SlideShare a Scribd company logo
1 of 5
Download to read offline
Dopo la Green Revolution siamo di fronte alla Black Revolution?
Il biochar una nuova rivoluzione nell’agricoltura
Francesco Primo Vaccari
Istituto di Biometeorologia (IBIMET)
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Via G. Caproni, 8
50139 Firenze
email f.vaccari@ibimet.cnr.it
tel. 0553033711
fax 055308910

Premessa
Dal 2009 un nuovo concetto è stato proposto come soluzione per la sicurezza alimentare globale e
limitare gli impatti ambientali dell'agricoltura, la “sustainable intensification” o “intensificazione
sostenibile”. La Royal Society(1) britannica ha definito l’intensificazione sostenibile come quel
processo produttivo agricolo dove i rendimenti delle colture agricole sono aumentate limitando
l’impatto ambientale dell’agricoltura. Il concetto prevede di non espandere l’agricoltura su nuovi
terreni e coinvolge tutti i settori produttivi per promuovere tecniche e tecnologie a più basso impatto
ambientale perseguendo allo stesso tempo l’incremento delle rese agricole. L’intensificazione
sostenibile è una possibile risposta alla dichiarazione FAO del 2008, dove si afferma che la
produzione alimentare globale deve essere raddoppiata per nutrire una popolazione mondiale che
raggiungerà i 9 miliardi nel 2050.
Il biochar o carbone vegetale è uno dei fattori che contribuirebbe all’intensificazione sostenibile in
quanto contribuisce all’incremento del carbonio nel suolo, coniugando l’incremento di fertilità e gli
effetti ammendanti con la produzione di energia rinnovabile. Questi aspetti stanno aprendo
interessanti prospettive sul ruolo che l’agricoltura potrebbe svolgere nella mitigazione dei
cambiamenti climatici e nell’apertura all’agricoltura del mercato dei crediti di carbonio.
(1)

Royal Society of London 2009. Reaping the Benefits: Science and the Sustainable Intensification of Global Agriculture (Royal Society,
London, 2009).

Introduzione
L’utilizzo del biochar in agricoltura è conosciuto da moltissimo tempo, come dimostrano i
ritrovamente archeologici in Amazzonia, ma è dai primi anni del 2000 che l’interesse sul biochar,
come ammendante e fertilizzante, cresce in modo esponenziale prima nel mondo scientifico e in
seguito in quello applicativo. Nonostante gli aspetti incoraggianti dall’uso del biochar in agricoltura,
restano ancora alcuni aspetti che devono essere studiati e approfonditi, per garantire sicurezza e
sostenibilità all’utilizzo del biochar in agricoltura e in particolare quella italiana. In quest’articolo si
presentano alcune esperienze di ricerca dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle
Ricerche (IBIMET – CNR) che è stata la prima istituzione scientifica che ha avviato sperimentazioni in
campo proprio per comprendere se “l’opzione biochar” possa essere applicata anche in Italia.
Biochar: dall’Amazzonia all’Emilia Romagna
Nell'Amazzonia brasiliana sono stati scoperti numerosi siti, dove il suolo presentava caratteristiche
assolutamente diverse dai terreni adiacenti, nonostante la mineralogia e la tessitura fossero le stesse.
Accanto ai suoli molto alterati, tipici della foresta amazzonica di colore rosso e poco fertili, gli
archeologi hanno scoperto dei suoli di colore nero, con un pH alcalino e particolarmente fertili,
denominati Terra Preta do Indios (Figura 1).

1
Figura 1 Terra Preta do Indios (tratto da http://www.philipcoppens.com/terrapreta.html)

Questi suoli sono caratterizzati da un alto contenuto in materiale carbonioso, oltre settanta volte in
più dei suoli circostanti, derivanti dall’interramento, da parte delle popolazioni indigene in migliaia
di anni, dei residui carboniosi di fuochi. Anche secondo gli agricoltori locali le Terre Nere
amazzoniche sono molto più fertili dei terreni circostanti, dovuti alla ricchezza in carbonio, che
persiste anche dopo molti secoli.
Anche in Italia abbiamo esempi di suoli analoghi alle Terra Preta do Indios, rappresentati dalle
cosiddette TerreMare, antichi villaggi dell'età del bronzo dell'Emilia Romagna, lungo l’asse fluvale
del Po. Il nome TerraMare deriva dal dialetto emiliano che significa “terra grassa” con riferimento al
colore scuro. Nell'Ottocento i depositi delle TerraMare furono per la massima parte distrutte dalla
attività estrattiva per il recupero del terriccio, venduto come concime. Una delle TerraMare più
rappresentativa, oggi parco archeologico, è rappresentata da quella di Montale (Mo).

Figura 2 La cava di estrazione di TerraMare di Montale (tratto da http://www.parcomontale.it)

Il biochar
Il biochar o carbone vegetale è il prodotto del processo di carbonizzazione della biomassa vegetale,
in pratica una combustione in assenza di ossigeno o più tecnicamente, una decomposizione
termochimica in assenza di ossigeno. Il processo tipico per ottenere il carbone vegetale è stato per
molti anni quello delle carbonaie, cioè cumuli di legna coperti da terra per limitare l’apporto di
ossigeno. Recentemente sono stati realizzati impianti industriali per la produzione di energia
elettrica, sfruttando le biomasse, che utilizzano sistemi di pirolisi, gassificazione e pirogassificazione.
La pirolisi è un processo di degradazione termica in assenza di ossigeno della biomassa vegetale con
temperature di processo comprese tra 350 e 800 °C. I sottoprodotti del processo sono: un prodotto
solido, il biochar; un gas di sintesi e un prodotto liquido, il catrame. La gassificazione, invece, può
essere definita come la conversione termochimica ad alta temperatura (1.200 °C) di un combustibile
solido o liquido in un gas, attuata mediante la presenza di un agente gassificante e altri reagenti
(aria/ossigeno e/o acqua/vapore) conducendo a una sua parziale combustione. Il processo nel
complesso è formato concettualmente da tre fasi: una prima esotermica di combustione, una seconda

2
di pirolisi ed infine la conversione del carbonio in gas (Monossido di carbonio (CO), Idrogeno (H2),
Metano (CH4). In entrambi i processi, il residuo solido che si ottiene è carbone vegetale o biochar
che secondo la legislazione italiana in atto è configurato come rifiuto da smaltire, non essendo
ancora riconosciuto come ammendante e/o fertilizzante. Ovviamente le caratteristiche fisicochimiche del biochar sono dipendenti dal tipo di biomassa usata in ingresso, dal tipo di processo
utilizzato e dalle condizioni di processo, come durata e temperatura. Il recente e rinnovato interesse
che ha suscitato il biochar, soprattutto a livello internazionale, è legato principalmente a questi
aspetti:
- è una sostanza che attualmente è uno scarto di produzione di impianti dedicati alla
produzione di energia elettrica;
- ha delle indubbie qualità fertilizzanti e ammendanti sia nei confronti delle colture agricole
che dei suoli agricoli;
- considerato la sua indecomposizione nel suolo, può rappresentare un sistema per aumentare
il sequestro dell’anidride carbonica atmosferica e contribuire a mitigare gli effetti del
cambiamento climatico.

Figura 3 Scansione al microscopio elettronico, del biochar (legno a sinistra; pula di riso a destra)

Proprietà ammendanti e fertilizzanti del biochar
La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che l’applicazione del biochar al suolo aumenta la
capacità di scambio cationico (CSC), trattiene e impedisce il dilavamento dell’ammonio e dei nitrati,
aumenta il pH, determinando delle condizioni che consentono di aumentare l'abitabilità da parte
delle piante, di assorbire il fosforo. Il biochar aiuta a mantenere una struttura del suolo, migliorando
le proprietà meccaniche e diminuendo la sforzo alla trazione delle macchine operatrici. Infine grazie
alla sua alta porosità aumenta notevolmente la capacità di ritenzione idrica del terreno. Un
importante aspetto dell’aggiunta del biochar è la sua interazione con i microrganismi del suolo
favorendo la formazione della sostanza organica e l’associazione simbiontica tra piante e micorrizze.
L’effetto fertilizzante, invece del biochar sulla produttività delle piante agrarie è principalmente dato
dalle capacità di assorbimento dei nutrienti da parte del biochar che rendono gli elementi nutriviti
più disponibili per le colture agrarie. Si riportano nella tabella seguente la lista degli esperimenti
aggiornati al 2010 dove si riportano gli incrementi di produttività delle colture agrarie applicando il
biochar.

3
Stato della ricerca scientifica in Italia sul biochar
Per quanto la ricerca italiana conoscesse il biochar, come costituente del suolo, in Italia la ricerca
sull’applicazione del biochar in agricoltura è molto recente. L’Istituto di Biometeorologia del
Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 2007 ha iniziato per primo a valutare l’effetto del biochar
applicandolo direttamente in una serie di esperimenti di vaso e di campo.
Dai risultati delle prove sperimentali emerge che ci sono effetti positivi sull’uso del carbone vegetale
nella maggior parte delle sperimentazioni, ma in base alla tipologia di terreno si sono visti anche
effetti negativi. Nel 2007 sono stati fatti i primi esperimenti sul carbone vegetale. Il primo
esperimento effettuato in vaso è stato fatto su Lolium perenne L. (Loietto), lo scopo dell’esperimento è
stato quello di valutare se ci fosse una risposta dose/effetto sulla produzione del loietto. È stato scelto
il loietto perché coltura a rapido accrescimento. Le dosi scelte per la sperimentazione sono state 1030-60-100 e 120 t ha-1 di carbone vegetale. Il carbone vegetale è stato incorporato nel suolo ad una
profondità di 10 cm. Dai risultati della sperimentazione si evince che l'aggiunta di carbone vegetale
al suolo porta ad un significativo aumento della biomassa vegetale (del 20% rispetto al controllo) con
una dose di carbone vegetale di 30 t ha-1. A concentrazioni maggiori di 100 t ha-1 si è osservato una
diminuzione della produzione epigea (da 8% e il 30% in meno rispetto al controllo). Un secondo
esperimento, effettuato sempre in vaso sul loietto è stato fatto unendo un inoculo di micorrizze
arbuscolari e carbone vegetale al terreno. L’esperimento ha dato dei risultati positivi, aggiungendo
carbone vegetale e micorrizze si è notato un effetto positivo sulla produzione di biomassa (59%
maggiore rispetto al controllo), tuttavia l'effetto di stimolazione non era additivo. Infatti, la biomassa
è aumentata solo del 20% rispetto al controllo aggiungendo il carbone vegetale e del 50% rispetto al
controllo aggiungendo le micorrizze. Nel 2008 è iniziata la prima sperimentazione con lo scopo di
valutare l’effetto del carbone vegetale sulla produzione di grano duro (var. SOLEX) in termini di
biomassa e granella. La sperimentazione si è svolta ad Empoli. Sono stati aggiunti al terreno 10 t ha-1
di carbone vegetale in pre-semina e successivamente è stata fatta una fresatura di 5 cm. La raccolta è
stata effettuata nel mese di giugno e dai risultati si evince che il carbone vegetale ha svolto un’azione
di stimolazione sulla produzione sia in termini di biomassa secca sia in termini di granella. (23% e

4
10% rispetto al controllo). Dall’analisi chimica della granella si è visto che non ci sono state
differenze nel contenuto di azoto nelle parcelle trattate e nelle parcelle non trattate. Da uno studio
effettuato nel 2009 sulla respirazione del suolo è stata osservata una lieve riduzione dell'attività di
nitrificazione nel suolo nelle parcelle trattate con il carbone vegetale, rispetto ai controlli. Questo
studio ha fornito prove convincenti che il carbone vegetale aggiunto al suolo ha un effetto benefico
sulla microflora del terreno ed ha solo leggermente aumentato la produzione di CO2 come
respirazione del suolo e quindi si conclude che il carbone vegetale, associato ad una corretta
gestione delle colture, può essere un’opzione soddisfacente per ridurre le emissioni di N2O in
agricoltura. Dalle sperimentazioni fatte in Italia, emerge, che i migliori risultati si hanno utilizzando
substrati neutri o meglio ancora acidi, in terreni sciolti o neutri tendenti all’alcalino si hanno risultati
contrastanti. Si evince, che servono ancora ricerche mirate e studiare i meccanismi di interazione del
carbone vegetale con le varie colture in base alla risposta produttiva. Risultati incoraggianti per uso
di carbone vegetale su piante ornamentali per ridurre gli effetti di acque di bassa qualità (saline) e per
diminuire la lisciviazione di N in sistemi orticoli (es. lattuga) sono stati notati in vari esperimenti.
L’uso del carbone vegetale come parziale sostituivo dei comuni substrati potrebbe aumentare la
sostenibilità del settore vivaistico, la cui criticità è legata allo sfruttamento delle torbe e dell’acqua
per l’irrigazione.
Conclusione
I numerosi benefici che la letteratura internazionale ci dimostra sull’uso del biochar in agricoltura
che spaziano dagli effetti ammendanti del suolo a quelli fertilizzanti, sono molto incoraggianti e
soprattutto fanno nascere l’idea che realmente il biochar possa rappresentare una soluzione efficace
in grado di coniugare l’agricoltura con il tema dell’energia e della mitigazione ai cambiamenti
climatici. Inoltre i risultati scientifici ci dimostrano come il tempo medio di permanenza del biochar
nel suolo sia dell’ordine delle migliaia di anni, rendendo il biochar, un mezzo efficace per
contribuire alla strategia di sequestrare in modo stabile il carbonio atmosferico, nel suolo. A fianco di
queste evidenze scientifiche, restano però alcuni aspetti che devono essere ancora studiati e
approfonditi per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’utilizzo del biochar per l’agricoltura
mediterranea e in particolare quella italiana. Infatti, se gli effetti positivi per la fertilità sono stati
riscontrati in gran parti degli esperimenti svolti nel mondo, alcuni interrogativi sono tuttora aperti sia
sull’applicabilità sui suoli e alle colture italiane sia per quanto riguarda gli eventuali ripercussioni che
l’utilizzo di questa strategia comporta, quali gli aspetti legati al bioaccumulo o i feedback sul sistema
climatico. Riguardo a quest’ultimo aspetto è noto che l’applicazione di biochar altera profondamente
l’albedo della superficie (rapporto tra radiazione diretta e riflessa) con delle ovvie conseguenze sulla
temperatura del suolo e ripercussioni ancora da valutare sul bilancio radiativo terrestre. A oggi in
Italia la mancanza di prove di lungo termine e su larga scala, impedisce di trarre delle conclusioni
definitive sulla opportunità di implementare la strategia basata sul biochar a scala territoriale. Un
esempio rappresentativo è stato recentemente pubblicato, presentando risultati di due anni di
applicazione di biochar a una coltura di grano duro, dimostrando come non ci sia un effetto additivo
della dose di biochar, anche se l’applicazione aveva incrementato la produzione di grano duro del
30%. La mancanza di prove di lungo termine inoltre impedisce di verificare l’esatta permanenza nel
suolo del biochar e quindi convalidare, anche alle nostre latitudini, l’efficacia del biochar come
opzione di mitigazione dell’aumento della concentrazione atmosferica di CO2.
Con tutte le cautele del caso, rappresentate dalle incertezze della possibile applicazione del biochar
in agricoltura, si ritiene che questo tema sia di indubbio interesse e possa contribuire in modo
sostanziale al riutilizzo delle biomasse di scarto dell’industria agricola, forestale e agroalimentare in
genere. Infatti non è proponibile un approccio del tipo, coltiviamo biomassa da carbonificare per
ottenere biochar, secondo l’approccio dei biofuels, ma potremmo solamente cercare di riutilizzare gli
attuali scarti di biomassa che ad oggi rappresentano un problema da smaltire.Quindi nessun campo
dovrà essere tolto dalla normale finalità agricola e nessuna foresta deve essere abbattuta per produrre
biochar, ma solo riutilizzare i residui. Per questo motivo si auspica che nel quadro normativo del
biochar una voce specifica circa la tracciabilità della biomassa sia esplicita, sia in termini di qualità
della biomassa che deve essere assente di inquinanti, ma anche di distanza percorsa dal luogo di
produzione al luogo di trasformazione in biochar.

5

More Related Content

Viewers also liked

Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzata
Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzataAl di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzata
Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzataAlfonso Crisci
 
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...remineralize
 
Remineralize the Earth
Remineralize the EarthRemineralize the Earth
Remineralize the Earthremineralize
 
SOS Sit srl Nicola Dongiovanni 15/04//2014
SOS Sit srl   Nicola Dongiovanni 15/04//2014 SOS Sit srl   Nicola Dongiovanni 15/04//2014
SOS Sit srl Nicola Dongiovanni 15/04//2014 Apulian ICT Living Labs
 
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo Biointensivo
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo BiointensivoIndicaciones Técnicas del Método de Cultivo Biointensivo
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo BiointensivoEcoBASE
 
Agricultura organica powerpoint
Agricultura organica powerpointAgricultura organica powerpoint
Agricultura organica powerpointKaluchin Llancari
 
What to Expect When You're Expecting to Become a Blogger
What to Expect When You're Expecting to Become a BloggerWhat to Expect When You're Expecting to Become a Blogger
What to Expect When You're Expecting to Become a BloggerLeslie Samuel
 
How to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheHow to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheLeslie Samuel
 

Viewers also liked (11)

Ibimet sommerso
Ibimet sommersoIbimet sommerso
Ibimet sommerso
 
Climascope
Climascope Climascope
Climascope
 
Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzata
Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzataAl di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzata
Al di là del caldo e del freddo: cambiamenti climatici e resilienza organizzata
 
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...
Basalt Powder Restores Soil Fertility and Greatly Accelerates Tree Growth on ...
 
Remineralize the Earth
Remineralize the EarthRemineralize the Earth
Remineralize the Earth
 
SOS Sit srl Nicola Dongiovanni 15/04//2014
SOS Sit srl   Nicola Dongiovanni 15/04//2014 SOS Sit srl   Nicola Dongiovanni 15/04//2014
SOS Sit srl Nicola Dongiovanni 15/04//2014
 
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo Biointensivo
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo BiointensivoIndicaciones Técnicas del Método de Cultivo Biointensivo
Indicaciones Técnicas del Método de Cultivo Biointensivo
 
Agricultura orgânica
Agricultura orgânica Agricultura orgânica
Agricultura orgânica
 
Agricultura organica powerpoint
Agricultura organica powerpointAgricultura organica powerpoint
Agricultura organica powerpoint
 
What to Expect When You're Expecting to Become a Blogger
What to Expect When You're Expecting to Become a BloggerWhat to Expect When You're Expecting to Become a Blogger
What to Expect When You're Expecting to Become a Blogger
 
How to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your NicheHow to Become a Thought Leader in Your Niche
How to Become a Thought Leader in Your Niche
 

Similar to Dopo la Green Revolution siamo di fronte alla Black Revolution? Il biochar una nuova rivoluzione nell’agricoltura

Biogas da rifiuti comunicazione def m5 s
Biogas da rifiuti comunicazione def m5 sBiogas da rifiuti comunicazione def m5 s
Biogas da rifiuti comunicazione def m5 salbe74
 
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalista
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalistaBioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalista
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalistaetnobotanica
 
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etilene
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etileneLdb Permacultura_Mattei ciclo etilene
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etilenelaboratoridalbasso
 
Presentazione3
Presentazione3Presentazione3
Presentazione3barbie93
 
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...Consorzio LaMMA - Corso UdC
 
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isde
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isdePosition paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isde
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isdeGMarazzini
 
06a T A F O N O M I A Fossilizzazione Prima Parte 11
06a  T A F O N O M I A  Fossilizzazione Prima Parte 1106a  T A F O N O M I A  Fossilizzazione Prima Parte 11
06a T A F O N O M I A Fossilizzazione Prima Parte 11Marzia Pizzullo
 
Il biologico italiano in movimento
Il biologico italiano in movimentoIl biologico italiano in movimento
Il biologico italiano in movimentoluigi menozzi
 
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...Comune di Pontedera
 
I cambiamenti climatici e la produzione di cibo
I cambiamenti climatici e la produzione di ciboI cambiamenti climatici e la produzione di cibo
I cambiamenti climatici e la produzione di ciboeuroprogetti
 
Ambiente e Biomassse (Polanzan)
Ambiente e Biomassse (Polanzan)Ambiente e Biomassse (Polanzan)
Ambiente e Biomassse (Polanzan)ANAPIA FSE 2010
 
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)Ambiente e Biomassse (POLANZAN)
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)ANAPIA FSE 2010
 

Similar to Dopo la Green Revolution siamo di fronte alla Black Revolution? Il biochar una nuova rivoluzione nell’agricoltura (20)

Suolo
Suolo Suolo
Suolo
 
4 Compostaggio
4 Compostaggio4 Compostaggio
4 Compostaggio
 
Biogas da rifiuti comunicazione def m5 s
Biogas da rifiuti comunicazione def m5 sBiogas da rifiuti comunicazione def m5 s
Biogas da rifiuti comunicazione def m5 s
 
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalista
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalistaBioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalista
Bioenergy crops; tropical; agronomy; giuseppe nania agronomo tropicalista
 
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etilene
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etileneLdb Permacultura_Mattei ciclo etilene
Ldb Permacultura_Mattei ciclo etilene
 
il dilemma del futuro
il dilemma del futuroil dilemma del futuro
il dilemma del futuro
 
Presentazione3
Presentazione3Presentazione3
Presentazione3
 
Downsizing
DownsizingDownsizing
Downsizing
 
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...
ATTIVITÀ PRODUTTIVE AGRICOLE E CORSI D'ACQUA URBANI: ESPERIENZE DI ORIENTAMEN...
 
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isde
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isdePosition paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isde
Position paper il trattamento della frazione organica febbraio 2015 isde
 
06a T A F O N O M I A Fossilizzazione Prima Parte 11
06a  T A F O N O M I A  Fossilizzazione Prima Parte 1106a  T A F O N O M I A  Fossilizzazione Prima Parte 11
06a T A F O N O M I A Fossilizzazione Prima Parte 11
 
Vigneti
VignetiVigneti
Vigneti
 
Il biologico italiano in movimento
Il biologico italiano in movimentoIl biologico italiano in movimento
Il biologico italiano in movimento
 
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...
Dettagli nuovo impianto di compostaggio presentazione progetto conferenza sta...
 
Polvese
PolvesePolvese
Polvese
 
I cambiamenti climatici e la produzione di cibo
I cambiamenti climatici e la produzione di ciboI cambiamenti climatici e la produzione di cibo
I cambiamenti climatici e la produzione di cibo
 
Ambiente acqua
Ambiente acqua   Ambiente acqua
Ambiente acqua
 
Demoware: Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia - Le tecnologie, il d...
Demoware: Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia - Le tecnologie, il d...Demoware: Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia - Le tecnologie, il d...
Demoware: Il riuso delle acque in agricoltura in Puglia - Le tecnologie, il d...
 
Ambiente e Biomassse (Polanzan)
Ambiente e Biomassse (Polanzan)Ambiente e Biomassse (Polanzan)
Ambiente e Biomassse (Polanzan)
 
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)Ambiente e Biomassse (POLANZAN)
Ambiente e Biomassse (POLANZAN)
 

More from Alfonso Crisci

monitoraggio isola di calore
monitoraggio isola di caloremonitoraggio isola di calore
monitoraggio isola di caloreAlfonso Crisci
 
Mappatura_hotspot_termici
Mappatura_hotspot_termiciMappatura_hotspot_termici
Mappatura_hotspot_termiciAlfonso Crisci
 
Ecosemiotica del territorio
Ecosemiotica del territorioEcosemiotica del territorio
Ecosemiotica del territorioAlfonso Crisci
 
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali Alfonso Crisci
 
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...Alfonso Crisci
 
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in Toscana
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in ToscanaClassificazione tipi di tempo e Alluvioni in Toscana
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in ToscanaAlfonso Crisci
 
Summer Heat Risk Index: how to integrate recent climatic changes and soil ...
Summer Heat Risk Index:    how to integrate recent climatic changes and soil ...Summer Heat Risk Index:    how to integrate recent climatic changes and soil ...
Summer Heat Risk Index: how to integrate recent climatic changes and soil ...Alfonso Crisci
 
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...Alfonso Crisci
 
Public crowd-sensing of heat-waves by social media data
Public crowd-sensing of heat-waves by social media dataPublic crowd-sensing of heat-waves by social media data
Public crowd-sensing of heat-waves by social media dataAlfonso Crisci
 
Cemento e l'eroica vendetta del letame
Cemento e l'eroica vendetta del letameCemento e l'eroica vendetta del letame
Cemento e l'eroica vendetta del letameAlfonso Crisci
 
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly people
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly peopleHeat Wave risk mapping in Europe for elderly people
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly peopleAlfonso Crisci
 
IBIMET Heat WAVE resiliency
IBIMET Heat WAVE resiliency IBIMET Heat WAVE resiliency
IBIMET Heat WAVE resiliency Alfonso Crisci
 
Flyers Smart Cities and Big Data
Flyers Smart Cities and Big Data Flyers Smart Cities and Big Data
Flyers Smart Cities and Big Data Alfonso Crisci
 

More from Alfonso Crisci (20)

monitoraggio isola di calore
monitoraggio isola di caloremonitoraggio isola di calore
monitoraggio isola di calore
 
Terrazzi
TerrazziTerrazzi
Terrazzi
 
Mappatura_hotspot_termici
Mappatura_hotspot_termiciMappatura_hotspot_termici
Mappatura_hotspot_termici
 
Ecosemiotica del territorio
Ecosemiotica del territorioEcosemiotica del territorio
Ecosemiotica del territorio
 
Complessità nascoste
Complessità nascosteComplessità nascoste
Complessità nascoste
 
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali
Sistemi digitali per la geolocalizzazione di piante aromatiche e medicinali
 
Mappiamo biodiversita
Mappiamo biodiversitaMappiamo biodiversita
Mappiamo biodiversita
 
Resilienza climatica
Resilienza climaticaResilienza climatica
Resilienza climatica
 
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...
La città che scotta: le prospettive e i dati per la valutazione della resilie...
 
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in Toscana
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in ToscanaClassificazione tipi di tempo e Alluvioni in Toscana
Classificazione tipi di tempo e Alluvioni in Toscana
 
Summer Heat Risk Index: how to integrate recent climatic changes and soil ...
Summer Heat Risk Index:    how to integrate recent climatic changes and soil ...Summer Heat Risk Index:    how to integrate recent climatic changes and soil ...
Summer Heat Risk Index: how to integrate recent climatic changes and soil ...
 
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...
Weather events identification in social media streams: tools to detect their ...
 
Public crowd-sensing of heat-waves by social media data
Public crowd-sensing of heat-waves by social media dataPublic crowd-sensing of heat-waves by social media data
Public crowd-sensing of heat-waves by social media data
 
Italian weather type
Italian weather typeItalian weather type
Italian weather type
 
Not only rome burns
Not only rome burnsNot only rome burns
Not only rome burns
 
Cemento e l'eroica vendetta del letame
Cemento e l'eroica vendetta del letameCemento e l'eroica vendetta del letame
Cemento e l'eroica vendetta del letame
 
#SoilDay Roma
#SoilDay Roma #SoilDay Roma
#SoilDay Roma
 
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly people
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly peopleHeat Wave risk mapping in Europe for elderly people
Heat Wave risk mapping in Europe for elderly people
 
IBIMET Heat WAVE resiliency
IBIMET Heat WAVE resiliency IBIMET Heat WAVE resiliency
IBIMET Heat WAVE resiliency
 
Flyers Smart Cities and Big Data
Flyers Smart Cities and Big Data Flyers Smart Cities and Big Data
Flyers Smart Cities and Big Data
 

Recently uploaded

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativoCorso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativovaleriodinoia35
 
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaCON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
 
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.giuliofiorerm
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaRafael Figueredo
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxMartin M Flynn
 
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superioreEsperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiorevaleriodinoia35
 
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldilezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldivaleriodinoia35
 

Recently uploaded (9)

XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativoCorso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
Corso di digitalizzazione e reti per segretario amministrativo
 
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla CresimaCON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
CON OCCHI DIVERSI - catechesi per candidati alla Cresima
 
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
RICERCA_SUGLI ANFIBI PER LA PRIMA MEDIA.
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
 
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla CresimaIL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
IL CHIAMATO ALLA CONVERSIONE - catechesi per candidati alla Cresima
 
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptxSan Giorgio e la leggenda del drago.pptx
San Giorgio e la leggenda del drago.pptx
 
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superioreEsperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
Esperimenti_laboratorio di fisica per la scuola superiore
 
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldilezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
lezione di fisica_I moti nel piano_Amaldi
 

Dopo la Green Revolution siamo di fronte alla Black Revolution? Il biochar una nuova rivoluzione nell’agricoltura

  • 1. Dopo la Green Revolution siamo di fronte alla Black Revolution? Il biochar una nuova rivoluzione nell’agricoltura Francesco Primo Vaccari Istituto di Biometeorologia (IBIMET) Consiglio Nazionale delle Ricerche Via G. Caproni, 8 50139 Firenze email f.vaccari@ibimet.cnr.it tel. 0553033711 fax 055308910 Premessa Dal 2009 un nuovo concetto è stato proposto come soluzione per la sicurezza alimentare globale e limitare gli impatti ambientali dell'agricoltura, la “sustainable intensification” o “intensificazione sostenibile”. La Royal Society(1) britannica ha definito l’intensificazione sostenibile come quel processo produttivo agricolo dove i rendimenti delle colture agricole sono aumentate limitando l’impatto ambientale dell’agricoltura. Il concetto prevede di non espandere l’agricoltura su nuovi terreni e coinvolge tutti i settori produttivi per promuovere tecniche e tecnologie a più basso impatto ambientale perseguendo allo stesso tempo l’incremento delle rese agricole. L’intensificazione sostenibile è una possibile risposta alla dichiarazione FAO del 2008, dove si afferma che la produzione alimentare globale deve essere raddoppiata per nutrire una popolazione mondiale che raggiungerà i 9 miliardi nel 2050. Il biochar o carbone vegetale è uno dei fattori che contribuirebbe all’intensificazione sostenibile in quanto contribuisce all’incremento del carbonio nel suolo, coniugando l’incremento di fertilità e gli effetti ammendanti con la produzione di energia rinnovabile. Questi aspetti stanno aprendo interessanti prospettive sul ruolo che l’agricoltura potrebbe svolgere nella mitigazione dei cambiamenti climatici e nell’apertura all’agricoltura del mercato dei crediti di carbonio. (1) Royal Society of London 2009. Reaping the Benefits: Science and the Sustainable Intensification of Global Agriculture (Royal Society, London, 2009). Introduzione L’utilizzo del biochar in agricoltura è conosciuto da moltissimo tempo, come dimostrano i ritrovamente archeologici in Amazzonia, ma è dai primi anni del 2000 che l’interesse sul biochar, come ammendante e fertilizzante, cresce in modo esponenziale prima nel mondo scientifico e in seguito in quello applicativo. Nonostante gli aspetti incoraggianti dall’uso del biochar in agricoltura, restano ancora alcuni aspetti che devono essere studiati e approfonditi, per garantire sicurezza e sostenibilità all’utilizzo del biochar in agricoltura e in particolare quella italiana. In quest’articolo si presentano alcune esperienze di ricerca dell’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche (IBIMET – CNR) che è stata la prima istituzione scientifica che ha avviato sperimentazioni in campo proprio per comprendere se “l’opzione biochar” possa essere applicata anche in Italia. Biochar: dall’Amazzonia all’Emilia Romagna Nell'Amazzonia brasiliana sono stati scoperti numerosi siti, dove il suolo presentava caratteristiche assolutamente diverse dai terreni adiacenti, nonostante la mineralogia e la tessitura fossero le stesse. Accanto ai suoli molto alterati, tipici della foresta amazzonica di colore rosso e poco fertili, gli archeologi hanno scoperto dei suoli di colore nero, con un pH alcalino e particolarmente fertili, denominati Terra Preta do Indios (Figura 1). 1
  • 2. Figura 1 Terra Preta do Indios (tratto da http://www.philipcoppens.com/terrapreta.html) Questi suoli sono caratterizzati da un alto contenuto in materiale carbonioso, oltre settanta volte in più dei suoli circostanti, derivanti dall’interramento, da parte delle popolazioni indigene in migliaia di anni, dei residui carboniosi di fuochi. Anche secondo gli agricoltori locali le Terre Nere amazzoniche sono molto più fertili dei terreni circostanti, dovuti alla ricchezza in carbonio, che persiste anche dopo molti secoli. Anche in Italia abbiamo esempi di suoli analoghi alle Terra Preta do Indios, rappresentati dalle cosiddette TerreMare, antichi villaggi dell'età del bronzo dell'Emilia Romagna, lungo l’asse fluvale del Po. Il nome TerraMare deriva dal dialetto emiliano che significa “terra grassa” con riferimento al colore scuro. Nell'Ottocento i depositi delle TerraMare furono per la massima parte distrutte dalla attività estrattiva per il recupero del terriccio, venduto come concime. Una delle TerraMare più rappresentativa, oggi parco archeologico, è rappresentata da quella di Montale (Mo). Figura 2 La cava di estrazione di TerraMare di Montale (tratto da http://www.parcomontale.it) Il biochar Il biochar o carbone vegetale è il prodotto del processo di carbonizzazione della biomassa vegetale, in pratica una combustione in assenza di ossigeno o più tecnicamente, una decomposizione termochimica in assenza di ossigeno. Il processo tipico per ottenere il carbone vegetale è stato per molti anni quello delle carbonaie, cioè cumuli di legna coperti da terra per limitare l’apporto di ossigeno. Recentemente sono stati realizzati impianti industriali per la produzione di energia elettrica, sfruttando le biomasse, che utilizzano sistemi di pirolisi, gassificazione e pirogassificazione. La pirolisi è un processo di degradazione termica in assenza di ossigeno della biomassa vegetale con temperature di processo comprese tra 350 e 800 °C. I sottoprodotti del processo sono: un prodotto solido, il biochar; un gas di sintesi e un prodotto liquido, il catrame. La gassificazione, invece, può essere definita come la conversione termochimica ad alta temperatura (1.200 °C) di un combustibile solido o liquido in un gas, attuata mediante la presenza di un agente gassificante e altri reagenti (aria/ossigeno e/o acqua/vapore) conducendo a una sua parziale combustione. Il processo nel complesso è formato concettualmente da tre fasi: una prima esotermica di combustione, una seconda 2
  • 3. di pirolisi ed infine la conversione del carbonio in gas (Monossido di carbonio (CO), Idrogeno (H2), Metano (CH4). In entrambi i processi, il residuo solido che si ottiene è carbone vegetale o biochar che secondo la legislazione italiana in atto è configurato come rifiuto da smaltire, non essendo ancora riconosciuto come ammendante e/o fertilizzante. Ovviamente le caratteristiche fisicochimiche del biochar sono dipendenti dal tipo di biomassa usata in ingresso, dal tipo di processo utilizzato e dalle condizioni di processo, come durata e temperatura. Il recente e rinnovato interesse che ha suscitato il biochar, soprattutto a livello internazionale, è legato principalmente a questi aspetti: - è una sostanza che attualmente è uno scarto di produzione di impianti dedicati alla produzione di energia elettrica; - ha delle indubbie qualità fertilizzanti e ammendanti sia nei confronti delle colture agricole che dei suoli agricoli; - considerato la sua indecomposizione nel suolo, può rappresentare un sistema per aumentare il sequestro dell’anidride carbonica atmosferica e contribuire a mitigare gli effetti del cambiamento climatico. Figura 3 Scansione al microscopio elettronico, del biochar (legno a sinistra; pula di riso a destra) Proprietà ammendanti e fertilizzanti del biochar La ricerca scientifica ha ampiamente dimostrato che l’applicazione del biochar al suolo aumenta la capacità di scambio cationico (CSC), trattiene e impedisce il dilavamento dell’ammonio e dei nitrati, aumenta il pH, determinando delle condizioni che consentono di aumentare l'abitabilità da parte delle piante, di assorbire il fosforo. Il biochar aiuta a mantenere una struttura del suolo, migliorando le proprietà meccaniche e diminuendo la sforzo alla trazione delle macchine operatrici. Infine grazie alla sua alta porosità aumenta notevolmente la capacità di ritenzione idrica del terreno. Un importante aspetto dell’aggiunta del biochar è la sua interazione con i microrganismi del suolo favorendo la formazione della sostanza organica e l’associazione simbiontica tra piante e micorrizze. L’effetto fertilizzante, invece del biochar sulla produttività delle piante agrarie è principalmente dato dalle capacità di assorbimento dei nutrienti da parte del biochar che rendono gli elementi nutriviti più disponibili per le colture agrarie. Si riportano nella tabella seguente la lista degli esperimenti aggiornati al 2010 dove si riportano gli incrementi di produttività delle colture agrarie applicando il biochar. 3
  • 4. Stato della ricerca scientifica in Italia sul biochar Per quanto la ricerca italiana conoscesse il biochar, come costituente del suolo, in Italia la ricerca sull’applicazione del biochar in agricoltura è molto recente. L’Istituto di Biometeorologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche nel 2007 ha iniziato per primo a valutare l’effetto del biochar applicandolo direttamente in una serie di esperimenti di vaso e di campo. Dai risultati delle prove sperimentali emerge che ci sono effetti positivi sull’uso del carbone vegetale nella maggior parte delle sperimentazioni, ma in base alla tipologia di terreno si sono visti anche effetti negativi. Nel 2007 sono stati fatti i primi esperimenti sul carbone vegetale. Il primo esperimento effettuato in vaso è stato fatto su Lolium perenne L. (Loietto), lo scopo dell’esperimento è stato quello di valutare se ci fosse una risposta dose/effetto sulla produzione del loietto. È stato scelto il loietto perché coltura a rapido accrescimento. Le dosi scelte per la sperimentazione sono state 1030-60-100 e 120 t ha-1 di carbone vegetale. Il carbone vegetale è stato incorporato nel suolo ad una profondità di 10 cm. Dai risultati della sperimentazione si evince che l'aggiunta di carbone vegetale al suolo porta ad un significativo aumento della biomassa vegetale (del 20% rispetto al controllo) con una dose di carbone vegetale di 30 t ha-1. A concentrazioni maggiori di 100 t ha-1 si è osservato una diminuzione della produzione epigea (da 8% e il 30% in meno rispetto al controllo). Un secondo esperimento, effettuato sempre in vaso sul loietto è stato fatto unendo un inoculo di micorrizze arbuscolari e carbone vegetale al terreno. L’esperimento ha dato dei risultati positivi, aggiungendo carbone vegetale e micorrizze si è notato un effetto positivo sulla produzione di biomassa (59% maggiore rispetto al controllo), tuttavia l'effetto di stimolazione non era additivo. Infatti, la biomassa è aumentata solo del 20% rispetto al controllo aggiungendo il carbone vegetale e del 50% rispetto al controllo aggiungendo le micorrizze. Nel 2008 è iniziata la prima sperimentazione con lo scopo di valutare l’effetto del carbone vegetale sulla produzione di grano duro (var. SOLEX) in termini di biomassa e granella. La sperimentazione si è svolta ad Empoli. Sono stati aggiunti al terreno 10 t ha-1 di carbone vegetale in pre-semina e successivamente è stata fatta una fresatura di 5 cm. La raccolta è stata effettuata nel mese di giugno e dai risultati si evince che il carbone vegetale ha svolto un’azione di stimolazione sulla produzione sia in termini di biomassa secca sia in termini di granella. (23% e 4
  • 5. 10% rispetto al controllo). Dall’analisi chimica della granella si è visto che non ci sono state differenze nel contenuto di azoto nelle parcelle trattate e nelle parcelle non trattate. Da uno studio effettuato nel 2009 sulla respirazione del suolo è stata osservata una lieve riduzione dell'attività di nitrificazione nel suolo nelle parcelle trattate con il carbone vegetale, rispetto ai controlli. Questo studio ha fornito prove convincenti che il carbone vegetale aggiunto al suolo ha un effetto benefico sulla microflora del terreno ed ha solo leggermente aumentato la produzione di CO2 come respirazione del suolo e quindi si conclude che il carbone vegetale, associato ad una corretta gestione delle colture, può essere un’opzione soddisfacente per ridurre le emissioni di N2O in agricoltura. Dalle sperimentazioni fatte in Italia, emerge, che i migliori risultati si hanno utilizzando substrati neutri o meglio ancora acidi, in terreni sciolti o neutri tendenti all’alcalino si hanno risultati contrastanti. Si evince, che servono ancora ricerche mirate e studiare i meccanismi di interazione del carbone vegetale con le varie colture in base alla risposta produttiva. Risultati incoraggianti per uso di carbone vegetale su piante ornamentali per ridurre gli effetti di acque di bassa qualità (saline) e per diminuire la lisciviazione di N in sistemi orticoli (es. lattuga) sono stati notati in vari esperimenti. L’uso del carbone vegetale come parziale sostituivo dei comuni substrati potrebbe aumentare la sostenibilità del settore vivaistico, la cui criticità è legata allo sfruttamento delle torbe e dell’acqua per l’irrigazione. Conclusione I numerosi benefici che la letteratura internazionale ci dimostra sull’uso del biochar in agricoltura che spaziano dagli effetti ammendanti del suolo a quelli fertilizzanti, sono molto incoraggianti e soprattutto fanno nascere l’idea che realmente il biochar possa rappresentare una soluzione efficace in grado di coniugare l’agricoltura con il tema dell’energia e della mitigazione ai cambiamenti climatici. Inoltre i risultati scientifici ci dimostrano come il tempo medio di permanenza del biochar nel suolo sia dell’ordine delle migliaia di anni, rendendo il biochar, un mezzo efficace per contribuire alla strategia di sequestrare in modo stabile il carbonio atmosferico, nel suolo. A fianco di queste evidenze scientifiche, restano però alcuni aspetti che devono essere ancora studiati e approfonditi per garantire la sicurezza e la sostenibilità dell’utilizzo del biochar per l’agricoltura mediterranea e in particolare quella italiana. Infatti, se gli effetti positivi per la fertilità sono stati riscontrati in gran parti degli esperimenti svolti nel mondo, alcuni interrogativi sono tuttora aperti sia sull’applicabilità sui suoli e alle colture italiane sia per quanto riguarda gli eventuali ripercussioni che l’utilizzo di questa strategia comporta, quali gli aspetti legati al bioaccumulo o i feedback sul sistema climatico. Riguardo a quest’ultimo aspetto è noto che l’applicazione di biochar altera profondamente l’albedo della superficie (rapporto tra radiazione diretta e riflessa) con delle ovvie conseguenze sulla temperatura del suolo e ripercussioni ancora da valutare sul bilancio radiativo terrestre. A oggi in Italia la mancanza di prove di lungo termine e su larga scala, impedisce di trarre delle conclusioni definitive sulla opportunità di implementare la strategia basata sul biochar a scala territoriale. Un esempio rappresentativo è stato recentemente pubblicato, presentando risultati di due anni di applicazione di biochar a una coltura di grano duro, dimostrando come non ci sia un effetto additivo della dose di biochar, anche se l’applicazione aveva incrementato la produzione di grano duro del 30%. La mancanza di prove di lungo termine inoltre impedisce di verificare l’esatta permanenza nel suolo del biochar e quindi convalidare, anche alle nostre latitudini, l’efficacia del biochar come opzione di mitigazione dell’aumento della concentrazione atmosferica di CO2. Con tutte le cautele del caso, rappresentate dalle incertezze della possibile applicazione del biochar in agricoltura, si ritiene che questo tema sia di indubbio interesse e possa contribuire in modo sostanziale al riutilizzo delle biomasse di scarto dell’industria agricola, forestale e agroalimentare in genere. Infatti non è proponibile un approccio del tipo, coltiviamo biomassa da carbonificare per ottenere biochar, secondo l’approccio dei biofuels, ma potremmo solamente cercare di riutilizzare gli attuali scarti di biomassa che ad oggi rappresentano un problema da smaltire.Quindi nessun campo dovrà essere tolto dalla normale finalità agricola e nessuna foresta deve essere abbattuta per produrre biochar, ma solo riutilizzare i residui. Per questo motivo si auspica che nel quadro normativo del biochar una voce specifica circa la tracciabilità della biomassa sia esplicita, sia in termini di qualità della biomassa che deve essere assente di inquinanti, ma anche di distanza percorsa dal luogo di produzione al luogo di trasformazione in biochar. 5