La mobilità internazionale del personale, per periodi che possono variare nel tempo, pone l’attenzione su alcune problematiche connesse alla gestione dei dipendenti all’estero...
1. UNIVERSITÀ DEGLI STUDI
G. D’ANNUNZIO CHIETI-PESCARA
Facoltà di Scienze della
Formazione
Risorse Umane e New Economy
2010-2011
Prof.ssa Pina Sabatino
3. SCENARIO ATTUALE
Le strategie di internazionalizzazione sono,
indipendentemente dalle specificità di ogni azienda,
molto lunghe e complesse da attuare e necessitano,
come tutte le altre strategie organizzative, di persone
capaci e preparate per metterle in atto.
Il manager internazionale gioca un ruolo
fondamentale nell’espansione di molte piccole e
medie imprese in cerca di nuovi mercati di sbocco e
di costi di produzione particolarmente vantaggiosi, e
nell’equilibrio di aziende multinazionali con sedi in
tutto il mondo.
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7. INTERNATIONAL HUMAN RESOURCE MANAGEMENT
Il management internazionale che Heller e Decastri,
(1980, 1993), definiscono un “management all’n-
esima potenza”, oggi gioca un ruolo fondamentale
nell’espansione di molte piccole e medie imprese in cerca
di nuovi mercati di sbocco e di costi di produzione
particolarmente vantaggiosi
9. L’AZIENDA ETNOCENTRICA
Aziende normalmente all’inizio del loro processo di
internazionalizzazione con una scarsa conoscenza dei mercati
esteri;
vengono ignorate le differenze generate dalle diverse culture
locali, nella convinzione che “se determinate politiche o certe
decisioni funzionano nella sede centrale, andranno
sicuramente bene anche altrove”.
privilegiano l’attività domestica, considerando quella
internazionale non particolarmente rilevante dal punto di vista
strategico
forte centralizzazione dell’assetto organizzativo (le decisioni
strategiche vengono prese dalla casa madre mentre le unità
locali hanno un’autonomia molto limitata)
Il controllo delle sussidiarie mediante standard stabiliti dal
centro
flusso di comunicazione prevalentemente top-down.
10. L’AZIENDA ETNOCENTRICA :POLITICHE DI STAFFING
la cultura nazionale del Paese di origine deve essere
esportata anche nelle sedi estere.
le aziende etnocentriche propendono per la copertura
delle posizioni chiave, anche internazionali,con parent
country nationals (PCNs), ovvero gli expatriates.
11. L’AZIENDA POLICENTRICA: CARATTERISTICHE
aziende normalmente in uno stadio abbastanza avanzato del
loro processo di internazionalizzazione,
forte decentralizzazione del potere decisionale (le diverse filiali
operano in modo quasi indipendente),
mancanza di controllo dal centro (gli standard sono definiti a
livello locale),
flusso di comunicazioni scarso in tutte le direzioni, sia verticale
che laterale, dato il basso livello di integrazione.
il controllo delle sussidiarie è solo di tipo finanziario e
reddituale; per tutti gli altri aspetti la sede centrale rimanda
totalmente all’autonomia locale
12. L’AZIENDA POLICENTRICA: POLITICHE DI STAFFING
Grande importanza riconosciuta alle differenze culturali
si preferisce far ricoprire le posizioni chiave delle
sussidiarie a host country nationals (HCNs), cioè a
manager dei Paesi ospite delle sussidiarie stesse.
13. L’AZIENDA GEOCENTRICA
aziende che scelgono di operare a livello globale come se
esistesse un solo unico grande mercato
intensa collaborazione tra Headquarter e sussidiarie estere;
controllo basato sia su standard globali che locali in modo da
creare una contemporanea responsabilizzazione del
management su due fronti;
comunicazione intensa e multidirezionale
14. L’AZIENDA GEOCENTRICA:POLITICHE DI STAFFING
le posizioni di massima responsabilità sono ricoperte da coloro
che, indipendentemente dalla provenienza, dimostrano di
avere le caratteristiche più idonee, siano essi parent country
nationals, host country nationals, o third country nationals
(TCNs).
16. TIPOLOGIE DI PROFILI
L’EXPATRIATE : manager che per un certo periodo viene
assegnato ad un altro paese con attività funzionali che non
variano di paese in paese .
IL GLOBAL MANAGER : sono gli executives che operano
contestualmente su più paesi . E’ un general manager con una
competenza tecnica ma più diversificata e generalistica.
18. PRINCIPALI REQUISITI
COMPETENZE PROFESSIONALI
Lingua
Competenze tecniche
CARATTERISTICHE PERSONALI
Esperienze di lavoro in paesi stranieri
genitori di nazionalità straniera
sensibilità interculturale
19. DESTINAZIONI
Le mete principali sia di destinazione che di arrivo
sono i paesi dell’Unione Europea, la Cina , gli Stati
Uniti e Canada.
La durata degli incarichi medi è di circa 2-4 anni
20. L’ASPETTO ECONOMICO
ll pacchetto di espatrio di un dipendente può comprendere:
Retribuzione annua lorda
Retribuzione variabile
Benefit alla persona e alla famiglia
Indennità (varia in funzione di sicurezza, costo della vita ecc..)
In genere i valori dell’indennità all’estero sono compresi:
in Europa tra 10/20%del proprio stipendio, in Usa e Canada
tra il 20-30% e possono superare il 50% in alcune località
dell’area del Medio Oriente Fonte (OD & M Consulting,)
21. TRE FASI CRITICHE
1. la preparazione alla partenza,
2. la permanenza all'estero,
3. Il rientro nella cultura d'origine.
23. LO SCHOCK CULTURALE
All'arrivo nella nuova cultura l'expat (l'expatriate,) dovrà
abituarsi alla nuova situazione e adattarsi ai nuovi contesti
culturali, sociali, climatici.
Prima del rientro, si trova a dover affrontare i preparativi per
una nuova partenza;
Una volta rientrato nel paese d'origine si tratta di riadattarsi
alla propria cultura e all'organizzazione d'appartenenza.
24. LA FORMAZIONE INTERCULTURALE
La formazione interculturale permette di capire meglio:
le radici dei comportamenti, delle decisioni, di ciò che
osserviamo negli altri e in noi stessi
gli stili di comunicazione interpersonale, le distanze gerarchiche,
le stratificazioni sociali
le tecniche di negoziazione e la capacità di essere culturalmente
efficaci oppure essere rifiutati culturalmente
25. OLTRE LA FORMAZIONE
Counseling
Visite pre-partenza
Affiancamenti
Shadow Coaching
Expat Coaching
26. L’EXPAT COACHING
L'Expat Coaching è una forma di consulenza
personalizzata a beneficio di una persona, in
genere un manager e/o un suo congiunto che,
per ragioni professionali si accingono a trasferirsi
o si sono appena trasferiti in un paese straniero.
Il Coach è chiamato a promuovere e ad accelerare
la fase di integrazione, rendendo la mobilità
un'esperienza positiva per il manager espatriato,
serena per la sua famiglia e vantaggiosa per la
casa-madre.
E’ utile in tutte e 3 le fasi (prima,durante,dopo)
28. IL SOGGIORNO ALL'ESTERO
Essere capaci di adeguarsi ad un contesto internazionale vuol
dire saper legger il nuovo contesto e capire come muoversi in
esso: dunque non solo apprendere la lingua locale ma
soprattutto integrarsi nel nuovo paese: storia, valori,
abitudini.
L’incontro interculturale mette in discussione la propria
comprensione delle situazioni, producendo un vissuto di
disorientamento e di perdita del senso comune.
E’ POSSIBILE CHE SI VERIFICHI UN CATTIVO/MANCATO
ADATTAMENTO SOCIO-CULTURALE.
29. Es. DIFFERENZE CULTURALI :ITALIA E CINA
IL CONFLITTO : La cultura cinese evita il conflitto e le critiche esplicite,
soprattutto in presenza di terzi, è una manifestazione imperdonabile di
insensibilità. È sbagliato, quindi, anche attendersi risposte dirette da parte
degli interlocutori.
IL TEMPO In una negoziazione, dopo i primi passi in avanti il cinese cerca il
consenso, perciò si ferma e ha bisogno di tempo per consultarsi con capi o
collaboratori. L’Occidentale interpreta la pausa come uno stallo e comincia a
esercitare pressioni invece di aspettare che l’altro si senta pronto per il
passo successivo.
IL SILENZIO :Per gli italiani è particolarmente difficile comprendere e
sopportare i silenzi dei cinesi, che possono avere significati molteplici a
seconda del contesto, ma sono comunque importanti e vanno, quindi,
ascoltati. Gli italiani, invece, dopo pochi secondi cercano di riempire,
parlando, quello che vivono come un vuoto.
32. L'ESPERIENZA INTERNAZIONALE:
1. modifica le PERSONE:le cambia in termini di
attitudini e comportamenti e fa aumentare le loro
conoscenze e le loro capacità.
2. modifica il RUOLO : all'estero le responsabilità del
lavoratore diventano spesso maggiori, in
proporzione al suo potere decisionale, e - spesso - è
più elevato il suo status sociale.
33. LO SHOCK CULTURALE INVERSO
1. disagi di tipo emotivo/familiari, nel caso in cui
la famiglia abbia accompagnato l’expatriate nel
trasferimento,
2. trattamento retributivo differente
3. processo di reinserimento nell’organizzazione di
origine
34. RISCHI AL RIENTRO
1. la rottura del contratto psicologico tra
individuo ed azienda
2. la conseguente diminuzione del grado di
committment organizzativo.
36. DOVE STUDIARE
BALBONI, P. E. (1999). Parole comuni, culture diverse.
Guida alla comunicazione interculturale, Venezia,
Marsilio.
Anolli, L. (2006). La mente multiculturale. Roma-Bari:
Editori Laterza.
Dispense a cura del docente