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LA STORIA DELL’AMIANTO
NEL MONDO DEL LAVORO
EZIO BONANNI
Rischi, Danni e Tutele
Prestazioni previdenziali e risarcimenti
©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Proprietà letteraria riservata
ISBN 978-88-909105-2-4
Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Via Crescenzio, 2 00193 Roma
http://osservatorioamianto.jimdo.com/
Email osservatorioamianto@gmail.com
Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume.
Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l adattamento,
anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o
commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell Editore.
EZIO BONANNI
LA STORIA DELL AMIANTO
NEL MONDO DEL LAVORO
Rischi, danni e tutele
Prestazioni previdenziali e risarcimenti
Prefazione
Prof. Pietro Sartorelli
Editore: Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali
Edizione riveduta: 31 Dicembre 2013
ISBN 9788890910524
Ringrazio tutti coloro che nel tempo hanno reso possibile,
con la loro scienza e coscienza, la realizzazione di quest opera,
tra i quali il Prof. Pietro Sartorelli, il Prof. Giancarlo Ugazio,
il Dott. Paolo Pitotto e tanti altri scienziati dai quali ho appreso molte delle
cognizioni tecnico-scientifiche, e tutti i miei collaboratori, tra i quali la Dott.ssa
Silvia Arata, la Dott.ssa Anna Corbi, l Avv.ssa Maria Linda Bruno,
senza dimenticare tutti coloro che fanno parte dell Osservatorio
Nazionale Amianto, preziosi compagni di viaggio,
a cominciare dal Segretario Nazionale, Dott. Michele Rucco,
la Dott.ssa Stefania Divertito, il Dott. Gianni Avvantaggiato,
il Dott. Claudio Zappalà, e si potrebbe continuare ancora.
A tutte le vittime dell amianto e ai loro familiari
e al tempo stesso a tutti coloro
che giorno dopo giorno dedicano
le loro energie, la loro esistenza per
porre fine a questo genocidio, e per rendere
giustizia a migliaia e migliaia di morti, e
per sconfiggere definitivamente questo killer
silenzioso, contro ogni complicità e connivenza,
per un mondo migliore, veramente giusto ed equo
in cui anche le Istituzioni finalmente
perseguano la tutela della salute e dell ambiente
e con esso la dignità della persona.
Prefazione
Nel 2006 la World Health Organization (WHO) dichiarava ufficialmente che la migliore
soluzione per eliminare le patologie asbesto-correlate consisteva nella cessazione dell impiego di tutti i
tipi di amianto. Tale affermazione teneva conto del fatto che non esiste un livello di esposizione per
quanto basso al di sotto del quale il rischio di contrarre malattie da asbesto era scongiurato. Nello stesso
anno l International Labour Organization (ILO), a sua volta, invitava ad eliminare l uso dell asbesto e
ad identificare e trattare convenientemente l amianto presente negli ambienti di vita e di lavoro per
prevenire l insorgenza di future malattie e morti da asbesto. Malgrado ciò in molti Paesi si continua
l estrazione e la vendita dell amianto, soprattutto del tipo serpentino rappresentato dal crisotilo, anche se
in alcuni di essi la produzione e/o l uso di manufatti in amianto è bandita. Questo tipo di politica è stata
recentemente condannata dall International Commission on Occupational Health (ICOH) che nello
statement Global asbestos ban and the elimination of asbestos-related diseases del 2012 richiama
anche l attenzione sulla necessità nel campo specifico di una prevenzione primaria, secondaria e
terziaria. In particolare, per la stessa ICOH, la prevenzione terziaria deve includere da parte della Sanità
Pubblica le cure mediche e riabilitative finalizzate alla riduzione per quanto possibile della disabilità
derivante dalle patologie da asbesto, nonché la valutazione della stessa invalidità in modo da garantire i
relativi benefici.
Risulta incredibile come, di fronte ai pronunciamenti di tutti gli organismi internazionali che
univocamente condannano l amianto, ancora oggi in alcuni casi si voglia far credere che esista
incertezza scientifica per quanto riguarda la sua nocività. In effetti nel nostro Paese solo recentemente si
è diffusa la consapevolezza dei danni per la salute pubblica derivanti dall uso massivo dell amianto
avvenuto nei decenni passati, in gran parte osservati oggi e negli anni a venire. Dati i lunghi tempi di
latenza di queste malattie infatti le azioni volte alla loro prevenzione dovranno continuare per vari
decenni dopo l effettiva interruzione dell estrazione e dell uso dell asbesto.
In questo ambito deve essere inquadrata la battaglia sostenuta quotidianamente da Ezio Bonanni e
dall Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), la ONLUS da lui fondata che rapidamente ha raccolto
sostegno sia nel mondo politico che scientifico. Questa sua ultima fatica, che segue numerosi altri libri
sull argomento, rende conto del livello di approfondimento raggiunto non solo nell ambito giuridico a
lui congeniale, ma anche, quale cultore della materia, in campo scientifico, occupandosi con disinvoltura
al tempo stesso degli aspetti mineralogici, igienistici industriali e medici della materia. Probabilmente
mai nessuno era riuscito a riunire in un unica opera dedicata alla tutela dei rischi lavorativi da amianto
la trattazione approfondita di argomenti di natura così differente, dedicando anche una considerevole
parte del volume alla storia dell amianto e dell emersione del rischio morbigeno che derivava dal suo
impiego, avvenuta progressivamente in campo scientifico e giurisprudenziale. Questo sforzo è premiato
dall omogeneità dell opera stessa che molto difficilmente si sarebbe potuta ottenere se fosse stata
realizzata da più autori.
Il libro risulta al tempo stesso consigliabile a chi per la prima volta si avvicina a questa tematica
per semplice curiosità o desiderando arricchirsi culturalmente, come a chi intenda approfondirne gli
aspetti tecnici, giuridici e scientifici. In tal senso la trattazione è molto estesa e in grado di accontentare i
professionisti in ambito legale e medico che vogliano aggiornarsi sui molti e diversi problemi che
l asbesto ha purtroppo creato in ambito lavorativo. Il compito non era facile ed Ezio Bonanni ha
dimostrato grande sensibilità e competenza affrontando temi di estrema delicatezza e attualità.
Pietro Sartorelli
Introduzione
I minerali di amianto sono responsabili della morte o di gravi malattie in migliaia e migliaia di
cittadini e lavoratori, e di loro congiunti, tale da costituire un emergenza non solo sanitaria e
giudiziale, ma soprattutto sociale e per certi versi culturale, ove si consideri la sottovalutazione del
rischio, e della poca attenzione per la tutela dell ambiente e della salute, mentre invece fin
dall inizio o quantomeno dagli anni 30, del secolo scorso, c era piena consapevolezza di quanto
pregiudizio si determinasse per la salute umana e per l ambiente a causa dell utilizzo
esponenzialmente crescente dell asbesto, utilizzato in più di 3.000 applicazioni e presente pure nelle
scuole e negli ospedali.
Si è reso necessario, quindi, ricostruire le vicende che hanno portato alla mobilitazione
sempre crescente di cittadini e lavoratori, di professionisti e uomini politici, fino alla messa al
bando dell amianto nel nostro paese in seguito alla legge n. 257 del 1992, con uno sguardo attento
in prospettiva ai progressi della scienza ed una attenzione per la prevenzione primaria, e per gli
strumenti di tutela, anche previdenziale e risarcitoria.
Questo libro vuole essere anche lo strumento attraverso il quale chiunque possa trovare un
sostegno per la tutela delle sue ragioni, se e quando si senta o si ritenga vittima del minerale, o in
dovere di agire per spirito e coscienza etica.
Vengono suggeriti gli strumenti attraverso i quali ottenere il riconoscimento delle prestazioni
previdenziali legate all esposizione all amianto e all insorgenza delle patologie asbesto correlate, e
per ottenere anche il risarcimento del maggior pregiudizio sofferto, sotto il profilo patrimoniale e
non patrimoniale, con analisi e proposte per la tutela procedimentale e giurisdizionale, dal quale
deriva un inteccio virtuoso per la tutela della salute del genere umano e la speranza in un mondo
migliore da lasciare in eredità ai nostri figli e alle future generazioni.
L autore
INDICE SOMMARIO
1. Che cos è l amianto................................................................................................................................ 1
1.1 I minerali di amianto.......................................................................................................................... 1
1.2 La classificazione............................................................................................................................... 1
1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei vari tipi di amianto.................................................... 4
1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto. ....................................................................................... 6
1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti amianto. ............................................................................. 9
1.6 La produzione di amianto nel Novecento...........................................................................................10
1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese............................................................................................12
1.8 I livelli di rischio...............................................................................................................................13
1.8.1 Gli ambienti di lavoro...............................................................................................................13
1.8.2 Gli ambienti di vita...................................................................................................................14
2. Il rischio amianto e le patologie asbesto correlate................................................................................17
2.1 Il rischio amianto. .............................................................................................................................17
2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di asbesto. ...............................18
2.3 La identificazione dell agente patogeno, la diagnosi delle patologie asbesto correlate e la verifica del
nesso di causalità attraverso l esame autoptico e istopatologico. .......................................................19
2.4 Le verruche da amianto e le altre manifestazioni cutanee...................................................................23
2.5 Le pleuropatie asbesto correlate. .......................................................................................................23
2.5.1 Le placche pleuriche e il loro meccanismo patogenetico. ..........................................................24
2.5.2 L ispessimento pleurico............................................................................................................30
2.5.3 Versamenti pleurici benigni......................................................................................................30
2.5.4 Atelettasie rotonde....................................................................................................................30
2.5.5 Broncopneumopatia ostruttiva. .................................................................................................30
2.6 L asbestosi........................................................................................................................................31
2.7 La polmonite interstiziale desquamativa e la fibrosi interstiziale........................................................35
2.8 Il tumore del polmone. ......................................................................................................................35
2.9 Il mesotelioma. .................................................................................................................................42
2.9.1 Il mesotelioma pleurico. ...........................................................................................................43
2.9.2 Il mesotelioma peritoneale........................................................................................................48
2.9.3 Conclusioni in ordine al mesotelioma. ......................................................................................51
2.10 Le patologie autoimmunitarie............................................................................................................54
2.11 Tumore al pancreas ed amianto. ........................................................................................................57
2.12 Le neoplasie dell apparato gastrointestinale.......................................................................................57
2.13 L asbesto nell apparato riproduttivo..................................................................................................59
2.14 I tumori della faringe e laringe. .........................................................................................................62
2.15 Tumori dell apparato urogenitale (rene e prostata).............................................................................62
2.16 Tumori dei tessuti emolinfopoietici. ..................................................................................................63
3. L amianto nella storia fino agli albori del XX secolo...........................................................................65
3.1 L etimologia. ....................................................................................................................................65
3.2 L utilizzo dell amianto nel mondo classico........................................................................................66
3.3 Gli albori della Medicina del Lavoro.................................................................................................67
3.4 Il Medioevo. .....................................................................................................................................67
3.5 Il Rinascimento e la Prima Rivoluzione Industriale. ..........................................................................68
3.6 La nascita della moderna Medicina del Lavoro: l emersione delle patologie polmonari causate dalle
polveri e della necessità della prevenzione ........................................................................................69
3.7 La Rivoluzione Industriale. ...............................................................................................................70
3.8 La produzione e l utilizzo dell amianto nel XIX secolo. ....................................................................71
3.9 Lo studio delle pneumoconiosi e le prime norme di igiene pubblica nel XIX secolo...........................72
4. Emersione del rischio morbigeno per esposizione ad amianto ............................................................83
4.1 Il rischio morbigeno per esposizione ad amianto nella Inghilterra Vittoriana......................................83
4.2 Le norme di igiene e sanità pubblica nell Italia all inizio del XX secolo. ...........................................85
4.3 Gli studi di igiene industriale e di medicina del lavoro all inizio del XX secolo. ................................85
4.4 L istituzione della clinica del lavoro di Milano..................................................................................88
4.5 Le Sentenze del Tribunale e della Corte di Appello di Torino............................................................88
4.6 La conoscenza scientifica dei danni alla salute provocati dalle fibre di amianto. ................................92
4.7 L istituzione dell Ispettorato dell Industria e del Lavoro e le nuove norme igieniche con il divieto di
esportazione dell amianto e la evoluzione normativa nel primo decennio del XX secolo....................95
4.8 La Medicina del Lavoro nel II decennio del XX secolo. ....................................................................95
4.9 Le acquisizioni scientifiche degli anni 20.........................................................................................98
4.10 Il nuovo Regolamento generale per l igiene del lavoro e l Assicurazione obbligatoria contro le
malattie professionali .....................................................................................................................105
5. L asbestosi come malattia professionale e il suo riconoscimento giuridico.......................................107
5.1 Le pubblicazioni scientifiche dei primi anni 30. .............................................................................107
5.2 L evolversi della scienza, della legislazione e della giurisprudenza nella seconda metà degli anni
30 .......................................................................................................................109
5.3 La legge 455 del 1943 e il definitivo riconoscimento dell asbestosi come malattia professionale. ....113
6. Emersione del nesso di causalità tra esposizione all amianto e neoplasie polmonari .......................121
6.1 L occultamento delle risultanze scientifiche circa il nesso causale tra l esposizione all amianto e il
tumore del polmone. .......................................................................................................................121
6.2 Il tumore al polmone come patologia asbesto correlata....................................................................121
6.3 La Costituzione e il lavoro. .............................................................................................................124
6.4 Il faticoso percorrere della scienza; la non attuazione delle norme giuridiche in tema di prevenzione e
di protezione; il definitivo approccio diagnostico e terapeutico dell asbestosi ed emersione della
consapevolezza del rischio morbigeno dell amianto per le patologie neoplastiche (1951-1960)........125
7. Amianto e mesoteliomi........................................................................................................................131
7.1 I primi casi di associazione certa tra esposizione ad amianto e mesotelioma. ...................................131
7.2 La consapevolezza unanime sul nesso di causalità tra amianto e mesotelioma e carcinoma polmonare,
grazie al Dott. Irving J. Selikoff e il contributo scientifico dei medici del lavoro italiani. .................135
7.3 Le lotte del movimento operaio, la conferma degli studi, le loro pubblicazioni nel periodo 1971-80 136
7.4 L emersione della normativa comunitaria, e la prosecuzione del dibattito scientifico sul rischio
morbigeno indotto dalle fibre di amianto, attraverso la Direttiva 477/83/CEE, e le premesse per la
messa al bando dell amianto (1981-1990). ......................................................................................138
7.5 La messa al bando dell amianto, e il progresso della medicina del lavoro (1991-2000), conferma del
rischio anche a basse dosi................................................................................................................147
8. I diritti della persona ..........................................................................................................................153
8.1. Il diritto. .........................................................................................................................................153
8.2 La dimensione etica del diritto. .......................................................................................................154
8.3 Salute e diritto.................................................................................................................................156
8.4 La dignità come valore della persona umana. ..................................................................................162
8.5 La dignità nella Costituzione italiana...............................................................................................162
8.6 La sintesi dei diritti fondamentali della persona...............................................................................163
8.7 La nozione giuridica di salute..........................................................................................................163
8.8 Il diritto al lavoro salubre come sintesi tra il diritto-dovere al lavoro, tutela della salute e della
personalità morale dei prestatori d opera , e come presupposto per la tutela di ogni altro diritto......164
8.9 La salute quale ambito inviolabile della dignità umana....................................................................167
8.10 Il Trattato di Lisbona come strumento promozionale dei diritti della persona umana........................167
9. La tutela dell ambiente .......................................................................................................................169
9.1 Emersione della tutela dell ambiente nel diritto internazionale, nel diritto comunitario e nel diritto
interno. ...........................................................................................................................................169
9.1.1 Le origini e le successive affermazioni del diritto all ambiente................................................169
9.1.2. Il principio dello sviluppo sostenibile. ...................................................................................169
9.1.3. Emersione nel diritto internazionale dei principi di precauzione e di valutazione di impatto
ambientale e di internalizzazione.....................................................................................................170
9.2 Il diritto all ambiente, il principio di sviluppo sostenibile e di chi inquina paga , di prevenzione e di
precauzione nel diritto comunitario. ................................................................................................171
9.3 Quadro complessivo della disciplina nazionale in materia di ambiente.............................................172
9.3.1 Il recepimento dei principi di diritto comunitario. ...................................................................172
9.3.2 L ambiente come fondamentale diritto della persona umana. ..................................................173
9.3.3 Il diritto all ambiente quale presupposto necessario per la tutela di altri diritti fondamentali . 173
9.3.4 Il diritto all ambiente come protezione integrata e complessiva dei valori naturali insieme con
quelli consolidati e con quelli sanciti dalle altre norme costituzionali. ............................................173
9.3.5 Una prima nozione di danno ambientale. ................................................................................174
9.3.6. L ambiente come bene primario ed assoluto. .........................................................................175
10. Igiene e sicurezza del lavoro .............................................................................................................177
10.1 L obbligo di sicurezza dell ambiente lavorativo nelle fonti comunitarie...........................................177
10.2 La direttiva quadro 89/391 ed i suoi rapporti con il diritto nazionale................................................180
10.2.1 I soggetti della sicurezza.......................................................................................................180
10.2.2 La prevenzione dei rischi alla fonte.......................................................................................181
10.2.3 La procedimentalizzazione dell'obbligo di prevenzione dei rischi..........................................181
10.2.4. Garanzia della massima sicurezza tecnologicamente fattibile. ..............................................182
10.3 L art. 2087 c.c. quale presupposto della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del datore di
lavoro. ............................................................................................................................................183
10.4 Le misure di prevenzione. ...............................................................................................................184
10.5 Informazione e formazione dei lavoratori........................................................................................185
10.6. Coinvolgimento dei lavoratori nella tematica della prevenzione.......................................................185
10.7 La natura giuridica della pretesa del lavoratore alla massima sicurezza tecnicamente possibile. .......186
10.8. Il recepimento della direttiva quadro n. 89/391/CEE........................................................................189
10.9 Esigenza di un testo unico . ...........................................................................................................189
10.10 Le direttive sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un esposizione ad agenti
chimici, fisici e biologici.................................................................................................................190
11. La normativa dell amianto tra diritto comunitario e diritto interno ..............................................193
11.1 Premessa.........................................................................................................................................193
11.2 La direttiva 477/83/CEE avente ad oggetto la protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con
l esposizione all amianto durante il lavoro . ....................................................................................193
11.3 Il mancato recepimento della direttiva 477/83/CEE e la condanna della Corte di Giustizia...............194
11.4 Condanna della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (Quinta Sezione) a carico della Repubblica
Italiana con decisione del 15 novembre 2001 nella causa C-49/00 per inadempimento in tema di
servizio di prevenzione e protezione................................................................................................196
11.5 L'elusivo tentativo italiano di adeguarsi a quanto disposto dalla Corte di Giustizia...........................196
11.6 La direttiva 2009/148/CE del 30.11.2009. .......................................................................................198
11.7 Sostanziale elusione della normativa comunitaria e violazione del quadro costituzionale dei diritti della
persona, in tema di protezione dei lavoratori dall amianto (e dagli altri cancerogeni).......................199
11.7.1 Carenza di un testo unico in materia di amianto (e di altri patogeni)......................................199
11.7.2 Le disposizioni normative entrate in vigore con il D.Lgs. 81 del 2008.......Errore. Il segnalibro
non è definito.200
11.8 Osservazioni conclusive..................................................................................................................207
11.9 Il diritto al risarcimento dei danni per inadempimento degli obblighi comunitari e per violazione delle
disposizioni costituzionali. ..............................................................................................................207
12. Le prestazioni assicurative erogate dall Inail...................................................................................215
12.1 La funzione di tutela del lavoratore. ................................................................................................215
12.2 L indennizzo del danno biologico e la rendita..................................................................................216
12.3 Gli istituti di previdenza..................................................................................................................216
12.4 La natura giuridica delle patologie asbesto correlate........................................................................217
12.5 Le patologie asbesto correlate nelle tabelle delle malattie professionali............................................219
12.6 Le prestazioni INAIL in caso di asbestosi........................................................................................220
12.7 Le altre patologie asbesto correlate che figurano nelle tabelle INAIL...............................................222
12.8 L onere della prova a carico dell INAIL per superare la presunzione legale di origine professionale
della patologia se contemplata nelle tabelle. ....................................................................................222
12.9 Il superamento del sistema tabellare. ...............................................................................................222
12.10 Le prestazioni. ................................................................................................................................227
12.11 Le prestazioni sanitarie. ..................................................................................................................227
12.12 Le prestazioni economiche in favore dell assicurato........................................................................227
12.12.1 Inabilità temporanea assoluta..............................................................................................228
12.12.2 Le prestazioni per inabilità permanente...............................................................................228
12.13 Altre prestazioni..............................................................................................................................230
12.13.1 L assegno di incollocabilità. ...............................................................................................230
12.13.2 La rendita di passaggio. ......................................................................................................230
12.13.3 Le quote integrative............................................................................................................231
12.14 Le prestazioni ai superstiti...............................................................................................................232
12.14.1 La rendita in favore del coniuge, dei figli e degli altri familiari. ..........................................232
12.14.2 Assegno continuativo mensile.............................................................................................232
12.14.3 Assegno funerario...............................................................................................................233
12.14.4 Prestazioni del Fondo Gravi Infortuni. ................................................................................233
12.15 La procedura per ottenere l indennizzo............................................................................................233
12.16 La prescrizione. ..............................................................................................................................233
12.17 Decorrenza della prescrizione..........................................................................................................234
13. I benefici contributivi per esposizione ad amianto...........................................................................237
13.1 Le rivalutazioni contributive. ................................................ Errore. Il segnalibro non è definito.237
13.2 L art. 13, commi 6 e 7 della Legge 257/92. .....................................................................................238
13.3 La natura giuridica delle maggiorazioni contributive ex art. 13, comma 8, Legge 257/92.................238
13.4 Le modifiche alla fattispecie di cui all art. 13 comma 8 legge 257/92 introdotte dall art. 47 della legge
326/03. ...........................................................................................................................................240
13.5 Applicabilità della nuova disciplina dettata dall art. 47 I comma della legge 326/03. .......................241
13.6 I casi per i quali non si applica la disciplina della decadenza per il mancato deposito della domanda
all INAIL nel termine del 15.06.2005..............................................................................................246
13.7 L art. 24, comma 6, del D.L. 201/11 convertito in legge 214/11 (cosiddetta Legge Salva Italia ) e
l impatto sui lavoratori esposti all amianto......................................................................................249
13.8 Accertamento dell esposizione qualificata ai fini del riconoscimento del diritto di cui all art. 13,
comma 8, l. 257/92. ........................................................................................................................252
13.8.1 Il limite di soglia. .................................................................................................................252
13.8.2 La competenza delle CONTARP regionali............................................................................252
13.8.3 L utilizzo del Database Amyant INAIL e dell algoritmo di calcolo dell Ente tedesco
Berufsgenossenchaften per la valutazione tecnica dell esposizione. .................................................255
13.8.4 La tutela giurisdizionale del diritto........................................................................................255
13.9 Gli atti di indirizzo ministeriali........................................................................................................256
13.10 Contenuto dell atto di indirizzo ministeriale. ...................................................................................259
13.11 Sulla natura giuridica degli atti di indirizzo ministeriali...................................................................260
13.12 Sulla legittimità degli atti di indirizzo ministeriali. ..........................................................................261
13.13 L intervento del legislatore per assicurare valore legale agli atti di indirizzo ministeriale.................262
13.14 Le norme di cui all art. 1, commi 20, 21 e 22 della legge n. 247 del 2007. .......................................263
13.15 Il Decreto 12.03.08 e l atto Inail del 19.05.08 n. 60002....................................................................263
13.16 La legittimazione passiva................................................................................................................266
13.17 La decadenza ex art. 47 del DPR 639/70. ........................................................................................267
14. Le altre forme di tutela sociale .........................................................................................................271
14.1 Il Fondo Vittime dell Amianto. .......................................................................................................271
14.2 Le prestazioni del Fondo.................................................................................................................272
14.3 Profili di illegittimità del decreto del Ministro del Lavoro n. 30 del 12.01.2011...............................272
14.4 Impugnazione del Decreto Interministeriale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio. 273
14.5 Il procedimento amministrativo e le opzioni processuali per il riconoscimento del diritto (anche a
coloro che non sono titolari di rendita Inail). ...................................................................................277
14.6 L equiparazione alle vittime del dovere nella Marina Militare. ........................................................278
15. La responsabilità penale in materia di amianto...............................................................................281
15.1 Il fondamento costituzionale della repressione penale......................................................................281
15.2 La responsabilità penale..................................................................................................................281
15.3 I reati omissivi. ...............................................................................................................................282
15.4 Le fonti del diritto penale del lavoro................................................................................................282
15.5 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. ..............................................................282
15.6 La non efficace applicazione delle norme di sicurezza e di prevenzione...........................................283
15.7 Il microsistema penale di cui agli artt. 434 e 437 c.p........................................................................285
15.7.1 L art. 437 c.p........................................................................................................................287
15.7.2 La condotta nella fattispecie penale di cui all art. 437 c.p......................................................289
15.7.3 Il disastro o infortunio. .........................................................................................................291
15.7.4 Il dolo nell ipotesi di reato di cui all art. 437 c.p...................................................................293
15.7.5 L'ipotesi del secondo comma dell art. 437 del codice penale. ...............................................293
15.7.6 La fattispecie dell'art. 434 del codice penale. .......................................................................301
15.7.7 La condotta nel reato di cui all art. 434 del codice penale......................................................303
15.7.8 Il dolo...................................................................................................................................304
15.7.9 L'ipotesi del secondo comma dell art. 434 del codice penale. ................................................306
15.8 La fattispecie di cui all art. 451 del codice penale............................................................................308
15.9 L art. 449 del codice penale. ...........................................................................................................309
15.10 La recente evoluzione normativa e il nuovo quadro sanzionatorio....................................................310
15.11 Le associazioni come formazioni sociali con le quali far valere i diritti............................................311
15.12 La costituzione di parte civile nel processo penale...........................................................................312
15.13 La legittimazione processuale delle associazioni a costituirsi parte civile e/o a intervenire nel processo
penale. ............................................................................................................................................313
15.14 Il nesso di causalità.........................................................................................................................317
15.15 Le componenti dell illecito omissivo...............................................................................................321
15.15.1 Il legame tra il non fare e l evento naturalistico...................................................................321
15.15.2 Quanto all asbestosi............................................................................................................329
15.15.3 Quanto al tumore polmonare...............................................................................................331
15.15.4 Quanto al mesotelioma. ......................................................................................................335
15.16 L elemento psicologico del reato.....................................................................................................347
15.17 La colpa nei casi di patologie asbesto correlate................................................................................347
16. La responsabilità civile del datore di lavoro.....................................................................................359
16.1 La natura giuridica della responsabilità del datore di lavoro.............................................................359
16.2 Il regime probatorio nei diversi profili di responsabilità...................................................................359
16.3 La colpa contrattuale e la colpa aquiliana. .......................................................................................361
16.4 La irrilevanza del luogo dello svolgimento delle mansioni...............................................................363
16.5 Le affermazioni confessorie di Confindustria e la consapevolezza del rischio cui si è voluto
consapevolmente sottoporre i lavoratori esponendoli all amianto.....................................................363
16.6 L eccezione del datore di lavoro circa l inesistenza di una norma che imponesse limiti di soglia e la
mancata verifica dell entità dell esposizione....................................................................................364
16.7 La risarcibilità dei danni differenziali e complementari del lavoratore in caso di insorgenza di malattia
professionale...................................................................................................................................366
16.8 Il nesso di causalità in materia di responsabilità civile. ....................................................................368
16.9 La responsabilità in caso di esposizione ambientale.........................................................................373
16.10 Inizio della decorrenza della prescrizione in tema di responsabilità contrattuale ed aquiliana. ..........373
17. I danni risarcibili e la loro quantificazione ......................................................................................375
17.1 Il danno potenziale..........................................................................................................................375
17.2 Il danno statisticamente accertato....................................................................................................375
17.3 La risarcibilità dei pregiudizi da esposizione ad amianto..................................................................376
17.4 La risarcibilità del danno biologico a causa del semplice pericolo cagionato dall alterazione anche in
assenza di incidenza funzionale.......................................................................................................379
17.5 Disturbo post traumatico da stress legato alla condizione esistenziale di paura di ammalarsi quale
malattia professionale indirettamente legata alla esposizione ad amianto. ........................................379
17.6 I pregiudizi esistenziali e morali legati all esposizione ad amianto in caso di assenza di patologia
asbesto correlata..............................................................................................................................380
17.7 La risarcibilità dei danni ulteriori, anche in caso di accredito della maggiorazione contributiva di cui
all art. 13, commi 6, 7, 8, della legge n. 257/92. ..............................................................................382
17.8 La risarcibilità dei danni differenziali e complementari....................................................................382
17.9 L integrale risarcimento di tutti i pregiudizi.....................................................................................387
17.10 Il principio di integralità del risarcimento del danno ......................................................................389
17.11 La risarcibilità del danno morale. ....................................................................................................392
17.12 Il principio di integralità del risarcimento del danno delle vittime dell amianto. ............................394
17.13 La risarcibilità dei danni subiti dai familiari. ...................................................................................395
17.14 La quantificazione dei danni............................................................................................................396
18. Prevenzione primaria, diagnosi precoce e pubbliche responsabilità...............................................401
18.1 L incidenza di patologie asbesto correlate in Italia...........................................................................401
18.1.1 I dati epidemiologici del mesotelioma...................................................................................401
18.1.2 La valutazione dell incidenza delle altre patologie. ...............................................................404
18.2 La necessità di aggiornamento delle tabelle delle patologie asbesto correlate...................................405
18.3 La prevenzione primaria..................................................................................................................405
18.4 La diagnosi precoce come forma di prevenzione secondaria. ...........................................................407
18.5 Amianto: monitoraggio preventivo periodico per gli ex esposti, già prevista dall art. 29 del D.Lgs.
277/91. ...........................................................................................................................................408
18.6 Le prospettive: dalla bonifica integrale al risarcimento dei danni. ....................................................411
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE ...........................................................................................................413
Capitolo I
Che cos è l amianto
SOMMARIO: 1.1 I minerali di amianto. 1.2 La classificazione. 1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei
vari tipi di amianto. 1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto. 1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti
amianto. 1.6 La produzione di amianto nel Novecento. 1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese. 1.8 I livelli di
rischio. 1.8.1 Gli ambienti di lavoro. 1.8.2 Gli ambienti di vita.
1.1 I minerali di amianto.
Il termine amianto o asbesto indica quei silicati fibrosi che, diversamente dagli altri, hanno
capacità di suddivisione longitudinale in fibrille, lunghe e flessibili e sempre più sottili, fino a poter
raggiungere un diametro di 0,25 m (1300 volte più sottile di un capello umano), e che sono capaci
di rimanere sospese a lungo tanto da poter essere facilmente inalate e penetrare in tutti gli organi del
corpo umano e causare diverse patologie, molte delle quali con esito infausto.
L amianto è virtualmente indistruttibile, perché resiste al fuoco e al calore fino a 2000°, ed è
inattaccabile da agenti esogeni, come gli acidi, ed è estremamente flessibile, resistente alla trazione,
fonoassorbente, facilmente friabile, abbondante ed economico: tutte queste caratteristiche ne hanno
facilitato l impiego e la diffusione.
E possibile definire l esistenza di due tipi fondamentali di asbesto, i serpentini e gli anfiboli,
che, secondo la composizione chimica riconducono, nella maggioranza dei casi, al tipo degli
inosilicati basici di magnesio a catena doppia cui appartiene appunto il crisotilo, secondo la
seguente tabella1
:
1 - crisotilo (serpentino fibroso) Mg6[(OH)6Si4O11] H2O
2 - lizardite Mg6[(OH)6Si4O11]
di serpentino:
3 - antigorite (serpentino lamellare) Mg6[(OH)8Si4O10]
4 - amesite (asbesto bruno) Mg2Al2[(OH)8Al2Si2O10]
amianto
o
asbesto
1 - antofillite (Mg,Fe)7, [(OH)2Si8O22]
2 - tremolite Ca2Mg5[(OH)2Si8O22]
di anfibolo: 3- actinolite Na2Ca2Mg10(OH)4Sil6O44]
4 - riebeckite Na2Fe3 Fe2 [(OH)2Si8O22]
5 - crocidolite (asbesto blu) Na2(Mg,Fe)3[(OH)2Si8O22]
1.2 La classificazione.
L art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora
sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE), stabilisce che
1
Renato Sinno, IL RISCHIO AMIANTO NELL AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO, RISPOSTE RISOLUTIVE DELLE
PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA INERTIZZAZIONE ED ALLA SOSTITUIBILITÀ DELL AMIANTO.
2 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
Ai fini del presente capo il termine amianto designa i seguenti silicati fibrosi:
a) l'actinolite d'amianto, n. CAS 77536-66-4;
b) la grunerite d'amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5;
c) l'antofillite d'amianto, n. CAS 77536-67-5;
d) il crisotilo, n. CAS 12001-29-5;
e) la crocidolite, n. CAS 12001-28-4;
f) la tremolite d'amianto, n. CAS 77536-68-6
tra i quali solo il crisotilo, detto anche amianto bianco , appariene alle serie dei serpentini, mentre
tutti gli altri (l amosite, la tremolite, l antofillite, l actinolite, la crocidolite detto anche amianto
blu ) sono anfiboli (dal greco e dal latino amphibolus=ambiguo).
Il crisotilo (dal greco = fibra d oro) o amianto bianco-verde-grigio-giallastro, è un
silicato idrato di magnesio, con formula 3MgO,2SiO,2H2O- n. CAS 12001-29-5, con fibre di
lunghezza variabile, soffici e setose, con elevata resistenza meccanica e flessibilità, con una buona
tenuta degli agenti alcalini, con una temperatura di decomposizione tra i 450-700°C, ed è di gran
lunga il tipo di amianto più diffuso2
.
Appartengono alla serie degli anfiboli:
l actinolite o actinoto (dal greco /j=pietra raggiata) o amianto verde-nero; silicato
idrato di calcio, ferro e magnesio, 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-66-4; è un
componente abbondante delle rocce scistose-cristalline della catena alpina; ed ha una temperatura di
decomposizione tra 620-900°C;
l amosite (dall acronimo di Asbestos Mines of South Africa) o amianto bruno-giallo-grigio o
cummingtonite o grunerite; silicato idrato di ferro e magnesio, 5.5FeO,1.5MgO,8SiO2,H2O- n.
CAS 12172-73-5), con fibre lunghe, diritte e fragili, di flessibilità discreta e con particolare stabilità
al calore e temperatura di decomposizione tra 600-800°C, utilizzato prevalentemente come isolante
termico;
la crocidolite3
(dal greco /j / j=pietra simile a un fiocco di lana) o amianto
blu o amianto del Capo o riebeckite, proviene dalle vicinanze di Griqua Town, nell Africa australe;
silicato idrato di sodio, ferro ferrico, ferro ferroso e magnesio, Na2O,Fe2O3,3FeO,8SiO2,H2O - n.
CAS 12001-28-4; con fibre diritte, maggiore resistenza agli agenti acidi rispetto agli altri tipi di
anfiboli, di buona flessibilità e con temperatura di decomposizione tra 400-600°C;
la tremolite o amianto grigio-verde-giallo; silicato idrato di calcio e magnesio,
2CaO,5MgO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-68-6), comune in molte località alpine, prende il nome
dalla Valle Tremola nel massiccio del S. Gottardo (Campolongo, nel Canton Ticino) 4
; fragile, ma
con più resistenza al calore, perché ha una temperatura di decomposizione tra 950-1040°C.
l antofillite5
(dal greco j=fiore e / =foglia, e dal latino scientifico antophyllum =
garofano) o amianto verde-giallo-bianco; silicato idrato di magnesio, 7MgO,8SiO2,H2O- n. CAS
77536-67-5; è il più importante degli anfiboli rombici, è frequente nei micascisti dell Alto Adige
(Val Passiria, sopra Merano) e in misura inferiore anche nell isola d Elba e nelle Alpi e Prealpi
Occidentali, e in Finlandia, è fragile, con temperatura di decomposizione tra 600-850°C.
Tutte queste caratteristeche possono essere così riassunte:
2
In Italia si estrae dalle cave della Val Malenco in alta Valtellina (a fibra lunga e molto pregiato) e della Val di Susa (E.
Artini, I minerali, VI edizione, Hoepli Ed., Milano 1963.
3
VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA, Ist. Enc. Italiana Treccani, Roma 1986.
4
VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA, Ist. Enc. Italiana Treccani, Roma 1994.
5
N.Tommaseo, B.Bellini, DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA, voce antofillite ,vol. I, UTE Ed,Torino 1865.
CAPITOLO I | 3
Crisotilo White asbestos
dal greco: fibra d oro n.
CAS (*) 12001-29-5
crisotilo Mg3 (Si2O5)(OH)4
Veri e propri minerali industriali
Crocidolite - Blue
asbestos dal greco: fiocco
di lana n. CAS 12001-28-4
riebeckite- glaucofane Na2Fe3+
2Fe2+
3(Si8O22(OH)2
Grunerite d amianto
(amosite) Brown asbestos
Asbestos Mines of South
Africa n. CAS 12172-73-5
cummingtonite-grunerite (Mg, Fe2+
)7Si8O22(OH,F)2
Tremolite di amianto dalla
Val Tremola, Svizzera n.
CAS 77536-68-6
tremolite Ca2Mg5Si8O22(OH)2 Utilizzo occasionale.
Minor numero di giacimenti
minerari
Actinolite di amianto dal
greco: fibra raggiata n.
CAS 77536-66-4
actinolite Ca2(Mg,Fe2+
)5Si8O22(OH,F)2
Antofillite di amianto dal
greco: garofano n. CAS
77536-67-5
antofillite (Mg,Fe)7(Si8O22)(OH)2
(*) Chemical Abstracts Service (CAS): il numero CAS è il numero con cui viene assicurata la completa identificazione delle sostanze
chimiche. FONTE: Amianto naturale in Piemonte, a cura della Regione Piemonte e di Arpa Piemonte.
e con il segunte schema semplificativo:
Amianto e/o Asbesto
__________________________|_________________________
| |
Crysotile Amphibole
fibrose
_________________________________________________________________
| | | | |
Amosite Tremolite Anthophyllite Actinolite Crocidolite
5.5.FeO, 1.5MgO, 2CaO, 5MgO, 7MgO,8SiO2, H2O 2CaO,4MgO, FeO (amianto blu)
8SiO2, H2O 8SiO2, H2O 8SiO2, H2O Na2O,Fe2O3,3FeO
8Si2, H2O
La classificazione del legislatore non è in grado di riprodurre la variegata diversità di questi
minerali, sia perché ognuno dei quali, anche quelli che appartengono allo stesso gruppo, ha una
differente formula chimica6
, che non è sovrapponibile, poiché i loro componenti, la cui
identificazione richiederebbe una analisi quantistica elementare volta per volta, sono molto
eterogenei; sia perchè ce ne sono molti altri, come l erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite7
, che
non vi sono contemplati e che invece dovrebbero esserlo, in quanto hanno le stesse caratteristiche
6
M.B. Bever (MIT), ENCYCLOPEDIA OF MATERIALS SCIENCE AND ENGINEERING, Pergamon Press, New York 1986, e
Ezio Bonanni, LO STATO DIMENTICA L AMIANTO KILLER, Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel
Territorio, Sesto San Giovanni, 2009.
7
La fluoro-edenite è un minerale del gruppo anfibolo di sottogruppo calcico clino anfibolo. La sua composizione è con
membro fluoro dominate e la sua relazione è edenite. La classificazione Dana è 66.01.03a.10a (gruppo 2, anfiboli
calcici), la classe Strunz è 09.DE.10 (Inosilicati della famiglia anfibolo), la classe Nichel-Strunz è 9.DE.15 (Inosilicati
clinoanfiboli) dove con E fanno parte gli inosilicati con doppie catene periodiche, 2(Si4O11). La sua composizione
chimica è di elementi quali: Al, Ca, F, H, Mg, Na, O, Si, con concentrazioni di Na2O (3.20%) K2O (0,84%) MgO
(22,65%) CaO (10,83%) MnO (0,46%) FeO (1,60%) Al2O3 (3,53%) Fe2O3 (1,00%) SiO2 (52,92%) TiO2 (0,29%) F
(4,35%) Cl (0,07%) somma 101,74% in meno di O = F + Cl 1,85% per un totale di 99,89% in peso. Le proprietà fisiche
vanno dal lustre vitreo con diafanità trasparente, al colore verde chiaro a giallo intenso (anche grigio nero) con riflessi
bianco-giallastri, 5-6 Mohs di durezza misurata, densità di 3,09 g/cm3
, tenacia fragile, sfaldatura 110 e frattura
concoide.
4 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
fisico-chimiche e sono in grado di determinare gli stessi rischi per l uomo e danni per l ambiente8
dei mimerali contemplati nella norma, che dovrebbe essere riformulata, con l integrazione ed il
richiamo a tutti i minerali asbesti formi, per applicarvi le stesse misure di prevenzione e tutela.
La fluoro-edenite è stata utilizzata nella città di Biancavilla, ai piedi dell Etna, senza che ci
fosse consapevolezza del rischio cui andavano incontro i suoi abitanti, tra i quali negli ultimi anni
sono insorti molti mesoteliomi9
.
La mancata classificazione della fluoro-edenite e di altri minerali asbestiformi quali minerali
di amianto espone a rischio molti cittadini, privi così di ogni tutela, preventiva e risarcitoria,
diversamente l adeguamento della legislazione renderebbe applicabili le norme di prevenzione
tecnica e protezione individuale nei luoghi di lavoro, e di prevenzione primaria negli ambienti di
vita, otre alle disposizioni di cui alla Legge 257/92 (con il divieto di estrazione, utilizzazione e
commercializzazione e le misure di sostegno per i lavoratori), non ultime le misure di sorveglianza
sanitaria per gli esposti, per una eventuale diagnosi precoce della patologie asbesto correlate che
dovessero insorgere, e per assumere ogni ulteriore misura che si rendesse necessaria, anche in
termini di assistenza e previdenza sociale.
1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei vari tipi di amianto.
La differente composizione chimica di tutti i minerali di amianto discende dalla provenienza e
ne ripercorre l origine, attraverso un processo di infiltrazione dell acqua nel sottosuolo, la forte
pressione e la modifica della struttura delle rocce, e ne determina la capacità di suddivisione in fibre
longitudinali, le cui caratteristiche sono a loro volta influenzate anche dalle lavorazioni e dalle
modalità di impiego, ferme le caratteristiche di incorruttibilità, resistenza alle alte temperature,
all usura, all aggressione delle sostanze chimiche e alla trazione e dunque dell indistruttibilità10
.
L elemento strutturale comune di tutti i silicati è lo ione complesso [SiO4]4-
; il gruppo silicato
ha uno sviluppo tridimensionale a forma di tetraedro, in cui il catione Si4+
è legato a quattro ioni
ossigeno.
O
2
apicale
O
2-
di base
· Si4+
8
Belluso E., Ferraris G., Alberico A., AMIANTO, LA COMPONENTE AMBIENTALE: DOVE, QUALI E COME SONO GLI
AMIANTI NELLE ALPI OCCIDENTALI?, Effetti negativi per la salute umana possono essere causati anche da fibre minerali
diverse da quelle classificate dalla legge n. 277/91, quali actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite
(ad es. Ross et al., 1993) e, più in generale, da polveri minerali; basterebbe citare il caso dell erionite (Ross et al., 1993).
Per un quadro più realistico delle relazioni tra cause e danno si dovrebbe però meglio tenere conto che: a) esistono molti
altri minerali fibrosi che possono essere presenti nell ambiente, anche se non utilizzati industrialmente, la cui
nocività/innocuità è ancora da studiare (Astolfi et al., 1991); i minerali asbestiformi, ivi compresi quelli classificati
amianto dalla legge, sovente contengono a livello submicroscopico (e cioè di fibrille) altre fasi fibrose; c) la variabilità
chimica è assai cospicua . Il Piemonte è particolarmente ricco di rocce serpentiniche che possono essere mobilizzate
indipendentemente dall estrazione di amianto. Tali rocce sono pure ricche di minerali fibrosi non classificati amianto.
Basti ricordare la scoperta, effettuata tra il 1983 e il 1985 (Compagnoni et al., 1983; Compagnoni et al., 1985), di
abbondante presenza di due nuovi minerali asbestiformi, carlosturanite e balangeroite. In seguito a tale scoperta, è stata
effettuata una dettagliata ricerca e campionatura dei minerali fibrosi presenti nelle rocce serpentini che del territorio
alpino occidentale, cui sono seguite adeguate indagini di laboratorio .
9
Comba P, Gianfagna A., Paoletti L. PLEURAL MESOTELIOMA CASES IN BIANCAVILLA ARE RELATED TO A NEW FLUORO-
EDENITE FIBROUS AMPHIBOLE. Arch Environ Health 2003; 58:229-32.
10
G. Scansetti, INTRODUZIONE ALL IGIENE INDUSTRIALE, Cortina Ed., Torino 1980.
CAPITOLO I | 5
La sua struttura deriva dalle ridotte dimensioni dello ione silicio tetravalente e dalla sua alta
carica positiva, rispetto agli ioni O2-
che sono, invece, relativamente più grandi.
Il silicio presenta una forte carica che, unita alle dimensioni relativamente piccole del legame
Si-O, genera l esistenza di [SiO4]4-
isolati oppure organizzati in strutture in cui i diversi atomi di
silicio formano dei polimeri inorganici; in questi, i tetraedri sono tra loro legati esclusivamente per i
vertici e mai per gli spigoli o le facce ed ogni atomo di ossigeno è comune a due tetraedri limitrofi.
La classificazione dei minerali asbestoidi, essendo essi polimeri della tipologia sopra
descritta, si basa su modalità e grado di polimerizzazione del tetraedro di base, come avviene per
tutti gli altri silicati.
I silicati sono classificati su basi strutturistiche, vale a dire sul modo in cui i tetraedri si
uniscono, e non semplicemente su basi chimiche; ciò caratterizza la morfologia esterna delle
differenti specie silicatiche.
Possono essere individuate le seguenti sottoclassi:
1) nesosilicati: contraddistinti da una struttura ad isola in cui i tetraedri rimangono isolati;
2) sorosilicati: costituiti da gruppi di due tetraedri uniti tra loro tramite uno ione ossigeno;
3) ciclosilicati: consistenti in anelli costituiti da 3 oppure 4 oppure 6 tetraedri uniti per due
vertici;
4) inosilicati: formati da collegamenti a catena - semplici o doppi- tra i tetraedri secondo una
direzione prevalente;
5) fillosilicati: composti di strati di tetraedri, saldati tra loro da anelli esagonali con sviluppo
bidimensionale, che attribuiscono al minerale un aspetto lamellare, fogliaceo, con facile sfaldatura.
Gli anfiboli e i serpentini fanno parte, rispettivamente, degli inosilicati e dei fillosilicati: i
primi, si presentano allungati fino ad essere fibrosi, mentre i secondi hanno l aspetto di fogli.
Il tetraedro dei silicati, presentando quattro cariche negative, non è un unità elettricamente
neutra, dunque, per bilanciare questa eccedenza di cariche negative, si deve legare con altri ioni
positivi (Fe, Mg, Ca).
L amianto anfibolico può essere del tipo:
Øferromagnesico (antofillite ed amosite);
Øcalcico (tremolite ed actinolite);
Øsodico (Riebeckite fibrosa o crocidolite).
Gli anfiboli, appartenenti alla famiglia degli inosilicati a catena doppia, sono minerali presenti
nelle rocce eruttive conseguentemente al raffreddamento dei magmi silicatici e, strutturalmente, si
presentano sotto forma di fibre più o meno lineari, relativamente flessibili, avvolte in massi.
La loro composizione è ottenuta da miscele isomorfe di due silicati e i principali anfiboli sono
monoclini e hanno formula generale molto complessa; essendo minerali idrati, cristallizzano solo in
presenza di acqua.
La composizione chimica del gruppo degli anfiboli può essere espressa dalla formula:
W0-1X2Y5Z8O22(OH,F)2,
dove:
Ø W indica Na e K,
Ø X indica Ca, Na, Mn, Fe, Mg, Li,
Ø Y indica Mn, Fe, Mg, Al, Ti,
Ø Z indica Si e Al.
6 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
La struttura degli anfiboli si caratterizza per la catena doppia Si4O12 parallela all asse c, con
struttura contenente molti siti cationici e forma un impalcatura a T-O-T (tetraedro-ottaedro-
tetraedro), di ampiezza doppia rispetto alla struttura T-O-T del pirosseno, con diminuita stabilità
termica rispetto ai pirosseni per la presenza del gruppo (OH).
L amianto serpentinico, il crisotilo, è invece un silicato idrato di magnesio.
I minerali asbestoidi presentano dei caratteri cristallo-chimici e geomineralogici che hanno
importanti implicazioni per quanto concerne la loro patogenicità, dovuta essenzialmente alla
capacità di rilasciare fibre/fibrille inalabili.
I minerali di amianto acquisiscono il loro particolare aspetto fibroso negli specifici ambienti
di formazione e, segnatamente, in ambiente metamorfico a temperature basso/medie ed a regimi
medi di pressione, che ne favoriscono la rapida idratazione e l immediato consolidamento.
In mancanza di queste condizioni, gli stessi minerali possono assumere abito massivo (quasi
amorfo) e costituire le rispettive varietà non fibrose, ma chimicamente identiche.
Mentre i legami Si-O, all interno delle catene, si spezzano molto difficilmente, gli anfiboli,
data la loro conformazione, si sfaldano con molta facilità lungo la direzione delle catene; anche lo
stesso crisotilo può sfaldarsi per apertura degli strati spiraliformi sovrapposti.
La fibrosità degli asbesti, per tali ragioni, si manifesta a varie scale: dal campione
macroscopico, in cui si distinguono fasci di fibre anche di decimetri, fino alla scala del microscopio
elettronico che permette di evidenziare fibre ancora più sottili.
La possibilità di suddivisione longitudinale in tante, migliaia, di fibre, conferisce al minerale
elevate proprietà meccaniche e lo fa risultare l unico capace di essere annodato e filato, fino ad un
massiccio impiego nel settore tessile, metalmeccanico, edile, cartario, dei trasporti, e ad un
vastissimo impiego, negli ambienti di vita e di lavoro, in almeno 3.000 tipologie di prodotti.
Possiamo così riassumere le proprietà di questi minerali:
Proprietà minerale Crisotilo Amosite Crocidolite Antofillite Actinolite Tremolite
Colore Da bianco a
verde pallido
Da grigio-
giallastro a
marrone
scuro
Blu Da bianco a
grigio
Da verde
chiaro a verde
scuro
Da bianco a
grigio
T(°C)
decomposizione
450-700 600-800 400-600 600-850 620-960 950-1040
T(°C)
fusione
1500 1400 1200 1450 1400 1315
Densità (g/cm3
) 2,55 3,4-3,5 3,3-3,4 2,85-3,1 3,0-3,2 2,9-3,1
Resistenza agli acidi Scarsa Media Buona Molto buona Media Molto buona
Resistenza agli alcali Molto buona Buona Buona Molto buona Buona Buona
Resistenza alla trazione
103
(Kg/cm2
)
31 17 35 <7 5 5
Aspetto Serico,
flessibile
Fragile Fragile e duro Lungo e rigido - Fragile, friabile
Flessibilità Molto buona Discreta Buona Discreta-fragile Fragile Fragile
Filabilità Molto buona Discreta Buona Scarsa Scarsa Scarsa
Indice rifrazione 1,53-1,55 1,66-1,69 1,65-1,70 1,59-1,69 1,60-1,69 1,60-1,69
1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto.
L amianto è indistruttibile, resistente al calore e al fuoco, resistente all azione degli acidi,
resistente alla trazione, molto flessibile e friabile e dotato di capacità fono assorbenti (per questo
veniva spruzzato nelle scuole, nelle palestre, nelle piscine, nelle mense, negli ospedali, nelle
stazioni delle metropolitane, etc., su pareti o soffitti per formare uno strato soffice di alcuni
centimetri, capace di creare una sensazione acustica di ovattamento dei suoni, minor intensità dei
rumori e migliore comprensione delle parole non compromesse dagli echi acustici), termoisolanti,
CAPITOLO I | 7
in grado di contenere il calore (come nelle tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie
e forni).
Se legato a matrici resistenti e stabili, è compatto (come per esempio l eternit), se legato con
matrici non compatte, è friabile (come il materiale spruzzato), e viene classificato come tale se può
essere ridotto in polvere con la sola pressione delle dita, diversamente è in matrice compatta.
Le caratteristiche e il basso costo di estrazione e produzione ne hanno favorito l impiego nei
settori più disparati, dalla produzione del cemento-amianto, il cui nome commerciale era eternit,
all uso in edilizia anche per realizzare le tegole, i pavimenti, le tubazioni, le vernici e le canne
fumarie, nonché per la coibentazione di edifici, navi, treni, aerei, etc.; dalle tute dei vigili del fuoco,
alle automobili (vernici e parti meccaniche), alla fabbricazione di corde, plastica e cartoni, e perfino
nella filtrazione dei vini11
: complessivamente, in oltre 3000 applicazioni.
Nell edilizia questi materiali sono stati largamente impiegati, sia nell impasto con il cemento,
per realizzare quei manufatti, tra i quali i più diffusi: lastre ondulate o piane, per coperture di edifici
industriali e civili, prefabbricati e pareti divisorie non portanti, tubi per acquedotti e fognature,
tegolature, canne fumarie, serbatoi, intonaci, oltre che negli impianti di riscaldamento e di
condizionamento, e quindi:
(a) nelle coperture in cemento-amianto, quali lastre ondulate, tegole, etc., realizzate con
crisotilo e anche con anfiboli quali la crocidolite, che hanno rappresentato il 90% di tutto l amianto
collocato, e che tuttora rappresentano una fonte di contaminazione di fibre nel caso siano degradate
o danneggiate, e comunque quando la matrice cementizia perde la sua consistenza;
(b) nei controsoffitti e nelle coibentazioni del sottotetto, dove se non presenti direttamente
sotto forma di lane o feltri di amianto, si può essere ricorsi all'uso di pianelle e pannelli in
fibrocemento piano, con finalità antincendio e tenuta del calore. Spesso sono stati realizzati anche
intonaci a spruzzo o con impasti gessosi dati a cazzuola, con tenore in amianto variabile;
(c) nei cassoni, nei serbatoi e nelle tubazioni per l'acqua: uso molto frequente nell'edilizia. Si
tratta di cemento amianto di vario spessore e di vario calibro, utilizzato sia per le acque bianche e
meteoriche che per gli scarichi fognari (pozzetti, gronde, canalizzazioni), con contaminazione anche
dell acqua potabile;
(d) nelle canne fumarie, nei camini e nelle tubazioni di scarico fumi di combustione sono stati
diffusamente usate tubazioni in cemento amianto, per le caratteristiche di incombustibilità e tenuta
del calore;
(e) nei pannelli, nei divisori e nelle tamponature: soprattutto nell'edilizia prefabbricata sono
stati usati sino agli anni '80, pannellature in miscele di amianto con varie matrici leganti, organiche
ed inorganiche (carbonato di calcio, silicato di alluminio). Presentano habitus fibroso nelle superfici
di taglio; è stato usato prevalentemente crisotilo, ma anche anfiboli, per un contenuto totale di circa
il 15 % in peso;
(f) nelle pavimentazioni in vinil amianto: molto usato nell'edilizia pubblica: ospedali, scuole,
uffici, prima degli anni '80. Conosciuto comunemente come linoleum , in piastrelle o lastre (per lo
più verdi o blu) ha un contenuto di amianto variabile dal 3 4% al 30%, prevalentemente crisotilo;
(g) nelle caldaie, nelle stufe, nei forni e negli apparati elettrici: molte applicazioni domestiche
o di uso comune possono presentare applicazioni di materiali contenenti amianto quali:
- guarnizioni sottoforma di cordoncino o cartone, ed isolamenti termici, sottoforma di feltri e
tessuti di amianto, in stufe, caldaie e forni;
11
Assoamianto, IMPIEGHI DELL'AMIANTO, sito internet http://www.assoamianto.it/utilizzo_dell.htm, consultato in data
05.03.2012.
8 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
- cartoni negli apparati elettrici o ferri da stiro o phon;
- guarnizioni in motori elettrici, caldaie, motori a scoppio;
(h) nella coibentazione di tubi per il riscaldamento: il locale caldaia è potenzialmente un
luogo in cui è possibile la presenza di amianto come:
coibentazione dei tubi (impasto gessoso o nastri tessuti)
isolante elettrico (cartone) per le contattiere e per i termostati o termocoppie
premistoppa per le valvole
feltri, tessuti e guarnizioni intorno alla caldaia.
Quindi i principali luoghi dove è stato utilizzato amianto, possono essere così analiticamente
riportati:
Per le caratteristiche di fono assorbenza: cinema, chiese, mense, ospedali, palestre, ristoranti, scuole,
teatri, etc.
Per le caratteristiche di resistenza al fuoco: autorimesse, carrozze ferroviarie, centrali elettriche e termiche,
navi, etc.
Per le caratteristiche di termoisolanza: carrozze ferroviarie, capannoni industriali, navi, etc.
Per quanto riguarda l industria, l amianto veniva utilizzato per
(i) coperture in eternit, pannellature e tamponature: nelle attività industriali è molto frequente
l'utilizzo di coperture dei capannoni con lastre ondulate di fibrocemento contenente amianto (più
comunemente conosciute con il più diffuso nome commerciale: Eternit ) in una percentuale
variabile tra il 12 ed 15% sul peso totale. La tipologia di amianto usata é quella del crisotilo, ma
spesso avvenivano aggiunte di crocidolite (spesso riconoscibile da ciuffi blu scuro di fibre
affioranti) e/o amosite in basse percentuali. I pannelli di divisione o tamponatura sono spesso
materiali compositi dell'amianto, dove oltre al cemento, si possono ritrovare lane minerali, resine
organiche, cellulosa;
(j) condotte e tubi coibentati: è stato molto frequente l'uso di tubazioni in cemento amianto di
vario calibro, sia per l'adduzione di acqua o di scarichi fognari (presenza diffusa di pozzetti, gronde,
canali, serbatoi), ma anche per il trasporto di fluidi industriali (oli, acidi, etc.), in quanto il
cemento amianto si presta molto bene per questa funzione che può avvenire oltre che a temperatura,
anche a pressione: in questo caso veniva usato un cemento amianto con più del 15% di asbesto
miscelato. Altra applicazione industriale molto diffusa é stata quella di ricoprire le tubazioni
metalliche da coibentare con impasti di amianto (soprattutto amosite), gesso o silicati di magnesio o
sodio; questa malta veniva contenuta da una retina metallica di contenimento e di solvente, il tutto
era racchiuso da una sottile copertura in cemento amianto: questa modalità di coibentazione è nota
come coppella , e, attualmente si ritrova diffusamente protetta da lamierino zincato o da telatura
bituminosa nelle parti danneggiate o sottoposte a manutenzione;
(k) serbatoi, tank, reattori, refrigeratori, giunti di espansione: ha avuto grande diffusione la
coibentazione di contenitori, anche grandi, per la tenuta termica con amianto friabile, soprattutto
amosite. Risultano normalmente ricoperti da rete metallica di contenimento;
(l) impianti termici, impianti a pressione e bombole: negli impianti chimici dove la pressione
spesso si combina con temperature operative spinte ed eventualmente liquidi corrosivi, l'amianto ha
giocato un importante ruolo nei punti di tenuta, costituendo il principale materiale usato per le
guarnizioni, sovente sottoforma di treccia di crisotilo tessuto. Corde di amianto (crisotilo) si
ritrovano frequentemente quali guarnizioni nelle caldaie. Nelle bombole di acetilene l'amianto
friabile costituisce una frazione importante del peso totale del contenitore;
CAPITOLO I | 9
(m) parti di macchine e macchinari: frequente la presenza in macchine utensili:
convertitori di coppia
frizioni e freni
rondelle e guarnizioni
coibentazioni isolanti elettriche, termiche, antifiamma, antibrina, antirombo e antirumore.
(n) impianti elettrici: i quadri elettrici, le centraline di distribuzione e telefoniche trovano un
largo uso di materiali contenenti amianto: carte, cartoni, pannelli, materassini isolanti, caminetti
spegniarco in cemento amianto, paratie in glasal o syndanio (fibrocementi di amianto prodotti
con particolari miscele ad alta pressione e particolarmente duri);
(o) giunti flangiati, baderne e guarnizioni: altro settore di impiego assai vasto di tessuti di
amianto e di miscele di amianto con varie componenti resinose organiche , la più nota è
l' amiantite , prodotta in fogli di vario spessore e ritagliabile da fustellatrici per ottenere guarnizioni
di giunti, di motori, di valvole, di tubazioni, di contenitori.
Dalla pressatura si ottenevano: - corde, nastri e guaine utilizzati per fasciare tubazioni e cavi elettrici situati
in prossimità di sorgenti di calore;
- tessuti per confezionare tute protettive antifuoco da destinarsi a pompieri,
operai dell'industria siderurgica e piloti di auto da corsa;
- coperte spegni fiamma e tende per il contenimento del calore dei forni a
tunnel;
- materassi per coibentare le grandi caldaie a vapore delle vecchie navi;
- sipari da teatro;
- carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, guarnizioni per forni o
caldaie, piani di appoggio sui banchi di saldatura; rivestimenti di casseforti;
- pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di
condotte che trasportavano vapore ad alta temperatura;
- filtri in carta di amianto che hanno avuto in largo uso nell'industria chimica
ed alimentare (per filtrare vino e bibite).
Dall'impasto con altri materiali si
otteneva amianto a spruzzo:
- isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es.: centrali
termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica
e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie);
- isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti
frigoriferi, impianti di condizionamento);
- isolante termico (coibentazione di carrozze ferroviarie, navi e autobus) e
barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici.
Dall impasto con resine sintetiche si
ottenevano:
- ferodi, usati per fabbricare freni e frizioni degli autoveicoli. Durante l uso i
ferodi si consumano, riducendosi in particelle che si disperdono nell'aria;
- confezione di mattonelle per pavimenti. Il rilascio di fibre da questo
materiale è praticamente nullo durante il normale uso.
1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti amianto.
La pericolosità dei materiali di amianto dipende dalla loro capacità di rilasciare fibre
aerodisperse nell ambiente che possono essere inalate, e uno dei criteri che permette una
10 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
valutazione è rappresentato dalla friabilità dei materiali: si definiscono tali quelli che possono essere
sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita e comunque possono
liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di
deterioramento quali vibrazioni, correnti d aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente
danneggiati nel corso di interventi di manutenzione.
In relazione alla loro friabilità, i materiali contenenti amianto possono essere classificati
come:
(a) friabili, se facilmente sbriciolati o ridotti in polvere;
(b) compatti, se duri, senza possibilità di essere ridotti in polvere se non con l impiego di
attrezzi meccanici, e così
Tipo di materiale Note Friabilità
Ricoprimenti a spruzzo e
rivestimenti isolanti
Fino all'85% circa di amianto. Spesso
anfiboli (amosite, crocidolite);
prevalentemente amosite spruzzata su
strutture portanti di acciaio o su alter
superfici come isolanti termo-acustici
Elevata
Rivestimenti isolanti di
tubazioni o caldaie
Impiegati tutti i tipi di amianto
talvolta in miscela al 6 - 10% con
silicati di calcio. In tele, feltri,
imbottiture in genere al 100%.
Elevato potenziale di rilascio di fibre se i
rivestimenti non sono ricoperti con strano
sigillante uniforme e intatto
Funi, corde e tessuti In passato sono stati usurati tutti i tipi
di amianto. In seguito solo crisotilo al
100%
Possibilità di rilascio di fibre quando grandi
quantità di materiali vengono immagazzinati
Cartoni, carte e prodotti
affini
Generalmente solo crisotilo al 100% Non avendo una struttura molto compatta,
sono soggetti a facili abrasioni ed a usure
Prodotti in amianto-
cemento
Attualmente il 10 - 15% di amianto in
genere crisotilo. Crocidolite e
amosite si ritrovano in alcuni tipi di
tubazioni e di lastre
Possono rilasciare fibre se abrasi, segati,
perforati o spazzolati, oppure se deteriorati
Prodotti bituminosi,
mattonelle di vinile con
intercapedini di carta di
amianto, mattonelle e
pavimenti vinilici, PVC e
plastiche rinforzate
ricoprimenti e vernici,
mastici, sigillanti, stucchi
adesivi contenenti amianto
Dallo 0,5 al 2 % per mastici,
sigillanti, adesivi; dal 25 al 100 % per
pavimenti e mattonelle vinilici
Improbabile rilascio di fibre durante l'uso
normale. Possibilità di rilascio di fibre se
tagliati, abrasi o perforati
1.6 La produzione di amianto nel Novecento.
L'utilizzo intensivo dell'amianto nelle varie lavorazioni industriali inizia alla fine
dell'Ottocento e si intensifica nel corso del Novecento; nella seconda metà degli anni Settanta del
secolo scorso la produzione mondiale raggiunge l'apice e, da allora, incomincia un lento declino che
tuttora prosegue, senza tuttavia lasciare prevedere crolli repentini. Anzi negli ultimi anni (dal 1996
al 2000) si assiste ad una stabilizzazione della quantità estratta.
CAPITOLO I | 11
Produzione di amianto dal 1930 al 2000
I dati per la costruzione del grafico sono stati tratti dalla tabella presentata da Claudio e Tommaso
Bianchi in Amianto. Un secolo di sperimentazioni sull'uomo , cit., pag. 7. E' opportuno precisare che i dati
relativi al 1930 e al 1950 sono riferiti al consumo e non alla produzione.
Per il futuro, è difficile ipotizzare ulteriori previsioni, dal momento che molto dipenderà sia
dalla possibilità di diffusione e di applicazione planetaria dei saperi e delle conoscenze mediche,
sia dalla capacità di mobilitazione che dimostreranno le forze che si battono per il bando
dell'asbesto in contrapposizione agli interessi delle grandi multinazionali che lo commerciano e
delle aziende che lo usano.
La distribuzione geografica dell'impiego del minerale corrisponde alla localizzazione delle
aree industriali sul globo ed alla loro crescita nel corso del Novecento. Lo sfruttamento del minerale
parte da fine Ottocento nei Paesi di prima industrializzazione (Inghilterra, USA, Europa
nordoccidentale...) per poi procedere nei Paesi di seconda industrializzazione (Giappone, Italia,
URSS e Europa orientale...) e infine estendersi dagli anni Settanta a tutto il globo (in particolare
nell'Estremo Oriente, in Cina, Corea del Sud, India, Thailandia). Dalla fine degli anni Settanta
diminuisce progressivamente l'uso in Europa e in Nord America.
Come si nota nitidamente dal grafico seguente, che riporta il consumo in tonnellate di amianto
in Europa e in Nord America dal 1920 al 2000, il maggior impiego del minerale nei due continenti
si verifica nella seconda metà del Novecento, declinando però vistosamente dagli anni Ottanta.
Consumo in tonnellate di amianto in Europa e in Nord America dal 1920 al 2000
12 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
Inizialmente il Nord America presentava maggiori consumi, ma con la massiccia cresita
economica europea degli anni Cinquanta-Sessanta, vennero raggiunte anche in quest area le
quantità usate in America, per poi essere superate dagli anni Settanta. Anche perché proprio a
partire dagli anni Settanta scoppia negli Stati Uniti la disputa sulla nocività del minerale e questo ne
fece ridurre progressivamente l impiego negli Usa (fino agli anni Ottanta l assoluto maggior
consumatore di amianto nel Nord America sono proprio gli Stati Uniti, poi superati da Canada e
Messico). Solo successivamente scoppierà la questione amianto anche in Europa, e ciò porterà a
un drastico ridimensionamento dell uso del minerale, fino alla direttiva 1999/77/CE della
Commissione della Comunità Europea che ne prevede il bando per tutti gli Stati che la compongono
a decorrere dal primo gennaio 2005. Ciò ci fa auspicare che l UE giochi un ruolo propulsivo in
merito, cercando di far recepire il contenuto di tali normative anche agli Stati extra-comunitari non
solo europei per avviare un processo che porti ad una fuoriuscita globale dall amianto.
1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese.
A partire dal 1945 e fino al 1992, in
Italia sono state lavorate 3.748.550 tonnellate
di amianto, e fino agli anni 80 il nostro Paese
è stato il secondo maggiore produttore di
amianto, dopo l Unione Sovietica e il
maggiore della comunità europea; il picco è
stato raggiunto nel 1976 con 164.788
tonnellate; fino al 1987 la produzione si è
mantenuta sopra le 100.000 tonnellate annue
per poi decrescere, fino ad annullarsi
completamente dopo il 1992.
Secondo stime del CNR, nel nostro
Paese l amianto è ancora presente in diverse
realtà industriali e produttive, e nel settore dell edilizia e dei trasporti. Ci sono, inoltre, 2,5 miliardi
di metri quadrati di coperture in onduline di cemento-amianto, presenti su tutto il territorio
nazionale, ancora da bonificare.
L ISPRA, nel capitolo Rifiuti speciali dell annuario del 2011, specifica che in Italia nel
2009 sono stati prodotti rifiuti di materiali contenenti amianto per 379.000 tonnellate, con un
aumento del 18% rispetto all anno precedente, di cui 345.472 tonnellate, pari al 91,2%, è costituita
da rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto, classificati con CER 170605, e soltanto
32.429 tonnellate, pari all 8,6, sono costituite da materiali isolanti contenenti amianto (CER
170601), mentre soltanto 563 tonnellate, pari allo 0,14 sono apparecchiature fuori uso contenenti
fibre libere di amianto (CER 160212), e ancora meno, e cioè 430 tonnellate, pari allo 0,11%, sono
costituiti da imballaggi metallici contenenti amianto (CER 150111), ed in ultimo solo 20 tonnellate,
pari allo 0,005%, sono pastiglie per freni contenenti amianto (CER 160101).
Appare evidente che ove non vengano istituiti stringenti obblighi di bonifica, e tenendo conto
delle sole coperture in amianto, pari a 32 milioni di tonnellate, e senza tener conto degli altri
materiali in amianto, e dividendo per 345.472 (che è il dato complessivo dei materiali da costruzione
in amianto e non solo delle onduline, che benché rappresentino una quantità enorme, sono pur
sempre una minima parte dei materiali edili che hanno presenza di amianto), si avrebbe quale
risultato che occorrerebbero ancora altri 90 anni soltanto per rimuovere le coperture in cemento
amianto.
CAPITOLO I | 13
1.8 I livelli di rischio
Occorre necessariamente distinguere tra gli ambienti di lavoro e gli ambienti di vita, rispetto
ai quali esistono diversi ambiti normativi, metodologie di misura, livelli di accettabilità,
provvedimenti di prevenzione e mezzi di protezione.
1.8.1 Gli ambienti di lavoro.
La esposizione occupazionale a fibre di amianto ha avuto grande importanza in passato
quando le cautele previste dalla normativa di origine comunitaria (D.Lgs. 277/91) non erano ancora
operanti e tale esposizione era semplicemente considerata nell'ambito di quelle a polveri nocive
prevista dal DPR 303/55. Come valori di riferimento venivano utilizzati, quindi, i Valori Limite di
Soglia (TLV) adottati dalla ACGIH 4.
La direttiva 477/83/CEE fu recepita in Italia soltanto con il D.Lgs. 277/91 e la Legge 257/92
ha introdotto livelli di soglia più restrittivi rispetto a quelli dell'ACGIH, peraltro mai applicati in
modo sistematico nel nostro paese, e che sono stati poi ridotti progressivamente fino allo 0,1 ff/l di
cui all art. 254 del D.Lgs. 81/08, nonostante l amianto sia un cancerogeno certo per l uomo
(notazione A1)
La stima e la conoscenza delle esposizioni passate sono oggi estremamente importanti, in
relazione ai lunghi tempi di latenza di molte delle patologie asbesto correlate e al fine di poter
approntare idonei strumenti di prevenzione, se non altro secondaria, con diagnosi precoce, ovvero ai
fini di prepensionamento con le maggiorazioni contributive ex art. 13, comma 8, L. 257/92.
Occorre dunque rapportarsi al passato al fine di verificare le esposizioni di lavoratori che
hanno svolto mansioni ora non più attuali, anche in seguito all introduzione del divieto di
estrazione, lavorazione e commercializzazione dell amianto, con l entrata in vigore della L. n.
257/92, anche se rimangono del tutto attuali le esposizioni di lavoratori impegnati in quelle attività
che prevedono la rimozione, la bonifica e lo smaltimento dell amianto ancora presente.
Apposite norme tecniche definiscono i criteri di allestimento e conduzione di questi cantieri
con un approccio di protezione dalle fibre di amianto che prevede contemporaneamente:
l'incapsulamento con prodotti vernicianti/impregnanti dei materiali contenenti amianto;
la massima protezione delle vie respiratorie degli addetti con dispositivi di protezione
individuale (DPI) adeguati;
la costante rimozione dell'inquinante mediante aspirazione ed espulsione dell'aria all'esterno
dei cantieri previa filtrazione assoluta.
L art. 249 del D.Lgs 81/08 detta le norme di valutazione del rischio, e si fonda sul prelievo di
aria confinata in zona respiratoria del lavoratore, attraverso una pompa portatile e membrana
filtrante, e successivo conteggio delle fibre depositate con il microscopio ottico in contrasto di fase
a 500 ingrandimenti. Il risultato dell'analisi si esprime in numero di fibre per millilitro d'aria (ff/ml).
Ai fini del conteggio si considerano solo le fibre più lunghe di 5 micron, con diametro inferiore a 3
micron e con rapporto di allungamento superiore a 3: esse vengono definite fibre regolamentate
FR (OMS, 1987), anche se ciò non è condivisibile, in quanto tutte le fibre di amianto sono dannose
per l organismo umano, e non a caso il Prof. Omura, riferendosi ad alcune valutazioni eseguite
dall EPA, che aveva conteggiato soltanto parte delle fibre, ha chiesto che gli venissero indicate le
14 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
evidenze scientifiche che avevano determinato quelle modalità di valutazione e che portavano ad
escludere il rischio per la salute per talune fibre di amianto12
.
Così sono di seguito riportate alcune esemplificazioni relative alle esposizioni personali
valutate con i criteri sopra esposti:
Rimozione coperture di cemento amianto non trattate e a secco: 0,03 0,3 ff/ml media 8 ore
0,2 ff/ml
Rimozione coperture di cemento amianto con trattamento 0,01 0,08 ff/ml media 8 ore 0,02
ff/ml
Addetti alla produzione vetro media 8 ore 0,3 ff/ml
Fustellatura guarnizioni media 8 ore 0,2 ff/ml
Smontaggio freni 0,2 2 ff/ml
Scoibentazione di amianto friabile 0,6 2 ff/ml
1.8.2 Gli ambienti di vita.
Per moltissimi anni il rischio di esposizione a fibre di amianto è stato considerato importante
solo per i lavoratori, mentre è stato del tutto sottovalutato quello non professionale e collegato solo
indirettamente al lavoro (familiari di lavoratori addetti ad attività con presenza di amianto o aree
interessate ad immissioni da stabilimenti produttivi) e ambientale, dovuto alla contaminazione degli
ambienti di vita con fibre di amianto presenti nelle aree antropizzate.
Sulla base di queste considerazioni sono stati emanati, oltre alla Legge 257/92, alcuni decreti
applicativi che hanno l'obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto in
edifici, manufatti e coperture.
Pur essendo il rischio causato dall'esposizione ad amianto nella popolazione di più difficile
valutazione rispetto a quello professionale, si deve innanzitutto precisare che non esiste una soglia
sotto la quale c è assenza di rischio13
, fermo restando che si dovrà tener conto
(a) della netta differenza tra amianto friabile (libero o tessuto o spruzzato etc.) e l amianto in
matrice compatta (come il cemento-amianto etc.) purché in buone condizioni, perché il primo è di
gran lunga più pericoloso, per la facilità con la quale può determinare la dispersione di fibre;
(b) la determinazione della concentrazione di fibre aerodisperse si effettua con prelievi su
membrana e conteggi in microscopia elettronica a scansione (SEM). Può essere anche utilizzata la
microscopia elettronica a trasmissione (TEM) attualmente adottata in Nord America;
(c) viene essere accordata la precedenza agli interventi di protezione per gli occupanti di
edifici quali scuole di ogni ordine e grado ed ospedali (Circolare n°45/86 del Ministero della
Sanità);
(d) erroneamente non sono considerati importanti comparti ambientali diversi dall'atmosfera,
pertanto l'amianto non è considerato rilevante tra gli inquinanti di tipo alimentare o del sottosuolo.
Le lobby hanno inciso e sono riuscite a far sottovalutare il pericolo che le fibre di asbesto
disperse nell acqua potabile trasportata in tubi di cemento-amianto possano determinare nei tanti
cittadini che la ingeriscono, o la utilizzano per le normali attività di vita (cucinare, lavarsi, etc.), e
che ne determina, con l evaporazione, la dispersione negli ambienti domestici, e quindi con la
inalazione per le persone che vi abitano.
12
Come precisa Giancarlo Ugazio in ASBESTO/AMIANTO, IERI, OGGI E DOMANI. VIAGGIO TRA VERITÀ, IPOCRISIA,
RETICENZA E DOLORE. Aracne, 2012.
13
Iarc, MONOGRAPHS ON THE EVALUATION OF CARCINOGENIC RISKS TO HUMANS, Volume 14, Asbestos, Summary Of
Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998.
CAPITOLO I | 15
I dati riportati nella letteratura scientifica, peraltro non molto omogenei in riferimento ai
metodi di campionamento e analisi impiegati, evidenziano concentrazioni di fibre aerodisperse
estremamente variabili che vanno da valori di 0,0001 ff/l (fibre/litro) in aria ambiente fino a 50
100 ff/l in ambienti confinati con amianto friabile degradato (dati riferiti a misure in microscopia
elettronica).
Queste esposizioni, a lungo sottovalutate, determinano comunque un rischio per la salute in
quanto per i cancerogeni non vi sono soglie sotto le quali si è a riparo assoluto da ogni rischio, e
perché le fibre inalate nel tempo si accumulano nell organismo e accrescono progressivamente il
rischio (probabilità) di provocare danni (soprattutto per gli anfiboli) e perché tra la popolazione
esposta sono compresi anche i bambini (si pensi alle scuole dove ancora oggi c è amianto) i quali
hanno una lunga aspettativa di vita ed hanno perciò più possibilità di sviluppare il tumore; e perché
in questo tipo di esposizioni non ci sono mezzi di protezione delle vie respiratorie, a differenza di
coloro che sono professionalmente esposti, per i quali sono previsti criteri di precauzione,
sorveglianza e controllo.
Bonanni - La storia dell'amianto nel mondo del lavoro
Capitolo II
Il rischio amianto e le patologie asbesto correlate
SOMMARIO: 2.1 Il rischio amianto. 2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di
asbesto. 2.3 La identificazione dell agente patogeno e la diagnosi delle patologie asbesto correlate e la verifica del nesso
di causalità attraverso l esame autoptico e istopatologico. 2.4 Le verruche da amianto e le altre manifestazioni cutanee.
2.5 Le pleuropatie asbesto correlate. 2.5.1 Le placche pleuriche e il loro meccanismo patogenetico. 2.5.2 L ispessimento
pleurico. 2.5.3 Versamenti pleurici benigni. 2.5.4 Atelettasie rotonde. 2.5.5 Broncopneumopatia ostruttiva. 2.6
L asbestosi. 2.7 La polmonite interstiziale desquamativa e la fibrosi interstiziale. 2.8 Il tumore del polmone. 2.9 Il
mesotelioma. 2.9.1 Il mesotelioma pleurico. 2.9.2 Il mesotelioma peritoneale. 2.9.3 Conclusioni in ordine al
mesotelioma. 2.10 Le patologie autoimmunitarie. 2.11 Tumore al pancreas ed amianto. 2.12 Le neoplasie dell apparato
gastrointestinale. 2.13 L asbesto nell apparato riproduttivo. 2.14 I tumori della faringe e laringe. 2.15 Tumori
dell apparato urogenitale (rene e prostata). 2.16 Tumori dei tessuti emolinfopoietici.
2.1 Il rischio amianto.
Tutte le fibre di amianto sono contaminano l ambiente e ledono il corpo umano, in base alle
loro caratteristiche, dalla composizione chimica alla provenienza, dalla lunghezza e diametro al loro
rapporto, e alla capacità di dispersione; quest ultima dipende pure dal tipo di utilizzazione e
lavorazione, e non solo dalla reattività di superficie e dalla loro biodurabilità, che già ne
condizionano la persistenza a livello alveolare o pleurico e i meccanismi patogenetici di fagocitosi
dei macrofagi o la formazione di granulomi14
.
Le fibre di amianto hanno una capacità di penetrazione nel corpo umano inversamente
proporzionale al diametro, e quelle anfiboliche, perché rettilinee, attraversano più agevolmente il
tessuto polmonare e raggiungono la pleura rispetto a quelle di crisotilo che hanno una forma
ricurva; tutte sono cancerogene (la IARC - Monographs supplement 7, Asbestos [group 1]15
contempla tutti i tipi di asbesto tra le sostanze cancerogene del gruppo 1), senza che si possa
stabilire un livello di esposizione dell essere umano sotto il quale non ci sia rischio di contrarre
cancro (come precisa ancora la IARC Monographs On The Evaluation Of Carcinogenic Risks To
Humans, Volume 14, Asbestos, Summary Of Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last
Updated: 26 March 1998: At present, it is not possible to assess whether there is a level of
exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur 16
); per di più, ogni
esposizione aumenta il rischio di insorgenza ovvero diminuisce i tempi di latenza o aumenta la
progressione della patologia tumorale eventualmente innescata. L esposizione a qualunque tipo di
fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata (Organizzazione Mondiale
della Sanità, 1986), per evitare che quantità minime di minerale, inalate o ingerite, possano far
ammalare chi è particolarmente predisposto o chi si trova in particolari condizioni enzimatiche.
L entità e il tipo di esposizione incide sia sulla valutazione delle misure di prevenzione
primaria e secondaria che debbono essere eventualmente adottate, poiché evidentemente chi è stato
esposto alla crocitolite avrà una più elevata probabilità di contrarre mesotelioma, rispetto a chi lo è
14
Donaldson K, Murphy FA, Duffin R, Poland CA. ASBESTOS, CARBON NANOTUBES AND THE PELURAL MESOTHELIUM:
A REVIEW OF THE HYPOTHESIS REGARDING THE ROLE OF LONG FIBRE RETENTION IN THE PARIETAL PLEURA,
INFLAMMATION AND MESOTHELIOMA. Part Fibre Toxicol. 2010; 22: 7:5.
15
IARC MONOGRAPHS SUPPLEMENT 7, Asbestos (group 1), 106-116, 1987.
16
Iarc MONOGRAPHS ON THE EVALUATION OF CARCINOGENIC RISKS TO HUMANS, Volume 14, Asbestos, Summary Of
Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998.
18 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO
stato al crisotilo, anch esso cancerogeno ma con una minore capacità patogenetica, sia sulla
valutazione medico-legale del danno e del nesso di causalità ove insorgano delle patologie asbesto
correlate.
2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di asbesto.
L anamnesi lavorativa al pari della identificazione della natura mineralogica delle fibre di
asbesto inalate assume un ruolo determinante per valutare la necessità di sorveglianza sanitaria e per
modularne il protocollo, come già evidenziato dal Prof. Emilio Sartorelli17
:
particolare importanza , oltre ad un accurata anamnesi lavorativa e ad uno studio
approfondito dei luoghi di lavoro e delle mansioni eseguite, anche la identificazione delle fibre
presenti nei materiali utilizzati durante le varie lavorazioni, nelle polveri sedimentate e
soprattutto nei liquidi di lavaggio bronco-alveolare; infatti l identificazione della natura
mineralogica delle fibre di asbesto è determinante perchè, come è noto, l azione patogena è
maggiore per gli asbesti di anfibolo rispetto all asbesto di serpentino (crisotilo) .
I vari tipi di asbesto contenuti nei materiali possono essere identificati, sempre seguendo
il prof. Pietro Sartorelli, attraverso diverse tecniche:
- Microscopia ottica in contrasto di fase (impiegando il metodo della dispersione cromatica);
- Diffrattometria a raggi X;
- Spettroscopia infrarossa;
- Microscopia elettronica a scansione con sonda per la microanalisi dei raggi X in dispersione
di energia;
- Microscopia elettronica a trasmissione con sonda per la microanalisi dei raggi X in
dispersione di energia.
Tutte le tecniche analitiche sopra elencate presentano caratteristiche che, a seconda dei casi, ne
limitano o ne richiedono l utilizzo esclusivo di alcune piuttosto che di altre.
L analisi sui materiali viene normalmente eseguita mediante microscopia ottica in contrasto di
fase impiegando il metodo della dispersione cromatica, o diffrattometria a raggi X o spettroscopia
infrarossa. Tali tecniche presentano limitazioni dovute sia ai limiti di rivelabilità strumentali, sia al
fatto che, ad esempio, la diffrattometria e la spettroscopia infrarossa non sono in grado di distinguere,
dei vari minerali, le forme fibrose da quelle non fibrose ed, inoltre sono possibili interferenze in
presenza di matrici complesse.
Da quanto sopra riportato emerge che non sempre l analisi qualitativa effettuata con le
metodiche analitiche descritte può dare una risposta certa sulla presenza e sulla natura dell asbesto
esistente in un campione quando questo sia inglobato in matrice complessa; per questo motivo si rende
necessario l utilizzo della microscopia elettronica in quanto è l unica metodica che consente, mediante
la sonda per la microanalisi di raggi X in dispersione di energia, di risalire alla composizione in ossidi
degli elementi presenti nella singola fibra che stiamo analizzando.
Per qualificare e quantificare l esposizione personale, è decisivo lo studio del BAL,
attraverso il quale si possono ricavare dati scientificamente apprezzabili, sui quali modulare il
programma di sorveglianza sanitaria, e come prova documentale per ottenere l accredito delle
maggiorazioni contributive e il riconoscimento di eventuali patologie asbesto-correlate che
dovessero insorgere:
Il risultato derivante dallo studio mediante microscopia ottica del BAL è sicuramente un
indicatore dell esposizione passata ad asbesto, in quanto documenta la presenza o meno dei
corpuscoli di asbesto; tale presenza fa sicuramente da discriminante tra la popolazione esposta e
17
Emilio Sartorelli, MANUALE DI MEDICINA DEL LAVORO, Piccin-Nuova Libraria, 1998.
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Bonanni - La storia dell'amianto nel mondo del lavoro

  • 1. LA STORIA DELL’AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO EZIO BONANNI Rischi, Danni e Tutele Prestazioni previdenziali e risarcimenti
  • 2. ©Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Proprietà letteraria riservata ISBN 978-88-909105-2-4 Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Via Crescenzio, 2 00193 Roma http://osservatorioamianto.jimdo.com/ Email osservatorioamianto@gmail.com Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% del volume. Sono vietate in tutti i Paesi la traduzione, la riproduzione, la memorizzazione elettronica e l adattamento, anche parziali, con qualsiasi mezzo effettuate, per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale senza la specifica autorizzazione dell Editore.
  • 3. EZIO BONANNI LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO Rischi, danni e tutele Prestazioni previdenziali e risarcimenti Prefazione Prof. Pietro Sartorelli Editore: Osservatorio Nazionale sull Amianto ONA Onlus Tutti i diritti sono riservati a norma di legge e a norma delle convenzioni internazionali Edizione riveduta: 31 Dicembre 2013 ISBN 9788890910524
  • 4. Ringrazio tutti coloro che nel tempo hanno reso possibile, con la loro scienza e coscienza, la realizzazione di quest opera, tra i quali il Prof. Pietro Sartorelli, il Prof. Giancarlo Ugazio, il Dott. Paolo Pitotto e tanti altri scienziati dai quali ho appreso molte delle cognizioni tecnico-scientifiche, e tutti i miei collaboratori, tra i quali la Dott.ssa Silvia Arata, la Dott.ssa Anna Corbi, l Avv.ssa Maria Linda Bruno, senza dimenticare tutti coloro che fanno parte dell Osservatorio Nazionale Amianto, preziosi compagni di viaggio, a cominciare dal Segretario Nazionale, Dott. Michele Rucco, la Dott.ssa Stefania Divertito, il Dott. Gianni Avvantaggiato, il Dott. Claudio Zappalà, e si potrebbe continuare ancora.
  • 5. A tutte le vittime dell amianto e ai loro familiari e al tempo stesso a tutti coloro che giorno dopo giorno dedicano le loro energie, la loro esistenza per porre fine a questo genocidio, e per rendere giustizia a migliaia e migliaia di morti, e per sconfiggere definitivamente questo killer silenzioso, contro ogni complicità e connivenza, per un mondo migliore, veramente giusto ed equo in cui anche le Istituzioni finalmente perseguano la tutela della salute e dell ambiente e con esso la dignità della persona.
  • 6. Prefazione Nel 2006 la World Health Organization (WHO) dichiarava ufficialmente che la migliore soluzione per eliminare le patologie asbesto-correlate consisteva nella cessazione dell impiego di tutti i tipi di amianto. Tale affermazione teneva conto del fatto che non esiste un livello di esposizione per quanto basso al di sotto del quale il rischio di contrarre malattie da asbesto era scongiurato. Nello stesso anno l International Labour Organization (ILO), a sua volta, invitava ad eliminare l uso dell asbesto e ad identificare e trattare convenientemente l amianto presente negli ambienti di vita e di lavoro per prevenire l insorgenza di future malattie e morti da asbesto. Malgrado ciò in molti Paesi si continua l estrazione e la vendita dell amianto, soprattutto del tipo serpentino rappresentato dal crisotilo, anche se in alcuni di essi la produzione e/o l uso di manufatti in amianto è bandita. Questo tipo di politica è stata recentemente condannata dall International Commission on Occupational Health (ICOH) che nello statement Global asbestos ban and the elimination of asbestos-related diseases del 2012 richiama anche l attenzione sulla necessità nel campo specifico di una prevenzione primaria, secondaria e terziaria. In particolare, per la stessa ICOH, la prevenzione terziaria deve includere da parte della Sanità Pubblica le cure mediche e riabilitative finalizzate alla riduzione per quanto possibile della disabilità derivante dalle patologie da asbesto, nonché la valutazione della stessa invalidità in modo da garantire i relativi benefici. Risulta incredibile come, di fronte ai pronunciamenti di tutti gli organismi internazionali che univocamente condannano l amianto, ancora oggi in alcuni casi si voglia far credere che esista incertezza scientifica per quanto riguarda la sua nocività. In effetti nel nostro Paese solo recentemente si è diffusa la consapevolezza dei danni per la salute pubblica derivanti dall uso massivo dell amianto avvenuto nei decenni passati, in gran parte osservati oggi e negli anni a venire. Dati i lunghi tempi di latenza di queste malattie infatti le azioni volte alla loro prevenzione dovranno continuare per vari decenni dopo l effettiva interruzione dell estrazione e dell uso dell asbesto. In questo ambito deve essere inquadrata la battaglia sostenuta quotidianamente da Ezio Bonanni e dall Osservatorio Nazionale Amianto (ONA), la ONLUS da lui fondata che rapidamente ha raccolto sostegno sia nel mondo politico che scientifico. Questa sua ultima fatica, che segue numerosi altri libri sull argomento, rende conto del livello di approfondimento raggiunto non solo nell ambito giuridico a lui congeniale, ma anche, quale cultore della materia, in campo scientifico, occupandosi con disinvoltura al tempo stesso degli aspetti mineralogici, igienistici industriali e medici della materia. Probabilmente mai nessuno era riuscito a riunire in un unica opera dedicata alla tutela dei rischi lavorativi da amianto la trattazione approfondita di argomenti di natura così differente, dedicando anche una considerevole parte del volume alla storia dell amianto e dell emersione del rischio morbigeno che derivava dal suo impiego, avvenuta progressivamente in campo scientifico e giurisprudenziale. Questo sforzo è premiato dall omogeneità dell opera stessa che molto difficilmente si sarebbe potuta ottenere se fosse stata realizzata da più autori. Il libro risulta al tempo stesso consigliabile a chi per la prima volta si avvicina a questa tematica per semplice curiosità o desiderando arricchirsi culturalmente, come a chi intenda approfondirne gli aspetti tecnici, giuridici e scientifici. In tal senso la trattazione è molto estesa e in grado di accontentare i professionisti in ambito legale e medico che vogliano aggiornarsi sui molti e diversi problemi che l asbesto ha purtroppo creato in ambito lavorativo. Il compito non era facile ed Ezio Bonanni ha dimostrato grande sensibilità e competenza affrontando temi di estrema delicatezza e attualità. Pietro Sartorelli
  • 7. Introduzione I minerali di amianto sono responsabili della morte o di gravi malattie in migliaia e migliaia di cittadini e lavoratori, e di loro congiunti, tale da costituire un emergenza non solo sanitaria e giudiziale, ma soprattutto sociale e per certi versi culturale, ove si consideri la sottovalutazione del rischio, e della poca attenzione per la tutela dell ambiente e della salute, mentre invece fin dall inizio o quantomeno dagli anni 30, del secolo scorso, c era piena consapevolezza di quanto pregiudizio si determinasse per la salute umana e per l ambiente a causa dell utilizzo esponenzialmente crescente dell asbesto, utilizzato in più di 3.000 applicazioni e presente pure nelle scuole e negli ospedali. Si è reso necessario, quindi, ricostruire le vicende che hanno portato alla mobilitazione sempre crescente di cittadini e lavoratori, di professionisti e uomini politici, fino alla messa al bando dell amianto nel nostro paese in seguito alla legge n. 257 del 1992, con uno sguardo attento in prospettiva ai progressi della scienza ed una attenzione per la prevenzione primaria, e per gli strumenti di tutela, anche previdenziale e risarcitoria. Questo libro vuole essere anche lo strumento attraverso il quale chiunque possa trovare un sostegno per la tutela delle sue ragioni, se e quando si senta o si ritenga vittima del minerale, o in dovere di agire per spirito e coscienza etica. Vengono suggeriti gli strumenti attraverso i quali ottenere il riconoscimento delle prestazioni previdenziali legate all esposizione all amianto e all insorgenza delle patologie asbesto correlate, e per ottenere anche il risarcimento del maggior pregiudizio sofferto, sotto il profilo patrimoniale e non patrimoniale, con analisi e proposte per la tutela procedimentale e giurisdizionale, dal quale deriva un inteccio virtuoso per la tutela della salute del genere umano e la speranza in un mondo migliore da lasciare in eredità ai nostri figli e alle future generazioni. L autore
  • 8. INDICE SOMMARIO 1. Che cos è l amianto................................................................................................................................ 1 1.1 I minerali di amianto.......................................................................................................................... 1 1.2 La classificazione............................................................................................................................... 1 1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei vari tipi di amianto.................................................... 4 1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto. ....................................................................................... 6 1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti amianto. ............................................................................. 9 1.6 La produzione di amianto nel Novecento...........................................................................................10 1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese............................................................................................12 1.8 I livelli di rischio...............................................................................................................................13 1.8.1 Gli ambienti di lavoro...............................................................................................................13 1.8.2 Gli ambienti di vita...................................................................................................................14 2. Il rischio amianto e le patologie asbesto correlate................................................................................17 2.1 Il rischio amianto. .............................................................................................................................17 2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di asbesto. ...............................18 2.3 La identificazione dell agente patogeno, la diagnosi delle patologie asbesto correlate e la verifica del nesso di causalità attraverso l esame autoptico e istopatologico. .......................................................19 2.4 Le verruche da amianto e le altre manifestazioni cutanee...................................................................23 2.5 Le pleuropatie asbesto correlate. .......................................................................................................23 2.5.1 Le placche pleuriche e il loro meccanismo patogenetico. ..........................................................24 2.5.2 L ispessimento pleurico............................................................................................................30 2.5.3 Versamenti pleurici benigni......................................................................................................30 2.5.4 Atelettasie rotonde....................................................................................................................30 2.5.5 Broncopneumopatia ostruttiva. .................................................................................................30 2.6 L asbestosi........................................................................................................................................31 2.7 La polmonite interstiziale desquamativa e la fibrosi interstiziale........................................................35 2.8 Il tumore del polmone. ......................................................................................................................35 2.9 Il mesotelioma. .................................................................................................................................42 2.9.1 Il mesotelioma pleurico. ...........................................................................................................43 2.9.2 Il mesotelioma peritoneale........................................................................................................48 2.9.3 Conclusioni in ordine al mesotelioma. ......................................................................................51 2.10 Le patologie autoimmunitarie............................................................................................................54 2.11 Tumore al pancreas ed amianto. ........................................................................................................57 2.12 Le neoplasie dell apparato gastrointestinale.......................................................................................57 2.13 L asbesto nell apparato riproduttivo..................................................................................................59 2.14 I tumori della faringe e laringe. .........................................................................................................62 2.15 Tumori dell apparato urogenitale (rene e prostata).............................................................................62 2.16 Tumori dei tessuti emolinfopoietici. ..................................................................................................63 3. L amianto nella storia fino agli albori del XX secolo...........................................................................65 3.1 L etimologia. ....................................................................................................................................65 3.2 L utilizzo dell amianto nel mondo classico........................................................................................66 3.3 Gli albori della Medicina del Lavoro.................................................................................................67 3.4 Il Medioevo. .....................................................................................................................................67 3.5 Il Rinascimento e la Prima Rivoluzione Industriale. ..........................................................................68 3.6 La nascita della moderna Medicina del Lavoro: l emersione delle patologie polmonari causate dalle polveri e della necessità della prevenzione ........................................................................................69
  • 9. 3.7 La Rivoluzione Industriale. ...............................................................................................................70 3.8 La produzione e l utilizzo dell amianto nel XIX secolo. ....................................................................71 3.9 Lo studio delle pneumoconiosi e le prime norme di igiene pubblica nel XIX secolo...........................72 4. Emersione del rischio morbigeno per esposizione ad amianto ............................................................83 4.1 Il rischio morbigeno per esposizione ad amianto nella Inghilterra Vittoriana......................................83 4.2 Le norme di igiene e sanità pubblica nell Italia all inizio del XX secolo. ...........................................85 4.3 Gli studi di igiene industriale e di medicina del lavoro all inizio del XX secolo. ................................85 4.4 L istituzione della clinica del lavoro di Milano..................................................................................88 4.5 Le Sentenze del Tribunale e della Corte di Appello di Torino............................................................88 4.6 La conoscenza scientifica dei danni alla salute provocati dalle fibre di amianto. ................................92 4.7 L istituzione dell Ispettorato dell Industria e del Lavoro e le nuove norme igieniche con il divieto di esportazione dell amianto e la evoluzione normativa nel primo decennio del XX secolo....................95 4.8 La Medicina del Lavoro nel II decennio del XX secolo. ....................................................................95 4.9 Le acquisizioni scientifiche degli anni 20.........................................................................................98 4.10 Il nuovo Regolamento generale per l igiene del lavoro e l Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali .....................................................................................................................105 5. L asbestosi come malattia professionale e il suo riconoscimento giuridico.......................................107 5.1 Le pubblicazioni scientifiche dei primi anni 30. .............................................................................107 5.2 L evolversi della scienza, della legislazione e della giurisprudenza nella seconda metà degli anni 30 .......................................................................................................................109 5.3 La legge 455 del 1943 e il definitivo riconoscimento dell asbestosi come malattia professionale. ....113 6. Emersione del nesso di causalità tra esposizione all amianto e neoplasie polmonari .......................121 6.1 L occultamento delle risultanze scientifiche circa il nesso causale tra l esposizione all amianto e il tumore del polmone. .......................................................................................................................121 6.2 Il tumore al polmone come patologia asbesto correlata....................................................................121 6.3 La Costituzione e il lavoro. .............................................................................................................124 6.4 Il faticoso percorrere della scienza; la non attuazione delle norme giuridiche in tema di prevenzione e di protezione; il definitivo approccio diagnostico e terapeutico dell asbestosi ed emersione della consapevolezza del rischio morbigeno dell amianto per le patologie neoplastiche (1951-1960)........125 7. Amianto e mesoteliomi........................................................................................................................131 7.1 I primi casi di associazione certa tra esposizione ad amianto e mesotelioma. ...................................131 7.2 La consapevolezza unanime sul nesso di causalità tra amianto e mesotelioma e carcinoma polmonare, grazie al Dott. Irving J. Selikoff e il contributo scientifico dei medici del lavoro italiani. .................135 7.3 Le lotte del movimento operaio, la conferma degli studi, le loro pubblicazioni nel periodo 1971-80 136 7.4 L emersione della normativa comunitaria, e la prosecuzione del dibattito scientifico sul rischio morbigeno indotto dalle fibre di amianto, attraverso la Direttiva 477/83/CEE, e le premesse per la messa al bando dell amianto (1981-1990). ......................................................................................138 7.5 La messa al bando dell amianto, e il progresso della medicina del lavoro (1991-2000), conferma del rischio anche a basse dosi................................................................................................................147 8. I diritti della persona ..........................................................................................................................153 8.1. Il diritto. .........................................................................................................................................153 8.2 La dimensione etica del diritto. .......................................................................................................154 8.3 Salute e diritto.................................................................................................................................156 8.4 La dignità come valore della persona umana. ..................................................................................162 8.5 La dignità nella Costituzione italiana...............................................................................................162 8.6 La sintesi dei diritti fondamentali della persona...............................................................................163
  • 10. 8.7 La nozione giuridica di salute..........................................................................................................163 8.8 Il diritto al lavoro salubre come sintesi tra il diritto-dovere al lavoro, tutela della salute e della personalità morale dei prestatori d opera , e come presupposto per la tutela di ogni altro diritto......164 8.9 La salute quale ambito inviolabile della dignità umana....................................................................167 8.10 Il Trattato di Lisbona come strumento promozionale dei diritti della persona umana........................167 9. La tutela dell ambiente .......................................................................................................................169 9.1 Emersione della tutela dell ambiente nel diritto internazionale, nel diritto comunitario e nel diritto interno. ...........................................................................................................................................169 9.1.1 Le origini e le successive affermazioni del diritto all ambiente................................................169 9.1.2. Il principio dello sviluppo sostenibile. ...................................................................................169 9.1.3. Emersione nel diritto internazionale dei principi di precauzione e di valutazione di impatto ambientale e di internalizzazione.....................................................................................................170 9.2 Il diritto all ambiente, il principio di sviluppo sostenibile e di chi inquina paga , di prevenzione e di precauzione nel diritto comunitario. ................................................................................................171 9.3 Quadro complessivo della disciplina nazionale in materia di ambiente.............................................172 9.3.1 Il recepimento dei principi di diritto comunitario. ...................................................................172 9.3.2 L ambiente come fondamentale diritto della persona umana. ..................................................173 9.3.3 Il diritto all ambiente quale presupposto necessario per la tutela di altri diritti fondamentali . 173 9.3.4 Il diritto all ambiente come protezione integrata e complessiva dei valori naturali insieme con quelli consolidati e con quelli sanciti dalle altre norme costituzionali. ............................................173 9.3.5 Una prima nozione di danno ambientale. ................................................................................174 9.3.6. L ambiente come bene primario ed assoluto. .........................................................................175 10. Igiene e sicurezza del lavoro .............................................................................................................177 10.1 L obbligo di sicurezza dell ambiente lavorativo nelle fonti comunitarie...........................................177 10.2 La direttiva quadro 89/391 ed i suoi rapporti con il diritto nazionale................................................180 10.2.1 I soggetti della sicurezza.......................................................................................................180 10.2.2 La prevenzione dei rischi alla fonte.......................................................................................181 10.2.3 La procedimentalizzazione dell'obbligo di prevenzione dei rischi..........................................181 10.2.4. Garanzia della massima sicurezza tecnologicamente fattibile. ..............................................182 10.3 L art. 2087 c.c. quale presupposto della responsabilità contrattuale ed extracontrattuale del datore di lavoro. ............................................................................................................................................183 10.4 Le misure di prevenzione. ...............................................................................................................184 10.5 Informazione e formazione dei lavoratori........................................................................................185 10.6. Coinvolgimento dei lavoratori nella tematica della prevenzione.......................................................185 10.7 La natura giuridica della pretesa del lavoratore alla massima sicurezza tecnicamente possibile. .......186 10.8. Il recepimento della direttiva quadro n. 89/391/CEE........................................................................189 10.9 Esigenza di un testo unico . ...........................................................................................................189 10.10 Le direttive sulla protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un esposizione ad agenti chimici, fisici e biologici.................................................................................................................190 11. La normativa dell amianto tra diritto comunitario e diritto interno ..............................................193 11.1 Premessa.........................................................................................................................................193 11.2 La direttiva 477/83/CEE avente ad oggetto la protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l esposizione all amianto durante il lavoro . ....................................................................................193 11.3 Il mancato recepimento della direttiva 477/83/CEE e la condanna della Corte di Giustizia...............194 11.4 Condanna della Corte di Giustizia delle Comunità Europee (Quinta Sezione) a carico della Repubblica Italiana con decisione del 15 novembre 2001 nella causa C-49/00 per inadempimento in tema di servizio di prevenzione e protezione................................................................................................196
  • 11. 11.5 L'elusivo tentativo italiano di adeguarsi a quanto disposto dalla Corte di Giustizia...........................196 11.6 La direttiva 2009/148/CE del 30.11.2009. .......................................................................................198 11.7 Sostanziale elusione della normativa comunitaria e violazione del quadro costituzionale dei diritti della persona, in tema di protezione dei lavoratori dall amianto (e dagli altri cancerogeni).......................199 11.7.1 Carenza di un testo unico in materia di amianto (e di altri patogeni)......................................199 11.7.2 Le disposizioni normative entrate in vigore con il D.Lgs. 81 del 2008.......Errore. Il segnalibro non è definito.200 11.8 Osservazioni conclusive..................................................................................................................207 11.9 Il diritto al risarcimento dei danni per inadempimento degli obblighi comunitari e per violazione delle disposizioni costituzionali. ..............................................................................................................207 12. Le prestazioni assicurative erogate dall Inail...................................................................................215 12.1 La funzione di tutela del lavoratore. ................................................................................................215 12.2 L indennizzo del danno biologico e la rendita..................................................................................216 12.3 Gli istituti di previdenza..................................................................................................................216 12.4 La natura giuridica delle patologie asbesto correlate........................................................................217 12.5 Le patologie asbesto correlate nelle tabelle delle malattie professionali............................................219 12.6 Le prestazioni INAIL in caso di asbestosi........................................................................................220 12.7 Le altre patologie asbesto correlate che figurano nelle tabelle INAIL...............................................222 12.8 L onere della prova a carico dell INAIL per superare la presunzione legale di origine professionale della patologia se contemplata nelle tabelle. ....................................................................................222 12.9 Il superamento del sistema tabellare. ...............................................................................................222 12.10 Le prestazioni. ................................................................................................................................227 12.11 Le prestazioni sanitarie. ..................................................................................................................227 12.12 Le prestazioni economiche in favore dell assicurato........................................................................227 12.12.1 Inabilità temporanea assoluta..............................................................................................228 12.12.2 Le prestazioni per inabilità permanente...............................................................................228 12.13 Altre prestazioni..............................................................................................................................230 12.13.1 L assegno di incollocabilità. ...............................................................................................230 12.13.2 La rendita di passaggio. ......................................................................................................230 12.13.3 Le quote integrative............................................................................................................231 12.14 Le prestazioni ai superstiti...............................................................................................................232 12.14.1 La rendita in favore del coniuge, dei figli e degli altri familiari. ..........................................232 12.14.2 Assegno continuativo mensile.............................................................................................232 12.14.3 Assegno funerario...............................................................................................................233 12.14.4 Prestazioni del Fondo Gravi Infortuni. ................................................................................233 12.15 La procedura per ottenere l indennizzo............................................................................................233 12.16 La prescrizione. ..............................................................................................................................233 12.17 Decorrenza della prescrizione..........................................................................................................234 13. I benefici contributivi per esposizione ad amianto...........................................................................237 13.1 Le rivalutazioni contributive. ................................................ Errore. Il segnalibro non è definito.237 13.2 L art. 13, commi 6 e 7 della Legge 257/92. .....................................................................................238 13.3 La natura giuridica delle maggiorazioni contributive ex art. 13, comma 8, Legge 257/92.................238 13.4 Le modifiche alla fattispecie di cui all art. 13 comma 8 legge 257/92 introdotte dall art. 47 della legge 326/03. ...........................................................................................................................................240 13.5 Applicabilità della nuova disciplina dettata dall art. 47 I comma della legge 326/03. .......................241 13.6 I casi per i quali non si applica la disciplina della decadenza per il mancato deposito della domanda all INAIL nel termine del 15.06.2005..............................................................................................246
  • 12. 13.7 L art. 24, comma 6, del D.L. 201/11 convertito in legge 214/11 (cosiddetta Legge Salva Italia ) e l impatto sui lavoratori esposti all amianto......................................................................................249 13.8 Accertamento dell esposizione qualificata ai fini del riconoscimento del diritto di cui all art. 13, comma 8, l. 257/92. ........................................................................................................................252 13.8.1 Il limite di soglia. .................................................................................................................252 13.8.2 La competenza delle CONTARP regionali............................................................................252 13.8.3 L utilizzo del Database Amyant INAIL e dell algoritmo di calcolo dell Ente tedesco Berufsgenossenchaften per la valutazione tecnica dell esposizione. .................................................255 13.8.4 La tutela giurisdizionale del diritto........................................................................................255 13.9 Gli atti di indirizzo ministeriali........................................................................................................256 13.10 Contenuto dell atto di indirizzo ministeriale. ...................................................................................259 13.11 Sulla natura giuridica degli atti di indirizzo ministeriali...................................................................260 13.12 Sulla legittimità degli atti di indirizzo ministeriali. ..........................................................................261 13.13 L intervento del legislatore per assicurare valore legale agli atti di indirizzo ministeriale.................262 13.14 Le norme di cui all art. 1, commi 20, 21 e 22 della legge n. 247 del 2007. .......................................263 13.15 Il Decreto 12.03.08 e l atto Inail del 19.05.08 n. 60002....................................................................263 13.16 La legittimazione passiva................................................................................................................266 13.17 La decadenza ex art. 47 del DPR 639/70. ........................................................................................267 14. Le altre forme di tutela sociale .........................................................................................................271 14.1 Il Fondo Vittime dell Amianto. .......................................................................................................271 14.2 Le prestazioni del Fondo.................................................................................................................272 14.3 Profili di illegittimità del decreto del Ministro del Lavoro n. 30 del 12.01.2011...............................272 14.4 Impugnazione del Decreto Interministeriale innanzi al Tribunale Amministrativo Regionale Lazio. 273 14.5 Il procedimento amministrativo e le opzioni processuali per il riconoscimento del diritto (anche a coloro che non sono titolari di rendita Inail). ...................................................................................277 14.6 L equiparazione alle vittime del dovere nella Marina Militare. ........................................................278 15. La responsabilità penale in materia di amianto...............................................................................281 15.1 Il fondamento costituzionale della repressione penale......................................................................281 15.2 La responsabilità penale..................................................................................................................281 15.3 I reati omissivi. ...............................................................................................................................282 15.4 Le fonti del diritto penale del lavoro................................................................................................282 15.5 La responsabilità amministrativa delle persone giuridiche. ..............................................................282 15.6 La non efficace applicazione delle norme di sicurezza e di prevenzione...........................................283 15.7 Il microsistema penale di cui agli artt. 434 e 437 c.p........................................................................285 15.7.1 L art. 437 c.p........................................................................................................................287 15.7.2 La condotta nella fattispecie penale di cui all art. 437 c.p......................................................289 15.7.3 Il disastro o infortunio. .........................................................................................................291 15.7.4 Il dolo nell ipotesi di reato di cui all art. 437 c.p...................................................................293 15.7.5 L'ipotesi del secondo comma dell art. 437 del codice penale. ...............................................293 15.7.6 La fattispecie dell'art. 434 del codice penale. .......................................................................301 15.7.7 La condotta nel reato di cui all art. 434 del codice penale......................................................303 15.7.8 Il dolo...................................................................................................................................304 15.7.9 L'ipotesi del secondo comma dell art. 434 del codice penale. ................................................306 15.8 La fattispecie di cui all art. 451 del codice penale............................................................................308 15.9 L art. 449 del codice penale. ...........................................................................................................309 15.10 La recente evoluzione normativa e il nuovo quadro sanzionatorio....................................................310 15.11 Le associazioni come formazioni sociali con le quali far valere i diritti............................................311 15.12 La costituzione di parte civile nel processo penale...........................................................................312
  • 13. 15.13 La legittimazione processuale delle associazioni a costituirsi parte civile e/o a intervenire nel processo penale. ............................................................................................................................................313 15.14 Il nesso di causalità.........................................................................................................................317 15.15 Le componenti dell illecito omissivo...............................................................................................321 15.15.1 Il legame tra il non fare e l evento naturalistico...................................................................321 15.15.2 Quanto all asbestosi............................................................................................................329 15.15.3 Quanto al tumore polmonare...............................................................................................331 15.15.4 Quanto al mesotelioma. ......................................................................................................335 15.16 L elemento psicologico del reato.....................................................................................................347 15.17 La colpa nei casi di patologie asbesto correlate................................................................................347 16. La responsabilità civile del datore di lavoro.....................................................................................359 16.1 La natura giuridica della responsabilità del datore di lavoro.............................................................359 16.2 Il regime probatorio nei diversi profili di responsabilità...................................................................359 16.3 La colpa contrattuale e la colpa aquiliana. .......................................................................................361 16.4 La irrilevanza del luogo dello svolgimento delle mansioni...............................................................363 16.5 Le affermazioni confessorie di Confindustria e la consapevolezza del rischio cui si è voluto consapevolmente sottoporre i lavoratori esponendoli all amianto.....................................................363 16.6 L eccezione del datore di lavoro circa l inesistenza di una norma che imponesse limiti di soglia e la mancata verifica dell entità dell esposizione....................................................................................364 16.7 La risarcibilità dei danni differenziali e complementari del lavoratore in caso di insorgenza di malattia professionale...................................................................................................................................366 16.8 Il nesso di causalità in materia di responsabilità civile. ....................................................................368 16.9 La responsabilità in caso di esposizione ambientale.........................................................................373 16.10 Inizio della decorrenza della prescrizione in tema di responsabilità contrattuale ed aquiliana. ..........373 17. I danni risarcibili e la loro quantificazione ......................................................................................375 17.1 Il danno potenziale..........................................................................................................................375 17.2 Il danno statisticamente accertato....................................................................................................375 17.3 La risarcibilità dei pregiudizi da esposizione ad amianto..................................................................376 17.4 La risarcibilità del danno biologico a causa del semplice pericolo cagionato dall alterazione anche in assenza di incidenza funzionale.......................................................................................................379 17.5 Disturbo post traumatico da stress legato alla condizione esistenziale di paura di ammalarsi quale malattia professionale indirettamente legata alla esposizione ad amianto. ........................................379 17.6 I pregiudizi esistenziali e morali legati all esposizione ad amianto in caso di assenza di patologia asbesto correlata..............................................................................................................................380 17.7 La risarcibilità dei danni ulteriori, anche in caso di accredito della maggiorazione contributiva di cui all art. 13, commi 6, 7, 8, della legge n. 257/92. ..............................................................................382 17.8 La risarcibilità dei danni differenziali e complementari....................................................................382 17.9 L integrale risarcimento di tutti i pregiudizi.....................................................................................387 17.10 Il principio di integralità del risarcimento del danno ......................................................................389 17.11 La risarcibilità del danno morale. ....................................................................................................392 17.12 Il principio di integralità del risarcimento del danno delle vittime dell amianto. ............................394 17.13 La risarcibilità dei danni subiti dai familiari. ...................................................................................395 17.14 La quantificazione dei danni............................................................................................................396 18. Prevenzione primaria, diagnosi precoce e pubbliche responsabilità...............................................401 18.1 L incidenza di patologie asbesto correlate in Italia...........................................................................401 18.1.1 I dati epidemiologici del mesotelioma...................................................................................401 18.1.2 La valutazione dell incidenza delle altre patologie. ...............................................................404
  • 14. 18.2 La necessità di aggiornamento delle tabelle delle patologie asbesto correlate...................................405 18.3 La prevenzione primaria..................................................................................................................405 18.4 La diagnosi precoce come forma di prevenzione secondaria. ...........................................................407 18.5 Amianto: monitoraggio preventivo periodico per gli ex esposti, già prevista dall art. 29 del D.Lgs. 277/91. ...........................................................................................................................................408 18.6 Le prospettive: dalla bonifica integrale al risarcimento dei danni. ....................................................411 BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE ...........................................................................................................413
  • 15. Capitolo I Che cos è l amianto SOMMARIO: 1.1 I minerali di amianto. 1.2 La classificazione. 1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei vari tipi di amianto. 1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto. 1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti amianto. 1.6 La produzione di amianto nel Novecento. 1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese. 1.8 I livelli di rischio. 1.8.1 Gli ambienti di lavoro. 1.8.2 Gli ambienti di vita. 1.1 I minerali di amianto. Il termine amianto o asbesto indica quei silicati fibrosi che, diversamente dagli altri, hanno capacità di suddivisione longitudinale in fibrille, lunghe e flessibili e sempre più sottili, fino a poter raggiungere un diametro di 0,25 m (1300 volte più sottile di un capello umano), e che sono capaci di rimanere sospese a lungo tanto da poter essere facilmente inalate e penetrare in tutti gli organi del corpo umano e causare diverse patologie, molte delle quali con esito infausto. L amianto è virtualmente indistruttibile, perché resiste al fuoco e al calore fino a 2000°, ed è inattaccabile da agenti esogeni, come gli acidi, ed è estremamente flessibile, resistente alla trazione, fonoassorbente, facilmente friabile, abbondante ed economico: tutte queste caratteristiche ne hanno facilitato l impiego e la diffusione. E possibile definire l esistenza di due tipi fondamentali di asbesto, i serpentini e gli anfiboli, che, secondo la composizione chimica riconducono, nella maggioranza dei casi, al tipo degli inosilicati basici di magnesio a catena doppia cui appartiene appunto il crisotilo, secondo la seguente tabella1 : 1 - crisotilo (serpentino fibroso) Mg6[(OH)6Si4O11] H2O 2 - lizardite Mg6[(OH)6Si4O11] di serpentino: 3 - antigorite (serpentino lamellare) Mg6[(OH)8Si4O10] 4 - amesite (asbesto bruno) Mg2Al2[(OH)8Al2Si2O10] amianto o asbesto 1 - antofillite (Mg,Fe)7, [(OH)2Si8O22] 2 - tremolite Ca2Mg5[(OH)2Si8O22] di anfibolo: 3- actinolite Na2Ca2Mg10(OH)4Sil6O44] 4 - riebeckite Na2Fe3 Fe2 [(OH)2Si8O22] 5 - crocidolite (asbesto blu) Na2(Mg,Fe)3[(OH)2Si8O22] 1.2 La classificazione. L art. 247 del D.Lgs. 09.04.08 n. 81, che riproduce l art. 2 della Direttiva 477/83/CEE (ora sostituita dalla Direttiva 2009/148/CE), stabilisce che 1 Renato Sinno, IL RISCHIO AMIANTO NELL AMBIENTE DI VITA E DI LAVORO, RISPOSTE RISOLUTIVE DELLE PROBLEMATICHE RELATIVE ALLA INERTIZZAZIONE ED ALLA SOSTITUIBILITÀ DELL AMIANTO.
  • 16. 2 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO Ai fini del presente capo il termine amianto designa i seguenti silicati fibrosi: a) l'actinolite d'amianto, n. CAS 77536-66-4; b) la grunerite d'amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5; c) l'antofillite d'amianto, n. CAS 77536-67-5; d) il crisotilo, n. CAS 12001-29-5; e) la crocidolite, n. CAS 12001-28-4; f) la tremolite d'amianto, n. CAS 77536-68-6 tra i quali solo il crisotilo, detto anche amianto bianco , appariene alle serie dei serpentini, mentre tutti gli altri (l amosite, la tremolite, l antofillite, l actinolite, la crocidolite detto anche amianto blu ) sono anfiboli (dal greco e dal latino amphibolus=ambiguo). Il crisotilo (dal greco = fibra d oro) o amianto bianco-verde-grigio-giallastro, è un silicato idrato di magnesio, con formula 3MgO,2SiO,2H2O- n. CAS 12001-29-5, con fibre di lunghezza variabile, soffici e setose, con elevata resistenza meccanica e flessibilità, con una buona tenuta degli agenti alcalini, con una temperatura di decomposizione tra i 450-700°C, ed è di gran lunga il tipo di amianto più diffuso2 . Appartengono alla serie degli anfiboli: l actinolite o actinoto (dal greco /j=pietra raggiata) o amianto verde-nero; silicato idrato di calcio, ferro e magnesio, 2CaO,4MgO,FeO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-66-4; è un componente abbondante delle rocce scistose-cristalline della catena alpina; ed ha una temperatura di decomposizione tra 620-900°C; l amosite (dall acronimo di Asbestos Mines of South Africa) o amianto bruno-giallo-grigio o cummingtonite o grunerite; silicato idrato di ferro e magnesio, 5.5FeO,1.5MgO,8SiO2,H2O- n. CAS 12172-73-5), con fibre lunghe, diritte e fragili, di flessibilità discreta e con particolare stabilità al calore e temperatura di decomposizione tra 600-800°C, utilizzato prevalentemente come isolante termico; la crocidolite3 (dal greco /j / j=pietra simile a un fiocco di lana) o amianto blu o amianto del Capo o riebeckite, proviene dalle vicinanze di Griqua Town, nell Africa australe; silicato idrato di sodio, ferro ferrico, ferro ferroso e magnesio, Na2O,Fe2O3,3FeO,8SiO2,H2O - n. CAS 12001-28-4; con fibre diritte, maggiore resistenza agli agenti acidi rispetto agli altri tipi di anfiboli, di buona flessibilità e con temperatura di decomposizione tra 400-600°C; la tremolite o amianto grigio-verde-giallo; silicato idrato di calcio e magnesio, 2CaO,5MgO,8SiO2,H2O - n. CAS 77536-68-6), comune in molte località alpine, prende il nome dalla Valle Tremola nel massiccio del S. Gottardo (Campolongo, nel Canton Ticino) 4 ; fragile, ma con più resistenza al calore, perché ha una temperatura di decomposizione tra 950-1040°C. l antofillite5 (dal greco j=fiore e / =foglia, e dal latino scientifico antophyllum = garofano) o amianto verde-giallo-bianco; silicato idrato di magnesio, 7MgO,8SiO2,H2O- n. CAS 77536-67-5; è il più importante degli anfiboli rombici, è frequente nei micascisti dell Alto Adige (Val Passiria, sopra Merano) e in misura inferiore anche nell isola d Elba e nelle Alpi e Prealpi Occidentali, e in Finlandia, è fragile, con temperatura di decomposizione tra 600-850°C. Tutte queste caratteristeche possono essere così riassunte: 2 In Italia si estrae dalle cave della Val Malenco in alta Valtellina (a fibra lunga e molto pregiato) e della Val di Susa (E. Artini, I minerali, VI edizione, Hoepli Ed., Milano 1963. 3 VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA, Ist. Enc. Italiana Treccani, Roma 1986. 4 VOCABOLARIO DELLA LINGUA ITALIANA, Ist. Enc. Italiana Treccani, Roma 1994. 5 N.Tommaseo, B.Bellini, DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIANA, voce antofillite ,vol. I, UTE Ed,Torino 1865.
  • 17. CAPITOLO I | 3 Crisotilo White asbestos dal greco: fibra d oro n. CAS (*) 12001-29-5 crisotilo Mg3 (Si2O5)(OH)4 Veri e propri minerali industriali Crocidolite - Blue asbestos dal greco: fiocco di lana n. CAS 12001-28-4 riebeckite- glaucofane Na2Fe3+ 2Fe2+ 3(Si8O22(OH)2 Grunerite d amianto (amosite) Brown asbestos Asbestos Mines of South Africa n. CAS 12172-73-5 cummingtonite-grunerite (Mg, Fe2+ )7Si8O22(OH,F)2 Tremolite di amianto dalla Val Tremola, Svizzera n. CAS 77536-68-6 tremolite Ca2Mg5Si8O22(OH)2 Utilizzo occasionale. Minor numero di giacimenti minerari Actinolite di amianto dal greco: fibra raggiata n. CAS 77536-66-4 actinolite Ca2(Mg,Fe2+ )5Si8O22(OH,F)2 Antofillite di amianto dal greco: garofano n. CAS 77536-67-5 antofillite (Mg,Fe)7(Si8O22)(OH)2 (*) Chemical Abstracts Service (CAS): il numero CAS è il numero con cui viene assicurata la completa identificazione delle sostanze chimiche. FONTE: Amianto naturale in Piemonte, a cura della Regione Piemonte e di Arpa Piemonte. e con il segunte schema semplificativo: Amianto e/o Asbesto __________________________|_________________________ | | Crysotile Amphibole fibrose _________________________________________________________________ | | | | | Amosite Tremolite Anthophyllite Actinolite Crocidolite 5.5.FeO, 1.5MgO, 2CaO, 5MgO, 7MgO,8SiO2, H2O 2CaO,4MgO, FeO (amianto blu) 8SiO2, H2O 8SiO2, H2O 8SiO2, H2O Na2O,Fe2O3,3FeO 8Si2, H2O La classificazione del legislatore non è in grado di riprodurre la variegata diversità di questi minerali, sia perché ognuno dei quali, anche quelli che appartengono allo stesso gruppo, ha una differente formula chimica6 , che non è sovrapponibile, poiché i loro componenti, la cui identificazione richiederebbe una analisi quantistica elementare volta per volta, sono molto eterogenei; sia perchè ce ne sono molti altri, come l erionite (IARC 2012b) e la fluoro-edenite7 , che non vi sono contemplati e che invece dovrebbero esserlo, in quanto hanno le stesse caratteristiche 6 M.B. Bever (MIT), ENCYCLOPEDIA OF MATERIALS SCIENCE AND ENGINEERING, Pergamon Press, New York 1986, e Ezio Bonanni, LO STATO DIMENTICA L AMIANTO KILLER, Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio, Sesto San Giovanni, 2009. 7 La fluoro-edenite è un minerale del gruppo anfibolo di sottogruppo calcico clino anfibolo. La sua composizione è con membro fluoro dominate e la sua relazione è edenite. La classificazione Dana è 66.01.03a.10a (gruppo 2, anfiboli calcici), la classe Strunz è 09.DE.10 (Inosilicati della famiglia anfibolo), la classe Nichel-Strunz è 9.DE.15 (Inosilicati clinoanfiboli) dove con E fanno parte gli inosilicati con doppie catene periodiche, 2(Si4O11). La sua composizione chimica è di elementi quali: Al, Ca, F, H, Mg, Na, O, Si, con concentrazioni di Na2O (3.20%) K2O (0,84%) MgO (22,65%) CaO (10,83%) MnO (0,46%) FeO (1,60%) Al2O3 (3,53%) Fe2O3 (1,00%) SiO2 (52,92%) TiO2 (0,29%) F (4,35%) Cl (0,07%) somma 101,74% in meno di O = F + Cl 1,85% per un totale di 99,89% in peso. Le proprietà fisiche vanno dal lustre vitreo con diafanità trasparente, al colore verde chiaro a giallo intenso (anche grigio nero) con riflessi bianco-giallastri, 5-6 Mohs di durezza misurata, densità di 3,09 g/cm3 , tenacia fragile, sfaldatura 110 e frattura concoide.
  • 18. 4 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO fisico-chimiche e sono in grado di determinare gli stessi rischi per l uomo e danni per l ambiente8 dei mimerali contemplati nella norma, che dovrebbe essere riformulata, con l integrazione ed il richiamo a tutti i minerali asbesti formi, per applicarvi le stesse misure di prevenzione e tutela. La fluoro-edenite è stata utilizzata nella città di Biancavilla, ai piedi dell Etna, senza che ci fosse consapevolezza del rischio cui andavano incontro i suoi abitanti, tra i quali negli ultimi anni sono insorti molti mesoteliomi9 . La mancata classificazione della fluoro-edenite e di altri minerali asbestiformi quali minerali di amianto espone a rischio molti cittadini, privi così di ogni tutela, preventiva e risarcitoria, diversamente l adeguamento della legislazione renderebbe applicabili le norme di prevenzione tecnica e protezione individuale nei luoghi di lavoro, e di prevenzione primaria negli ambienti di vita, otre alle disposizioni di cui alla Legge 257/92 (con il divieto di estrazione, utilizzazione e commercializzazione e le misure di sostegno per i lavoratori), non ultime le misure di sorveglianza sanitaria per gli esposti, per una eventuale diagnosi precoce della patologie asbesto correlate che dovessero insorgere, e per assumere ogni ulteriore misura che si rendesse necessaria, anche in termini di assistenza e previdenza sociale. 1.3 Le caratteristiche chimiche e mineralogiche dei vari tipi di amianto. La differente composizione chimica di tutti i minerali di amianto discende dalla provenienza e ne ripercorre l origine, attraverso un processo di infiltrazione dell acqua nel sottosuolo, la forte pressione e la modifica della struttura delle rocce, e ne determina la capacità di suddivisione in fibre longitudinali, le cui caratteristiche sono a loro volta influenzate anche dalle lavorazioni e dalle modalità di impiego, ferme le caratteristiche di incorruttibilità, resistenza alle alte temperature, all usura, all aggressione delle sostanze chimiche e alla trazione e dunque dell indistruttibilità10 . L elemento strutturale comune di tutti i silicati è lo ione complesso [SiO4]4- ; il gruppo silicato ha uno sviluppo tridimensionale a forma di tetraedro, in cui il catione Si4+ è legato a quattro ioni ossigeno. O 2 apicale O 2- di base · Si4+ 8 Belluso E., Ferraris G., Alberico A., AMIANTO, LA COMPONENTE AMBIENTALE: DOVE, QUALI E COME SONO GLI AMIANTI NELLE ALPI OCCIDENTALI?, Effetti negativi per la salute umana possono essere causati anche da fibre minerali diverse da quelle classificate dalla legge n. 277/91, quali actinolite, amosite, antofillite, crisotilo, crocidolite e tremolite (ad es. Ross et al., 1993) e, più in generale, da polveri minerali; basterebbe citare il caso dell erionite (Ross et al., 1993). Per un quadro più realistico delle relazioni tra cause e danno si dovrebbe però meglio tenere conto che: a) esistono molti altri minerali fibrosi che possono essere presenti nell ambiente, anche se non utilizzati industrialmente, la cui nocività/innocuità è ancora da studiare (Astolfi et al., 1991); i minerali asbestiformi, ivi compresi quelli classificati amianto dalla legge, sovente contengono a livello submicroscopico (e cioè di fibrille) altre fasi fibrose; c) la variabilità chimica è assai cospicua . Il Piemonte è particolarmente ricco di rocce serpentiniche che possono essere mobilizzate indipendentemente dall estrazione di amianto. Tali rocce sono pure ricche di minerali fibrosi non classificati amianto. Basti ricordare la scoperta, effettuata tra il 1983 e il 1985 (Compagnoni et al., 1983; Compagnoni et al., 1985), di abbondante presenza di due nuovi minerali asbestiformi, carlosturanite e balangeroite. In seguito a tale scoperta, è stata effettuata una dettagliata ricerca e campionatura dei minerali fibrosi presenti nelle rocce serpentini che del territorio alpino occidentale, cui sono seguite adeguate indagini di laboratorio . 9 Comba P, Gianfagna A., Paoletti L. PLEURAL MESOTELIOMA CASES IN BIANCAVILLA ARE RELATED TO A NEW FLUORO- EDENITE FIBROUS AMPHIBOLE. Arch Environ Health 2003; 58:229-32. 10 G. Scansetti, INTRODUZIONE ALL IGIENE INDUSTRIALE, Cortina Ed., Torino 1980.
  • 19. CAPITOLO I | 5 La sua struttura deriva dalle ridotte dimensioni dello ione silicio tetravalente e dalla sua alta carica positiva, rispetto agli ioni O2- che sono, invece, relativamente più grandi. Il silicio presenta una forte carica che, unita alle dimensioni relativamente piccole del legame Si-O, genera l esistenza di [SiO4]4- isolati oppure organizzati in strutture in cui i diversi atomi di silicio formano dei polimeri inorganici; in questi, i tetraedri sono tra loro legati esclusivamente per i vertici e mai per gli spigoli o le facce ed ogni atomo di ossigeno è comune a due tetraedri limitrofi. La classificazione dei minerali asbestoidi, essendo essi polimeri della tipologia sopra descritta, si basa su modalità e grado di polimerizzazione del tetraedro di base, come avviene per tutti gli altri silicati. I silicati sono classificati su basi strutturistiche, vale a dire sul modo in cui i tetraedri si uniscono, e non semplicemente su basi chimiche; ciò caratterizza la morfologia esterna delle differenti specie silicatiche. Possono essere individuate le seguenti sottoclassi: 1) nesosilicati: contraddistinti da una struttura ad isola in cui i tetraedri rimangono isolati; 2) sorosilicati: costituiti da gruppi di due tetraedri uniti tra loro tramite uno ione ossigeno; 3) ciclosilicati: consistenti in anelli costituiti da 3 oppure 4 oppure 6 tetraedri uniti per due vertici; 4) inosilicati: formati da collegamenti a catena - semplici o doppi- tra i tetraedri secondo una direzione prevalente; 5) fillosilicati: composti di strati di tetraedri, saldati tra loro da anelli esagonali con sviluppo bidimensionale, che attribuiscono al minerale un aspetto lamellare, fogliaceo, con facile sfaldatura. Gli anfiboli e i serpentini fanno parte, rispettivamente, degli inosilicati e dei fillosilicati: i primi, si presentano allungati fino ad essere fibrosi, mentre i secondi hanno l aspetto di fogli. Il tetraedro dei silicati, presentando quattro cariche negative, non è un unità elettricamente neutra, dunque, per bilanciare questa eccedenza di cariche negative, si deve legare con altri ioni positivi (Fe, Mg, Ca). L amianto anfibolico può essere del tipo: Øferromagnesico (antofillite ed amosite); Øcalcico (tremolite ed actinolite); Øsodico (Riebeckite fibrosa o crocidolite). Gli anfiboli, appartenenti alla famiglia degli inosilicati a catena doppia, sono minerali presenti nelle rocce eruttive conseguentemente al raffreddamento dei magmi silicatici e, strutturalmente, si presentano sotto forma di fibre più o meno lineari, relativamente flessibili, avvolte in massi. La loro composizione è ottenuta da miscele isomorfe di due silicati e i principali anfiboli sono monoclini e hanno formula generale molto complessa; essendo minerali idrati, cristallizzano solo in presenza di acqua. La composizione chimica del gruppo degli anfiboli può essere espressa dalla formula: W0-1X2Y5Z8O22(OH,F)2, dove: Ø W indica Na e K, Ø X indica Ca, Na, Mn, Fe, Mg, Li, Ø Y indica Mn, Fe, Mg, Al, Ti, Ø Z indica Si e Al.
  • 20. 6 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO La struttura degli anfiboli si caratterizza per la catena doppia Si4O12 parallela all asse c, con struttura contenente molti siti cationici e forma un impalcatura a T-O-T (tetraedro-ottaedro- tetraedro), di ampiezza doppia rispetto alla struttura T-O-T del pirosseno, con diminuita stabilità termica rispetto ai pirosseni per la presenza del gruppo (OH). L amianto serpentinico, il crisotilo, è invece un silicato idrato di magnesio. I minerali asbestoidi presentano dei caratteri cristallo-chimici e geomineralogici che hanno importanti implicazioni per quanto concerne la loro patogenicità, dovuta essenzialmente alla capacità di rilasciare fibre/fibrille inalabili. I minerali di amianto acquisiscono il loro particolare aspetto fibroso negli specifici ambienti di formazione e, segnatamente, in ambiente metamorfico a temperature basso/medie ed a regimi medi di pressione, che ne favoriscono la rapida idratazione e l immediato consolidamento. In mancanza di queste condizioni, gli stessi minerali possono assumere abito massivo (quasi amorfo) e costituire le rispettive varietà non fibrose, ma chimicamente identiche. Mentre i legami Si-O, all interno delle catene, si spezzano molto difficilmente, gli anfiboli, data la loro conformazione, si sfaldano con molta facilità lungo la direzione delle catene; anche lo stesso crisotilo può sfaldarsi per apertura degli strati spiraliformi sovrapposti. La fibrosità degli asbesti, per tali ragioni, si manifesta a varie scale: dal campione macroscopico, in cui si distinguono fasci di fibre anche di decimetri, fino alla scala del microscopio elettronico che permette di evidenziare fibre ancora più sottili. La possibilità di suddivisione longitudinale in tante, migliaia, di fibre, conferisce al minerale elevate proprietà meccaniche e lo fa risultare l unico capace di essere annodato e filato, fino ad un massiccio impiego nel settore tessile, metalmeccanico, edile, cartario, dei trasporti, e ad un vastissimo impiego, negli ambienti di vita e di lavoro, in almeno 3.000 tipologie di prodotti. Possiamo così riassumere le proprietà di questi minerali: Proprietà minerale Crisotilo Amosite Crocidolite Antofillite Actinolite Tremolite Colore Da bianco a verde pallido Da grigio- giallastro a marrone scuro Blu Da bianco a grigio Da verde chiaro a verde scuro Da bianco a grigio T(°C) decomposizione 450-700 600-800 400-600 600-850 620-960 950-1040 T(°C) fusione 1500 1400 1200 1450 1400 1315 Densità (g/cm3 ) 2,55 3,4-3,5 3,3-3,4 2,85-3,1 3,0-3,2 2,9-3,1 Resistenza agli acidi Scarsa Media Buona Molto buona Media Molto buona Resistenza agli alcali Molto buona Buona Buona Molto buona Buona Buona Resistenza alla trazione 103 (Kg/cm2 ) 31 17 35 <7 5 5 Aspetto Serico, flessibile Fragile Fragile e duro Lungo e rigido - Fragile, friabile Flessibilità Molto buona Discreta Buona Discreta-fragile Fragile Fragile Filabilità Molto buona Discreta Buona Scarsa Scarsa Scarsa Indice rifrazione 1,53-1,55 1,66-1,69 1,65-1,70 1,59-1,69 1,60-1,69 1,60-1,69 1.4 Le proprietà tecniche e gli usi dell amianto. L amianto è indistruttibile, resistente al calore e al fuoco, resistente all azione degli acidi, resistente alla trazione, molto flessibile e friabile e dotato di capacità fono assorbenti (per questo veniva spruzzato nelle scuole, nelle palestre, nelle piscine, nelle mense, negli ospedali, nelle stazioni delle metropolitane, etc., su pareti o soffitti per formare uno strato soffice di alcuni centimetri, capace di creare una sensazione acustica di ovattamento dei suoni, minor intensità dei rumori e migliore comprensione delle parole non compromesse dagli echi acustici), termoisolanti,
  • 21. CAPITOLO I | 7 in grado di contenere il calore (come nelle tubazioni, per il trasporto del vapore, per isolare caldaie e forni). Se legato a matrici resistenti e stabili, è compatto (come per esempio l eternit), se legato con matrici non compatte, è friabile (come il materiale spruzzato), e viene classificato come tale se può essere ridotto in polvere con la sola pressione delle dita, diversamente è in matrice compatta. Le caratteristiche e il basso costo di estrazione e produzione ne hanno favorito l impiego nei settori più disparati, dalla produzione del cemento-amianto, il cui nome commerciale era eternit, all uso in edilizia anche per realizzare le tegole, i pavimenti, le tubazioni, le vernici e le canne fumarie, nonché per la coibentazione di edifici, navi, treni, aerei, etc.; dalle tute dei vigili del fuoco, alle automobili (vernici e parti meccaniche), alla fabbricazione di corde, plastica e cartoni, e perfino nella filtrazione dei vini11 : complessivamente, in oltre 3000 applicazioni. Nell edilizia questi materiali sono stati largamente impiegati, sia nell impasto con il cemento, per realizzare quei manufatti, tra i quali i più diffusi: lastre ondulate o piane, per coperture di edifici industriali e civili, prefabbricati e pareti divisorie non portanti, tubi per acquedotti e fognature, tegolature, canne fumarie, serbatoi, intonaci, oltre che negli impianti di riscaldamento e di condizionamento, e quindi: (a) nelle coperture in cemento-amianto, quali lastre ondulate, tegole, etc., realizzate con crisotilo e anche con anfiboli quali la crocidolite, che hanno rappresentato il 90% di tutto l amianto collocato, e che tuttora rappresentano una fonte di contaminazione di fibre nel caso siano degradate o danneggiate, e comunque quando la matrice cementizia perde la sua consistenza; (b) nei controsoffitti e nelle coibentazioni del sottotetto, dove se non presenti direttamente sotto forma di lane o feltri di amianto, si può essere ricorsi all'uso di pianelle e pannelli in fibrocemento piano, con finalità antincendio e tenuta del calore. Spesso sono stati realizzati anche intonaci a spruzzo o con impasti gessosi dati a cazzuola, con tenore in amianto variabile; (c) nei cassoni, nei serbatoi e nelle tubazioni per l'acqua: uso molto frequente nell'edilizia. Si tratta di cemento amianto di vario spessore e di vario calibro, utilizzato sia per le acque bianche e meteoriche che per gli scarichi fognari (pozzetti, gronde, canalizzazioni), con contaminazione anche dell acqua potabile; (d) nelle canne fumarie, nei camini e nelle tubazioni di scarico fumi di combustione sono stati diffusamente usate tubazioni in cemento amianto, per le caratteristiche di incombustibilità e tenuta del calore; (e) nei pannelli, nei divisori e nelle tamponature: soprattutto nell'edilizia prefabbricata sono stati usati sino agli anni '80, pannellature in miscele di amianto con varie matrici leganti, organiche ed inorganiche (carbonato di calcio, silicato di alluminio). Presentano habitus fibroso nelle superfici di taglio; è stato usato prevalentemente crisotilo, ma anche anfiboli, per un contenuto totale di circa il 15 % in peso; (f) nelle pavimentazioni in vinil amianto: molto usato nell'edilizia pubblica: ospedali, scuole, uffici, prima degli anni '80. Conosciuto comunemente come linoleum , in piastrelle o lastre (per lo più verdi o blu) ha un contenuto di amianto variabile dal 3 4% al 30%, prevalentemente crisotilo; (g) nelle caldaie, nelle stufe, nei forni e negli apparati elettrici: molte applicazioni domestiche o di uso comune possono presentare applicazioni di materiali contenenti amianto quali: - guarnizioni sottoforma di cordoncino o cartone, ed isolamenti termici, sottoforma di feltri e tessuti di amianto, in stufe, caldaie e forni; 11 Assoamianto, IMPIEGHI DELL'AMIANTO, sito internet http://www.assoamianto.it/utilizzo_dell.htm, consultato in data 05.03.2012.
  • 22. 8 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO - cartoni negli apparati elettrici o ferri da stiro o phon; - guarnizioni in motori elettrici, caldaie, motori a scoppio; (h) nella coibentazione di tubi per il riscaldamento: il locale caldaia è potenzialmente un luogo in cui è possibile la presenza di amianto come: coibentazione dei tubi (impasto gessoso o nastri tessuti) isolante elettrico (cartone) per le contattiere e per i termostati o termocoppie premistoppa per le valvole feltri, tessuti e guarnizioni intorno alla caldaia. Quindi i principali luoghi dove è stato utilizzato amianto, possono essere così analiticamente riportati: Per le caratteristiche di fono assorbenza: cinema, chiese, mense, ospedali, palestre, ristoranti, scuole, teatri, etc. Per le caratteristiche di resistenza al fuoco: autorimesse, carrozze ferroviarie, centrali elettriche e termiche, navi, etc. Per le caratteristiche di termoisolanza: carrozze ferroviarie, capannoni industriali, navi, etc. Per quanto riguarda l industria, l amianto veniva utilizzato per (i) coperture in eternit, pannellature e tamponature: nelle attività industriali è molto frequente l'utilizzo di coperture dei capannoni con lastre ondulate di fibrocemento contenente amianto (più comunemente conosciute con il più diffuso nome commerciale: Eternit ) in una percentuale variabile tra il 12 ed 15% sul peso totale. La tipologia di amianto usata é quella del crisotilo, ma spesso avvenivano aggiunte di crocidolite (spesso riconoscibile da ciuffi blu scuro di fibre affioranti) e/o amosite in basse percentuali. I pannelli di divisione o tamponatura sono spesso materiali compositi dell'amianto, dove oltre al cemento, si possono ritrovare lane minerali, resine organiche, cellulosa; (j) condotte e tubi coibentati: è stato molto frequente l'uso di tubazioni in cemento amianto di vario calibro, sia per l'adduzione di acqua o di scarichi fognari (presenza diffusa di pozzetti, gronde, canali, serbatoi), ma anche per il trasporto di fluidi industriali (oli, acidi, etc.), in quanto il cemento amianto si presta molto bene per questa funzione che può avvenire oltre che a temperatura, anche a pressione: in questo caso veniva usato un cemento amianto con più del 15% di asbesto miscelato. Altra applicazione industriale molto diffusa é stata quella di ricoprire le tubazioni metalliche da coibentare con impasti di amianto (soprattutto amosite), gesso o silicati di magnesio o sodio; questa malta veniva contenuta da una retina metallica di contenimento e di solvente, il tutto era racchiuso da una sottile copertura in cemento amianto: questa modalità di coibentazione è nota come coppella , e, attualmente si ritrova diffusamente protetta da lamierino zincato o da telatura bituminosa nelle parti danneggiate o sottoposte a manutenzione; (k) serbatoi, tank, reattori, refrigeratori, giunti di espansione: ha avuto grande diffusione la coibentazione di contenitori, anche grandi, per la tenuta termica con amianto friabile, soprattutto amosite. Risultano normalmente ricoperti da rete metallica di contenimento; (l) impianti termici, impianti a pressione e bombole: negli impianti chimici dove la pressione spesso si combina con temperature operative spinte ed eventualmente liquidi corrosivi, l'amianto ha giocato un importante ruolo nei punti di tenuta, costituendo il principale materiale usato per le guarnizioni, sovente sottoforma di treccia di crisotilo tessuto. Corde di amianto (crisotilo) si ritrovano frequentemente quali guarnizioni nelle caldaie. Nelle bombole di acetilene l'amianto friabile costituisce una frazione importante del peso totale del contenitore;
  • 23. CAPITOLO I | 9 (m) parti di macchine e macchinari: frequente la presenza in macchine utensili: convertitori di coppia frizioni e freni rondelle e guarnizioni coibentazioni isolanti elettriche, termiche, antifiamma, antibrina, antirombo e antirumore. (n) impianti elettrici: i quadri elettrici, le centraline di distribuzione e telefoniche trovano un largo uso di materiali contenenti amianto: carte, cartoni, pannelli, materassini isolanti, caminetti spegniarco in cemento amianto, paratie in glasal o syndanio (fibrocementi di amianto prodotti con particolari miscele ad alta pressione e particolarmente duri); (o) giunti flangiati, baderne e guarnizioni: altro settore di impiego assai vasto di tessuti di amianto e di miscele di amianto con varie componenti resinose organiche , la più nota è l' amiantite , prodotta in fogli di vario spessore e ritagliabile da fustellatrici per ottenere guarnizioni di giunti, di motori, di valvole, di tubazioni, di contenitori. Dalla pressatura si ottenevano: - corde, nastri e guaine utilizzati per fasciare tubazioni e cavi elettrici situati in prossimità di sorgenti di calore; - tessuti per confezionare tute protettive antifuoco da destinarsi a pompieri, operai dell'industria siderurgica e piloti di auto da corsa; - coperte spegni fiamma e tende per il contenimento del calore dei forni a tunnel; - materassi per coibentare le grandi caldaie a vapore delle vecchie navi; - sipari da teatro; - carta e cartoni utilizzati come barriere antifiamma, guarnizioni per forni o caldaie, piani di appoggio sui banchi di saldatura; rivestimenti di casseforti; - pannelli di fibre grezze compresse impiegati per la coibentazione di condotte che trasportavano vapore ad alta temperatura; - filtri in carta di amianto che hanno avuto in largo uso nell'industria chimica ed alimentare (per filtrare vino e bibite). Dall'impasto con altri materiali si otteneva amianto a spruzzo: - isolante termico nei cicli industriali con alte temperature (es.: centrali termiche e termoelettriche, industria chimica, siderurgica, vetraria, ceramica e laterizi, alimentare, distillerie, zuccherifici, fonderie); - isolante termico nei cicli industriali con basse temperature (es. impianti frigoriferi, impianti di condizionamento); - isolante termico (coibentazione di carrozze ferroviarie, navi e autobus) e barriera antifiamma nelle condotte per impianti elettrici. Dall impasto con resine sintetiche si ottenevano: - ferodi, usati per fabbricare freni e frizioni degli autoveicoli. Durante l uso i ferodi si consumano, riducendosi in particelle che si disperdono nell'aria; - confezione di mattonelle per pavimenti. Il rilascio di fibre da questo materiale è praticamente nullo durante il normale uso. 1.5 Il rilascio di fibre da materiali contenenti amianto. La pericolosità dei materiali di amianto dipende dalla loro capacità di rilasciare fibre aerodisperse nell ambiente che possono essere inalate, e uno dei criteri che permette una
  • 24. 10 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO valutazione è rappresentato dalla friabilità dei materiali: si definiscono tali quelli che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere mediante la semplice pressione delle dita e comunque possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni, correnti d aria, infiltrazioni di acqua) e possono essere facilmente danneggiati nel corso di interventi di manutenzione. In relazione alla loro friabilità, i materiali contenenti amianto possono essere classificati come: (a) friabili, se facilmente sbriciolati o ridotti in polvere; (b) compatti, se duri, senza possibilità di essere ridotti in polvere se non con l impiego di attrezzi meccanici, e così Tipo di materiale Note Friabilità Ricoprimenti a spruzzo e rivestimenti isolanti Fino all'85% circa di amianto. Spesso anfiboli (amosite, crocidolite); prevalentemente amosite spruzzata su strutture portanti di acciaio o su alter superfici come isolanti termo-acustici Elevata Rivestimenti isolanti di tubazioni o caldaie Impiegati tutti i tipi di amianto talvolta in miscela al 6 - 10% con silicati di calcio. In tele, feltri, imbottiture in genere al 100%. Elevato potenziale di rilascio di fibre se i rivestimenti non sono ricoperti con strano sigillante uniforme e intatto Funi, corde e tessuti In passato sono stati usurati tutti i tipi di amianto. In seguito solo crisotilo al 100% Possibilità di rilascio di fibre quando grandi quantità di materiali vengono immagazzinati Cartoni, carte e prodotti affini Generalmente solo crisotilo al 100% Non avendo una struttura molto compatta, sono soggetti a facili abrasioni ed a usure Prodotti in amianto- cemento Attualmente il 10 - 15% di amianto in genere crisotilo. Crocidolite e amosite si ritrovano in alcuni tipi di tubazioni e di lastre Possono rilasciare fibre se abrasi, segati, perforati o spazzolati, oppure se deteriorati Prodotti bituminosi, mattonelle di vinile con intercapedini di carta di amianto, mattonelle e pavimenti vinilici, PVC e plastiche rinforzate ricoprimenti e vernici, mastici, sigillanti, stucchi adesivi contenenti amianto Dallo 0,5 al 2 % per mastici, sigillanti, adesivi; dal 25 al 100 % per pavimenti e mattonelle vinilici Improbabile rilascio di fibre durante l'uso normale. Possibilità di rilascio di fibre se tagliati, abrasi o perforati 1.6 La produzione di amianto nel Novecento. L'utilizzo intensivo dell'amianto nelle varie lavorazioni industriali inizia alla fine dell'Ottocento e si intensifica nel corso del Novecento; nella seconda metà degli anni Settanta del secolo scorso la produzione mondiale raggiunge l'apice e, da allora, incomincia un lento declino che tuttora prosegue, senza tuttavia lasciare prevedere crolli repentini. Anzi negli ultimi anni (dal 1996 al 2000) si assiste ad una stabilizzazione della quantità estratta.
  • 25. CAPITOLO I | 11 Produzione di amianto dal 1930 al 2000 I dati per la costruzione del grafico sono stati tratti dalla tabella presentata da Claudio e Tommaso Bianchi in Amianto. Un secolo di sperimentazioni sull'uomo , cit., pag. 7. E' opportuno precisare che i dati relativi al 1930 e al 1950 sono riferiti al consumo e non alla produzione. Per il futuro, è difficile ipotizzare ulteriori previsioni, dal momento che molto dipenderà sia dalla possibilità di diffusione e di applicazione planetaria dei saperi e delle conoscenze mediche, sia dalla capacità di mobilitazione che dimostreranno le forze che si battono per il bando dell'asbesto in contrapposizione agli interessi delle grandi multinazionali che lo commerciano e delle aziende che lo usano. La distribuzione geografica dell'impiego del minerale corrisponde alla localizzazione delle aree industriali sul globo ed alla loro crescita nel corso del Novecento. Lo sfruttamento del minerale parte da fine Ottocento nei Paesi di prima industrializzazione (Inghilterra, USA, Europa nordoccidentale...) per poi procedere nei Paesi di seconda industrializzazione (Giappone, Italia, URSS e Europa orientale...) e infine estendersi dagli anni Settanta a tutto il globo (in particolare nell'Estremo Oriente, in Cina, Corea del Sud, India, Thailandia). Dalla fine degli anni Settanta diminuisce progressivamente l'uso in Europa e in Nord America. Come si nota nitidamente dal grafico seguente, che riporta il consumo in tonnellate di amianto in Europa e in Nord America dal 1920 al 2000, il maggior impiego del minerale nei due continenti si verifica nella seconda metà del Novecento, declinando però vistosamente dagli anni Ottanta. Consumo in tonnellate di amianto in Europa e in Nord America dal 1920 al 2000
  • 26. 12 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO Inizialmente il Nord America presentava maggiori consumi, ma con la massiccia cresita economica europea degli anni Cinquanta-Sessanta, vennero raggiunte anche in quest area le quantità usate in America, per poi essere superate dagli anni Settanta. Anche perché proprio a partire dagli anni Settanta scoppia negli Stati Uniti la disputa sulla nocività del minerale e questo ne fece ridurre progressivamente l impiego negli Usa (fino agli anni Ottanta l assoluto maggior consumatore di amianto nel Nord America sono proprio gli Stati Uniti, poi superati da Canada e Messico). Solo successivamente scoppierà la questione amianto anche in Europa, e ciò porterà a un drastico ridimensionamento dell uso del minerale, fino alla direttiva 1999/77/CE della Commissione della Comunità Europea che ne prevede il bando per tutti gli Stati che la compongono a decorrere dal primo gennaio 2005. Ciò ci fa auspicare che l UE giochi un ruolo propulsivo in merito, cercando di far recepire il contenuto di tali normative anche agli Stati extra-comunitari non solo europei per avviare un processo che porti ad una fuoriuscita globale dall amianto. 1.7 La presenza di amianto nel nostro Paese. A partire dal 1945 e fino al 1992, in Italia sono state lavorate 3.748.550 tonnellate di amianto, e fino agli anni 80 il nostro Paese è stato il secondo maggiore produttore di amianto, dopo l Unione Sovietica e il maggiore della comunità europea; il picco è stato raggiunto nel 1976 con 164.788 tonnellate; fino al 1987 la produzione si è mantenuta sopra le 100.000 tonnellate annue per poi decrescere, fino ad annullarsi completamente dopo il 1992. Secondo stime del CNR, nel nostro Paese l amianto è ancora presente in diverse realtà industriali e produttive, e nel settore dell edilizia e dei trasporti. Ci sono, inoltre, 2,5 miliardi di metri quadrati di coperture in onduline di cemento-amianto, presenti su tutto il territorio nazionale, ancora da bonificare. L ISPRA, nel capitolo Rifiuti speciali dell annuario del 2011, specifica che in Italia nel 2009 sono stati prodotti rifiuti di materiali contenenti amianto per 379.000 tonnellate, con un aumento del 18% rispetto all anno precedente, di cui 345.472 tonnellate, pari al 91,2%, è costituita da rifiuti di materiali da costruzione contenenti amianto, classificati con CER 170605, e soltanto 32.429 tonnellate, pari all 8,6, sono costituite da materiali isolanti contenenti amianto (CER 170601), mentre soltanto 563 tonnellate, pari allo 0,14 sono apparecchiature fuori uso contenenti fibre libere di amianto (CER 160212), e ancora meno, e cioè 430 tonnellate, pari allo 0,11%, sono costituiti da imballaggi metallici contenenti amianto (CER 150111), ed in ultimo solo 20 tonnellate, pari allo 0,005%, sono pastiglie per freni contenenti amianto (CER 160101). Appare evidente che ove non vengano istituiti stringenti obblighi di bonifica, e tenendo conto delle sole coperture in amianto, pari a 32 milioni di tonnellate, e senza tener conto degli altri materiali in amianto, e dividendo per 345.472 (che è il dato complessivo dei materiali da costruzione in amianto e non solo delle onduline, che benché rappresentino una quantità enorme, sono pur sempre una minima parte dei materiali edili che hanno presenza di amianto), si avrebbe quale risultato che occorrerebbero ancora altri 90 anni soltanto per rimuovere le coperture in cemento amianto.
  • 27. CAPITOLO I | 13 1.8 I livelli di rischio Occorre necessariamente distinguere tra gli ambienti di lavoro e gli ambienti di vita, rispetto ai quali esistono diversi ambiti normativi, metodologie di misura, livelli di accettabilità, provvedimenti di prevenzione e mezzi di protezione. 1.8.1 Gli ambienti di lavoro. La esposizione occupazionale a fibre di amianto ha avuto grande importanza in passato quando le cautele previste dalla normativa di origine comunitaria (D.Lgs. 277/91) non erano ancora operanti e tale esposizione era semplicemente considerata nell'ambito di quelle a polveri nocive prevista dal DPR 303/55. Come valori di riferimento venivano utilizzati, quindi, i Valori Limite di Soglia (TLV) adottati dalla ACGIH 4. La direttiva 477/83/CEE fu recepita in Italia soltanto con il D.Lgs. 277/91 e la Legge 257/92 ha introdotto livelli di soglia più restrittivi rispetto a quelli dell'ACGIH, peraltro mai applicati in modo sistematico nel nostro paese, e che sono stati poi ridotti progressivamente fino allo 0,1 ff/l di cui all art. 254 del D.Lgs. 81/08, nonostante l amianto sia un cancerogeno certo per l uomo (notazione A1) La stima e la conoscenza delle esposizioni passate sono oggi estremamente importanti, in relazione ai lunghi tempi di latenza di molte delle patologie asbesto correlate e al fine di poter approntare idonei strumenti di prevenzione, se non altro secondaria, con diagnosi precoce, ovvero ai fini di prepensionamento con le maggiorazioni contributive ex art. 13, comma 8, L. 257/92. Occorre dunque rapportarsi al passato al fine di verificare le esposizioni di lavoratori che hanno svolto mansioni ora non più attuali, anche in seguito all introduzione del divieto di estrazione, lavorazione e commercializzazione dell amianto, con l entrata in vigore della L. n. 257/92, anche se rimangono del tutto attuali le esposizioni di lavoratori impegnati in quelle attività che prevedono la rimozione, la bonifica e lo smaltimento dell amianto ancora presente. Apposite norme tecniche definiscono i criteri di allestimento e conduzione di questi cantieri con un approccio di protezione dalle fibre di amianto che prevede contemporaneamente: l'incapsulamento con prodotti vernicianti/impregnanti dei materiali contenenti amianto; la massima protezione delle vie respiratorie degli addetti con dispositivi di protezione individuale (DPI) adeguati; la costante rimozione dell'inquinante mediante aspirazione ed espulsione dell'aria all'esterno dei cantieri previa filtrazione assoluta. L art. 249 del D.Lgs 81/08 detta le norme di valutazione del rischio, e si fonda sul prelievo di aria confinata in zona respiratoria del lavoratore, attraverso una pompa portatile e membrana filtrante, e successivo conteggio delle fibre depositate con il microscopio ottico in contrasto di fase a 500 ingrandimenti. Il risultato dell'analisi si esprime in numero di fibre per millilitro d'aria (ff/ml). Ai fini del conteggio si considerano solo le fibre più lunghe di 5 micron, con diametro inferiore a 3 micron e con rapporto di allungamento superiore a 3: esse vengono definite fibre regolamentate FR (OMS, 1987), anche se ciò non è condivisibile, in quanto tutte le fibre di amianto sono dannose per l organismo umano, e non a caso il Prof. Omura, riferendosi ad alcune valutazioni eseguite dall EPA, che aveva conteggiato soltanto parte delle fibre, ha chiesto che gli venissero indicate le
  • 28. 14 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO evidenze scientifiche che avevano determinato quelle modalità di valutazione e che portavano ad escludere il rischio per la salute per talune fibre di amianto12 . Così sono di seguito riportate alcune esemplificazioni relative alle esposizioni personali valutate con i criteri sopra esposti: Rimozione coperture di cemento amianto non trattate e a secco: 0,03 0,3 ff/ml media 8 ore 0,2 ff/ml Rimozione coperture di cemento amianto con trattamento 0,01 0,08 ff/ml media 8 ore 0,02 ff/ml Addetti alla produzione vetro media 8 ore 0,3 ff/ml Fustellatura guarnizioni media 8 ore 0,2 ff/ml Smontaggio freni 0,2 2 ff/ml Scoibentazione di amianto friabile 0,6 2 ff/ml 1.8.2 Gli ambienti di vita. Per moltissimi anni il rischio di esposizione a fibre di amianto è stato considerato importante solo per i lavoratori, mentre è stato del tutto sottovalutato quello non professionale e collegato solo indirettamente al lavoro (familiari di lavoratori addetti ad attività con presenza di amianto o aree interessate ad immissioni da stabilimenti produttivi) e ambientale, dovuto alla contaminazione degli ambienti di vita con fibre di amianto presenti nelle aree antropizzate. Sulla base di queste considerazioni sono stati emanati, oltre alla Legge 257/92, alcuni decreti applicativi che hanno l'obiettivo di gestire il potenziale rischio derivato dalla presenza di amianto in edifici, manufatti e coperture. Pur essendo il rischio causato dall'esposizione ad amianto nella popolazione di più difficile valutazione rispetto a quello professionale, si deve innanzitutto precisare che non esiste una soglia sotto la quale c è assenza di rischio13 , fermo restando che si dovrà tener conto (a) della netta differenza tra amianto friabile (libero o tessuto o spruzzato etc.) e l amianto in matrice compatta (come il cemento-amianto etc.) purché in buone condizioni, perché il primo è di gran lunga più pericoloso, per la facilità con la quale può determinare la dispersione di fibre; (b) la determinazione della concentrazione di fibre aerodisperse si effettua con prelievi su membrana e conteggi in microscopia elettronica a scansione (SEM). Può essere anche utilizzata la microscopia elettronica a trasmissione (TEM) attualmente adottata in Nord America; (c) viene essere accordata la precedenza agli interventi di protezione per gli occupanti di edifici quali scuole di ogni ordine e grado ed ospedali (Circolare n°45/86 del Ministero della Sanità); (d) erroneamente non sono considerati importanti comparti ambientali diversi dall'atmosfera, pertanto l'amianto non è considerato rilevante tra gli inquinanti di tipo alimentare o del sottosuolo. Le lobby hanno inciso e sono riuscite a far sottovalutare il pericolo che le fibre di asbesto disperse nell acqua potabile trasportata in tubi di cemento-amianto possano determinare nei tanti cittadini che la ingeriscono, o la utilizzano per le normali attività di vita (cucinare, lavarsi, etc.), e che ne determina, con l evaporazione, la dispersione negli ambienti domestici, e quindi con la inalazione per le persone che vi abitano. 12 Come precisa Giancarlo Ugazio in ASBESTO/AMIANTO, IERI, OGGI E DOMANI. VIAGGIO TRA VERITÀ, IPOCRISIA, RETICENZA E DOLORE. Aracne, 2012. 13 Iarc, MONOGRAPHS ON THE EVALUATION OF CARCINOGENIC RISKS TO HUMANS, Volume 14, Asbestos, Summary Of Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998.
  • 29. CAPITOLO I | 15 I dati riportati nella letteratura scientifica, peraltro non molto omogenei in riferimento ai metodi di campionamento e analisi impiegati, evidenziano concentrazioni di fibre aerodisperse estremamente variabili che vanno da valori di 0,0001 ff/l (fibre/litro) in aria ambiente fino a 50 100 ff/l in ambienti confinati con amianto friabile degradato (dati riferiti a misure in microscopia elettronica). Queste esposizioni, a lungo sottovalutate, determinano comunque un rischio per la salute in quanto per i cancerogeni non vi sono soglie sotto le quali si è a riparo assoluto da ogni rischio, e perché le fibre inalate nel tempo si accumulano nell organismo e accrescono progressivamente il rischio (probabilità) di provocare danni (soprattutto per gli anfiboli) e perché tra la popolazione esposta sono compresi anche i bambini (si pensi alle scuole dove ancora oggi c è amianto) i quali hanno una lunga aspettativa di vita ed hanno perciò più possibilità di sviluppare il tumore; e perché in questo tipo di esposizioni non ci sono mezzi di protezione delle vie respiratorie, a differenza di coloro che sono professionalmente esposti, per i quali sono previsti criteri di precauzione, sorveglianza e controllo.
  • 31. Capitolo II Il rischio amianto e le patologie asbesto correlate SOMMARIO: 2.1 Il rischio amianto. 2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di asbesto. 2.3 La identificazione dell agente patogeno e la diagnosi delle patologie asbesto correlate e la verifica del nesso di causalità attraverso l esame autoptico e istopatologico. 2.4 Le verruche da amianto e le altre manifestazioni cutanee. 2.5 Le pleuropatie asbesto correlate. 2.5.1 Le placche pleuriche e il loro meccanismo patogenetico. 2.5.2 L ispessimento pleurico. 2.5.3 Versamenti pleurici benigni. 2.5.4 Atelettasie rotonde. 2.5.5 Broncopneumopatia ostruttiva. 2.6 L asbestosi. 2.7 La polmonite interstiziale desquamativa e la fibrosi interstiziale. 2.8 Il tumore del polmone. 2.9 Il mesotelioma. 2.9.1 Il mesotelioma pleurico. 2.9.2 Il mesotelioma peritoneale. 2.9.3 Conclusioni in ordine al mesotelioma. 2.10 Le patologie autoimmunitarie. 2.11 Tumore al pancreas ed amianto. 2.12 Le neoplasie dell apparato gastrointestinale. 2.13 L asbesto nell apparato riproduttivo. 2.14 I tumori della faringe e laringe. 2.15 Tumori dell apparato urogenitale (rene e prostata). 2.16 Tumori dei tessuti emolinfopoietici. 2.1 Il rischio amianto. Tutte le fibre di amianto sono contaminano l ambiente e ledono il corpo umano, in base alle loro caratteristiche, dalla composizione chimica alla provenienza, dalla lunghezza e diametro al loro rapporto, e alla capacità di dispersione; quest ultima dipende pure dal tipo di utilizzazione e lavorazione, e non solo dalla reattività di superficie e dalla loro biodurabilità, che già ne condizionano la persistenza a livello alveolare o pleurico e i meccanismi patogenetici di fagocitosi dei macrofagi o la formazione di granulomi14 . Le fibre di amianto hanno una capacità di penetrazione nel corpo umano inversamente proporzionale al diametro, e quelle anfiboliche, perché rettilinee, attraversano più agevolmente il tessuto polmonare e raggiungono la pleura rispetto a quelle di crisotilo che hanno una forma ricurva; tutte sono cancerogene (la IARC - Monographs supplement 7, Asbestos [group 1]15 contempla tutti i tipi di asbesto tra le sostanze cancerogene del gruppo 1), senza che si possa stabilire un livello di esposizione dell essere umano sotto il quale non ci sia rischio di contrarre cancro (come precisa ancora la IARC Monographs On The Evaluation Of Carcinogenic Risks To Humans, Volume 14, Asbestos, Summary Of Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998: At present, it is not possible to assess whether there is a level of exposure in humans below which an increased risk of cancer would not occur 16 ); per di più, ogni esposizione aumenta il rischio di insorgenza ovvero diminuisce i tempi di latenza o aumenta la progressione della patologia tumorale eventualmente innescata. L esposizione a qualunque tipo di fibra e a qualunque grado di concentrazione in aria va pertanto evitata (Organizzazione Mondiale della Sanità, 1986), per evitare che quantità minime di minerale, inalate o ingerite, possano far ammalare chi è particolarmente predisposto o chi si trova in particolari condizioni enzimatiche. L entità e il tipo di esposizione incide sia sulla valutazione delle misure di prevenzione primaria e secondaria che debbono essere eventualmente adottate, poiché evidentemente chi è stato esposto alla crocitolite avrà una più elevata probabilità di contrarre mesotelioma, rispetto a chi lo è 14 Donaldson K, Murphy FA, Duffin R, Poland CA. ASBESTOS, CARBON NANOTUBES AND THE PELURAL MESOTHELIUM: A REVIEW OF THE HYPOTHESIS REGARDING THE ROLE OF LONG FIBRE RETENTION IN THE PARIETAL PLEURA, INFLAMMATION AND MESOTHELIOMA. Part Fibre Toxicol. 2010; 22: 7:5. 15 IARC MONOGRAPHS SUPPLEMENT 7, Asbestos (group 1), 106-116, 1987. 16 Iarc MONOGRAPHS ON THE EVALUATION OF CARCINOGENIC RISKS TO HUMANS, Volume 14, Asbestos, Summary Of Data Reported And Evaluation, Asbestos, Last Updated: 26 March 1998.
  • 32. 18 | LA STORIA DELL AMIANTO NEL MONDO DEL LAVORO stato al crisotilo, anch esso cancerogeno ma con una minore capacità patogenetica, sia sulla valutazione medico-legale del danno e del nesso di causalità ove insorgano delle patologie asbesto correlate. 2.2 L anamnesi lavorativa e le tecniche di identificazione dei diversi tipi di asbesto. L anamnesi lavorativa al pari della identificazione della natura mineralogica delle fibre di asbesto inalate assume un ruolo determinante per valutare la necessità di sorveglianza sanitaria e per modularne il protocollo, come già evidenziato dal Prof. Emilio Sartorelli17 : particolare importanza , oltre ad un accurata anamnesi lavorativa e ad uno studio approfondito dei luoghi di lavoro e delle mansioni eseguite, anche la identificazione delle fibre presenti nei materiali utilizzati durante le varie lavorazioni, nelle polveri sedimentate e soprattutto nei liquidi di lavaggio bronco-alveolare; infatti l identificazione della natura mineralogica delle fibre di asbesto è determinante perchè, come è noto, l azione patogena è maggiore per gli asbesti di anfibolo rispetto all asbesto di serpentino (crisotilo) . I vari tipi di asbesto contenuti nei materiali possono essere identificati, sempre seguendo il prof. Pietro Sartorelli, attraverso diverse tecniche: - Microscopia ottica in contrasto di fase (impiegando il metodo della dispersione cromatica); - Diffrattometria a raggi X; - Spettroscopia infrarossa; - Microscopia elettronica a scansione con sonda per la microanalisi dei raggi X in dispersione di energia; - Microscopia elettronica a trasmissione con sonda per la microanalisi dei raggi X in dispersione di energia. Tutte le tecniche analitiche sopra elencate presentano caratteristiche che, a seconda dei casi, ne limitano o ne richiedono l utilizzo esclusivo di alcune piuttosto che di altre. L analisi sui materiali viene normalmente eseguita mediante microscopia ottica in contrasto di fase impiegando il metodo della dispersione cromatica, o diffrattometria a raggi X o spettroscopia infrarossa. Tali tecniche presentano limitazioni dovute sia ai limiti di rivelabilità strumentali, sia al fatto che, ad esempio, la diffrattometria e la spettroscopia infrarossa non sono in grado di distinguere, dei vari minerali, le forme fibrose da quelle non fibrose ed, inoltre sono possibili interferenze in presenza di matrici complesse. Da quanto sopra riportato emerge che non sempre l analisi qualitativa effettuata con le metodiche analitiche descritte può dare una risposta certa sulla presenza e sulla natura dell asbesto esistente in un campione quando questo sia inglobato in matrice complessa; per questo motivo si rende necessario l utilizzo della microscopia elettronica in quanto è l unica metodica che consente, mediante la sonda per la microanalisi di raggi X in dispersione di energia, di risalire alla composizione in ossidi degli elementi presenti nella singola fibra che stiamo analizzando. Per qualificare e quantificare l esposizione personale, è decisivo lo studio del BAL, attraverso il quale si possono ricavare dati scientificamente apprezzabili, sui quali modulare il programma di sorveglianza sanitaria, e come prova documentale per ottenere l accredito delle maggiorazioni contributive e il riconoscimento di eventuali patologie asbesto-correlate che dovessero insorgere: Il risultato derivante dallo studio mediante microscopia ottica del BAL è sicuramente un indicatore dell esposizione passata ad asbesto, in quanto documenta la presenza o meno dei corpuscoli di asbesto; tale presenza fa sicuramente da discriminante tra la popolazione esposta e 17 Emilio Sartorelli, MANUALE DI MEDICINA DEL LAVORO, Piccin-Nuova Libraria, 1998.