8 giugno 2017 - Federica Galloni è intervenuto al convegno “Futuro periferie. La Cultura rigenera”, tenutosi all’ex Cerimant Tor Sapienza, Roma, accompagnando anche la visita del Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.
Tema dell'incontro: "Un viaggio nel presente e nel futuro delle periferie".
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2. Scenario
Le esperienze in Europa e in Italia confermano chiaramente come la componente
culturale rivesta un ruolo sempre più rilevante delle politiche di sviluppo urbano.
Perciò è di particolare interesse:
• riutilizzare gli spazi in chiave progettuale e con quale mix funzionale.
• mettere al centro delle azioni di valorizzazione il capitale sociale e territoriale,
anche in chiave multiculturale.
• stabilire processi di sviluppo economico locale e modalità di collaborazione tra
gli attori e le strutture di governance.
Questi temi, grazie a “Futuro Periferie”, troveranno ampio spazio di approfondimento e
discussione, tra esperti e amministratori che illustreranno le esperienze più
interessanti da sviluppare nelle periferie italiane più in difficoltà.
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3. Mission
La mission, che trae ispirazione dal sottotitolo la cultura rigenera, è chiara:
«Esaltare il patrimonio del nostro Paese per generare una ripresa economica a tutto
campo basata su politiche culturali e sociali, che mettano al centro dell’interesse il
miglioramento della qualità di vita del cittadino».
Tutto ciò realizzato in linea con le politiche europee, in particolare il patto di
Amsterdam del 2016 e l’istituzione dell’Agenda Urbana dell’UE che dialogando con
quella dell’ONU 2030 per uno sviluppo sostenibile suggerisce ai paesi membri approcci
innovativi per considerare i paesaggi urbani, veri e propri centri di creatività.
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4. Obiettivo
Creare una relazione tra i soggetti istituzionali e i cosiddetti portatori d’interessi
(Università, Imprese, Associazioni, Comunità) al fine di garantire il successo dei progetti
di rigenerazione.
Per questo motivo è necessario realizzare un processo di condivisione con tutti coloro
che contribuiscono alla realizzazione dei progetti di rigenerazione e quindi:
• il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti;
• la Conferenza delle Regioni;
• l’Associazione Nazionale Comuni Italiani;
• le nuove reti di soggetti impegnati, degli innovatori culturali e sociali.
E’ proprio infatti nella relazione tra i soggetti istituzionali e i cosiddetti portatori
d’interessi (Università, Imprese, Associazioni, Comunità) che si gioca il successo dei
progetti di rigenerazione
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5. Oggetto
I contesti sui quali la Direzione Generale
ha operato in questo breve lasso di
tempo, circa due anni e mezzo di lavoro
effettivo, sono quei territori in continua
trasformazione e di difficile definizione,
legati ai rapidi mutamenti della società.
Per questo la ricerca porta sempre più a
pensare che definizioni aperte e plurali di
periferia siano quelle più utili.
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6. Azioni
Le tre azioni messe in campo dalla Direzione Generale per concretizzare la propria
Policy sono:
1. CONOSCERE
2. ATTIVARE
3. AGIRE
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7. 1. Conoscere
Per agire in modo consapevole occorre conoscere o meglio riconoscere le diverse
caratteristiche delle periferie.
Per questo motivo il tema dell’enorme patrimonio di edilizia di iniziativa pubblica è
stato affrontato tramite a realizzazione di due iniziative:
• “Alla ricerca di una Città normale”
• “L’Atlante delle forme periferiche contemporanee in Italia”
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8. «Alla ricerca di una Città normale»
“Alla ricerca di una Città normale” è una
mostra realizzata nel 2016.
Il progetto è stato realizzato attraverso un viaggio
in Italia che, toccando oltre 60 quartieri di edilizia
pubblica realizzati negli ultimi 50 anni, ha
presentato una panoramica di casi paradigmatici e
antologici presenti su tutto il territorio nazionale.
La mostra è stata curata da un team di docenti
universitari e ha consentito di individuare i temi e
le problematiche trasversali alle varie istituzioni
che governano il territorio, giungendo a proporre
delle azioni chiave dalle quali far partire i progetti
di rivalutazione.
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9. «L’atlante delle forme periferiche
contemporanee in Italia»
“L’Atlante delle forme periferiche
contemporanee in Italia” è stato realizzato
grazie ad un processo di analisi e monitoraggio
su nove aree metropolitane italiane finalizzato
alla conoscenza dei territori indagati anche
con parametri innovativi.
Dalla rarefazione sul territorio di tutte le
funzioni che caratterizzano la mixitè
dell’effetto città, sono emerse le aree sulle
quali è prioritario intervenire per combattere il
fenomeno della disuguaglianza sociale.
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10. 2. Attivare
La fase di conoscenza, certamente non conclusa, ha consentito di calibrare alcuni
interventi mirati sia dal punto di vista geografico che sociale.
Ad oggi sono stati sostenuti e promossi dalla Direzione sette workshop che hanno visto
il coinvolgimento diretto di artisti del calibro di Domenico Mangano, Adrian Paci, Luca
Vitone, Elisabetta Benassi e Botto&Bruno cimentarsi con i ragazzi che vivono nelle
periferie di Palermo, Bari, Gioiosa Ionica, Roma, Genova, Torino, l’Aquila.
Inoltre è stato realizzato il progetto “Arte alla luce”.
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11. «Arte alla luce»
“Arte alla luce” è nato dal Protocollo d’intesa fra Save
the Children - organizzazione internazionale
indipendente dedicata dal 1919 a salvare i bambini e
difendere i loro diritti - e il Mibact-Direzione Generale
Arte e Architettura contemporanee e Periferie urbane.
Il progetto si è occupato di promuovere la conoscenza
dell’arte contemporanea tra i bambini e i ragazzi quale
fattore determinante per lo sviluppo armonioso di
ciascun individuo, con il coinvolgimento diretto di
affermati artisti.
L’iniziativa è stata realizzata all’interno di alcuni Punti
Luce, strutture socio-educative aperte
dall’organizzazione in varie regioni, per contrastare la
povertà educativa dei bambini, offrendo attività
formative, ricreative ed espressive.
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12. 3. Agire
Dopo le fasi di conoscenza e attivazione si è deciso di agire concretamente con la
creazione di azioni diffuse su tutto il territorio nazionale come:
• “Scuola: Spazio Aperto alla Cultura”
• “ Il Concorso d’idee per 10 aree periferiche pubbliche”
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13. «Scuola: Spazio aperto alla cultura»
“Scuola: Spazio Aperto alla Cultura” è un progetto
nazionale che grazie ad un investimento di 3
milioni di euro ha ottenuto una risposta davvero
straordinaria da parte di 173 istituti scolastici su
tutto il territorio nazionale.
Grazie a piccoli interventi manutentivi finanziati
dal MiBACT, in orario extracurricolare, queste
scuole si sono trasformate in spazio pubblico,
aperto alla comunità di riferimento organizzando,
in collaborazione con le associazioni culturali
operanti sul territorio, manifestazioni culturali ed
artistiche.
L’obiettivo del progetto è stato quello di far
diventare la rete capillare degli Istituti scolastici,
diffusa su tutto il territorio, interlocutore
privilegiato considerando che, in alcuni contesti,
le scuole sono gli unici spazi di relazione e
aggregazione.
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14. «Il concorso d’idee per 10 aree periferiche
pubbliche»
«Il Concorso d’idee per 10 aree periferiche
pubbliche» è stato realizzato grazie ad un
processo di selezione di 10 aree da riqualificare
fra quelle presentate dai Comuni attraverso una
manifestazione d’interesse, aperta a tutti, con
l’unica condizione che fossero già inserite nei
rispettivi programmi pluriennali di attuazione.
Parallelamente con un concorso pubblico, è
stato assegnato ai 10 migliori progetti un premio
e l’opportunità di dialogare con i Comuni ai
quali il medesimo progetto è stato donato.
E’ inoltre stata bandita la seconda edizione del
Concorso. Il 29 ottobre 2017 verranno
annunciati i vincitori
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15. Conclusioni
Il progetto «Futuro Periferie: la cultura rigenera» ha messo in atto un’ampia ricerca su
tutto il territorio nazionale che ha permesso di rileggere le esperienze di successo nel
campo della rigenerazione urbana in Italia in una chiave utile a policy maker e
amministratori che intendano scommettere sul valore della cultura come strumento di
azione.
Lo sviluppo dell’iniziativa è stato affidato a un team di curatori specializzati nei diversi
settori chiedendo loro di mettere particolarmente in luce:
• l’importanza di investire in cultura, non solo intesa come voce di spesa, ma capace
di innescare processi economici concreti
• la necessità che le Pubbliche amministrazioni abilitino le comunità quali
interlocutori per sperimentare il riuso di aree ed edifici in abbandono al fine di
attivare progetti in modo partecipato.
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