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Raimondo Villano
CENNI STORICI SULL’ATTIVITÀ SANITARIA DEL
SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA
IN EPOCA CONTEMPORANEA
“Ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli
lo avrete fatto a Me”
Matteo (25, 40)
ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena,
ottobre 2009.
Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì
Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano
Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita
informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e
melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del
SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati.
Il Sovrano Ordine di Malta ha come fine la diffusione e la promozione delle virtù
cristiane di carità e di fratellanza, esercitando, senza distinzione di religione, di razza,
di provenienza e di età, le opere di misericordia verso gli ammalati, i poveri e i
profughi. L’Ordine, in particolare, esercita l’attività istituzionale nel campo
ospedaliero, inclusa l’assistenza sociale e sanitaria, anche in favore delle vittime delle
calamità eccezionali e delle guerre(1)
.
Vi è, poi, una regola fondatrice dell’Ospitalità che, incisa nello statuto degli
Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, guida da nove secoli or sono la vita e
l’attività del Sovrano Ordine di Malta: “Quando un ammalato si presenterà, che sia
portato il letto e lì, come fosse Nostro Signore in persona, dategli quanto di meglio
avete in casa”.
“Un impegno segnato in filigrana nella sua storia: a Gerusalemme, Cipro, Rodi,
Malta, l’Ordine ha costruito ambulatori, ospedali e case di cura, investito nella
ricerca medica, prestato assistenza ai malati e ai bisognosi, senza alcuna distinzione
di razza, origine o religione.
Un impegno che prosegue ancor oggi e che l’Ordine ha adattato all’evoluzione delle
necessità indotte dalla miseria, dalle malattie, dai conflitti e dalle calamità naturali.
Consapevole dell’evoluzione delle strategie dei grandi attori internazionali, l’Ordine
ha sviluppato, parallelamente alle missioni istituzionali permanenti presso le autorità
nazionali, una politica di relazioni dinamiche con le principali organizzazioni
internazionali attive in campo umanitario.
In questo ambito, l’Ordine di Malta si è prefisso un duplice obiettivo: da una parte
partecipare più attivamente al processo di consulenza al quale può utilmente
contribuire in virtù della sua storica esperienza e delle conoscenze acquisite sul
campo, dall’altra, creare quando possibile ed utile, sinergie con le attività delle
agenzie delle Nazioni Unite o dell’Unione Europea ed avviare, con queste, iniziative
di cooperazione e partenariati per affrontare più efficientemente le sfide comuni.
Questa volontà d’intensificare il dialogo e la cooperazione con tutti gli “artigiani di
Giustizia e di Pace” richiede anche una maggiore visibilità e una più grande
trasparenza delle realizzazioni e dei progetti della nostra istituzione; obiettivi ai
quali l’Ordine punta avvalendosi di una puntuale informazione rivolta in via
prioritaria ai responsabili delle istituzioni nazionali ed internazionali attive negli
stessi settori d’intervento in cui opera, ma anche ai suoi membri e ai principali
donatori.
Grazie all’impegno personale e alla disponibilità dei propri membri e volontari,
grazie ai donatori privati e pubblici senza i quali nessuna azione duratura potrebbe
essere realizzata, l’Ordine di Malta esplica la sua azione disinteressata ed
imparziale in tutto il mondo nei luoghi di sofferenza e di miseria, portando un
messaggio di compassione e di solidarietà, ispirato alla carità cristiana(2)
”.
Nei suoi nove secoli di tradizionale assistenza ai poveri e agli infermi, l’Ordine di
Malta non è mai stato tanto attivo quanto in epoca contemporanea. In questa opera
esso certamente è agevolato dalla sua diplomazia umanitaria.
Operare in accordo con i principi etici cattolici in tutti i settori della medicina con
l'aiuto di tanti volontari appositamente formati rappresenta una parte importante
dell'attività sanitaria dell'Ordine attualmente svolta in oltre 120 Paesi del mondo.
Il primo Corpo d’ambulanza dell’Ordine è stato creato nel 1938 in Irlanda e, con
quelli successivamente creati in Austria, Ungheria, Francia e soprattutto in Germania,
resta uno dei più importanti. Ovunque circolino ambulanze con l’insegna della croce
di Malta, l’affidabilità e la qualità dei loro interventi sono esplicitamente riconosciute
dalle Pubbliche Autorità, come nel caso del Governo austriaco che chiede
sistematicamente all’organismo austriaco dell’Ordine di partecipare ai servizi di
soccorso in occasione delle visite ufficiali di Capi di Stato o di Governo.
In Marocco, l’apertura a Casablanca nel 2006 di un istituto per la formazione di
personale per le ambulanze, si è già rivelata un contributo gradito quanto necessario
per la formazione di giovani da avviare alle attività nel settore del pronto soccorso. Il
progetto, nato da una cooperazione tra l’Ambasciata dell’Ordine in Marocco, Ordre
de Malte France, e il governo marocchino, propone agli studenti un corso biennale di
studi e di esperienze pratiche per il rilascio del diploma.
Oggi, i Corpi di soccorso sono diventati una delle attività più importanti dell’Ordine.
Dopo la caduta del Muro di Berlino, hanno avuto un notevole sviluppo anche in
Europa Centrale ed Orientale. Volontari attivi in oltre 30 Paesi assicurano i servizi di
pronto soccorso durante le manifestazioni pubbliche o in caso di incidenti o calamità
naturali. In numerose occasioni l'Ordine, attraverso il Corpo di Soccorso Tedesco, ha
gestito il servizio medico durante le missioni di pace delle Nazioni Unite (America
Centrale, Kuwait, Timor Est, Balcani).
Oggi, l’Ordine dispone di organismi di soccorso in 32 paesi. In Europa, l’ECOM
(Emergency Corps of the Order of Malta) fondato da otto Associazioni nazionali si è
dimostrato un importante e prezioso strumento di cooperazione per gli interventi di
soccorso internazionale nei casi di calamità naturale o di conflitti armati. Inizialmente
limitata al primo soccorso in situazioni d’emergenza, la sua missione si è estesa e
congloba ora l’insieme delle forme di assistenza richieste in circostanze d’emergenza
eccezionali. È stato creato un Centro di Coordinamento speciale per il Sud e Centro
America che ha cominciato ad organizzare e coordinare gli interventi di soccorso
nella regione.
Qualche esempio, tra tanti altri: in Francia, l’Associazione delle Opere Ospedaliere
(OHFOM) ha gestito tre dei dieci posti di primo soccorso in occasione del più
grande raduno di nautica tradizionale del mondo, “Brest 2000”; in Germania, il
Malteser Hilfsdienst ha assicurato un presidio paramedico durante l’EXPO di
Hannover nel Gran Premio di Formula Uno del Nürburgring.
A livello internazionale, l’Ordine è riuscito a riunire squadre di volontari
provenienti da tutto il mondo per presidiare i posti di pronto soccorso permanenti
nelle quattro Basiliche Maggiori durante l’Anno Giubilare a Roma, tra il 24 dicembre
1999 e il 6 gennaio 2001: per estensione e durata, indubbiamente, una delle più
significative operazioni di primo soccorso mai realizzate dall’Ordine.
Durante l’Anno Santo, l’Ordine ha fornito le risorse umane necessarie e gestito i
quattro presidi medici di primo soccorso allestiti presso le quattro maggiori basiliche
romane di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Paolo Fuori le
Mura. Per garantire l’operatività dei presidi 8 ore al giorno, per 53 settimane, si sono
avvicendate continuamente due squadre costituite ciascuna da un medico, un
infermiere e due barellieri. Più di 1.950 volontari (tra cui 500 medici, 395 infermieri e
60 paramedici) hanno lavorato a questa operazione per 371 giorni totalizzando
complessivamente oltre 15.000 ore di servizio e prestando assistenza a oltre 15.000
pellegrini provenienti da 115 paesi. In questo periodo, due nascite hanno avuto luogo
nei presidi medici, mentre due pellegrini sono deceduti nelle basiliche. Hanno fornito
squadre di volontari per i presidi di pronto soccorso, i Gran Priorati e le Associazioni
nazionali dei seguenti paesi: Austria, Belgio, Cuba, Francia, Germania, Gran
Bretagna, Irlanda, Italia, Iugoslavia, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Paesi Bassi,
Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Ucraina,
Ungheria, Uruguay nonché le tre Associazioni degli Stati Uniti.
Merita una segnalazione particolare la straordinaria partecipazione dei Gran Priorati
italiani e del corpo di soccorso italiano CISOM che hanno provveduto a colmare i
vuoti, a far fronte agli imprevisti dell’ultimo momento e a fornire interpreti alle
delegazioni straniere, e dell’Associazione tedesca che ha assicurato da sola il
funzionamento di due posti di soccorso per tutto l’Anno Santo.
L’Associazione Tedesca dell’Ordine è stata l’organizzatrice del pronto soccorso in
occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia nell’agosto 2005: il
Malteser Germania in tale occasione ha assicurato i servizi di prima assistenza
durante tutta la settimana coprendo 12 eventi a Colonia, 18 a Bonn, 7 a Düsseldorf,
40 a Marienfield per la Veglia con il Papa. Alla Giornata Mondiale della Gioventù
hanno partecipato nel corso della settimana 400.000 giovani, mentre nel week-end si
è raggiunto il milione di presenze. Il Malteser Hilfsdienst, il servizio di emergenza
dell’Associazione Tedesca dell’Ordine, ha avuto la responsabilità dei servizi di
pronto soccorso e di assistenza paramedica per tutta la durata dell’evento. Più di
1.700 volontari, numerosi provenienti da altre Associazioni dell’Ordine in Europa,
hanno effettuato ben 5.790 interventi di pronto soccorso.
Nell’estate 2006, poi, l’Associazione spagnola ha curato l’attività di primo soccorso
a Valencia durante il V incontro mondiale delle Famiglie.
Nella sola Germania, infine, i servizi di soccorso tedeschi melitensi si muovono in
media ogni 58 secondi ed oltre 540.000 sono stati gli interventi nel 2005. L’Ordine di
Malta è la prima organizzazione di soccorso in Germania. Sono 270.000 le persone
che nel 2005 hanno frequentato i corsi di formazione organizzati dall’Ordine. Tra
questi, corsi di pronto soccorso rivolti a specifiche categorie professionali, corsi per
assistenti, formazione per infermieri ausiliari e addestramento per l’assistenza in
ambito familiare. L’Ordine di Malta è responsabile in tutta la Germania di 314 servizi
di pronto soccorso scolastico.
La solidarietà Nord-Sud si esprime pienamente nei programmi ospedalieri
dell’Ordine. In particolare, le Associazioni europee ed americane sostengono
attivamente numerosi ospedali e centri medici nei paesi meno favoriti contribuendo
finanziariamente e mettendo a disposizione medici ed infermieri, medicinali,
attrezzature o partecipando direttamente alla gestione degli istituti stessi. L’Ordine
possiede e sostiene centri di medicina generale, nonché centri specializzati in
malattie, patologie o fasce di età particolari.
Gli ospedali di medicina generale sono ubicati prevalentemente in Europa, ed in
particolare in Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna ed Italia, ma anche in Benin,
Bulgaria, Ciad, Ecuador, Haiti, Libano, Madagascar, Palestina, Senegal, Siria e Togo.
Per avere un’idea dell’imponenza dell’impegno profuso dall’Ordine in tali strutture si
cita, ad esempio, l’attività svolta nel solo anno 2000, tra l’altro, in una diversità di
ambienti di lavoro assolutamente estrema:
Ciad, Padiglione di Chirurgia dell’Ospedale Centrale di N’Djamena: 475
operazioni ortopediche specializzate, 4.481 malati ricoverati e 9.650
consulenze mediche;
Centro Medico di Amtoukoui: 38.637 pazienti hanno fruito di consultazioni di
medicina di base, cure intensive, controlli ginecologici e vaccinazioni;
Centro Medico di Biobé: ha curato 8.557 malati, effettuato 133 ricoveri e 47
parti.
Ella parte settentrionale di Haiti, inoltre, vi è l’Ospedale di Milot (l’unico della
regione), nell’ambito del progetto CRUDEM, sostenuto in particolare dalle tre
Associazioni degli Stati Uniti - Americana, Federale ed Occidentale - con 64 letti,
un’unità pediatrica, un dipartimento maternità, un ambulatorio specialistico, un
moderno laboratorio analisi e che è ora dotato di gruppi elettrogeni che consentono di
realizzare interventi chirurgici più lunghi e più complessi. Grazie al concorso
volontario di una équipe chirurgica specializzata di Rochester, è stato possibile
avviare il primo programma d’interventi a cuore aperto destinato ai pazienti bisognosi
di Haiti.
Vi è, poi, in Palestina l’Ospedale Ostetrico della Sacra Famiglia a Betlemme posto
sotto la diretta responsabilità del Grand’Ospedaliere dell’Ordine. Sul tetto sventola la
bandiera gialla del Vaticano, ma il grande edificio in pietra bianca, con i suoi giardini
di aranci, ha un’architettura dal sapore arabo. Questo ospedale è gestito
dall’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta. Nel 2006
nell’ospedale sono nati 2.946 bambini e si è anche registrato il più alto numero di
visite (17.587) per pazienti esterni nonché il più elevato numero di ricoveri nel
reparto (440) nella storia dell’Ospedale. Dalla sua inaugurazione nel 1990 al 2006 vi
sono nati più di 39.000 bambini, con un primato di 3.052 nascite nel 2000, senza il
verificarsi di un solo caso di decesso materno nonostante la fragilità dello stato di
salute di molte madri. L’Ospedale della Sacra Famiglia fa parte di un istituto
appartenente dal 1882 alle Figlie della Carità ed è stato completamente ristrutturato
nel 1985, su richiesta della congregazione, dall’Ordine di Malta che ebbe l’idea di
rimettere in servizio un padiglione di maternità in una delle ali dell’edificio.
L’Ordine, in particolare, ha predisposto un piano di restauro degli ambienti, di
aggiornamento di strutture e servizi sanitari ed uno standard di specializzazione del
personale ai più alti livelli.
Il suo finanziamento è assicurato congiuntamente dal Gran Magistero dell’Ordine,
dalle Associazioni francese, tedesca, britannica, irlandese, svizzera e americana
nonché dalla fondazione americana creata a tal fine dai Cavalieri dell’Ordine di
Washington. Con un personale altamente qualificato forte di 94 persone (tra cui 8
specialisti, 5 medici residenti e 45 infermieri ed ostetriche), la maternità gestisce 40
posti letto di ostetricia e ginecologia ed ha aperto di recente un’unità di neonatologia
con annesso locale per la formazione delle future madri. La maternità si avvale,
inoltre, di un’unità mobile che provvede alla sensibilizzazione prenatale e al controllo
ginecologico e ostetrico puerperale nei pressi di Betlemme e nei villaggi della regione
di Hebron. Il suo successo, risultato della politica di prezzi contenuti e della
reputazione di affidabilità tecnica, determina un’affluenza così massiccia da limitare
il ricovero delle giovani madri a 3 giorni in media(3)
. Il 25 % delle madri e dei
bambini vive nei campi profughi. Quando arrivano in Ospedale, le madri in attesa
sono stanche e stressate per le violenze e le umiliazioni subite. Spesso presentano
segni di malnutrizione e sono frequenti i casi di anemia e diabete. Questi fattori,
senza dubbio, contribuiscono al 15 % di parti prematuri che hanno luogo
nell’ospedale. Molte donne dipendono dall’assistenza sociale, specialmente dopo
l’Intifada e quando non possono pagare sono curate gratuitamente. Le tariffe, se
commisurate all’elevata qualità del servizio, sono estremamente basse per adeguarsi
agli standard dell’economia palestinese. Nel 2002, ad esempio, il ricovero per un
parto costa 120 dollari, un cesareo solo 400 dollari. Inoltre, il reparto di neonatologia
è dotato di équipe altamente qualificate che si specializzano in Europa con alti costi a
carico dell’Ente. L’ospedale, ancora, è riuscito a raggiungere standard di servizio e di
assistenza medica in grado di competere con quelli occidentali ed appare, poi, come
un’oasi di pace nel cuore di Betlemme, dedicato alla maternità in un luogo divenuto
simbolo metafisico della nascita. Non solo per i cristiani, ma anche per gli ebrei, che
poco distante da qui venerano la tomba di Rachele, protettrice dei bimbi. L’atmosfera
rilassante delle camere per due-tre pazienti, il profumo di pulito, la vista sui giardini
creano una dimensione quasi magica che ogni futura madre sogna(4)
.
Con l’inizio della nuova “intifada” nell’ottobre 2001, però, nell’ormai indecifrabile
catena di azioni e reazioni che caratterizza il conflitto su questa terra sacra e
insanguinata, la neutralità dell’ospedale è stata violata(5)
e le condizioni di esercizio
di questo luogo ideale dove far nascere il proprio bambino conoscono momenti di
drammatico peggioramento: la chiusura sempre più stretta dei confini, il blocco dei
centri e dei villaggi, i posti di blocco e il coprifuoco paralizzano il lavoro dell’unità
mobile e vietano l’accesso all’ospedale a numerose madri di famiglia(6)
. Il numero di
ricoveri va in forte contrazione e crea serie difficoltà di gestione in una Regione in
cui il tasso di disoccupazione supera il 50%. Grazie al coraggio, alla dedizione e alla
volontà della direzione e del personale, la maternità resta operativa essendo grandi le
necessità della popolazione.
I servizi dell’ospedale sono stati ampliati fino ad includere un gruppo di cliniche
mobili (la cui attività, durante il conflitto, ha dovuto spesso essere sospesa), nonché
strutture didattiche per medici e infermieri nei settori specialistici di ginecologia e
ostetricia. E continua ad offrire un programma didattico relativo alle madri e alla cura
dei figli, per la popolazione. “La vera gioia di lavorare in questo ospedale è quella di
vedere la vita nascere ogni giorno. E’ sapere che i bambini nati prematuri
morirebbero, senza l’assistenza specialistica di questo ospedale e del suo staff, non
esistendo un’altra struttura che potrebbe accoglierl(7)
”.
Il bilancio totale 2002 dell’Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, infine, è
ammontato a 1.817.000 US $ mentre la sovvenzione dell’Ordine di Malta è stata di
1.208.000 US $. Gli stipendi pagati ai 110 dipendenti locali forniscono sostentamento
ad oltre 2.000 persone.
A sostegno dell’attività dell’ospedale sono giunti aiuti internazionali. USAID, ad
esempio, ha donato 3,5 milioni di dollari; 750.809 euro sono stati stanziati dal
governo belga sotto gli auspici di Malta Belgium International; 171.000 dollari sono
giunti dalla Fondazione USA per l’Ospedale della Sacra Famiglia. Le donazioni
provenienti dalle organizzazioni dell’Ordine in Europa, estremo Oriente e Stati Uniti
ammontano a 1.534.109 dollari. Questi finanziamenti hanno consentito l’avvio della
costruzione di un nuovo piano che dovrebbe essere ultimato nel maggio 2007.
L’ampliamento ospiterà cinque culle di terapia intensiva neonatale, tre ulteriori sale
parto, due posti letto di terapia intensiva per adulti, una sala operatoria per parti
cesarei di emergenza, un nido più grande, un centro di ricovero diurno con sei posti
letto, un reparto di emergenza con due posti letto e una centrale di sterilizzazione.
Grazie ai finanziamenti ricevuti, l’ospedale sarà anche in grado di portare da quattro a
sei il numero delle cliniche mobili che forniscono assistenza nei villaggi. Nuovi
servizi verranno introdotti: un programma mirato per la salute delle donne, un
programma di educazione dei pazienti, un progetto di formazione rivolto i
professionisti dell’assistenza sanitaria.
Inoltre, in Camerun l’Associazione francese dell’Ordine continua a gestire
l’Ospedale St Jean de Malte de Nyombe. Nel 2005, lo staff e i volontari locali di
Ordre de Malte France hanno prestato 13.000 consulti medici nel Centro Rohan-
Chabot di Mokolo, nonché 21.300 consulenze sull’HIV presso l’ospedale Saint Jean
de Malte. Nel frattempo, in un ospedale in Togo sono stati potenziati i servizi
chirurgici, mentre nel Mali è stato ripristinato un reparto di ostetricia.
Malta Belgium International ha recentemente ultimato la ristrutturazione del Centro
Ospedaliero Re Baldovino, a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.
Negli Stati Uniti l’Associazione Federale, che ha sede a Washington DC, sostiene 15
cliniche con la fornitura di medicinali acquistati a prezzo ridotto, oppure
direttamente donati dalle società farmaceutiche. Ciascuna clinica presenta l’elenco
dei farmaci di cui ha bisogno e li riceve due volte all’anno. Medici, dentisti,
infermieri e assistenti volontari, offrono il loro tempo per sostenere il lavoro delle
cliniche. Il Comitato Ospedaliero dell’Associazione occidentale, poi, che copre un
territorio molto esteso da Seattle nel nord-ovest fino a Phoenix nel sud-ovest, nel
2005 ha approvato sovvenzioni per un totale di circa 920.000 dollari, per sostenere 65
programmi nella zona orientale degli Stati Uniti cui vanno aggiunte le 22.000 ore di
volontariato offerte dai membri nel corso dell’anno in favore delle medesime attività
assistenziali. Tutte e tre le Associazioni dell’Ordine negli Stati Uniti hanno
contribuito alla costituzione e alla gestione della CRUDEM Foundation che nel
1999 è prescelta tra i 100 progetti del Santo Padre per l’Anno della Carità. CRUDEM
mette a disposizione della popolazione dell’area settentrionale di Haiti eccezionali
strutture di assistenza sanitaria attraverso l’Hôpital Sacré Coeur a Milot. Il personale
medico dell’ospedale, composto da 12 medici a tempo pieno e 3 part-time, un
dentista e 35 infermieri, è affiancato da 170 volontari provenienti dall’estero che si
recano a Milot a proprie spese per fornire servizi medici specialistici.
L’Associazione dell’Ordine in Gran Bretagna è impegnata a realizzare un
importante ampliamento dell’ospedale St. John and St Elizabeth a Londra. Ospiterà
un reparto con 30 stanze per la cura ambulatoriale dei pazienti. Completato nel 2007,
l’ospedale dispone di 34 ambulatori per le visite, 156 camere singole per i degenti,
quattro sale operatorie e un’apposita unità di terapia intensiva.
In Germania nel MTG Malteser Trägergesellschaft gGmbH, l’Ordine di Malta
riunisce la supervisione e la gestione dei suoi attuali: 10 ospedali, 20 istituti per
l’assistenza agli anziani, 3 ospizi per degenze/padiglioni per cure palliative, una
clinica specializzata in medicina naturale e 9 centri ambulatoriali in tutta la Germania
con uno staff complessivo di 5.900 operatori che assiste ogni anno circa 100.000
persone bisognose di cure. Sempre in Germania, a Rybnik, vi è il ”Malteser
Krankenhaus”, un grande centro sanitario e ospedaliero costruito dai Cavalieri
tedeschi dell’Ordine nel periodo della Prima Guerra Mondiale e gestito dall’Ordine
fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando è requisito dal governo dell’ex-
Germania dell’Est. Sempre in Germania, a Trebnitz, vi è un complesso ospedaliero
fondato dall’Ordine in Breslavia nei primi del Novecento, funzionante anche durante
la seconda guerra mondiale e, poi, requisito dalle autorità del regime comunista
dell’ex Germania dell’Est.
L’Ordine di Malta, ancora, gestisce centri medici e posti sanitari in numerosi Paesi
del mondo ed in particolare in Brasile, Perù, Polonia, Repubblica Democratica del
Congo, Repubblica Dominicana, Stati Uniti, Ciad, Sudafrica, Cile ed Ungheria; nella
sola Repubblica Democratica del Congo l’Associazione melitense gestisce oltre 600
posti sanitari nella parte orientale del Paese.
L’Ordine, inoltre, gestisce o sostiene integralmente o anche solo parzialmente
un’ampia rete di ospedali, policlinici, cliniche ed ambulatori insediati in tutto il
mondo (300 ospedali, circa 1500 tra ambulatori e cliniche). La loro natura è
determinata dal fabbisogno locale sia per integrare i servizi sanitari pubblici, sia per
far fronte a specifiche malattie o ad altri problemi sanitari.
Molti ospedali dell’Ordine sono in Europa e più precisamente in Germania, in
Francia, in Belgio, in Inghilterra e in Italia. Gli ospedali in Belgio e in Inghilterra,
così come alcuni di quelli in Germania, hanno unità specializzate per il trattamento
dei malati terminali. Altre unità specializzate sono attive in Argentina, Italia, Stati
Uniti, Sud Africa e Australia. Oltre agli ospedali e ai centri medici che gestisce in
Francia, l’Associazione delle opere francesi ha ospedali in Benin, Burkina Faso,
Camerun, Madagascar e Togo.
Nel distretto dei Grandi Laghi, ed a Kerala in India, l’Ordine contribuisce attivamente
alla creazione di un servizio sanitario pubblico. L'Associazione delle opere francesi
aiuta numerosi istituti sanitari pubblici di diversi Paesi dell'Africa Occidentale e del
Madagascar.
Nel giugno 2003 nella Repubblica Dominicana l’Associazione dell’Ordine ha aperto
un centro medico nella parte nord orientale del Paese, nella regione del Monte Plata,
denominato “El Cacique” capace di effettuare oltre 200 visite giornaliere a madri e
figli. Nella parte sud orientale, poi, gestisce e finanzia il Centro Herrera che dal ’97
dispensa servizi ginecologici e pediatrici con pronto soccorso ed anche reparto di
prevenzione dei tumori uterini e mammari.
In Angola, sempre nel 2003, alla fine della guerra civile durata 27 anni, l’Ordine
insieme ai partners (Caritas Menongue, un gruppo di 4 posti sanitari cattolici, la
direzione provinciale sanitaria del Kuando Kubango) ha proceduto al riassetto
immediato delle infrastrutture sanitarie esistenti rifornendole anche di attrezzature
mediche e medicinali per 6 mesi (8)
.
L’Associazione del Salvador dei Cavalieri di Malta ha creato e gestisce in diverse
zone del Paese numerosi centri sanitari e 15 cliniche per le popolazioni bisognose.
L’Ordine ha creato, poi, due Unità mediche mobili di primo soccorso in Libano del
Sud; un’altra testimonianza del dinamismo e della vitalità dell’Ordine in questa
Regione è l’inaugurazione presso il centro ospedaliero di Bhannès della più grande e
moderna piscina di balneoterapia del Medio Oriente.
Intensa è, inoltre, l’opera assistenziale in Libano attraverso 11 centri medico-sociali
(3 gravemente danneggiati nel corso di recenti conflitti e riaperti, operano a pieno
servizio assistendo le popolazioni locali dei quattro maggiori gruppi religiosi) la cui
collocazione geografica permette di operare in tutto il territorio: intere regioni
dipendono da queste strutture che forniscono 250.000 prestazioni mediche ogni anno,
oltre ad innumerevoli visite ed interventi nei villaggi vicini. Tali centri dispongono di
collaboratori specializzati (centoventitrè medici, novantadue infermieri e ausiliari,
ottantotto addetti ai servizi sociali e amministrativi) che forniscono servizi di
assistenza medica e sociale adeguata ai bisogni delle aree in cui operano.
Complessivamente ripartiti in tutto il territorio, sono presenti nove Centri medico
sociali, un Centro specialistico per bambini con patologie cerebromotorie, una piscina
di balneoterapia annessa al centro di rieducazione ortopedica, tre Unità Mediche
Mobili operanti in permanenza, servizi di pronto soccorso, un Centro di formazione
per i giovani e di accoglienza per gli anziani, interventi a carattere sociale. Inoltre,
quarantatre veicoli sono a disposizione per azioni umanitarie e sociali. A Bhannès, il
Centro di educazione Terapeutica “Robert de Lobkowicz” per bambini con patologie
cerebromotorie, aperto nel 1991 ed ampliato nel 1994, è stato dotato nel 1999, per
iniziativa dell’Associazione Libanese melitense di un servizio di balneoterapia la cui
duplice finalità è volta ad alleviare le sofferenze dei pazienti e ad accelerare i tempi di
recupero. Il progetto è stato realizzato grazie all’azione congiunta delle Figlie della
Carità, delle Opere Ospedaliere Francesi, della Comunità Europea e dell'Associazione
Libanese dell'Ordine.
In Salvador, ancora, nel 2000 i dodici centri dell’Associazione hanno permesso di
curare 140.000 pazienti, mentre i due laboratori odontoiatrici si sono occupati di
23.000 pazienti.
I centri medici istituiti in Libano ed in El Salvador durante la guerra civile
costituiscono oggi una parte importante dei rispettivi sistemi sanitari nazionali.
L’Associazione Dominicana, invece, gestisce strutture specializzate nell’assistenza a
madri e bambini.
Altri ambulatori e centri medici operano in Polonia, in Ungheria, negli Stati Uniti, in
Brasile, in Perù e in Sud Africa. In diversi Paesi in Via di Sviluppo molti ospedali e
ambulatori sono assistiti e, in alcuni casi, diretti dall'Ordine.
Il restauro e la modernizzazione di strutture ospedaliere ed ambulatori rientrano
ugualmente nelle missioni dell’Ordine, in particolare nei paesi in guerra, come gli
interventi operati nei Balcani e tuttora in corso nelle regioni dell’Africa devastate da
conflitti armati.
Nel distretto dei Grandi Laghi, in Africa, come pure a Kerala, in India, l’Ordine dà un
contributo attivo allo sviluppo di un servizio sanitario pubblico di base.
A più riprese il Corpo di Soccorso dell’Associazione tedesca si è fatto carico
dell’assistenza medica al personale delle missioni di pace delle Nazioni Unite. Dal
1995, l’Ordine mette a disposizione dell’UNIKOM (United Nations Irak Kuwait
Observation Mission) un’unità medica composta da 5 medici, 2 infermieri e 7
paramedici e, dal dicembre 2000, un’altra squadra di 2 medici e 2 infermieri è a
disposizione dell’UNTAET (United Nations Transitional Administration in East
Timor).
Va rilevato, poi, che in tutte le strutture mediche gestite dalle Associazioni e le
Fondazioni dell’Ordine viene applicato il concetto del “Quality Management” che
l’Associazione tedesca ha contribuito in larga misura a sviluppare con una serie di
progetti pilota di cui alcuni con il patrocinio del Ministero Federale Tedesco della
Sanità.
La lotta contro la lebbra (malattia di Hansen)(9)
, poi, fa parte delle missioni secolari
dell’Ordine.
Anche se la malattia è in regresso, uccide ancora 2000 vittime ogni giorno nel mondo
e resta un problema di pubblica sanità in ben 24 Paesi, 12 dei quali concentrano il
92% dei casi censiti. Si ritiene, inoltre, che circa due milioni di malati guariti, ma
handicappati, siano oggi in attesa di un’assistenza riabilitativa. Fondato nel 1958, il
Comitato Internazionale dell’Ordine di Malta CIOMAL, con sede a Ginevra,
recentemente trasformato in una fondazione, coordina le azioni di lotta alla lebbra e
di assistenza ai lebbrosi, condotte dalle singole Associazioni nazionali e rappresenta
l’Ordine in seno alla Federazione Internazionale delle Associazioni di Lotta alla
Lebbra. Le linee di forza dei programmi del CIOMAL sono riconducibili alle
seguenti direttrici: accesso gratuito per tutti gli ammalati alla terapia
multifarmacologica (MDT – Multi Drug Therapy); rafforzamento delle politiche di
diagnosi precoce della malattia; prevenzione degli handicap; riabilitazione medica -
chirurgica - ortopedica - oftalmologica; informazione e sensibilizzazione degli
ammalati, del personale medico e del pubblico in generale; formazione del personale
medico e paramedico per l’addestramento del malato all’autoassistenza. Totalmente
finanziato da raccolte fondi e donazioni volontarie, il CIOMAL non si limita ad
offrire alle persone che soffrono la possibilità di usufruire di un programma gratuito
di cure, riabilitazione ed educazione, messo in atto da un team di specialisti ma
collabora anche con le comunità locali per sconfiggere il marchio di infamia
associato alla malattia, in maniera da consentire alle persone curate di poter
riprendere la loro normale vita quotidiana nella società(10)
.
Nel solo anno 2000 l’Ordine è stato attivo in 9 Paesi delle principali Regioni del
mondo colpite dalla lebbra: l’Asia, l’Africa e il Sud America.
Sempre nell’ambito della lotta contro la lebbra sono attivi, più in particolare,
numerosi programmi ed istituti specializzati dell’Ordine, tra cui:
in Cambogia, dove gran parte della popolazione buddista considera la lebbra
come una punizione per un comportamento malvagio tenuto in una vita
precedente, il programma nazionale di diagnosi, cura e riabilitazione: un
ospedale di 34 posti letto a Pnom Penh; 2 cliniche di 10 posti letto in provincia;
unità mobili per l’assistenza delle 17.000 persone affette dalla malattia, seguite
e curate su base regolare; tale programma negli ultimi anni ha registrato un
particolare successo(11)
; dal 1994 vengono somministrate terapie agli ammalati
e la popolazione, in generale, è oggetto di campagne informative.
Dall’introduzione, nel 1986, del Programma nazionale contro la lebbra, più di
18.000 persone sono guarite dalla malattia e il numero dei nuovi casi accertati
è sceso da diverse migliaia a 400-500 ogni anno. A supporto del Programma
nazionale, il CIOMAL fornisce assistenza tecnica e finanziaria per la diagnosi
e la cura dei nuovi casi di lebbra, nonché per formazione dei supervisori del
Programma. Il CIOMAL ha anche istituito una banca dati centrale, per poter
disporre di uno strumento più preciso per la registrazione dei dati e per la
stesura di rapporti. Altro settore di intervento è la collaborazione con i gruppi
di supporto sanitario che sempre più spesso si formano nei villaggi, per aiutare
gli abitanti a riconoscere i segnali e i sintomi della lebbra, e incoraggiare la
segnalazione dei casi sospetti al centro sanitario statale più vicino. Il CIOMAL
ha, inoltre, commissionato un’edizione speciale dedicata alla lebbra della
rivista del servizio sanitario nazionale della Cambogia che viene distribuita in
tutti gli ospedali, centri sanitari e scuole di formazione universitarie del paese.
Per eliminare il marchio di infamia associato alla lebbra e sottolineare la
necessità di cominciare a curarsi precocemente è stata lanciata una campagna
pubblicitaria sulla televisione nazionale che ha visto come testimonial le star di
una soap opera cambogiana. Gli incontri di formazione nelle numerose
fabbriche di abbigliamento situate intorno a Phnom Penh (che danno lavoro a
circa 120.000 giovani donne provenienti da ogni parte del paese) costituiscono
un ulteriore strumento utilizzato per contribuire a sfatare il tabù della lebbra,
incoraggiando non soltanto il ricorso tempestivo ai centri sanitari, ma anche il
reinserimento nella vita lavorativa delle persone guarite. L’ampia diffusione
del messaggio è assicurata dal ritorno di queste giovani donne nei villaggi di
origine due volte all’anno, in occasione delle principali festività. Sul piano
pratico, il centro di cure e riabilitazione dalla lebbra del CIOMAL a Kien
Khleang offre visite ambulatoriali e fisioterapia.
Insegna come svolgere le attività quotidiane in piena sicurezza, sovvenziona
corsi di formazione professionale e offre prestiti per l’avviamento di piccole
attività ai pazienti segnalati dai centri sanitari nazionali. Nel 2006, presso il
centro di Kien Khleang, sono stati visitati in tutto 1.339 pazienti, con 260
ricoveri. Un nuovo programma ha preso il via per fornire alle persone che
hanno subito lesioni nervose, informazioni e suggerimenti su come evitare
ulteriori traumi e invalidità;
in Brasile, il secondo Paese più colpito nel mondo: il CIOMAL e le
Associazioni dell’Ordine lavorano insieme dal 1984 per affrontare il problema
tra i tre milioni di abitanti dello Stato di Piaui nel nord est del Paese.
Inizialmente concentrato nella regione di Picós, ora esteso fino a coprire
l’intero Stato, il programma prevede in collaborazione con il servizio sanitario
statale un mix di monitoraggio, diagnosi dei malati, somministrazione della
terapia multifarmacologica (MDT) e sensibilizzazione della popolazione. Nel
2000, sono state effettuate: 5.000 visite, 112 nuovi casi diagnosticati e 112
pazienti hanno completato la terapia. Nel 2006 su oltre 1.000 pazienti visitati ci
sono stati 69 nuovi casi di lebbra;
in Thailandia il Centro Don Bosco di Nakhon Srithammarat: assistenza a 60
pazienti e reinserimento socio-economico; scolarizzazione di 52 bambini affetti
dalla malattia di Hansen; aiuti abitativi ai malati guariti. Oltre a dispensare il
trattamento multifarmacologico (MDT) ai nuovi pazienti, il Centro provvede
alle cure di base e alla formazione dei malati, in particolare per
l’apprendimento delle cure d’igiene che i soggetti possono effettuare da soli;
in Vietnam sei centri di riferimento creati e gestiti con il sostegno
dell’Associazione francese assicurano cure chirurgiche di contenimento e
kinesiterapia riabilitativa. Quest’infrastruttura è integrata da una rete di
consulenza ambulatoriale mobile in corso di sviluppo;
in Senegal l’Istituto di Leprologia Applicata di Dakar (ILAD): assistenza
ambulatoriale ed ospedaliera di pazienti senegalesi e dei paesi vicini; chirurgia
ed ortopedia; missioni d’individuazione della malattia, prevenzione e
monitoraggio. Il personale permanente, interamente senegalese, consta di 45
persone;
in Camerun il Centro Ospedaliero Rohan Chabot, gestito dall’Associazione
delle Opere Ospedaliere Francesi, è l’unica struttura ospedaliera della
provincia dell’Extrême Nord: aperto a tutti, lebbrosi e non, dispone di un
servizio sanitario, protesico e riabilitativo;
in Guinea Equatoriale l’Ospedale e villaggio per i lebbrosi a Micomeseng:
riabilitazione (consente ai malati di vivere con la famiglia, ricevendo assistenza
diurna dal vicino ospedale specializzato) e ampliamento delle strutture
finanziati dall’Associazione Spagnola;
in Argentina il programma Ayuda Maltesa Para Eliminar la Lepra (AMAPEL)
sostenuto dall’Associazione argentina, dal CIOMAL e da due fondazioni
private; controllo post-trattamento dei pazienti nelle 16 province del paese; 700
nuovi casi all’anno, 10.000 malati permanenti e 3.500 guarigioni in 5 anni; dal
2001 con il contribuito al programma AMAPES (Assistenza dell’Ordine per la
lotta all’AIDS) gestito dall’Associazione Argentina a Buenos Aires: l’obiettivo
è la riduzione del rischio di trasmissione del virus dalla madre al neonato;
il contributo al programma di lotta alla lebbra a Picos nello Stato di Piauì:
diagnosi dei malati, somministrazione della terapia multifarmacologica
(MDT); sensibilizzazione della popolazione. Nel 2000, sono state effettuate
5.000 visite, 112 nuovi casi sono stati diagnosticati e 112 pazienti hanno
completato la terapia; sul Rio delle Amazzoni, poi, è attivo un battello
laboratorio dell’Ordine di Malta attrezzato per analisi cliniche e per
l’assistenza ai lebbrosi lungo le rive del fiume;
a Cuba la missione di valutazione su invito del Governo: programmi di
diagnosi precoce, di sensibilizzazione della popolazione e di assistenza
completa per 150 pazienti anziani, non infettivi, in situazione di precarietà
socioeconomica;
in Uruguay il Centro Cottolengo, sostenuto dall’Associazione uruguayana,
fornisce assistenza ad un numero limitato di lebbrosi riconosciuti dalla
Pubblica Autorità;
in Francia, l’Ospedale Saint-Louis a Parigi gestisce programmi specializzati di
ricerca e formazione;
in Spagna l’Associazione dell’Ordine sostiene programmi internazionali di
formazione alla cura dei lebbrosi, destinati ai missionari, al personale medico
ed agli operatori sociali;
in Egitto l’Associazione italiana dell’Ordine ACISMOM è impegnata in
un’azione di prevenzione e cura della lebbra in accordo con il Governatore del
Cairo: gestisce un lebbrosario con 860 pazienti ad AbouZaabal, nei pressi della
capitale egiziana in forza di un progetto di lungo periodo che, oltre a
contribuire alla prevenzione e alla lotta contro questa terribile malattia,
favorisce il reinserimento sociale degli individui che sono guariti;
in Messico con programmi pilota.
Nel 2000 la mappatura del genoma del bacillo M. Leprae ha consentito un
significativo passo avanti nella ricerca.
Questo progetto scientifico, condotto congiuntamente dall’Unità del Prof. Stewart
Cole all’Istituto Pasteur e dal Prof. Bart Barell al Sanger Center (RU) con il sostegno,
tra l’altro, del CIOMAL, schiudono nuove prospettive nella lotta alla malattia, in
particolare nel campo della vaccinazione, dell’assistenza alla diagnosi e della ricerca
di una terapia monodose.
Il programma punta anche ad incoraggiare il parto cesareo onde evitare la
contaminazione del neonato dalla madre.
Tutte le donne seguite nel quadro del programma danno alla luce bambini sani.
Anche l’Associazione Argentina gestisce un simile programma, AMAPES (Ayuda
Maltesa Argentina para la Prevención del SIDA) per la prevenzione della
trasmissione verticale del virus dalla madre al nascituro.
Inoltre, diverse organizzazioni nazionali dell’Ordine affiancano i programmi del
CIOMAL con molteplici iniziative volte all’assistenza alle persone affette da aids:
dal sostegno a programmi di cura e degenza ospedaliera all’assistenza individuale ai
malati.
Tra i paesi in cui l’Ordine è più attivo in tale campo, mediante le sue associazioni e
organizzazioni, vi sono l’Austria, Cuba, Honduras, Filippine, Messico e Sud Africa.
In Ciad il programma è curato dall’Ambasciatore.
Nella Repubblica Democratica del Congo, dove oltre 10.000 donne sono vittime di
aggressioni sessuali, l’Ordine di Malta attua il Programma Sanitario, il Programma
per la Sicurezza alimentare ed il Programma l’Assistenza medica e psicosociale
alle vittime di aggressioni sessuali. È dal 1996 che, nelle tormentate regioni di Ituri
e Sud-Kivu, il Malteser International presta assistenza a circa 300 centri sanitari.
Collaborando con le autorità locali, fornisce cure mediche a più di 2 milioni di
persone, svolge campagne di vaccinazione e si prende cura di uomini e donne che
hanno contratto il virus dell’HIV/AIDS.
In Argentina, per prevenire il contagio dei nascituri, il Malteser International
sviluppa programmi per le madri che infette dal virus dell’HIV: in tre centri
ospedalieri, Hospitales Argerich y Quilmes, la Maternidad Sardá e las Maternidades
Pontevedra y Churtro, nel 2005 sono state curate più di 9.000 donne incinte. Dal
2001 sono oltre 58.000 i casi esaminati.
Inoltre, attraverso Ayuda Maltesa para la Prevencion del SIDA (AMAPES) l’Ordine
aiuta sia le madri positive all’HIV che i loro bambini.
In Sudan dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, il progetto melitense per la
cura dei pazienti affetti dalla malattia del sonno(12)
(Tripanosiomiosis)(13)
nella
provincia di Yei ha ottenuto risultati di grande rilievo(14)
. Il Corpo di Soccorso
Tedesco dell’Ordine di Malta (Malteser) ha iniziato a trattare la malattia del sonno a
Yei nel 2002 con un centro per la lotta a questa patologia altamente endemica nel
Paese. Il rapporto dell'OMS dichiara che il Malteser ha sviluppato un valido sistema
sanitario che offre un centro per la diagnosi e la cura dei pazienti affetti. In passato, la
popolazione della contea di Yei doveva percorrere lunghe distanze per curarsi. Il
progetto fornisce un efficace screening della popolazione attraverso diverse modalità,
tra cui l’addestramento degli assistenti e degli operatori sanitari della comunità.
Viene, inoltre, svolto un programma di educazione sanitaria per i capi della comunità,
per i responsabili dei servizi sanitari, delle chiese, e pere le locali autorità e ONG. Il
risultato più significativo del progetto per la cura della malattia del sonno a Yei
consiste nel tasso di mortalità pari a zero dei pazienti trattati: il rapporto dell'OMS
afferma che è la prima volta che viene raggiunto un tale risultato.
Altri settori specifici d’intervento sono andati acquistando particolare rilevanza
nelle attività nazionali dell’Ordine; tra le patologie più ricorrenti nei programmi di
molte Associazioni nazionali e nelle varie regioni del pianeta spiccano, in particolare:
le malattie dell’occhio: in Brasile, Spagna, Marocco, Guatemala, Guinea
Equatoriale;
Il diabete: più di 200 mila assistiti in Italia (12 i centri dove si curano circa
45.000 persone l’anno), Spagna, Bolivia, Guatemala, Marocco, Paraguay e
Repubblica Ceca (a Praga vi è un centro specializzato nella cura del diabete
infantile);
la cura della malattia del sonno: l’Associazione tedesca nel 2003 ha aperto nel
Sudan meridionale, dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, un centro
per la lotta a questa patologia altamente endemica nel Paese;
infermità di mente: in Guinea Equatoriale l’Associazione Spagnola gestisce
un centro di ricovero diurno per tali malati recentemente inaugurato.
Nell’ambito del Programma di lotta all’aids (sindrome che ha mietuto ormai già 20
milioni circa di vittime), il CIOMAL è stato incaricato di recente di un programma di
assistenza sanitaria per le donne in gravidanza affette da tale patologia destinato a
prevenire la trasmissione del virus dalle madri ai nascituri.
Le linee di forza del programma vertono sui seguenti aspetti: diagnosi precoce;
accesso gratuito alle terapie disponibili per la madre prima del parto e per il bambino
dopo la nascita; cure antinfettive per la madre e per il bambino qualora nasca infetto;
assistenza socio-economica per il bambino in caso di morte della madre (aiuto alla
famiglia d’accoglienza).
L’attuazione di questo programma è stata avviata in Senegal e in Messico:
In Senegal, a Dakar, il CIOMAL ha elaborato una strategia di cura alternativa
volta a proteggere il nascituro e destinata alle donne che non sono in grado di
accedere alla terapia preventiva dell’infezione verticale da HIV. Il laboratorio
dell’ILAD ha effettuato gli esami sierologici per la diagnosi dell’AIDS. Le
donne assistite, benché infette dal virus hanno partorito bambini sani;
in Messico l’Associazione messicana e il CIOMAL gestiscono, in
coordinamento con l’Istituto Nazionale di Perinatologia e l’organizzazione
AmeriCares, un programma di lotta contro l’infezione verticale dell’ HIV.
Oltre alla fornitura di farmaci antiretrovirali, il programma comprende anche
servizi di consulenza e di diagnosi nonché un sostegno alle madri, in
particolare, in relazione all’alimentazione del neonato.
Vi è, poi, il primo progetto di prevenzione dell’hiv/aids in India, avviato dal
Malteser International nel primo trimestre 2007 in 33 villaggi colpiti dallo tsunami
nel distretto del Kanyakumari, Tamil Nadu (la seconda zona in India per diffusione
della malattia), con lo scopo di sensibilizzare la comunità sull’importanza della
prevenzione, di curare e portare aiuto alle sue vittime. Il progetto, in particolare,
intende migliorare la qualità della vita di chi deve convivere con l’hiv/aids, delle loro
famiglie e prevenire e controllare ulteriori contagi: i malati imparano a convivere con
la malattia, i familiari sono istruiti su come curare e aiutare al meglio. Il progetto
prevede anche l’identificazione dei malati di hiv/aids ed un’assistenza regolare. Il
livello di consapevolezza è aumentato con l’utilizzo di diversi strumenti: incontri
individuali e di gruppo, progetti culturali, informazione estesa, seminari, materiale
educativo e di comunicazione. Alle organizzazioni della comunità, ai leader e alle
persone più anziane spetta il compito di garantire la sostenibilità del programma.
Altro aspetto di rilievo è la creazione di un sistema di collegamento costante tra
malati, ospedali e organizzazioni governative e non governative. Altri programmi
contro l’aids sono in corso in Africa e in America centrale.
Un notevole impegno, inoltre, è profuso dall’Ordine nella lotta alla propagazione
della tubercolosi. In particolare, spicca il lavoro nel Centro di Detenzione di Nairobi
- la più grande prigione del Kenya, con molti detenuti affetti da tubercolosi e più del
50% sieropositivi - dove è stato creato un Centro di cura gratuito(15)
per i carcerati
e per gli agenti che “grazie alla cooperazione tra le autorità sanitarie ed il Malteser
International fornisce un aiuto essenziale ai nostri detenuti(16)
”.
Sempre in Kenia, nella città di Kay, il Malteser International opera nell'ambito sia
della lotta alla propagazione della tubercolosi che dell’hiv/aids facendo “tutto quello
che possono in condizioni veramente difficili (senza elettricità e strutture sanitarie);
alcuni di loro lavorano anche come volontari, utilizzando il loro tempo per aiutare
gli altri, affrontando situazioni che cambieranno la loro vita(17)
”.
Intensa è anche l’azione melitense nella lotta alla malaria. Nella regione più
pericolosa del mondo per tale patologia, a Yei, nel Sudan meridionale, ad esempio, il
Malteser International ha costruito sui terreni di una chiesa Cattolica degli ambulatori
e un ospedale “dove si curano le malattie più spaventose: hiv/aids, lebbra, malaria,
malattia del sonno, tubercolosi e colera. Questa è la regione più pericolosa del
mondo per la malaria. Un bambino su cinque muore di questa malattia.
L’agricoltura è quasi inesistente a causa delle mine lasciate nei campi durante la
guerra. Quello che rimane a questa gente è la grande dignità ed una profonda fede in
Dio(18)
”.
Altre attività melitensi sono: sull’isola di Idjwi, sul lago Kivu, per soddisfare le
esigenze di 180.000 abitanti la finalizzazione dei piani per il potenziamento delle
strutture sanitarie; il programma di aiuti all’estero gestito dall’Associazione
dell’Ordine in Canada dedicato ad un progetto di promozione della maternità sicura
in Nigeria; in Argentina il programma di assistenza nella provincia di Buenos Aires
ai bambini che sono nati prematuri e la gestione di un ostello per malati di cancro
nella capitale federale, compresa tutta l’area delle periferie; in Brasile il programma
dell’Associazione di Brasilia e delle regioni settentrionali di test sanitari e di
vaccinazioni della comunità locale e quello dell’Associazione di Sao Paolo e del
Brasile meridionale che continua a fornire supporto medico attraverso il Sao Paolo
Health Centre Cruz de Malta; The Malta Federation per l’America Latina, costituita
dalle tre Associazioni negli Stati Uniti per aiutare le Associazioni nazionali
dell’Ordine in Sud America, che ha sostenuto la costruzione ed apertura di un centro
di riabilitazione a Santiago del Cile per bambini affetti da problemi respiratori(19)
; il
finanziamento di una clinica mobile per l’Hôpital Sacré Cœur a Milot, Haiti, grazie
al quale l’ospedale può portare assistenza medica di base ai villaggi vicini(20)
; il
progetto innovativo, in corso di valutazione da parte delle Associazioni nazionali
dell’Ordine in Brasile, Bolivia, Colombia, Paraguay e Venezuela, che prevede la
realizzazione e la gestione di due ospedali mobili sui fiumi che forniranno servizi di
assistenza medica primaria e soccorso d’urgenza; in Messico, da parte del Malteser
International, la gestione di programmi di sostegno per madri e neonati positivi
all’HIV in quattro centri: Guardalajara, San Luis Potosi, Quintana Roo e Tijuana; in
Uruguay la gestione ad opera della manutenzione di un asilo infantile ed il recente
lancio del nuovo programma in collaborazione con il Ministero della Salute Pubblica
di un’unità mobile di assistenza dentistica che serve le aree più periferiche attorno
alla capitale; nelle Filippine, poi, il proseguimento della distribuzione di medicinali
ai poveri; negli Stati Uniti in Michigan l’Angels’ Place che ospita ed assiste adulti
affetti da disturbi dello sviluppo; i progetti in Australia riguardanti il Mt. Olivet
Hospital, nel Queensland, e l’Adelaide Day Centre for Homeless Men, l’Hutt Street
Centre for Homeless People, nel sud del Paese; la riorganizzazione del sistema
sociosanitario della Guinea Equatoriale da parte dell’Associazione italiana
ACISMOM, grazie ad un accordo a livello governativo e, in particolare, la
costituzione di una vera e propria rete ambulatoriale urbana e rurale in grado di
prestare servizi sanitari di prevenzione, diagnosi e cura in numerosi ambiti
specialistici della medicina; l’attività presso l’Hospital Lainz di Vienna da parte di
uno staff di nove operatori più quattro volontari del Gran Priorato per i malati di aids
(cui offrono anche la possibilità di partecipare ad un pellegrinaggio annuale a Roma,
a piccole escursioni di un giorno ed alla festa di Natale); in Costa Rica nel
2001 l’inaugurazione del reparto prematuri
dell’Ospedale pediatrico nazionale; in Colombia ad opera della locale
Associazione e di quella spagnola la creazione nel 2003 di un ostello da 70 posti
letto per gli abitanti delle zone rurali che devono recarsi nella capitale per cure
sanitarie specialistiche; da parte dell’Associazione francese: l’assunzione di
responsabilità nel 2002 dell’ospedale di St. Jean de Nyombe in Camerun, ha
acquisito un sito sanitario in Ecuador, il recente ampliamento delle infrastrutture
chirurgiche di un ospedale in Togo e la riorganizzazione del reparto ostetrico di un
ospedale in Mali; nella Repubblica Dominicana l’apertura a Santo Domingo di una
indispensabile clinica per la maternità e l’infanzia; in Polonia dal 2002 l’assistenza
ad un istituto di Cracovia per bambini bisognosi di cure particolari e ad un centro
diurno per persone affette da ritardo mentale a Puszczykowo mentre nel Centro
dell’Ordine a Poznan il proseguimento dell’opera per la diagnosi precoce di tumore al
seno (nel solo 2002 sono state esaminate 4890 pazienti ed eseguite oltre 500 biopsie);
da parte del Maltos Ordino Pagalbos Tarnyba in Lituania la gestione, tra l’altro, di
tre farmacie sociali; in Guinea Equatoriale ad opera dell’Associazione spagnola
l’apertura di un centro diurno per malati mentali; negli Stati Uniti, a completamento
del programma ospedaliero dell’Associazione federale, l’avvio del programma “A
Mission of Mercy” (Missione di Misericordia) che offre servizi medici ai lavoratori
indigenti privi di assicurazione nel Maryland occidentale e nella Pennsylvenia
meridionale; in Uruguay da parte dell’Associazione il sostegno ai malati
dell’Ospedale Saint Bois.
Ulteriori attività effettuate dall’Ordine in Africa(21)
: in Benin 19 ambulatori,
forniture di farmaci dall’Ordre de Malte France e gestione dell’Ospedale a Djougou
con 6.800 consulti nel 2005; a Burkina Faso la formazione di pronto soccorso per
operatori di ambulanze nonché l’attività di 35 operatori di pronto soccorso e 10
ispettori; in Mali operano 15 operatori di pronto soccorso e 5 ispettori; in Camerun
si svolgono corsi di formazione sul pronto soccorso, lavoro con comunità religiose e
offerta di programmi di formazione in materia di assistenza sanitaria; in Burundi,
Rwanda giungono farmaci da Ordre de Malte France, vi è un centro per bambini(22)
affetti da AIDS sostenuto sempre da Ordre de Malte France e sono attuati controlli e
follow-up da suore su tutte le donne incinte in Ruanda; in Repubblica
Centrafricana sono attivi 17 ambulatori e e arrivano farmaci da Ordre de Malte
France; in Comores è attiva una partnership con la Caritas i cui ambulatori sono
totalmente riforniti di medicinali da Ordre de Malte France; in Repubblica
Democratica del Congo è operativo il sostegno all’Hôpital Roi Baudouin a Kinshasa
ed a Centri medici gestiti da missionari; in Guinea Equatoriale si attuano forniture
di acqua potabile e si provvede alla formazione ospedaliera; in Gabon vi sono centri
medici e spedizioni di medicinali sotto la gestione di Ordre de Malte France); in
Madagascar l’Ordine opera con 300 ambulatori, l’Ospedale Sainte Fleur per madri
e bambini, all’interno di carceri ed è attivo, inoltre, nella lotta alla lebbra, nella
fornitura e gestione di risorse idriche, di servizi igienico-sanitari e gestisce un
progetto per un centro antidiabetico; in Mauritius si occupa dei servizi di ambulanze,
antidiabetico e nutrizionale e sviluppa un progetto di un orfanotrofio; in Niger
gestisce 7 centri medici; in Senegal(23)
è impegnato nella lotta contro tubercolosi e
malaria, oltre che alla lebbra e nella formazione di personale medico mentre dal 2006
si occupa anche di corsi di pronto soccorso, e di assistenza a madri e bambini).
Il recupero di medicinali non utilizzati (MNU) e di materiale per i servizi medici
e paramedici, completato dall’acquisto di medicinali nuovi, è un’altra delle
attività tradizionali dell’Ordine di Malta. L’azione congiunta di decine di migliaia di
volontari inquadrati dai farmacisti permette ai malati dei Paesi più svantaggiati di
ottenere gratuitamente, o a costi bassissimi, i farmaci e le cure che, altrimenti,
sarebbero loro negati. In Francia, per esempio, l’Associazione delle Opere
Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta (OHFOM) ha costituito una vera e propria
rete distribuita sulla quasi totalità del territorio nazionale per la raccolta, la selezione
e la spedizione di “medicinali non utilizzati”, di occhiali, di materiale medico e di
prodotti di prima necessità. Una catena permanente di solidarietà forte di 70 centri di
raccolta e selezione, 5 centri di spedizione e oltre 2.000 volontari inquadrati da più di
100 farmacisti. Rigorose procedure di selezione e di controllo della distribuzione
consentono di garantire a questo servizio sanitario gli adeguati standard di qualità e
sicurezza. Onde evitare la distribuzione di medicinali inutili o scaduti, le procedure di
selezione rispettano scrupolosamente le richieste dei corrispondenti locali e le regole
imposte dai singoli Stati in materia di scadenza dei farmaci. Sul posto, inoltre,
vengono effettuate sistematiche visite di controllo.
Nel solo anno 2000 ben 88 Paesi hanno usufruito della spedizioni di 243 tonnellate
medicinali non utilizzati (38 tonnellate di antibiotici; 35 tonnellate di antinevralgici;
49 tonnellate di ipotensivi; 42 tonnellate di dermatologici e antisettici; apparecchi
respiratori, vitamine, vari: 79 tonnellate) e di medicinali acquistati (Antimalarici:
2.000.000 di giorni di prevenzione; Antifilariali: 250.000 giorni di trattamento;
Antiamebici: 350.000 giorni di trattamento). In media ogni anno oltre 100 tonnellate
di medicinali e prodotti nutrizionali e 130 tonnellate di attrezzature mediche vengono
inviate nei soli Paesi africani. Nel solo Guatemala nel 2003 la distribuzione di
medicinali da parte dell’Associazione dell’Ordine ha riguardato ben 1.410 istituti
medico-sanitari. Nella sola Francia nel 2001 il coordinamento del centro
farmaceutico melitense (che ha 119 farmacisti e 2.500 volontari distribuiti in 85
centri di raccolta) con sede a Versailles nel 2001 e 2002 ha inviato complessivamente
all’estero 314 tonnellate di medicinali.
Non di rado è lo stesso corpo diplomatico melitense a curare l’invio di medicinali e/o
materiale sanitario: il nuovo ospedale cattolico “Sv. Vinko Paulski” costruito a cura
dell’Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo Cardinale Pulji, ad esempio, ha ricevuto a
maggio del 2001 materiale sanitario per il reparto ortopedico dall’Ambasciatore
dell’Ordine in Bosnia Erzegovina S.E. Lorenzo Tacchella.
Numerosi organismi dell’Ordine, infine, partecipano all’iniziativa di raccolta e
selezione di medicinali, attrezzature e prodotti di prima necessità e formano, così,
una vasta rete di solidarietà particolarmente efficace ed apprezzata nel mondo.
L’Associazione Tedesca dona e trasporta ogni anno ingenti quantitativi di
attrezzature mediche e di beni di prima necessità nei Paesi ex comunisti dell’Europa
dell’Est. Altri organismi dell’Ordine specializzati in questo campo sono in Australia,
Austria, Belgio, Brasile (Sâo Paulo e regione meridionale), Costa Rica, Portogallo,
Spagna e Stati Uniti, mentre quelli di Colombia, Filippine, Salvador e Polonia hanno
profuso notevoli energie nella distribuzione di medicinali e di doni raccolti dalle altre
Associazioni nazionali dell’Ordine.
Nel quadro del progetto St Lukas, gruppi di volontari austriaci del Gran Priorato sono
regolarmente impegnati a smistare, confezionare e organizzare la distribuzione di
medicinali e apparecchiature mediche a molti Paesi, tra cui Iraq, Iran, India e diversi
Stati dell’Europa dell’est (tali spedizioni nel 2005 hanno raggiunto un valore
complessivo di 1,5 milioni di euro). I cinque centri di raccolta di Ordre de Malte
France (Œuvres Hospitalières Françaises de l’Ordre de Malte, OHFOM) su tutto il
territorio francese nel 2005 hanno accumulato medicinali, apparecchiature mediche e
prodotti alimentari per oltre 283 le tonnellate che sono stati inviati dai centri
principali di Versailles e Arras a più di un milione di poveri e malati di 24 Paesi in
Via di Sviluppo.
Tra gli altri progetti sostenuti dall’Ordine in tale settore figura in Australia il lavoro
dell’Organizzazione OPAL che provvede al confezionamento di medicinali donati ed
al loro successivo invio a Timor Est.
Nella sola epidemia di colera in Madagascar, infine, sono stati trattati 227.000 malati
e sono state inviate 450 tonnellate di materiale medico.
Il sistema di raccolta, controllo e catalogazione dei medicinali e del loro trasporto in
aree depresse organizzato dall'Ordine in Francia, infine, è certificato anche
dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
La qualità delle cure e l’affidabilità dei servizi prestati dalle organizzazioni
dell’Ordine di Malta dipendono, in grande misura, dalla formazione iniziale e
continua impartita non solo ai numerosi volontari ma anche al personale permanente.
I corsi di formazione che le Associazioni nazionali dell’Ordine organizzano più di
frequente riguardano, in particolare, i soccorritori e gli addetti alle ambulanze nonché
le tecniche di primo soccorso. Spesso questi programmi sono a disposizione anche
del personale di organizzazioni o istituti esterni con i quali l’Ordine collabora. In
molti Paesi tali programmi permettono di conseguire diplomi o certificati ufficiali.
Tra i casi concreti relativi al 2000 ricordiamo:
in Germania, la partecipazione ad Interschutz 2000, ad Augsburg, il più
importante salone al mondo nel settore della protezione antincendio;
presentazione di elementi interattivi ed innovativi nel campo della formazione
alle tecniche di primo soccorso. Oltre 190.000 persone hanno seguito i corsi di
primo soccorso; quasi 10.000 hanno seguito un corso speciale per le emergenze
pediatriche; 2.000 istruttori di primo soccorso sono stati formati o hanno
seguito corsi di aggiornamento; 56.000 persone hanno seguito il corso di base,
obbligatorio per ottenere la patente di guida; 12. aiuto infermieri hanno seguito
per la prima volta il corso di formazione o quello di aggiornamento;
in Belgio i Cicli di formazione per i volontari, incentrati sulle tecniche di cura
e assistenza alle persone malate e portatrici di handicap;
in Spagna il Programma di formazione per i volontari che dediti all’assistenza
degli anziani;
in Francia la Scuola conducenti e infermieri d’ambulanza dell’Associazione
delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine: formazione dei futuri addetti alle
ambulanze, formazione alle tecniche di primo soccorso ad artigiani e altri
professionisti, missioni di cooperazione all’estero. Centro di formazione alle
cure di pronto soccorso: formazione all’uso del defibrillatore semiautomatico;
formazione alle tecniche di primo soccorso ai bambini;
in Honduras il Programma di addestramento destinato a volontari, in merito
alle tecniche di primo soccorso nelle situazioni di calamità naturale;
in Madagascar il Programma di formazione per il personale dei reparti di
ostetricia, in collaborazione con l’OHFOM;
in Polonia il Programma di formazione alle tecniche di primo soccorso
preliminari all’intervento dei medici; l’addestramento dei soccorritori;
nella Repubblica Ceca la gestione di una Scuola Superiore Professionale
destinata agli infermieri generici e agli infermieri pediatrici;
in Irlanda, da anni, la formazione di giovani volontari di primo soccorso in
tutto il Paese riscuote un notevole successo;
la recente inaugurazione di un istituto per paramedici in Marocco in servizio
su ambulanze.
Vi è, poi, l’assistenza alle persone portatrici di handicap, prevista nei programmi
di azione di tutte le Associazioni dell’Ordine, che si prefigge di migliorare la qualità
della vita dei disabili, di garantirne l’autonomia e di agevolarne l’integrazione nella
società. Gli interventi possono assumere forme materiali, morali o spirituali e
riguardano le cure, i problemi della vita quotidiana, i servizi di trasporto, l’attività
professionale e il tempo libero. Le attività di fund-raising, effettuate segnatamente
in Germania, Francia e Stati Uniti, permettono di distribuire presidi ortopedici e sedie
a rotelle nelle regioni più svantaggiate.
In tutte le regioni sono organizzati programmi di visite a domicilio e di attività
ricreative. La gestione di centri per persone portatrici di handicap fisici, mentali o
affette da problemi comportamentali è particolarmente sviluppata in Francia, dove
l'Associazione gestisce cinque istituti specializzati nel trattamento dei disabili gravi,
nonché nei Paesi in cui l’Associazione francese è presente e apporta il proprio
sostegno. Nel 2000 l’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di
Malta (OHFOM) ha aperto due centri per giovani autistici, a Rochefort-sur-Mer e a
Sallanches. Altri Istituti per disabili operano in Ungheria, Ecuador e Libano.
In Grecia la collaborazione dell’OHFOM ha portato all’inaugurazione della Casa di
Zitsa, centro educativo e di accoglienza per soggetti autistici nell’Epiro. L’OHFOM
partecipa altresì alla gestione di centri in Bulgaria, Ecuador, Libano e Siria per
bambini portatori di handicap fisici o mentali.
A Sydney in Australia l’Associazione aiuta il Norma Parker Respite Centre, centro
di supporto per l’assistenza a persone disabili.
L’impegno nel settore medico e ospedaliero è il fulcro stesso della vocazione
dell’Ordine di Malta.
La missione di assistenza non si limita, tuttavia, alle cure prodigate ai malati e ai
feriti, ma comprende, altresì, gli aiuti ai più bisognosi.
L’Ordine di Malta, ormai, è da lungo tempo attivo nella duplice battaglia per
l’assistenza a domicilio e per l’accoglienza in centri specializzati.
Un discorso a parte merita, poi, tra le priorità delle Associazioni nazionali melitensi,
l’attività di assistenza a domicilio e di cure per i malati terminali. La maggior
parte delle persone, avvicinandosi al termine della vita, desidera morire in casa
propria, in un ambiente familiare. I volontari dell’Ordine, dopo una speciale
formazione, apportano un aiuto prezioso in tali circostanze rispettando la dignità e i
desideri di queste persone. E l’assistenza è estesa, inoltre, anche alle famiglie con
consigli, opere di conforto ed aiuto nell’espletamento di una parte degli obblighi
materiali connessi all’approssimarsi del decesso. In questo tipo di formazione per
volontari, l’Associazione tedesca svolge un’attività d’avanguardia.
Correlativamente alle problematiche inerenti l’assistenza ai malati terminali, infine,
nel 2003 il Grand’Ospedaliere dell’Ordine ha individuato tra le priorità delle
Associazioni nazionali lo sviluppo delle cure palliative. L’assistenza ai malati
terminali, in istituto specializzato o a domicilio, è diventata una priorità nei
programmi d’attività dell’Ordine. Gli ospedali di Belgio e Gran Bretagna, come pure
alcuni istituti di cura in Germania, sono dotati di unità specializzate per la cura dei
malati terminali e si avvalgono di specialisti in cure di contenimento e controllo di
queste malattie. A Melbourne in Australia l’Ordine offre cure palliative
sovvenzionate dallo Stato ad un ampio bacino di utenza, in partnership con altri tre
gruppi di assistenza. Oltre 40 volontari dell’Associazione dell’Ordine in Belgio
offrono assistenza costante a pazienti sottoposti a cure continue o palliative presso
Institut Albert Ier et Reine Elisabeth della Clinicha Universitaria Saint-Luc; nel 2005
più di 150 pazienti hanno beneficiato di questo lavoro. In Gran Bretagna il St.
John’s Centre for Palliative Care, in fase di ampliamento per offrire una maggiore
assistenza ambulatoriale, rimane l’unico centro di degenza indipendente nel centro di
Londra. Offre assistenza specialistica a persone affette da HIV/AIDS e cura malati di
cancro e di neurosi motoria. Nei Paesi Bassi, l’Ordine sostiene case di riposo a
Vleuten e Wilnis. Qui i malati terminali possono trascorrere l’ultima fase della loro
vita in ambienti il più possibile simili alla loro casa, disponendo di tutta l’assistenza
medica necessaria. Attraverso i suoi 75 servizi di cura ambulatoriale, nonché strutture
di degenza per interventi ospedalieri e medicina palliativa, l’Ordine di Malta in
Germania offre assistenza ai pazienti in fase terminale e alle loro famiglie. Nel 2005
ben 2.000 volontari specializzati hanno offerto sostegno ad ampio raggio a 4.500
pazienti in fin di vita e a 2.000 persone che avevano perduto i loro cari.
Altri centri di questo tipo esistono anche in Argentina, Australia, Italia e Sudafrica.
In Italia, inoltre, tra le ulteriori più recenti e significative attività sanitarie sono
annoverabili:
l’accordo internazionale per la Ricerca e la Sanità stipulato il 23 dicembre
2000 tra Il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Italia per la disciplina dei rapporti
tra il Servizio Sanitario Italiano e le strutture sanitarie dell’Ordine firmato dal
Ministro Umberto Veronesi e il Gran Cancelliere Carlo Marullo di Condojanni
con l’ulteriore partecipazione all’incontro per la firma dell’accordo, per l’Italia,
del Segretario Generale del Ministero degli Esteri Umberto Vattani, del Direttore
Generale per l’Europa Maurizio Moreno e dell’Ambasciatore d’Italia presso
l’Ordine Raniero Avogadro mentre per l’Ordine del Gran Commendatore fra’
Ludwig Hoffmann von Rumerstein, dell’Ambasciatore in Italia Giulio Di Lorenzo
Badia e del Presidente dell’Associazione Principe Carlo Massimo. L’accordo, in
particolare, riconosce all’Ordine la facoltà di stipulare convenzioni con le
Università per lo svolgimento di corsi per operatori sanitari e di provvedere
all’aggiornamento professionale di personale sanitario infermieristico per progetti
nel campo assistenziale e della ricerca sia a livello statale sia regionale.
l’inaugurazione alla presenza di Carlo Marullo di Condojanni e del Cardinale
Crescenzo Sepe il 22 aprile 2001 del nuovo poliambulatorio convenzionato di
Napoli ultra moderno di circa 1.000 metri quadrati, che all’interno sembra un
albergo di lusso, trasferito da via Trinità della Cesarea ad una delle aree più
degradate della città, i Quartieri spagnoli(24)
, salita Cariati, guadagnando in spazio
e tecnologia. La struttura conta complessivamente circa 50 specialisti e 40 fra
paramedici e personale amministrativo e le sue branche mediche spaziano dalla
radiologia alla fisioterapia, radioterapia, diabetologia, ginecologia, cardiologia,
nefrologia, urologia, cardiologia, oculistica e laser, ortopedia ed ecografia.
la realizzazione nel 1993 del poliambulatorio di Genova nel centro storico a
Vico S. Pancrazio che, dopo un primo periodo di rodaggio in cui le prestazioni
sono limitate soprattutto all’educazione permanente dei diabetici e alla
disassuefazione all’alcoolismo, ottiene dalle Usl (oggi Asl) il convenzionamento
con la semplice richiesta del medico di base, senza obbligo di preventiva
autorizzazione(25)
, per ottenere in tempi estremamente rapidi le visite specialistiche
di ginecologia, ortopedia, otorino, urologia, medicina interna, dermatologia,
nefrologia, neurologia, cardiologia, chirurgia generale e vascolare, podologia oltre
che per effettuare i prelievi e le analisi di laboratorio (avvalendosi del personale
medico dell’Ospedale Evangelico Internazionale).
Inoltre, a seguito del conflitto scoppiato in Libano nei mesi di luglio e agosto 2006
che ha generato una drammatica situazione umanitaria, l’Associazione Libanese,
sostenuta dalle Associazioni dell’Ordine in tutto il mondo, continua ad offrire
assistenza vitale alle vittime della guerra, fedele alla tradizione che prescinde da
qualsiasi discriminazione di natura religiosa o politica, in un Paese particolarmente
sensibile a tali questioni. I programmi di sostegno prevedono, tra l’altro, la fornitura
di assistenza medica e psicologica, aiuti in denaro e in manodopera. Cessate le
ostilità, l’Ordine ha iniziato la ricostruzione e il riallestimento dei tre poliambulatori
di Yaroun, Siddikine e Marjeyoun, tutti pesantemente colpiti dai bombardamenti.
Due unità sanitarie mobili, operative sette giorni su sette, percorrono in lungo e in
largo la disastrata zona del Libano meridionale, portando aiuto alla popolazione
locale. I poliambulatori hanno ormai ripreso la loro attività. Il Paese ha riportato
gravissime perdite, anche in termini di vite umane: 1.200 le vittime, più di 4.000 i
feriti, 1 milione le persone che hanno dovuto lasciare le proprie case; si contano
15.000 abitazioni gravemente danneggiate, 78 ponti e 630 km di strade distrutti, 900
imprese costrette a chiudere, con un danno stimato di almeno 3,6 miliardi di dollari, e
con le infrastrutture e il sistema economico nazionale in grave crisi. Gli altri sette
centri medici dell’Ordine operativi nel Paese, continuano a fornire servizi di
assistenza sanitaria, facendo fronte al sovraccarico di lavoro(26)
.
In molti Paesi dell’ex Unione Sovietica, poi, il crollo politico ha causato un
profondo impatto sull’offerta di servizi sanitari e di assistenza sociale e se la
situazione è sensibilmente migliorata nelle Repubbliche indipendenti che continuano
a consolidare le proprie infrastrutture politiche ed economiche sussistono, tuttavia,
molte aree in cui i servizi di assistenza forniti dallo Stato sono insufficienti, a fronte
delle esigenze di una parte degli abitanti più bisognosi e delle comunità più isolate.
Attraverso le sue Associazioni nazionali e i suoi programmi di aiuti all’estero,
l’Ordine sta contribuendo a colmare queste lacune.
In Albania, l’Ordine opera con la sua organizzazione umanitaria non-governativa,
Malteser Ndihmon Ne Shqiperi (MNSH), fornendo servizi sanitari e sociali per
soggetti vulnerabili, nelle prefetture di Shkoder e Lezher. L’organizzazione offre
anche l’assistenza medica primaria (che, attraverso il Progetto Montagne, costituisce
l’attività principale di MNSH) è stata avviata dall’Ordine con lo scopo di portare
assistenza sanitaria nelle regioni montuose, non essendo disponibile alcun servizio
medico statale di base, farmacia, servizio di ambulanza ed economico-finanziario per
l’acquisto di medicinali. Nel corso del 2006, il progetto è stato esteso a quattro
villaggi, con una popolazione di 5.000 abitanti. In ambito medico sociale MNSH
aiuta le popolazioni Rom di Shkodar e Kezhe: il gruppo più povero e meno integrato
dell’Albania. Visite mediche, terapie, trasporto in ospedale, formazione in materia di
pronto soccorso e nozioni basilari di igiene sono soltanto alcuni dei servizi forniti.
In Ungheria l’Ordine porta avanti un articolato programma di assistenza che
prevede, tra l’altro ,un’unità mobile per esami radiografici e un ricovero notturno
allestito in un treno trasformato in ospedale. In cooperazione con l’Ordine in Austria,
Germania, Francia e Benelux, l’Associazione Ungherese periodicamente raccoglie
attrezzature mediche e ospedaliere, medicinali, vestiario e articoli per la casa che
vengono, poi, distribuiti in tutta l’Ungheria, in Ucraina e in Romania. Parallelamente,
l’organizzazione di aiuto dell’Ordine (MMSz), che comprende circa 140 gruppi attivi
in sette regioni, con 750 operatori e ben 15.000 volontari, fornisce una vastissima
gamma di servizi ai malati e ai bisognosi. Il MMSz possiede e gestisce sei ospedali e
case di cura che dispongono, in totale, di oltre 360 posti letto.
In Polonia l’Associazione nazionale dell’Ordine a Poznan con il Centro Specialistico
Melitense esegue ogni anno migliaia di mammografie, ecografie e densitometrie in
17 ambulatori che funzionano grazie ad un team di 58 volontari, tra cui 32 medici e
nove consulenti. Nel corso dell’anno squadre di volontari opportunamente addestrati,
suddivisi tra 35 sezioni regionali del Servizio Medico dell’Ordine (SMM), hanno
prestato assistenza medica e pronto soccorso, in occasione di grandi manifestazioni
pubbliche. Soltanto nel 2005, 1.828 volontari, tra cui medici, infermieri, paramedici e
studenti hanno effettuato interventi di prima assistenza sanitaria a favore di 12.301
persone, fornendo supporto medico ad altre 392. Questi volontari,
complessivamente, hanno dedicato 76.214 ore del loro tempo a questo
importantissimo lavoro, riuscendo anche ad insegnare a 2.011 persone le tecniche di
base di pronto soccorso.
Il servizio ospedaliero dell’Ordine in Polonia, Zwiazek Polskich Kawalerów
Maltañskich è in costante crescita con un vasto e articolato programma di assistenza a
favore dei bisognosi (si veda anche la Sezione medica e ospedaliera).
Nella Repubblica Ceca, poi, il Maltézska Pomoc gestisce anche un proprio posto di
pronto soccorso, completamente attrezzato, grazie all’opera di 74 volontari, tra cui
dieci medici. Soltanto nel 2005 questo team ha fornito servizi sanitari in occasione di
molteplici manifestazioni pubbliche. Tra queste vi è il pellegrinaggio a Velehrad,
l’evento più rilevante per i cattolici del Paese nel corso del quale si è svolto il più
grande meeting internazionale di invalidi su sedia a rotelle con svariati concerti rock
ed eventi sportivi, per non parlare del Festival Internazionale dell’Aria.
In Ucraina l’Ordine organizza, inoltre, una serie di corsi di formazione in materia di
pronto soccorso, che finora hanno consentito a più di 1.400 persone di specializzarsi
in tecniche di salvataggio.
Per condividere le stesse esperienze, esaminare i progetti umanitari in corso, valutare
i progressi annuali e per definire gli sviluppi futuri, i cinquanta Ospedalieri Europei,
Americani e Canadesi dell’Ordine si incontrano annualmente.
Nel 2006 le spese per le attività dell’Ordine di Malta nel mondo hanno raggiunto
un totale di 900 milioni di dollari.
Un aspetto del servizio dei Cavalieri di Malta che non bisogna mai trascurare, infine,
è la qualità tecnica della loro assistenza: in effetti, la buona volontà e l’amore
cristiano in se stessi non bastano. Le norme vigenti nel primo Ospedale Giovannita
già nel secolo XII, del resto, mostrano quanta attenzione era data a questa
dimensione: nell’Ordine di Malta per i “Signori Malati” solo il meglio era buono
abbastanza(27)
!
“Tutto posso in Colui che mi dà la forza”
Paolo, Lettera ai Filippesi
_______________
(1) Estratti dalla Carta Costituzionale, art. 2.
(2) Frà Andrew Bertie, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Abs dal Rapporto Attività
SMOM anno 2001.
(3) Jacques de Dumast (Presidente delle OHFOM e Presidente dell’Ospedale della Sacra Famiglia), abs da
Rapporto Attività SMOM anno 2001.
(4) Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna, settimalale del Corriere della Sera, 24 novembre
2001.
(5) Durante un’incursione dell’esercito israeliano nei territori palestinesi, in risposta all’uccisione del
ministro del Turismo Rehavam Zeevi. “Avevamo un carro armato al cancello, che sparava sugli edifici
contigui” racconta amareggiato il direttore della Sacra Famiglia, dottor Robert Tabash. “C’erano degli
scontri nell’area, le milizie palestinesi si nascondevano nelle strade, tra l’ospedale e l’università. Ci hanno
bombardati di notte, c’era fumo ovunque, le infermiere evacuavano i neonati, alcune pazienti hanno avuto
collassi per lo shock. E’ un miracolo che non ci siano state vittime. Anche i soccorsi erano difficili. Una
notte uno stabile vicino è stato centrato dalle bombe ed è divampato un incendio che rischiava di far saltare il
deposito d’ossigeno dell’ospedale” (abs da Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna,
settimalale del Corriere della Sera, 24 novembre 2001).
(6) In passato, invece, anche nei momenti degli scontri più duri, molte donne di Gerusalemme, mogli di
giornalisti e diplomatici, sfidavano i check-point per partorire alla Sacra Famiglia.
(7) Dottor Keutgen.
(8) All’epoca, a prestare assistenza sanitaria a circa 620.000 abitanti vi erano solo 3 medici con modeste
attrezzature e scarse quote di medicinali.
(9) Per oltre duemila anni essere malati di lebbra ha significato sopportare una vita fatta di sofferenze,
miseria ed esclusione sociale. La scienza non è ancora riuscita a produrre un vaccino contro la malattia. Ma è
uno degli scandali del nostro tempo che i malati di lebbra, pur essendo perfettamente guaribili se curati in
tempo, vengano ostracizzati dalla società. Statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano
che la lebbra, pur essendo ancora predominante in buona parte dei Paesi in Via di Sviluppo - nel 2005 un
totale di 286.063 casi, l’incidenza dei nuovi casi dal 2000 in poi, si è ridotta approssimativamente del 20 %
ogni anno. Grazie allo sviluppo di un’efficacissima terapia multifarmacologica, dai costi contenuti, la lebbra
non è più ritenuta letale in 112 dei 122 paesi nei quali, ancora nel 1985, la condizione era considerata
epidemica. Nonostante questi significativi progressi, la lebbra rimane un problema serio per la sanità
pubblica in diverse aree dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina.
(10) Rapporto attività SMOM 2007.
(11) Nonostante i progressi, ancora permane il marchio di infamia associato alla lebbra. Al punto che i
malati vengono tuttora lapidati da quanti sono convinti che, in qualche modo, questo li proteggerà dalla
malattia. Si comincia lentamente a capire che dalla lebbra adesso si può guarire. Ma fintanto che il marchio
di infamia resterà così forte, sarà molto difficile da debellare. Sono notevoli i passi avanti che sono stati fatti
nell’incoraggiare la gente ad uscire allo scoperto e a sottoporsi allo screening nei centri sanitari nazionali.
Ma sono ancora circa 400 i nuovi casi all’anno, il 75 % dei quali verrà curato in tempi molto rapidi, prima
che compaiano i segni fisici della malattia, grazie a diagnosi personalizzate. Queste persone possono
continuare a vivere la propria vita. Al contrario, quelli che non si sottopongono tempestivamente a diagnosi,
e contraggono lesioni cutanee, lesioni nervose e invalidità, in conseguenza della lebbra, sono molto spesso
esclusi, persino dalle rispettive famiglie. Vengono ostracizzati dalla società e in certi casi finiscono con il
credere, essi stessi, di essere segnati da un marchio di infamia. Nei Paesi buddisti si ritiene che la lebbra si
contrae perché si è stati malvagi in una vita precedente. Per fortuna, oggi sempre più gente si reca nei centri
sanitari nazionali, per sottoporsi all’efficacissima terapia multifarmacologica (MDT). I pazienti per i quali si
rende necessario un intervento chirurgico correttivo o una terapia di riabilitazione vengono inviati al Centro
del CIOMAL situato a Kien Khleang, alla periferia di Phnom Phen.
(12) La malattia del sonno costituisce una minaccia quotidiana per più di 60 milioni di uomini, donne e
bambini in 36 paesi dell’Africa sub sahariana, 22 dei quali sono tra i paesi più sottosviluppati del mondo. Il
numero stimato di persone che si ritiene abbiano la malattia è tra le 300.000 e le 500.000. Il ricovero delle
persone infette dalla malattia del sonno, e le conseguenti cure, richiedono personale ben addestrato, risorse,
medicine e centri sanitari ben equipaggiati. Senza un rilevamento sistematico della popolazione esposta e
senza trattamento, la maggior parte delle persone infette morirà senza che la malattia sia mai stata
diagnosticata. La malattia del sonno ha una forte influenza sullo sviluppo delle aree rurali, in quanto
diminuisce la forza lavoro e ostacola la capacità di produrre. Questa malattia rimane uno dei maggiori
ostacoli allo sviluppo di intere regioni. In paesi come l’Angola, la Repubblica Democratica del Congo e il
Sudan non esistono le capacità operative per fronteggiare una situazione epidemica. La presenza di questa
malattia è in alcune aree estremamente diffusa. In numerose province di questi paesi si attesta una presenza
di più del 20%.
(13) Conclusioni del rapporto presentato dal gruppo di controllo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS), a seguito di una recente visita (Colonia, 16 marzo 2004).
(14) La malattia del sonno africana è causata da tripanosomi, parassiti protozoici trasmessi all’uomo
attraverso il morso della mosca tsetse. Due sono le forme, ognuna provocata da parassiti diversi: il
Tripanosoma brucei gambiense che causa un’infezione cronica che dura anni ed è prevalente nei paesi
dell’Africa occidentale e centrale; il Tripanosoma brucei rodhesiense che causa una malattia acuta che dura
varie settimane ed è diffusa nei paesi dell’Africa orientale e meridionale. Quando un paziente è colpito il
Tripanosoma si moltiplica nel sangue e nelle ghiandole linfatiche superando le barriere del sangue cerebrale
per invadere il sistema nervoso centrale dove provoca disordini neurologici. Ritardi neurologici e
psicomotori sono frequenti anche tra i bambini già curati. In assenza di trattamento la malattia è
invariabilmente fatale.
(15) Albrecht von Boeselager, Grande Ospedaliere, Colonia, 30 maggio 2007 (fonte: website SMOM, News,
2007).
(16) Dichiarazione del Vicepresidente del Kenia Moody Awori che, esprimendo la gratitudine del suo Paese,
è stata rilasciata al gruppo di Rappresentanti dell’Ordine (in missione di osservazione dei progetti del
Malteser International) ricevuti a Nairobi, (fonte: website SMOM, News, 2007).
(17) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del
Malteser International (fonte: website SMOM, News, 2007).
(18) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del
Malteser International (fonte: website SMOM, News, 2007).
(19) The Malta Federation ha contribuito al progetto con 30.000 dollari, i restanti 26.827 sono stati stanziati
dall’Associazione Cilena (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007).
(20) Nel 2005, la clinica mobile ha assistito 3.305 pazienti (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007).
(21) Abs dai rapporti degli Ambasciatori dell’Ordine, Conferenza internazionale dell’Ordine sull’Africa,
2006 (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007).
(22) Nel Burundi uno dei problemi gravi da affrontare è costituito dall’elevato numero di orfani.
(23) In cui quasi tutti i pazienti sono musulmani.
(24) “Questa vuole essere una testimonianza della volontà che abbiamo di andare incontro alle esigenze
specifiche dei cittadini soprattutto verso i meno abbienti dei quali lo spirito cristiano dell’Ordine di Malta si
pone a difesa. Quale migliore scelta dei Quartieri spagnoli per esercitare la carità” Dichiarazione attribuita
al Cardinale Crescenzo Sepe (abs. da: Marianna Salvatore, “Quartieri spagnoli-Ambulatorio dell’Ordine di
Malta” - Il Giornale di Napoli, 23 aprile 2001.
(25) Direttore Sanitario, Prof. Maria Luisa Santi.
(26) Rapporto di Attività SMOM 2007.
(27) Abs rimaneggiato da: Albrecht Freiherr von Boeselager, “Le nuove forme di carità”, Qualità del servizio
- SMOM Quaderni di Spiritualità “Tuitio Fidei” e “Obsequium Pauperum” oggi, N. 3, Roma 2003, V, pag.
58.
Prefazione
Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal momento
della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida dimensione
ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le tematiche arricchendole
anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni compilative personali o di
illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza particolari pretese, avendo
costituito per me un buon momento integrativo iniziatico, ritengo essere di un certo
interesse.
Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che
l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non si
consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo libro può
avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel solco di quelle
Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione antropologica è quella di
concorrere a trasformare la memoria in esperimento, in costruzione dell’uomo.
Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle sue
enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di prassi o di essa
eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del proprio ruolo, aprendo
spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte certezze del mondo reale della vita
quotidiana.
Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili finchè si
pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati nella
profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza.
Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza”
costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre.
D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur nella
sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria singolarità
scrutando nella propria storia.
Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva
argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la riaffermazione
della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la propria solitudine
giacchè immersi nel coacervo solidale della confratellanza melitense e, soprattutto,
grazie ad un più profondo e consapevole percorso di fede, anche attraverso ognuna
delle pagine della storia della salvezza costituite dalle Sacre Scritture,
progressivamente si è condotti verso orizzonti di amore più alti e perfetti
spalancando gli occhi su quell’abisso di luce che è Cristo mentre l’incertezza lascia
il posto alla consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene la vera rivoluzione, il
cambiamento decisivo per il mondo”.
Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e proprio
innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno sordo e opaco
dell’esistenza terrena(1)
”: ciascun passo “è da considerarsi come espressione della
paziente educazione di Dio nei confronti della durezza di cuore o del collo indurito
dell’uomo(2)
”.
Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo lavoro
che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione nel tempo tra
vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è dietro di noi bensì
che il suo volto ci guarda dal futuro(3)
”.
Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore e la
disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della milizia
giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far propria la difesa
dei principi cristiani(4)
”.
Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano
Profilo sintetico dell’autore
Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente
sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un
brillante matematico universitario. Ruoli: General Manager Villano International Business
Team dal 2012 (attività in 16 ambiti di business, consulting & service, tra cui: affari
internazionali, immobiliare alta gamma, previdenza, edilizia- restauro, import-export, alimentari,
informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal 2013), Associate Professor in History of Health
Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of
Florida State (BR, Miami, Florida, USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario
indipendente di borse e forex (dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cav. di
Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania);
Presidente Fondazione umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal
2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C., già pontificia Tiberina, Studi Melitensi, Medical
Tradition Smithsonian Institution-USA, International Society History Pharmacy, Acc. Italiana Storia
Farmacia, Soc. Napoletana Storia Patria, a. h. Nobile Collegio Chimico Farmaceutico. Oltre 100 conferenze
e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory
Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni. Studi: classici; laurea e
abil.: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale,
Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e
Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.:
Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager,
ottenendo Alti Patronati di Capo dello Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011-
15, Segretario International Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy
Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del Gruppo di Studio “History and definition of
pharmacopoeias” dell’International Society for the History of Pharmacy, coordinato dal Prof. François
Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in
Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile della sicurezza dei Tribunali Corte
Appello Napoli), CdA Fondazione Beaumont Onlus ricerche su cancro presieduta dallo scienziato Tarro e
con il Prefetto Napoli (2011-12), Accademico Europeo per le Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015.
Per 32 anni socio e titolare di un’importante farmacia, fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29 anni
1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000-01 Rotary Club Pompei-Vesuvio e per 14 anni Delegato
unico dei Governatori per l’Archivio del Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso
I.C.R. per il Rotary di tutta l’Italia; in Comm.ni Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra
i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e
presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della Giornata
internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli, coordinatore nazionale e
fondatore Federazione Giovani Farmacisti; Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Assist. Prof.
Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, Cattedra Prof. Lembo- Ist. Sup. Sanità). Proponente e padrinodi vari
Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa di
Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore
cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO, Presidente
Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo Candidato al Premio Nobel per la
Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec,
2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza
Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas,
2016); Patrizio POLISCA, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con
Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma
d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International
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  • 1. Raimondo Villano CENNI STORICI SULL’ATTIVITÀ SANITARIA DEL SOVRANO MILITARE ORDINE DI MALTA IN EPOCA CONTEMPORANEA “Ciò che avrete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avrete fatto a Me” Matteo (25, 40)
  • 2. ISBN 978-88-904235-43, CDD 900 VIL tui 2008, 4^ edizione (esaurita), pp. 390, Pergamena, ottobre 2009. Con il patrocinio dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (Mi.B.A.C.). Secondo S.E. Ven. Balì Gran Croce di Giustizia Fra’ Franz Von Lobstein, già Gran Priore di Roma e Membro del Sovrano Consiglio del Sovrano Militare Ordine di Malta, “il libro si distingue per approfondita informazione e scorrevolezza di esposizione”. Apprezzato da numerose Autorità civili, religiose e melitensi, tra cui: il Capo dello Stato, il Santo Padre, S.A. E.ma il Principe e Gran Maestro del SMOM, vari regnanti d’Europa e Alti Prelati. Il Sovrano Ordine di Malta ha come fine la diffusione e la promozione delle virtù cristiane di carità e di fratellanza, esercitando, senza distinzione di religione, di razza, di provenienza e di età, le opere di misericordia verso gli ammalati, i poveri e i profughi. L’Ordine, in particolare, esercita l’attività istituzionale nel campo ospedaliero, inclusa l’assistenza sociale e sanitaria, anche in favore delle vittime delle calamità eccezionali e delle guerre(1) . Vi è, poi, una regola fondatrice dell’Ospitalità che, incisa nello statuto degli Ospitalieri di San Giovanni di Gerusalemme, guida da nove secoli or sono la vita e l’attività del Sovrano Ordine di Malta: “Quando un ammalato si presenterà, che sia portato il letto e lì, come fosse Nostro Signore in persona, dategli quanto di meglio avete in casa”. “Un impegno segnato in filigrana nella sua storia: a Gerusalemme, Cipro, Rodi, Malta, l’Ordine ha costruito ambulatori, ospedali e case di cura, investito nella ricerca medica, prestato assistenza ai malati e ai bisognosi, senza alcuna distinzione di razza, origine o religione.
  • 3. Un impegno che prosegue ancor oggi e che l’Ordine ha adattato all’evoluzione delle necessità indotte dalla miseria, dalle malattie, dai conflitti e dalle calamità naturali. Consapevole dell’evoluzione delle strategie dei grandi attori internazionali, l’Ordine ha sviluppato, parallelamente alle missioni istituzionali permanenti presso le autorità nazionali, una politica di relazioni dinamiche con le principali organizzazioni internazionali attive in campo umanitario. In questo ambito, l’Ordine di Malta si è prefisso un duplice obiettivo: da una parte partecipare più attivamente al processo di consulenza al quale può utilmente contribuire in virtù della sua storica esperienza e delle conoscenze acquisite sul campo, dall’altra, creare quando possibile ed utile, sinergie con le attività delle agenzie delle Nazioni Unite o dell’Unione Europea ed avviare, con queste, iniziative di cooperazione e partenariati per affrontare più efficientemente le sfide comuni. Questa volontà d’intensificare il dialogo e la cooperazione con tutti gli “artigiani di Giustizia e di Pace” richiede anche una maggiore visibilità e una più grande trasparenza delle realizzazioni e dei progetti della nostra istituzione; obiettivi ai quali l’Ordine punta avvalendosi di una puntuale informazione rivolta in via prioritaria ai responsabili delle istituzioni nazionali ed internazionali attive negli stessi settori d’intervento in cui opera, ma anche ai suoi membri e ai principali donatori. Grazie all’impegno personale e alla disponibilità dei propri membri e volontari, grazie ai donatori privati e pubblici senza i quali nessuna azione duratura potrebbe essere realizzata, l’Ordine di Malta esplica la sua azione disinteressata ed
  • 4. imparziale in tutto il mondo nei luoghi di sofferenza e di miseria, portando un messaggio di compassione e di solidarietà, ispirato alla carità cristiana(2) ”. Nei suoi nove secoli di tradizionale assistenza ai poveri e agli infermi, l’Ordine di Malta non è mai stato tanto attivo quanto in epoca contemporanea. In questa opera esso certamente è agevolato dalla sua diplomazia umanitaria. Operare in accordo con i principi etici cattolici in tutti i settori della medicina con l'aiuto di tanti volontari appositamente formati rappresenta una parte importante dell'attività sanitaria dell'Ordine attualmente svolta in oltre 120 Paesi del mondo. Il primo Corpo d’ambulanza dell’Ordine è stato creato nel 1938 in Irlanda e, con quelli successivamente creati in Austria, Ungheria, Francia e soprattutto in Germania, resta uno dei più importanti. Ovunque circolino ambulanze con l’insegna della croce di Malta, l’affidabilità e la qualità dei loro interventi sono esplicitamente riconosciute dalle Pubbliche Autorità, come nel caso del Governo austriaco che chiede sistematicamente all’organismo austriaco dell’Ordine di partecipare ai servizi di soccorso in occasione delle visite ufficiali di Capi di Stato o di Governo. In Marocco, l’apertura a Casablanca nel 2006 di un istituto per la formazione di personale per le ambulanze, si è già rivelata un contributo gradito quanto necessario per la formazione di giovani da avviare alle attività nel settore del pronto soccorso. Il progetto, nato da una cooperazione tra l’Ambasciata dell’Ordine in Marocco, Ordre
  • 5. de Malte France, e il governo marocchino, propone agli studenti un corso biennale di studi e di esperienze pratiche per il rilascio del diploma. Oggi, i Corpi di soccorso sono diventati una delle attività più importanti dell’Ordine. Dopo la caduta del Muro di Berlino, hanno avuto un notevole sviluppo anche in Europa Centrale ed Orientale. Volontari attivi in oltre 30 Paesi assicurano i servizi di pronto soccorso durante le manifestazioni pubbliche o in caso di incidenti o calamità naturali. In numerose occasioni l'Ordine, attraverso il Corpo di Soccorso Tedesco, ha gestito il servizio medico durante le missioni di pace delle Nazioni Unite (America Centrale, Kuwait, Timor Est, Balcani). Oggi, l’Ordine dispone di organismi di soccorso in 32 paesi. In Europa, l’ECOM (Emergency Corps of the Order of Malta) fondato da otto Associazioni nazionali si è dimostrato un importante e prezioso strumento di cooperazione per gli interventi di soccorso internazionale nei casi di calamità naturale o di conflitti armati. Inizialmente limitata al primo soccorso in situazioni d’emergenza, la sua missione si è estesa e congloba ora l’insieme delle forme di assistenza richieste in circostanze d’emergenza eccezionali. È stato creato un Centro di Coordinamento speciale per il Sud e Centro America che ha cominciato ad organizzare e coordinare gli interventi di soccorso nella regione. Qualche esempio, tra tanti altri: in Francia, l’Associazione delle Opere Ospedaliere (OHFOM) ha gestito tre dei dieci posti di primo soccorso in occasione del più grande raduno di nautica tradizionale del mondo, “Brest 2000”; in Germania, il
  • 6. Malteser Hilfsdienst ha assicurato un presidio paramedico durante l’EXPO di Hannover nel Gran Premio di Formula Uno del Nürburgring. A livello internazionale, l’Ordine è riuscito a riunire squadre di volontari provenienti da tutto il mondo per presidiare i posti di pronto soccorso permanenti nelle quattro Basiliche Maggiori durante l’Anno Giubilare a Roma, tra il 24 dicembre 1999 e il 6 gennaio 2001: per estensione e durata, indubbiamente, una delle più significative operazioni di primo soccorso mai realizzate dall’Ordine. Durante l’Anno Santo, l’Ordine ha fornito le risorse umane necessarie e gestito i quattro presidi medici di primo soccorso allestiti presso le quattro maggiori basiliche romane di S. Pietro, S. Giovanni in Laterano, S. Maria Maggiore e S. Paolo Fuori le Mura. Per garantire l’operatività dei presidi 8 ore al giorno, per 53 settimane, si sono avvicendate continuamente due squadre costituite ciascuna da un medico, un infermiere e due barellieri. Più di 1.950 volontari (tra cui 500 medici, 395 infermieri e 60 paramedici) hanno lavorato a questa operazione per 371 giorni totalizzando complessivamente oltre 15.000 ore di servizio e prestando assistenza a oltre 15.000 pellegrini provenienti da 115 paesi. In questo periodo, due nascite hanno avuto luogo nei presidi medici, mentre due pellegrini sono deceduti nelle basiliche. Hanno fornito squadre di volontari per i presidi di pronto soccorso, i Gran Priorati e le Associazioni nazionali dei seguenti paesi: Austria, Belgio, Cuba, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda, Italia, Iugoslavia, Lettonia, Libano, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Ucraina, Ungheria, Uruguay nonché le tre Associazioni degli Stati Uniti.
  • 7. Merita una segnalazione particolare la straordinaria partecipazione dei Gran Priorati italiani e del corpo di soccorso italiano CISOM che hanno provveduto a colmare i vuoti, a far fronte agli imprevisti dell’ultimo momento e a fornire interpreti alle delegazioni straniere, e dell’Associazione tedesca che ha assicurato da sola il funzionamento di due posti di soccorso per tutto l’Anno Santo. L’Associazione Tedesca dell’Ordine è stata l’organizzatrice del pronto soccorso in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia nell’agosto 2005: il Malteser Germania in tale occasione ha assicurato i servizi di prima assistenza durante tutta la settimana coprendo 12 eventi a Colonia, 18 a Bonn, 7 a Düsseldorf, 40 a Marienfield per la Veglia con il Papa. Alla Giornata Mondiale della Gioventù hanno partecipato nel corso della settimana 400.000 giovani, mentre nel week-end si è raggiunto il milione di presenze. Il Malteser Hilfsdienst, il servizio di emergenza dell’Associazione Tedesca dell’Ordine, ha avuto la responsabilità dei servizi di pronto soccorso e di assistenza paramedica per tutta la durata dell’evento. Più di 1.700 volontari, numerosi provenienti da altre Associazioni dell’Ordine in Europa, hanno effettuato ben 5.790 interventi di pronto soccorso. Nell’estate 2006, poi, l’Associazione spagnola ha curato l’attività di primo soccorso a Valencia durante il V incontro mondiale delle Famiglie. Nella sola Germania, infine, i servizi di soccorso tedeschi melitensi si muovono in media ogni 58 secondi ed oltre 540.000 sono stati gli interventi nel 2005. L’Ordine di Malta è la prima organizzazione di soccorso in Germania. Sono 270.000 le persone che nel 2005 hanno frequentato i corsi di formazione organizzati dall’Ordine. Tra
  • 8. questi, corsi di pronto soccorso rivolti a specifiche categorie professionali, corsi per assistenti, formazione per infermieri ausiliari e addestramento per l’assistenza in ambito familiare. L’Ordine di Malta è responsabile in tutta la Germania di 314 servizi di pronto soccorso scolastico. La solidarietà Nord-Sud si esprime pienamente nei programmi ospedalieri dell’Ordine. In particolare, le Associazioni europee ed americane sostengono attivamente numerosi ospedali e centri medici nei paesi meno favoriti contribuendo finanziariamente e mettendo a disposizione medici ed infermieri, medicinali, attrezzature o partecipando direttamente alla gestione degli istituti stessi. L’Ordine possiede e sostiene centri di medicina generale, nonché centri specializzati in malattie, patologie o fasce di età particolari. Gli ospedali di medicina generale sono ubicati prevalentemente in Europa, ed in particolare in Belgio, Francia, Germania, Gran Bretagna ed Italia, ma anche in Benin, Bulgaria, Ciad, Ecuador, Haiti, Libano, Madagascar, Palestina, Senegal, Siria e Togo. Per avere un’idea dell’imponenza dell’impegno profuso dall’Ordine in tali strutture si cita, ad esempio, l’attività svolta nel solo anno 2000, tra l’altro, in una diversità di ambienti di lavoro assolutamente estrema: Ciad, Padiglione di Chirurgia dell’Ospedale Centrale di N’Djamena: 475 operazioni ortopediche specializzate, 4.481 malati ricoverati e 9.650 consulenze mediche; Centro Medico di Amtoukoui: 38.637 pazienti hanno fruito di consultazioni di medicina di base, cure intensive, controlli ginecologici e vaccinazioni;
  • 9. Centro Medico di Biobé: ha curato 8.557 malati, effettuato 133 ricoveri e 47 parti. Ella parte settentrionale di Haiti, inoltre, vi è l’Ospedale di Milot (l’unico della regione), nell’ambito del progetto CRUDEM, sostenuto in particolare dalle tre Associazioni degli Stati Uniti - Americana, Federale ed Occidentale - con 64 letti, un’unità pediatrica, un dipartimento maternità, un ambulatorio specialistico, un moderno laboratorio analisi e che è ora dotato di gruppi elettrogeni che consentono di realizzare interventi chirurgici più lunghi e più complessi. Grazie al concorso volontario di una équipe chirurgica specializzata di Rochester, è stato possibile avviare il primo programma d’interventi a cuore aperto destinato ai pazienti bisognosi di Haiti. Vi è, poi, in Palestina l’Ospedale Ostetrico della Sacra Famiglia a Betlemme posto sotto la diretta responsabilità del Grand’Ospedaliere dell’Ordine. Sul tetto sventola la bandiera gialla del Vaticano, ma il grande edificio in pietra bianca, con i suoi giardini di aranci, ha un’architettura dal sapore arabo. Questo ospedale è gestito dall’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta. Nel 2006 nell’ospedale sono nati 2.946 bambini e si è anche registrato il più alto numero di visite (17.587) per pazienti esterni nonché il più elevato numero di ricoveri nel reparto (440) nella storia dell’Ospedale. Dalla sua inaugurazione nel 1990 al 2006 vi sono nati più di 39.000 bambini, con un primato di 3.052 nascite nel 2000, senza il verificarsi di un solo caso di decesso materno nonostante la fragilità dello stato di salute di molte madri. L’Ospedale della Sacra Famiglia fa parte di un istituto
  • 10. appartenente dal 1882 alle Figlie della Carità ed è stato completamente ristrutturato nel 1985, su richiesta della congregazione, dall’Ordine di Malta che ebbe l’idea di rimettere in servizio un padiglione di maternità in una delle ali dell’edificio. L’Ordine, in particolare, ha predisposto un piano di restauro degli ambienti, di aggiornamento di strutture e servizi sanitari ed uno standard di specializzazione del personale ai più alti livelli. Il suo finanziamento è assicurato congiuntamente dal Gran Magistero dell’Ordine, dalle Associazioni francese, tedesca, britannica, irlandese, svizzera e americana nonché dalla fondazione americana creata a tal fine dai Cavalieri dell’Ordine di Washington. Con un personale altamente qualificato forte di 94 persone (tra cui 8 specialisti, 5 medici residenti e 45 infermieri ed ostetriche), la maternità gestisce 40 posti letto di ostetricia e ginecologia ed ha aperto di recente un’unità di neonatologia con annesso locale per la formazione delle future madri. La maternità si avvale, inoltre, di un’unità mobile che provvede alla sensibilizzazione prenatale e al controllo ginecologico e ostetrico puerperale nei pressi di Betlemme e nei villaggi della regione di Hebron. Il suo successo, risultato della politica di prezzi contenuti e della reputazione di affidabilità tecnica, determina un’affluenza così massiccia da limitare il ricovero delle giovani madri a 3 giorni in media(3) . Il 25 % delle madri e dei bambini vive nei campi profughi. Quando arrivano in Ospedale, le madri in attesa sono stanche e stressate per le violenze e le umiliazioni subite. Spesso presentano segni di malnutrizione e sono frequenti i casi di anemia e diabete. Questi fattori, senza dubbio, contribuiscono al 15 % di parti prematuri che hanno luogo
  • 11. nell’ospedale. Molte donne dipendono dall’assistenza sociale, specialmente dopo l’Intifada e quando non possono pagare sono curate gratuitamente. Le tariffe, se commisurate all’elevata qualità del servizio, sono estremamente basse per adeguarsi agli standard dell’economia palestinese. Nel 2002, ad esempio, il ricovero per un parto costa 120 dollari, un cesareo solo 400 dollari. Inoltre, il reparto di neonatologia è dotato di équipe altamente qualificate che si specializzano in Europa con alti costi a carico dell’Ente. L’ospedale, ancora, è riuscito a raggiungere standard di servizio e di assistenza medica in grado di competere con quelli occidentali ed appare, poi, come un’oasi di pace nel cuore di Betlemme, dedicato alla maternità in un luogo divenuto simbolo metafisico della nascita. Non solo per i cristiani, ma anche per gli ebrei, che poco distante da qui venerano la tomba di Rachele, protettrice dei bimbi. L’atmosfera rilassante delle camere per due-tre pazienti, il profumo di pulito, la vista sui giardini creano una dimensione quasi magica che ogni futura madre sogna(4) . Con l’inizio della nuova “intifada” nell’ottobre 2001, però, nell’ormai indecifrabile catena di azioni e reazioni che caratterizza il conflitto su questa terra sacra e insanguinata, la neutralità dell’ospedale è stata violata(5) e le condizioni di esercizio di questo luogo ideale dove far nascere il proprio bambino conoscono momenti di drammatico peggioramento: la chiusura sempre più stretta dei confini, il blocco dei centri e dei villaggi, i posti di blocco e il coprifuoco paralizzano il lavoro dell’unità mobile e vietano l’accesso all’ospedale a numerose madri di famiglia(6) . Il numero di ricoveri va in forte contrazione e crea serie difficoltà di gestione in una Regione in cui il tasso di disoccupazione supera il 50%. Grazie al coraggio, alla dedizione e alla
  • 12. volontà della direzione e del personale, la maternità resta operativa essendo grandi le necessità della popolazione. I servizi dell’ospedale sono stati ampliati fino ad includere un gruppo di cliniche mobili (la cui attività, durante il conflitto, ha dovuto spesso essere sospesa), nonché strutture didattiche per medici e infermieri nei settori specialistici di ginecologia e ostetricia. E continua ad offrire un programma didattico relativo alle madri e alla cura dei figli, per la popolazione. “La vera gioia di lavorare in questo ospedale è quella di vedere la vita nascere ogni giorno. E’ sapere che i bambini nati prematuri morirebbero, senza l’assistenza specialistica di questo ospedale e del suo staff, non esistendo un’altra struttura che potrebbe accoglierl(7) ”. Il bilancio totale 2002 dell’Ospedale della Sacra Famiglia di Betlemme, infine, è ammontato a 1.817.000 US $ mentre la sovvenzione dell’Ordine di Malta è stata di 1.208.000 US $. Gli stipendi pagati ai 110 dipendenti locali forniscono sostentamento ad oltre 2.000 persone. A sostegno dell’attività dell’ospedale sono giunti aiuti internazionali. USAID, ad esempio, ha donato 3,5 milioni di dollari; 750.809 euro sono stati stanziati dal governo belga sotto gli auspici di Malta Belgium International; 171.000 dollari sono giunti dalla Fondazione USA per l’Ospedale della Sacra Famiglia. Le donazioni provenienti dalle organizzazioni dell’Ordine in Europa, estremo Oriente e Stati Uniti ammontano a 1.534.109 dollari. Questi finanziamenti hanno consentito l’avvio della costruzione di un nuovo piano che dovrebbe essere ultimato nel maggio 2007. L’ampliamento ospiterà cinque culle di terapia intensiva neonatale, tre ulteriori sale
  • 13. parto, due posti letto di terapia intensiva per adulti, una sala operatoria per parti cesarei di emergenza, un nido più grande, un centro di ricovero diurno con sei posti letto, un reparto di emergenza con due posti letto e una centrale di sterilizzazione. Grazie ai finanziamenti ricevuti, l’ospedale sarà anche in grado di portare da quattro a sei il numero delle cliniche mobili che forniscono assistenza nei villaggi. Nuovi servizi verranno introdotti: un programma mirato per la salute delle donne, un programma di educazione dei pazienti, un progetto di formazione rivolto i professionisti dell’assistenza sanitaria. Inoltre, in Camerun l’Associazione francese dell’Ordine continua a gestire l’Ospedale St Jean de Malte de Nyombe. Nel 2005, lo staff e i volontari locali di Ordre de Malte France hanno prestato 13.000 consulti medici nel Centro Rohan- Chabot di Mokolo, nonché 21.300 consulenze sull’HIV presso l’ospedale Saint Jean de Malte. Nel frattempo, in un ospedale in Togo sono stati potenziati i servizi chirurgici, mentre nel Mali è stato ripristinato un reparto di ostetricia. Malta Belgium International ha recentemente ultimato la ristrutturazione del Centro Ospedaliero Re Baldovino, a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo. Negli Stati Uniti l’Associazione Federale, che ha sede a Washington DC, sostiene 15 cliniche con la fornitura di medicinali acquistati a prezzo ridotto, oppure direttamente donati dalle società farmaceutiche. Ciascuna clinica presenta l’elenco dei farmaci di cui ha bisogno e li riceve due volte all’anno. Medici, dentisti, infermieri e assistenti volontari, offrono il loro tempo per sostenere il lavoro delle cliniche. Il Comitato Ospedaliero dell’Associazione occidentale, poi, che copre un
  • 14. territorio molto esteso da Seattle nel nord-ovest fino a Phoenix nel sud-ovest, nel 2005 ha approvato sovvenzioni per un totale di circa 920.000 dollari, per sostenere 65 programmi nella zona orientale degli Stati Uniti cui vanno aggiunte le 22.000 ore di volontariato offerte dai membri nel corso dell’anno in favore delle medesime attività assistenziali. Tutte e tre le Associazioni dell’Ordine negli Stati Uniti hanno contribuito alla costituzione e alla gestione della CRUDEM Foundation che nel 1999 è prescelta tra i 100 progetti del Santo Padre per l’Anno della Carità. CRUDEM mette a disposizione della popolazione dell’area settentrionale di Haiti eccezionali strutture di assistenza sanitaria attraverso l’Hôpital Sacré Coeur a Milot. Il personale medico dell’ospedale, composto da 12 medici a tempo pieno e 3 part-time, un dentista e 35 infermieri, è affiancato da 170 volontari provenienti dall’estero che si recano a Milot a proprie spese per fornire servizi medici specialistici. L’Associazione dell’Ordine in Gran Bretagna è impegnata a realizzare un importante ampliamento dell’ospedale St. John and St Elizabeth a Londra. Ospiterà un reparto con 30 stanze per la cura ambulatoriale dei pazienti. Completato nel 2007, l’ospedale dispone di 34 ambulatori per le visite, 156 camere singole per i degenti, quattro sale operatorie e un’apposita unità di terapia intensiva. In Germania nel MTG Malteser Trägergesellschaft gGmbH, l’Ordine di Malta riunisce la supervisione e la gestione dei suoi attuali: 10 ospedali, 20 istituti per l’assistenza agli anziani, 3 ospizi per degenze/padiglioni per cure palliative, una clinica specializzata in medicina naturale e 9 centri ambulatoriali in tutta la Germania con uno staff complessivo di 5.900 operatori che assiste ogni anno circa 100.000
  • 15. persone bisognose di cure. Sempre in Germania, a Rybnik, vi è il ”Malteser Krankenhaus”, un grande centro sanitario e ospedaliero costruito dai Cavalieri tedeschi dell’Ordine nel periodo della Prima Guerra Mondiale e gestito dall’Ordine fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale quando è requisito dal governo dell’ex- Germania dell’Est. Sempre in Germania, a Trebnitz, vi è un complesso ospedaliero fondato dall’Ordine in Breslavia nei primi del Novecento, funzionante anche durante la seconda guerra mondiale e, poi, requisito dalle autorità del regime comunista dell’ex Germania dell’Est. L’Ordine di Malta, ancora, gestisce centri medici e posti sanitari in numerosi Paesi del mondo ed in particolare in Brasile, Perù, Polonia, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Dominicana, Stati Uniti, Ciad, Sudafrica, Cile ed Ungheria; nella sola Repubblica Democratica del Congo l’Associazione melitense gestisce oltre 600 posti sanitari nella parte orientale del Paese. L’Ordine, inoltre, gestisce o sostiene integralmente o anche solo parzialmente un’ampia rete di ospedali, policlinici, cliniche ed ambulatori insediati in tutto il mondo (300 ospedali, circa 1500 tra ambulatori e cliniche). La loro natura è determinata dal fabbisogno locale sia per integrare i servizi sanitari pubblici, sia per far fronte a specifiche malattie o ad altri problemi sanitari. Molti ospedali dell’Ordine sono in Europa e più precisamente in Germania, in Francia, in Belgio, in Inghilterra e in Italia. Gli ospedali in Belgio e in Inghilterra, così come alcuni di quelli in Germania, hanno unità specializzate per il trattamento dei malati terminali. Altre unità specializzate sono attive in Argentina, Italia, Stati
  • 16. Uniti, Sud Africa e Australia. Oltre agli ospedali e ai centri medici che gestisce in Francia, l’Associazione delle opere francesi ha ospedali in Benin, Burkina Faso, Camerun, Madagascar e Togo. Nel distretto dei Grandi Laghi, ed a Kerala in India, l’Ordine contribuisce attivamente alla creazione di un servizio sanitario pubblico. L'Associazione delle opere francesi aiuta numerosi istituti sanitari pubblici di diversi Paesi dell'Africa Occidentale e del Madagascar. Nel giugno 2003 nella Repubblica Dominicana l’Associazione dell’Ordine ha aperto un centro medico nella parte nord orientale del Paese, nella regione del Monte Plata, denominato “El Cacique” capace di effettuare oltre 200 visite giornaliere a madri e figli. Nella parte sud orientale, poi, gestisce e finanzia il Centro Herrera che dal ’97 dispensa servizi ginecologici e pediatrici con pronto soccorso ed anche reparto di prevenzione dei tumori uterini e mammari. In Angola, sempre nel 2003, alla fine della guerra civile durata 27 anni, l’Ordine insieme ai partners (Caritas Menongue, un gruppo di 4 posti sanitari cattolici, la direzione provinciale sanitaria del Kuando Kubango) ha proceduto al riassetto immediato delle infrastrutture sanitarie esistenti rifornendole anche di attrezzature mediche e medicinali per 6 mesi (8) . L’Associazione del Salvador dei Cavalieri di Malta ha creato e gestisce in diverse zone del Paese numerosi centri sanitari e 15 cliniche per le popolazioni bisognose. L’Ordine ha creato, poi, due Unità mediche mobili di primo soccorso in Libano del Sud; un’altra testimonianza del dinamismo e della vitalità dell’Ordine in questa
  • 17. Regione è l’inaugurazione presso il centro ospedaliero di Bhannès della più grande e moderna piscina di balneoterapia del Medio Oriente. Intensa è, inoltre, l’opera assistenziale in Libano attraverso 11 centri medico-sociali (3 gravemente danneggiati nel corso di recenti conflitti e riaperti, operano a pieno servizio assistendo le popolazioni locali dei quattro maggiori gruppi religiosi) la cui collocazione geografica permette di operare in tutto il territorio: intere regioni dipendono da queste strutture che forniscono 250.000 prestazioni mediche ogni anno, oltre ad innumerevoli visite ed interventi nei villaggi vicini. Tali centri dispongono di collaboratori specializzati (centoventitrè medici, novantadue infermieri e ausiliari, ottantotto addetti ai servizi sociali e amministrativi) che forniscono servizi di assistenza medica e sociale adeguata ai bisogni delle aree in cui operano. Complessivamente ripartiti in tutto il territorio, sono presenti nove Centri medico sociali, un Centro specialistico per bambini con patologie cerebromotorie, una piscina di balneoterapia annessa al centro di rieducazione ortopedica, tre Unità Mediche Mobili operanti in permanenza, servizi di pronto soccorso, un Centro di formazione per i giovani e di accoglienza per gli anziani, interventi a carattere sociale. Inoltre, quarantatre veicoli sono a disposizione per azioni umanitarie e sociali. A Bhannès, il Centro di educazione Terapeutica “Robert de Lobkowicz” per bambini con patologie cerebromotorie, aperto nel 1991 ed ampliato nel 1994, è stato dotato nel 1999, per iniziativa dell’Associazione Libanese melitense di un servizio di balneoterapia la cui duplice finalità è volta ad alleviare le sofferenze dei pazienti e ad accelerare i tempi di recupero. Il progetto è stato realizzato grazie all’azione congiunta delle Figlie della
  • 18. Carità, delle Opere Ospedaliere Francesi, della Comunità Europea e dell'Associazione Libanese dell'Ordine. In Salvador, ancora, nel 2000 i dodici centri dell’Associazione hanno permesso di curare 140.000 pazienti, mentre i due laboratori odontoiatrici si sono occupati di 23.000 pazienti. I centri medici istituiti in Libano ed in El Salvador durante la guerra civile costituiscono oggi una parte importante dei rispettivi sistemi sanitari nazionali. L’Associazione Dominicana, invece, gestisce strutture specializzate nell’assistenza a madri e bambini. Altri ambulatori e centri medici operano in Polonia, in Ungheria, negli Stati Uniti, in Brasile, in Perù e in Sud Africa. In diversi Paesi in Via di Sviluppo molti ospedali e ambulatori sono assistiti e, in alcuni casi, diretti dall'Ordine. Il restauro e la modernizzazione di strutture ospedaliere ed ambulatori rientrano ugualmente nelle missioni dell’Ordine, in particolare nei paesi in guerra, come gli interventi operati nei Balcani e tuttora in corso nelle regioni dell’Africa devastate da conflitti armati. Nel distretto dei Grandi Laghi, in Africa, come pure a Kerala, in India, l’Ordine dà un contributo attivo allo sviluppo di un servizio sanitario pubblico di base. A più riprese il Corpo di Soccorso dell’Associazione tedesca si è fatto carico dell’assistenza medica al personale delle missioni di pace delle Nazioni Unite. Dal 1995, l’Ordine mette a disposizione dell’UNIKOM (United Nations Irak Kuwait Observation Mission) un’unità medica composta da 5 medici, 2 infermieri e 7
  • 19. paramedici e, dal dicembre 2000, un’altra squadra di 2 medici e 2 infermieri è a disposizione dell’UNTAET (United Nations Transitional Administration in East Timor). Va rilevato, poi, che in tutte le strutture mediche gestite dalle Associazioni e le Fondazioni dell’Ordine viene applicato il concetto del “Quality Management” che l’Associazione tedesca ha contribuito in larga misura a sviluppare con una serie di progetti pilota di cui alcuni con il patrocinio del Ministero Federale Tedesco della Sanità. La lotta contro la lebbra (malattia di Hansen)(9) , poi, fa parte delle missioni secolari dell’Ordine. Anche se la malattia è in regresso, uccide ancora 2000 vittime ogni giorno nel mondo e resta un problema di pubblica sanità in ben 24 Paesi, 12 dei quali concentrano il 92% dei casi censiti. Si ritiene, inoltre, che circa due milioni di malati guariti, ma handicappati, siano oggi in attesa di un’assistenza riabilitativa. Fondato nel 1958, il Comitato Internazionale dell’Ordine di Malta CIOMAL, con sede a Ginevra, recentemente trasformato in una fondazione, coordina le azioni di lotta alla lebbra e di assistenza ai lebbrosi, condotte dalle singole Associazioni nazionali e rappresenta l’Ordine in seno alla Federazione Internazionale delle Associazioni di Lotta alla Lebbra. Le linee di forza dei programmi del CIOMAL sono riconducibili alle seguenti direttrici: accesso gratuito per tutti gli ammalati alla terapia multifarmacologica (MDT – Multi Drug Therapy); rafforzamento delle politiche di diagnosi precoce della malattia; prevenzione degli handicap; riabilitazione medica -
  • 20. chirurgica - ortopedica - oftalmologica; informazione e sensibilizzazione degli ammalati, del personale medico e del pubblico in generale; formazione del personale medico e paramedico per l’addestramento del malato all’autoassistenza. Totalmente finanziato da raccolte fondi e donazioni volontarie, il CIOMAL non si limita ad offrire alle persone che soffrono la possibilità di usufruire di un programma gratuito di cure, riabilitazione ed educazione, messo in atto da un team di specialisti ma collabora anche con le comunità locali per sconfiggere il marchio di infamia associato alla malattia, in maniera da consentire alle persone curate di poter riprendere la loro normale vita quotidiana nella società(10) . Nel solo anno 2000 l’Ordine è stato attivo in 9 Paesi delle principali Regioni del mondo colpite dalla lebbra: l’Asia, l’Africa e il Sud America. Sempre nell’ambito della lotta contro la lebbra sono attivi, più in particolare, numerosi programmi ed istituti specializzati dell’Ordine, tra cui: in Cambogia, dove gran parte della popolazione buddista considera la lebbra come una punizione per un comportamento malvagio tenuto in una vita precedente, il programma nazionale di diagnosi, cura e riabilitazione: un ospedale di 34 posti letto a Pnom Penh; 2 cliniche di 10 posti letto in provincia; unità mobili per l’assistenza delle 17.000 persone affette dalla malattia, seguite e curate su base regolare; tale programma negli ultimi anni ha registrato un particolare successo(11) ; dal 1994 vengono somministrate terapie agli ammalati e la popolazione, in generale, è oggetto di campagne informative. Dall’introduzione, nel 1986, del Programma nazionale contro la lebbra, più di
  • 21. 18.000 persone sono guarite dalla malattia e il numero dei nuovi casi accertati è sceso da diverse migliaia a 400-500 ogni anno. A supporto del Programma nazionale, il CIOMAL fornisce assistenza tecnica e finanziaria per la diagnosi e la cura dei nuovi casi di lebbra, nonché per formazione dei supervisori del Programma. Il CIOMAL ha anche istituito una banca dati centrale, per poter disporre di uno strumento più preciso per la registrazione dei dati e per la stesura di rapporti. Altro settore di intervento è la collaborazione con i gruppi di supporto sanitario che sempre più spesso si formano nei villaggi, per aiutare gli abitanti a riconoscere i segnali e i sintomi della lebbra, e incoraggiare la segnalazione dei casi sospetti al centro sanitario statale più vicino. Il CIOMAL ha, inoltre, commissionato un’edizione speciale dedicata alla lebbra della rivista del servizio sanitario nazionale della Cambogia che viene distribuita in tutti gli ospedali, centri sanitari e scuole di formazione universitarie del paese. Per eliminare il marchio di infamia associato alla lebbra e sottolineare la necessità di cominciare a curarsi precocemente è stata lanciata una campagna pubblicitaria sulla televisione nazionale che ha visto come testimonial le star di una soap opera cambogiana. Gli incontri di formazione nelle numerose fabbriche di abbigliamento situate intorno a Phnom Penh (che danno lavoro a circa 120.000 giovani donne provenienti da ogni parte del paese) costituiscono un ulteriore strumento utilizzato per contribuire a sfatare il tabù della lebbra, incoraggiando non soltanto il ricorso tempestivo ai centri sanitari, ma anche il reinserimento nella vita lavorativa delle persone guarite. L’ampia diffusione
  • 22. del messaggio è assicurata dal ritorno di queste giovani donne nei villaggi di origine due volte all’anno, in occasione delle principali festività. Sul piano pratico, il centro di cure e riabilitazione dalla lebbra del CIOMAL a Kien Khleang offre visite ambulatoriali e fisioterapia. Insegna come svolgere le attività quotidiane in piena sicurezza, sovvenziona corsi di formazione professionale e offre prestiti per l’avviamento di piccole attività ai pazienti segnalati dai centri sanitari nazionali. Nel 2006, presso il centro di Kien Khleang, sono stati visitati in tutto 1.339 pazienti, con 260 ricoveri. Un nuovo programma ha preso il via per fornire alle persone che hanno subito lesioni nervose, informazioni e suggerimenti su come evitare ulteriori traumi e invalidità; in Brasile, il secondo Paese più colpito nel mondo: il CIOMAL e le Associazioni dell’Ordine lavorano insieme dal 1984 per affrontare il problema tra i tre milioni di abitanti dello Stato di Piaui nel nord est del Paese. Inizialmente concentrato nella regione di Picós, ora esteso fino a coprire l’intero Stato, il programma prevede in collaborazione con il servizio sanitario statale un mix di monitoraggio, diagnosi dei malati, somministrazione della terapia multifarmacologica (MDT) e sensibilizzazione della popolazione. Nel 2000, sono state effettuate: 5.000 visite, 112 nuovi casi diagnosticati e 112 pazienti hanno completato la terapia. Nel 2006 su oltre 1.000 pazienti visitati ci sono stati 69 nuovi casi di lebbra;
  • 23. in Thailandia il Centro Don Bosco di Nakhon Srithammarat: assistenza a 60 pazienti e reinserimento socio-economico; scolarizzazione di 52 bambini affetti dalla malattia di Hansen; aiuti abitativi ai malati guariti. Oltre a dispensare il trattamento multifarmacologico (MDT) ai nuovi pazienti, il Centro provvede alle cure di base e alla formazione dei malati, in particolare per l’apprendimento delle cure d’igiene che i soggetti possono effettuare da soli; in Vietnam sei centri di riferimento creati e gestiti con il sostegno dell’Associazione francese assicurano cure chirurgiche di contenimento e kinesiterapia riabilitativa. Quest’infrastruttura è integrata da una rete di consulenza ambulatoriale mobile in corso di sviluppo; in Senegal l’Istituto di Leprologia Applicata di Dakar (ILAD): assistenza ambulatoriale ed ospedaliera di pazienti senegalesi e dei paesi vicini; chirurgia ed ortopedia; missioni d’individuazione della malattia, prevenzione e monitoraggio. Il personale permanente, interamente senegalese, consta di 45 persone; in Camerun il Centro Ospedaliero Rohan Chabot, gestito dall’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi, è l’unica struttura ospedaliera della provincia dell’Extrême Nord: aperto a tutti, lebbrosi e non, dispone di un servizio sanitario, protesico e riabilitativo; in Guinea Equatoriale l’Ospedale e villaggio per i lebbrosi a Micomeseng: riabilitazione (consente ai malati di vivere con la famiglia, ricevendo assistenza
  • 24. diurna dal vicino ospedale specializzato) e ampliamento delle strutture finanziati dall’Associazione Spagnola; in Argentina il programma Ayuda Maltesa Para Eliminar la Lepra (AMAPEL) sostenuto dall’Associazione argentina, dal CIOMAL e da due fondazioni private; controllo post-trattamento dei pazienti nelle 16 province del paese; 700 nuovi casi all’anno, 10.000 malati permanenti e 3.500 guarigioni in 5 anni; dal 2001 con il contribuito al programma AMAPES (Assistenza dell’Ordine per la lotta all’AIDS) gestito dall’Associazione Argentina a Buenos Aires: l’obiettivo è la riduzione del rischio di trasmissione del virus dalla madre al neonato; il contributo al programma di lotta alla lebbra a Picos nello Stato di Piauì: diagnosi dei malati, somministrazione della terapia multifarmacologica (MDT); sensibilizzazione della popolazione. Nel 2000, sono state effettuate 5.000 visite, 112 nuovi casi sono stati diagnosticati e 112 pazienti hanno completato la terapia; sul Rio delle Amazzoni, poi, è attivo un battello laboratorio dell’Ordine di Malta attrezzato per analisi cliniche e per l’assistenza ai lebbrosi lungo le rive del fiume; a Cuba la missione di valutazione su invito del Governo: programmi di diagnosi precoce, di sensibilizzazione della popolazione e di assistenza completa per 150 pazienti anziani, non infettivi, in situazione di precarietà socioeconomica;
  • 25. in Uruguay il Centro Cottolengo, sostenuto dall’Associazione uruguayana, fornisce assistenza ad un numero limitato di lebbrosi riconosciuti dalla Pubblica Autorità; in Francia, l’Ospedale Saint-Louis a Parigi gestisce programmi specializzati di ricerca e formazione; in Spagna l’Associazione dell’Ordine sostiene programmi internazionali di formazione alla cura dei lebbrosi, destinati ai missionari, al personale medico ed agli operatori sociali; in Egitto l’Associazione italiana dell’Ordine ACISMOM è impegnata in un’azione di prevenzione e cura della lebbra in accordo con il Governatore del Cairo: gestisce un lebbrosario con 860 pazienti ad AbouZaabal, nei pressi della capitale egiziana in forza di un progetto di lungo periodo che, oltre a contribuire alla prevenzione e alla lotta contro questa terribile malattia, favorisce il reinserimento sociale degli individui che sono guariti; in Messico con programmi pilota. Nel 2000 la mappatura del genoma del bacillo M. Leprae ha consentito un significativo passo avanti nella ricerca. Questo progetto scientifico, condotto congiuntamente dall’Unità del Prof. Stewart Cole all’Istituto Pasteur e dal Prof. Bart Barell al Sanger Center (RU) con il sostegno, tra l’altro, del CIOMAL, schiudono nuove prospettive nella lotta alla malattia, in particolare nel campo della vaccinazione, dell’assistenza alla diagnosi e della ricerca di una terapia monodose.
  • 26. Il programma punta anche ad incoraggiare il parto cesareo onde evitare la contaminazione del neonato dalla madre. Tutte le donne seguite nel quadro del programma danno alla luce bambini sani. Anche l’Associazione Argentina gestisce un simile programma, AMAPES (Ayuda Maltesa Argentina para la Prevención del SIDA) per la prevenzione della trasmissione verticale del virus dalla madre al nascituro. Inoltre, diverse organizzazioni nazionali dell’Ordine affiancano i programmi del CIOMAL con molteplici iniziative volte all’assistenza alle persone affette da aids: dal sostegno a programmi di cura e degenza ospedaliera all’assistenza individuale ai malati. Tra i paesi in cui l’Ordine è più attivo in tale campo, mediante le sue associazioni e organizzazioni, vi sono l’Austria, Cuba, Honduras, Filippine, Messico e Sud Africa. In Ciad il programma è curato dall’Ambasciatore. Nella Repubblica Democratica del Congo, dove oltre 10.000 donne sono vittime di aggressioni sessuali, l’Ordine di Malta attua il Programma Sanitario, il Programma per la Sicurezza alimentare ed il Programma l’Assistenza medica e psicosociale alle vittime di aggressioni sessuali. È dal 1996 che, nelle tormentate regioni di Ituri e Sud-Kivu, il Malteser International presta assistenza a circa 300 centri sanitari. Collaborando con le autorità locali, fornisce cure mediche a più di 2 milioni di persone, svolge campagne di vaccinazione e si prende cura di uomini e donne che hanno contratto il virus dell’HIV/AIDS.
  • 27. In Argentina, per prevenire il contagio dei nascituri, il Malteser International sviluppa programmi per le madri che infette dal virus dell’HIV: in tre centri ospedalieri, Hospitales Argerich y Quilmes, la Maternidad Sardá e las Maternidades Pontevedra y Churtro, nel 2005 sono state curate più di 9.000 donne incinte. Dal 2001 sono oltre 58.000 i casi esaminati. Inoltre, attraverso Ayuda Maltesa para la Prevencion del SIDA (AMAPES) l’Ordine aiuta sia le madri positive all’HIV che i loro bambini. In Sudan dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, il progetto melitense per la cura dei pazienti affetti dalla malattia del sonno(12) (Tripanosiomiosis)(13) nella provincia di Yei ha ottenuto risultati di grande rilievo(14) . Il Corpo di Soccorso Tedesco dell’Ordine di Malta (Malteser) ha iniziato a trattare la malattia del sonno a Yei nel 2002 con un centro per la lotta a questa patologia altamente endemica nel Paese. Il rapporto dell'OMS dichiara che il Malteser ha sviluppato un valido sistema sanitario che offre un centro per la diagnosi e la cura dei pazienti affetti. In passato, la popolazione della contea di Yei doveva percorrere lunghe distanze per curarsi. Il progetto fornisce un efficace screening della popolazione attraverso diverse modalità, tra cui l’addestramento degli assistenti e degli operatori sanitari della comunità. Viene, inoltre, svolto un programma di educazione sanitaria per i capi della comunità, per i responsabili dei servizi sanitari, delle chiese, e pere le locali autorità e ONG. Il risultato più significativo del progetto per la cura della malattia del sonno a Yei consiste nel tasso di mortalità pari a zero dei pazienti trattati: il rapporto dell'OMS afferma che è la prima volta che viene raggiunto un tale risultato.
  • 28. Altri settori specifici d’intervento sono andati acquistando particolare rilevanza nelle attività nazionali dell’Ordine; tra le patologie più ricorrenti nei programmi di molte Associazioni nazionali e nelle varie regioni del pianeta spiccano, in particolare: le malattie dell’occhio: in Brasile, Spagna, Marocco, Guatemala, Guinea Equatoriale; Il diabete: più di 200 mila assistiti in Italia (12 i centri dove si curano circa 45.000 persone l’anno), Spagna, Bolivia, Guatemala, Marocco, Paraguay e Repubblica Ceca (a Praga vi è un centro specializzato nella cura del diabete infantile); la cura della malattia del sonno: l’Associazione tedesca nel 2003 ha aperto nel Sudan meridionale, dove l’Ordine dal 1997 assiste 300.000 abitanti, un centro per la lotta a questa patologia altamente endemica nel Paese; infermità di mente: in Guinea Equatoriale l’Associazione Spagnola gestisce un centro di ricovero diurno per tali malati recentemente inaugurato. Nell’ambito del Programma di lotta all’aids (sindrome che ha mietuto ormai già 20 milioni circa di vittime), il CIOMAL è stato incaricato di recente di un programma di assistenza sanitaria per le donne in gravidanza affette da tale patologia destinato a prevenire la trasmissione del virus dalle madri ai nascituri. Le linee di forza del programma vertono sui seguenti aspetti: diagnosi precoce; accesso gratuito alle terapie disponibili per la madre prima del parto e per il bambino dopo la nascita; cure antinfettive per la madre e per il bambino qualora nasca infetto;
  • 29. assistenza socio-economica per il bambino in caso di morte della madre (aiuto alla famiglia d’accoglienza). L’attuazione di questo programma è stata avviata in Senegal e in Messico: In Senegal, a Dakar, il CIOMAL ha elaborato una strategia di cura alternativa volta a proteggere il nascituro e destinata alle donne che non sono in grado di accedere alla terapia preventiva dell’infezione verticale da HIV. Il laboratorio dell’ILAD ha effettuato gli esami sierologici per la diagnosi dell’AIDS. Le donne assistite, benché infette dal virus hanno partorito bambini sani; in Messico l’Associazione messicana e il CIOMAL gestiscono, in coordinamento con l’Istituto Nazionale di Perinatologia e l’organizzazione AmeriCares, un programma di lotta contro l’infezione verticale dell’ HIV. Oltre alla fornitura di farmaci antiretrovirali, il programma comprende anche servizi di consulenza e di diagnosi nonché un sostegno alle madri, in particolare, in relazione all’alimentazione del neonato. Vi è, poi, il primo progetto di prevenzione dell’hiv/aids in India, avviato dal Malteser International nel primo trimestre 2007 in 33 villaggi colpiti dallo tsunami nel distretto del Kanyakumari, Tamil Nadu (la seconda zona in India per diffusione della malattia), con lo scopo di sensibilizzare la comunità sull’importanza della prevenzione, di curare e portare aiuto alle sue vittime. Il progetto, in particolare, intende migliorare la qualità della vita di chi deve convivere con l’hiv/aids, delle loro famiglie e prevenire e controllare ulteriori contagi: i malati imparano a convivere con la malattia, i familiari sono istruiti su come curare e aiutare al meglio. Il progetto
  • 30. prevede anche l’identificazione dei malati di hiv/aids ed un’assistenza regolare. Il livello di consapevolezza è aumentato con l’utilizzo di diversi strumenti: incontri individuali e di gruppo, progetti culturali, informazione estesa, seminari, materiale educativo e di comunicazione. Alle organizzazioni della comunità, ai leader e alle persone più anziane spetta il compito di garantire la sostenibilità del programma. Altro aspetto di rilievo è la creazione di un sistema di collegamento costante tra malati, ospedali e organizzazioni governative e non governative. Altri programmi contro l’aids sono in corso in Africa e in America centrale. Un notevole impegno, inoltre, è profuso dall’Ordine nella lotta alla propagazione della tubercolosi. In particolare, spicca il lavoro nel Centro di Detenzione di Nairobi - la più grande prigione del Kenya, con molti detenuti affetti da tubercolosi e più del 50% sieropositivi - dove è stato creato un Centro di cura gratuito(15) per i carcerati e per gli agenti che “grazie alla cooperazione tra le autorità sanitarie ed il Malteser International fornisce un aiuto essenziale ai nostri detenuti(16) ”. Sempre in Kenia, nella città di Kay, il Malteser International opera nell'ambito sia della lotta alla propagazione della tubercolosi che dell’hiv/aids facendo “tutto quello che possono in condizioni veramente difficili (senza elettricità e strutture sanitarie); alcuni di loro lavorano anche come volontari, utilizzando il loro tempo per aiutare gli altri, affrontando situazioni che cambieranno la loro vita(17) ”. Intensa è anche l’azione melitense nella lotta alla malaria. Nella regione più pericolosa del mondo per tale patologia, a Yei, nel Sudan meridionale, ad esempio, il Malteser International ha costruito sui terreni di una chiesa Cattolica degli ambulatori
  • 31. e un ospedale “dove si curano le malattie più spaventose: hiv/aids, lebbra, malaria, malattia del sonno, tubercolosi e colera. Questa è la regione più pericolosa del mondo per la malaria. Un bambino su cinque muore di questa malattia. L’agricoltura è quasi inesistente a causa delle mine lasciate nei campi durante la guerra. Quello che rimane a questa gente è la grande dignità ed una profonda fede in Dio(18) ”. Altre attività melitensi sono: sull’isola di Idjwi, sul lago Kivu, per soddisfare le esigenze di 180.000 abitanti la finalizzazione dei piani per il potenziamento delle strutture sanitarie; il programma di aiuti all’estero gestito dall’Associazione dell’Ordine in Canada dedicato ad un progetto di promozione della maternità sicura in Nigeria; in Argentina il programma di assistenza nella provincia di Buenos Aires ai bambini che sono nati prematuri e la gestione di un ostello per malati di cancro nella capitale federale, compresa tutta l’area delle periferie; in Brasile il programma dell’Associazione di Brasilia e delle regioni settentrionali di test sanitari e di vaccinazioni della comunità locale e quello dell’Associazione di Sao Paolo e del Brasile meridionale che continua a fornire supporto medico attraverso il Sao Paolo Health Centre Cruz de Malta; The Malta Federation per l’America Latina, costituita dalle tre Associazioni negli Stati Uniti per aiutare le Associazioni nazionali dell’Ordine in Sud America, che ha sostenuto la costruzione ed apertura di un centro di riabilitazione a Santiago del Cile per bambini affetti da problemi respiratori(19) ; il finanziamento di una clinica mobile per l’Hôpital Sacré Cœur a Milot, Haiti, grazie al quale l’ospedale può portare assistenza medica di base ai villaggi vicini(20) ; il
  • 32. progetto innovativo, in corso di valutazione da parte delle Associazioni nazionali dell’Ordine in Brasile, Bolivia, Colombia, Paraguay e Venezuela, che prevede la realizzazione e la gestione di due ospedali mobili sui fiumi che forniranno servizi di assistenza medica primaria e soccorso d’urgenza; in Messico, da parte del Malteser International, la gestione di programmi di sostegno per madri e neonati positivi all’HIV in quattro centri: Guardalajara, San Luis Potosi, Quintana Roo e Tijuana; in Uruguay la gestione ad opera della manutenzione di un asilo infantile ed il recente lancio del nuovo programma in collaborazione con il Ministero della Salute Pubblica di un’unità mobile di assistenza dentistica che serve le aree più periferiche attorno alla capitale; nelle Filippine, poi, il proseguimento della distribuzione di medicinali ai poveri; negli Stati Uniti in Michigan l’Angels’ Place che ospita ed assiste adulti affetti da disturbi dello sviluppo; i progetti in Australia riguardanti il Mt. Olivet Hospital, nel Queensland, e l’Adelaide Day Centre for Homeless Men, l’Hutt Street Centre for Homeless People, nel sud del Paese; la riorganizzazione del sistema sociosanitario della Guinea Equatoriale da parte dell’Associazione italiana ACISMOM, grazie ad un accordo a livello governativo e, in particolare, la costituzione di una vera e propria rete ambulatoriale urbana e rurale in grado di prestare servizi sanitari di prevenzione, diagnosi e cura in numerosi ambiti specialistici della medicina; l’attività presso l’Hospital Lainz di Vienna da parte di uno staff di nove operatori più quattro volontari del Gran Priorato per i malati di aids (cui offrono anche la possibilità di partecipare ad un pellegrinaggio annuale a Roma,
  • 33. a piccole escursioni di un giorno ed alla festa di Natale); in Costa Rica nel 2001 l’inaugurazione del reparto prematuri dell’Ospedale pediatrico nazionale; in Colombia ad opera della locale Associazione e di quella spagnola la creazione nel 2003 di un ostello da 70 posti letto per gli abitanti delle zone rurali che devono recarsi nella capitale per cure sanitarie specialistiche; da parte dell’Associazione francese: l’assunzione di responsabilità nel 2002 dell’ospedale di St. Jean de Nyombe in Camerun, ha acquisito un sito sanitario in Ecuador, il recente ampliamento delle infrastrutture chirurgiche di un ospedale in Togo e la riorganizzazione del reparto ostetrico di un ospedale in Mali; nella Repubblica Dominicana l’apertura a Santo Domingo di una indispensabile clinica per la maternità e l’infanzia; in Polonia dal 2002 l’assistenza ad un istituto di Cracovia per bambini bisognosi di cure particolari e ad un centro diurno per persone affette da ritardo mentale a Puszczykowo mentre nel Centro dell’Ordine a Poznan il proseguimento dell’opera per la diagnosi precoce di tumore al seno (nel solo 2002 sono state esaminate 4890 pazienti ed eseguite oltre 500 biopsie); da parte del Maltos Ordino Pagalbos Tarnyba in Lituania la gestione, tra l’altro, di tre farmacie sociali; in Guinea Equatoriale ad opera dell’Associazione spagnola l’apertura di un centro diurno per malati mentali; negli Stati Uniti, a completamento del programma ospedaliero dell’Associazione federale, l’avvio del programma “A Mission of Mercy” (Missione di Misericordia) che offre servizi medici ai lavoratori indigenti privi di assicurazione nel Maryland occidentale e nella Pennsylvenia
  • 34. meridionale; in Uruguay da parte dell’Associazione il sostegno ai malati dell’Ospedale Saint Bois. Ulteriori attività effettuate dall’Ordine in Africa(21) : in Benin 19 ambulatori, forniture di farmaci dall’Ordre de Malte France e gestione dell’Ospedale a Djougou con 6.800 consulti nel 2005; a Burkina Faso la formazione di pronto soccorso per operatori di ambulanze nonché l’attività di 35 operatori di pronto soccorso e 10 ispettori; in Mali operano 15 operatori di pronto soccorso e 5 ispettori; in Camerun si svolgono corsi di formazione sul pronto soccorso, lavoro con comunità religiose e offerta di programmi di formazione in materia di assistenza sanitaria; in Burundi, Rwanda giungono farmaci da Ordre de Malte France, vi è un centro per bambini(22) affetti da AIDS sostenuto sempre da Ordre de Malte France e sono attuati controlli e follow-up da suore su tutte le donne incinte in Ruanda; in Repubblica Centrafricana sono attivi 17 ambulatori e e arrivano farmaci da Ordre de Malte France; in Comores è attiva una partnership con la Caritas i cui ambulatori sono totalmente riforniti di medicinali da Ordre de Malte France; in Repubblica Democratica del Congo è operativo il sostegno all’Hôpital Roi Baudouin a Kinshasa ed a Centri medici gestiti da missionari; in Guinea Equatoriale si attuano forniture di acqua potabile e si provvede alla formazione ospedaliera; in Gabon vi sono centri medici e spedizioni di medicinali sotto la gestione di Ordre de Malte France); in Madagascar l’Ordine opera con 300 ambulatori, l’Ospedale Sainte Fleur per madri e bambini, all’interno di carceri ed è attivo, inoltre, nella lotta alla lebbra, nella fornitura e gestione di risorse idriche, di servizi igienico-sanitari e gestisce un
  • 35. progetto per un centro antidiabetico; in Mauritius si occupa dei servizi di ambulanze, antidiabetico e nutrizionale e sviluppa un progetto di un orfanotrofio; in Niger gestisce 7 centri medici; in Senegal(23) è impegnato nella lotta contro tubercolosi e malaria, oltre che alla lebbra e nella formazione di personale medico mentre dal 2006 si occupa anche di corsi di pronto soccorso, e di assistenza a madri e bambini). Il recupero di medicinali non utilizzati (MNU) e di materiale per i servizi medici e paramedici, completato dall’acquisto di medicinali nuovi, è un’altra delle attività tradizionali dell’Ordine di Malta. L’azione congiunta di decine di migliaia di volontari inquadrati dai farmacisti permette ai malati dei Paesi più svantaggiati di ottenere gratuitamente, o a costi bassissimi, i farmaci e le cure che, altrimenti, sarebbero loro negati. In Francia, per esempio, l’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta (OHFOM) ha costituito una vera e propria rete distribuita sulla quasi totalità del territorio nazionale per la raccolta, la selezione e la spedizione di “medicinali non utilizzati”, di occhiali, di materiale medico e di prodotti di prima necessità. Una catena permanente di solidarietà forte di 70 centri di raccolta e selezione, 5 centri di spedizione e oltre 2.000 volontari inquadrati da più di 100 farmacisti. Rigorose procedure di selezione e di controllo della distribuzione consentono di garantire a questo servizio sanitario gli adeguati standard di qualità e sicurezza. Onde evitare la distribuzione di medicinali inutili o scaduti, le procedure di selezione rispettano scrupolosamente le richieste dei corrispondenti locali e le regole imposte dai singoli Stati in materia di scadenza dei farmaci. Sul posto, inoltre, vengono effettuate sistematiche visite di controllo.
  • 36. Nel solo anno 2000 ben 88 Paesi hanno usufruito della spedizioni di 243 tonnellate medicinali non utilizzati (38 tonnellate di antibiotici; 35 tonnellate di antinevralgici; 49 tonnellate di ipotensivi; 42 tonnellate di dermatologici e antisettici; apparecchi respiratori, vitamine, vari: 79 tonnellate) e di medicinali acquistati (Antimalarici: 2.000.000 di giorni di prevenzione; Antifilariali: 250.000 giorni di trattamento; Antiamebici: 350.000 giorni di trattamento). In media ogni anno oltre 100 tonnellate di medicinali e prodotti nutrizionali e 130 tonnellate di attrezzature mediche vengono inviate nei soli Paesi africani. Nel solo Guatemala nel 2003 la distribuzione di medicinali da parte dell’Associazione dell’Ordine ha riguardato ben 1.410 istituti medico-sanitari. Nella sola Francia nel 2001 il coordinamento del centro farmaceutico melitense (che ha 119 farmacisti e 2.500 volontari distribuiti in 85 centri di raccolta) con sede a Versailles nel 2001 e 2002 ha inviato complessivamente all’estero 314 tonnellate di medicinali. Non di rado è lo stesso corpo diplomatico melitense a curare l’invio di medicinali e/o materiale sanitario: il nuovo ospedale cattolico “Sv. Vinko Paulski” costruito a cura dell’Arcivescovo di Vrhbosna-Sarajevo Cardinale Pulji, ad esempio, ha ricevuto a maggio del 2001 materiale sanitario per il reparto ortopedico dall’Ambasciatore dell’Ordine in Bosnia Erzegovina S.E. Lorenzo Tacchella. Numerosi organismi dell’Ordine, infine, partecipano all’iniziativa di raccolta e selezione di medicinali, attrezzature e prodotti di prima necessità e formano, così, una vasta rete di solidarietà particolarmente efficace ed apprezzata nel mondo. L’Associazione Tedesca dona e trasporta ogni anno ingenti quantitativi di
  • 37. attrezzature mediche e di beni di prima necessità nei Paesi ex comunisti dell’Europa dell’Est. Altri organismi dell’Ordine specializzati in questo campo sono in Australia, Austria, Belgio, Brasile (Sâo Paulo e regione meridionale), Costa Rica, Portogallo, Spagna e Stati Uniti, mentre quelli di Colombia, Filippine, Salvador e Polonia hanno profuso notevoli energie nella distribuzione di medicinali e di doni raccolti dalle altre Associazioni nazionali dell’Ordine. Nel quadro del progetto St Lukas, gruppi di volontari austriaci del Gran Priorato sono regolarmente impegnati a smistare, confezionare e organizzare la distribuzione di medicinali e apparecchiature mediche a molti Paesi, tra cui Iraq, Iran, India e diversi Stati dell’Europa dell’est (tali spedizioni nel 2005 hanno raggiunto un valore complessivo di 1,5 milioni di euro). I cinque centri di raccolta di Ordre de Malte France (Œuvres Hospitalières Françaises de l’Ordre de Malte, OHFOM) su tutto il territorio francese nel 2005 hanno accumulato medicinali, apparecchiature mediche e prodotti alimentari per oltre 283 le tonnellate che sono stati inviati dai centri principali di Versailles e Arras a più di un milione di poveri e malati di 24 Paesi in Via di Sviluppo. Tra gli altri progetti sostenuti dall’Ordine in tale settore figura in Australia il lavoro dell’Organizzazione OPAL che provvede al confezionamento di medicinali donati ed al loro successivo invio a Timor Est. Nella sola epidemia di colera in Madagascar, infine, sono stati trattati 227.000 malati e sono state inviate 450 tonnellate di materiale medico.
  • 38. Il sistema di raccolta, controllo e catalogazione dei medicinali e del loro trasporto in aree depresse organizzato dall'Ordine in Francia, infine, è certificato anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). La qualità delle cure e l’affidabilità dei servizi prestati dalle organizzazioni dell’Ordine di Malta dipendono, in grande misura, dalla formazione iniziale e continua impartita non solo ai numerosi volontari ma anche al personale permanente. I corsi di formazione che le Associazioni nazionali dell’Ordine organizzano più di frequente riguardano, in particolare, i soccorritori e gli addetti alle ambulanze nonché le tecniche di primo soccorso. Spesso questi programmi sono a disposizione anche del personale di organizzazioni o istituti esterni con i quali l’Ordine collabora. In molti Paesi tali programmi permettono di conseguire diplomi o certificati ufficiali. Tra i casi concreti relativi al 2000 ricordiamo: in Germania, la partecipazione ad Interschutz 2000, ad Augsburg, il più importante salone al mondo nel settore della protezione antincendio; presentazione di elementi interattivi ed innovativi nel campo della formazione alle tecniche di primo soccorso. Oltre 190.000 persone hanno seguito i corsi di primo soccorso; quasi 10.000 hanno seguito un corso speciale per le emergenze pediatriche; 2.000 istruttori di primo soccorso sono stati formati o hanno seguito corsi di aggiornamento; 56.000 persone hanno seguito il corso di base, obbligatorio per ottenere la patente di guida; 12. aiuto infermieri hanno seguito per la prima volta il corso di formazione o quello di aggiornamento;
  • 39. in Belgio i Cicli di formazione per i volontari, incentrati sulle tecniche di cura e assistenza alle persone malate e portatrici di handicap; in Spagna il Programma di formazione per i volontari che dediti all’assistenza degli anziani; in Francia la Scuola conducenti e infermieri d’ambulanza dell’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine: formazione dei futuri addetti alle ambulanze, formazione alle tecniche di primo soccorso ad artigiani e altri professionisti, missioni di cooperazione all’estero. Centro di formazione alle cure di pronto soccorso: formazione all’uso del defibrillatore semiautomatico; formazione alle tecniche di primo soccorso ai bambini; in Honduras il Programma di addestramento destinato a volontari, in merito alle tecniche di primo soccorso nelle situazioni di calamità naturale; in Madagascar il Programma di formazione per il personale dei reparti di ostetricia, in collaborazione con l’OHFOM; in Polonia il Programma di formazione alle tecniche di primo soccorso preliminari all’intervento dei medici; l’addestramento dei soccorritori; nella Repubblica Ceca la gestione di una Scuola Superiore Professionale destinata agli infermieri generici e agli infermieri pediatrici; in Irlanda, da anni, la formazione di giovani volontari di primo soccorso in tutto il Paese riscuote un notevole successo; la recente inaugurazione di un istituto per paramedici in Marocco in servizio su ambulanze.
  • 40. Vi è, poi, l’assistenza alle persone portatrici di handicap, prevista nei programmi di azione di tutte le Associazioni dell’Ordine, che si prefigge di migliorare la qualità della vita dei disabili, di garantirne l’autonomia e di agevolarne l’integrazione nella società. Gli interventi possono assumere forme materiali, morali o spirituali e riguardano le cure, i problemi della vita quotidiana, i servizi di trasporto, l’attività professionale e il tempo libero. Le attività di fund-raising, effettuate segnatamente in Germania, Francia e Stati Uniti, permettono di distribuire presidi ortopedici e sedie a rotelle nelle regioni più svantaggiate. In tutte le regioni sono organizzati programmi di visite a domicilio e di attività ricreative. La gestione di centri per persone portatrici di handicap fisici, mentali o affette da problemi comportamentali è particolarmente sviluppata in Francia, dove l'Associazione gestisce cinque istituti specializzati nel trattamento dei disabili gravi, nonché nei Paesi in cui l’Associazione francese è presente e apporta il proprio sostegno. Nel 2000 l’Associazione delle Opere Ospedaliere Francesi dell’Ordine di Malta (OHFOM) ha aperto due centri per giovani autistici, a Rochefort-sur-Mer e a Sallanches. Altri Istituti per disabili operano in Ungheria, Ecuador e Libano. In Grecia la collaborazione dell’OHFOM ha portato all’inaugurazione della Casa di Zitsa, centro educativo e di accoglienza per soggetti autistici nell’Epiro. L’OHFOM partecipa altresì alla gestione di centri in Bulgaria, Ecuador, Libano e Siria per bambini portatori di handicap fisici o mentali. A Sydney in Australia l’Associazione aiuta il Norma Parker Respite Centre, centro di supporto per l’assistenza a persone disabili.
  • 41. L’impegno nel settore medico e ospedaliero è il fulcro stesso della vocazione dell’Ordine di Malta. La missione di assistenza non si limita, tuttavia, alle cure prodigate ai malati e ai feriti, ma comprende, altresì, gli aiuti ai più bisognosi. L’Ordine di Malta, ormai, è da lungo tempo attivo nella duplice battaglia per l’assistenza a domicilio e per l’accoglienza in centri specializzati. Un discorso a parte merita, poi, tra le priorità delle Associazioni nazionali melitensi, l’attività di assistenza a domicilio e di cure per i malati terminali. La maggior parte delle persone, avvicinandosi al termine della vita, desidera morire in casa propria, in un ambiente familiare. I volontari dell’Ordine, dopo una speciale formazione, apportano un aiuto prezioso in tali circostanze rispettando la dignità e i desideri di queste persone. E l’assistenza è estesa, inoltre, anche alle famiglie con consigli, opere di conforto ed aiuto nell’espletamento di una parte degli obblighi materiali connessi all’approssimarsi del decesso. In questo tipo di formazione per volontari, l’Associazione tedesca svolge un’attività d’avanguardia. Correlativamente alle problematiche inerenti l’assistenza ai malati terminali, infine, nel 2003 il Grand’Ospedaliere dell’Ordine ha individuato tra le priorità delle Associazioni nazionali lo sviluppo delle cure palliative. L’assistenza ai malati terminali, in istituto specializzato o a domicilio, è diventata una priorità nei programmi d’attività dell’Ordine. Gli ospedali di Belgio e Gran Bretagna, come pure alcuni istituti di cura in Germania, sono dotati di unità specializzate per la cura dei malati terminali e si avvalgono di specialisti in cure di contenimento e controllo di
  • 42. queste malattie. A Melbourne in Australia l’Ordine offre cure palliative sovvenzionate dallo Stato ad un ampio bacino di utenza, in partnership con altri tre gruppi di assistenza. Oltre 40 volontari dell’Associazione dell’Ordine in Belgio offrono assistenza costante a pazienti sottoposti a cure continue o palliative presso Institut Albert Ier et Reine Elisabeth della Clinicha Universitaria Saint-Luc; nel 2005 più di 150 pazienti hanno beneficiato di questo lavoro. In Gran Bretagna il St. John’s Centre for Palliative Care, in fase di ampliamento per offrire una maggiore assistenza ambulatoriale, rimane l’unico centro di degenza indipendente nel centro di Londra. Offre assistenza specialistica a persone affette da HIV/AIDS e cura malati di cancro e di neurosi motoria. Nei Paesi Bassi, l’Ordine sostiene case di riposo a Vleuten e Wilnis. Qui i malati terminali possono trascorrere l’ultima fase della loro vita in ambienti il più possibile simili alla loro casa, disponendo di tutta l’assistenza medica necessaria. Attraverso i suoi 75 servizi di cura ambulatoriale, nonché strutture di degenza per interventi ospedalieri e medicina palliativa, l’Ordine di Malta in Germania offre assistenza ai pazienti in fase terminale e alle loro famiglie. Nel 2005 ben 2.000 volontari specializzati hanno offerto sostegno ad ampio raggio a 4.500 pazienti in fin di vita e a 2.000 persone che avevano perduto i loro cari. Altri centri di questo tipo esistono anche in Argentina, Australia, Italia e Sudafrica. In Italia, inoltre, tra le ulteriori più recenti e significative attività sanitarie sono annoverabili: l’accordo internazionale per la Ricerca e la Sanità stipulato il 23 dicembre 2000 tra Il Sovrano Militare Ordine di Malta e l’Italia per la disciplina dei rapporti
  • 43. tra il Servizio Sanitario Italiano e le strutture sanitarie dell’Ordine firmato dal Ministro Umberto Veronesi e il Gran Cancelliere Carlo Marullo di Condojanni con l’ulteriore partecipazione all’incontro per la firma dell’accordo, per l’Italia, del Segretario Generale del Ministero degli Esteri Umberto Vattani, del Direttore Generale per l’Europa Maurizio Moreno e dell’Ambasciatore d’Italia presso l’Ordine Raniero Avogadro mentre per l’Ordine del Gran Commendatore fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, dell’Ambasciatore in Italia Giulio Di Lorenzo Badia e del Presidente dell’Associazione Principe Carlo Massimo. L’accordo, in particolare, riconosce all’Ordine la facoltà di stipulare convenzioni con le Università per lo svolgimento di corsi per operatori sanitari e di provvedere all’aggiornamento professionale di personale sanitario infermieristico per progetti nel campo assistenziale e della ricerca sia a livello statale sia regionale. l’inaugurazione alla presenza di Carlo Marullo di Condojanni e del Cardinale Crescenzo Sepe il 22 aprile 2001 del nuovo poliambulatorio convenzionato di Napoli ultra moderno di circa 1.000 metri quadrati, che all’interno sembra un albergo di lusso, trasferito da via Trinità della Cesarea ad una delle aree più degradate della città, i Quartieri spagnoli(24) , salita Cariati, guadagnando in spazio e tecnologia. La struttura conta complessivamente circa 50 specialisti e 40 fra paramedici e personale amministrativo e le sue branche mediche spaziano dalla radiologia alla fisioterapia, radioterapia, diabetologia, ginecologia, cardiologia, nefrologia, urologia, cardiologia, oculistica e laser, ortopedia ed ecografia.
  • 44. la realizzazione nel 1993 del poliambulatorio di Genova nel centro storico a Vico S. Pancrazio che, dopo un primo periodo di rodaggio in cui le prestazioni sono limitate soprattutto all’educazione permanente dei diabetici e alla disassuefazione all’alcoolismo, ottiene dalle Usl (oggi Asl) il convenzionamento con la semplice richiesta del medico di base, senza obbligo di preventiva autorizzazione(25) , per ottenere in tempi estremamente rapidi le visite specialistiche di ginecologia, ortopedia, otorino, urologia, medicina interna, dermatologia, nefrologia, neurologia, cardiologia, chirurgia generale e vascolare, podologia oltre che per effettuare i prelievi e le analisi di laboratorio (avvalendosi del personale medico dell’Ospedale Evangelico Internazionale). Inoltre, a seguito del conflitto scoppiato in Libano nei mesi di luglio e agosto 2006 che ha generato una drammatica situazione umanitaria, l’Associazione Libanese, sostenuta dalle Associazioni dell’Ordine in tutto il mondo, continua ad offrire assistenza vitale alle vittime della guerra, fedele alla tradizione che prescinde da qualsiasi discriminazione di natura religiosa o politica, in un Paese particolarmente sensibile a tali questioni. I programmi di sostegno prevedono, tra l’altro, la fornitura di assistenza medica e psicologica, aiuti in denaro e in manodopera. Cessate le ostilità, l’Ordine ha iniziato la ricostruzione e il riallestimento dei tre poliambulatori di Yaroun, Siddikine e Marjeyoun, tutti pesantemente colpiti dai bombardamenti. Due unità sanitarie mobili, operative sette giorni su sette, percorrono in lungo e in largo la disastrata zona del Libano meridionale, portando aiuto alla popolazione locale. I poliambulatori hanno ormai ripreso la loro attività. Il Paese ha riportato
  • 45. gravissime perdite, anche in termini di vite umane: 1.200 le vittime, più di 4.000 i feriti, 1 milione le persone che hanno dovuto lasciare le proprie case; si contano 15.000 abitazioni gravemente danneggiate, 78 ponti e 630 km di strade distrutti, 900 imprese costrette a chiudere, con un danno stimato di almeno 3,6 miliardi di dollari, e con le infrastrutture e il sistema economico nazionale in grave crisi. Gli altri sette centri medici dell’Ordine operativi nel Paese, continuano a fornire servizi di assistenza sanitaria, facendo fronte al sovraccarico di lavoro(26) . In molti Paesi dell’ex Unione Sovietica, poi, il crollo politico ha causato un profondo impatto sull’offerta di servizi sanitari e di assistenza sociale e se la situazione è sensibilmente migliorata nelle Repubbliche indipendenti che continuano a consolidare le proprie infrastrutture politiche ed economiche sussistono, tuttavia, molte aree in cui i servizi di assistenza forniti dallo Stato sono insufficienti, a fronte delle esigenze di una parte degli abitanti più bisognosi e delle comunità più isolate. Attraverso le sue Associazioni nazionali e i suoi programmi di aiuti all’estero, l’Ordine sta contribuendo a colmare queste lacune. In Albania, l’Ordine opera con la sua organizzazione umanitaria non-governativa, Malteser Ndihmon Ne Shqiperi (MNSH), fornendo servizi sanitari e sociali per soggetti vulnerabili, nelle prefetture di Shkoder e Lezher. L’organizzazione offre anche l’assistenza medica primaria (che, attraverso il Progetto Montagne, costituisce l’attività principale di MNSH) è stata avviata dall’Ordine con lo scopo di portare assistenza sanitaria nelle regioni montuose, non essendo disponibile alcun servizio medico statale di base, farmacia, servizio di ambulanza ed economico-finanziario per
  • 46. l’acquisto di medicinali. Nel corso del 2006, il progetto è stato esteso a quattro villaggi, con una popolazione di 5.000 abitanti. In ambito medico sociale MNSH aiuta le popolazioni Rom di Shkodar e Kezhe: il gruppo più povero e meno integrato dell’Albania. Visite mediche, terapie, trasporto in ospedale, formazione in materia di pronto soccorso e nozioni basilari di igiene sono soltanto alcuni dei servizi forniti. In Ungheria l’Ordine porta avanti un articolato programma di assistenza che prevede, tra l’altro ,un’unità mobile per esami radiografici e un ricovero notturno allestito in un treno trasformato in ospedale. In cooperazione con l’Ordine in Austria, Germania, Francia e Benelux, l’Associazione Ungherese periodicamente raccoglie attrezzature mediche e ospedaliere, medicinali, vestiario e articoli per la casa che vengono, poi, distribuiti in tutta l’Ungheria, in Ucraina e in Romania. Parallelamente, l’organizzazione di aiuto dell’Ordine (MMSz), che comprende circa 140 gruppi attivi in sette regioni, con 750 operatori e ben 15.000 volontari, fornisce una vastissima gamma di servizi ai malati e ai bisognosi. Il MMSz possiede e gestisce sei ospedali e case di cura che dispongono, in totale, di oltre 360 posti letto. In Polonia l’Associazione nazionale dell’Ordine a Poznan con il Centro Specialistico Melitense esegue ogni anno migliaia di mammografie, ecografie e densitometrie in 17 ambulatori che funzionano grazie ad un team di 58 volontari, tra cui 32 medici e nove consulenti. Nel corso dell’anno squadre di volontari opportunamente addestrati, suddivisi tra 35 sezioni regionali del Servizio Medico dell’Ordine (SMM), hanno prestato assistenza medica e pronto soccorso, in occasione di grandi manifestazioni pubbliche. Soltanto nel 2005, 1.828 volontari, tra cui medici, infermieri, paramedici e
  • 47. studenti hanno effettuato interventi di prima assistenza sanitaria a favore di 12.301 persone, fornendo supporto medico ad altre 392. Questi volontari, complessivamente, hanno dedicato 76.214 ore del loro tempo a questo importantissimo lavoro, riuscendo anche ad insegnare a 2.011 persone le tecniche di base di pronto soccorso. Il servizio ospedaliero dell’Ordine in Polonia, Zwiazek Polskich Kawalerów Maltañskich è in costante crescita con un vasto e articolato programma di assistenza a favore dei bisognosi (si veda anche la Sezione medica e ospedaliera). Nella Repubblica Ceca, poi, il Maltézska Pomoc gestisce anche un proprio posto di pronto soccorso, completamente attrezzato, grazie all’opera di 74 volontari, tra cui dieci medici. Soltanto nel 2005 questo team ha fornito servizi sanitari in occasione di molteplici manifestazioni pubbliche. Tra queste vi è il pellegrinaggio a Velehrad, l’evento più rilevante per i cattolici del Paese nel corso del quale si è svolto il più grande meeting internazionale di invalidi su sedia a rotelle con svariati concerti rock ed eventi sportivi, per non parlare del Festival Internazionale dell’Aria. In Ucraina l’Ordine organizza, inoltre, una serie di corsi di formazione in materia di pronto soccorso, che finora hanno consentito a più di 1.400 persone di specializzarsi in tecniche di salvataggio. Per condividere le stesse esperienze, esaminare i progetti umanitari in corso, valutare i progressi annuali e per definire gli sviluppi futuri, i cinquanta Ospedalieri Europei, Americani e Canadesi dell’Ordine si incontrano annualmente.
  • 48. Nel 2006 le spese per le attività dell’Ordine di Malta nel mondo hanno raggiunto un totale di 900 milioni di dollari. Un aspetto del servizio dei Cavalieri di Malta che non bisogna mai trascurare, infine, è la qualità tecnica della loro assistenza: in effetti, la buona volontà e l’amore cristiano in se stessi non bastano. Le norme vigenti nel primo Ospedale Giovannita già nel secolo XII, del resto, mostrano quanta attenzione era data a questa dimensione: nell’Ordine di Malta per i “Signori Malati” solo il meglio era buono abbastanza(27) ! “Tutto posso in Colui che mi dà la forza” Paolo, Lettera ai Filippesi _______________ (1) Estratti dalla Carta Costituzionale, art. 2. (2) Frà Andrew Bertie, Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta. Abs dal Rapporto Attività SMOM anno 2001. (3) Jacques de Dumast (Presidente delle OHFOM e Presidente dell’Ospedale della Sacra Famiglia), abs da Rapporto Attività SMOM anno 2001. (4) Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna, settimalale del Corriere della Sera, 24 novembre 2001. (5) Durante un’incursione dell’esercito israeliano nei territori palestinesi, in risposta all’uccisione del ministro del Turismo Rehavam Zeevi. “Avevamo un carro armato al cancello, che sparava sugli edifici contigui” racconta amareggiato il direttore della Sacra Famiglia, dottor Robert Tabash. “C’erano degli scontri nell’area, le milizie palestinesi si nascondevano nelle strade, tra l’ospedale e l’università. Ci hanno bombardati di notte, c’era fumo ovunque, le infermiere evacuavano i neonati, alcune pazienti hanno avuto collassi per lo shock. E’ un miracolo che non ci siano state vittime. Anche i soccorsi erano difficili. Una notte uno stabile vicino è stato centrato dalle bombe ed è divampato un incendio che rischiava di far saltare il deposito d’ossigeno dell’ospedale” (abs da Gloria Sala, “Betlemme, natività sotto tiro” - Io Donna, settimalale del Corriere della Sera, 24 novembre 2001).
  • 49. (6) In passato, invece, anche nei momenti degli scontri più duri, molte donne di Gerusalemme, mogli di giornalisti e diplomatici, sfidavano i check-point per partorire alla Sacra Famiglia. (7) Dottor Keutgen. (8) All’epoca, a prestare assistenza sanitaria a circa 620.000 abitanti vi erano solo 3 medici con modeste attrezzature e scarse quote di medicinali. (9) Per oltre duemila anni essere malati di lebbra ha significato sopportare una vita fatta di sofferenze, miseria ed esclusione sociale. La scienza non è ancora riuscita a produrre un vaccino contro la malattia. Ma è uno degli scandali del nostro tempo che i malati di lebbra, pur essendo perfettamente guaribili se curati in tempo, vengano ostracizzati dalla società. Statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità mostrano che la lebbra, pur essendo ancora predominante in buona parte dei Paesi in Via di Sviluppo - nel 2005 un totale di 286.063 casi, l’incidenza dei nuovi casi dal 2000 in poi, si è ridotta approssimativamente del 20 % ogni anno. Grazie allo sviluppo di un’efficacissima terapia multifarmacologica, dai costi contenuti, la lebbra non è più ritenuta letale in 112 dei 122 paesi nei quali, ancora nel 1985, la condizione era considerata epidemica. Nonostante questi significativi progressi, la lebbra rimane un problema serio per la sanità pubblica in diverse aree dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina. (10) Rapporto attività SMOM 2007. (11) Nonostante i progressi, ancora permane il marchio di infamia associato alla lebbra. Al punto che i malati vengono tuttora lapidati da quanti sono convinti che, in qualche modo, questo li proteggerà dalla malattia. Si comincia lentamente a capire che dalla lebbra adesso si può guarire. Ma fintanto che il marchio di infamia resterà così forte, sarà molto difficile da debellare. Sono notevoli i passi avanti che sono stati fatti nell’incoraggiare la gente ad uscire allo scoperto e a sottoporsi allo screening nei centri sanitari nazionali. Ma sono ancora circa 400 i nuovi casi all’anno, il 75 % dei quali verrà curato in tempi molto rapidi, prima che compaiano i segni fisici della malattia, grazie a diagnosi personalizzate. Queste persone possono continuare a vivere la propria vita. Al contrario, quelli che non si sottopongono tempestivamente a diagnosi, e contraggono lesioni cutanee, lesioni nervose e invalidità, in conseguenza della lebbra, sono molto spesso esclusi, persino dalle rispettive famiglie. Vengono ostracizzati dalla società e in certi casi finiscono con il credere, essi stessi, di essere segnati da un marchio di infamia. Nei Paesi buddisti si ritiene che la lebbra si contrae perché si è stati malvagi in una vita precedente. Per fortuna, oggi sempre più gente si reca nei centri sanitari nazionali, per sottoporsi all’efficacissima terapia multifarmacologica (MDT). I pazienti per i quali si rende necessario un intervento chirurgico correttivo o una terapia di riabilitazione vengono inviati al Centro del CIOMAL situato a Kien Khleang, alla periferia di Phnom Phen. (12) La malattia del sonno costituisce una minaccia quotidiana per più di 60 milioni di uomini, donne e bambini in 36 paesi dell’Africa sub sahariana, 22 dei quali sono tra i paesi più sottosviluppati del mondo. Il numero stimato di persone che si ritiene abbiano la malattia è tra le 300.000 e le 500.000. Il ricovero delle persone infette dalla malattia del sonno, e le conseguenti cure, richiedono personale ben addestrato, risorse, medicine e centri sanitari ben equipaggiati. Senza un rilevamento sistematico della popolazione esposta e senza trattamento, la maggior parte delle persone infette morirà senza che la malattia sia mai stata
  • 50. diagnosticata. La malattia del sonno ha una forte influenza sullo sviluppo delle aree rurali, in quanto diminuisce la forza lavoro e ostacola la capacità di produrre. Questa malattia rimane uno dei maggiori ostacoli allo sviluppo di intere regioni. In paesi come l’Angola, la Repubblica Democratica del Congo e il Sudan non esistono le capacità operative per fronteggiare una situazione epidemica. La presenza di questa malattia è in alcune aree estremamente diffusa. In numerose province di questi paesi si attesta una presenza di più del 20%. (13) Conclusioni del rapporto presentato dal gruppo di controllo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), a seguito di una recente visita (Colonia, 16 marzo 2004). (14) La malattia del sonno africana è causata da tripanosomi, parassiti protozoici trasmessi all’uomo attraverso il morso della mosca tsetse. Due sono le forme, ognuna provocata da parassiti diversi: il Tripanosoma brucei gambiense che causa un’infezione cronica che dura anni ed è prevalente nei paesi dell’Africa occidentale e centrale; il Tripanosoma brucei rodhesiense che causa una malattia acuta che dura varie settimane ed è diffusa nei paesi dell’Africa orientale e meridionale. Quando un paziente è colpito il Tripanosoma si moltiplica nel sangue e nelle ghiandole linfatiche superando le barriere del sangue cerebrale per invadere il sistema nervoso centrale dove provoca disordini neurologici. Ritardi neurologici e psicomotori sono frequenti anche tra i bambini già curati. In assenza di trattamento la malattia è invariabilmente fatale. (15) Albrecht von Boeselager, Grande Ospedaliere, Colonia, 30 maggio 2007 (fonte: website SMOM, News, 2007). (16) Dichiarazione del Vicepresidente del Kenia Moody Awori che, esprimendo la gratitudine del suo Paese, è stata rilasciata al gruppo di Rappresentanti dell’Ordine (in missione di osservazione dei progetti del Malteser International) ricevuti a Nairobi, (fonte: website SMOM, News, 2007). (17) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del Malteser International (fonte: website SMOM, News, 2007). (18) Geoffrey Gamble, un membro del team dell’Ordine in missione di osservazione dei progetti del Malteser International (fonte: website SMOM, News, 2007). (19) The Malta Federation ha contribuito al progetto con 30.000 dollari, i restanti 26.827 sono stati stanziati dall’Associazione Cilena (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007). (20) Nel 2005, la clinica mobile ha assistito 3.305 pazienti (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007). (21) Abs dai rapporti degli Ambasciatori dell’Ordine, Conferenza internazionale dell’Ordine sull’Africa, 2006 (Fonte: Rapporto attività SMOM 2007). (22) Nel Burundi uno dei problemi gravi da affrontare è costituito dall’elevato numero di orfani. (23) In cui quasi tutti i pazienti sono musulmani. (24) “Questa vuole essere una testimonianza della volontà che abbiamo di andare incontro alle esigenze specifiche dei cittadini soprattutto verso i meno abbienti dei quali lo spirito cristiano dell’Ordine di Malta si pone a difesa. Quale migliore scelta dei Quartieri spagnoli per esercitare la carità” Dichiarazione attribuita
  • 51. al Cardinale Crescenzo Sepe (abs. da: Marianna Salvatore, “Quartieri spagnoli-Ambulatorio dell’Ordine di Malta” - Il Giornale di Napoli, 23 aprile 2001. (25) Direttore Sanitario, Prof. Maria Luisa Santi. (26) Rapporto di Attività SMOM 2007. (27) Abs rimaneggiato da: Albrecht Freiherr von Boeselager, “Le nuove forme di carità”, Qualità del servizio - SMOM Quaderni di Spiritualità “Tuitio Fidei” e “Obsequium Pauperum” oggi, N. 3, Roma 2003, V, pag. 58. Prefazione Estremamente affascinato, da sempre, dal ruolo storico dell’Ordine e, dal momento della mia ricezione come Donato sette anni fa, dalla sua splendida dimensione ecclesiale e poliedricità esistenziale, ne ho approfondito le tematiche arricchendole anche con riflessioni, per estrapolazioni e collazioni compilative personali o di illustri Autori, elaborando un lavoro che, pur senza particolari pretese, avendo costituito per me un buon momento integrativo iniziatico, ritengo essere di un certo interesse. Non escludendo, tuttavia, che l’informazione possa divenire esperienza e che l’esperienza si trasformi in conoscenza, se l’approccio empirico del lettore non si consuma nella distrazione, come avvertiva Walter Benjamin, allora questo libro può avere un’ulteriore valenza inserendosi, sia pur marginalmente, nel solco di quelle Opere la cui vocazione esistenziale, la cui funzione antropologica è quella di concorrere a trasformare la memoria in esperimento, in costruzione dell’uomo. Questo libro, infatti, ha una sua utilità sia se ci si avvale del valore attivo delle sue enunciazioni, sperimentandolo e intendendolo come un momento di prassi o di essa eziologico, sia prendendo coscienza del proprio tempo e del proprio ruolo, aprendo spazi inusitati di senso tra il possibile e le sofferte certezze del mondo reale della vita quotidiana. Del resto, per dirla con Wittgenstein, i problemi della vita restano insolubili finchè si pensa di coglierli in superficie: essi devono essere percepiti e afferrati nella profondità, immersi nel flusso dell’esperienza e dell’esistenza.
  • 52. Una tale esperienza funge, quindi, anche da “acceleratore della coscienza” costituendo un’assicurazione morale di cui una società può disporre. D’altro canto, si può giungere alla scoperta del proprio volto non comune, pur nella sostanziale eguaglianza della coscienza, rintracciando una propria singolarità scrutando nella propria storia. Ovviamente, istituzionalizzandosi nell’intimo di ciascuno una oggettiva argomentazione critica, non si può non scoprire l’inquietudine per la riaffermazione della propria finitudine, ma nel contempo si affievolisce la propria solitudine giacchè immersi nel coacervo solidale della confratellanza melitense e, soprattutto, grazie ad un più profondo e consapevole percorso di fede, anche attraverso ognuna delle pagine della storia della salvezza costituite dalle Sacre Scritture, progressivamente si è condotti verso orizzonti di amore più alti e perfetti spalancando gli occhi su quell’abisso di luce che è Cristo mentre l’incertezza lascia il posto alla consapevolezza, appunto, che “ solo da Dio viene la vera rivoluzione, il cambiamento decisivo per il mondo”. Dunque, non solo d’estasi tratta il percorso del Cavaliere, bensì del vero e proprio innesto di un seme che germinando “apre la sua strada sotto il terreno sordo e opaco dell’esistenza terrena(1) ”: ciascun passo “è da considerarsi come espressione della paziente educazione di Dio nei confronti della durezza di cuore o del collo indurito dell’uomo(2) ”. Mi auguro, pertanto, che il lettore, rintracciando l’impulso nativo di questo lavoro che, direbbe Fuentes, obbliga a renderci conto della nostra immersione nel tempo tra vita, morte e memoria, scopra che “il significato del libro non è dietro di noi bensì che il suo volto ci guarda dal futuro(3) ”. Mi auguro, infine, che questo lavoro possa “contribuire a rafforzare il fervore e la disponibilità dei Cavalieri e induca quanti aspirano a far parte della milizia giovannita a cogliere la palpitante attualità dei suoi ideali e a far propria la difesa dei principi cristiani(4) ”. Cav. di Grazia Magistrale Raimondo Villano
  • 53. Profilo sintetico dell’autore Nato nel 1960. Vive tra Roma e Torre Ann.ta. La moglie è biologa, farmacista, assistente sociale e valente docente di Scienze nei Licei Classico e Scientifico statali; il figlio è un brillante matematico universitario. Ruoli: General Manager Villano International Business Team dal 2012 (attività in 16 ambiti di business, consulting & service, tra cui: affari internazionali, immobiliare alta gamma, previdenza, edilizia- restauro, import-export, alimentari, informatica, sanità, arte e cultura); Membro (dal 2013), Associate Professor in History of Health Administration Pharmaceutical Department (dal 2014) e Membro Onorario of Ruggero II University of Florida State (BR, Miami, Florida, USA, dal 2015); Trader (dal 1976), Trader operativo finanziario indipendente di borse e forex (dal 1983), Cavaliere S.M.O. di Malta (dal 2002, presentato dal Cav. di Giustizia Fra’ Giorgio Maria Castriota Scanderbeg, discendente dell’Eroe fondatore del Regno d’Albania); Presidente Fondazione umanitaria Chiron (dal 1985); Amministratore Unico Chiron Editore (dal 2006). Accademie: Storia Arte Sanitaria-Ministero B.C., già pontificia Tiberina, Studi Melitensi, Medical Tradition Smithsonian Institution-USA, International Society History Pharmacy, Acc. Italiana Storia Farmacia, Soc. Napoletana Storia Patria, a. h. Nobile Collegio Chimico Farmaceutico. Oltre 100 conferenze e chairman in decine di congressi. Collabora con importanti Riviste nazionali e internazionali. È Advisory Board Member per l’Editore statunitense DPC, che pubblica in oltre 150 nazioni. Studi: classici; laurea e abil.: Farmacia (1985); corsi certificati di: Piante officinali, Tecniche cosmetiche, Sicurezza aziendale, Haccp, Storia, Dottrina sociale Chiesa, Teologia. Lauree h.c.: Scienze Umane e Sociali (2009); Storia e Filosofia (2010); Scienze Comunicazione (2013); Diplomazia e Studi internazionali (2015). Master h.c.: Science Medical Ethics (2010). È stato: autore, organizzatore e chairman Corso Sicurezza per manager, ottenendo Alti Patronati di Capo dello Stato e ONU (2000), Consigliere diplomatico Aerec dpt ENVA 2011- 15, Segretario International Committee Biothecnologies Wabt-Unesco 2008-13, membro World Academy Biomedical Technology (Unesco 2007-12), membro del Gruppo di Studio “History and definition of pharmacopoeias” dell’International Society for the History of Pharmacy, coordinato dal Prof. François Ledermann, dell’Università di Berna e Presidente internazionale Emerito ISHP (Berna, 2012-13), 11 anni in Comitato scientifico sicurezza sanitaria di IBD (azienda responsabile della sicurezza dei Tribunali Corte Appello Napoli), CdA Fondazione Beaumont Onlus ricerche su cancro presieduta dallo scienziato Tarro e con il Prefetto Napoli (2011-12), Accademico Europeo per le Relazioni Economiche e Culturali 2004-2015. Per 32 anni socio e titolare di un’importante farmacia, fino al 2010. Socio dal 1990, Segretario a 29 anni 1990-95 (tra i più giovani d’Italia), Presidente 2000-01 Rotary Club Pompei-Vesuvio e per 14 anni Delegato unico dei Governatori per l’Archivio del Distretto 2100-Italia (oltre 3.000 rotariani e circa 80 Club) e presso I.C.R. per il Rotary di tutta l’Italia; in Comm.ni Italia: Etica professionale, Azione Mondiale, Informatica; tra i molti ruoli internazionali: archeologia Pompei-Cartagine; Comitato Premio Magna Grecia; autore e presentatore al Consiglio Mondiale di Legislazione del Rotary della Proposta di istituzione della Giornata internazionale a tutela della Vita (2001-04). Dal 1986 al 1990 Presidente a Napoli, coordinatore nazionale e fondatore Federazione Giovani Farmacisti; Rappresentante nazionale Sindacato Federativo. Assist. Prof. Microbiologia Fac. F.cia Na (1985-90, Cattedra Prof. Lembo- Ist. Sup. Sanità). Proponente e padrinodi vari Soci Onorari, tra cui: Arciv. di Pompei Mons. Francesco Saverio TOPPI, dal 2013 Servo di Dio in Causa di Beatificazione e Canonizzazione (Rotary, 1992); Dino DE LAURENTIIS (proposto nel 2000), produttore cinematografico di Hollywood e Premio Oscar alla carriera (Rotary, 2001); Antonio GRECO, Presidente Tribunale Civile e Penale TA (Rotary, 2000); Giulio TARRO, virologo Candidato al Premio Nobel per la Medicina nel 2000 e nel 2015 (Asas, 2011); Gianni RIVERA, Vice Campione del Mondo di Calcio (Aerec, 2012); Luigi CASTIELLO, Cappellano Magistrale SMOM e Operatore Pastorale Salute-Conferenza Episcopale Italiana (Asas, 2014); Gualtiero RICCIARDI, Presidente Istituto Superiore di Sanità (Asas, 2016); Patrizio POLISCA, già aiutante dei medici di Paolo VI e Giovanni Paolo II e Medico del Papa con Benedetto XVI e Francesco e Direttore Sanitario del Vaticano (Asas, 2016). Premi internazionali: Diploma d’Onore per Servizi eccezionali a titolo individuale nelle 5 Vie di Azione da Presidente Rotary International