More Related Content
Similar to 20140123 corriere ve design insieme a iuav
Similar to 20140123 corriere ve design insieme a iuav (20)
More from progettotrasformazionevenezia
More from progettotrasformazionevenezia (20)
20140123 corriere ve design insieme a iuav
- 1. VENEZIA - «E’ il mio primo
grande fallimento, era nei
miei programmi e non sono
riuscita a realizzarlo». Sceglie
volutamente parole pesanti
Angela Vettese, assessore alle
attività culturali del Comune
di Venezia che ieri in commis-
sione cultura ha affrontato di
petto alcune delle questioni
sospese per la programmazio-
ne culturale della città, sia di
centro storico che della terra-
ferma. Una su tutte, quella
del teatro del Parco Bissuola.
Che, chiuso dal 2010 per esse-
re rimesso a nuovo, doveva
essere consegnato a fine 2012
e che invece, ad oggi, non è
ancora pronto. L’agibilità,
che aveva già avuto il via il 5
gennaio 2012, non è bastata.
A mancare sono alcuni ele-
menti di arredo fondamenta-
li: le poltroncine, che doveva-
no essere cambiate per rispet-
tare le norme antincendio, gli
arredi dell’ingresso, e il guar-
daroba. E il palcoscenico, pur
cambiato nell’architettura, al
momento non ha attrezzatu-
re. A teatro completato atrio,
i magazzini, i camerini, le
stanze di prova avrebbero
avuto un volto nuovo. Alme-
no così si era detto al via dei
lavori, solo che ad oggi non è
accaduto. «Per fare tutto que-
sto ci servirebbero 300 mila
euro - spiega Angela Vettese
- da quando sono arrivata il
teatro del parco è stato il mio
primo obiettivo, volevo in-
stallare lì un luogo del teatro
contemporaneo e dare la pos-
sibilità alle compagnie giova-
ni di incontrarsi. La gestione?
Non sarebbe stata un proble-
ma, molte compagnie della
zona sarebbero state in grado
di occuparsene. Il punto è
che mancano i soldi, e che,
nonostante mi fosse stata da-
ta assicurazione in passato
dello stanziamento, ad oggi
non si è ancora visto». Senza
quei 300 mila euro (compri-
mibili a 200 spiega l’assesso-
rato), non si parte. E tre anni
di lavori, e di spesa (la cifra
spesa sembra un mistero, l’as-
sessore precedente Tiziana
Agostini non la ricorda) sono
come buttati nel vuoto. «La ci-
fra mancante per chiudere i
lavori non è ancora a budget
dei lavori pubblici - dice Vet-
tese - a questo punto credo di
poter dire che il teatro non
aprirà più». I consiglieri, a se-
guito di questa affermazione,
hanno deciso però di convo-
care una commissione con-
giunta per le prossime setti-
mane. Ancora aperta anche la
questione della sala prove
«Monteverdi», spostata dalla
sua collocazione vicino al
Candiani (dove
ora c’è un bar) e
temporaneamente
in Villa Franchin.
«Anche per quella
avevo pensato al
teatro del parco -
dice Vettese - ma
anche in quel ca-
so, nessuna noti-
zia. Non dobbiamo demoniz-
zare luoghi di incontro di que-
sto tipo, uno spazio ai ragazzi
va dato». In terraferma, in-
somma, le cose non vanno.
«Ma esiste un progetto cultu-
rale per la terraferma?» pun-
gola Simone Venturini consi-
gliere comunale dell’Udc.
«Ne esistono molti - rispon-
de Vettese - se intendiamo
un progetto culturale unita-
rio, beh, allora no, posso dire
che un progetto unitario non
esiste». Lo j’accuse di Vettese
non si è fermato qua. L’asses-
sore alla cultura ha chiuso la
commissione con una valuta-
zione critica anche della ge-
stione di Forte Marghera, in
questo momento con le con-
venzioni agli sgoccioli, molte
tensioni interne e un gestore
unico, Marco Polo System.
«Sono stati fatti grossi errori
- dice Vettese — Forte Mar-
ghera è una grandissima ri-
sorsa che andrebbe monitora-
ta molto meglio di così. Non
credo che la strada del gesto-
re unico funzioni, visti i risul-
tati».
Alice D’Este
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E su Forte Marghera: «Il gestore unico non funziona»
Soldi Non sono
arrivati i 300 mila
per gli arredi. Volevo
farne un luogo
contemporaneo
Santini: piano da 20 milioni per i creditori
Università Il Senato di Ca’ Foscari introduce il numero programmato per il 2014-2015
L’ospedale
cambia look
Più bello
e funzionale
Il concordato
Nei prossimi giorni Vega
presenterà in tribunale il
concordato. Venti milioni — in
4 anni — arriveranno dalla
dismissione di edifici e aree.
I debiti
Vega Scarl ha oltre 7 milioni di
perdite e 15 di indebitamento.
Nel piano è prevista una
riorganizzazione e la riduzione
dei costi del personale
Progetti L’assessore in Commissione parla del piano unitario che non c’è per la cultura di Mestre
CHIOGGIA — Saluta le si-
gnore che prenotano una
visita, i medici, gli infer-
mieri, i ragazzi che fanno
il tirocinio in reparto. Tra
un verace «Buongiorno,
come ’ndemo?» e i dati
dei costi della ristruttura-
zione, il presidente della
Regione Luca Zaia ha
inaugurato la nuova Day
Surgery dell’ospedale di
Chioggia, fiore all’occhiel-
lo della nuova, a tratti irri-
conoscibile, ala Ovest. Sei
milioni di euro per rinno-
vare le stanze di degenza,
i bagni, la Radiologia, la
Fisioterapia, Geriatria,
Ostetricia — dove, men-
tre Zaia visionava i repar-
ti, è nata pure una bimba
— la chirurgia d’ambula-
torio, e al pianterreno il
Poliambulatorio. L’atrio
stesso, che accoglie i
chioggiotti con hostess,
punti informativi, scher-
mi tagliacode per il ritiro
dei referti. E’ il frutto del
mandato del direttore ge-
nerale dell'Asl 14 Giusep-
pe Dal Ben, iniziato due
anni fa. C'era una volta
l'ospedale «più brutto del
Veneto», come disse l'allo-
ra assessore regionale Fla-
vio Tosi. «Oggi chi entra
fatica a riconoscere l'ospe-
dale di prima», sorride
Dal Ben. «Non ci sono ce-
nerentole nella Sanità del
Veneto, da Chioggia la di-
mostrazione che a noi sta
a cuore l'eccellenza per la
salute dei veneti», taglia
il nastro Zaia. «Azione do-
verosa in un territorio fra-
gile che merita attenzioni
speciali», scandisce il sin-
daco Giuseppe Casson.
Lontano pure quel 2009,
quando Giancarlo Galan
e il sindaco Romano Tioz-
zo sembrava volessero
smantellare l'ospedale di
Chioggia per costruirne
uno in project financing
nuovo di zecca a Sant'An-
na, in piena campagna.
Troppi i 35 milioni stima-
ti allora per rinnovare
quello brutto da ceneren-
tole. Ma tra i sei milioni
dell'ala Ovest, i 15 per il
prossimo nuovo Pronto
soccorso e le nuove quat-
tro sale operatorie, dei
quali Zaia annuncia sicu-
ra una prima tranche di
7,2 milioni appena sbloc-
cata dal Ministero; e i 9 fi-
nali per l'ampliamento,
ecco che la cifra torna.
«Se non c’eravamo noi
che ci mettevamo di tra-
verso e abbiamo insistito
per il finanziamento pub-
blico, tutto questo non sa-
rebbe stato possibile», si
toglie un sassolino dalle
scarpe il capo dei consi-
glieri regionali del Pd Lu-
cio Tiozzo. «Fondi pubbli-
ci, e abbiamo recuperato
anche voci di spesa rima-
ste per anni inutilizzate»,
rivela il direttore genera-
le.
E.Bel.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’amarezza per la Monteverdi
VENEZIA — L’obiettivo è far
rinascere il Vega creando un
nuovo quartiere. Dove oggi c’è
il parco scientifico tecnologico
potrebbe arrivare anche l’uni-
versità di architettura, uno stu-
dentato,una fiera, attività com-
merciali e ricettive. «Ma non è
una speculazione immobiliare
—si affrettaaprecisare l’addel-
la società Tommaso Santini —
E’ chiaro che la concezione ini-
ziale del Vega va ampliata, se-
guendo le esperienze ad esem-
piodiTorino,perdarecontinui-
tà alla società che altrimenti si
troverebbe in un mero proces-
so liquidatorio». Ed è proprio
quello che l’ad non vuole con il
concordato approvato lunedì
scorso dai soci e dal consiglio
di amministrazione. «Il percor-
so di risanamento — sottolinea
— prevede il soddisfacimento
integrale dei creditori attraver-
so dismissioni per 20 milioni di
euro». Sarà venduto il terreno a
ridosso del Vega 2, l’edificio Ly-
brae ne verranno modificati al-
tri per renderli più attrattivi,
redditivi, funzionali ai nuovi
utilizzi che necessiteranno per
forza di cose anche del cambia-
mento di destinazione d’uso.
In questo senso va l’ipotesi
di trasformazione di alcuni im-
mobili in studentato e funzioni
universitarie,come il nuovo di-
stretto del design dello Iuav di
Venezia. Le risorse potrebbero
arrivare da fondi strutturali,
non acaso nei mesi scorsi laso-
cietà ha presentato un piano
programmatico di interventi
tecnologici e infrastrutturali
per 40 milioni per avere l’asse-
gnazione di fondi europei Fesr.
«Il tema urbanistico è soltanto
uno degli aspetti in questa deli-
cata iniziativa di sviluppo —
spiega Santini —. Una trasfor-
mazione urbana necessita di
una pianificazione ma soprat-
tutto dell’esigenza di un piano
economico finanziario sosteni-
bile, tutti aspetti senza i quali
non si riattiva un processo eco-
nomico sulle aree del parco
scientifico etecnologico». Il po-
tenziale edificatorio è di oltre
130 mila metri quadrati (pari a
due volte quanto costruito in
Vega1)einvestimenticomples-
sivi per 200 milioni di euro. Il
concordato («E’ stata una scelta
strategica, è una cura necessa-
ria per un piano di riassetto e
dare soddisfazione interamen-
te ai creditori», precisa l’ad) ar-
riva a causa di una situazione
economico finanziaria disastro-
sa, frutto delle gestioni passate.
Ilpatrimonio nettosi èquasidi-
mezzato, ci sono oltre 7 milioni
di euro di perdite, 15 di indebi-
tamento e una ricapitalizzazio-
ne di quasi quattro che i soci
non hanno voluto sottoscrive-
re. Il piano prevede oltre alle
venditeimmobiliari,una riorga-
nizzazioneinterna, con riduzio-
ne dei costi anche del persona-
le.Isindacatisisarebberooppo-
stiallarichiestadicassa integra-
zione di metà dei dipendenti,
ma Santini cerca diabbassare la
tensione: «Si troveranno tutte
le soluzioni possibili per salva-
guardare i posti di lavoro e ri-
spettare gli obiettivi di piano,
individuandoancheformuleal-
ternative alla cassa integrazio-
ne».
Ilparco scientificocon ilcon-
cordato non vuole alzare ban-
diera bianca, Santini assicura
chedeveconfermarsiluogodel-
laricercaedell’innovazione(an-
che se punta più sulla trasfor-
mazione urbana) con coopera-
zioni e collaborazioni con altri
parchi: «Stiamo lavorando con
i soci». Oggi al Vega sono inse-
diate 85 aziende, lavorano 1500
addetti, con un fatturato com-
plessivo di 220 milioni di euro.
Francesco Bottazzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
J’accuse di Vettese: «Un fallimento
il teatro del parco non aprirà più»
Economia e Lingue, limite agli iscritti
Chioggia
❜❜ L’ex presidente della Bavilacqua
La Masa puntava sul teatrino
anche per dare uno spazio ai
ragazzi della Monteverdi sfrattati
Aziende Il concordato prevede la dismessione di edifici e aree. Nascerà un nuovo quartiere. L’ad: «La ricerca? Stiamo lavorando»
Design insieme a IuaV
studentato, negozi e hotel
per rilanciare il Vega
VENEZIA - L’avevano già annunciata
mesi fa, come una possibilità tra le tan-
te ma ora si passa alle decisioni. Troppi
iscritti a Economia e Lingue, Ca’ Foscari
ricorre al numero programmato. Si è di-
scusso di questo ieri nella seduta del Se-
nato Accademico e anche se la proposta
dovrà ricevere il via libera definitivo
del Cda, la strada sembra segnata. La ra-
gione della scelta è la necessità di man-
tenere lo standard di insegnamento at-
tuale. Con troppi studenti la qualità del-
le lezioni ne risentirebbe e a chiedere
cambiamenti sono i docenti stessi. Il ri-
sultato immediato (già dall’anno acca-
demico 2014/2015) sarebbe l’introdu-
zione del numero programmato per
Economia aziendale, economics and
management e per Lingue culture e so-
cietà dell’asia e dell’africa mediterra-
nea. Ieri infatti sono state definite le so-
glie critiche di iscrizioni oltre le quali
per mantenere la sostenibilità dei corsi
non è possibile andare: 720 per il corso
di economia e 870 per quelli di lingue.
In entrambi i casi la soglia è già stata
superata quest’anno: a Economia sono
733, a lingue 983. I problemi non man-
cano e altri se ne aggiungeranno quan-
do dovrà essere gestito anche il traslo-
co delle sedi, qualora fosse confermato
l’acquisto tramite permuta di Ca’ Cap-
pello a San Polo e Ca’ Bembo e lo sposta-
mento del polo linguistico a Ca’ Sagre-
do. Anche di questo si è parlato ieri in
Senato Accademico. Senza votazioni pe-
rò. Il prorettore agli spazi Andrea Stoc-
chetti ha illustrato in una presentazio-
ne le proposte ai senatori. A quel punto
il dibattito si è accesso soprattutto tra il
Rettore e i docenti di lingue. Intanto ci
sarà un’interrogazione parlamentare
dell’onorevole Giulio Marcon di Sel.
Quello che non è ancora stato stabilito
a Ca’ Foscari è se il Senato sarà o meno
chiamato a esprimere il suo voto sulla
questione.
A.D'E.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Nastro Luca Zaia (Errebi)
La vicenda
Il parco scientifico e tecnologico L’ad Tommaso Santini (nella foto) ha predi-
sposto il piano di concordato preventivo partendo dalla dismissione (per 20 mi-
lioni) di alcuni edifici, anche del Lybra. Saranno soddisfatti tutti i creditori
10 Venezia e Mestre Giovedì 23 Gennaio 2014 Corriere del Veneto
VE