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CONSIGLIO	DIRETTIVO	UPA
Alberto Bauli	              Bauli                     Stefano Leonangeli	             Martini	&	Rossi	

Paolo Bertoluzzo	           Vodafone	Italia           Stefano Lucchini	               Eni	

Marcello Binda	             Binda	Italia	             Gino Lugli	                     Ferrero	

Francesca Catelli	          Gruppo	Artsana	           Giulio Malgara	                 Malgara	Chiari	&	Forti

Gianluca Comin	             Enel                      Vittorio Meloni	                Intesa	Sanpaolo

Valerio Di Natale	          Kraft	Foods	Italia        Xavier Mitjavila	               Danone	

Jean-Jacques Dubau	         Campari	Italia            Mario Moretti Polegato	         Geox	

Rodolfo Echeverria	         Coca-Cola	Italia	         Umberto Paolucci	               Microsoft	Corporation

Carlo Fornaro	              Telecom	Italia            Lodovico Passerin D’Entreves	   Fiat	

Aldo Fumagalli	             Gruppo	Candy	             Antonio Posa	                   Kellogg’s	

Luigi Galassi	              Bolton	Manitoba           Massimo Potenza	                Barilla

Giorgina Gallo	             L’Oreal	Italia            Mario Preve	                    Riso	Gallo	

Luigi Gubitosi	             Wind	Telecomunicazioni    Lorenzo Sassoli de Bianchi	     Valsoia

Lorenza Guerra Seragnoli	   Montenegro	               Lucio Scaratti	                 Gruppo	Nestle’	Purina

James Jasper Hill	          Unilever	Italia	          Vincenzo Tassinari	             Coop	Italia

Andrea Imperiali	           Pirelli	&	C.              Ubaldo Traldi	                  Perfetti	Van	Melle	

Sami Kahale 	               Procter	&	Gamble	Italia   Luigi Vianello	                 Assicurazioni	Generali	

Giuseppe Lavazza	           Luigi	Lavazza
La	 comunicazione	 è	 alle	 prese	 con	 il	 proprio	
labirinto.	Una	tela	di	Penelope	che	fila	a	velocità	
esponenziale.
Molti	 cambiamenti	 si	 stanno	 avvicendando	
sotto	 i	 nostri	 occhi:	 stiamo	 passando	 dal	 web	
dell’informazione	al	web	delle	persone.	Fino	a	
dieci	anni	fa,	e	pare	un	secolo,	usavamo	internet	
per	 informarci,	 oggi	 le	 informazioni	 circolano	
come	frutto	dei	rapporti	tra	le	persone	dentro	e	
fuori	la	rete.	Un	passaggio	significativo	che	può	
essere	 raccolto	 in	 numerosi	 esempi:	 Dagospia	
è	 web	 dell’informazione	 quando	 riporta	 noti-
zie	ricavate	da	altre	testate,	ma	diventa	efficace	




                                        Assemblea UPA 2010   5
soprattutto	 quando	 si	 alimenta	 di	 segnalazioni	
di	persone	che	c’erano,	hanno	visto	e	sentito.	
In	buona	sostanza	oggi	la	rete	è	il	settimo	continen-
te,	 Facebook	 potremmo	 definirlo	 come	 “quarto	
stato”,	la	fibra	ottica	è	la	“nuova	frontiera”,	l’ultimo	
miglio	prima	di	completare	la	rivoluzione	digitale.
Facciamo	attenzione:	non	siamo	alla	rivoluzione	
finale,	 piuttosto	 viviamo	 in	 uno	 scenario	 senza	
precedenti,	 in	 cui	 il	 futuro	 coesiste	 col	 passato.	
Un	passato	che	accetta	le	sfide	e,	dimostrando	co-
raggio	e	fiducia,	cerca	di	attualizzarsi,	di	ibridarsi	
con	presente	e	futuro.	




                                            Assemblea UPA 2010   7
L’editoria	si	accorge	che	c’è	più	fila	davanti	ad	
    un	Apple	Store	che	davanti	un’edicola	e	reagi-
    sce	puntando	su	qualità	del	prodotto	e	sul	rap-
    porto	di	fiducia	con	i	lettori.	La	tv	generalista	si	
    muove	sempre	più	su	un	orizzonte	multimedia-
    le	trasformando	programmi	in	eventi,	la	radio	
    coglie	l’opportunità	dei	podcast,	il	cinema	di-
    venta	boutique	delle	emozioni	prima	e	dopo	la	
    proiezione,	per	non	parlare	dei	videowall	nelle	
    strade	e	nelle	stazioni	o	dei	bouquet	satellitari	
    replicabili	in	streaming.
    Stretti,	 di	 conseguenza,	 tra	 fulminee	 improv-
    visazioni	 della	 tecnologia	 e	 nuovi	 paradigmi	




8   Assemblea UPA 2010
imprenditoriali	siamo	tutti	impegnati	a	ripen-
sare	i	nostri	modelli	di	lavoro.	
Non	esistono	facili	ricette,	chi	pensa	di	averle	vuol	
dire	che	non	è	consapevole	della	complessità	della	
situazione.	Oggi,	infatti,	non	siamo	alle	prese	col	
futurismo,	ma	piuttosto	con	l’astrattismo:	l’Euro	
che	 rischia	 di	 diventare	 “plus”,	 la	 ricchezza	 che	
finisce	nel	buco	nero	della	finanza,	imprese	e	stati	
interi	in	amministrazione	controllata,	debiti	che	
si	 chiedono	 quando	 arriverà	 la	 generazione	 che	
li	 pagherà,	 social	 network	 come	 esseri	 mutanti	
che	nascono	e	muoiono	nel	giro	di	una	stagione,	
telecomandi	come	acceleratori	di	particelle	sulla	




                                           Assemblea UPA 2010   9
rampa	di	lancio	di	centinaia	di	canali,	la	scrittura	
che	scorre	dalla	carta	ai	tablet.
Entrando	nel	labirinto	troviamo,	per	fortuna,	alcuni	
punti	fermi.
L’evoluzione	 tecnologica	 ha	 abbassato	 le	 barriere	
d’ingresso	al	mercato	dei	media.	Oggi	un	blogger	
intelligente	in	poco	tempo,	con	pochi	soldi	e	molte	
buone	idee,	macina	contatti	e	ottiene	risultati	che	in	
altre	epoche	erano	impensabili	senza	enormi	sforzi	
economici.	 Vi	 ricordate	 l’anno	 scorso	 a	 Roma	 al	
Summit	UPA	Arianna	Huffington?	Potrebbe	essere	
il	capo	del	filo.	Nel	nome	un	destino:	Arianna	ha	
trovato	il	suo	percorso	in	questo	labirinto.	




                                          Assemblea UPA 2010 11
Seduta	 comodamente	 nella	 sua	 casa	 dell’Upper	
     East	 Side	 orienta	 l’opinione	 di	 mezza	 America	
     generando	migliaia	di	contatti	e	gli	inserzionisti	
     pubblicitari	si	dicono	molto	soddisfatti.
     I	grandi	media	tradizionali	sono	quindi	obbliga-
     ti	a	ripensarsi	e	riposizionarsi	nel	nuovo	scena-
     rio	per	evitare	perdite	di	quota.	Anche	se,	oggi	
     e	ancora	per	molto	tempo,	la	maggior	parte	del	
     business	sarà	garantito	da	loro.	La	prova	di	ciò	
     è	nei	numeri:	sappiamo,	ad	esempio,	che	i	così	
     detti	“nativi	digitali”	cioè	i	ragazzi	tra	i	18	e	i	24	
     anni	passano	oltre	il	60%	del	tempo	di	esposi-
     zione	ai	media	guardando	la	TV	generalista.




12   Assemblea UPA 2010
Un	altro	punto	fermo	nel	labirinto	è	la	moltiplica-
zione	delle	porte	di	accesso	al	sistema	della	comu-
nicazione.	Accessi	tutti	in	competizione	tra	loro.
Ognuno	di	questi	terminali	si	trova	nella	necessità	
di	acquisire	risorse,	ma	soprattutto	di	conquistare	
una	risorsa	fondamentale:	il	tempo	delle	persone.	
È	 altresì	 interessante	 notare	 come	 il	 digital divide
penalizzi	una	fascia	ancora	molto	attiva	di	persone	
dai	55	ai	64	anni	che	trascorrono	ancora	poco	tem-
po	al	giorno	sulla	rete.	O	diamo	a	tutti	un	tablet	o	
portiamo	loro,	una	buona	volta,	la	connessione	ve-
loce	in	casa.	I	numeri	sono	critici:	abbiamo	solo	ven-
tuno	connessioni	alla	banda	larga	ogni	cento	italiani.




                                             Assemblea UPA 2010 13
NUMERO ACCESSI BROADBAND PER 100 ABITANTI




                      31,94         30,21               31,19
                                                                                  28,46




         21,09                                                           21,81




         Italia      Francia    Regno Unito          Germania            Spagna   USA



                               Fonte: e-Media Institute su fonti varie




14   Assemblea UPA 2010
Siamo	10	punti	dietro	l’Europa.	Questo	è	un	tema	
serio	che	avrebbe	bisogno	di	risposte	e	risorse	im-
mediate:	tutti	i	ritardi	accumulati	in	tal	senso	sono	
una	vera	ipoteca	sul	futuro.	Attenzione:	il	ritardo	
digitale	rischia	di	essere	un	fardello	anche	per	tutti	
gli	altri	mezzi.	Pensiamo	agli	e-book,	ai	quotidiani	
e	periodici	online,	alla	tv	in	streaming,	al	noleggio	
dei	film,	alla	radio	digitale.	Tutte	innovazioni	che	
rischiano	di	infilarsi	in	un	imbuto.
Qual	è	dunque	un	possibile	nuovo	modello	di	bu-
siness	di	fronte	alla	crescente	frammentazione	del	
pubblico	sui	diversi	mezzi?	In	altri	termini,	come	
relazionarsi	con	una	persona	che	guarda	la	TV	con	




                                          Assemblea UPA 2010 15
un	pc	sulle	ginocchia,	lo	smarthphone	che	vibra	di	
fianco,	il	tablet	sul	tavolino	e	quando	arriva	una	
mail	non	sa	più	dove	andare	a	leggerla?
Questo	 delirio	 digitale	 rappresenta	 per	 noi	 in-
vestitori	 un	 problema	 enorme	 e	 si	 tratta	 di	 un	
processo	irreversibile	che	cambia	la	logica	di	ac-
countability:	la	pianificazione	che	nasceva	su	me-
triche	 analogiche	 oggi	 deve	 essere	 riconsiderata	
ricercando	maggiore	efficienza,	districandosi	tra	
una	cinquina	di	decoder,	riferendosi	a	criteri	di	
ricerca	che	dobbiamo	sforzarci	di	affinare.	
In	una	fase	di	tumultuosa	innovazione	l’esperienza	
ci	è	sempre	meno	utile,	dobbiamo	imparare	speri-




                                          Assemblea UPA 2010 17
mentando:	giusto	peso	ai	numeri,	ma	un’abitudine	
di	 pensiero	 che	 metta	 al	 centro	 un	 consumatore	
sempre	più	cinico	nelle	scelte,	sbrigativo,	meno	fe-
dele	e	più	concreto.	Insomma	quello	che	Giampa-
olo	Fabris	ha	definito	“consum-attore”,	spiegando-
ci	brillantemente	per	anni	la	sua	evoluzione.
In	questa	complessa	coesistenza	di	passato	e	futuro	
c’è	la	difficoltà	di	mettere	a	fuoco	il	presente.	Quel-
lo	che	sappiamo	è	che	presto	leggeremo	i	giornali	
al	buio	e	che,	quando	telefoneremo	ad	una	perso-
na	lontana,	la	vedremo	apparire	davanti	a	noi	in	un	
raggio	di	luce	olografica	dove	l’unica	cosa	che	non	
potremo	fare	sarà	di	abbracciarla	davvero.




                                          Assemblea UPA 2010 19
Sta	 a	 noi	 capire	 che	 il	 menabò	 di	 un	 giornale	 o	
il	palinsesto	di	una	rete	non	sono	più	dispositivi	
per	fidelizzare	un	pubblico	definito	per	età,	classe	
sociale,	economica,	culturale,	ma	sempre	più	stru-
menti	per	entrare	in	contatto	con	comunità,	tribù	
che	 si	 definiscono	 per	 un	 immaginario	 comune.	
Di	conseguenza	occorre	caratterizzare	sempre	più	
i	contenuti.	Se	oggi	un	prodotto	editoriale	non	ag-
grega,	di	fatto,	non	esiste,	non	appare.
È	 proprio	 la	 caratterizzazione	 l’elemento	 che	
ibrida	 passato	 e	 futuro.	 Ad	 ogni	 immaginario	
deve	 corrispondere	 una	 suggestione	 da	 diffon-
dere	 su	 tanti	 mezzi	 diversi.	 Insegne	 comprese.	




                                            Assemblea UPA 2010 21
Vale	la	pena	ricordarlo:	è	bastato	un	pollo	a	Bo-
gusky	per	riposizionare	Burger	King.	
Come	 fare	 a	 tenere	 insieme	 tutto	 ciò?	 Un	 buon	
punto	di	partenza	è	la	narrazione.	Microstorie	ge-
nerate	da	un	mezzo,	che	si	propagano	su	altri	mez-
zi	per	arrivare	forti	ed	efficaci	al	consumatore.	
Chiudi	cento	metri	di	strada	a	New	York,	metti-
ci	 una	 giornalista	 con	 una	 storia	 da	 raccontare,	
le	 Manolo	 Blahnik	 come	 “product	 placement”,	
tre	 coetanee	 col	 dialogo	 brillante	 e	 abbiamo	
disegnato	un	nuovo	modo	di	vivere	al	femminile.	
Ecco	che	la	narrazione	diventa,	in	questo	caso,	il	
pretesto	per	riposizionare	tante	marche	di	lusso.




                                           Assemblea UPA 2010 23
Penso	 che	 oggi	 senza	 narrazione	 non	 passi	 co-
municazione:	ecco	il	settimanale	che	dedica	mez-
zo	 numero	 all’estro	 di	 Mourinho	 o	 la	 TV	 che	
trasforma	la	finale	di	un	talent	show	in	un	evento	
magnetico,	il	web	che	anticipa	il	finale	di	Lost,	il	
cinema	che	diffonde	la	magia	degli	uomini	blu,	
la	 radio	 che	 dà	 voce	 alle	 storie	 delle	 persone,	 i	
manifesti	che	raccontano	di	intelligenti	che	criti-
cano	e	di	stupidi	che	creano.
Chi	cliccasse	sull’icona	film	del	proprio	smart-
phone	potrebbe	trovare	una	scena	del	momen-
to	topico	di	Sex	and	the	City	in	cui	mister	Big	
non	si	presenta	al	matrimonio	con	Carrie.	




                                             Assemblea UPA 2010 25
Lei	è	presa	dal	panico,	non	sa	dov’è	il	suo	tele-
fonino	 e	 per	 chiamarlo	 ne	 chiede	 uno	 alle	 tre	
amiche.	Samantha	le	passa	un’Iphone	e	lei,	tra	
lo	stupore	degli	invitati,	dice:	“no,	questo	non	lo	
so	usare”	e	afferra	un	telefonino	antelucano	per	
chiamare.	La	sua	risposta,	quella	risposta	collo-
cata	nel	momento	topico	del	film,	ha	innescato	
una	storia.	Un	minuto	dopo	quel	frammento	di	
narrazione	 era	 su	 Twitter,	 rilanciato	 da	 gruppi	
di	Facebook,	finito	in	tutti	i	telegiornali,	ripre-
so	 dai	 quotidiani.	 Una	 storia	 che	 ha	 sorvolato	
veloce	tutti	i	media	ed	è	planata,	immaginiamo,	
attraverso	una	fibra	ottica	sulla	scrivania	di	un	




                                         Assemblea UPA 2010 27
allibito	 Steve	 Jobs	 sul	 cui	 Iphone	 potrebbe	 es-
     sere	apparso	anche	un	sms:	“questa	te	la	manda	
     BlackBerry”.
     Questo	 è	 il	 labirinto	 con	 tutte	 le	 sue	 colonnine	
     luminose,	le	sue	contraddizioni,	le	sue	strade.	
     É	qui	che	si	gioca	la	competizione:	narrazione,	ri-
     levanza	dei	contenuti,	caratterizzazione	dei	mezzi,	
     magnetismo	dell’evento.	Una	sapiente	alchimia	cre-
     ata	per	cercare	una	forte	empatia	con	il	pubblico.
     Noi	 la	 nostra	 parte	 nel	 labirinto	 la	 facciamo.	
     Nel	 primo	 semestre	 di	 quest’anno	 abbiamo	
     tessuto	la	tela	al	limite	delle	nostre	possibilità.	
     L’andamento	positivo	(+4%)	degli	investimenti	




28   Assemblea UPA 2010
pubblicitari	 dipende	 dalla	 capacità	 di	 rischia-
re,	dall’attitudine	all’innovazione,	dalla	fiducia	
nella	collaborazione	tra	le	nostre	aziende	ed	i	
mezzi,	dalla	competenza	dei	centri	media	e	dal-
la	disponibilità	delle	agenzie	a	vincere	l’unica	
gara	che	conta	davvero:	la	valorizzazione	delle	
nostre	marche.	La	parola	“gara”	spesso	genera	
giustificate	preoccupazioni.
Per	 quanto	 mi	 riguarda,	 penso	 che	 troppi	 inviti	
ad	una	gara	facciano	perdere	di	vista	il	traguardo:	
la	 pubblicità	 non	 è	 solo	 creatività,	 ma	 anche	
una	 feconda	 relazione	 tra	 aziende	 ed	 agenzie	
fondata	sulla	capacità	di	individuare	le	corrette	




                                          Assemblea UPA 2010 29
strategie	e	su	una	solida	partnership	che	dura	
     nel	 tempo.	 Oltretutto	 una	 gara	 che	 coinvolga	
     tre	agenzie	è	più	che	sufficiente	per	permettere	
     all’azienda	di	individuare	quella	giusta.
     Un	ultimo	irrinunciabile	invito	lo	rivolgo	a	noi	tutti:	
     cerchiamo	di	essere	più	trasparenti.	Non	c’è	niente	
     di	meglio	della	trasparenza	per	affrontare	un	labi-
     rinto.	 Accendiamo	 le	 guide	 luminose:	 dati	 precisi	
     e	informazioni	chiare,	mai	come	oggi	ne	abbiamo	
     tutti	bisogno.	Questa	è	la	moneta	di	scambio	su	cui	
     nasce	la	fiducia	reciproca.	I	sistemi	di	rilevamento,	
     le	tecniche	di	ricerca	devono	affinarsi	per	cogliere,	
     nella	loro	interezza,	i	fenomeni	in	atto.	




30   Assemblea UPA 2010
È	un	percorso	difficile,	lo	sappiamo,	ma	sappiamo	
anche	 che	 la	 conoscenza	 è	 l’unica	 bussola	 per	
orientarci	nel	labirinto.	
Abbiamo	bisogno	di	ricercatori	esperti,	di	visioni	
e	di	visionari.	
Cosa	sarebbero	le	pareti	di	un	labirinto	senza	
il	 gesto	 di	 un’artista	 o	 senza	 il	 critico	 che	 ne	
interpreta	 il	 linguaggio?	 Cosa	 sarebbe	 la	 co-
municazione	senza	un	istinto	che	ne	definisce	i	
confini?	Cosa	sarebbe	il	mercato	senza	l’abilità	
di	immaginarne	gli	sviluppi?
Abbiamo	perciò	chiesto	a	Nicolas	Bourriaud,	Alex	
Bogusky	e	Franco	Bernabè	di	aiutarci	a	capire.	




                                            Assemblea UPA 2010 31
Tre	B	pensanti	e	una	formula:	B	al	cubo	uguale	
linguaggio,	strategie,	innovazione.
Da	questa	equazione	sono	sicuro	emergeranno	
spunti	utili	a	leggere	il	futuro	così	come	sono	
certo	che	in	questo	labirinto	non	ci	perderemo.




                                      Assemblea UPA 2010 33

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Assemblea UPA 2010. Relazione del Presidente Sassoli de Bianchi

  • 1.
  • 2. CONSIGLIO DIRETTIVO UPA Alberto Bauli Bauli Stefano Leonangeli Martini & Rossi Paolo Bertoluzzo Vodafone Italia Stefano Lucchini Eni Marcello Binda Binda Italia Gino Lugli Ferrero Francesca Catelli Gruppo Artsana Giulio Malgara Malgara Chiari & Forti Gianluca Comin Enel Vittorio Meloni Intesa Sanpaolo Valerio Di Natale Kraft Foods Italia Xavier Mitjavila Danone Jean-Jacques Dubau Campari Italia Mario Moretti Polegato Geox Rodolfo Echeverria Coca-Cola Italia Umberto Paolucci Microsoft Corporation Carlo Fornaro Telecom Italia Lodovico Passerin D’Entreves Fiat Aldo Fumagalli Gruppo Candy Antonio Posa Kellogg’s Luigi Galassi Bolton Manitoba Massimo Potenza Barilla Giorgina Gallo L’Oreal Italia Mario Preve Riso Gallo Luigi Gubitosi Wind Telecomunicazioni Lorenzo Sassoli de Bianchi Valsoia Lorenza Guerra Seragnoli Montenegro Lucio Scaratti Gruppo Nestle’ Purina James Jasper Hill Unilever Italia Vincenzo Tassinari Coop Italia Andrea Imperiali Pirelli & C. Ubaldo Traldi Perfetti Van Melle Sami Kahale Procter & Gamble Italia Luigi Vianello Assicurazioni Generali Giuseppe Lavazza Luigi Lavazza
  • 3. La comunicazione è alle prese con il proprio labirinto. Una tela di Penelope che fila a velocità esponenziale. Molti cambiamenti si stanno avvicendando sotto i nostri occhi: stiamo passando dal web dell’informazione al web delle persone. Fino a dieci anni fa, e pare un secolo, usavamo internet per informarci, oggi le informazioni circolano come frutto dei rapporti tra le persone dentro e fuori la rete. Un passaggio significativo che può essere raccolto in numerosi esempi: Dagospia è web dell’informazione quando riporta noti- zie ricavate da altre testate, ma diventa efficace Assemblea UPA 2010 5
  • 4. soprattutto quando si alimenta di segnalazioni di persone che c’erano, hanno visto e sentito. In buona sostanza oggi la rete è il settimo continen- te, Facebook potremmo definirlo come “quarto stato”, la fibra ottica è la “nuova frontiera”, l’ultimo miglio prima di completare la rivoluzione digitale. Facciamo attenzione: non siamo alla rivoluzione finale, piuttosto viviamo in uno scenario senza precedenti, in cui il futuro coesiste col passato. Un passato che accetta le sfide e, dimostrando co- raggio e fiducia, cerca di attualizzarsi, di ibridarsi con presente e futuro. Assemblea UPA 2010 7
  • 5. L’editoria si accorge che c’è più fila davanti ad un Apple Store che davanti un’edicola e reagi- sce puntando su qualità del prodotto e sul rap- porto di fiducia con i lettori. La tv generalista si muove sempre più su un orizzonte multimedia- le trasformando programmi in eventi, la radio coglie l’opportunità dei podcast, il cinema di- venta boutique delle emozioni prima e dopo la proiezione, per non parlare dei videowall nelle strade e nelle stazioni o dei bouquet satellitari replicabili in streaming. Stretti, di conseguenza, tra fulminee improv- visazioni della tecnologia e nuovi paradigmi 8 Assemblea UPA 2010
  • 6. imprenditoriali siamo tutti impegnati a ripen- sare i nostri modelli di lavoro. Non esistono facili ricette, chi pensa di averle vuol dire che non è consapevole della complessità della situazione. Oggi, infatti, non siamo alle prese col futurismo, ma piuttosto con l’astrattismo: l’Euro che rischia di diventare “plus”, la ricchezza che finisce nel buco nero della finanza, imprese e stati interi in amministrazione controllata, debiti che si chiedono quando arriverà la generazione che li pagherà, social network come esseri mutanti che nascono e muoiono nel giro di una stagione, telecomandi come acceleratori di particelle sulla Assemblea UPA 2010 9
  • 7. rampa di lancio di centinaia di canali, la scrittura che scorre dalla carta ai tablet. Entrando nel labirinto troviamo, per fortuna, alcuni punti fermi. L’evoluzione tecnologica ha abbassato le barriere d’ingresso al mercato dei media. Oggi un blogger intelligente in poco tempo, con pochi soldi e molte buone idee, macina contatti e ottiene risultati che in altre epoche erano impensabili senza enormi sforzi economici. Vi ricordate l’anno scorso a Roma al Summit UPA Arianna Huffington? Potrebbe essere il capo del filo. Nel nome un destino: Arianna ha trovato il suo percorso in questo labirinto. Assemblea UPA 2010 11
  • 8. Seduta comodamente nella sua casa dell’Upper East Side orienta l’opinione di mezza America generando migliaia di contatti e gli inserzionisti pubblicitari si dicono molto soddisfatti. I grandi media tradizionali sono quindi obbliga- ti a ripensarsi e riposizionarsi nel nuovo scena- rio per evitare perdite di quota. Anche se, oggi e ancora per molto tempo, la maggior parte del business sarà garantito da loro. La prova di ciò è nei numeri: sappiamo, ad esempio, che i così detti “nativi digitali” cioè i ragazzi tra i 18 e i 24 anni passano oltre il 60% del tempo di esposi- zione ai media guardando la TV generalista. 12 Assemblea UPA 2010
  • 9. Un altro punto fermo nel labirinto è la moltiplica- zione delle porte di accesso al sistema della comu- nicazione. Accessi tutti in competizione tra loro. Ognuno di questi terminali si trova nella necessità di acquisire risorse, ma soprattutto di conquistare una risorsa fondamentale: il tempo delle persone. È altresì interessante notare come il digital divide penalizzi una fascia ancora molto attiva di persone dai 55 ai 64 anni che trascorrono ancora poco tem- po al giorno sulla rete. O diamo a tutti un tablet o portiamo loro, una buona volta, la connessione ve- loce in casa. I numeri sono critici: abbiamo solo ven- tuno connessioni alla banda larga ogni cento italiani. Assemblea UPA 2010 13
  • 10. NUMERO ACCESSI BROADBAND PER 100 ABITANTI 31,94 30,21 31,19 28,46 21,09 21,81 Italia Francia Regno Unito Germania Spagna USA Fonte: e-Media Institute su fonti varie 14 Assemblea UPA 2010
  • 12. un pc sulle ginocchia, lo smarthphone che vibra di fianco, il tablet sul tavolino e quando arriva una mail non sa più dove andare a leggerla? Questo delirio digitale rappresenta per noi in- vestitori un problema enorme e si tratta di un processo irreversibile che cambia la logica di ac- countability: la pianificazione che nasceva su me- triche analogiche oggi deve essere riconsiderata ricercando maggiore efficienza, districandosi tra una cinquina di decoder, riferendosi a criteri di ricerca che dobbiamo sforzarci di affinare. In una fase di tumultuosa innovazione l’esperienza ci è sempre meno utile, dobbiamo imparare speri- Assemblea UPA 2010 17
  • 13. mentando: giusto peso ai numeri, ma un’abitudine di pensiero che metta al centro un consumatore sempre più cinico nelle scelte, sbrigativo, meno fe- dele e più concreto. Insomma quello che Giampa- olo Fabris ha definito “consum-attore”, spiegando- ci brillantemente per anni la sua evoluzione. In questa complessa coesistenza di passato e futuro c’è la difficoltà di mettere a fuoco il presente. Quel- lo che sappiamo è che presto leggeremo i giornali al buio e che, quando telefoneremo ad una perso- na lontana, la vedremo apparire davanti a noi in un raggio di luce olografica dove l’unica cosa che non potremo fare sarà di abbracciarla davvero. Assemblea UPA 2010 19
  • 14. Sta a noi capire che il menabò di un giornale o il palinsesto di una rete non sono più dispositivi per fidelizzare un pubblico definito per età, classe sociale, economica, culturale, ma sempre più stru- menti per entrare in contatto con comunità, tribù che si definiscono per un immaginario comune. Di conseguenza occorre caratterizzare sempre più i contenuti. Se oggi un prodotto editoriale non ag- grega, di fatto, non esiste, non appare. È proprio la caratterizzazione l’elemento che ibrida passato e futuro. Ad ogni immaginario deve corrispondere una suggestione da diffon- dere su tanti mezzi diversi. Insegne comprese. Assemblea UPA 2010 21
  • 15. Vale la pena ricordarlo: è bastato un pollo a Bo- gusky per riposizionare Burger King. Come fare a tenere insieme tutto ciò? Un buon punto di partenza è la narrazione. Microstorie ge- nerate da un mezzo, che si propagano su altri mez- zi per arrivare forti ed efficaci al consumatore. Chiudi cento metri di strada a New York, metti- ci una giornalista con una storia da raccontare, le Manolo Blahnik come “product placement”, tre coetanee col dialogo brillante e abbiamo disegnato un nuovo modo di vivere al femminile. Ecco che la narrazione diventa, in questo caso, il pretesto per riposizionare tante marche di lusso. Assemblea UPA 2010 23
  • 16. Penso che oggi senza narrazione non passi co- municazione: ecco il settimanale che dedica mez- zo numero all’estro di Mourinho o la TV che trasforma la finale di un talent show in un evento magnetico, il web che anticipa il finale di Lost, il cinema che diffonde la magia degli uomini blu, la radio che dà voce alle storie delle persone, i manifesti che raccontano di intelligenti che criti- cano e di stupidi che creano. Chi cliccasse sull’icona film del proprio smart- phone potrebbe trovare una scena del momen- to topico di Sex and the City in cui mister Big non si presenta al matrimonio con Carrie. Assemblea UPA 2010 25
  • 17. Lei è presa dal panico, non sa dov’è il suo tele- fonino e per chiamarlo ne chiede uno alle tre amiche. Samantha le passa un’Iphone e lei, tra lo stupore degli invitati, dice: “no, questo non lo so usare” e afferra un telefonino antelucano per chiamare. La sua risposta, quella risposta collo- cata nel momento topico del film, ha innescato una storia. Un minuto dopo quel frammento di narrazione era su Twitter, rilanciato da gruppi di Facebook, finito in tutti i telegiornali, ripre- so dai quotidiani. Una storia che ha sorvolato veloce tutti i media ed è planata, immaginiamo, attraverso una fibra ottica sulla scrivania di un Assemblea UPA 2010 27
  • 18. allibito Steve Jobs sul cui Iphone potrebbe es- sere apparso anche un sms: “questa te la manda BlackBerry”. Questo è il labirinto con tutte le sue colonnine luminose, le sue contraddizioni, le sue strade. É qui che si gioca la competizione: narrazione, ri- levanza dei contenuti, caratterizzazione dei mezzi, magnetismo dell’evento. Una sapiente alchimia cre- ata per cercare una forte empatia con il pubblico. Noi la nostra parte nel labirinto la facciamo. Nel primo semestre di quest’anno abbiamo tessuto la tela al limite delle nostre possibilità. L’andamento positivo (+4%) degli investimenti 28 Assemblea UPA 2010
  • 19. pubblicitari dipende dalla capacità di rischia- re, dall’attitudine all’innovazione, dalla fiducia nella collaborazione tra le nostre aziende ed i mezzi, dalla competenza dei centri media e dal- la disponibilità delle agenzie a vincere l’unica gara che conta davvero: la valorizzazione delle nostre marche. La parola “gara” spesso genera giustificate preoccupazioni. Per quanto mi riguarda, penso che troppi inviti ad una gara facciano perdere di vista il traguardo: la pubblicità non è solo creatività, ma anche una feconda relazione tra aziende ed agenzie fondata sulla capacità di individuare le corrette Assemblea UPA 2010 29
  • 20. strategie e su una solida partnership che dura nel tempo. Oltretutto una gara che coinvolga tre agenzie è più che sufficiente per permettere all’azienda di individuare quella giusta. Un ultimo irrinunciabile invito lo rivolgo a noi tutti: cerchiamo di essere più trasparenti. Non c’è niente di meglio della trasparenza per affrontare un labi- rinto. Accendiamo le guide luminose: dati precisi e informazioni chiare, mai come oggi ne abbiamo tutti bisogno. Questa è la moneta di scambio su cui nasce la fiducia reciproca. I sistemi di rilevamento, le tecniche di ricerca devono affinarsi per cogliere, nella loro interezza, i fenomeni in atto. 30 Assemblea UPA 2010
  • 21. È un percorso difficile, lo sappiamo, ma sappiamo anche che la conoscenza è l’unica bussola per orientarci nel labirinto. Abbiamo bisogno di ricercatori esperti, di visioni e di visionari. Cosa sarebbero le pareti di un labirinto senza il gesto di un’artista o senza il critico che ne interpreta il linguaggio? Cosa sarebbe la co- municazione senza un istinto che ne definisce i confini? Cosa sarebbe il mercato senza l’abilità di immaginarne gli sviluppi? Abbiamo perciò chiesto a Nicolas Bourriaud, Alex Bogusky e Franco Bernabè di aiutarci a capire. Assemblea UPA 2010 31