-
me al dielettrico, nel foro interno del connettore. Il
fissaggio finale del cavo si ottiene mediante crim-
patura da eseguire con l’apposito attrezzo (pinza
serie CZ57).
Si illustra di seguito la corretta sequenza di mon-
taggio:
• prima di iniziare è necessario procurarsi i se-
guenti attrezzi:
1 pinza crimpatrice (mod. CZ57)
CZ57
F37 F48 F55
Cavo K121 K200 K290 e K300
Diametro 5 mm 6,8 mm 6,8 mm
F73 FHQC5 FHQC
Cavo K403 K121 K290 e K300
Diametro 10,3 mm 5 mm 6,8 mm
13
Consigli
tecnici
HC2 HC4
ed uno spelacavi universale (mod. HC2 o HC4)
• Introdurre il cavo tra le ganasce dello spelacavi
HC2, facendo attenzione che sia inserito comple-
tamente, senza fuoriuscire dalla sede.
• ruotare lo spelacavi attorno al cavo alcune volte
con movimento costante, a seconda dello stato di
usura delle lame.
• premere lo spelacavi all’altezza delle pinze e
tirarlo per rimuovere la guaina e il dielettrico. Il
cavo, quando è spelato correttamente, appare
come nella foto a destra dove treccia e condutto-
re interno appaiono messi completamente a nudo.
• ribaltare la treccia sulla guaina, avendo cura di
lasciare invece il nastrino aderente al dielettrico.
• infine, inserire fino a fondo corsa il connettore
nel cavo, facendo attenzione che il nastrino pene-
tri interamente nel tubetto interno.
• facendo uso dell’apposita pinza CZ57, crimpare
a fondo il connettore, dopo averlo inserito nella
sede esagonale.
• ora il cavo è connesso in maniera sicura ed ef-
ficiente. Per migliorarne la resistenza all’umidità
in esterno consigliamo di isolare la connessione
mediante uno dei molti sistemi tecnici disponibi-
li (cere, nastro autoagglomerante o vulcanizzato,
silicone, ecc.)
Connettore F ad avvitare
Il cavo viene preparato come nel caso precedente,
poi si avvita il connettore direttamente sulla guai-
na. L’operazione è semplice ed immediata e non
richiede particolari attrezzi. Il connettore, inoltre,
può essere riutilizzato. Per contro il rischio di dan-
neggiare la treccia o di torcere eccessivamente il
cavo è più alto. Questi inconvenienti vanno tenuti
presenti se si dovesse optare per l’uso di questo
modello.
14
Consigli
tecnici
Anche questa connessione, se usata all’esterno,
richiede una qualche forma di sigillatura che con-
senta di bloccare le infiltrazioni di umidità.
Connettore F a compressione
Questo tipo di connettore offre l’impermeabilità
contro l’umidità, ad un prezzo leggermente supe-
riore rispetto ai modelli precedenti.
Può anche ritenersi una valida alternativa ai con-
nettori per interramento, essendo dotato di oring
sulla parte anteriore e posteriore del connettore.
Il cavo deve essere preparato come nel caso dei
connettori F a crimpare, salvo per il connettore
che và crimpato con una pinza appositamente
studiata modello HC5 o HC11 .
Scelta del cavo coassiale
Per la scelta di un cavo coassiale dovremo legge-
re alcuni valori di fondamentale importanza nella
scelta del cavo.
Per primo le caratteristiche elettriche di perdita in
base alla lunghezza della tratta da effettuare.
Per secondo le caratteristiche fisiche, raggio di
curvatura, forza massima di trazione:
• il raggio di curvatura minimo è utile da sape-
re in fase di messa in posa , specie in esterno ,
per evitare di avere problemi successivi ad uno
schiacciamento del cavo con relativa perdita d’im-
pedenza.
• forza massima di trazione, in linea di massima è
utile per valutare se un cavo può venire sollecitato
o meno in fase di posa all’interno dei corrugati e
per effettuare un confronto tra un cavo e un altro.
La messa in posa del cavo deve tener presente
alcune regole che:
• all’esterno la posa deve essere effettuata in
guaine PE da esterno che proteggono il cavo
da umidità, raggi UV, intemperie, possibilità di
schiacciamenti, ecc.
• sempre all’esterno è consigliabile fare il cosid-
detto sgocciolatoio come si vede nella foto sotto
• cercare di limitare al minimo indispensabile l’uso
di fascette, chiodini fermacavo, o se proprio il loro
uso risulta indispensabile, cercare di non provoca-
re schiacciature per evitare fastidiosi problemi di
Return Loss usando le fascette in modo da non
schiacciare il cavo e i chiodini fermacavo idonei a
quel tipo di cavo; d’altronde la cosa è intuibile se
scegliamo un cavo più costoso con un ottimo va-
lore di perdite, che andiamo a peggiorare perché
abbiamo schiacciato troppo i cavi con delle fascet-
te, otterremo lo stesso risultato, se non peggiore,
come se avessimo usato un cavo più economico;
• nella posa interna e in prossimità di spigoli in-
terni e soprattutto esterni, ma anche nelle scatole
di derivazione, nelle scatola delle prese utente, la
curvatura del cavo coassiale non deve superare
il minimo raggio di curvatura, come si vede dal
disegno sottostante.
La corretta scelta del cavo è da affiancare ad una
corretta scelta del connettore e della sua messa in
posa, in precedenza abbiamo indicato il connetto-
re che più è adatto al cavo coassiale Fte maximal
HC5
CF121 CF125 CF47
Cavo K121 K200 K290 e K300
Diametro 5 mm 6,8 mm 6,8 mm
CF43 FHQT5 FHQT
Cavo K403 K121 K290 e K300
Diametro 10,3 mm 5 mm 6,8 mm
CFC58 CFC6 CFC11
Cavo K121 K290 e K300 K403
Diametro 5 mm 6,8 mm 10,3 mm
Raggio minimo di curvatura
NON CORRETTO
Raggio minimo di curvatura
CORRETTO
15
Consigli
tecnici
Linea guida controllo
collaudo
A conclusione di una installazione di impianto nuo-
vo o di modifiche importanti effettuate su un im-
pianto esistente occorre procedere al collaudo per
accertare la conformità dei materiali e delle appa-
recchiature installati e la corretta esecuzione dei
lavori in ottemperanza alle Norme, come richiesto
dal DM 37/08.
Verifica della funzionalità
Per verificare la funzionalità di un impianto è ne-
cessario che alle prese d’utente (ovvero nel punto
HNI) siano effettuate:
• misure del livello dei segnali
• misure del rapporto C/N e del BER (Bit Error
Rate)
• misure di disaccoppiamento tra le prese d’uten-
te (almeno su due prese nei piccoli impianti o sul
5% delle prese nei grandi impianti).
Verifica della sicurezza
Le apparecchiature dell’impianto e gli schemi
dei cavi coassiali della rete di distribuzione dei
segnali sono collegati in modo da assicurare
la protezione dai contatti diretti e indiretti, ai
sensi della Norma CEI 64-8?
L’edificio in cui è installato l’impianto di di-
stribuzione dei segnali televisivi è dotato di
impianto di protezione contro le scariche at-
mosferiche e sovratensioni indotte?
Le antenne sono state messe a terra in modo
adeguato secondo la Norma CEI EN 62305?
Necessario adeguamento
È stata verificata la probabilità di fulminazio-
ne della struttura dopo che sono state in-
stallate le antenne?
Il risultato della verifica richiede un im-
pianto di protezione contro le scariche
atmosferiche e sovratensioni indotte?
OK
SÌ
SÌ
SÌ
NO
NO
Necessaria
verifica
NO
NO
Necessario
adeguamento OK
NO
SÌ
SÌ
Necessario progettare impianto
di protezione secondo
Norma CEI EN 62305
16
Consigli
tecnici
DTT - Le misure
I parametri da tenere sotto controllo
FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale
La diffusione della televisione digitale terrestre,
impone una costante riflessione sui parametri che
la caratterizzano affinché diventino il più possibile
familiari agli installatori professionisti. Un’adegua-
ta preparazione li metterà in condizione di gestire
più velocemente problematiche complesse.
Il segnale DVB-T, quello della televisione digitale
terrestre, è caratterizzato da numerose peculiarità
che lo rendono profondamente diverso dal segna-
le analogico. Ad esempio, nella DTT si utilizza la
modulazione COFDM, il cui principale vantaggio
è dato dalla sua robustezza. Rispetto alle riflessio-
ni e/o ai cammini multipli (multipath) non si hanno
effetti di “ghosting” come doppie immagini o fan-
tasmi. Inoltre, la trasmissione DTT presenta una
buona resistenza rispetto alle interferenze co-ca-
nale, in modo particolare quando l’interferente è
un canale analogico. Ma non sono queste le sole
differenze: la potenza sul canale radio è uniforme-
mente distribuita su tutta la banda e non concen-
trata come nel canale analogico in corrispondenza
della portante video: tutto questo comporta anche
un diverso approccio di misura. Inoltre la possibi-
lità di poter utilizzare molti schemi di modulazione
consente di poter mediare tra capacità di traspor-
to e robustezza del collegamento. Per esempio:
passare da una modulazione 64QAM (rate 2/3) a
16QAM (rate 3/4) si riduce del 25% la capacità
di trasporto.
Aree di copertura e possibilità di
ricezione
La robustezza della modulazione utilizzata consen-
te di diminuire la potenza di trasmissione, anche di
15-17 dB, rispetto all’analogico, a parità di aree di
copertura. Nella pratica, anche se è possibile la-
vorare con livelli più bassi rispetto all’analogico oc-
corre fare alcune considerazioni. Quando il livello
analogico è molto scarso otteniamo una semplice
degradazione della qualità dell’immagine; nel caso
del DTT, invece, un livello troppo basso genera
l’effetto “soglia” e quindi si perde la possibilità di
demodulare. È molto importante per un segnale
DTT avere un “margine” nella ricezione per ovviare
a fluttuazioni di potenza dovute alle diverse con-
dizioni di propagazione che possono cambiare nel
tempo: in molti casi saranno sufficienti antenne
omnidirezionali ma quando non saranno sufficien-
ti, dovranno essere sostituite da antenne
più direttive. Nella ricezione di multiplex
diversi, provenienti da siti diversi e quin-
di con coperture diverse, occorre anche
considerare un’equalizzazione in potenza
tra i vari transponder digitali.
I parametri misurabili
La possibilità di installazione nelle abita-
zioni domestiche dei servizi televisivi ana-
logici e digitali passa attraverso la neces-
sità di rendere funzionali i servizi stessi.
La funzionalità del servizio deve quindi
poter essere dimostrata in modo ogget-
tivo attraverso la misura dei parametri
indicativi della funzionalità stessa. Proba-
bilmente, nella DTT, il più importante e
significativo tra tutti i parametri misurabili
è quello che viene definito “margine di
decodifica” e rappresenta la quantità di
potenza del segnale che eccede il valo-
re minimo indispensabile ad un ricevitore
digitale per poter decodificare il segnale
stesso. La quantificazione del “margine”
passa quindi attraverso altre misure che
ora andiamo a considerare.
I SEGNALI TV
LIVELLO MINIMO (dBPV) LIVELLO MASSIMO (dBPV)
TV analogica 57 77
TV Digitale Terrestre 47 (52) 77
Buono
Medio
Scarso
p.v. BER canale reale
p.v. BER canale ideale
FEC 3/4
MARGINE DI RUMORE
Cond.
ideali
N
B
Cond.
ideali
N
B
+
N
F
26.4
26.4
RUMORE
DI FASE
SNR
C
N
( )
soglia ideale
C
N
( )
soglia reale
C
N
( )
esercizio
C
N
(dB)
C = Portante
N = Rumore
NB
= Rumore bianco
NF
= Rumore di fase
C
N
C
NB
= In condizioni ideali (teoriche)
C
N
C
NB+
NF
= In condizioni reali
Condizione
di esercizio
MARGINE DI RUMORE
1
7
Consigli
tecnici
La misura del “livello”
Il primo e più semplice parametro da verificare è il
‘livello’ del segnale, inteso come sua ampiezza o
intensità di potenza. Tipicamente viene misurato in
dBμV. Mentre in un segnale analogico la potenza
misurata è riferita al valore di picco di sincronismo
del segnale PAL, nel caso della DTT la potenza
complessiva rappresenta la somma della potenza
di tutte le portanti del canale COFDM e non la sin-
gola portante. Nei segnali DTT possiamo trovare
valori molto più bassi rispetto ai segnali analogi-
ci poiché le potenze di emissione al trasmettitore
possono essere più basse. Ecco alcune osserva-
zioni al riguardo:
– il livello minimo per la DTT, pari a 47 dBμV, è
riferito alla situazione in cui il decoder digitale è
direttamente collegato al cavo d’antenna tramite
la presa d’utente; questo livello è quello presente
alla presa e coincide con quello in ingresso al
decoder.
– il livello minimo per la DTT, pari a 52 dBμV è
consigliato quando prima di entrare nel decoder
digitale terrestre il segnale passa attraverso un al-
tro dispositivo (VCR, decoder satellite o altro). È
indispensabile tenere conto di quelle attenuazioni
e quindi delle figure di rumore che si aggiungono
nei vari passaggi prima di arrivare al demodulatore
utile. Questo valore è quello misurato all’ingresso
del decoder.
– Naturalmente i valori precedenti sono racco-
mandati ma potrebbe essere necessario modifi-
carli in funzione della configurazione del sistema
ricevente.
– È anche logico che per la ricevibilità di tutti i se-
gnali, sia analogici che digitali, i valori riportati de-
vono essere soddisfatti su tutti i segnali distribuiti.
– Se i segnali digitali arrivano con buona potenza,
mentre gli analogici arrivano con potenza inferio-
re, potrebbe essere necessario amplificare questi
ultimi: una eventuale distorsione non lineare per la
grande amplificazione richiesta sarà tollerabile nei
segnali analogici ma non in quelli digitali poiché
potrebbe portare il decoder digitale a lavorare in
zona di saturazione e quindi porterebbe i pacchetti
digitali a entrare in sofferenza.
– In modo analogo se, per esempio, i segnali
analogici sono ricevuti con livelli alti (per esempio
intorno ai 60 dBμV), mentre i segnali digitali han-
no livelli inferiori (per esempio 40 dBμV) potreb-
be ancora accadere che i segnali digitali entrino
in sofferenza.– I valori minimi e massimi elencati
nella tabella definiscono la cosiddetta “finestra
operativa” o “dinamica di ingresso” del decodifi-
catore. Quando aumenta la differenza di potenza
tra segnali analogici e digitali a favore dei segnali
analogici, questa finestra si restringe.
Il rapporto segnale/disturbo C/N
Questo rapporto, espresso in dB, mette in relazio-
ne il valore di potenza del segnale a radiofrequen-
za “C” e il livello di potenza del rumore che entra
nel ricevitore “N”. Il valore di tale parametro varia
naturalmente in funzione della scelta dei parame-
tri di modulazione. I ricevitori DVB-T richiedono
un valore minimo di tale parametro.Come riferi-
mento possiamo dare i valori definiti nel Regno
Rumore impulsivo
La ricezione DTT può essere disturbata da
interferenze “impulsive” tipicamente prodotte
da dispositivi elettrici domestici come relè,
interruttori, termostati, motori elettrici, mo-
tori di veicoli e altri. Gli effetti di queste in-
terferenze producono un innalzamento della
soglia di demodulazione: pertanto possono
manifestarsi effetti di freeze (congelamento)
dell’immagine, apparire gli effetti dei blocchi,
oppure può interrompersi il suono in modo
intermittente in corrispondenza dei picchi del
rumore impulsivo.Il meccanismo con cui ope-
ra questo tipo di interferenza può essere così
spiegato. Il segnale impulsivo interferente
non si somma direttamente al segnale poiché
questo è ben schermato dalla calza del cavo
coassiale. Ma è la calza stessa che porta tale
impulso verso l’antenna. Il cavo viene con-
nesso all’antenna sul traslatore di impeden-
za, definito “balun”. Se questo dispositivo non
produce un disaccoppiamento sufficiente, il
rumore che arriva tramite la calza si propaga
sul conduttore centrale tornando al ricevito-
re e disturbando la demodulazione. Questo
effetto può quindi essere limitato con un au-
mento di disaccoppiamento sui balun delle
antenne, ricorrendo per esempio a quelle di
tipo “bilanciato” e, naturalmente, assicurando
sufficiente separazione nelle prese, derivatori
e dispostivi comunque impiegati nelle reti di
distribuzione domestiche. Quando queste in-
terferenze sono causate dai motori dei veicoli
è possibile pensare a un posizionamento di-
verso dell’antenna in modo che risulti scher-
mata rispetto alla direzione di provenienza del
disturbo mantenendo, ovviamente, la visibilità
ottica con il trasmettitore televisivo.
18
Consigli
tecnici
Unito dove è stato previsto un rapporto di: C/N =
26 dB per la modulazione 64QAM con rate di
codice 2/3 C/N = 22 dB per il 16QAM con rate
di codice 3/4 Tali valori sono solo di riferimento
poiché la possibilità di demodulazione dipende an-
che dall’entità degli apporti sui cammini multipli e
dalle interferenze co-canale o sul canale adiacen-
te che il segnale ha dovuto sopportare nella pro-
pagazione.Gli altri elementi che possono influen-
zare il valore C/N necessario sono la qualità del
ricevitore, i livelli di intermodulazione in antenne o
generati dagli amplificatori utilizzati negli impianti
di distribuzione. Nel caso più semplice di ricezio-
ne, quando il ricevitore è collegato direttamente
all’antenna senza nessun elemento intermedio
(amplificatore, derivatore, presa, ecc.) solitamen-
te, ma non troppo correttamente, si crede che un
livello di potenza corretto corrisponde ad un livello
di C/N corretto. Questo si verifica solo se il rice-
vitore stesso non ha una figura di rumore troppo
elevata e il livello delle interferenze co-canale ri-
mane insignificante. L’utilizzo di amplificatori, filtri,
convertitori di canale, le antenne, gli elementi di
distribuzione sugli impianti domestici e il ricevitore
complicano ovviamente le cose e quindi vanno ri-
visti i valori del rapporto C/N caso per caso. Tutto
questo dimostra che il valore del rapporto C/N da
delle buone indicazioni ma non è un parametro
che può assumere valori univoci e ben definiti una
volta per tutte. Naturalmente tale parametro è
molto importante anche nella ricezione di segnali
analogici ma troppo spesso segnali analogici ma
troppo spesso questo non viene preso in conside-
razione durante le installazioni. Nelle applicazioni
digitali il rapporto C/N contribuisce a definire il
“margine nella ricezione” e quindi anche la qualità
della ricezione stessa, soprattutto nell’intorno del
valore a cui corrisponde l’effetto di “soglia”.
I parametri CSI e MER
Il parametro CSI (Channel State Information) con-
sente di eseguire una valutazione in tempo reale
della quantità di rumore e di interferenza presenti
su ciascuna portante del segnale DTT. Per que-
sto diviene un utile indicatore dei problemi del
canale e può essere utilizzato per effettuare una
misura che quantifica l’entità dei disturbi rispetto
alla potenza media di ciascuna portante. Questo
parametro viene generalmente espresso in per-
centuale. Il MER (Modulation Error Ratio) è un
parametro molto simile al C/N e viene espresso
in dB. Questo parametro, come il CSI, prende in
considerazione tutti i disturbi, oltre che il rumore
bianco, che affliggono il segnale. Esso costituisce
un metodo immediato per valutare informazioni di-
rette sul margine di decodifica.
Margine di operatività
Il margine di operatività (vedi disegno) rappresen-
ta il valore di cui è possibile ridurre l’intensità del
segnale fino a vedere il deterioramento nel se-
gnale demodulato come, per esempio, nel video.
Il margine definito sul livello del segnale serve a
proteggere la ricezione da variazioni di livello che
BER: il rapporto di errore sui bit
Il BER (Bit Error Ratio) mette in relazione il numero di bit errati rispetto al numero di bit ricevuti in
un periodo di tempo (per esempio in 1 secondo) e costituisce una misura diretta sulla “qualità” del
segnale dopo la demodulazione. È forse il parametro più indicativo poiché visualizza il risultato finale
di un collegamento e fornisce indicazioni dirette sulla possibilità o meno di visualizzare un’immagine,
del “margine di ricezione” che costituisce la “riserva” che cautela la corretta decodifica. La condi-
zione minimale di ricezione rispetto al parametro BER è quella di avere un BER≤2E-04 dopo la
decodifica di Viterbi nella catena di demodulazione che genera un BER≤1E-11 dopo la correzione
di Reed-Solomon, definita anche condizione QEF (Quasi Error Free) nel senso che si avrà quasi
un’ora di trasmissione libera da errori. Naturalmente più basso è il BER migliore è la qualità di rice-
zione. Tuttavia bisogna comunque interpretare anche i valori di questo parametro in modo corretto.
Infatti un alto BER indica certamente la presenza di sofferenze, ma un buon BER non costituisce
necessariamente la certezza sulla perfetta riproduzione del contenuto trasmesso. Infatti la quantifi-
cazione di questo parametro è fatta attraverso una stima ottenuta in modo statistico. Questo può
mascherare pacchetti o burst di errori generati da rumore impulsivo e quindi di brevissima durata
che mediati su un tempo di alcuni secondi potrebbero non essere conteggiati. Tuttavia questi errori
genereranno dei problemi nella decodifica del media video, audio o dati, che in quel momento viene
ricevuto.
19
Consigli
tecnici
possono avvenire per diverse ragioni. Viene misu-
rato con l’inserimento di un semplice attenuatore
all’ingresso del decoder e può essere espresso
in dB. Naturalmente questo non è l’unico mar-
gine che deve essere considerato poiché il se-
gnale può degradare anche quando si riduce, per
esempio, il rapporto C/N oppure il MER, il CSI o
il BER. Quindi il margine di decodifica in gene-
rale sarà dato dal margine di operatività sul livello
del segnale ma anche dal margine di rumore se
misurato nel C/N o nel MER o magari dal “margi-
ne sul tasso di errore” se misurato sul BER come
indicato in figura.
Strumenti di misura
Gli strumenti progettati per effettuare misure sui
segnali analogici (misuratori di campo) occorre
utilizzarli con molta cautela nelle misure sui segnali
digitali. È sempre importante fare riferimento alla
banda di misura utilizzata dal misuratore di campo.
Infatti se questa risulta più piccola di 8 MHz può
filtrare parte del segnale DTT e non conteggiare
tutta la potenza. Tali letture devono quindi essere
corrette in modo adeguato attraverso la relazio-
ne: Correzione = 10 log10 (Bmisura/Bcanale).
Nel caso poi di misure di rapporto C/N occorre
valutare bene dove lo strumento va a leggere la
potenza di rumore: se, per esempio, la legge nel
canale adiacente, oppure molto vicino al canale
digitale che vogliamo considerare o più lontano; e,
ancora, se la frequenza utilizzata per la stima del
rumore è occupata da altre portanti dirette o inter-
ferenti o da prodotti di intermodulazione e così via.
Gli strumenti più recenti, ovviamente, sono stati
ottimizzati su questi aspetti e presentano possi-
bilità di stimare il BER o il MER, consentono la
visualizzazione della costellazione e, addirittura,
mostrano misure CSI.
Qualità
immagine
BER
Buono
Medio
Scarso
2E-4
valore minimo
NB
2E-10
valore di esercizio
Intensità
minima
Intensità
di segnale
C (dBμV)
Margine di operatività nella demodulazione DVB-T
Margine di operatività
MARGINE DI OPERATIVITÀ
20
Consigli
tecnici
Canali e bande televisive
Paese VHF UHF Sistema di trasmissione
Algeria B H PAL
Argentina N N PAL
Australia B H PAL
Austria B G PAL
Bahrain B G PAL
Belgium B H PAL
Bulgaria D K SECAM
China D K PAL
Cyprus B G PAL
Corea (Rep.) M – NTSC
Croatia B G PAL
Denmark B G PAL
Egypt B G,H SECAM
Finland B G PAL
France E/L L SECAM
Germany B G PAL
Gibraltar B H PAL
Great Britain I I PAL
Greece B G PAL
Holland B G PAL
Hong Kong (A) I I PAL
Hungary D K SECAM
India B – PAL
Indonesia B – PAL
Iran B G SECAM
Iraq B – SECAM
Ireland I I PAL
Iceland B G PAL
Israel B G PAL
Italy B G PAL
Japan M M NTSC
Jordan B G PAL
Kuwait B G PAL
Lebanon B G SECAM
Libya B H PAL
Paese VHF UHF Sistema di trasmissione
Luxemburg C L PAL/SECAM
Malta B H PAL
Malaysia B G PAL
Morocco B H SECAM
Mexico M M NTSC
Monaco E L SECAM
Nigeria B G PAL
Norway B G PAL
Oman Sultanate B G PAL
Pakistan B – PAL
Philippines M M NTSC
Poland D K SECAM
Portugal B G PAL
Qatar B – PAL
Czech Rep. D K PAL/SECAM
Romania D K PAL
Russia D K SECAM
Saudi Arabia B G PAL/SECAM
Serbia Montenegro B G PAL
Singapore B G PAL
Sjriam Arab. Rep. B H SECAM
Spain B G PAL
Slovenia B G PAL
Slovak Rep. D K PAL/SECAM
Sri Lanka B/H – PAL
South Africa I I PAL
Sweden B G PAL
Svizzera B G PAL
Thailand B R PAL
Tunisia B G SECAM
Turkey B G PAL
U.A.E. B G PAL
U.S.A. M M NTSC
Yemen P.D.R. B – PAL
Standard di modulazione
CCIR Standard A B C D E F G H I K K1 L M N
Nº Linee 405 625 625 625 819 819 625 625 625 625 625 625 525 625
Ampiezza banda canale 5 7 7 8 14 7 8 8 8 8 8 --- 6 6
Ampiezza banda video 3 5 5 6 10 5 5 5 5,5 6 6 6 4,2 4,2
Portante audio (MHz) -3,5 5,5 5,5 6,5 11,15 5,5 5,5 5,5 6 6,5 6,5 6,5 4,5 4,5
Banda vestigiale (MHz) 0,75 0,75 0,75 0,75 2 0,75 0,75 1,25 1,25 0,75 1,25 1,25 0,75 0,75
Modulazione video Pos. Neg. Pos. Neg. Pos. Pos. Neg. Neg. Neg. Neg. Neg. Pos. Neg. Neg.
Modulazione audio AM FM AM FM AM AM FM FM FM FM FM AM FM FM
21
Consigli
tecnici
Qualità dell’immagine in rapporto Segnale Rumore
Rapporto Segnale/Rumore (dB) Qualità immagine
> 46 Ottima
40-46 Buona
34-40 Sufficiente
26-34 Pessima
Frequenza Canali TV
Banda Canale
Frequenza
Video
Frequenza
Centrale
Frequenza
Audio
Banda I
2
3
4
48,25
55,25
62,25
50,5
57,5
64,5
53,75
60,75
67,75
FM 87,50 108,00
Banda S Bassa
S2
S3
S4
S5
S6
S7
S8
S9
S10
112,25
119,35
126,25
133,25
140,25
147,25
154,25
161,25
168,25
114,5
121,5
128,5
135,5
142,5
149,5
156,5
163,5
170,5
117,75
124,75
131,75
138,75
145,75
152,75
159,75
166,75
173,75
Banda III
C5
C6
C7
C8
C9
C10
C11
C12
175,25
182,25
189,25
196,25
203,25
210,25
217,25
224,25
177,5
184,5
191,5
198,5
205,5
212,5
219,5
226,5
180,75
187,75
194,75
201,75
208,75
215,75
222,75
229,75
Banda S Alta
S11
S12
S13
S14
S15
S16
S17
S18
S19
S20
231,25
238,25
245,25
252,25
259,25
266,25
273,25
280,25
287,25
294,25
233,5
240,5
247,5
254,5
261,5
268,5
275,5
282,5
289,5
296,5
236,75
243,75
250,75
257,75
264,75
271,75
278,75
285,75
292,75
299,75
Hiper Banda
S21
S22
S23
S24
S25
S26
S27
S28
S29
S30
S31
S32
S33
S34
S35
S36
S37
S38
303,25
311,25
319,25
327,25
335,25
343,25
351,25
359,25
367,25
375,25
383,25
391,25
399,25
407,25
415,25
423,25
431,25
439,25
306,0
314,0
322,0
330,0
338,0
346,0
354,0
362,0
370,0
378,0
386,0
394,0
402,0
410,0
418,0
426,0
434,0
442,0
308,75
316,75
324,75
332,75
340,75
348,75
356,75
364,75
372,75
380,75
388,75
396,75
404,75
412,75
420,75
428,75
436,75
444,75
Banda Canale
Frequenza
Video
Frequenza
Centrale
Frequenza
Audio
Banda IV
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
32
33
34
35
36
37
471,25
479,25
487,25
495,25
503,25
511,25
519,25
527,25
535,25
543,25
551,25
559,25
567,25
575,25
583,25
591,25
599,25
474
482
490
498
506
514
522
530
538
546
554
562
570
578
586
594
602
476,75
484,75
492,75
500,75
508,75
516,75
524,75
532,75
540,75
548,75
556,75
564,75
572,75
580,75
588,75
596,75
604,75
Banda V
38
39
40
41
42
43
44
45
46
47
48
49
50
51
52
53
54
55
56
57
58
59
60
61
62
63
64
65
66
67
68
69
607,25
615,25
623,25
631,25
639,25
647,25
655,25
663,25
671,25
679,25
687,25
695,25
703,25
711,25
719,25
727,25
735,25
743,25
751,25
759,25
767,25
775,25
783,25
791,25
799,25
807,25
815,25
823,25
831,25
839,25
847,25
855,25
610
618
626
634
642
650
658
666
674
682
690
698
706
714
722
730
738
746
754
762
770
778
786
794
802
810
818
826
834
842
850
858
612,75
620,75
628,75
636,75
644,75
652,75
660,75
668,75
676,75
684,75
692,75
700,75
708,75
716,75
724,75
732,75
740,75
748,75
756,75
764,75
772,75
780,75
788,75
796,75
804,75
812,75
820,75
828,75
836,75
844,75
852,75
860,75
22
Consigli
tecnici
Bande e polarizzazioni in 1ª IF
La tabella illustra le combinazioni di tensione e tono.
POLARIZZAZIONE TENSIONE + TONO BANDA O.L. MHz
(VL) Verticale 14V / 0 KHz Bassa (Freq TP compresa tra 10700 ÷ 11700 MHz) 9750
(HL) Orizzontale 18V / 0 KHz Bassa (Freq TP compresa tra 10700 ÷ 11700 MHz) 9750
(VH) Verticale 14V / 22 KHz Alta (Freq TP compresa tra 11700 ÷ 12750 MHz) 10600
(HH) Orizzontale 18V / 22 KHz Alta (Freq TP compresa tra 11700 ÷ 12750 MHz) 10600
Freq TP = frequenza del transponder desiderato (in MHz).
Ecco invece come calcolare la frequenza in 1a
IF (tra 950 MHz e 2150 MHz) partendo dalla frequenza
originale in banda Ku (tra 10.7 GHz e 12.750 GHz):
Frequenza in 1a
IF = Freq TP – O.L.
Livelli di segnale
Livelli e qualità del segnale alle prese (normativa EN 50083-7):
TV Analogica (AM) TV Digitale (COFDM) Satellitare (QPSK)
Livello di segnale 57-77 dBμV 45-74 dBμV 47-77 dBμV
BER minimo - 1 e -4 10 e -4
C/N minimo 44 27 11
Regola dei 3 dB
Riduzione del livello massimo di uscita per amplificatori a larga banda.
Il livello massimo di uscita deve essere regolato, in base al numero di canali da amplificare, rispetto a
quello riportato sulle specifiche tecniche. Calcolo del valore di attenuazione:
N° CANALI da amplificare: Riduzione del livello di uscita (in dB):
2 0
4 -3
8 -6
16 -9
32 -12
64 -15
Attenuazione cavo Fte
Livelli e qualità del segnale alle prese (normativa EN 50083-7):
K121
Ø 5 mm
K290W
Ø 6,8 mm
K403B3
Ø 10,2 mm
47 MHz 0,69 dB / 10mt 0,37 dB / 10mt 0,29 dB / 10mt
800 MHz 2,23 dB / 10mt 1,62 dB / 10mt 1,23 dB / 10mt
1000MHz 2,36 dB / 10mt 1,75 dB / 10mt 1,29 dB / 10mt
2150MHz 3,64 dB / 10mt 2,82 dB / 10mt 2,07 dB / 10mt
23
Consigli
tecnici
Canali SFN Italia
Multiplex Tipo Canale pianificato Assegnazione
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
Regionale RAI
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
Nazionale
E5, E9 e/o un Canale in banda UHF
distinto per regione
E8 (195 ÷ 202 MHz)
E7 (188 ÷ 195 MHz)
E26 (510 ÷ 518 MHz)
E59 (774 ÷ 782 MHz)
E30 (542 ÷ 550 MHz)
E36 (590 ÷ 598 MHz)
E25 (502 ÷ 510 MHz)
E40 (622 ÷ 630 MHz)
E44 (654 ÷ 682 MHz)
E33 (566 ÷ 574 MHz)
E47 (678 ÷ 686 MHz)
E48 (686 ÷ 694 MHz)
E49 (694 ÷ 702 MHz)
E50 (702 ÷ 710 MHz)
E52 (718 ÷ 726 MHz)
E55 (742 ÷ 750 MHz)
E56 (750 ÷ 758 MHz)
E57 (758 ÷ 766 MHz)
E58 (766 ÷ 774 MHz)
E60 (782 ÷ 790 MHz)
E38 (606 ÷ 614 MHz)
E37 (598 ÷ 606 MHz)
E54 (734 ÷ 742 MHz)
E11 (216 ÷ 223 MHz)
E12, E6, E7, E10
RAI DVB 1
Europa 7 DVB-T2
Dividendo Digitale
RAI DVB 3
Dividendo Digitale
RAI DVB 2
MEDIASET DVB 2
RAI DVB 5
RAI DVB 4
RETE A DVB 1
RETE A DVB 2
TIMB DVB 1
TIMB DVB 3
MEDIASET DVB 4
D Free
MEDIASET DVB 1
Dividendo Digitale
MEDIASET DVB 5
Retecapri Alpha DVB
MEDIASET DVB 6
TIMB DVB 2
MEDIASET DVB-H
LA 3 DVB-H
TIMB DVB 4
RAI DVB 1
Servizio Audio Digitale
Elenco dei canali riservati alle tv locali nelle aree tecniche 5, 6 e 7:
21, 22, 23, 27, 28, 29, 31, 32, 34, 35, 39, 41, 42, 43, 45, 46, 51, 53, 59, 61, 62, 63, 64, 65, 66,
67, 68, 69.
24
Normativa
LEGISLAZIONE
Dalla 46/90 al decreto 37
FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale
Dubbi, lacune, dimenticanze, complicazioni.
Dalle prime analisi del nuovo decreto che sostitu-
isce quasi in toto la legge 46/90 emergono so-
stanziali riflessioni, non sempre a favore di una
gestione della professione più chiara e competen-
te.
Il nuovo decreto n. 37 del 22 gennaio 2008, ossia
il Regolamento concernente l’attuazione dell’arti-
colo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della
legge n. 248 del 2 dicembre 2005, per il riordino
delle disposizioni in materia di attività di installazio-
ne degli impianti all’interno degli edifici, pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 12 marzo 08,
sostituisce la legge 46/90 tranne che per l’arti-
colo 8 riguardante il finanziamento dell’attività di
formazione tecnica, l’articolo 14 dedicato alle ve-
rifiche degli impianti e l’articolo 16 che si occu-
pa delle sanzioni. Vengono così abrogati il DRP
447/91, ossia il regolamento di attuazione della
legge 46/90, e gli articoli da 107 a 121 del DPR
380/01 (Testo Unico Edilizia). Il decreto si svilup-
pa in 15 articoli che contengono numerose novità
per il nostro settore. Vediamo quali sono.
Cosa viene abrogato
Il nuovo Decreto Ministeriale 37/2008, che so-
stituisce la legge 46/90, è entrato in vigore il 27
marzo 2008, 15 giorni dopo la pubblicazione sul-
la Gazzetta Ufficiale. Nella stessa data sono stati
abrogati (ai sensi dell’art. 3, comma 1, del de-
creto 28/12/06 n. 300, convertito con modifiche
dalla legge 26/2/2007 n.17): a) gli articoli da
107 a 121 del DPR 380/01; b) il DPR 447/91;
c) la legge 46/90 ad eccezione degli articoli 8 (Fi-
nanziamento dell’attività di normazione tecnica),
art. 14 (Verifiche), art. 16 (Sanzioni). Quindi, la
dichiarazione di conformità doveva essere rilascia-
ta sul “vecchio modulo” (DM 20/2/92) fino allo
scorso 26 marzo 2008; dal giorno successivo la
dichiarazione di conformità deve essere rilasciata
sui nuovi moduli, previsti dagli allegati I e II del DM
37/08, rispettivamente per le imprese installatrici
e gli uffici tecnici interni delle imprese non instal-
latrici.
Art. 1 - Ambito di applicazione
Il decreto 37 si applica agli impianti posti al servizio
degli edifici, indipendentemente dalla destinazione
d’uso (quindi civile e non civile), collocati all’inter-
no degli stessi e delle relative pertinenze. L’esten-
sione di competenza (civile e non civile) preceden-
temente veniva applicata solo agli impianti elettrici
(comma 2, art. 1 DPR 447/91). Nella classifica-
zione degli impianti ci sono novità: gli impianti di
protezione contro le scariche atmosferiche (pre-
cedentemente assegnate alla lettera b) ora fan-
no parte della lettera a) che comprende anche gli
impianti per l’automazione di porte, cancelli e bar-
riere. Resta inteso che le aziende di nuova costitu-
zione (a far data dal 27 marzo 2008) non avranno
la possibilità di potersi attivare sul calcolo degli im-
pianti per le protezioni dalle scariche atmosferiche
se non avvalendosi di studi tecnici esterni oppure
un direttore tecnico interno. Rimangono alla let-
tera b) gli impianti radiotelevisivi, le antenne e gli
impianti elettronici in genere. Mancano però defi-
nizioni chiare riguardo a: installazione, trasforma-
zione, ampliamento, manutenzione straordinaria e
confini tra di esse. Considerato che nel testo non
sono previste norme di prima applicazione, si pro-
pone di applicare il seguente criterio interpretativo
uniforme. L’obiettivo è riconoscere a tutte le im-
prese regolarmente iscritte che abbiano già svolto
l’attività nelle categorie di edifici e per le tipolo-
gie di impianti escluse fino ad oggi dalla legge n.
46/90, il diritto di continuare a svolgere la propria
attività. Soprattutto di conseguire il riconoscimen-
to dell’abilitazione all’esercizio delle attività classi-
ficate ai sensi dell’art. 1 del Regolamento, per le
corrispondenti lettere e specifiche voci all’interno
di esse, tenendo conto dello stato di iscrizione al
Registro delle imprese o all’Albo provinciale delle
imprese artigiane, anche per individuare il profi-
lo professionale del responsabile tecnico da de-
signare. Quindi viene riconosciuta d’ufficio una
forma di “traslazione automatica” delle posizioni
delle imprese, senza pretendere in via generale
adempimenti burocratici o cartacei (come cer-
tificazioni o fatture) inerenti lo svolgimento delle
attività pregresse o il conseguimento di appositi
titoli o requisiti professionali. Si propone, even-
tualmente, solo in casi straordinari in cui dallo sta-
to di iscrizione pregressa dell’impresa non sia del
tutto palese l’oggetto dell’attività specifica svolta,
di riconoscere alle Camere di Commercio ed alle
Commissioni Provinciali per l’Artigianato (CPA) la
facoltà di accertare in quale ramo di attività im-
piantistica sia stata svolta l’attività delle imprese
25
Normativa
interessate, anche mediante documentazione da
richiedere alle imprese, al fine di determinare la
giusta corrispondenza rispetto alla classificazione
degli impianti nelle varie lettere di cui all’art. 1 del
Decreto.
Art. 2 - Definizioni relative agli impianti
La definizione degli impianti televisivi ed elettroni-
ci è la seguente: “...le componenti impiantistiche
necessarie alla trasmissione e alla ricezione dei
segnali e dei dati, anche relativi agli impianti di
sicurezza, ad installazione fissa alimentati a ten-
sione interiore a 50V in corrente alternata e 120V
in corrente continua, mentre le componenti ali-
mentate a tensione superiore, nonché i sistemi di
protezione contro le sovratensioni sono da ritener-
si appartenenti all’impianto elettrico; ai fini dell’au-
torizzazione, dell’installazione e degli ampliamenti
degli impianti telefonici e di telecomunicazione
interni collegati alla rete pubblica, si applica la
normativa specifica vigente”. La novità in questo
senso riguarda la totale applicabilità della legge
anche agli impianti di sicurezza, mentre non viene
superata la sovrapposizione tra la normativa sugli
impianti e quella specifica sugli impianti telefonici
interni. In particolare va sottolineato che la for-
mulazione adottata dalla norma accosta, in modo
tecnicamente erroneo, gli “impianti telefonici in-
terni collegati alla rete pubblica” – regolati in modo
autonomo da apposite disposizioni di competenza
del Ministero delle Comunicazioni, attualmente in
via di riforma – agli “impianti di telecomunicazione”
che costituiscono una tipologia di impianti com-
pletamente diversa: infatti, a causa di tale previ-
sione, anche gli impianti televisivi e per i servizi
Fastweb e Telecom che servono la TV, impianti
di trasmissione segnali, voce e dati comunemente
detti cablaggi strutturati, potrebbero essere im-
propriamente affiancati agli impianti telefonici e,
in tal senso, sarebbero indebitamente sottoposti
alla medesima disciplina di autorizzazione. Vista
la palese incongruenza tecnica dell’affiancamen-
to fra impianti telefonici e di telecomunicazione
interni collegati alla rete pubblica, si propone di
chiarire la netta demarcazione fra le due tipologie
di impianti. Non sono state specificate, invece, le
definizioni degli impianti per l’automazione di por-
te, cancelli e barriere, impianti di climatizzazione,
condizionamento, refrigerazione, riscaldamento,
ecc. Alla lettera d) Ordinaria manutenzione è stato
introdotto il riferimento al libretto d’uso e manu-
tenzione. Quindi anche l’installatore, idraulico o
elettricista, pare debba (la cosa è in fase di de-
finizione) predisporre il libretto d’uso e manuten-
zione. La lettera e) comprende anche gli impianti
per l’autoproduzione di energia elettrica, come i
fotovoltaici, gli eolici, ecc., fino a 20kW nomina-
le. Difficile da comprendere, da un punto di vi-
sta tecnico, la limitazione a 20kW, derivante dal
concetto di autoproduzione (per legge si consi-
dera auto-produttore chi consuma almeno il 70%
dell’energia prodotta). Secondo questo decreto
un impianto da 25kW di un Centro Commercia-
le può essere eseguito da imprese non abilitate.
Nella stessa lettera, invece, sono stati stralciati gli
impianti luminosi pubblicitari. Non è specificato,
però, a quale legge sono soggetti.
Art. 3 - Imprese abilitate
Le imprese iscritte all’Albo Imprese Artigiane o al
Registro delle Imprese sono abilitate solo se l’im-
prenditore individuale o il legale rappresentante
(ovvero il Responsabile Tecnico da essi preposto
con atto formale) è in possesso dei requisiti tecni-
co-professionali specificati dall’articolo 4. Da evi-
denziale che il Ministero dello Sviluppo Economico
lo scorso anno si è espresso in favore delle impre-
se operanti nel settore industriale per riconoscere
loro i requisiti di cui alla legge 46/90. Vengono
introdotti i principi di unicità e incompatibilità al
quale il Responsabile Tecnico deve attenersi: il
Responsabile Tecnico deve svolgere la sua fun-
zione per una sola impresa e la sua qualifica è
incompatibile con ogni altra attività continuativa.
Considerato che tale norma è destinata a entrare
immediatamente in vigore, si fa presente che la
stessa è suscettibile di provocare conseguenze
rilevanti a carico delle imprese e degli stessi re-
sponsabili tecnici che, avendo regolato i rispettivi
rapporti in base alle precedenti disposizioni meno
restrittive, ora si possono venire a trovare in una
posizione sopravvenuta non più compatibile con la
nuova prescrizione. In sostanza nei casi in cui, nel-
la situazione previgente, un medesimo soggetto
avesse assunto l’incarico di responsabile tecnico
per conto di più imprese oggi, a fronte del nuovo
divieto, sarebbe necessario regolare le situazioni in
essere con una ragionevole flessibilità, nel senso
che si possa ammettere un periodo di prima appli-
cazione mirato a consentire alle imprese e ai sog-
getti coinvolti di conformare la propria posizione al
nuovo disposto. Il comma 4 riferisce che le Impre-
se Artigiane devono presentare la Dichiarazione di
Inizio Attività unitamente alla domanda d’iscrizione
al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese
Artigiane per il conseguente riconoscimento della
26
Normativa
qualifica artigiana. È auspicabile che venga indivi-
duato un procedimento che permetta al soggetto,
che autocertifica il possesso dei requisiti tecnico
professionali, di iniziare immediatamente l’attivi-
tà senza attendere 30 giorni anche in previsione
dell’entrata a regime della Comunicazione Unica.
La prescrizione del comma 4 contraddice quanto
previsto al comma 3. Infatti, l’Art. 19 della leg-
ge 241/90 prevede tempistiche differenziate per
la presentazione di Dichiarazione Inizio Attività e
domanda di iscrizione. Il comma 5, dedicato alle
imprese non installatrici, obbliga queste ultime a
presentare la dichiarazione attestante il possesso
dei requisiti per essere abilitate all’attività relativa
esclusivamente alle proprie strutture interne, solo
se sono dotate di Responsabile Tecnico.
Art. 4 - Requisiti tecnico-professionali
I requisiti di qualificazione professionale sono stati
innalzati e resi maggiormente selettivi. In tal senso
risultano aumentati i periodi di inserimento in im-
prese abilitate del settore, sia sotto forma di lavo-
ro dipendente, sia da parte di soggetti in possesso
di diplomi di maturità tecnica o professionale o di
attestati di formazione professionale, nonché in
forma di collaborazione tecnica continuativa svolta
da parte del titolare, del socio o del collaboratore
familiare. A fronte del prolungamento dei perio-
di di esperienza lavorativa e professionale, risulta
necessario che nella fase transitoria siano tutelate
le posizioni pendenti di quei soggetti che abbiano
già maturato i requisiti secondo i termini e i crite-
ri previsti dalla precedente 46/90, riconoscendo
loro la relativa qualificazione tecnico-professionale
necessaria all’esercizio di un’impresa di installa-
zione, ancorché presentino la relativa domanda
di iscrizione all’Albo delle imprese artigiane o al
Registro delle imprese dopo l’entrata in vigore del
Regolamento. In sostanza viene riconosciuta la
maturazione dei requisiti professionali nei perio-
di pregressi all’entrata in vigore del Regolamento
e non la data di presentazione della domanda di
iscrizione. Il diploma di laurea “magistrale” e non
quello di diploma triennale (laura breve) in materia
tecnica diventa uno dei requisiti tecnico-profes-
sionali per ottenere l’abilitazione. Nel caso l’abi-
litazione sia stata ottenuta per aver conseguito
il diploma o qualifica conseguita al termine della
scuola secondaria del secondo ciclo con specia-
lizzazione relativa al settore delle attività interes-
sate, viene raddoppiato il periodo di inserimento
nell’azienda, specificando che deve essere suc-
cessivo al diploma e continuativo, inteso come
tassativo e cioè senza interruzioni. Se, invece, il
titolo o l’attestato viene conseguito in materia di
formazione professionale, il periodo di inserimento
è di almeno quattro anni consecutivi (anche con
interruzioni), alle dirette dipendenze di un’impresa
del settore. Infine, se il requisito è dovuto alla pre-
stazione lavorativa svolta alle dirette dipendenze di
un’impresa abilitata, nel ramo di attività cui si rife-
risce la prestazione dell’operaio installatore, il pe-
riodo non deve essere inferiore a tre anni, esclu-
so quello computato per l’apprendistato e quello
svolto come operaio qualificato. Si considerano in
possesso dei requisiti tecnicoprofessionali anche
il titolare dell’impresa, i soci e i collaboratori fami-
liari che hanno svolto attività di collaborazione tec-
nica continuativa nell’ambito di imprese abilitate
del settore per un periodo non inferiore a sei anni.
Art. 5 - Progettazione degli impianti
La redazione del progetto in ogni caso di installa-
zione, trasformazione, ampliamento degli impianti,
non comprende gli impianti della lettera b) (ra-
diotelevisivi e elettronici). Manca una definizione
precisa per cosa si intenda con trasformazione,
ampliamento, manutenzione straordinaria. Sono
quindi labili i confini fra le attività assoggettate o
meno al progetto: un argomento, questo, che le
Associazioni di categoria stanno chiarendo con
l’ufficio legislativo dell’MSE (Ministero sviluppo
economico). Viene confermato l’obbligo del pro-
getto nel caso in cui l’impianto elettronico è parte
di un impianto elettrico soggetto a progettazione
da parte del professionista. Ora, il progetto redat-
to da un professionista deve essere depositato
presso lo sportello unico per l’edilizia, prima ve-
niva depositato in Comune. Non è stato ancora
specificato cosa si deve fare quando lo sportello
unico non è attivo.
Art. 6 - Realizzazione ed installazione
degli impianti
Viene chiarito che si intendono eseguiti alla regola
dell’arte gli impianti eseguiti secondo la normativa
di altri Enti Normativi riconosciuti, come CEI, UNI
o di altri Enti di Normalizzazione di Paesi membri
dell’UE. Si chiede se, nonostante la formulazione
esclusiva, il Regolamento possa essere applicato
anche nel senso di ammettere la facoltà di adot-
tare norme tecniche diverse, sempre che assi-
curino un livello di sicurezza equivalente e che le
stesse siano riportate in modo circostanziato nei
documenti (certificazione di conformità). Tale in-
terpretazione sarebbe conforme agli orientamenti
27
Normativa
interpretativi seguiti in materia anche a livello inter-
nazionale. Gli installatori provenienti da Stati non
appartenenti alla UE per effettuare opere di instal-
lazione devono adeguarsi alle norme UNI e CEI
o di altri appartenenti agli Stati membri dell’UE,
oppure che sono parti contraenti dell’accordo sul-
lo spazio economico europeo.
Art. 7 - Dichiarazione di conformità
Al comma 1 è stato specificato che la dichiara-
zione di conformità deve essere rilasciata al com-
mittente al termine dei lavori dove, per termine
dei lavori, si intende anche l’effettuazione delle
verifiche. Inoltre, il progetto deve sempre essere
allegato alla dichiarazione di conformità.
Si può dedurre che sono soggetti all’obbligo: in-
stallazione, ampliamento, trasformazione e manu-
tenzione straordinaria. Peraltro, la manutenzione
straordinaria non obbliga alla realizzazione di un
progetto, salvo non venga realizzata in ambienti
soggetti a progetto (ad esempio impianti superiori
a 6 kW o aree superiori a 200 mq). Nei casi in
cui il progetto è redatto dall’impresa stessa, esso
equivale allo schema dell’impianto. Sebbene nella
dichiarazione e nel progetto debbano essere sem-
pre espressamente indicate la compatibilità tec-
nica con le condizioni preesistenti dell’impianto,
nel modello di cui agli Allegati I e II del Decreto
37/08 non è prevista l’indicazione della compa-
tibilità tecnica. Oltre a ciò, viene specificato che
anche gli uffici tecnici interni delle imprese non
installatrici devono rilasciare la dichiarazione di
conformità. Nel caso la dichiarazione di confor-
mità non sia stata prodotta o non sia più reperibi-
le, tale atto è sostituito – per gli impianti eseguiti
prima dell’entrata in vigore del presente decreto
- da una dichiarazione di rispondenza, resa da un
professionista iscritto all’albo. Questa dichiarazio-
ne può essere redatta dal responsabile tecnico
dell’azienda con almeno 5 anni di attività e che
abbia i relativi requisiti negli impianti non soggetti
a progetto. Per gli impianti soggetti a progetto ci
vuole un perito o un ingegnere iscritto all’albo che
abbia attinenza alla materia e, inoltre, che abbia
maturato non meno di 5 anni di esperienza nel
settore. Al fine di applicare correttamente la nor-
ma, si propone di precisare che la responsabilità
dell’installatore si riconduce esclusivamente agli
interventi effettuati, come puntualmente descritti
nell’elaborato tecnico progettuale facente parte
della dichiarazione di conformità (ai sensi dell’art.
5 e dell’art. 7, comma 2). In nessun caso tale
responsabilità può essere estesa alle parti di im-
pianto su cui lo stesso non sia intervenuto. Consi-
derato che il Regolamento non ha precisato forma
e contenuto della DIchiarazione di RIspondenza -
DI.RI. (mentre è stato adottato un modello per la
dichiarazione di conformità) e dato che la norma
ammette la possibilità di sostituire la dichiarazione
di conformità con la DI.RI., si propone di chiarire
che la funzione della DI.RI è assimilabile a quel-
la della stessa dichiarazione di conformità, vale a
dire quella di attestare che l’impianto è conforme
alla regola d’arte, riportando alcuni dei contenuti
essenziali desumibili dalla stessa Dichiarazione di
conformità (ad es. attinenti all’impresa, al respon-
sabile tecnico, agli elementi del sopralluogo e de-
gli accertamenti effettuati, ai referti delle eventuali
prove strumentali, ad eventuali allegati tecnici). In
particolare, si propone di chiarire che la conformi-
tà dei predetti impianti debba essere valutata in
base alla loro conformità alla norme di sicurezza
vigenti al momento della loro realizzazione ovvero
del loro ultimo adeguamento previsto obbligatoria-
mente in base a norme sopravvenute.
NOVITA’ L’utente che richieda la fornitura (ener-
gia, gas, ecc.) dovrà consegnare una copia della
dichiarazione di conformità alla società che eroga
il servizio, per non correre il rischio di vedersi so-
spesa l’erogazione della fornitura stessa.
Art. 8 - Obbligo del Committente o
proprietario
Importanti gli obblighi che deve assolvere il com-
mittente:
- deve affidare i lavori esclusivamente ad imprese
abilitate, prima ne aveva solo la responsabilità;
- conservare le caratteristiche di sicurezza, te-
nendo conto delle istruzioni per l’uso e la ma-
nutenzione predisposte dall’impresa installatrice
dell’impianto e dai fabbricanti delle apparecchia-
ture installate;
- consegnare la dichiarazione di conformità o la di-
chiarazione di rispondenza entro 30 giorni dall’al-
lacciamento di nuove forniture di gas, elettricità,
acqua.
Quindi, indirettamente, l’installatore avrà l’obbligo
della predisposizione del libretto di uso e manu-
tenzione.
In assenza delle indicazioni dell’installatore il pro-
prietario non potrà essere considerato esonera-
to dalla responsabilità per la mancata manuten-
zione in quanto, alla consegna del certificato di
conformità, vengono allegati esplicativi nei quali
si desumono le modalità operative per una manu-
tenzione quantomeno ordinaria. Inoltre, l’obbligo
28
Normativa
di mantenere in sicurezza l’impianto da parte del
committente appare in conflitto con l’attività del
conduttore o del terzo responsabile per la manu-
tenzione dell’impianto. La dichiarazione di confor-
mità deve essere consegnata nel caso di richiesta
di aumento di potenza impegnata a seguito di in-
terventi sull’impianto, o di un aumento di poten-
za che senza interventi sull’impianto determina il
raggiungimento dei livelli di potenza impegnata
o, comunque, per gli impianti elettrici, la poten-
za di 6 kW. Nel caso dell’allacciamento elettrico
va consegnata la dichiarazione di conformità che
comprende l’impianto elettrico e tutti gli impian-
ti elettronici o antincendio, collegati all’impianto
elettrico. Se entro 30 giorni non viene prodotta
la dichiarazione di conformità, il fornitore o il di-
stributore di gas, energia elettrica o acqua, previo
congruo avviso, dovrebbe sospendere la fornitura.
Nel caso di utenze vitali come queste, l’azione ap-
pare poco praticabile tant’è vero che, come già
avvenuto in alcuni casi, le forniture non vengono
interrotte ma ridotte ai minimi termini.
Art. 9 - Certificato di agibilità
Non è stata introdotta alcuna variazione.
Art. 10 - Manutenzione degli impianti
Si conferma che la manutenzione ordinaria non è
soggetta alla redazione del progetto o di altra do-
cumentazione. Rimane da perfezionare la distin-
zione fra manutenzione ordinaria e straordinaria.
Art. 11 - Deposito presso lo sportello
unico per l’edilizia del progetto, della
dichiarazione di conformità o del
certificato di collaudo
L’obbligo di deposito presso lo sportello unico a
carico delle imprese riguarda esclusivamente le
due ipotesi indicate dalla norma, dovendosi in-
tendere per “rifacimento” solo l’intervento di na-
tura strutturale consistente in una trasformazione
dell’impianto, escludendo pertanto ogni altro tipo
di intervento consistente in ampliamento o ma-
nutenzione straordinaria dell’impianto esistente
(ai sensi delle definizioni tecniche reperibili nella
normativa tecnica). La presentazione della di-
chiarazione di conformità al Comune deve essere
effettuata direttamente dal soggetto titolare del
permesso di costruire o dal soggetto che ha pre-
sentato la denuncia di inizio di attività nell’ambito
degli adempimenti spettanti allo stesso in base
alle procedure dettate dal TU Edilizia per il rilascio
del permesso di costruire, per la DIA e per il rila-
scio dell’agibilità. È stato chiarito che le sanzio-
ni per le violazioni sono irrogate dalla CCIAA, ma
non cosa si deve fare nel caso in cui non esista lo
Sportello Unico.
Art. 12 - Cartello informativo
Deve essere l’impresa installatrice, e non più il
committente, ad affliggere il cartello con i propri
dati.
Art. 13 - Documentazione
È stato abrogato. Prevedeva che l’atto di trasfe-
rimento della proprietà dell’immobile riportasse
la garanzia del venditore in ordine alla conformi-
tà degli impianti, e che la documentazione am-
ministrativa e tecnica relativa agli impianti fosse
consegnata all’acquirente dell’immobile o al suo
utilizzatore, a seguito della stipula di contratti di
locazione o comodato. Viene disposto che entro
il 31 marzo 2009, il Ministero dello Sviluppo Eco-
nomico emani uno o più decreti al fine di semplifi-
care le disposizioni in materia di attività di installa-
zione degli impianti all’interno degli edifici nonché
di adempimenti a carico dei proprietari di abitazioni
ad uso privato e per le imprese. Le Confederazioni
non hanno accolto favorevolmente la cancellazio-
ne di questo articolo perchè viene meno la sicu-
rezza sugli impianti delle abitazioni.
Art. 14 - Finanziamento dell’attività
normativa tecnica
UNI e CEI non hanno più alcun obbligo di rendi-
contazione delle attività svolte con i finanziamenti
ricevuti.
Art. 15 - Sanzioni
Vengono modificate le seguenti sanzioni:
– per il mancato rilascio della dichiarazione di
conformità o per dichiarazione mendace da Euro
100 a Euro 1.000 (erano da L. 1.000.000 a L.
10.000.000)
– per tutte le altre violazioni da Euro 1.000 a Euro
10.000 (per le violazioni compiute dal committen-
te erano da L. 1000.000 a L. 5000.000).
29
Normativa
DM 37/08
Dichiarazione di conformità e progettazione obbli-
gatoria degli impianti
FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale
La dichiarazione di conformità e la progettazione
obbligatoria di un impianto sono due aspetti fon-
damentali del DM 37/08, approfonditi in un con-
vegno organizzato da CNA e IPLAB, in occasione
di All Digital.
Come molti sanno, la 46/90 non esiste più dal
27 marzo 2008, sostituita integralmente dal DM
37/08. Abbiamo già analizzato in passato alcuni
aspetti legati ai dubbi generati del DM 37/08, che
hanno creato non pochi problemi al mondo dell’in-
stallatore. Di seguito approfondiremo due capitoli
delicati di questo Decreto, “Progettazione obbli-
gatoria degli impianti” e “Dichiarazione di Confor-
mità”. L’articolo è tratto da un convegno organiz-
zato da CNA e IPLAB, in occasione della fiera All
Digital di Vicenza, con i relatori Alberto Zanellati,
Coordinatore settore impianti d’antenna CNA ed
Elia Mariani, Responsabile Didattico del centro di
formazione professionale IPLAB e RENER.
Le imprese già in attività
Tutte le imprese in possesso dei requisiti profes-
sionali di cui alla L.46/90 che esercitavano attività
di impiantistica al 27 marzo 208 (data di entrata in
vigore del DM 37/08) sono abilitate di diritto sulla
base dell’iscrizione al registro imprese, o albo del-
le imprese artigiane, o dell’attività effettivamen-
te svolta. L’aggiornamento dell’iscrizione all’Albo
delle imprese artigiane avverrà d’ufficio, senza pa-
gamento della tassa di concessione governativa.
Dichiarazione di Conformità
Il Decreto Ministeriale del 22 gennaio 2008, n. 37
(D.M. 37/08) prevede che al
termine dei lavori il responsa-
bile tecnico debba compilare
una “Dichiarazione di confor-
mità” in cui si attesti il rispetto
delle norme d’installazione e
l’impiego di materiali idonei
negli impianti realizzati. Tale
Dichiarazione, redatta secon-
do il modello riportato dallo
stesso D.M. 37/08, richiede
che il responsabile tecnico
predisponga anche altri do-
cumenti, denominati “Allegati
obbligatori”, ad integrazione
del modello stesso. La di-
chiarazione di Conformità, in
sostanza, è l’elemento finale
che attesta la corretta esecu-
zione dell’impianto in base alle norme vigenti al
momento della realizzazione o dell’ultimo adegua-
mento. Fa parte dell’impianto e va consegnata al
committente senza più l’obbligo di inviarne copia
alla C.C.I.A.A. La Di.Co. serve per ottenere l’agi-
bilità dei locali da parte del Comune e, se si installa
un impianto (o si resalizza un rifacimento) in locali
con abitabilità, se ne deve depositare copia allo
sportello unico del Comune entro 30 giorni dalla
fine dei lavori. Il D.M. 37/08 parla chiaro: pianifi-
cazione, dando risalto alla progettazione prima su
carta e per poi passare nella fase successiva alla
realizzazione dell’impianto. Nel D.M. 37/08 tutti
gli impianti devono avere un progetto, per lavo-
rare in totale sicurezza. Occorre pensare corret-
tamente l’impianto, che deve essere bene instal-
lato e provvisto di componenti affidabili, concetto
che viene tradotto nella normativa con il termine
“regola d’arte”. Con regola d’arte si intende una
serie di controlli e un modo di operare che portano
l’impianto ad essere eseguito correttamente. Ci
sono 4 requisiti che devono essere tenuti sotto
controllo e valutati in fase di progettazione: pro-
gettazione, installazione, scelta dei componenti e
manutenzione (o indicazione del tempo di vita). Da
sottolineare la parte di manutenzione che spes-
so viene trascurata e che è stata rafforzata nel
D.M. 37/08. Se si parla di intervento che non sia
30
Normativa
considerato manutenzione straordinaria,
non deve essere fatta la Dichiarazione
di Conformità. Non va fatta, quindi, per
interventi ritenuti di ordinaria amministra-
zione, come la manutenzione ordinaria.
Inoltre, quando si esegue la DI.CO con
la 46/90 bisognava inviare copia alla
Camera di Commercio ora, con il D.M.
37/08 non è più necessario.
Progettazione obbligatoria degli
impianti
Gli interventi di nuova installazione, di
ampliamento o trasformazione di impian-
ti esistenti devono essere progettati, ad
esclusione di ascensori, impianti di can-
tiere e dell’installazione di apparecchi per
usi domestici. Negli impianti più com-
plessi il progettista deve essere un pro-
fessionista iscritto all’albo, in tutti gli altri
impianti il progetto può essere eseguito
dal Responsabile Tecnico dell’impresa
installatrice e può coesistere nello sche-
ma d’impianto. L’obbligo di progetto da
parte di un professionista è esteso a:
– Servizi condominiali con potenza impe-
gnata maggiore di 6 kW;
– Unità abitative con Potenza impegnata
maggiore di 6 kW o superficie maggiore
di 400 mq;
– Unità immobiliari ad uso non civile con
potenza impegnata maggiore di 6 kW o
superficie maggiore di 200 mq o, ancora
alimentate a tensione maggiore di 1.200
V
– Impianti realizzati con lampade fluore-
scenti aventi particolari caratteristiche;
– Impianti elettrici in locali con particolari
specifiche di sicurezza.
Gli impianti radiotelevisivi, le antenne e
gli impianti elettronici in genere vanno
progettati da un professionista iscritto
all’albo quando coesistono con impianti
elettrici con obbligo di progetto da parte
di un professionista. Nei casi di obbligo
di progetto relativo ad impianto connes-
so ad intervento edilizio per cui è richie-
sta la DIA (o un Permesso a Costruire),
tale progetto dell’impianto deve essere
depositato assieme al progetto edilizio
presso lo Sportello Unico del Comune (o
Ufficio Tecnico), a cura del soggetto che
presenta DIA. All’installatore è consenti-
31
Normativa
to progettare gli impianti più semplici, consenso
peraltro espresso anche dalla 46/90 secondo la
quale gli impianti più semplici erano eseguiti in au-
tonomia dall’impresa installatrice.
Cosa allegare: prima e dopo, 46/90 e
37/08 a confronto
Prima: nella 46/90, le voci legate agli allegati che
andavano a corredare la Dichiarazione di Con-
formità per impianti semplici erano due: schema
dell’impianto e relazione con tipologie di materiali
usati. Dopo: con il D.M. 37/08 i punti rimangono
sempre due gli allegati alla Dichiarazione di Con-
formità. Il primo allegato è il Progetto redatto dal
Responsabile Tecnico dell’impresa installatrice,
il secondo è la Relazione con tipologie di mate-
riali usati, dove il progetto è “l’elaborato tecnico
costituito almeno dallo schema dell’impianto da
realizzare, inteso come descrizione funzionale ed
effettiva dell’opera da eseguire, eventualmente in-
tegrato con la necessaria documentazione tecnica
attestante le varianti introdotte in corso d’opera”.
Riassumendo in poche parole, possiamo dire che
con il D.M. 37/08 lo schema viene promosso a
progetto (ma la sostanza non cambia) e la respon-
sabilità professionale passa al Responsabile Tec-
nico che firma il progetto.
Obblighi, manutenzione e sanzioni
L’impresa installatrice ha l’obbligo di fornire le
istruzioni per l’uso e la manutenzione. Il proprie-
tario dell’impianto, invece, deve svolgere la ma-
nutenzione (anche per immobili ad uso abitativo);
conservare la documentazione amministrativa e
tecnica, nonché il libretto di uso e manutenzio-
ne; in caso di trasferimento (o affitto, comodato,
ecc.) dell’immobile a qualsiasi titolo, consegnare
all’avente causa la documentazione amministra-
tiva e tecnica, nonché il libretto d’uso e manu-
tenzione. Per tutte le violazioni del DM 37/08 in
questione viene applicata una sanzione ammini-
strativa da 1.000 euro a 10.000 euro.
La modifica del Modello DI.CO
È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161
del 13/07/2010, il Decreto 19 maggio 2010 del
Ministero dello Sviluppo Economico. Il Decreto
modifica i moduli per il rilascio della Dichiarazio-
ne di Conformità degli impianti alla regola dell’arte
che erano contenuti negli allegati I (DI.CO ad uso
degli installatori) e II (DI.CO per gli Uffici tecnici
interni di imprese non installatrici) del DM 37/08.
Il Decreto è stato emanato per adempiere alle
prescrizioni imposte all’Italia dalla Commissione
Europea. La modifica apportata riguarda, in prati-
ca, l’aggiunta fra gli allegati obbligatori alla DI.CO
della seguente voce: attestazione di conformità
per impianto realizzato con materiali o sistemi non
normalizzati. È stata inoltre aggiunta la seguen-
te nota (che prende il n. 8 facendo diventare 9
e 10 le precedenti note 8 e 9): Se nell’impianto
risultano incorporati dei prodotti o sistemi legitti-
mamente utilizzati per il medesimo impiego in un
altro Stato membro dell’Unione europea o che sia
parte contraente dell’Accordo sullo Spazio eco-
nomico europeo, per i quali non esistono norme
tecniche di prodotto o di installazione, la dichia-
razione di conformità deve essere sempre corre-
data con il progetto redatto e sottoscritto da un
ingegnere iscritto all’albo professionale secondo
la specifica competenza tecnica richiesta, che at-
testa di avere eseguito l’analisi dei rischi connessi
con l’impiego del prodotto o sistema sostitutivo, di
avere prescritto e fatto adottare tutti gli accorgi-
menti necessari per raggiungere livelli di sicurezza
equivalenti a quelli garantiti dagli impianti eseguiti
secondo la regola dell’arte e di avere sorveglia-
to la corretta esecuzione delle fasi di installazio-
ne dell’impianto nel rispetto di tutti gli eventuali
disciplinari tecnici predisposti dal fabbricante del
sistema o del prodotto. In pratica nei soli rari casi
(almeno per quanto riguarda gli impianti elettrici)
in cui si realizzi l’impianto con materiali o sistemi
per i quali non esistano norme di prodotto che ga-
rantiscano la loro sicurezza e la loro rispondenza
alla regola dell’arte, è necessario che la DI.CO sia
sempre corredata da un progetto redatto da un
ingegnere iscritto all’albo professionale sul quale
è consigliabile che venga riportato un sunto del
testo della nota n. 8 sopra riportata. A partire dal
28/7/10, data di entrata in vigore del decreto, è
quindi necessario rilasciare le dichiarazioni di con-
formità sul nuovo modulo. Se non vengono uti-
lizzati software, che dovranno comunque essere
aggiornati, in via transitoria si potranno modificare
manualmente quelli esistenti.
32
Normativa
La legenda del Modello DI.CO
Nelle due pagine che seguono riportiamo i nuo-
vi modelli DI.CO modificati dal Decreto di luglio.
Qui di seguito la legenda utile per la loro com-
pilazione.
1) Come esempio nel caso di impianti a gas,
con “altro” si può intendere la sostituzione di un
apparecchio installato in modo fisso.
2) Indicare: nome, cognome, qualifica e, quan-
do ne ricorra l’obbligo ai sensi dell’articolo 5,
comma 2, estremi di iscrizione nel relativo Albo
professionale, del tecnico che ha redatto il pro-
getto.
3) Citare la o le norme tecniche e di legge, di-
stinguendo tra quelle riferite alla progettazione,
all’esecuzione e alle verifiche.
4) Qualora l’impianto eseguito su progetto sia
variato in opera, il progetto presentato alla fine
dei lavori deve comprendere le varianti realiz-
zate in corso d’opera. Fa parte del progetto la
citazione della pratica prevenzione incendi (ove
richiesta).
5) La relazione deve contenere, per i prodotti
soggetti a norme, la dichiarazione di risponden-
za alle stesse completata, ove esistente, con
riferimenti a marchi, certificati di prova, ecc.
rilasciati da istituti autorizzati. Per gli altri pro-
dotti (da elencare) il firmatario deve dichiarare
che trattasi di materiali, prodotti e componenti
conformi a quanto previsto dagli articoli 5 e 6.
La relazione deve dichiarare l’idoneità rispetto
all’ambiente di installazione. Quando rilevante
ai fini del buon funzionamento dell’impianto, si
devono fornire indicazioni sul numero e caratte-
ristiche degli apparecchi installati od installabili
(ad esempio per il gas: 1) numero, tipo e poten-
za degli apparecchi; 2) caratteristiche dei com-
ponenti il sistema di ventilazione dei locali; 3)
caratteristiche del sistema di scarico dei prodot-
ti della combustione: 4) indicazioni sul ollega-
mento elettrico degli apparecchi, ove previsto).
6) Per schema dell’impianto realizzato si inten-
de la descrizione dell’opera come eseguita (si
fa semplice rinvio al progetto quando questo è
stato redatto da un professionista abilitato e non
sono state apportate varianti in corso d’opera).
Nel caso di trasformazione, ampliamento e
manutenzione straordinaria, l’intervento deve
essere inquadrato, se possibile, nello schema
dell’impianto preesistente. Lo schema citerà la
pratica prevenzione incendi (ove richiesto).
7) I riferimenti sono costituiti dal nome dell’im-
presa esecutrice e dalla data della dichiarazio-
ne. Per gli impianti o parti di impianti costruiti
prima dell’entrata in vigore del presente decre-
to, il riferimento a dichiarazioni di conformità
può essere sostituito dal rinvio a dichiarazioni
di rispondenza (art. 7, comma 6). Nel caso in
cui parti dell’impianto siano predisposte da al-
tra impresa (ad esempio ventilazione e scarico
fumi negli impianti a gas), la dichiarazione deve
riportare gli analoghi riferimenti per dette parti.
8) Se nell’impianto risultano incorporati dei
prodotti o sistemi legittimamente utilizzati per
il medesimo impiego in un altro Stato membro
dell’Unione europea o che sia parte contraen-
te dell’Accordo sullo Spazio economico euro-
peo, per i quali non esistono norme tecniche
di prodotto o di installazione, la dichiarazione di
conformità deve essere sempre corredata con il
progetto redatto e sottoscritto da un ingegnere
iscritto all’albo professionale secondo la specifi-
ca competenza tecnica richiesta, che attesta di
avere eseguito l’analisi dei rischi connessi con
l’impiego del prodotto o sistema sostitutivo, di
avere prescritto e fatto adottare tutti gli accor-
gimenti necessari per raggiungere livelli di sicu-
rezza equivalenti a quelli garantiti dagli impianti
eseguiti secondo la regola dell’arte e di avere
sorvegliato la corretta esecuzione delle fasi di
installazione dell’impianto nel rispetto di tutti gli
eventuali disciplinari tecnici predisposti dal fab-
bricante del sistema o del prodotto.
9) Esempio: eventuali certificati dei risultati del-
le verifiche eseguite sull’impianto prima della
messa in esercizio o trattamenti per pulizia, di-
sinfezione, ecc.
10) Al termine dei lavori l’impresa installatrice
è tenuta a rilasciare al committente la dichia-
razione di conformità degli impianti nel rispetto
delle norme di cui all’art. 7. Il committente o il
proprietario è tenuto ad affidare i lavori di instal-
lazione, di trasformazione, di ampliamento e di
manutenzione degli impianti di cui all’art. 1 ad
imprese abilitate ai sensi dell’art. 3.
33
Normativa
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
DELL’IMPIANTO
ALLA REGOLA DELL’ARTE
Il sottoscritto ..................................................................................................................................................................................
titolare o legale rappresentante dell’impresa (ragione sociale) .............................................................................................................
operante nel settore ............................................................................................ con sede in via ..................................................
................................ n. ............... comune .......................................................... (prov. ................) tel. .....................................
part. IVA ................................................................................................................
 iscritta nel registro delle imprese (d.P.R. 7/12/1995, n. 581)
della Camera C.I.A.A. di ............................................................................................................ n. ................................................

iscritta all’albo Provinciale delle imprese artigiane (l. 8/8/1985, n. 443) di ......................................................... n. ......................
esecutrice dell’impianto (descrizione schematica) ..............................................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................
inteso come: 
nuovo impianto 
trasformazione 
ampliamento 
manutenzione straordinaria

altro (1) .....................................................................................................................................................................................
Nota - Per gli impianti a gas specificare il tipo di gas distribuito: canalizzato della 1a
- 2a
- 3a
famiglia; GPL da recipienti mobili; GPL da
serbatoio fisso. Per gli impianti elettrici specificare la potenza massima impegnabile.
commissionato da: .................................................................................................................... installato nei locali siti nel comune di
..................... (prov. .............. via ................................................................................... n. ................... scala ............................
piano ............ interno ............ di proprietà di (nome, cognome o ragione sociale e indirizzo) ...............................................................
......................................................................................................................................................................................................
in edificio adibito ad uso: 
industriale 
civile 
commerciale 
altri usi;
DICHIARA
sotto la propria personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto
dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio, avendo in particolare:
 rispettato il progetto redatto ai sensi dell’art. 5 da (2) ....................................................................................................................
 seguito la norma tecnica applicabile all’impiego (3) .......................................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................
 installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione (artt. 5 e 6);
 controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e
dalle disposizioni di legge.
Allegati obbligatori:
 progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 (4);
 relazione con tipologie dei materiali utilizzati (5);
 schema di impianto realizzato (6);
 riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti (7);
 copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.
 attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati (8)
Allegati facoltativi (9):
..................................................................................
..................................................................................
DECLINA
ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manuten-
zione o riparazione.
Il responsabile tecnico Il dichiarante
data ..................................... ………………………………. ....................................................
(timbro e firma) (timbro e firma)
AVVERTENZE PER IL COMMITTENTE: responsabilità del committente o del proprietario, art. 8 (10)
34
Normativa
DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DELL’IMPIANTO
ALLA REGOLA DELL’ARTE
Fac-simile ad uso degli uffici tecnici interni di imprese non installatrici
Il sottoscritto ..................................................................................................................................................................................
qualifica .........................................................................................................................................................................................
responsabile dell’Ufficio tecnico interno dell’impresa non installatrice (ragione sociale) .........................................................................
operante nel settore ...................................................... con sede in via .........................................................................................
............................... n. ............. comune .............................................. (prov. ................................ ) tel. ...................................
fax ........................................................ E-mail box ..................................................... @............................................................
esecutrice dell’impianto (descrizione schematica) ..............................................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................
inteso come: 
nuovo impianto 
trasformazione 
ampliamento 
manutenzione straordinaria

altro (1) .....................................................................................................................................................................................
Nota - Per gli impianti a gas specificare il tipo di gas distribuito: canalizzato della 1a
- 2a
- 3a
famiglia; GPL da recipienti mobili; GPL da
serbatoio fisso. Per gli impianti elettrici specificare la potenza massima impegnabile.
installato nei locali siti nel comune di ................................................................................................... (prov. .................................)
via ........................................................................................ n. ................. scala .............. piano .............. interno ....................
di proprietà di (nome, cognome o ragione sociale e indirizzo) ..............................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................
in edificio adibito dall’impresa non installatrice ad uso: 
industriale 
civile 
commerciale 
altri usi;
DICHIARA
sotto la propria personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto
dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio, avendo in particolare:
 rispettato il progetto redatto ai sensi dell’art. 5 da (2) ....................................................................................................................
 seguito la norma tecnica applicabile all’impiego (3) .......................................................................................................................
......................................................................................................................................................................................................
 installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione (artt. 5 e 6);
 controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e
dalle disposizioni di legge.
Allegati obbligatori:
 progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 (4);
 relazione con tipologie dei materiali utilizzati (5);
 schema di impianto realizzato (6);
 riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti (7);
 attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati (8)
Allegati facoltativi (9):
........................................................................
........................................................................
DECLINA
ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manuten-
zione o riparazione.
Il dichiarante
data ..................................... ....................................................
(timbro e firma)
Il legale rappresentante dell’impresa
…………………......................................................
(timbro e firma)
35
Indice
Schemi
Parte
2
36
Indice
Il book impianti è suddiviso in tre parti:
1) introduttiva: sono riportati l’indice generale e le schede riassuntive per ogni tipologia d’impianto.
In questa sezione Le sarà possibile individuare, “a colpo d’occhio” le informazioni di Suo interesse in
base alle tipologie d’impianto.
Suddivisione:
- tipologia d’impianto
- tipologia dell’edificio 1) numero piani
2) appartamenti per piano
3) prese per appartamento
- numero del preventivo e pagina
In seguito sono presenti alcuni schemi degli elementi. Con queste schede si indica il dimensionamen-
to degli alloggiamenti apparati e il dimensionamento delle tubazioni per la distribuzione dei segnali TV
e SAT all’interno dell’edificio.
2) area di lavoro: sono stati sviluppati gli schemi di ciascuna tipologia di impianto, affiancati dai relativi
dati di computo metrico. Questa sezione costituisce uno strumento di lavoro vero e proprio, che age-
vola l’installatore nella formulazione delle offerte agli utenti e nella pianificazione della posa in opera
dell’impianto. Tutto questo a partire da alcuni parametri fondamentali, quali: il numero di piani, di
appartamenti per piano e punti presa per appartamento.
Suddivisione:
Pag. 41 Capitolo 1 Impianti TV monocavo
Pag. 57 Capitolo 2 Impianti TV con centrale a filtri o centrale programmabile
Pag. 67 Capitolo 3 Impianto alberghiero (TSF, TFF - DVB310S, 310T)
Pag. 81 Capitolo 4 Impianto IF-IF SMATV
Pag. 89 Capitolo 5a Impianto multiswitch radiale 1 SAT
Pag. 97 Capitolo 5b Impianto multiswitch radiale 2 SAT
Pag. 113 Capitolo 6 Impianti multiswitch in cascata
Pag. 121 Capitolo 7 Impianti multiswitch in cascata 1 SAT con TV miscelato
Pag. 131 Capitolo 8 Impianti multiswitch in cascata 2 SAT con TV miscelato
Pag. 137 Capitolo 9 Impianti TV e TV-SAT per villette
3) glossario tecnico.
A garanzia dell’esattezza dei dati riportati, segnaliamo che tutti i parametri sono stati calcolati e progettati
con il software CICAT di FTE maximal, sulla base di misure standard:
- distanza da piano a piano m 3;
- distanza da vano scala ad appartamento m 10;
- distanza da scatola ingresso appartamento a punto presa m 10.
Qualora fosse interessato a schemi per impianti diversi da quelli proposti in questo volume, non esiti a
contattare il servizio tecnico FTE maximal all’indirizzo e-mail servizioprogetti@fte.it
Buon lavoro.
FTE maximal Italia
L’Azienda si riserva di apportare aggiornamenti ai dati tecnici senza alcun preavviso verbale o scritto.
37
Indice
Capitolo 1
Impianto TV monocavo
2 2 3 0 1.01 42 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino
a larga banda serie KMC e distribuzione a stella con 3 punti presa
all’interno degli appartamenti. Totale di 12 punti presa TV.
3 2/4 3 0 1.02 44 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
larga banda serie CC e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 24 punti presa TV.
4 4 3 0 1.03 46 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 48 punti presa TV.
4 4 3 0 1.04 48 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 48 punti presa TV.
8 2 3 0 1.05 50 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centralino a larga
banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno
degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV.
4 6 3 0 1.06 52 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 72 punti presa TV.
6 2 3 0 1.07 54 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 36 punti presa TV.
numero
piani
appartamenti
per
piano
prese
TV
prese
SAT
numero
preventivo
RIF.
pagina
Capitolo 2
Impianto TV con centrale a filtri o
programmabile
8 4 3 0 2.01 58 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a
filtri canale serie C604 e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in-
terno degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV.
8 4 3 0 2.02 60 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centrale pro-
grammabile serie GENIUS e distribuzione a stella con 3 punti presa
all’interno degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV.
8 4 3 0 2.03 62 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centrale a filtri
canale serie C604 e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno
degli appartamenti. Totale di 192 punti presa TV.
8 4 3 0 2.04 64 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centrale pro-
grammabile serie GENIUS e distribuzione a stella con 3 punti presa
all’interno degli appartamenti. Totale di 192 punti presa TV.
numero
piani
appartamenti
per
piano
prese
TV
prese
SAT
numero
preventivo
RIF.
pagina
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Book impianti Centralizzati TV e SAT-FTE Maximal Italia

  • 1. Book impianti centralizzati TV e SAT Terza edizione B3 www.fte.it
  • 2.
  • 3. 3 Premessa Gentile cliente, FTE maximal ha voluto realizzare il presente Book Impianti, terza edizione, per fornirLe un ulteriore ser- vizio e un supporto tecnico pratico ed immediato. In quest’ottica, l’Azienda ha cercato di rendere la lettura del Book Impianti e la ricerca delle specifiche tecniche il più possibile rapida e chiara, strutturando la pubblicazione in tre parti. FTE maximal Italia s.r.l.
  • 4. 4 Premessa Garanzia e qualità Il sistema di Progettazione, Produzione e Distribuzione adottato da FTE maximal GROUP è certificato secondo le normative UNI EN ISO 9001. Questo ha come obiettivo la costante e continua efficienza in termini di qualità dei propri prodotti e dei servizi forniti.
  • 5. 5 Premessa FTE maximal GROUP Fondata nel 1965 in Mülacher (Germania), Fte maximal si è consolidata come specialista nella progettazione e produzione di prodotti per la ricezione e distribuzione di segnali Tv e SAT. Nel 1997 consolida un accordo commerciale con altre due aziende, una Spagnola e una Italiana, aziende che completano la gamma di prodotti nel settore radiotelevisivo. Nel 1995 tutta la produzione viene trasferita nell’attuale sede centrale in Barcellona (Spagna). Attualmente FTE maximal offre una soluzione globale adattata ad ogni mercato internazionale e mondiale, operando con oltre 50 paesi, riscontrando un ottimo successo presso i professionisti del settore telecomunicazione radiotelevisive. La produzione avviene su quattro centri di produzione collocati a Barcellona (Spagna), Groisy (Francia), Guangdong (Cina) e Lunen (Germania). FTE maximal, consapevole della fondamentale importanza nel fornire un supporto e un servizio tecnico diretto alla propria clientela, ha creato 8 filiali autonome per un totale di 20.000 mq. di magazzini in Europa, Asia e Medioriente, che operano sul propio territorio tramite una propria rete commerciale, assicurando consegne veloci e un’assistenza tecnica sempre vicina alle esigenze dei distributori, installatori e clienti finali. FTE maximal ITALIA opera con la propria sede in Reggio Emilia avvalendosi di una struttura tecnica, logistica, commerciale e amministrativa, impegnandosi nel costante mantenimento di una rete di distribuzione e di un supporto tecnico capillare su tutto il territorio nazionale. Francia Dubai Barcellona Germania Portogallo Italia Dubai
  • 6. 6 Premessa Il software FTE FTE maximal mette a disposizione gratuitamente alla propria clientela il software SiS 1.0, programma di progettazione d’impianti in distribuzione Multiswitch. Il programma dispone di una libreria dove è indicato un elenco completo e dettagliato di tutti gli articoli FTE maximal per la stesura di preventivi. SiS 1.0 dispone di un controllo automatico dei livelli di segnale alle singole prese, con segnalazione automatica dei punti critici. Oltre al SiS 1.0, FTE maximal presenta il software CICAT per la progettazione di impianti TV e SAT. Questo programma permette di realizzare progetti di impianti centralizzati TV e SAT in modo semplice e dinamico. Una volta realizzato il progetto si possono estrapolare lo schema dell’im- pianto, il computo metrico dei materiali e tutte le informazioni tecniche dell’impianto progetta- to (livelli dei segnali, rapporto segnale/rumore, intermodulazione, regolazione amplificatori, …)
  • 7. 7 Premessa Corsi di formazione tecnico pratici Fte maximal ha attivato nuovi corsi di formazione per darti la possibilità di acquisire sempre maggiori competenze nel campo dell’impiantistica TV, DTT e SAT. Il nostro piano di formazione, suddiviso in tre step, ti consentirà di allargare la tua area di competenza, acquisire nuove conoscenze pratiche e teoriche, affinare le tue capacità nel creare nuove opportunità di business. 1- Corso DTT (digitale terrestre) L’avvento dei nuovi segnali digitali: prospettive future e nuove opportunità commerciali. Aspetti pratici per la ristrutturazione e progettazione di nuovi impianti centralizzati con segnali digitali. Durata del corso 3 ore, presso il distributore partner. 2- Corso Impiantistica Progettare e realizzare impianti centralizzati TV e SAT. Analisi dei segnali TV e SAT analogici e digitali, analisi delle tipologie di impianto, utilizzo del misuratore di campo e accenni sui software di progettazione FTE maximal. Durata del corso 6 ore, presso il distributore partner. 3- Corso Impiantistica Avanzato Entrare in modo pratico e dinamico nelle tecniche di taratura delle centrali Terrestri e Satellitari. Teoria e pratica in laboratorio con Misuratore di Campo. Durata del corso 2 giorni, presso la sede di FTE maximal. Numero massimo: 12 partecipanti con nozioni di impiantistica TV e SAT.
  • 8. 8
  • 9. 9 Consigli tecnici • Normativa Indice Parte 1 Guida CEI 140-100 2007-1 10 Intestazione del cavo coassiale 12 Linea guida controllo collaudo 15 DTT - Le misure 16 Canali e bande televisive 20 Bande e polarizzazioni in 1ª IF 22 Livelli di segnale 22 Regola dei 3 dB 22 Attenuazione cavo Fte 22 Canali SFN Italia 23 LEGISLAZIONE 24 DM 37/08 29
  • 10. 10 Consigli tecnici Guida CEI 140-100 2007-1 Linee guida relative al dimensionamento del sostegno d’antenna Alfine di rendere comprensibile e più facilmente eseguibile il calcolo del sostegno d’antenna vi sottopo- niamo una procedura sintetica estratta dalla guida CEI 140-100. Il palo di per se rappresenta l’elemento principale del sistema di sostegno delle antenne. Alcuni aspetti meccanici e fisici assumono importanza rilevante di cui si deve tenere conto per una corretta scelta del palo autoportante: • Il vento esercita un’azione tagliente e torcente sul palo e per questo va a caricarlo • Ogni antenna installata, sollecitata dal vento, esercita un peso sul palo, che mette alla prova sia la sua staticità che la sua resistenza Di seguito viene riportata la procedura per il corretto dimensionamento del sostegno, tenendo conto degli aspetti precedentemente descritti. Calcolo del Momento flettente esercitato dalle antenne sul palo Il palo telescopico è costituito da più tronconi (vedere fig. 2) dove quello principale (base), a diametro maggiore rispetto agli altri, subisce viene ancorato mediante zanche. I successivi tronconi a diametri inferiori e differenti, si innestano tra di loro fino all’ultimo troncone a diametro più piccolo. La procedura di calcolo che vi viene proposta è da eseguire su tutti i tronconi per poter scegliere correttamente i pali e definire il miglior sistema di sostegno delle antenne. Procedimento di calcolo 1. Calcolare la forza esercitata dall’antenna sul palo nel punto di ancoraggio quando viene sottoposta al vento ad una velocità di 130 km/h con la seguente formula: Tale calcolo deve essere effettuato per ogni antenna installata sul palo. 2. Calcolare il momento flettente Ma1 (espresso in Newton metri) Mba che ogni antenna determina sul palo e il momento totale dell’insieme delle antenne Mba Fig. 1 F è la forza esercitata dalle antenne sul palo nel punto in cui sono fissate ad esso a è la distanza dell’antenna dal punto di fissaggio come si vede in figura 1 Ma1 = F1 * a1 Ma2 = F2 * a2 Ma3 = F3 * a3 Ma4 = F4 * a4 Mba (N/m) = Ma1 + Ma2 + Ma3 + Ma4 F(N) = c * p c è una costante che deve essere scelta tra  1,2 (condizioni di vento teso)  1,6 (condizioni di raffiche di vento)  2,0 (in presenza di ghiaccio che aumenta la superficie esposta) p è la pressione standard a quando il vento soffia a 130 km/h ed è pari a 800 N/m S è la superficie a cui l’antenna è sottoposta all’azione del vento F(N) = c* p * S
  • 11. 11 Consigli tecnici Calcolo del Momento flettente esercitato dal vento sul palo Una volta eseguito il calcolo del momento flettente causato dalle antenne occorre calcolare anche quello causato dal vento sul palo stesso. Questo calcolo dovrà tenere conto dei vari tronconi di differenti sezioni L1, L2, L3 del palo telescopico che sono sollecitati dal vento. 3. Calcolare la pressione esercitata dal vento su ogni troncone del palo Dopodiché si deve calcolare il momento flettente dato dalla somma dei singoli momenti Infine quasta fase di calcolo termina con il calcolo del momento flettente complessivo Mbt dato dalla somma del momento flettente causato dalle antenne Mba e il momento causato dal vento sui tronconi del palo Mp. Importante: Il valore del momento flettente Mbt dovrà essere inferiore a 1650 Nm. Se si superano i 1650 Nm potrebbe essere necessaria una prova statica per la parte del fabbricato sulla quale si intende ancorare il palo. Nei calcoli si ipotizza una velocità del vento di 130 km/h , se situato a meno di 20 m dal suolo, oppure di 150 km/h se posizionato ad altezza superiore. Individuazione del palo Una eseguito il calcolo del momento Mbt , la scelta della sezione del palo viene determinata dal modulo di resistenza W dello stesso, da posizionare nel punto di maggior sforzo. Il modulo di resistenza W si calcola con questa formula: Questo calcolo permette di calcolare successivamente il momento Mmax , il momento flettente che il palo (troncone principale o base dove viene fissato il sostegno) è in grado di contenere, che dovrà essere ne- cessariamente superiore o uguale al valore di Mbt calcolato precedentemente. La formula è la seguente: La stessa procedura di calcolo dovrà essere eseguita anche per restanti singoli tronconi (pali) di diame- tro inferiore che verranno inseriti nel palo principale (base). Fig. 2 q1 = c * p * D1 q2 = c * p * D2 q3 = c * p * D3 c è il coefficiente din carico già visto p è la pressione convenzionale di 800 N/m già vista D è il diametro del troncone di palo espresso in metri Mp (N/m) = q3 * L3 2 / 2 + q2 * L2 * (L3 + L2 / 2) + q1 * L1 * (L3 + L2 + L1 / 2) Mbt (N/m) = Mba + Mp d D è il diametro del troncone di palo espresso in metri d è il diametro interno del tubo Fig. 3 Mmax (N/m) = W * Rm / 1000 Rm è il modulo di resistenza del palo fornito dal costruttore espresso in N/mm2 . Questo parametro dipende dallo spessore del palo: maggiore è lo spessore del palo, più lo stesso è resistente e garantisce un momento massimo sopportabile W (mm3 )= π * D4 - d4
  • 12. 12 Consigli tecnici Intestazione del cavo coassiale Nei paragrafi seguenti vengono presentati i mo- delli di connettore più diffusi e forniti utili consi- gli sulla realizzazione pratica delle connessioni. In particolare ci si soffermeremo sui seguenti siste- mi: • connessioni F, le più utilizzate dall’avvento della ricezione via satellite per la loro praticità d’uso • connessioni per cavi da interramento e posa esterna • connessioni nelle prese da parete • giunzioni tra cavi Preparazione del cavo coassiale Prima di utilizzare qualsiasi connettore è fonda- mentale preparare con cura il cavo coassiale. La sguainatura (cioè I’asportazione della guaina) va effettuata nel modo più preciso possibile, usando preferibilmente forbici ben affilate, munite di lu- netta adeguatamente ampia. Si eviti di incidere il sottostante schermo e di schiacciare il dielettrico del cavo. Si abbia cura di garantire un buon con- tatto tra treccia e corpo metallico del connettore, sia quando è rivoltata all’indietro sulla guaina che altrimenti posizionata. Nei cavi coassiali dotati di nastrino metallico non togliere il nastro di rame o di alluminio, ma lasciarlo avvolto sul dielettrico sino al taglio, in modo che la schermatura sia effi- cace anche nel punto di innesto con il connettore. Ricordarsi di tagliare il conduttore centrale tra- sversalmente, a “becco di flauto”, per facilitarne l’inserimento nel connettore femmina. Allo scopo di facilitare tutte queste operazioni ed oltre le forbici di alta qualità, si possono trovare una serie di pratici spelacavi (modello HC2) che, in maniera precisa e veloce, tagliano a misura tutti i componenti del cavo. Connessioni tipo F Il connettore F si è imposto universalmente ne- gli impianti per trasmissione TV e SAT, in quanto soddisfa in buona parte i requisiti richiesti, e cioè: • facilità di montaggio • buona schermatura • durata nel tempo, sia meccanica che elettrica • connessione meccanica stabile • costo contenuto Sul mercato sono disponibili svariati modelli di di- verso diametro, dotati anche di O-ring per la tenu- ta contro l’umidità, che soddisfano le più disparate esigenze. Ve ne sono in versione a crimpare, ad avvitare e a compressione (a prova di umidità). Con l’ausilio di alcune sequenze fotografiche illu- streremo in dettaglio le fasi di montaggio dei con- nettori offerti sul nostro catalogo. Connettore F a crimpare I modelli qui proposti sono stati opportunamente dimensionati per la nostra gamma di cavi. Per intestare il cavo si consiglia di utilizzare gli appositi spelacavi (modello HC2) oppure operare come segue. Si mette a nudo il conduttore interno e si spela un tratto di guaina come da istruzioni riportate sulla confezione dei connettori. Quindi si controlla con molta attenzione che non ci siano fili della calza avvolti sul centrale questo compor- terebbe un corto, ribalta con cura la treccia sulla guaina e si innesta il cavo nel connettore. Ricor- diamo di assicurarsi che il nastrino penetri, insie- me al dielettrico, nel foro interno del connettore. Il fissaggio finale del cavo si ottiene mediante crim- patura da eseguire con l’apposito attrezzo (pinza serie CZ57). Si illustra di seguito la corretta sequenza di mon- taggio: • prima di iniziare è necessario procurarsi i se- guenti attrezzi: 1 pinza crimpatrice (mod. CZ57) CZ57 F37 F48 F55 Cavo K121 K200 K290 e K300 Diametro 5 mm 6,8 mm 6,8 mm F73 FHQC5 FHQC Cavo K403 K121 K290 e K300 Diametro 10,3 mm 5 mm 6,8 mm
  • 13. 13 Consigli tecnici HC2 HC4 ed uno spelacavi universale (mod. HC2 o HC4) • Introdurre il cavo tra le ganasce dello spelacavi HC2, facendo attenzione che sia inserito comple- tamente, senza fuoriuscire dalla sede. • ruotare lo spelacavi attorno al cavo alcune volte con movimento costante, a seconda dello stato di usura delle lame. • premere lo spelacavi all’altezza delle pinze e tirarlo per rimuovere la guaina e il dielettrico. Il cavo, quando è spelato correttamente, appare come nella foto a destra dove treccia e condutto- re interno appaiono messi completamente a nudo. • ribaltare la treccia sulla guaina, avendo cura di lasciare invece il nastrino aderente al dielettrico. • infine, inserire fino a fondo corsa il connettore nel cavo, facendo attenzione che il nastrino pene- tri interamente nel tubetto interno. • facendo uso dell’apposita pinza CZ57, crimpare a fondo il connettore, dopo averlo inserito nella sede esagonale. • ora il cavo è connesso in maniera sicura ed ef- ficiente. Per migliorarne la resistenza all’umidità in esterno consigliamo di isolare la connessione mediante uno dei molti sistemi tecnici disponibi- li (cere, nastro autoagglomerante o vulcanizzato, silicone, ecc.) Connettore F ad avvitare Il cavo viene preparato come nel caso precedente, poi si avvita il connettore direttamente sulla guai- na. L’operazione è semplice ed immediata e non richiede particolari attrezzi. Il connettore, inoltre, può essere riutilizzato. Per contro il rischio di dan- neggiare la treccia o di torcere eccessivamente il cavo è più alto. Questi inconvenienti vanno tenuti presenti se si dovesse optare per l’uso di questo modello.
  • 14. 14 Consigli tecnici Anche questa connessione, se usata all’esterno, richiede una qualche forma di sigillatura che con- senta di bloccare le infiltrazioni di umidità. Connettore F a compressione Questo tipo di connettore offre l’impermeabilità contro l’umidità, ad un prezzo leggermente supe- riore rispetto ai modelli precedenti. Può anche ritenersi una valida alternativa ai con- nettori per interramento, essendo dotato di oring sulla parte anteriore e posteriore del connettore. Il cavo deve essere preparato come nel caso dei connettori F a crimpare, salvo per il connettore che và crimpato con una pinza appositamente studiata modello HC5 o HC11 . Scelta del cavo coassiale Per la scelta di un cavo coassiale dovremo legge- re alcuni valori di fondamentale importanza nella scelta del cavo. Per primo le caratteristiche elettriche di perdita in base alla lunghezza della tratta da effettuare. Per secondo le caratteristiche fisiche, raggio di curvatura, forza massima di trazione: • il raggio di curvatura minimo è utile da sape- re in fase di messa in posa , specie in esterno , per evitare di avere problemi successivi ad uno schiacciamento del cavo con relativa perdita d’im- pedenza. • forza massima di trazione, in linea di massima è utile per valutare se un cavo può venire sollecitato o meno in fase di posa all’interno dei corrugati e per effettuare un confronto tra un cavo e un altro. La messa in posa del cavo deve tener presente alcune regole che: • all’esterno la posa deve essere effettuata in guaine PE da esterno che proteggono il cavo da umidità, raggi UV, intemperie, possibilità di schiacciamenti, ecc. • sempre all’esterno è consigliabile fare il cosid- detto sgocciolatoio come si vede nella foto sotto • cercare di limitare al minimo indispensabile l’uso di fascette, chiodini fermacavo, o se proprio il loro uso risulta indispensabile, cercare di non provoca- re schiacciature per evitare fastidiosi problemi di Return Loss usando le fascette in modo da non schiacciare il cavo e i chiodini fermacavo idonei a quel tipo di cavo; d’altronde la cosa è intuibile se scegliamo un cavo più costoso con un ottimo va- lore di perdite, che andiamo a peggiorare perché abbiamo schiacciato troppo i cavi con delle fascet- te, otterremo lo stesso risultato, se non peggiore, come se avessimo usato un cavo più economico; • nella posa interna e in prossimità di spigoli in- terni e soprattutto esterni, ma anche nelle scatole di derivazione, nelle scatola delle prese utente, la curvatura del cavo coassiale non deve superare il minimo raggio di curvatura, come si vede dal disegno sottostante. La corretta scelta del cavo è da affiancare ad una corretta scelta del connettore e della sua messa in posa, in precedenza abbiamo indicato il connetto- re che più è adatto al cavo coassiale Fte maximal HC5 CF121 CF125 CF47 Cavo K121 K200 K290 e K300 Diametro 5 mm 6,8 mm 6,8 mm CF43 FHQT5 FHQT Cavo K403 K121 K290 e K300 Diametro 10,3 mm 5 mm 6,8 mm CFC58 CFC6 CFC11 Cavo K121 K290 e K300 K403 Diametro 5 mm 6,8 mm 10,3 mm Raggio minimo di curvatura NON CORRETTO Raggio minimo di curvatura CORRETTO
  • 15. 15 Consigli tecnici Linea guida controllo collaudo A conclusione di una installazione di impianto nuo- vo o di modifiche importanti effettuate su un im- pianto esistente occorre procedere al collaudo per accertare la conformità dei materiali e delle appa- recchiature installati e la corretta esecuzione dei lavori in ottemperanza alle Norme, come richiesto dal DM 37/08. Verifica della funzionalità Per verificare la funzionalità di un impianto è ne- cessario che alle prese d’utente (ovvero nel punto HNI) siano effettuate: • misure del livello dei segnali • misure del rapporto C/N e del BER (Bit Error Rate) • misure di disaccoppiamento tra le prese d’uten- te (almeno su due prese nei piccoli impianti o sul 5% delle prese nei grandi impianti). Verifica della sicurezza Le apparecchiature dell’impianto e gli schemi dei cavi coassiali della rete di distribuzione dei segnali sono collegati in modo da assicurare la protezione dai contatti diretti e indiretti, ai sensi della Norma CEI 64-8? L’edificio in cui è installato l’impianto di di- stribuzione dei segnali televisivi è dotato di impianto di protezione contro le scariche at- mosferiche e sovratensioni indotte? Le antenne sono state messe a terra in modo adeguato secondo la Norma CEI EN 62305? Necessario adeguamento È stata verificata la probabilità di fulminazio- ne della struttura dopo che sono state in- stallate le antenne? Il risultato della verifica richiede un im- pianto di protezione contro le scariche atmosferiche e sovratensioni indotte? OK SÌ SÌ SÌ NO NO Necessaria verifica NO NO Necessario adeguamento OK NO SÌ SÌ Necessario progettare impianto di protezione secondo Norma CEI EN 62305
  • 16. 16 Consigli tecnici DTT - Le misure I parametri da tenere sotto controllo FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale La diffusione della televisione digitale terrestre, impone una costante riflessione sui parametri che la caratterizzano affinché diventino il più possibile familiari agli installatori professionisti. Un’adegua- ta preparazione li metterà in condizione di gestire più velocemente problematiche complesse. Il segnale DVB-T, quello della televisione digitale terrestre, è caratterizzato da numerose peculiarità che lo rendono profondamente diverso dal segna- le analogico. Ad esempio, nella DTT si utilizza la modulazione COFDM, il cui principale vantaggio è dato dalla sua robustezza. Rispetto alle riflessio- ni e/o ai cammini multipli (multipath) non si hanno effetti di “ghosting” come doppie immagini o fan- tasmi. Inoltre, la trasmissione DTT presenta una buona resistenza rispetto alle interferenze co-ca- nale, in modo particolare quando l’interferente è un canale analogico. Ma non sono queste le sole differenze: la potenza sul canale radio è uniforme- mente distribuita su tutta la banda e non concen- trata come nel canale analogico in corrispondenza della portante video: tutto questo comporta anche un diverso approccio di misura. Inoltre la possibi- lità di poter utilizzare molti schemi di modulazione consente di poter mediare tra capacità di traspor- to e robustezza del collegamento. Per esempio: passare da una modulazione 64QAM (rate 2/3) a 16QAM (rate 3/4) si riduce del 25% la capacità di trasporto. Aree di copertura e possibilità di ricezione La robustezza della modulazione utilizzata consen- te di diminuire la potenza di trasmissione, anche di 15-17 dB, rispetto all’analogico, a parità di aree di copertura. Nella pratica, anche se è possibile la- vorare con livelli più bassi rispetto all’analogico oc- corre fare alcune considerazioni. Quando il livello analogico è molto scarso otteniamo una semplice degradazione della qualità dell’immagine; nel caso del DTT, invece, un livello troppo basso genera l’effetto “soglia” e quindi si perde la possibilità di demodulare. È molto importante per un segnale DTT avere un “margine” nella ricezione per ovviare a fluttuazioni di potenza dovute alle diverse con- dizioni di propagazione che possono cambiare nel tempo: in molti casi saranno sufficienti antenne omnidirezionali ma quando non saranno sufficien- ti, dovranno essere sostituite da antenne più direttive. Nella ricezione di multiplex diversi, provenienti da siti diversi e quin- di con coperture diverse, occorre anche considerare un’equalizzazione in potenza tra i vari transponder digitali. I parametri misurabili La possibilità di installazione nelle abita- zioni domestiche dei servizi televisivi ana- logici e digitali passa attraverso la neces- sità di rendere funzionali i servizi stessi. La funzionalità del servizio deve quindi poter essere dimostrata in modo ogget- tivo attraverso la misura dei parametri indicativi della funzionalità stessa. Proba- bilmente, nella DTT, il più importante e significativo tra tutti i parametri misurabili è quello che viene definito “margine di decodifica” e rappresenta la quantità di potenza del segnale che eccede il valo- re minimo indispensabile ad un ricevitore digitale per poter decodificare il segnale stesso. La quantificazione del “margine” passa quindi attraverso altre misure che ora andiamo a considerare. I SEGNALI TV LIVELLO MINIMO (dBPV) LIVELLO MASSIMO (dBPV) TV analogica 57 77 TV Digitale Terrestre 47 (52) 77 Buono Medio Scarso p.v. BER canale reale p.v. BER canale ideale FEC 3/4 MARGINE DI RUMORE Cond. ideali N B Cond. ideali N B + N F 26.4 26.4 RUMORE DI FASE SNR C N ( ) soglia ideale C N ( ) soglia reale C N ( ) esercizio C N (dB) C = Portante N = Rumore NB = Rumore bianco NF = Rumore di fase C N C NB = In condizioni ideali (teoriche) C N C NB+ NF = In condizioni reali Condizione di esercizio MARGINE DI RUMORE
  • 17. 1 7 Consigli tecnici La misura del “livello” Il primo e più semplice parametro da verificare è il ‘livello’ del segnale, inteso come sua ampiezza o intensità di potenza. Tipicamente viene misurato in dBμV. Mentre in un segnale analogico la potenza misurata è riferita al valore di picco di sincronismo del segnale PAL, nel caso della DTT la potenza complessiva rappresenta la somma della potenza di tutte le portanti del canale COFDM e non la sin- gola portante. Nei segnali DTT possiamo trovare valori molto più bassi rispetto ai segnali analogi- ci poiché le potenze di emissione al trasmettitore possono essere più basse. Ecco alcune osserva- zioni al riguardo: – il livello minimo per la DTT, pari a 47 dBμV, è riferito alla situazione in cui il decoder digitale è direttamente collegato al cavo d’antenna tramite la presa d’utente; questo livello è quello presente alla presa e coincide con quello in ingresso al decoder. – il livello minimo per la DTT, pari a 52 dBμV è consigliato quando prima di entrare nel decoder digitale terrestre il segnale passa attraverso un al- tro dispositivo (VCR, decoder satellite o altro). È indispensabile tenere conto di quelle attenuazioni e quindi delle figure di rumore che si aggiungono nei vari passaggi prima di arrivare al demodulatore utile. Questo valore è quello misurato all’ingresso del decoder. – Naturalmente i valori precedenti sono racco- mandati ma potrebbe essere necessario modifi- carli in funzione della configurazione del sistema ricevente. – È anche logico che per la ricevibilità di tutti i se- gnali, sia analogici che digitali, i valori riportati de- vono essere soddisfatti su tutti i segnali distribuiti. – Se i segnali digitali arrivano con buona potenza, mentre gli analogici arrivano con potenza inferio- re, potrebbe essere necessario amplificare questi ultimi: una eventuale distorsione non lineare per la grande amplificazione richiesta sarà tollerabile nei segnali analogici ma non in quelli digitali poiché potrebbe portare il decoder digitale a lavorare in zona di saturazione e quindi porterebbe i pacchetti digitali a entrare in sofferenza. – In modo analogo se, per esempio, i segnali analogici sono ricevuti con livelli alti (per esempio intorno ai 60 dBμV), mentre i segnali digitali han- no livelli inferiori (per esempio 40 dBμV) potreb- be ancora accadere che i segnali digitali entrino in sofferenza.– I valori minimi e massimi elencati nella tabella definiscono la cosiddetta “finestra operativa” o “dinamica di ingresso” del decodifi- catore. Quando aumenta la differenza di potenza tra segnali analogici e digitali a favore dei segnali analogici, questa finestra si restringe. Il rapporto segnale/disturbo C/N Questo rapporto, espresso in dB, mette in relazio- ne il valore di potenza del segnale a radiofrequen- za “C” e il livello di potenza del rumore che entra nel ricevitore “N”. Il valore di tale parametro varia naturalmente in funzione della scelta dei parame- tri di modulazione. I ricevitori DVB-T richiedono un valore minimo di tale parametro.Come riferi- mento possiamo dare i valori definiti nel Regno Rumore impulsivo La ricezione DTT può essere disturbata da interferenze “impulsive” tipicamente prodotte da dispositivi elettrici domestici come relè, interruttori, termostati, motori elettrici, mo- tori di veicoli e altri. Gli effetti di queste in- terferenze producono un innalzamento della soglia di demodulazione: pertanto possono manifestarsi effetti di freeze (congelamento) dell’immagine, apparire gli effetti dei blocchi, oppure può interrompersi il suono in modo intermittente in corrispondenza dei picchi del rumore impulsivo.Il meccanismo con cui ope- ra questo tipo di interferenza può essere così spiegato. Il segnale impulsivo interferente non si somma direttamente al segnale poiché questo è ben schermato dalla calza del cavo coassiale. Ma è la calza stessa che porta tale impulso verso l’antenna. Il cavo viene con- nesso all’antenna sul traslatore di impeden- za, definito “balun”. Se questo dispositivo non produce un disaccoppiamento sufficiente, il rumore che arriva tramite la calza si propaga sul conduttore centrale tornando al ricevito- re e disturbando la demodulazione. Questo effetto può quindi essere limitato con un au- mento di disaccoppiamento sui balun delle antenne, ricorrendo per esempio a quelle di tipo “bilanciato” e, naturalmente, assicurando sufficiente separazione nelle prese, derivatori e dispostivi comunque impiegati nelle reti di distribuzione domestiche. Quando queste in- terferenze sono causate dai motori dei veicoli è possibile pensare a un posizionamento di- verso dell’antenna in modo che risulti scher- mata rispetto alla direzione di provenienza del disturbo mantenendo, ovviamente, la visibilità ottica con il trasmettitore televisivo.
  • 18. 18 Consigli tecnici Unito dove è stato previsto un rapporto di: C/N = 26 dB per la modulazione 64QAM con rate di codice 2/3 C/N = 22 dB per il 16QAM con rate di codice 3/4 Tali valori sono solo di riferimento poiché la possibilità di demodulazione dipende an- che dall’entità degli apporti sui cammini multipli e dalle interferenze co-canale o sul canale adiacen- te che il segnale ha dovuto sopportare nella pro- pagazione.Gli altri elementi che possono influen- zare il valore C/N necessario sono la qualità del ricevitore, i livelli di intermodulazione in antenne o generati dagli amplificatori utilizzati negli impianti di distribuzione. Nel caso più semplice di ricezio- ne, quando il ricevitore è collegato direttamente all’antenna senza nessun elemento intermedio (amplificatore, derivatore, presa, ecc.) solitamen- te, ma non troppo correttamente, si crede che un livello di potenza corretto corrisponde ad un livello di C/N corretto. Questo si verifica solo se il rice- vitore stesso non ha una figura di rumore troppo elevata e il livello delle interferenze co-canale ri- mane insignificante. L’utilizzo di amplificatori, filtri, convertitori di canale, le antenne, gli elementi di distribuzione sugli impianti domestici e il ricevitore complicano ovviamente le cose e quindi vanno ri- visti i valori del rapporto C/N caso per caso. Tutto questo dimostra che il valore del rapporto C/N da delle buone indicazioni ma non è un parametro che può assumere valori univoci e ben definiti una volta per tutte. Naturalmente tale parametro è molto importante anche nella ricezione di segnali analogici ma troppo spesso segnali analogici ma troppo spesso questo non viene preso in conside- razione durante le installazioni. Nelle applicazioni digitali il rapporto C/N contribuisce a definire il “margine nella ricezione” e quindi anche la qualità della ricezione stessa, soprattutto nell’intorno del valore a cui corrisponde l’effetto di “soglia”. I parametri CSI e MER Il parametro CSI (Channel State Information) con- sente di eseguire una valutazione in tempo reale della quantità di rumore e di interferenza presenti su ciascuna portante del segnale DTT. Per que- sto diviene un utile indicatore dei problemi del canale e può essere utilizzato per effettuare una misura che quantifica l’entità dei disturbi rispetto alla potenza media di ciascuna portante. Questo parametro viene generalmente espresso in per- centuale. Il MER (Modulation Error Ratio) è un parametro molto simile al C/N e viene espresso in dB. Questo parametro, come il CSI, prende in considerazione tutti i disturbi, oltre che il rumore bianco, che affliggono il segnale. Esso costituisce un metodo immediato per valutare informazioni di- rette sul margine di decodifica. Margine di operatività Il margine di operatività (vedi disegno) rappresen- ta il valore di cui è possibile ridurre l’intensità del segnale fino a vedere il deterioramento nel se- gnale demodulato come, per esempio, nel video. Il margine definito sul livello del segnale serve a proteggere la ricezione da variazioni di livello che BER: il rapporto di errore sui bit Il BER (Bit Error Ratio) mette in relazione il numero di bit errati rispetto al numero di bit ricevuti in un periodo di tempo (per esempio in 1 secondo) e costituisce una misura diretta sulla “qualità” del segnale dopo la demodulazione. È forse il parametro più indicativo poiché visualizza il risultato finale di un collegamento e fornisce indicazioni dirette sulla possibilità o meno di visualizzare un’immagine, del “margine di ricezione” che costituisce la “riserva” che cautela la corretta decodifica. La condi- zione minimale di ricezione rispetto al parametro BER è quella di avere un BER≤2E-04 dopo la decodifica di Viterbi nella catena di demodulazione che genera un BER≤1E-11 dopo la correzione di Reed-Solomon, definita anche condizione QEF (Quasi Error Free) nel senso che si avrà quasi un’ora di trasmissione libera da errori. Naturalmente più basso è il BER migliore è la qualità di rice- zione. Tuttavia bisogna comunque interpretare anche i valori di questo parametro in modo corretto. Infatti un alto BER indica certamente la presenza di sofferenze, ma un buon BER non costituisce necessariamente la certezza sulla perfetta riproduzione del contenuto trasmesso. Infatti la quantifi- cazione di questo parametro è fatta attraverso una stima ottenuta in modo statistico. Questo può mascherare pacchetti o burst di errori generati da rumore impulsivo e quindi di brevissima durata che mediati su un tempo di alcuni secondi potrebbero non essere conteggiati. Tuttavia questi errori genereranno dei problemi nella decodifica del media video, audio o dati, che in quel momento viene ricevuto.
  • 19. 19 Consigli tecnici possono avvenire per diverse ragioni. Viene misu- rato con l’inserimento di un semplice attenuatore all’ingresso del decoder e può essere espresso in dB. Naturalmente questo non è l’unico mar- gine che deve essere considerato poiché il se- gnale può degradare anche quando si riduce, per esempio, il rapporto C/N oppure il MER, il CSI o il BER. Quindi il margine di decodifica in gene- rale sarà dato dal margine di operatività sul livello del segnale ma anche dal margine di rumore se misurato nel C/N o nel MER o magari dal “margi- ne sul tasso di errore” se misurato sul BER come indicato in figura. Strumenti di misura Gli strumenti progettati per effettuare misure sui segnali analogici (misuratori di campo) occorre utilizzarli con molta cautela nelle misure sui segnali digitali. È sempre importante fare riferimento alla banda di misura utilizzata dal misuratore di campo. Infatti se questa risulta più piccola di 8 MHz può filtrare parte del segnale DTT e non conteggiare tutta la potenza. Tali letture devono quindi essere corrette in modo adeguato attraverso la relazio- ne: Correzione = 10 log10 (Bmisura/Bcanale). Nel caso poi di misure di rapporto C/N occorre valutare bene dove lo strumento va a leggere la potenza di rumore: se, per esempio, la legge nel canale adiacente, oppure molto vicino al canale digitale che vogliamo considerare o più lontano; e, ancora, se la frequenza utilizzata per la stima del rumore è occupata da altre portanti dirette o inter- ferenti o da prodotti di intermodulazione e così via. Gli strumenti più recenti, ovviamente, sono stati ottimizzati su questi aspetti e presentano possi- bilità di stimare il BER o il MER, consentono la visualizzazione della costellazione e, addirittura, mostrano misure CSI. Qualità immagine BER Buono Medio Scarso 2E-4 valore minimo NB 2E-10 valore di esercizio Intensità minima Intensità di segnale C (dBμV) Margine di operatività nella demodulazione DVB-T Margine di operatività MARGINE DI OPERATIVITÀ
  • 20. 20 Consigli tecnici Canali e bande televisive Paese VHF UHF Sistema di trasmissione Algeria B H PAL Argentina N N PAL Australia B H PAL Austria B G PAL Bahrain B G PAL Belgium B H PAL Bulgaria D K SECAM China D K PAL Cyprus B G PAL Corea (Rep.) M – NTSC Croatia B G PAL Denmark B G PAL Egypt B G,H SECAM Finland B G PAL France E/L L SECAM Germany B G PAL Gibraltar B H PAL Great Britain I I PAL Greece B G PAL Holland B G PAL Hong Kong (A) I I PAL Hungary D K SECAM India B – PAL Indonesia B – PAL Iran B G SECAM Iraq B – SECAM Ireland I I PAL Iceland B G PAL Israel B G PAL Italy B G PAL Japan M M NTSC Jordan B G PAL Kuwait B G PAL Lebanon B G SECAM Libya B H PAL Paese VHF UHF Sistema di trasmissione Luxemburg C L PAL/SECAM Malta B H PAL Malaysia B G PAL Morocco B H SECAM Mexico M M NTSC Monaco E L SECAM Nigeria B G PAL Norway B G PAL Oman Sultanate B G PAL Pakistan B – PAL Philippines M M NTSC Poland D K SECAM Portugal B G PAL Qatar B – PAL Czech Rep. D K PAL/SECAM Romania D K PAL Russia D K SECAM Saudi Arabia B G PAL/SECAM Serbia Montenegro B G PAL Singapore B G PAL Sjriam Arab. Rep. B H SECAM Spain B G PAL Slovenia B G PAL Slovak Rep. D K PAL/SECAM Sri Lanka B/H – PAL South Africa I I PAL Sweden B G PAL Svizzera B G PAL Thailand B R PAL Tunisia B G SECAM Turkey B G PAL U.A.E. B G PAL U.S.A. M M NTSC Yemen P.D.R. B – PAL Standard di modulazione CCIR Standard A B C D E F G H I K K1 L M N Nº Linee 405 625 625 625 819 819 625 625 625 625 625 625 525 625 Ampiezza banda canale 5 7 7 8 14 7 8 8 8 8 8 --- 6 6 Ampiezza banda video 3 5 5 6 10 5 5 5 5,5 6 6 6 4,2 4,2 Portante audio (MHz) -3,5 5,5 5,5 6,5 11,15 5,5 5,5 5,5 6 6,5 6,5 6,5 4,5 4,5 Banda vestigiale (MHz) 0,75 0,75 0,75 0,75 2 0,75 0,75 1,25 1,25 0,75 1,25 1,25 0,75 0,75 Modulazione video Pos. Neg. Pos. Neg. Pos. Pos. Neg. Neg. Neg. Neg. Neg. Pos. Neg. Neg. Modulazione audio AM FM AM FM AM AM FM FM FM FM FM AM FM FM
  • 21. 21 Consigli tecnici Qualità dell’immagine in rapporto Segnale Rumore Rapporto Segnale/Rumore (dB) Qualità immagine > 46 Ottima 40-46 Buona 34-40 Sufficiente 26-34 Pessima Frequenza Canali TV Banda Canale Frequenza Video Frequenza Centrale Frequenza Audio Banda I 2 3 4 48,25 55,25 62,25 50,5 57,5 64,5 53,75 60,75 67,75 FM 87,50 108,00 Banda S Bassa S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 112,25 119,35 126,25 133,25 140,25 147,25 154,25 161,25 168,25 114,5 121,5 128,5 135,5 142,5 149,5 156,5 163,5 170,5 117,75 124,75 131,75 138,75 145,75 152,75 159,75 166,75 173,75 Banda III C5 C6 C7 C8 C9 C10 C11 C12 175,25 182,25 189,25 196,25 203,25 210,25 217,25 224,25 177,5 184,5 191,5 198,5 205,5 212,5 219,5 226,5 180,75 187,75 194,75 201,75 208,75 215,75 222,75 229,75 Banda S Alta S11 S12 S13 S14 S15 S16 S17 S18 S19 S20 231,25 238,25 245,25 252,25 259,25 266,25 273,25 280,25 287,25 294,25 233,5 240,5 247,5 254,5 261,5 268,5 275,5 282,5 289,5 296,5 236,75 243,75 250,75 257,75 264,75 271,75 278,75 285,75 292,75 299,75 Hiper Banda S21 S22 S23 S24 S25 S26 S27 S28 S29 S30 S31 S32 S33 S34 S35 S36 S37 S38 303,25 311,25 319,25 327,25 335,25 343,25 351,25 359,25 367,25 375,25 383,25 391,25 399,25 407,25 415,25 423,25 431,25 439,25 306,0 314,0 322,0 330,0 338,0 346,0 354,0 362,0 370,0 378,0 386,0 394,0 402,0 410,0 418,0 426,0 434,0 442,0 308,75 316,75 324,75 332,75 340,75 348,75 356,75 364,75 372,75 380,75 388,75 396,75 404,75 412,75 420,75 428,75 436,75 444,75 Banda Canale Frequenza Video Frequenza Centrale Frequenza Audio Banda IV 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 471,25 479,25 487,25 495,25 503,25 511,25 519,25 527,25 535,25 543,25 551,25 559,25 567,25 575,25 583,25 591,25 599,25 474 482 490 498 506 514 522 530 538 546 554 562 570 578 586 594 602 476,75 484,75 492,75 500,75 508,75 516,75 524,75 532,75 540,75 548,75 556,75 564,75 572,75 580,75 588,75 596,75 604,75 Banda V 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 607,25 615,25 623,25 631,25 639,25 647,25 655,25 663,25 671,25 679,25 687,25 695,25 703,25 711,25 719,25 727,25 735,25 743,25 751,25 759,25 767,25 775,25 783,25 791,25 799,25 807,25 815,25 823,25 831,25 839,25 847,25 855,25 610 618 626 634 642 650 658 666 674 682 690 698 706 714 722 730 738 746 754 762 770 778 786 794 802 810 818 826 834 842 850 858 612,75 620,75 628,75 636,75 644,75 652,75 660,75 668,75 676,75 684,75 692,75 700,75 708,75 716,75 724,75 732,75 740,75 748,75 756,75 764,75 772,75 780,75 788,75 796,75 804,75 812,75 820,75 828,75 836,75 844,75 852,75 860,75
  • 22. 22 Consigli tecnici Bande e polarizzazioni in 1ª IF La tabella illustra le combinazioni di tensione e tono. POLARIZZAZIONE TENSIONE + TONO BANDA O.L. MHz (VL) Verticale 14V / 0 KHz Bassa (Freq TP compresa tra 10700 ÷ 11700 MHz) 9750 (HL) Orizzontale 18V / 0 KHz Bassa (Freq TP compresa tra 10700 ÷ 11700 MHz) 9750 (VH) Verticale 14V / 22 KHz Alta (Freq TP compresa tra 11700 ÷ 12750 MHz) 10600 (HH) Orizzontale 18V / 22 KHz Alta (Freq TP compresa tra 11700 ÷ 12750 MHz) 10600 Freq TP = frequenza del transponder desiderato (in MHz). Ecco invece come calcolare la frequenza in 1a IF (tra 950 MHz e 2150 MHz) partendo dalla frequenza originale in banda Ku (tra 10.7 GHz e 12.750 GHz): Frequenza in 1a IF = Freq TP – O.L. Livelli di segnale Livelli e qualità del segnale alle prese (normativa EN 50083-7): TV Analogica (AM) TV Digitale (COFDM) Satellitare (QPSK) Livello di segnale 57-77 dBμV 45-74 dBμV 47-77 dBμV BER minimo - 1 e -4 10 e -4 C/N minimo 44 27 11 Regola dei 3 dB Riduzione del livello massimo di uscita per amplificatori a larga banda. Il livello massimo di uscita deve essere regolato, in base al numero di canali da amplificare, rispetto a quello riportato sulle specifiche tecniche. Calcolo del valore di attenuazione: N° CANALI da amplificare: Riduzione del livello di uscita (in dB): 2 0 4 -3 8 -6 16 -9 32 -12 64 -15 Attenuazione cavo Fte Livelli e qualità del segnale alle prese (normativa EN 50083-7): K121 Ø 5 mm K290W Ø 6,8 mm K403B3 Ø 10,2 mm 47 MHz 0,69 dB / 10mt 0,37 dB / 10mt 0,29 dB / 10mt 800 MHz 2,23 dB / 10mt 1,62 dB / 10mt 1,23 dB / 10mt 1000MHz 2,36 dB / 10mt 1,75 dB / 10mt 1,29 dB / 10mt 2150MHz 3,64 dB / 10mt 2,82 dB / 10mt 2,07 dB / 10mt
  • 23. 23 Consigli tecnici Canali SFN Italia Multiplex Tipo Canale pianificato Assegnazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 Regionale RAI Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale Nazionale E5, E9 e/o un Canale in banda UHF distinto per regione E8 (195 ÷ 202 MHz) E7 (188 ÷ 195 MHz) E26 (510 ÷ 518 MHz) E59 (774 ÷ 782 MHz) E30 (542 ÷ 550 MHz) E36 (590 ÷ 598 MHz) E25 (502 ÷ 510 MHz) E40 (622 ÷ 630 MHz) E44 (654 ÷ 682 MHz) E33 (566 ÷ 574 MHz) E47 (678 ÷ 686 MHz) E48 (686 ÷ 694 MHz) E49 (694 ÷ 702 MHz) E50 (702 ÷ 710 MHz) E52 (718 ÷ 726 MHz) E55 (742 ÷ 750 MHz) E56 (750 ÷ 758 MHz) E57 (758 ÷ 766 MHz) E58 (766 ÷ 774 MHz) E60 (782 ÷ 790 MHz) E38 (606 ÷ 614 MHz) E37 (598 ÷ 606 MHz) E54 (734 ÷ 742 MHz) E11 (216 ÷ 223 MHz) E12, E6, E7, E10 RAI DVB 1 Europa 7 DVB-T2 Dividendo Digitale RAI DVB 3 Dividendo Digitale RAI DVB 2 MEDIASET DVB 2 RAI DVB 5 RAI DVB 4 RETE A DVB 1 RETE A DVB 2 TIMB DVB 1 TIMB DVB 3 MEDIASET DVB 4 D Free MEDIASET DVB 1 Dividendo Digitale MEDIASET DVB 5 Retecapri Alpha DVB MEDIASET DVB 6 TIMB DVB 2 MEDIASET DVB-H LA 3 DVB-H TIMB DVB 4 RAI DVB 1 Servizio Audio Digitale Elenco dei canali riservati alle tv locali nelle aree tecniche 5, 6 e 7: 21, 22, 23, 27, 28, 29, 31, 32, 34, 35, 39, 41, 42, 43, 45, 46, 51, 53, 59, 61, 62, 63, 64, 65, 66, 67, 68, 69.
  • 24. 24 Normativa LEGISLAZIONE Dalla 46/90 al decreto 37 FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale Dubbi, lacune, dimenticanze, complicazioni. Dalle prime analisi del nuovo decreto che sostitu- isce quasi in toto la legge 46/90 emergono so- stanziali riflessioni, non sempre a favore di una gestione della professione più chiara e competen- te. Il nuovo decreto n. 37 del 22 gennaio 2008, ossia il Regolamento concernente l’attuazione dell’arti- colo 11-quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, per il riordino delle disposizioni in materia di attività di installazio- ne degli impianti all’interno degli edifici, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 61 del 12 marzo 08, sostituisce la legge 46/90 tranne che per l’arti- colo 8 riguardante il finanziamento dell’attività di formazione tecnica, l’articolo 14 dedicato alle ve- rifiche degli impianti e l’articolo 16 che si occu- pa delle sanzioni. Vengono così abrogati il DRP 447/91, ossia il regolamento di attuazione della legge 46/90, e gli articoli da 107 a 121 del DPR 380/01 (Testo Unico Edilizia). Il decreto si svilup- pa in 15 articoli che contengono numerose novità per il nostro settore. Vediamo quali sono. Cosa viene abrogato Il nuovo Decreto Ministeriale 37/2008, che so- stituisce la legge 46/90, è entrato in vigore il 27 marzo 2008, 15 giorni dopo la pubblicazione sul- la Gazzetta Ufficiale. Nella stessa data sono stati abrogati (ai sensi dell’art. 3, comma 1, del de- creto 28/12/06 n. 300, convertito con modifiche dalla legge 26/2/2007 n.17): a) gli articoli da 107 a 121 del DPR 380/01; b) il DPR 447/91; c) la legge 46/90 ad eccezione degli articoli 8 (Fi- nanziamento dell’attività di normazione tecnica), art. 14 (Verifiche), art. 16 (Sanzioni). Quindi, la dichiarazione di conformità doveva essere rilascia- ta sul “vecchio modulo” (DM 20/2/92) fino allo scorso 26 marzo 2008; dal giorno successivo la dichiarazione di conformità deve essere rilasciata sui nuovi moduli, previsti dagli allegati I e II del DM 37/08, rispettivamente per le imprese installatrici e gli uffici tecnici interni delle imprese non instal- latrici. Art. 1 - Ambito di applicazione Il decreto 37 si applica agli impianti posti al servizio degli edifici, indipendentemente dalla destinazione d’uso (quindi civile e non civile), collocati all’inter- no degli stessi e delle relative pertinenze. L’esten- sione di competenza (civile e non civile) preceden- temente veniva applicata solo agli impianti elettrici (comma 2, art. 1 DPR 447/91). Nella classifica- zione degli impianti ci sono novità: gli impianti di protezione contro le scariche atmosferiche (pre- cedentemente assegnate alla lettera b) ora fan- no parte della lettera a) che comprende anche gli impianti per l’automazione di porte, cancelli e bar- riere. Resta inteso che le aziende di nuova costitu- zione (a far data dal 27 marzo 2008) non avranno la possibilità di potersi attivare sul calcolo degli im- pianti per le protezioni dalle scariche atmosferiche se non avvalendosi di studi tecnici esterni oppure un direttore tecnico interno. Rimangono alla let- tera b) gli impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere. Mancano però defi- nizioni chiare riguardo a: installazione, trasforma- zione, ampliamento, manutenzione straordinaria e confini tra di esse. Considerato che nel testo non sono previste norme di prima applicazione, si pro- pone di applicare il seguente criterio interpretativo uniforme. L’obiettivo è riconoscere a tutte le im- prese regolarmente iscritte che abbiano già svolto l’attività nelle categorie di edifici e per le tipolo- gie di impianti escluse fino ad oggi dalla legge n. 46/90, il diritto di continuare a svolgere la propria attività. Soprattutto di conseguire il riconoscimen- to dell’abilitazione all’esercizio delle attività classi- ficate ai sensi dell’art. 1 del Regolamento, per le corrispondenti lettere e specifiche voci all’interno di esse, tenendo conto dello stato di iscrizione al Registro delle imprese o all’Albo provinciale delle imprese artigiane, anche per individuare il profi- lo professionale del responsabile tecnico da de- signare. Quindi viene riconosciuta d’ufficio una forma di “traslazione automatica” delle posizioni delle imprese, senza pretendere in via generale adempimenti burocratici o cartacei (come cer- tificazioni o fatture) inerenti lo svolgimento delle attività pregresse o il conseguimento di appositi titoli o requisiti professionali. Si propone, even- tualmente, solo in casi straordinari in cui dallo sta- to di iscrizione pregressa dell’impresa non sia del tutto palese l’oggetto dell’attività specifica svolta, di riconoscere alle Camere di Commercio ed alle Commissioni Provinciali per l’Artigianato (CPA) la facoltà di accertare in quale ramo di attività im- piantistica sia stata svolta l’attività delle imprese
  • 25. 25 Normativa interessate, anche mediante documentazione da richiedere alle imprese, al fine di determinare la giusta corrispondenza rispetto alla classificazione degli impianti nelle varie lettere di cui all’art. 1 del Decreto. Art. 2 - Definizioni relative agli impianti La definizione degli impianti televisivi ed elettroni- ci è la seguente: “...le componenti impiantistiche necessarie alla trasmissione e alla ricezione dei segnali e dei dati, anche relativi agli impianti di sicurezza, ad installazione fissa alimentati a ten- sione interiore a 50V in corrente alternata e 120V in corrente continua, mentre le componenti ali- mentate a tensione superiore, nonché i sistemi di protezione contro le sovratensioni sono da ritener- si appartenenti all’impianto elettrico; ai fini dell’au- torizzazione, dell’installazione e degli ampliamenti degli impianti telefonici e di telecomunicazione interni collegati alla rete pubblica, si applica la normativa specifica vigente”. La novità in questo senso riguarda la totale applicabilità della legge anche agli impianti di sicurezza, mentre non viene superata la sovrapposizione tra la normativa sugli impianti e quella specifica sugli impianti telefonici interni. In particolare va sottolineato che la for- mulazione adottata dalla norma accosta, in modo tecnicamente erroneo, gli “impianti telefonici in- terni collegati alla rete pubblica” – regolati in modo autonomo da apposite disposizioni di competenza del Ministero delle Comunicazioni, attualmente in via di riforma – agli “impianti di telecomunicazione” che costituiscono una tipologia di impianti com- pletamente diversa: infatti, a causa di tale previ- sione, anche gli impianti televisivi e per i servizi Fastweb e Telecom che servono la TV, impianti di trasmissione segnali, voce e dati comunemente detti cablaggi strutturati, potrebbero essere im- propriamente affiancati agli impianti telefonici e, in tal senso, sarebbero indebitamente sottoposti alla medesima disciplina di autorizzazione. Vista la palese incongruenza tecnica dell’affiancamen- to fra impianti telefonici e di telecomunicazione interni collegati alla rete pubblica, si propone di chiarire la netta demarcazione fra le due tipologie di impianti. Non sono state specificate, invece, le definizioni degli impianti per l’automazione di por- te, cancelli e barriere, impianti di climatizzazione, condizionamento, refrigerazione, riscaldamento, ecc. Alla lettera d) Ordinaria manutenzione è stato introdotto il riferimento al libretto d’uso e manu- tenzione. Quindi anche l’installatore, idraulico o elettricista, pare debba (la cosa è in fase di de- finizione) predisporre il libretto d’uso e manuten- zione. La lettera e) comprende anche gli impianti per l’autoproduzione di energia elettrica, come i fotovoltaici, gli eolici, ecc., fino a 20kW nomina- le. Difficile da comprendere, da un punto di vi- sta tecnico, la limitazione a 20kW, derivante dal concetto di autoproduzione (per legge si consi- dera auto-produttore chi consuma almeno il 70% dell’energia prodotta). Secondo questo decreto un impianto da 25kW di un Centro Commercia- le può essere eseguito da imprese non abilitate. Nella stessa lettera, invece, sono stati stralciati gli impianti luminosi pubblicitari. Non è specificato, però, a quale legge sono soggetti. Art. 3 - Imprese abilitate Le imprese iscritte all’Albo Imprese Artigiane o al Registro delle Imprese sono abilitate solo se l’im- prenditore individuale o il legale rappresentante (ovvero il Responsabile Tecnico da essi preposto con atto formale) è in possesso dei requisiti tecni- co-professionali specificati dall’articolo 4. Da evi- denziale che il Ministero dello Sviluppo Economico lo scorso anno si è espresso in favore delle impre- se operanti nel settore industriale per riconoscere loro i requisiti di cui alla legge 46/90. Vengono introdotti i principi di unicità e incompatibilità al quale il Responsabile Tecnico deve attenersi: il Responsabile Tecnico deve svolgere la sua fun- zione per una sola impresa e la sua qualifica è incompatibile con ogni altra attività continuativa. Considerato che tale norma è destinata a entrare immediatamente in vigore, si fa presente che la stessa è suscettibile di provocare conseguenze rilevanti a carico delle imprese e degli stessi re- sponsabili tecnici che, avendo regolato i rispettivi rapporti in base alle precedenti disposizioni meno restrittive, ora si possono venire a trovare in una posizione sopravvenuta non più compatibile con la nuova prescrizione. In sostanza nei casi in cui, nel- la situazione previgente, un medesimo soggetto avesse assunto l’incarico di responsabile tecnico per conto di più imprese oggi, a fronte del nuovo divieto, sarebbe necessario regolare le situazioni in essere con una ragionevole flessibilità, nel senso che si possa ammettere un periodo di prima appli- cazione mirato a consentire alle imprese e ai sog- getti coinvolti di conformare la propria posizione al nuovo disposto. Il comma 4 riferisce che le Impre- se Artigiane devono presentare la Dichiarazione di Inizio Attività unitamente alla domanda d’iscrizione al Registro delle Imprese o all’Albo delle Imprese Artigiane per il conseguente riconoscimento della
  • 26. 26 Normativa qualifica artigiana. È auspicabile che venga indivi- duato un procedimento che permetta al soggetto, che autocertifica il possesso dei requisiti tecnico professionali, di iniziare immediatamente l’attivi- tà senza attendere 30 giorni anche in previsione dell’entrata a regime della Comunicazione Unica. La prescrizione del comma 4 contraddice quanto previsto al comma 3. Infatti, l’Art. 19 della leg- ge 241/90 prevede tempistiche differenziate per la presentazione di Dichiarazione Inizio Attività e domanda di iscrizione. Il comma 5, dedicato alle imprese non installatrici, obbliga queste ultime a presentare la dichiarazione attestante il possesso dei requisiti per essere abilitate all’attività relativa esclusivamente alle proprie strutture interne, solo se sono dotate di Responsabile Tecnico. Art. 4 - Requisiti tecnico-professionali I requisiti di qualificazione professionale sono stati innalzati e resi maggiormente selettivi. In tal senso risultano aumentati i periodi di inserimento in im- prese abilitate del settore, sia sotto forma di lavo- ro dipendente, sia da parte di soggetti in possesso di diplomi di maturità tecnica o professionale o di attestati di formazione professionale, nonché in forma di collaborazione tecnica continuativa svolta da parte del titolare, del socio o del collaboratore familiare. A fronte del prolungamento dei perio- di di esperienza lavorativa e professionale, risulta necessario che nella fase transitoria siano tutelate le posizioni pendenti di quei soggetti che abbiano già maturato i requisiti secondo i termini e i crite- ri previsti dalla precedente 46/90, riconoscendo loro la relativa qualificazione tecnico-professionale necessaria all’esercizio di un’impresa di installa- zione, ancorché presentino la relativa domanda di iscrizione all’Albo delle imprese artigiane o al Registro delle imprese dopo l’entrata in vigore del Regolamento. In sostanza viene riconosciuta la maturazione dei requisiti professionali nei perio- di pregressi all’entrata in vigore del Regolamento e non la data di presentazione della domanda di iscrizione. Il diploma di laurea “magistrale” e non quello di diploma triennale (laura breve) in materia tecnica diventa uno dei requisiti tecnico-profes- sionali per ottenere l’abilitazione. Nel caso l’abi- litazione sia stata ottenuta per aver conseguito il diploma o qualifica conseguita al termine della scuola secondaria del secondo ciclo con specia- lizzazione relativa al settore delle attività interes- sate, viene raddoppiato il periodo di inserimento nell’azienda, specificando che deve essere suc- cessivo al diploma e continuativo, inteso come tassativo e cioè senza interruzioni. Se, invece, il titolo o l’attestato viene conseguito in materia di formazione professionale, il periodo di inserimento è di almeno quattro anni consecutivi (anche con interruzioni), alle dirette dipendenze di un’impresa del settore. Infine, se il requisito è dovuto alla pre- stazione lavorativa svolta alle dirette dipendenze di un’impresa abilitata, nel ramo di attività cui si rife- risce la prestazione dell’operaio installatore, il pe- riodo non deve essere inferiore a tre anni, esclu- so quello computato per l’apprendistato e quello svolto come operaio qualificato. Si considerano in possesso dei requisiti tecnicoprofessionali anche il titolare dell’impresa, i soci e i collaboratori fami- liari che hanno svolto attività di collaborazione tec- nica continuativa nell’ambito di imprese abilitate del settore per un periodo non inferiore a sei anni. Art. 5 - Progettazione degli impianti La redazione del progetto in ogni caso di installa- zione, trasformazione, ampliamento degli impianti, non comprende gli impianti della lettera b) (ra- diotelevisivi e elettronici). Manca una definizione precisa per cosa si intenda con trasformazione, ampliamento, manutenzione straordinaria. Sono quindi labili i confini fra le attività assoggettate o meno al progetto: un argomento, questo, che le Associazioni di categoria stanno chiarendo con l’ufficio legislativo dell’MSE (Ministero sviluppo economico). Viene confermato l’obbligo del pro- getto nel caso in cui l’impianto elettronico è parte di un impianto elettrico soggetto a progettazione da parte del professionista. Ora, il progetto redat- to da un professionista deve essere depositato presso lo sportello unico per l’edilizia, prima ve- niva depositato in Comune. Non è stato ancora specificato cosa si deve fare quando lo sportello unico non è attivo. Art. 6 - Realizzazione ed installazione degli impianti Viene chiarito che si intendono eseguiti alla regola dell’arte gli impianti eseguiti secondo la normativa di altri Enti Normativi riconosciuti, come CEI, UNI o di altri Enti di Normalizzazione di Paesi membri dell’UE. Si chiede se, nonostante la formulazione esclusiva, il Regolamento possa essere applicato anche nel senso di ammettere la facoltà di adot- tare norme tecniche diverse, sempre che assi- curino un livello di sicurezza equivalente e che le stesse siano riportate in modo circostanziato nei documenti (certificazione di conformità). Tale in- terpretazione sarebbe conforme agli orientamenti
  • 27. 27 Normativa interpretativi seguiti in materia anche a livello inter- nazionale. Gli installatori provenienti da Stati non appartenenti alla UE per effettuare opere di instal- lazione devono adeguarsi alle norme UNI e CEI o di altri appartenenti agli Stati membri dell’UE, oppure che sono parti contraenti dell’accordo sul- lo spazio economico europeo. Art. 7 - Dichiarazione di conformità Al comma 1 è stato specificato che la dichiara- zione di conformità deve essere rilasciata al com- mittente al termine dei lavori dove, per termine dei lavori, si intende anche l’effettuazione delle verifiche. Inoltre, il progetto deve sempre essere allegato alla dichiarazione di conformità. Si può dedurre che sono soggetti all’obbligo: in- stallazione, ampliamento, trasformazione e manu- tenzione straordinaria. Peraltro, la manutenzione straordinaria non obbliga alla realizzazione di un progetto, salvo non venga realizzata in ambienti soggetti a progetto (ad esempio impianti superiori a 6 kW o aree superiori a 200 mq). Nei casi in cui il progetto è redatto dall’impresa stessa, esso equivale allo schema dell’impianto. Sebbene nella dichiarazione e nel progetto debbano essere sem- pre espressamente indicate la compatibilità tec- nica con le condizioni preesistenti dell’impianto, nel modello di cui agli Allegati I e II del Decreto 37/08 non è prevista l’indicazione della compa- tibilità tecnica. Oltre a ciò, viene specificato che anche gli uffici tecnici interni delle imprese non installatrici devono rilasciare la dichiarazione di conformità. Nel caso la dichiarazione di confor- mità non sia stata prodotta o non sia più reperibi- le, tale atto è sostituito – per gli impianti eseguiti prima dell’entrata in vigore del presente decreto - da una dichiarazione di rispondenza, resa da un professionista iscritto all’albo. Questa dichiarazio- ne può essere redatta dal responsabile tecnico dell’azienda con almeno 5 anni di attività e che abbia i relativi requisiti negli impianti non soggetti a progetto. Per gli impianti soggetti a progetto ci vuole un perito o un ingegnere iscritto all’albo che abbia attinenza alla materia e, inoltre, che abbia maturato non meno di 5 anni di esperienza nel settore. Al fine di applicare correttamente la nor- ma, si propone di precisare che la responsabilità dell’installatore si riconduce esclusivamente agli interventi effettuati, come puntualmente descritti nell’elaborato tecnico progettuale facente parte della dichiarazione di conformità (ai sensi dell’art. 5 e dell’art. 7, comma 2). In nessun caso tale responsabilità può essere estesa alle parti di im- pianto su cui lo stesso non sia intervenuto. Consi- derato che il Regolamento non ha precisato forma e contenuto della DIchiarazione di RIspondenza - DI.RI. (mentre è stato adottato un modello per la dichiarazione di conformità) e dato che la norma ammette la possibilità di sostituire la dichiarazione di conformità con la DI.RI., si propone di chiarire che la funzione della DI.RI è assimilabile a quel- la della stessa dichiarazione di conformità, vale a dire quella di attestare che l’impianto è conforme alla regola d’arte, riportando alcuni dei contenuti essenziali desumibili dalla stessa Dichiarazione di conformità (ad es. attinenti all’impresa, al respon- sabile tecnico, agli elementi del sopralluogo e de- gli accertamenti effettuati, ai referti delle eventuali prove strumentali, ad eventuali allegati tecnici). In particolare, si propone di chiarire che la conformi- tà dei predetti impianti debba essere valutata in base alla loro conformità alla norme di sicurezza vigenti al momento della loro realizzazione ovvero del loro ultimo adeguamento previsto obbligatoria- mente in base a norme sopravvenute. NOVITA’ L’utente che richieda la fornitura (ener- gia, gas, ecc.) dovrà consegnare una copia della dichiarazione di conformità alla società che eroga il servizio, per non correre il rischio di vedersi so- spesa l’erogazione della fornitura stessa. Art. 8 - Obbligo del Committente o proprietario Importanti gli obblighi che deve assolvere il com- mittente: - deve affidare i lavori esclusivamente ad imprese abilitate, prima ne aveva solo la responsabilità; - conservare le caratteristiche di sicurezza, te- nendo conto delle istruzioni per l’uso e la ma- nutenzione predisposte dall’impresa installatrice dell’impianto e dai fabbricanti delle apparecchia- ture installate; - consegnare la dichiarazione di conformità o la di- chiarazione di rispondenza entro 30 giorni dall’al- lacciamento di nuove forniture di gas, elettricità, acqua. Quindi, indirettamente, l’installatore avrà l’obbligo della predisposizione del libretto di uso e manu- tenzione. In assenza delle indicazioni dell’installatore il pro- prietario non potrà essere considerato esonera- to dalla responsabilità per la mancata manuten- zione in quanto, alla consegna del certificato di conformità, vengono allegati esplicativi nei quali si desumono le modalità operative per una manu- tenzione quantomeno ordinaria. Inoltre, l’obbligo
  • 28. 28 Normativa di mantenere in sicurezza l’impianto da parte del committente appare in conflitto con l’attività del conduttore o del terzo responsabile per la manu- tenzione dell’impianto. La dichiarazione di confor- mità deve essere consegnata nel caso di richiesta di aumento di potenza impegnata a seguito di in- terventi sull’impianto, o di un aumento di poten- za che senza interventi sull’impianto determina il raggiungimento dei livelli di potenza impegnata o, comunque, per gli impianti elettrici, la poten- za di 6 kW. Nel caso dell’allacciamento elettrico va consegnata la dichiarazione di conformità che comprende l’impianto elettrico e tutti gli impian- ti elettronici o antincendio, collegati all’impianto elettrico. Se entro 30 giorni non viene prodotta la dichiarazione di conformità, il fornitore o il di- stributore di gas, energia elettrica o acqua, previo congruo avviso, dovrebbe sospendere la fornitura. Nel caso di utenze vitali come queste, l’azione ap- pare poco praticabile tant’è vero che, come già avvenuto in alcuni casi, le forniture non vengono interrotte ma ridotte ai minimi termini. Art. 9 - Certificato di agibilità Non è stata introdotta alcuna variazione. Art. 10 - Manutenzione degli impianti Si conferma che la manutenzione ordinaria non è soggetta alla redazione del progetto o di altra do- cumentazione. Rimane da perfezionare la distin- zione fra manutenzione ordinaria e straordinaria. Art. 11 - Deposito presso lo sportello unico per l’edilizia del progetto, della dichiarazione di conformità o del certificato di collaudo L’obbligo di deposito presso lo sportello unico a carico delle imprese riguarda esclusivamente le due ipotesi indicate dalla norma, dovendosi in- tendere per “rifacimento” solo l’intervento di na- tura strutturale consistente in una trasformazione dell’impianto, escludendo pertanto ogni altro tipo di intervento consistente in ampliamento o ma- nutenzione straordinaria dell’impianto esistente (ai sensi delle definizioni tecniche reperibili nella normativa tecnica). La presentazione della di- chiarazione di conformità al Comune deve essere effettuata direttamente dal soggetto titolare del permesso di costruire o dal soggetto che ha pre- sentato la denuncia di inizio di attività nell’ambito degli adempimenti spettanti allo stesso in base alle procedure dettate dal TU Edilizia per il rilascio del permesso di costruire, per la DIA e per il rila- scio dell’agibilità. È stato chiarito che le sanzio- ni per le violazioni sono irrogate dalla CCIAA, ma non cosa si deve fare nel caso in cui non esista lo Sportello Unico. Art. 12 - Cartello informativo Deve essere l’impresa installatrice, e non più il committente, ad affliggere il cartello con i propri dati. Art. 13 - Documentazione È stato abrogato. Prevedeva che l’atto di trasfe- rimento della proprietà dell’immobile riportasse la garanzia del venditore in ordine alla conformi- tà degli impianti, e che la documentazione am- ministrativa e tecnica relativa agli impianti fosse consegnata all’acquirente dell’immobile o al suo utilizzatore, a seguito della stipula di contratti di locazione o comodato. Viene disposto che entro il 31 marzo 2009, il Ministero dello Sviluppo Eco- nomico emani uno o più decreti al fine di semplifi- care le disposizioni in materia di attività di installa- zione degli impianti all’interno degli edifici nonché di adempimenti a carico dei proprietari di abitazioni ad uso privato e per le imprese. Le Confederazioni non hanno accolto favorevolmente la cancellazio- ne di questo articolo perchè viene meno la sicu- rezza sugli impianti delle abitazioni. Art. 14 - Finanziamento dell’attività normativa tecnica UNI e CEI non hanno più alcun obbligo di rendi- contazione delle attività svolte con i finanziamenti ricevuti. Art. 15 - Sanzioni Vengono modificate le seguenti sanzioni: – per il mancato rilascio della dichiarazione di conformità o per dichiarazione mendace da Euro 100 a Euro 1.000 (erano da L. 1.000.000 a L. 10.000.000) – per tutte le altre violazioni da Euro 1.000 a Euro 10.000 (per le violazioni compiute dal committen- te erano da L. 1000.000 a L. 5000.000).
  • 29. 29 Normativa DM 37/08 Dichiarazione di conformità e progettazione obbli- gatoria degli impianti FONTE: Sistemi Integrati - Tv Digitale La dichiarazione di conformità e la progettazione obbligatoria di un impianto sono due aspetti fon- damentali del DM 37/08, approfonditi in un con- vegno organizzato da CNA e IPLAB, in occasione di All Digital. Come molti sanno, la 46/90 non esiste più dal 27 marzo 2008, sostituita integralmente dal DM 37/08. Abbiamo già analizzato in passato alcuni aspetti legati ai dubbi generati del DM 37/08, che hanno creato non pochi problemi al mondo dell’in- stallatore. Di seguito approfondiremo due capitoli delicati di questo Decreto, “Progettazione obbli- gatoria degli impianti” e “Dichiarazione di Confor- mità”. L’articolo è tratto da un convegno organiz- zato da CNA e IPLAB, in occasione della fiera All Digital di Vicenza, con i relatori Alberto Zanellati, Coordinatore settore impianti d’antenna CNA ed Elia Mariani, Responsabile Didattico del centro di formazione professionale IPLAB e RENER. Le imprese già in attività Tutte le imprese in possesso dei requisiti profes- sionali di cui alla L.46/90 che esercitavano attività di impiantistica al 27 marzo 208 (data di entrata in vigore del DM 37/08) sono abilitate di diritto sulla base dell’iscrizione al registro imprese, o albo del- le imprese artigiane, o dell’attività effettivamen- te svolta. L’aggiornamento dell’iscrizione all’Albo delle imprese artigiane avverrà d’ufficio, senza pa- gamento della tassa di concessione governativa. Dichiarazione di Conformità Il Decreto Ministeriale del 22 gennaio 2008, n. 37 (D.M. 37/08) prevede che al termine dei lavori il responsa- bile tecnico debba compilare una “Dichiarazione di confor- mità” in cui si attesti il rispetto delle norme d’installazione e l’impiego di materiali idonei negli impianti realizzati. Tale Dichiarazione, redatta secon- do il modello riportato dallo stesso D.M. 37/08, richiede che il responsabile tecnico predisponga anche altri do- cumenti, denominati “Allegati obbligatori”, ad integrazione del modello stesso. La di- chiarazione di Conformità, in sostanza, è l’elemento finale che attesta la corretta esecu- zione dell’impianto in base alle norme vigenti al momento della realizzazione o dell’ultimo adegua- mento. Fa parte dell’impianto e va consegnata al committente senza più l’obbligo di inviarne copia alla C.C.I.A.A. La Di.Co. serve per ottenere l’agi- bilità dei locali da parte del Comune e, se si installa un impianto (o si resalizza un rifacimento) in locali con abitabilità, se ne deve depositare copia allo sportello unico del Comune entro 30 giorni dalla fine dei lavori. Il D.M. 37/08 parla chiaro: pianifi- cazione, dando risalto alla progettazione prima su carta e per poi passare nella fase successiva alla realizzazione dell’impianto. Nel D.M. 37/08 tutti gli impianti devono avere un progetto, per lavo- rare in totale sicurezza. Occorre pensare corret- tamente l’impianto, che deve essere bene instal- lato e provvisto di componenti affidabili, concetto che viene tradotto nella normativa con il termine “regola d’arte”. Con regola d’arte si intende una serie di controlli e un modo di operare che portano l’impianto ad essere eseguito correttamente. Ci sono 4 requisiti che devono essere tenuti sotto controllo e valutati in fase di progettazione: pro- gettazione, installazione, scelta dei componenti e manutenzione (o indicazione del tempo di vita). Da sottolineare la parte di manutenzione che spes- so viene trascurata e che è stata rafforzata nel D.M. 37/08. Se si parla di intervento che non sia
  • 30. 30 Normativa considerato manutenzione straordinaria, non deve essere fatta la Dichiarazione di Conformità. Non va fatta, quindi, per interventi ritenuti di ordinaria amministra- zione, come la manutenzione ordinaria. Inoltre, quando si esegue la DI.CO con la 46/90 bisognava inviare copia alla Camera di Commercio ora, con il D.M. 37/08 non è più necessario. Progettazione obbligatoria degli impianti Gli interventi di nuova installazione, di ampliamento o trasformazione di impian- ti esistenti devono essere progettati, ad esclusione di ascensori, impianti di can- tiere e dell’installazione di apparecchi per usi domestici. Negli impianti più com- plessi il progettista deve essere un pro- fessionista iscritto all’albo, in tutti gli altri impianti il progetto può essere eseguito dal Responsabile Tecnico dell’impresa installatrice e può coesistere nello sche- ma d’impianto. L’obbligo di progetto da parte di un professionista è esteso a: – Servizi condominiali con potenza impe- gnata maggiore di 6 kW; – Unità abitative con Potenza impegnata maggiore di 6 kW o superficie maggiore di 400 mq; – Unità immobiliari ad uso non civile con potenza impegnata maggiore di 6 kW o superficie maggiore di 200 mq o, ancora alimentate a tensione maggiore di 1.200 V – Impianti realizzati con lampade fluore- scenti aventi particolari caratteristiche; – Impianti elettrici in locali con particolari specifiche di sicurezza. Gli impianti radiotelevisivi, le antenne e gli impianti elettronici in genere vanno progettati da un professionista iscritto all’albo quando coesistono con impianti elettrici con obbligo di progetto da parte di un professionista. Nei casi di obbligo di progetto relativo ad impianto connes- so ad intervento edilizio per cui è richie- sta la DIA (o un Permesso a Costruire), tale progetto dell’impianto deve essere depositato assieme al progetto edilizio presso lo Sportello Unico del Comune (o Ufficio Tecnico), a cura del soggetto che presenta DIA. All’installatore è consenti-
  • 31. 31 Normativa to progettare gli impianti più semplici, consenso peraltro espresso anche dalla 46/90 secondo la quale gli impianti più semplici erano eseguiti in au- tonomia dall’impresa installatrice. Cosa allegare: prima e dopo, 46/90 e 37/08 a confronto Prima: nella 46/90, le voci legate agli allegati che andavano a corredare la Dichiarazione di Con- formità per impianti semplici erano due: schema dell’impianto e relazione con tipologie di materiali usati. Dopo: con il D.M. 37/08 i punti rimangono sempre due gli allegati alla Dichiarazione di Con- formità. Il primo allegato è il Progetto redatto dal Responsabile Tecnico dell’impresa installatrice, il secondo è la Relazione con tipologie di mate- riali usati, dove il progetto è “l’elaborato tecnico costituito almeno dallo schema dell’impianto da realizzare, inteso come descrizione funzionale ed effettiva dell’opera da eseguire, eventualmente in- tegrato con la necessaria documentazione tecnica attestante le varianti introdotte in corso d’opera”. Riassumendo in poche parole, possiamo dire che con il D.M. 37/08 lo schema viene promosso a progetto (ma la sostanza non cambia) e la respon- sabilità professionale passa al Responsabile Tec- nico che firma il progetto. Obblighi, manutenzione e sanzioni L’impresa installatrice ha l’obbligo di fornire le istruzioni per l’uso e la manutenzione. Il proprie- tario dell’impianto, invece, deve svolgere la ma- nutenzione (anche per immobili ad uso abitativo); conservare la documentazione amministrativa e tecnica, nonché il libretto di uso e manutenzio- ne; in caso di trasferimento (o affitto, comodato, ecc.) dell’immobile a qualsiasi titolo, consegnare all’avente causa la documentazione amministra- tiva e tecnica, nonché il libretto d’uso e manu- tenzione. Per tutte le violazioni del DM 37/08 in questione viene applicata una sanzione ammini- strativa da 1.000 euro a 10.000 euro. La modifica del Modello DI.CO È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 161 del 13/07/2010, il Decreto 19 maggio 2010 del Ministero dello Sviluppo Economico. Il Decreto modifica i moduli per il rilascio della Dichiarazio- ne di Conformità degli impianti alla regola dell’arte che erano contenuti negli allegati I (DI.CO ad uso degli installatori) e II (DI.CO per gli Uffici tecnici interni di imprese non installatrici) del DM 37/08. Il Decreto è stato emanato per adempiere alle prescrizioni imposte all’Italia dalla Commissione Europea. La modifica apportata riguarda, in prati- ca, l’aggiunta fra gli allegati obbligatori alla DI.CO della seguente voce: attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati. È stata inoltre aggiunta la seguen- te nota (che prende il n. 8 facendo diventare 9 e 10 le precedenti note 8 e 9): Se nell’impianto risultano incorporati dei prodotti o sistemi legitti- mamente utilizzati per il medesimo impiego in un altro Stato membro dell’Unione europea o che sia parte contraente dell’Accordo sullo Spazio eco- nomico europeo, per i quali non esistono norme tecniche di prodotto o di installazione, la dichia- razione di conformità deve essere sempre corre- data con il progetto redatto e sottoscritto da un ingegnere iscritto all’albo professionale secondo la specifica competenza tecnica richiesta, che at- testa di avere eseguito l’analisi dei rischi connessi con l’impiego del prodotto o sistema sostitutivo, di avere prescritto e fatto adottare tutti gli accorgi- menti necessari per raggiungere livelli di sicurezza equivalenti a quelli garantiti dagli impianti eseguiti secondo la regola dell’arte e di avere sorveglia- to la corretta esecuzione delle fasi di installazio- ne dell’impianto nel rispetto di tutti gli eventuali disciplinari tecnici predisposti dal fabbricante del sistema o del prodotto. In pratica nei soli rari casi (almeno per quanto riguarda gli impianti elettrici) in cui si realizzi l’impianto con materiali o sistemi per i quali non esistano norme di prodotto che ga- rantiscano la loro sicurezza e la loro rispondenza alla regola dell’arte, è necessario che la DI.CO sia sempre corredata da un progetto redatto da un ingegnere iscritto all’albo professionale sul quale è consigliabile che venga riportato un sunto del testo della nota n. 8 sopra riportata. A partire dal 28/7/10, data di entrata in vigore del decreto, è quindi necessario rilasciare le dichiarazioni di con- formità sul nuovo modulo. Se non vengono uti- lizzati software, che dovranno comunque essere aggiornati, in via transitoria si potranno modificare manualmente quelli esistenti.
  • 32. 32 Normativa La legenda del Modello DI.CO Nelle due pagine che seguono riportiamo i nuo- vi modelli DI.CO modificati dal Decreto di luglio. Qui di seguito la legenda utile per la loro com- pilazione. 1) Come esempio nel caso di impianti a gas, con “altro” si può intendere la sostituzione di un apparecchio installato in modo fisso. 2) Indicare: nome, cognome, qualifica e, quan- do ne ricorra l’obbligo ai sensi dell’articolo 5, comma 2, estremi di iscrizione nel relativo Albo professionale, del tecnico che ha redatto il pro- getto. 3) Citare la o le norme tecniche e di legge, di- stinguendo tra quelle riferite alla progettazione, all’esecuzione e alle verifiche. 4) Qualora l’impianto eseguito su progetto sia variato in opera, il progetto presentato alla fine dei lavori deve comprendere le varianti realiz- zate in corso d’opera. Fa parte del progetto la citazione della pratica prevenzione incendi (ove richiesta). 5) La relazione deve contenere, per i prodotti soggetti a norme, la dichiarazione di risponden- za alle stesse completata, ove esistente, con riferimenti a marchi, certificati di prova, ecc. rilasciati da istituti autorizzati. Per gli altri pro- dotti (da elencare) il firmatario deve dichiarare che trattasi di materiali, prodotti e componenti conformi a quanto previsto dagli articoli 5 e 6. La relazione deve dichiarare l’idoneità rispetto all’ambiente di installazione. Quando rilevante ai fini del buon funzionamento dell’impianto, si devono fornire indicazioni sul numero e caratte- ristiche degli apparecchi installati od installabili (ad esempio per il gas: 1) numero, tipo e poten- za degli apparecchi; 2) caratteristiche dei com- ponenti il sistema di ventilazione dei locali; 3) caratteristiche del sistema di scarico dei prodot- ti della combustione: 4) indicazioni sul ollega- mento elettrico degli apparecchi, ove previsto). 6) Per schema dell’impianto realizzato si inten- de la descrizione dell’opera come eseguita (si fa semplice rinvio al progetto quando questo è stato redatto da un professionista abilitato e non sono state apportate varianti in corso d’opera). Nel caso di trasformazione, ampliamento e manutenzione straordinaria, l’intervento deve essere inquadrato, se possibile, nello schema dell’impianto preesistente. Lo schema citerà la pratica prevenzione incendi (ove richiesto). 7) I riferimenti sono costituiti dal nome dell’im- presa esecutrice e dalla data della dichiarazio- ne. Per gli impianti o parti di impianti costruiti prima dell’entrata in vigore del presente decre- to, il riferimento a dichiarazioni di conformità può essere sostituito dal rinvio a dichiarazioni di rispondenza (art. 7, comma 6). Nel caso in cui parti dell’impianto siano predisposte da al- tra impresa (ad esempio ventilazione e scarico fumi negli impianti a gas), la dichiarazione deve riportare gli analoghi riferimenti per dette parti. 8) Se nell’impianto risultano incorporati dei prodotti o sistemi legittimamente utilizzati per il medesimo impiego in un altro Stato membro dell’Unione europea o che sia parte contraen- te dell’Accordo sullo Spazio economico euro- peo, per i quali non esistono norme tecniche di prodotto o di installazione, la dichiarazione di conformità deve essere sempre corredata con il progetto redatto e sottoscritto da un ingegnere iscritto all’albo professionale secondo la specifi- ca competenza tecnica richiesta, che attesta di avere eseguito l’analisi dei rischi connessi con l’impiego del prodotto o sistema sostitutivo, di avere prescritto e fatto adottare tutti gli accor- gimenti necessari per raggiungere livelli di sicu- rezza equivalenti a quelli garantiti dagli impianti eseguiti secondo la regola dell’arte e di avere sorvegliato la corretta esecuzione delle fasi di installazione dell’impianto nel rispetto di tutti gli eventuali disciplinari tecnici predisposti dal fab- bricante del sistema o del prodotto. 9) Esempio: eventuali certificati dei risultati del- le verifiche eseguite sull’impianto prima della messa in esercizio o trattamenti per pulizia, di- sinfezione, ecc. 10) Al termine dei lavori l’impresa installatrice è tenuta a rilasciare al committente la dichia- razione di conformità degli impianti nel rispetto delle norme di cui all’art. 7. Il committente o il proprietario è tenuto ad affidare i lavori di instal- lazione, di trasformazione, di ampliamento e di manutenzione degli impianti di cui all’art. 1 ad imprese abilitate ai sensi dell’art. 3.
  • 33. 33 Normativa DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DELL’IMPIANTO ALLA REGOLA DELL’ARTE Il sottoscritto .................................................................................................................................................................................. titolare o legale rappresentante dell’impresa (ragione sociale) ............................................................................................................. operante nel settore ............................................................................................ con sede in via .................................................. ................................ n. ............... comune .......................................................... (prov. ................) tel. ..................................... part. IVA ................................................................................................................  iscritta nel registro delle imprese (d.P.R. 7/12/1995, n. 581) della Camera C.I.A.A. di ............................................................................................................ n. ................................................  iscritta all’albo Provinciale delle imprese artigiane (l. 8/8/1985, n. 443) di ......................................................... n. ...................... esecutrice dell’impianto (descrizione schematica) .............................................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................... inteso come:  nuovo impianto  trasformazione  ampliamento  manutenzione straordinaria  altro (1) ..................................................................................................................................................................................... Nota - Per gli impianti a gas specificare il tipo di gas distribuito: canalizzato della 1a - 2a - 3a famiglia; GPL da recipienti mobili; GPL da serbatoio fisso. Per gli impianti elettrici specificare la potenza massima impegnabile. commissionato da: .................................................................................................................... installato nei locali siti nel comune di ..................... (prov. .............. via ................................................................................... n. ................... scala ............................ piano ............ interno ............ di proprietà di (nome, cognome o ragione sociale e indirizzo) ............................................................... ...................................................................................................................................................................................................... in edificio adibito ad uso:  industriale  civile  commerciale  altri usi; DICHIARA sotto la propria personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio, avendo in particolare:  rispettato il progetto redatto ai sensi dell’art. 5 da (2) ....................................................................................................................  seguito la norma tecnica applicabile all’impiego (3) ....................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................  installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione (artt. 5 e 6);  controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge. Allegati obbligatori:  progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 (4);  relazione con tipologie dei materiali utilizzati (5);  schema di impianto realizzato (6);  riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti (7);  copia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.  attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati (8) Allegati facoltativi (9): .................................................................................. .................................................................................. DECLINA ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manuten- zione o riparazione. Il responsabile tecnico Il dichiarante data ..................................... ………………………………. .................................................... (timbro e firma) (timbro e firma) AVVERTENZE PER IL COMMITTENTE: responsabilità del committente o del proprietario, art. 8 (10)
  • 34. 34 Normativa DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ DELL’IMPIANTO ALLA REGOLA DELL’ARTE Fac-simile ad uso degli uffici tecnici interni di imprese non installatrici Il sottoscritto .................................................................................................................................................................................. qualifica ......................................................................................................................................................................................... responsabile dell’Ufficio tecnico interno dell’impresa non installatrice (ragione sociale) ......................................................................... operante nel settore ...................................................... con sede in via ......................................................................................... ............................... n. ............. comune .............................................. (prov. ................................ ) tel. ................................... fax ........................................................ E-mail box ..................................................... @............................................................ esecutrice dell’impianto (descrizione schematica) .............................................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................... inteso come:  nuovo impianto  trasformazione  ampliamento  manutenzione straordinaria  altro (1) ..................................................................................................................................................................................... Nota - Per gli impianti a gas specificare il tipo di gas distribuito: canalizzato della 1a - 2a - 3a famiglia; GPL da recipienti mobili; GPL da serbatoio fisso. Per gli impianti elettrici specificare la potenza massima impegnabile. installato nei locali siti nel comune di ................................................................................................... (prov. .................................) via ........................................................................................ n. ................. scala .............. piano .............. interno .................... di proprietà di (nome, cognome o ragione sociale e indirizzo) .............................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................... in edificio adibito dall’impresa non installatrice ad uso:  industriale  civile  commerciale  altri usi; DICHIARA sotto la propria personale responsabilità, che l’impianto è stato realizzato in modo conforme alla regola dell’arte, secondo quanto previsto dall’art. 6, tenuto conto delle condizioni di esercizio e degli usi a cui è destinato l’edificio, avendo in particolare:  rispettato il progetto redatto ai sensi dell’art. 5 da (2) ....................................................................................................................  seguito la norma tecnica applicabile all’impiego (3) ....................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................................  installato componenti e materiali adatti al luogo di installazione (artt. 5 e 6);  controllato l’impianto ai fini della sicurezza e della funzionalità con esito positivo, avendo eseguito le verifiche richieste dalle norme e dalle disposizioni di legge. Allegati obbligatori:  progetto ai sensi degli articoli 5 e 7 (4);  relazione con tipologie dei materiali utilizzati (5);  schema di impianto realizzato (6);  riferimento a dichiarazioni di conformità precedenti o parziali, già esistenti (7);  attestazione di conformità per impianto realizzato con materiali o sistemi non normalizzati (8) Allegati facoltativi (9): ........................................................................ ........................................................................ DECLINA ogni responsabilità per sinistri a persone o a cose derivanti da manomissione dell’impianto da parte di terzi ovvero da carenze di manuten- zione o riparazione. Il dichiarante data ..................................... .................................................... (timbro e firma) Il legale rappresentante dell’impresa …………………...................................................... (timbro e firma)
  • 36. 36 Indice Il book impianti è suddiviso in tre parti: 1) introduttiva: sono riportati l’indice generale e le schede riassuntive per ogni tipologia d’impianto. In questa sezione Le sarà possibile individuare, “a colpo d’occhio” le informazioni di Suo interesse in base alle tipologie d’impianto. Suddivisione: - tipologia d’impianto - tipologia dell’edificio 1) numero piani 2) appartamenti per piano 3) prese per appartamento - numero del preventivo e pagina In seguito sono presenti alcuni schemi degli elementi. Con queste schede si indica il dimensionamen- to degli alloggiamenti apparati e il dimensionamento delle tubazioni per la distribuzione dei segnali TV e SAT all’interno dell’edificio. 2) area di lavoro: sono stati sviluppati gli schemi di ciascuna tipologia di impianto, affiancati dai relativi dati di computo metrico. Questa sezione costituisce uno strumento di lavoro vero e proprio, che age- vola l’installatore nella formulazione delle offerte agli utenti e nella pianificazione della posa in opera dell’impianto. Tutto questo a partire da alcuni parametri fondamentali, quali: il numero di piani, di appartamenti per piano e punti presa per appartamento. Suddivisione: Pag. 41 Capitolo 1 Impianti TV monocavo Pag. 57 Capitolo 2 Impianti TV con centrale a filtri o centrale programmabile Pag. 67 Capitolo 3 Impianto alberghiero (TSF, TFF - DVB310S, 310T) Pag. 81 Capitolo 4 Impianto IF-IF SMATV Pag. 89 Capitolo 5a Impianto multiswitch radiale 1 SAT Pag. 97 Capitolo 5b Impianto multiswitch radiale 2 SAT Pag. 113 Capitolo 6 Impianti multiswitch in cascata Pag. 121 Capitolo 7 Impianti multiswitch in cascata 1 SAT con TV miscelato Pag. 131 Capitolo 8 Impianti multiswitch in cascata 2 SAT con TV miscelato Pag. 137 Capitolo 9 Impianti TV e TV-SAT per villette 3) glossario tecnico. A garanzia dell’esattezza dei dati riportati, segnaliamo che tutti i parametri sono stati calcolati e progettati con il software CICAT di FTE maximal, sulla base di misure standard: - distanza da piano a piano m 3; - distanza da vano scala ad appartamento m 10; - distanza da scatola ingresso appartamento a punto presa m 10. Qualora fosse interessato a schemi per impianti diversi da quelli proposti in questo volume, non esiti a contattare il servizio tecnico FTE maximal all’indirizzo e-mail servizioprogetti@fte.it Buon lavoro. FTE maximal Italia L’Azienda si riserva di apportare aggiornamenti ai dati tecnici senza alcun preavviso verbale o scritto.
  • 37. 37 Indice Capitolo 1 Impianto TV monocavo 2 2 3 0 1.01 42 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie KMC e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno degli appartamenti. Totale di 12 punti presa TV. 3 2/4 3 0 1.02 44 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie CC e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 24 punti presa TV. 4 4 3 0 1.03 46 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 48 punti presa TV. 4 4 3 0 1.04 48 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 48 punti presa TV. 8 2 3 0 1.05 50 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centralino a larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV. 4 6 3 0 1.06 52 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 72 punti presa TV. 6 2 3 0 1.07 54 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a larga banda serie ZM e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 36 punti presa TV. numero piani appartamenti per piano prese TV prese SAT numero preventivo RIF. pagina Capitolo 2 Impianto TV con centrale a filtri o programmabile 8 4 3 0 2.01 58 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centralino a filtri canale serie C604 e distribuzione a stella con 3 punti presa all’in- terno degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV. 8 4 3 0 2.02 60 Impianto TV terrestre monocavo su unica montante, con centrale pro- grammabile serie GENIUS e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno degli appartamenti. Totale di 96 punti presa TV. 8 4 3 0 2.03 62 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centrale a filtri canale serie C604 e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno degli appartamenti. Totale di 192 punti presa TV. 8 4 3 0 2.04 64 Impianto TV terrestre monocavo su 2 montanti, con centrale pro- grammabile serie GENIUS e distribuzione a stella con 3 punti presa all’interno degli appartamenti. Totale di 192 punti presa TV. numero piani appartamenti per piano prese TV prese SAT numero preventivo RIF. pagina