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2#spaceinvaders
Claudio Bocci
Responsabile Ufficio Sviluppo
e Rapporti Isituzionali Federculture
Complice la difficile situazione che il pa-
ese sta attraversando, in molti guardano
alle attività e ai beni culturali, alla pro-
mozione turistica delle risorse del ter-
ritorio, alla valorizzazione di saperi e al
patrimonio locale come possibili strade
da percorrere.
Le influenti problematiche finanziarie
soprattutto sulle autonomie locali, im-
pediscono di inserire in chiave strategica
la cultura come piattaforma per un pro-
cesso che abbia nella cultura e nell’offer-
ta culturale un elemento importante in
grado di innescare percorsi di sviluppo
territoriale.
Alla luce delle ricerche e degli studi che
l’organizzazione ha condotto (Rapporto
Annuale Federculture, 2010), la situazio-
ne oggi nel Paese rileva un’importante
visione “tutelista” e di salvaguardia, spes-
so non in grado, sui singoli territori, di
relazionarsi con gli attori pubblici e pri-
vati che costituiscono invece delle risorse
fondamentali per avviare piani strategici
di intervento integrato, così come elabo-
rati in altre realtà europee ma che ancora
non hanno preso piena consapevolezza
di sé nel nostro Paese.
Posta la questione delle progettualità
culturale, uno dei limiti è che sui terri-
tori non ci siano le capacità, le risorse
(anche finanziarie), per progettare un
nuovo modello di intervento di sviluppo
che nella cultura abbia la sua piattaforma
su cui costruire (sia cultura intesa come
turismo culturale che come identità ter-
ritoriale) modelli di sviluppo.
Quello che manca è avviare una visione
integrata e sistemica del territorio con
un dialogo proficuo pubblico-privato che
crei le premesse per una gestione/valo-
rizzazione sistemica dei valori del terri-
torio in chiave sia di attrazione turistica
sia di sviluppo locale a base culturale.
Luca Dal Pozzolo
Direttore dell’Osservatorio
Culturale del Piemonte
Il punto di partenza per elaborare strate-
gie e pianificare interventi è sicuramente
la conoscenza e la lettura critica del pro-
prio contesto. La situazione piemontese
si divide tra la consapevolezza dell’impo-
nente crisi finanziaria e l’onda lunga di un
investimento che è durato tantissimi anni
e che ha portato rilevanti risultati. Se da
un lato le risorse sono finite e coloro che
devono progettare e gestire iniziative cul-
turali vivono profondi disagi, dall’altro
sono evidenti delle potenzialità da gesti-
re e dei ritorni, frutti degli investimenti
passati.
Premessa la consapevolezza di una crisi
sistematica, bisogna prendere atto positi-
vamente dei cambiamenti delle regole del
gioco della progettazione culturale.
In Europa le risorse aumentano perché
arrivano da settori che non sono cultu-
rali ma da fondi strutturali, per l’innova-
zione, per l’industria e dal settore sociale,
che costituiscono la nuova base delle ri-
sorse per la progettazione culturale.
I progetti sono l’elemento su cui si aggre-
gano le risorse e devono aggregarsi sui
territori perché è da essi che si deve par-
tire per costruire una progettualità.
Giovedi 11
Territorio, sviluppo, cultura
Una riflessione, a più voci e libera da rivendicazioni di settore,
sul ruolo della cultura nei processi di sviluppo del territorio.
3#spaceinvaders
Sergio Conti
Presidente FAI Piemonte
Negli ultimi anni abbiamo assistito a una
nuova fase di “protagonismo” dei terri-
tori, in cui si avverte l’urgenza di trovare
nuovi modi per stare tra dimensione lo-
cale e mondo, organizzando sistemi, reti
e distretti. Si tratta di un compito difficile
in contesti per definizione complessi e in
cui convivono legittimi e spesso diver-
genti interessi.
La prospettiva verso cui si pone il FAI
Piemonte è quella di non abbandonare
il restauro e la conservazione ma di le-
gare questi elementi ai territori, poiché
il patrimonio culturale è diventato una
risorsa fondante per l’economia turistica.
Lo spazio turistico ha teso ad evolvere
dalle forme mononucleari a delle forme
reticolari e pone quindi necessario ter-
ritorializzare le strategie e attuare delle
progettazioni integrate.
L’Europa ha dato moltissimi esempi e
cercando di copiare l’Europa in Piemon-
te ci si è impegnati a creare programmi
territoriali integrati, difficilissimi da con-
cretizzare.
La tutela non è più sufficiente, deve essere
accompagnata da un progetto di valoriz-
zazione, poiché la valorizzazione del pa-
trimonio è una valorizzazione implicita
delle identità dei luoghi.
Patrizia Picchi
ResponsabileSettoreMuseie
PatrimonioCulturaleRegionePiemonte
La Regione Piemonte da anni lavora nel-
la direzione di stimolare processi di va-
lorizzazione dei beni culturali a dimen-
sione territoriale e a dimostrazione che
spesso si tratta di percorsi non facili e
di cui non si avvertono immediatamen-
te i risultati, le prime esperienze hanno
individuato tre ambiti di criticità che
via via nel tempo iniziano a trovare una
loro elaborazione: criticità nel rapporto
pubblico-pubblico, criticità nel rapporto
pubblico-privato e criticità governance-
governo del processo.
Contrariamente a tutte le analisi di tipo
statistico che vengono fatte per cui un
bene è tanto più conosciuto e tanto più
valorizzato quanto più riesce ad attrarre
visitatori, la Regione Piemonte ha volu-
tamente scelto di affrontare il tema della
valorizzazione territoriale prescindendo
il numero di visitatori. Se l’unità di misu-
ra sono i visitatori/turisti, si può avvertire
un senso di frustrazione per aspettative
deluse, ma la sostenibilità economica
della valorizzazione di un territorio non
si misura soltanto sul numero delle per-
sone che la frequentano nell’immediato
ma su quanto questo processo può essere
un volano per il territorio in tutte le sue
espressioni.
Lavorando sull’esperienza dei piani di
valorizzazione si è cominciato ad usare
il termine creatività, non intesa soltanto
come produzione di nuova cultura, ma
intesa dal punto di vista metodologico,
gestionale e di approccio, per sviluppare
la fantasia e le capacità relazionali per far
sì che soggetti anche molto diversi pre-
senti sui territori collaborino fra loro.
In questo ambito si inseriscono perfet-
tamente i giovani e le opportunità di
microimprenditorialità locali legate alla
cultura, con la nascita di nuove professio-
nalità strettamente collegate alle esigenze
del territorio. In particolare si riconosce
un merito fondamentale al coinvolgi-
mento di tutto il sistema associazionistico
che più del sistema pubblico ha risentito
negli anni del rapporto individuale con
l’ente gerarchico sovraordinato e rappre-
sentando una preziosa risorsa dal punto
di vista della conoscenza del territorio
ha cominciato a elaborare progettualità
nuove, spostando la cultura da una visio-
ne assolutistica a una più relazionale.
Laura Olivetti
Presidente Fondazione
Adriano Olivetti
Il Padiglione Italia della 13° Mostra In-
ternazionale di Architettura della Bien-
nale di Venezia, ha aperto con il racconto
dell’esperienza olivettiana, che presenta
4#spaceinvaders
ancora caratteri di attualità e modelli da
cui trarre ispirazione, soprattutto nella
capacità di coniugare in modo positivo
comunità e impresa.
La Fondazione Adriano Olivetti, ponen-
do il concetto di azienda come valori e
non come produzione, ha cominciato ad
occuparsi di “intangibili”, rappresentati
all’80% dal capitale umano nelle azien-
de, cercando di elaborare un censimento
delle imprese presenti sul territorio che
provengono dall’esperienza Olivetti.
In particolare gli studi hanno riguardato
il livello di innovazione, da cui è emersa
una grande presenza di piccole e medie
imprese sul territorio.
Nel 2010 l’Università di Firenze nell’an-
nuale “Rapporto Artimino” ha eviden-
ziato come Ivrea, in rapporto ad altre
città italiane che presentano caratteristi-
che demografiche simili , crei il più alto
livello di innovazione in Italia.
Bisognerebbe quindi ricordarsi delle
enormi potenzialità di questo territorio,
spesso non riconosciute e trascurate da-
gli stessi eporediesi, e costruire una rete
accessibile in grado di sincronizzare le
diverse esperienze.
La Fondazione ha portato avanti con
tenacia la candidatura UNESCO, che al
di là del successo rappresenta una gran-
dissima opportunità per la città di Ivrea,
permettendo a molte realtà di collaborare
per la realizzazione del piano di valoriz-
zazione e del piano di gestione.
5#spaceinvaders
Archivi Vini
Schio (Vi)
La città di Schio (VI), caratterizzata da
un complesso di archeologia industria-
le unico al mondo, rinasce grazie ad un
grande progetto che valorizza il suo pas-
sato, guardando al futuro.
Archivi Vivi è l’ossimoro che dà il titolo
al progetto, nato con l’idea di mettere in
relazione tutta la rete degli archivi della
moda, intesi non come semplici raccolte
di documenti ma come luoghi vivi, con-
creti e centrali nella cultura contempora-
nea, da cui imprenditori e creativi di oggi
e di domani possano attingere nuove idee
e nuovi impulsi.
L’obiettivo primo è recuperare e conser-
vare gli archivi del tessile della moda
attraverso un’azione di sensibilizzazione
nei confronti degli imprenditori.
Il passo successivo è mappare gli archivi
esistenti e poi inventariarli e digitalizzar-
li utilizzando un linguaggio condiviso e
omogeneo. Infine è necessario valoriz-
zare gli archivi attraverso mostre, work-
shop, laboratori e convegni, tutto con
una chiave contemporanea.
Esterni
Milano
Un’altra esperienza innovativa è quella
presentata da Beniamino Saibene dell’as-
sociazione culturale Esterni di Milano,
facente parte del consorzio di associa-
zioni e cooperative che da anni lavora al
recupero di un’antica cascina agricola nel
centro di Milano, la Cascina Cuccagna,
risalente al 1695.
Con questo progetto è stato recuperato
all’uso pubblico dei cittadini un luogo
decadente e abbandonato, trasforman-
dolo in luogo di incontro e aggregazione,
un laboratorio attivo di cultura, un punto
di riferimento per la ricerca comune di
benessere sociale e di qualità della vita.
Temporiuso
Milano
Giulia Cantaluppi dell’associazione cul-
turale milanese temporiuso.net racconta
come dopo aver constatato alcune espe-
rienze positive in grandi capitali europee
sia nata l’idea di provare a capire se era
possibile in Italia poter utilizzare il tem-
po di mezzo che intercorre tra la vecchia
funzione di un luogo poi dismesso e quel-
la futura, per costruire una progettualità
legata al mondo della cultura, dell’asso-
ciazionismo, dell’artigianato, della picco-
la impresa, dell’accoglienza temporanea
per studenti e turismo low-cost.
Land
Milano
Matteo Pedaso approfondisce la valoriz-
zazione paesaggistica che propone Land
Group di Milano affrontando le trasfor-
mazioni urbane e territoriali sotto il pro-
filo socio‐economico, occupazionale e
ambientale.
Il lavoro prende vita dalla definizione
Venerdì 12
Spazi della cultura, spazi per la cultura
La mattinata vede in dialogo esperienze significative che, in diversi territo-
ri italiani, hanno saputo trasformare e inventare nuovi spazi per la cultura
e la socialità.sul ruolo della cultura nei processi di sviluppo del territorio.
6#spaceinvaders
della convenzione europea del paesaggio,
ratificata nel 2006 anche dall’Italia, dove
il paesaggio viene definito come il terri-
torio così come percepito dalle popola-
zioni, includendo quindi anche i luoghi
abbandonati, degradati e della quotidia-
nità, meno noti per la loro bellezza. In un
paesaggio tutto merita attenzione e ac-
quista valore, a tal punto che esso stesso
può rappresentare un’opportunità econo-
mica di rilancio e di valorizzazione.
A.Titolo
Torino
Luisa Perlo, membro del collettivo
A.Titolo, lavora da diversi anni con me-
todi per promuovere l’arte contempora-
nea nello spazio pubblico coinvolgendo
la popolazione locale e i residenti. Nei
vari progetti presentati emerge la volon-
tà di ribaltare la relazione tra cittadino e
opera d’arte, facendo sì che quest’ultima
non venga imposta dall’alto in modo ge-
rarchico, ma che invece nasca dal basso,
con l’idea di riunire all’interno di un per-
corso progettuale una serie di compe-
tenze diverse tra cui quella del cittadino-
committente.
Artepertutti
Ivrea
Francesca Pregnolato dell’Associazione
Artepertutti di Ivrea racconta l’esperien-
za di casi concreti di accessibilità alla cul-
tura e al turismo.
L’accessibilità non riguarda soltanto le
persone diversamente abili, ma ci sono
problematiche relative a pubblici con esi-
genze diverse, dai bambini agli anziani,
che devono essere affrontate nell’ottica di
voler avvicinare la popolazione all’arte, al
territorio e ai luoghi.
My Terristory
FAI
Infine, Ruggero Pini presenta il progetto
My Terristory, realizzato in collaborazio-
ne con il FAI, creato per sensibilizzare le
nuove generazioni sul consumo del ter-
ritorio.
L’obiettivo del progetto ha previsto la
realizzazione di una piattaforma web in
cui è stata data agli utenti la possibilità di
raccontare un luogo a loro caro accostan-
do una foto di com’era un tempo e come
invece si è trasformato nel presente, dan-
do vita ad una community in grado di
dialogare per creare una memoria collet-
tiva sul cambiamento del territorio negli
ultimi anni.
7#spaceinvaders
Partendo dalla presentazione delle inizia-
tive in corso, concludiamo con una tavo-
la rotonda per provare a definire spazi di
collaborazione e modalità operative in
grado di restituire valore aggiunto al la-
voro delle singole realtà.
Patrizia Bonifazio racconta l’esperienza
della candidatura UNESCO per la città
di Ivrea, progetto iniziato ufficialmente
nel 2008, con la creazione di un comita-
to nazionale che ha unito il Comune di
Ivrea, la Fondazione Adriano Olivetti e il
Politecnico di Milano.
Il comitato, grazie al contributo della
Fondazione ha consegnato al Comune e
poi al Ministero la sua proposta per en-
trare nella “tentativ-list” dei siti UNE-
SCO italiani, accettata nel 2012, a cui è
seguita la costruzione di un tavolo di co-
ordinamento.
Per le proposte UNESCO Ivrea gareggia
come “città industriale del XX secolo”,
rappresentando un contenitore che tiene
insieme il lascito della fabbrica Olivet-
ti, più tutte quelle declinazioni, culture
progettuali e industriali che nel tempo si
sono elaborate e trasformate.
Si è posto l’accento sulla “città industria-
le” perché all’inizio la pratica è stata vista
come un tentativo di conservazione degli
edifici che fanno parte di questo patri-
monio e anche lo sguardo del Ministero
inizialmente era puntato sulle questioni
architettoniche.
La vera sfida è stata far slittare il dibattito
su questioni più complesse, che rispetta-
no molto di più il profilo cittadino e sono
più sensibili al territorio in questione.
La pratica UNESCO per Ivrea è stata in-
dividuata subito come pratica sperimen-
tale, in cui è richiesta la realizzazione di
un Dossier e un piano di gestione in cui
confluiscono diversi temi, tra cui i più
importanti, la memoria e la trasforma-
zione.
Un’altra questione che riguarda il terri-
torio eporediese è presentata dal Prof.
Rocco Curto del Politecnico di Torino,
incaricato dal Comune di Ivrea di ini-
ziare un processo e un ragionamento sul
possibile riutilizzo del Castello.
Si è costituito un gruppo di lavoro con
competenze radicate nel restauro e nella
valorizzazione, il cui obiettivo comune è
andare a recuperare il valore identitario
della struttura. Tra le condizioni della
sdemanializzazione del bene rientra la
necessità di destinarlo ad usi pubblici e
dimostrare la sua fattibilità finanziaria,
economica e gestionale.
Presa conoscenza della storia e del ruolo
sociale del Castello, per prima cosa è ne-
cessario pensare alla sua valorizzazione,
resa possibile attraverso interventi di re-
stauro per eliminare il degrado fisico ma
anche quello funzionale, andando a indi-
viduare nuove funzioni compatibili con
le caratteristiche storiche e architettoni-
Sabato 13
Anfiteatro Morenico di Ivrea:
un territorio in movimento
#spaceinvaders si propone di essere momento di confronto,
ma anche - e soprattutto - occasione per provare a definire
insieme ai tanti attori attivi sul territorio dell’Anfiteatro
Morenico di Ivrea, dei prossimi passi da fare insieme.
8#spaceinvaders
che del bene e soprattutto che risponda-
no alle necessità territoriali.
Con Mario Tassoni e il progetto Polaris,
promosso dal Comune di Cossano e altri
comuni partners, ci si occupa dell’Anfi-
teatro Morenico di Ivrea, per stimolare
il rilancio di questo territorio e favorire
opportunità di sviluppo sociale ed eco-
nomico sostenibile. L’idea nasce dalla
volontà di mettere a sistema tutte le ri-
sorse esistenti, dalla natura all’agricoltu-
ra, organizzando eventi e manifestazioni
che possano sensibilizzare la popolazione
locale, promuovere la storia e i prodotti
legati al territorio e individuare le attività
necessarie per il rilancio economico e tu-
ristico della regione.
Il tutto con una chiave insolita e origi-
nale, le stelle e l’archeoastronomia, attra-
verso cui è possibile conoscere la storia
e individuare sviluppi futuri delle aree
intorno all’Anfiteatro.
La presentazione del progetto che preve-
de la realizzazione del Museo del Neoliti-
co e di un villaggio palafittifico a Montal-
to Dora è lo spunto che il sindaco Ren-
zo Galletto utilizza per ragionare sulla
necessità di creare soluzioni progettuali
che sinergicamente mettano insieme più
soggetti.
L’apertura del nuovo museo non deve
essere fine a se stessa e rappresentare un
elemento statico del turismo culturale
ma può servire come spinta per un tu-
rismo dinamico che spinga i visitatori a
intraprendere percorsi che coinvolgano
più realtà legate a questo territorio.
Giuliano Canavese, Presidente dell’Eco-
museo Ami, racconta l’attività dell’eco-
museo e le iniziative intraprese per la va-
lorizzazione del territorio dell’Anfiteatro
morenico.
Nell’ottica in cui l’ecomuseo è una strut-
tura che si occupa di cultura materiale
e immateriale e di patrimonio natura-
le, l’Ecomuseo AMI si è occupato di un
progetto per realizzare una efficiente
rete museale in gradi di coinvolgere la
molteplicità di ricchezze distribuite sul
territorio, individuata nei piccoli musei
esistenti , che nella normalità dei casi
rappresentavano strutture aperte per
poche giornate all’anno, e spesso solo
su richiesta. La scommessa è stata quel-
la di riuscire a modificare questo regime
per portare sul territorio un significativo
flusso di visitatori e innescare così anche
un riscontro sulla microeconomia locale.
Presentata l’ipotesi ai vari comuni e in-
dividuati quelli aderenti, si sono cercati
i finanziamenti per la realizzazione e con
bandi di arruolamento sono stati selezio-
nati giovani qualificati e disoccupati, nati
o residenti sui territori museali per occu-
parsi della gestione delle strutture, dotate
di orari e date di apertura prestabiliti per
dare la possibilità a chiunque di organiz-
zare una visita.
Una visione legata al marketing territo-
riale è descritta da Maria Aprile, sindaco
di Pavone, presentando alcuni progetti a
cui il comune ha partecipato.
Oltre ad un progetto che ha visto nascere
un’audioguida dei territori in questione,
è stato costruito un concetto di analisi di
rete dove il turismo, lo sport, la cultura e
l’enogastronomia sono stati messi in rela-
zione per collaborare con altre realtà sul
territorio.
La progettazione ha previsto la sensibi-
lizzazione dei proprietari di alcuni siti di
interesse per stimolare le varie ristruttu-
razioni e il Comune si è reso disponibile
fino alla fase conclusiva attraverso il re-
cupero del ricetto e di tutti i cascinali e
antiche strutture (ex mulini, ex cartiera
ecc.) per permettere a nuovi operatori
interessati di istituire botteghe di artigia-
nato e altre piccole attività.
L’Anfiteatro morenico di Ivrea si mette
a disposizione come strumento pratico
di conoscenza attraverso l’ Osservatorio
del paesaggio dell’Anfiteatro morenica
di Ivrea, presentato da Riccardo Avanzi.
L’Osservatorio arriva a costituirsi dopo
un lungo periodo di lavoro, cresciuto
grazie all’importante contributo di Da-
niela Broglio e di Stefano Roletti, che in-
sieme hanno individuato nell’anfiteatro
l’elemento di riferimento per una proget-
tualità territoriale efficace.
L’Osservatorio ha svolto un ruolo fon-
damentale nel funzionamento degli eco-
musei locali e nella collaborazione con
biellesi e altri osservatori piemontesi, ha
partecipato alla nascita dell’Ecomuseo
dell’Anfiteatro morenico di Ivrea e svolto
altre attività diventando un’emanazione
di tutti questi processi, e ritrovarsi ora
con la volontà di rilanciarsi.
9#spaceinvaders
Allacciandosi a questa tematica Marco
Pezzetta introduce brevemente Acque di
mezzo, progetto di promozione dei terri-
torio che si estendono ad ovest di EXPO
2015 sulle tematiche di ambiente, acqua,
agricoltura, alimentazione e architettura.
L’eterogeneità dei progetti che si svilup-
pano sui territori in una logica di rete
è il punto di partenza della riflessione
di Roberto Canu, che sottolinea l’im-
portanza di un doppio livello di lavoro,
quello individuale e quello collettivo, per
la realizzazione di progetti concreti. In
passato si ha avuto la tendenza a lavorare
in verticale, autonomamente, dimenti-
candosi del raccordo con le altre attività
ma lentamente questo approccio si sta
modificando, anche grazie ad alcuni sti-
moli normativi dell’Unione Europea.
Il recupero del collettivo e della dimen-
sione comunitaria passa attraverso il re-
cupero della fiducia che è alla base di un
percorso sinergico.
Da “rete” a “sistema”, la vera sfida è pas-
sare oltre verso un “sistema di piano”, più
strutturato, che presenta ancora un pro-
getto specifico ma mette al centro un in-
tero territorio.
Seguono riflessioni e confronti sugli in-
terventi presentati e con Daniela Broglio
di Turismo Torino e Provincia la discus-
sione si sposta sullo sforzo che un terri-
torio deve compiere per un’organizzata
predisposizione all’accoglienza, concetto
che l’Anfiteatro morenico di Ivrea è riu-
scito negli ultimi anni a sviluppare se si
considera l’aumento dei visitatori.
Gruppo Turismo Confindustria Cana-
vese si fa testimone della professionalità
degli operatori che si rendono disponi-
bili per molte attività che si occupano di
accoglienza ricettiva e che hanno come
obiettivo la buona comunicazione di tut-
to quello che un territorio ha da offrire,
per fare in modo che i turisti non siano
passivi, ma invogliati a tornare là dove il
gruppo di lavoro ha dato buoni frutti.
PAESAGGIO
CULTURA
ANFITEATRO
MORENICO
IVREA
www.anfiteatromorenico.it
PIANO
DI VALORIZZAZIONE
INTEGRATA
Anfiteatro Morenico di Ivrea - Paesaggio e cultura
Piano di valorizzazione integrata
www.amipaesaggioecultura.it

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#spaceinvaders

  • 1.
  • 2. 2#spaceinvaders Claudio Bocci Responsabile Ufficio Sviluppo e Rapporti Isituzionali Federculture Complice la difficile situazione che il pa- ese sta attraversando, in molti guardano alle attività e ai beni culturali, alla pro- mozione turistica delle risorse del ter- ritorio, alla valorizzazione di saperi e al patrimonio locale come possibili strade da percorrere. Le influenti problematiche finanziarie soprattutto sulle autonomie locali, im- pediscono di inserire in chiave strategica la cultura come piattaforma per un pro- cesso che abbia nella cultura e nell’offer- ta culturale un elemento importante in grado di innescare percorsi di sviluppo territoriale. Alla luce delle ricerche e degli studi che l’organizzazione ha condotto (Rapporto Annuale Federculture, 2010), la situazio- ne oggi nel Paese rileva un’importante visione “tutelista” e di salvaguardia, spes- so non in grado, sui singoli territori, di relazionarsi con gli attori pubblici e pri- vati che costituiscono invece delle risorse fondamentali per avviare piani strategici di intervento integrato, così come elabo- rati in altre realtà europee ma che ancora non hanno preso piena consapevolezza di sé nel nostro Paese. Posta la questione delle progettualità culturale, uno dei limiti è che sui terri- tori non ci siano le capacità, le risorse (anche finanziarie), per progettare un nuovo modello di intervento di sviluppo che nella cultura abbia la sua piattaforma su cui costruire (sia cultura intesa come turismo culturale che come identità ter- ritoriale) modelli di sviluppo. Quello che manca è avviare una visione integrata e sistemica del territorio con un dialogo proficuo pubblico-privato che crei le premesse per una gestione/valo- rizzazione sistemica dei valori del terri- torio in chiave sia di attrazione turistica sia di sviluppo locale a base culturale. Luca Dal Pozzolo Direttore dell’Osservatorio Culturale del Piemonte Il punto di partenza per elaborare strate- gie e pianificare interventi è sicuramente la conoscenza e la lettura critica del pro- prio contesto. La situazione piemontese si divide tra la consapevolezza dell’impo- nente crisi finanziaria e l’onda lunga di un investimento che è durato tantissimi anni e che ha portato rilevanti risultati. Se da un lato le risorse sono finite e coloro che devono progettare e gestire iniziative cul- turali vivono profondi disagi, dall’altro sono evidenti delle potenzialità da gesti- re e dei ritorni, frutti degli investimenti passati. Premessa la consapevolezza di una crisi sistematica, bisogna prendere atto positi- vamente dei cambiamenti delle regole del gioco della progettazione culturale. In Europa le risorse aumentano perché arrivano da settori che non sono cultu- rali ma da fondi strutturali, per l’innova- zione, per l’industria e dal settore sociale, che costituiscono la nuova base delle ri- sorse per la progettazione culturale. I progetti sono l’elemento su cui si aggre- gano le risorse e devono aggregarsi sui territori perché è da essi che si deve par- tire per costruire una progettualità. Giovedi 11 Territorio, sviluppo, cultura Una riflessione, a più voci e libera da rivendicazioni di settore, sul ruolo della cultura nei processi di sviluppo del territorio.
  • 3. 3#spaceinvaders Sergio Conti Presidente FAI Piemonte Negli ultimi anni abbiamo assistito a una nuova fase di “protagonismo” dei terri- tori, in cui si avverte l’urgenza di trovare nuovi modi per stare tra dimensione lo- cale e mondo, organizzando sistemi, reti e distretti. Si tratta di un compito difficile in contesti per definizione complessi e in cui convivono legittimi e spesso diver- genti interessi. La prospettiva verso cui si pone il FAI Piemonte è quella di non abbandonare il restauro e la conservazione ma di le- gare questi elementi ai territori, poiché il patrimonio culturale è diventato una risorsa fondante per l’economia turistica. Lo spazio turistico ha teso ad evolvere dalle forme mononucleari a delle forme reticolari e pone quindi necessario ter- ritorializzare le strategie e attuare delle progettazioni integrate. L’Europa ha dato moltissimi esempi e cercando di copiare l’Europa in Piemon- te ci si è impegnati a creare programmi territoriali integrati, difficilissimi da con- cretizzare. La tutela non è più sufficiente, deve essere accompagnata da un progetto di valoriz- zazione, poiché la valorizzazione del pa- trimonio è una valorizzazione implicita delle identità dei luoghi. Patrizia Picchi ResponsabileSettoreMuseie PatrimonioCulturaleRegionePiemonte La Regione Piemonte da anni lavora nel- la direzione di stimolare processi di va- lorizzazione dei beni culturali a dimen- sione territoriale e a dimostrazione che spesso si tratta di percorsi non facili e di cui non si avvertono immediatamen- te i risultati, le prime esperienze hanno individuato tre ambiti di criticità che via via nel tempo iniziano a trovare una loro elaborazione: criticità nel rapporto pubblico-pubblico, criticità nel rapporto pubblico-privato e criticità governance- governo del processo. Contrariamente a tutte le analisi di tipo statistico che vengono fatte per cui un bene è tanto più conosciuto e tanto più valorizzato quanto più riesce ad attrarre visitatori, la Regione Piemonte ha volu- tamente scelto di affrontare il tema della valorizzazione territoriale prescindendo il numero di visitatori. Se l’unità di misu- ra sono i visitatori/turisti, si può avvertire un senso di frustrazione per aspettative deluse, ma la sostenibilità economica della valorizzazione di un territorio non si misura soltanto sul numero delle per- sone che la frequentano nell’immediato ma su quanto questo processo può essere un volano per il territorio in tutte le sue espressioni. Lavorando sull’esperienza dei piani di valorizzazione si è cominciato ad usare il termine creatività, non intesa soltanto come produzione di nuova cultura, ma intesa dal punto di vista metodologico, gestionale e di approccio, per sviluppare la fantasia e le capacità relazionali per far sì che soggetti anche molto diversi pre- senti sui territori collaborino fra loro. In questo ambito si inseriscono perfet- tamente i giovani e le opportunità di microimprenditorialità locali legate alla cultura, con la nascita di nuove professio- nalità strettamente collegate alle esigenze del territorio. In particolare si riconosce un merito fondamentale al coinvolgi- mento di tutto il sistema associazionistico che più del sistema pubblico ha risentito negli anni del rapporto individuale con l’ente gerarchico sovraordinato e rappre- sentando una preziosa risorsa dal punto di vista della conoscenza del territorio ha cominciato a elaborare progettualità nuove, spostando la cultura da una visio- ne assolutistica a una più relazionale. Laura Olivetti Presidente Fondazione Adriano Olivetti Il Padiglione Italia della 13° Mostra In- ternazionale di Architettura della Bien- nale di Venezia, ha aperto con il racconto dell’esperienza olivettiana, che presenta
  • 4. 4#spaceinvaders ancora caratteri di attualità e modelli da cui trarre ispirazione, soprattutto nella capacità di coniugare in modo positivo comunità e impresa. La Fondazione Adriano Olivetti, ponen- do il concetto di azienda come valori e non come produzione, ha cominciato ad occuparsi di “intangibili”, rappresentati all’80% dal capitale umano nelle azien- de, cercando di elaborare un censimento delle imprese presenti sul territorio che provengono dall’esperienza Olivetti. In particolare gli studi hanno riguardato il livello di innovazione, da cui è emersa una grande presenza di piccole e medie imprese sul territorio. Nel 2010 l’Università di Firenze nell’an- nuale “Rapporto Artimino” ha eviden- ziato come Ivrea, in rapporto ad altre città italiane che presentano caratteristi- che demografiche simili , crei il più alto livello di innovazione in Italia. Bisognerebbe quindi ricordarsi delle enormi potenzialità di questo territorio, spesso non riconosciute e trascurate da- gli stessi eporediesi, e costruire una rete accessibile in grado di sincronizzare le diverse esperienze. La Fondazione ha portato avanti con tenacia la candidatura UNESCO, che al di là del successo rappresenta una gran- dissima opportunità per la città di Ivrea, permettendo a molte realtà di collaborare per la realizzazione del piano di valoriz- zazione e del piano di gestione.
  • 5. 5#spaceinvaders Archivi Vini Schio (Vi) La città di Schio (VI), caratterizzata da un complesso di archeologia industria- le unico al mondo, rinasce grazie ad un grande progetto che valorizza il suo pas- sato, guardando al futuro. Archivi Vivi è l’ossimoro che dà il titolo al progetto, nato con l’idea di mettere in relazione tutta la rete degli archivi della moda, intesi non come semplici raccolte di documenti ma come luoghi vivi, con- creti e centrali nella cultura contempora- nea, da cui imprenditori e creativi di oggi e di domani possano attingere nuove idee e nuovi impulsi. L’obiettivo primo è recuperare e conser- vare gli archivi del tessile della moda attraverso un’azione di sensibilizzazione nei confronti degli imprenditori. Il passo successivo è mappare gli archivi esistenti e poi inventariarli e digitalizzar- li utilizzando un linguaggio condiviso e omogeneo. Infine è necessario valoriz- zare gli archivi attraverso mostre, work- shop, laboratori e convegni, tutto con una chiave contemporanea. Esterni Milano Un’altra esperienza innovativa è quella presentata da Beniamino Saibene dell’as- sociazione culturale Esterni di Milano, facente parte del consorzio di associa- zioni e cooperative che da anni lavora al recupero di un’antica cascina agricola nel centro di Milano, la Cascina Cuccagna, risalente al 1695. Con questo progetto è stato recuperato all’uso pubblico dei cittadini un luogo decadente e abbandonato, trasforman- dolo in luogo di incontro e aggregazione, un laboratorio attivo di cultura, un punto di riferimento per la ricerca comune di benessere sociale e di qualità della vita. Temporiuso Milano Giulia Cantaluppi dell’associazione cul- turale milanese temporiuso.net racconta come dopo aver constatato alcune espe- rienze positive in grandi capitali europee sia nata l’idea di provare a capire se era possibile in Italia poter utilizzare il tem- po di mezzo che intercorre tra la vecchia funzione di un luogo poi dismesso e quel- la futura, per costruire una progettualità legata al mondo della cultura, dell’asso- ciazionismo, dell’artigianato, della picco- la impresa, dell’accoglienza temporanea per studenti e turismo low-cost. Land Milano Matteo Pedaso approfondisce la valoriz- zazione paesaggistica che propone Land Group di Milano affrontando le trasfor- mazioni urbane e territoriali sotto il pro- filo socio‐economico, occupazionale e ambientale. Il lavoro prende vita dalla definizione Venerdì 12 Spazi della cultura, spazi per la cultura La mattinata vede in dialogo esperienze significative che, in diversi territo- ri italiani, hanno saputo trasformare e inventare nuovi spazi per la cultura e la socialità.sul ruolo della cultura nei processi di sviluppo del territorio.
  • 6. 6#spaceinvaders della convenzione europea del paesaggio, ratificata nel 2006 anche dall’Italia, dove il paesaggio viene definito come il terri- torio così come percepito dalle popola- zioni, includendo quindi anche i luoghi abbandonati, degradati e della quotidia- nità, meno noti per la loro bellezza. In un paesaggio tutto merita attenzione e ac- quista valore, a tal punto che esso stesso può rappresentare un’opportunità econo- mica di rilancio e di valorizzazione. A.Titolo Torino Luisa Perlo, membro del collettivo A.Titolo, lavora da diversi anni con me- todi per promuovere l’arte contempora- nea nello spazio pubblico coinvolgendo la popolazione locale e i residenti. Nei vari progetti presentati emerge la volon- tà di ribaltare la relazione tra cittadino e opera d’arte, facendo sì che quest’ultima non venga imposta dall’alto in modo ge- rarchico, ma che invece nasca dal basso, con l’idea di riunire all’interno di un per- corso progettuale una serie di compe- tenze diverse tra cui quella del cittadino- committente. Artepertutti Ivrea Francesca Pregnolato dell’Associazione Artepertutti di Ivrea racconta l’esperien- za di casi concreti di accessibilità alla cul- tura e al turismo. L’accessibilità non riguarda soltanto le persone diversamente abili, ma ci sono problematiche relative a pubblici con esi- genze diverse, dai bambini agli anziani, che devono essere affrontate nell’ottica di voler avvicinare la popolazione all’arte, al territorio e ai luoghi. My Terristory FAI Infine, Ruggero Pini presenta il progetto My Terristory, realizzato in collaborazio- ne con il FAI, creato per sensibilizzare le nuove generazioni sul consumo del ter- ritorio. L’obiettivo del progetto ha previsto la realizzazione di una piattaforma web in cui è stata data agli utenti la possibilità di raccontare un luogo a loro caro accostan- do una foto di com’era un tempo e come invece si è trasformato nel presente, dan- do vita ad una community in grado di dialogare per creare una memoria collet- tiva sul cambiamento del territorio negli ultimi anni.
  • 7. 7#spaceinvaders Partendo dalla presentazione delle inizia- tive in corso, concludiamo con una tavo- la rotonda per provare a definire spazi di collaborazione e modalità operative in grado di restituire valore aggiunto al la- voro delle singole realtà. Patrizia Bonifazio racconta l’esperienza della candidatura UNESCO per la città di Ivrea, progetto iniziato ufficialmente nel 2008, con la creazione di un comita- to nazionale che ha unito il Comune di Ivrea, la Fondazione Adriano Olivetti e il Politecnico di Milano. Il comitato, grazie al contributo della Fondazione ha consegnato al Comune e poi al Ministero la sua proposta per en- trare nella “tentativ-list” dei siti UNE- SCO italiani, accettata nel 2012, a cui è seguita la costruzione di un tavolo di co- ordinamento. Per le proposte UNESCO Ivrea gareggia come “città industriale del XX secolo”, rappresentando un contenitore che tiene insieme il lascito della fabbrica Olivet- ti, più tutte quelle declinazioni, culture progettuali e industriali che nel tempo si sono elaborate e trasformate. Si è posto l’accento sulla “città industria- le” perché all’inizio la pratica è stata vista come un tentativo di conservazione degli edifici che fanno parte di questo patri- monio e anche lo sguardo del Ministero inizialmente era puntato sulle questioni architettoniche. La vera sfida è stata far slittare il dibattito su questioni più complesse, che rispetta- no molto di più il profilo cittadino e sono più sensibili al territorio in questione. La pratica UNESCO per Ivrea è stata in- dividuata subito come pratica sperimen- tale, in cui è richiesta la realizzazione di un Dossier e un piano di gestione in cui confluiscono diversi temi, tra cui i più importanti, la memoria e la trasforma- zione. Un’altra questione che riguarda il terri- torio eporediese è presentata dal Prof. Rocco Curto del Politecnico di Torino, incaricato dal Comune di Ivrea di ini- ziare un processo e un ragionamento sul possibile riutilizzo del Castello. Si è costituito un gruppo di lavoro con competenze radicate nel restauro e nella valorizzazione, il cui obiettivo comune è andare a recuperare il valore identitario della struttura. Tra le condizioni della sdemanializzazione del bene rientra la necessità di destinarlo ad usi pubblici e dimostrare la sua fattibilità finanziaria, economica e gestionale. Presa conoscenza della storia e del ruolo sociale del Castello, per prima cosa è ne- cessario pensare alla sua valorizzazione, resa possibile attraverso interventi di re- stauro per eliminare il degrado fisico ma anche quello funzionale, andando a indi- viduare nuove funzioni compatibili con le caratteristiche storiche e architettoni- Sabato 13 Anfiteatro Morenico di Ivrea: un territorio in movimento #spaceinvaders si propone di essere momento di confronto, ma anche - e soprattutto - occasione per provare a definire insieme ai tanti attori attivi sul territorio dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, dei prossimi passi da fare insieme.
  • 8. 8#spaceinvaders che del bene e soprattutto che risponda- no alle necessità territoriali. Con Mario Tassoni e il progetto Polaris, promosso dal Comune di Cossano e altri comuni partners, ci si occupa dell’Anfi- teatro Morenico di Ivrea, per stimolare il rilancio di questo territorio e favorire opportunità di sviluppo sociale ed eco- nomico sostenibile. L’idea nasce dalla volontà di mettere a sistema tutte le ri- sorse esistenti, dalla natura all’agricoltu- ra, organizzando eventi e manifestazioni che possano sensibilizzare la popolazione locale, promuovere la storia e i prodotti legati al territorio e individuare le attività necessarie per il rilancio economico e tu- ristico della regione. Il tutto con una chiave insolita e origi- nale, le stelle e l’archeoastronomia, attra- verso cui è possibile conoscere la storia e individuare sviluppi futuri delle aree intorno all’Anfiteatro. La presentazione del progetto che preve- de la realizzazione del Museo del Neoliti- co e di un villaggio palafittifico a Montal- to Dora è lo spunto che il sindaco Ren- zo Galletto utilizza per ragionare sulla necessità di creare soluzioni progettuali che sinergicamente mettano insieme più soggetti. L’apertura del nuovo museo non deve essere fine a se stessa e rappresentare un elemento statico del turismo culturale ma può servire come spinta per un tu- rismo dinamico che spinga i visitatori a intraprendere percorsi che coinvolgano più realtà legate a questo territorio. Giuliano Canavese, Presidente dell’Eco- museo Ami, racconta l’attività dell’eco- museo e le iniziative intraprese per la va- lorizzazione del territorio dell’Anfiteatro morenico. Nell’ottica in cui l’ecomuseo è una strut- tura che si occupa di cultura materiale e immateriale e di patrimonio natura- le, l’Ecomuseo AMI si è occupato di un progetto per realizzare una efficiente rete museale in gradi di coinvolgere la molteplicità di ricchezze distribuite sul territorio, individuata nei piccoli musei esistenti , che nella normalità dei casi rappresentavano strutture aperte per poche giornate all’anno, e spesso solo su richiesta. La scommessa è stata quel- la di riuscire a modificare questo regime per portare sul territorio un significativo flusso di visitatori e innescare così anche un riscontro sulla microeconomia locale. Presentata l’ipotesi ai vari comuni e in- dividuati quelli aderenti, si sono cercati i finanziamenti per la realizzazione e con bandi di arruolamento sono stati selezio- nati giovani qualificati e disoccupati, nati o residenti sui territori museali per occu- parsi della gestione delle strutture, dotate di orari e date di apertura prestabiliti per dare la possibilità a chiunque di organiz- zare una visita. Una visione legata al marketing territo- riale è descritta da Maria Aprile, sindaco di Pavone, presentando alcuni progetti a cui il comune ha partecipato. Oltre ad un progetto che ha visto nascere un’audioguida dei territori in questione, è stato costruito un concetto di analisi di rete dove il turismo, lo sport, la cultura e l’enogastronomia sono stati messi in rela- zione per collaborare con altre realtà sul territorio. La progettazione ha previsto la sensibi- lizzazione dei proprietari di alcuni siti di interesse per stimolare le varie ristruttu- razioni e il Comune si è reso disponibile fino alla fase conclusiva attraverso il re- cupero del ricetto e di tutti i cascinali e antiche strutture (ex mulini, ex cartiera ecc.) per permettere a nuovi operatori interessati di istituire botteghe di artigia- nato e altre piccole attività. L’Anfiteatro morenico di Ivrea si mette a disposizione come strumento pratico di conoscenza attraverso l’ Osservatorio del paesaggio dell’Anfiteatro morenica di Ivrea, presentato da Riccardo Avanzi. L’Osservatorio arriva a costituirsi dopo un lungo periodo di lavoro, cresciuto grazie all’importante contributo di Da- niela Broglio e di Stefano Roletti, che in- sieme hanno individuato nell’anfiteatro l’elemento di riferimento per una proget- tualità territoriale efficace. L’Osservatorio ha svolto un ruolo fon- damentale nel funzionamento degli eco- musei locali e nella collaborazione con biellesi e altri osservatori piemontesi, ha partecipato alla nascita dell’Ecomuseo dell’Anfiteatro morenico di Ivrea e svolto altre attività diventando un’emanazione di tutti questi processi, e ritrovarsi ora con la volontà di rilanciarsi.
  • 9. 9#spaceinvaders Allacciandosi a questa tematica Marco Pezzetta introduce brevemente Acque di mezzo, progetto di promozione dei terri- torio che si estendono ad ovest di EXPO 2015 sulle tematiche di ambiente, acqua, agricoltura, alimentazione e architettura. L’eterogeneità dei progetti che si svilup- pano sui territori in una logica di rete è il punto di partenza della riflessione di Roberto Canu, che sottolinea l’im- portanza di un doppio livello di lavoro, quello individuale e quello collettivo, per la realizzazione di progetti concreti. In passato si ha avuto la tendenza a lavorare in verticale, autonomamente, dimenti- candosi del raccordo con le altre attività ma lentamente questo approccio si sta modificando, anche grazie ad alcuni sti- moli normativi dell’Unione Europea. Il recupero del collettivo e della dimen- sione comunitaria passa attraverso il re- cupero della fiducia che è alla base di un percorso sinergico. Da “rete” a “sistema”, la vera sfida è pas- sare oltre verso un “sistema di piano”, più strutturato, che presenta ancora un pro- getto specifico ma mette al centro un in- tero territorio. Seguono riflessioni e confronti sugli in- terventi presentati e con Daniela Broglio di Turismo Torino e Provincia la discus- sione si sposta sullo sforzo che un terri- torio deve compiere per un’organizzata predisposizione all’accoglienza, concetto che l’Anfiteatro morenico di Ivrea è riu- scito negli ultimi anni a sviluppare se si considera l’aumento dei visitatori. Gruppo Turismo Confindustria Cana- vese si fa testimone della professionalità degli operatori che si rendono disponi- bili per molte attività che si occupano di accoglienza ricettiva e che hanno come obiettivo la buona comunicazione di tut- to quello che un territorio ha da offrire, per fare in modo che i turisti non siano passivi, ma invogliati a tornare là dove il gruppo di lavoro ha dato buoni frutti.
  • 10. PAESAGGIO CULTURA ANFITEATRO MORENICO IVREA www.anfiteatromorenico.it PIANO DI VALORIZZAZIONE INTEGRATA Anfiteatro Morenico di Ivrea - Paesaggio e cultura Piano di valorizzazione integrata www.amipaesaggioecultura.it