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Il distretto culturale evoluto:
un modello di
«culture-led governance »
per lo sviluppo locale
Quali processi di modernizzazione e di
salvaguardia dell’identità mediterranea?
Stefano Di Stasio
Nicosia 2 maggio
2015
Le puntate precedenti – Il tema
2
1
Malvito 13 dic 2013
Rossano 5 apr 2014
I Convegni
Sperlinga 13 set 2014
Iltema
Quali processi di modernizzazione e di
salvaguardia dell’identità mediterranea?
Le puntate precedenti – Il progetto
3
2
Ruviano 26 lug 2014
Bisignano 27 dic 2014
I Meeting
Nicosia 2 mag 2015
Ilprogetto
Il distretto culturale evoluto:
un meta-progetto per lo sviluppo locale
Il distretto culturale evoluto
Perché stiamo parlando di distretto culturale evoluto?
perché questo è un modello di sviluppo di un territorio
circoscritto, incentrato sulla cultura e sulle filiere di
attività non solo tradizionali ma anche innovative che
pongono la cultura come elemento centrale
4
3
Il distretto culturale evoluto
Che cosa significa sviluppo di un territorio, talvolta
definito anche sviluppo locale?
Si intende un processo di valorizzazione non distruttiva
delle risorse territoriali esistenti caratterizzato da :
• centralità del territorio
• centralità della dimensione locale
• interazioni tra i processi di sviluppo locale e le
dinamiche esterne al contesto di riferimento
Non è quindi sinonimo di localismo, bensì interazione
dialettica tra la dimensione locale e quella esterna
5
4
Il distretto culturale evoluto
Perché ricerchiamo un modello di sviluppo di un
territorio incentrato sulla cultura ?
perché nella cultura sono contenuti i segni identitari di
quel territorio, delle sue caratteristiche naturalistiche ed
ambientali, nonché i tratti distintivi delle popolazioni che
vi si sono succedute nel tempo, dei loro codici di
appartenenza e modelli di comportamento che sono anche
detti “capitale identitario”
6
5
Il distretto culturale evoluto
Ma se ricerchiamo lo sviluppo di un territorio, vi sono
modelli apparentemente più efficaci che lo realizzano:
lo sviluppo industriale ad esempio. Perché dunque
scegliere quello che punta sulla cultura?
Perché ricerchiamo modelli di sviluppo sostenibile, che
possono cioè produrre benefici per le attuali generazioni
senza pregiudicare le opportunità per quelle future.
Uno sviluppo quindi che sia socialmente equo,
economicamente realizzabile e che mantenga l’ ambiente
vivibile.
Non modelli di sola crescita economica bensì
miglioramento esteso anche ad altri aspetti della vita delle
persone. 7
6
Il distretto culturale evoluto
Quali fattori utilizza un distretto culturale (standard)
per promuovere lo sviluppo locale?
la valorizzazione del patrimonio dei beni culturali e
paesaggistici di un territorio è la strategia principale
messa in atto attraverso un distretto culturale.
In esso le economie della quotidianità e le filiere
convenzionali della normale vita sociale, si arricchiscono
per effetto dell’integrazione della componente culturale.
8
7
Il distretto culturale evoluto
Quando il distretto culturale è definito evoluto?
Se si riescono a sviluppare complementarietà strategiche
tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori
produttivi diversi, il distretto culturale diventa evoluto e si
sviluppano le “capabilities” individuali con le quali
l’individuo nella sua interezza diventa una chiave dello
sviluppo che si estende così anche a componenti
immateriali come la cultura e la creatività.
9
9
Il distretto culturale evoluto
Perché in definitiva fare questi distretti culturali?
Dalle esperienze mature emerge che il distretto culturale
può servire soprattutto per accelerare e snellire le
procedure di cambiamento nel territorio; allo stesso tempo
per governarle, orientarle verso un fine socialmente
condiviso, che è quello della valorizzazione del patrimonio
e delle identità.
E’ una unità territoriale più agile di quelle
istituzionalmente riconosciute, che può muoversi con una
certa libertà di azione.
10
10
Il distretto culturale evoluto – Le dinamiche
Dovunque si può implementare un Distretto culturale
evoluto?
Affinchè si sviluppi un D.C. evoluto sono necessarie alcune
dinamiche:
•Attrazione di talento creativo
•Riconversione competitiva del sistema produttivo
•Capacitazione sistematica della comunità locale
11
Un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in
quanto tale,necessita di un’autorità che definisca una strategia
di intervento per il territorio, e che ne individui la forma più
appropriata di gestione, in cui gli attori pubblici e privati
cooperino per la concretizzazione degli obiettivi
11
Il distretto culturale evoluto – Le classi
Le tre classi di distretti culturali evoluti:
Attrazione (Florida): Austin, Toronto, Valencia, Rotterdam
Ricoversione (Porter): Linz, Saint Etienne, Malmo-Lund,
Essen
Capacitazione (Sen): Denver, Newcastle-Gateshead, Lille,
Tampere
12
Il distretto culturale evoluto
13
Affinché si sviluppi un distretto culturale evoluto è necessaria
una qualche forma di combinazione creativa di questi canali
teorici, da cui è possibile identificare dodici azioni di policy
che possono essere applicate sulle diverse dotazioni (che
chiameremo forme di capitale) del territorio.
Le azioni possono essere viste come:
• strumenti di intervento per lo sviluppo del territorio
Oppure
•Chiavi di interpretazione dell’esistente per comprendere se vi
sono già azioni in corso orientate verso il DC evoluto
Il distretto culturale evoluto – le azioni
capacità di networking locale (CNL)Network
ing capacità di networking esterno (CNE)
gestioni delle criticità sociali e dell‟emarginazione (GCS)
partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC)
Socialità capacitazione e formazione della comunità locale (CFC)
qualità offerta culturale (QOC)
Qualità qualità della governance locale (QGL)
sviluppo imprenditoriale (SIM)
attrazione imprese esterne (AIE)
Sviluppo
attrazione del talento estero (ATE)
qualità della produzione di conoscenza (QPC)
Attrazio-
ne
sviluppo del talento locale (STL)
Il distretto culturale evoluto – le interazioni
CNLNetwork
ing CNE
GCS
PAC
Socialità CFC
QOC
Qualità QGL
SIM
AIE
Sviluppo
ATE
QPC
Attrazio-
ne
STL
Capitale
naturale
Capitale
fisico
Capitale
umano
Capitale
sociale
Capitale
Simbolico
Linee strategiche
Il distretto culturale evoluto – le interazioni
16
Matrice degli asset/azioni
Il distretto culturale evoluto – Esempio
17
Il distretto culturale evoluto – linee strategiche
18
Le intersezioni tra le dodici politiche di intervento e le linee
strategiche
Per ogni linea strategica vengono definiti:
• motivazione alla base della linea strategica
• obiettivi specifici che la linea strategica si propone di
soddisfare
• effetti desiderati– posizionamento identificato
• progetto chiave
• azioni collegate allo sviluppo della linea strategica
• soggetti pubblici e privati coinvolti
• tempo di esecuzione
• strategia di fundraising
Il distretto culturale evoluto
- il ciclo di progettazione
19
• creazione di condizioni culturali strategiche ed organizzative
favorevoli all’esplicarsi delle potenzialità presenti;
• definizione di un gruppo di progetto e dei principali
meccanismi di relazione e coordinamento
• attivazione di un piano di comunicazione finalizzato a
generare consapevolezza sul progetto.
• incentivazione e sostegno alla partecipazione
• definizione di meccanismi di controllo (no free-ridership)
• Assicurazione di azioni e politiche di intervento coerenti
con l’orientamento strategico del distretto
Attività propedeutiche preliminari
Il distretto culturale evoluto
- il ciclo di progettazione
20
• analisi del contesto generale e del territorio di interesse
• identificazione dell’ipotesi di distrettualizzazione, delle
macrofinalità del problema/bisogno cui dare risposta
• articolazione obiettivi generali e specifici e
dei risultati attesi
• articolazione delle attività e costruzione di un
logical-framework
• esplicitazione di un gruppo di attori che intende far parte
del gruppo di progetto o essere a supporto
L’istruzione del progetto - 1
Il distretto culturale evoluto
- il ciclo di progettazione
21
• definizione delle risorse materiali ed immateriali necessarie
• definizione degli accordi generali (politici e tecnici) con gli
attori
• costruzione del budget
• stesura del documento di progetto (o studio di fattibilità)
propedeutico all’attivazione del progetto ed al
reperimento di risorse
L’istruzione del progetto - 2
Il distretto culturale evoluto
- il ciclo di progettazione
22
• il logical framework
L’istruzione del progetto - 3
Livelli di obiettivi Indicatori
verificabili
Fonti di verifica Esternalità ed
ipotesi
Obiettivo
Generale
Aumento fruitori
patrimonio
culturale
Numero visitatori Dati assessorato
Obiettivo
specifico
Aumento
percentuale
studenti nei
musei
Numero studenti
e scuole
Dati rilevati
presso istituti
Risultati attesi incremento %
atteso
Verifica
attività Organizzare visite
didattiche in
convenz.
Il distretto culturale evoluto
- il ciclo di progettazione
23
• Le azioni sul patrimonio culturale
 tutela conservazione
 valorizzazione
 gestione
 promozione
 fruizione
L’istruzione del progetto - 4
Il distretto culturale evoluto – esempio
24
Distribuzione territoriale delle attività e dei contenitori culturali
Il distretto culturale evoluto
25
Il distretto culturale evoluto – Analisi SWOT
26
Il distretto culturale evoluto
27
Bibliografia essenziale
Il distretto culturale evoluto
28
una guida di progetto
http://www.fondazionecariplo.it/it/progetti/arte/distretti-culturali/index.html
Grazie per la pazienza
29
Il distretto culturale evoluto: un modello di
« culture-led governance » per lo sviluppo locale
……… e l’attenzione
Il distretto culturale evoluto
30
Bibliografia essenziale
Il distretto culturale evoluto
31
Il distretto culturale evoluto
32
Esiste una possibile formulazione dello sviluppo
territoriale che sia compatibile con le identità di quel
territorio?
Il tema- Modernizzazione vs identità
Processi di modernizzazione = processi di sviluppo
Risposta non scontata e non banale :
politiche, strategie, modelli, strumenti
33
Le puntate precedenti 1
Modernizzazione = quali rischi?
Salvaguardia dell’identità = quale identità?
Il distretto culturale evoluto – Esempio
34
Faenza : oltre 50.000 abitanti – città rinascimentale architettonicamente;
centro di eccellenza per la ceramica;
1. Alcune associazioni culturali sottopongono ipotesi di progetto alla
pubblica amministrazione per realizzare un centro polifunzionale
denominato Laboratorio Cultura.
2. La p.a. accoglie la proposta e la rende punto di partenza di una
strategia di lungo respiro per un ampio coinvolgimento territoriale
3. Si crea un “tavolo di lavoro” ad hoc con cooperazione e partnership
tra p.a. e Laboratorio Cultura con una consulenza esterna alla società
Goodwill
4. Il Tavolo di lavoro definisce uno studio di fattibilità per la
realizzazione di un distretto culturale evoluto
5. Nasce un piano strategico calibrato sui bisogni e le risorse del
territorio
Il distretto culturale evoluto – Esempio
35
•Ciclo di pianificazione quinquennale (2006-2010)
• Eccellenza in QPC, QGL, GCL, CCL, NWI
• Ma lacune in QOC, ATE, STL, NWE, CFC
• Di conseguenza: identità cittadina ‘congelata’ ®Faenza, città della
ceramica, da preservare più che da far crescere
• Una città che vede il futuro come estensione del passato
• Iniziatori: laboratorio cultura, comune (sindaco e assessore alla
cultura)
• La sfida: dare alla città uno ‘shock culturale’ e allargare il più possibile
la base di competenze locali - (capitale umano e simbolico)
• Festival Internazionale d’Arte Contemporanea “Futuro Presente”,
Centro Culturale Comunitario di Palazzo Mazzolani,
Nucleo Culturale
Il distretto culturale evoluto - Esempio
36
Risultati
• Più di 40 eventi in 3 giorni che hanno coinvolto molte delle figure
chiave della scena internazionale
• 150 giovani volontari reclutati in 4 giorni
• Tutti gli eventi gratuiti; pubblico >10.000 per eventi per lo più in
inglese e spesso rivolti ad un pubblico specializzato e competente.
Migliaia di spettatori aggiuntivi per gli eventi collaterali organizzati
dalle associazioni locali
• Vasto portafoglio di sponsor di livello nazionale e di istituzioni
sostenitrici di livello internazionale
• Più di 370 voci di rassegna stampa. Valore complessivo stimato >3
milioni di euro solo per carta stampata e radio-tv; 60 giornalisti
accreditati. Copertura sulla maggior parte dei canali radio-tv nazionali
Paesi evoluti : cultura ha ruolo
centrale nello sviluppo
economico
Italia: cultura utilizzata per
impiego prevalente tempo
libero ; turismo culturale
Rapporto tra cultura e sviluppo locale
Differente ruolo della cultura nello sviluppo locale
nei diversi Paesi
37
Paesi evoluti : innesca
processi di creazione del
valore;
Italia: passeggiata tra i
monumenti combinata a
prodotti tipici locali (effetto
Disney delle città d’arte)
La cultura e l’economia della cultura
• Nella cultura risiedono i tratti distintivi di una collettività ed i suoi
codici e modelli di comportamento.
• La cultura è un aspetto caratterizzante di una identità collettiva,
almeno in una società statica quale quella del periodo industriale.
• Economie industriali
Nell’ economia della scarsità si crea e si consolida un sistema culturale
la cui logica di base è quella di garantire la sopravvivenza. Si crea un
rapporto statico tra identità individuale e sociale.
Secondo una una teoria elaborata da Baumol e Bowen verso la metà
degli anni 60, le industrie culturali presentano una debolezza strutturale
(Il morbo di Baumol) che rende indispensabile l’intervento
dell’operatore pubblico. 38
Esiste la possibilità di un’ industria culturale?
La cultura e l’economia della cultura
• Economie postindustriali
Il contesto sociale ed economico si modifica rapidamente (era
globalizzazione): si può verificare lo scollamento tra sistema culturale
interiorizzato dalle precedenti generazioni e quello individualmente
elaborato. Diventano obsoleti i modelli delle logiche di sopravvivenza.
Nell’economia postindustriale e globalizzata le persone, liberate
dall’affanno della sopravvivenza, fanno emergere la necessità di un
nuovo sistema culturale adeguato al nuovo contesto sociale.
39
Sviluppo virtuoso dell’offerta culturale
acquisizione di nuove esperienze culturali =>
=> nuove competenze individuali =>
=> ampliamento paniere di consumo =>
=> sostegno a nuovo tipo di offerta culturale.
La cultura e l’economia della cultura
L’economia della cultura in questo caso non può limitarsi all’insieme di
solite categorie predefinite (arti in genere, conservazione e
manutenzione del patrimonio etc.) ma deve essere valutata rispetto a
qualunque supporto (materiale o immateriale) che possa potenzialmente
avere una valenza culturale.
Il “milieu” di un territorio rappresenta quella dotazione permanente di
caratteri socioculturali sedimentatisi in un’area geografica attraverso
l’evoluzione storica di rapporti individuali e che determina potenzialità
utili allo sviluppo ma che debbono essere riconosciute ed attivate dai
soggetti locali.
Il distretto culturale è un particolare modello di sviluppo territoriale, in
cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni culturali, materiali ed
immateriali, in esso presenti
40
Il distretto culturale evoluto
41
E’ un sistema
• complesso , in quanto articolato
• olistico, per gli effetti generati e le retroazioni innescate
• relazionale, in quanto le reti lo valorizzano
• programmato, in quanto non è il risultato del mercato
• partecipato perché mette in rete soggetti oltre che risorse e
progetti .
• Faenza 2005
• Torino Milano 2007
• Rovereto –Trento
• Distretti culturali
Lombardia 2009-2011
Distretti culturali in Italia
• Sicilia sud –est (Noto)- 2002
• Baia di Napoli – 2006
• Viterbo -2004
• Metadistretto Veneto dei Beni
culturali – 2003
Il distretto culturale evoluto – le azioni
42
a. qualità offerta culturale (QOC)
b. capacitazione e formazione della comunità locale (CFC)
c. sviluppo imprenditoriale (SIM)
d. attrazione imprese esterne (AIE).
e. attrazione del talento estero (ATE).
f. gestioni delle criticità sociali e dell‟emarginazione (GCS)
g. sviluppo del talento locale (STL)
h. partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC)
i. qualità della governance locale (QGL)
j. qualità della produzione di conoscenza (QPC)
k. capacità di networking locale (CNL)
l. capacità di networking esterno (CNE)
Modelli di sviluppo
«culture-driven» e «culture-led»
In generale lo sviluppo culture-driven di un territorio comporta
l’attivazione di un modello centrato sulla valorizzazione e non sul
miope sfruttamento del patrimonio culturale e paesaggistico.
Le logiche di sviluppo sostenibile più attuali e già applicate con
successo, assegnano un ruolo guida al fattore cultura inteso non solo
come fruizione dei beni culturali presenti su un territorio ma soprattutto
come capacità di creare valore attraverso le sue componenti
immateriali.
Queste risorse (capitale umano, capitale sociale, capitale
identitario/culturale) non sono facilmente misurabili e dipendono dalla
“capacitazione” cognitiva e dai suoi impatti sui comportamenti
individuali e collettivi (ad es. rispetto norme su interessi
individuali/collettivi)
43
Il distretto culturale evoluto
44
Condizioni che favoriscono
1.Collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato sistema di
infrastrutture culturali e ricreative;
2.Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe del progetto
di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche destinate alla
partecipazione degli individui;
3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato;
4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione con gli attori
preesistenti.
• Non si costituisce in maniera spontanea
• Integra valorizzazione delle risorse culturali, materiali
e immateriali, con il sistema di infrastrutture che ne
assicurano la fruibilità, con il sistema delle
organizzazioni che erogano servizi e con gli altri
settori produttivi connessi
• Realtà organica, sistemica, coordinata
Il distretto culturale evoluto
45
Si è passati da
• uno sviluppo funzionale di tipo top-down in cui un centro
ordinatore decide dall’alto l’allocazione sul territorio di
funzioni e servizi indipendentemente dalle richieste locali
• ad uno di tipo territoriale con caratteristiche bottom up.
Lo sviluppo locale
La concezione dello sviluppo ha subito variazioni nel tempo.
Si passa quindi
• da una concezione di supporto di funzioni a patrimonio da
valorizzare
• da una visione passiva dello stock di risorse territoriali a disposizione
delle dinamiche di sviluppo agli esiti dei processi di valorizzazione
territoriale.
46
Lo sviluppo locale sostenibile
Nei documenti delle Nazioni unite viene definito come quel tipo di
sviluppo che consente alle generazioni attuali di soddisfare i propri
bisogni senza compromettere le possibilità delle generazioni future di
poter soddisfare i propri.
47
Integrità ecologica
Crescita economica
Equità sociale
Di cosa stiamo parlando? - la governance
• Politiche per lo sviluppo sostenibile
• Strategie e modelli «culture driven»
• Dimensione locale per la valorizzazione delle
risorse dei territori
progetto per la realizzazione di
un distretto culturale
48
Le puntate precedenti 5
evoluto
Capitale naturale: insieme elementi non prodotti dall’Uomo
Capitale fisico : insieme elementi costruiti dall’Uomo
Capitale umano: insieme di conoscenze e competenze degli
individui, capacità umane conoscenze (brain capacity)
Capitale sociale: insieme di istituzioni, norme, reti di
relazioni interpersonali, tacitamente codificate
Capitale simbolico: interazioni e socialità nelle forme tangibili
ed intagibili (produzione e consumo di cultura,
tradizioni, storia, usi e costumi, identità dei luoghi)
Capitali di dotazione dei territori
Capitale identitario come insieme dei modelli legati ad
identità ed appartenenza che crea valore attraverso
l’appartenenza ed il potere identificativo 49
Lo sviluppo locale – Le risorse
Le puntate precedenti 5
Un caso di interesse
Itinerari culturali nel
distretto culturale della Ruhr
Ruhr - Regione della Germania
Qui si è realizzata la riconversione di una zona, più grande
della Lombardia e che conta circa 5 milioni di abitanti, da area
industriale in abbandono a centro turistico di promozione
culturale.
Il distretto minerario e siderurgico della Ruhr rappresentava il
cuore industriale dell’Europa del secolo scorso.
Agli inizi degli anni novanta e già con diversi anni alle spalle di
una profonda crisi economica dovuta all’innovazione nei modi
della produzione industriale e alla progressiva dismissione
degli impianti minerari, la popolazione dai 6.200.000 abitanti
del 1955 andava significativamente diminuendo.
Nel 1989 aveva i livelli di disoccupazione più alti della
Germania occidentale
Ruhr - Regione della Germania
Nel 1989 la giunta regionale della North Rhine-Westphalia,
nella linea tracciata dalle precedenti esposizioni internazionali
di architettura di Berlino (1957 e 1977), approvò il programma
decennale dell’IBA Emsher Park e ne stabilì gli obiettivi in un
memorandum. Gli obiettivi generali del memorandum
riguardavano sviluppo urbano e misure sociali, culturali ed
ecologiche come basi per la trasformazione economica in una
vecchia regione industriale.
I consigli delle 17 comunità locali della regione 6 dell’Emsher
votarono fin dall’inizio l’adesione al Park. Durante i dieci anni
fino al 2000 furono istruiti e realizzati oltre 120 progetti.
Ruhr - Regione della Germania
Non sono state utilizzate fonti di finanziamento straordinarie a
sostegno degli interventi per l’IBA Emsher Park. Le azioni di
pianificazione sono finanziate da programmi esistenti di aiuti
regionali, combinati a fondi strutturali statali e comunitari.
L’innovazione per l’Emsher Landscape Park consiste non
nell’invenzione di nuovi strumenti, ma nella combinazione in
sequenza di azioni urbanistiche ben sperimentate. Cinque
obiettivi raggiunti nella lunga corsa: 1) la conservazione dei
restanti paesaggi abbandonati; 2) la connessione delle aree
isolate e separate dall’agglomerazione urbana; 3) il ri-
azzonamento di aree separate tra loro come territori del parco;
4) il conseguimento degli accordi sia a livello regionale che a
livello locale sui progetti strategici; e 5) la manutenzione e il
governo dei nuovi spazi aperti all’interno di una associazione
regionale permanente per il parco.
Itinerario di cultura industriale nella Ruhr
percorso completo dell‘itinerario: 450 km
sentieri ciclabili integrati all‘itinerario: 700 km
Siti panoramici
Siti nodali
Centri visitatori
Siti industriali
rinaturalizzati
• Promotore è l‘associazione regionale della Ruhr
• Prodotto avviato nel 2000 dopo 5 anni di
preparazione
• Presenta diversi livelli gerarchici
• Varietà di presentazione e di strumenti di comunicazione
• Mobilità in bici
• Itinerario per bambini, virtuale e reale
• Il patrimonio industriale è l‘oggetto su cui è costruita una
identità nuova e unica, un marchio, un posizionamento
innovativo
• Attualmente, la Ruhr è regione Capitale culturale Ruhr 2010
• Eventi speciali: la „lunga notte della cultura industriale“
nel quartiere del carbone, offerta dal Ruhr Tourism GmbH
CONTESTO
valorizzare il patrimonio e
rilanciare ed innovare
l‘immagine del territorio verso
l‘esterno
OBIETTIVO
la STRUTTURA dell‘itinerario della
cultura industriale Ruhr
Route der Industriekultur
- i punti nodali sono luoghi dell‘esperienza e ricchi di
informazioni. i centri visite sono punti informativi
- dai punti nodali partono 25 itinerari tematici che
approfondiscono aspetti particolari della cultura industriale
e della storia della Ruhr. Gli itinerari tematici portano a
complessivamente 500 siti di patrimonio industriale.
- itinerari locali e sentieri
• Valore dell‘esperienza
• Presentazione storica
• Valore simbolico
• Autenticità
• Infrastruttura di turismo
industriale
• Qualità del contesto e
infrastrutture turistiche
presenti
• Prospettive di innovazione
• Collegamenti di trasporto
pubblico
• Collegamenti stradali
I CRITERI dell‘itinerario della
cultura industriale Ruhr
Route der Industriekultur
Ristorante tematico: „Casino“
nel sito UNESCO della vecchia miniera del carbone
„Zollverein“ Essen
Ristorante tematico: „Casino“
nel sito UNESCO della vecchia miniera del carbone
„Zollverein“ Essen
albergo tematico
„FERROTEL“
a Duisburg
Low impact – high effect
investimento: 3.500.000 €
85% di occupazione
La strada dei Romani
La strada dei Romani
• creazione di una rete tematica
come offerta culturale-turistica
transregionale e transnazionale
• sistema indipendente con fondi
europei, nazionali e privati.
• 150 tappe con offerta organizzata
in pacchetti turistici, eventi, festival,
percorsi ecc.
• gruppi di lavoro regionali tematici
• gestione centralizzata
il pacchetto turistico
La camminata di Ausonius
e la
guida escursionistica romana
127 km di sentieri facili e più
impegnativi
Servizi:
7 pernottamenti, 7 colazioni ‚da
escursionisti‘, 1 parco archeologico,
mappe escursionistiche, descrizione
die sentieri.
Prezzo/persona 2010:
singola: 288,00 €
doppia: 398,00 €
viaggio
gastronomico
sulla barca
romana
viaggio sul fiume di 40 –
120 km, visite in siti
archeologici romani,
monumenti, e programmi
culturali
Servizi: 2 – 6 pernottamenti, 4 visite in siti archeologici, museri, siti romani,
cucina tematica, degustazione di visi, specialità della stagione, descrizione del
percorso ecc.
Prezzo/persona 2010: singola: 388,00 €, doppia: 498,00 €
OBIETTIVO: promuovere
prodotti regionali nell‘ambito
della tematica della cucina
romana
...............il concorso e il ricettario Gusti Antichi
La strada dei Romani
il progetto Gusti Antichi
ricette antiche inspirate a Marcus Gavius Apicius (circa. 30 n.Chr.)
…mangiare in ambiente d‘epoca ricostruito
...allestimento di oggetti archeologici autentici, dei tempi di
Costantino
La strada dei Romani
Il ricettario
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il distretto culturale evoluto

  • 1. Il distretto culturale evoluto: un modello di «culture-led governance » per lo sviluppo locale Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell’identità mediterranea? Stefano Di Stasio Nicosia 2 maggio 2015
  • 2. Le puntate precedenti – Il tema 2 1 Malvito 13 dic 2013 Rossano 5 apr 2014 I Convegni Sperlinga 13 set 2014 Iltema Quali processi di modernizzazione e di salvaguardia dell’identità mediterranea?
  • 3. Le puntate precedenti – Il progetto 3 2 Ruviano 26 lug 2014 Bisignano 27 dic 2014 I Meeting Nicosia 2 mag 2015 Ilprogetto Il distretto culturale evoluto: un meta-progetto per lo sviluppo locale
  • 4. Il distretto culturale evoluto Perché stiamo parlando di distretto culturale evoluto? perché questo è un modello di sviluppo di un territorio circoscritto, incentrato sulla cultura e sulle filiere di attività non solo tradizionali ma anche innovative che pongono la cultura come elemento centrale 4 3
  • 5. Il distretto culturale evoluto Che cosa significa sviluppo di un territorio, talvolta definito anche sviluppo locale? Si intende un processo di valorizzazione non distruttiva delle risorse territoriali esistenti caratterizzato da : • centralità del territorio • centralità della dimensione locale • interazioni tra i processi di sviluppo locale e le dinamiche esterne al contesto di riferimento Non è quindi sinonimo di localismo, bensì interazione dialettica tra la dimensione locale e quella esterna 5 4
  • 6. Il distretto culturale evoluto Perché ricerchiamo un modello di sviluppo di un territorio incentrato sulla cultura ? perché nella cultura sono contenuti i segni identitari di quel territorio, delle sue caratteristiche naturalistiche ed ambientali, nonché i tratti distintivi delle popolazioni che vi si sono succedute nel tempo, dei loro codici di appartenenza e modelli di comportamento che sono anche detti “capitale identitario” 6 5
  • 7. Il distretto culturale evoluto Ma se ricerchiamo lo sviluppo di un territorio, vi sono modelli apparentemente più efficaci che lo realizzano: lo sviluppo industriale ad esempio. Perché dunque scegliere quello che punta sulla cultura? Perché ricerchiamo modelli di sviluppo sostenibile, che possono cioè produrre benefici per le attuali generazioni senza pregiudicare le opportunità per quelle future. Uno sviluppo quindi che sia socialmente equo, economicamente realizzabile e che mantenga l’ ambiente vivibile. Non modelli di sola crescita economica bensì miglioramento esteso anche ad altri aspetti della vita delle persone. 7 6
  • 8. Il distretto culturale evoluto Quali fattori utilizza un distretto culturale (standard) per promuovere lo sviluppo locale? la valorizzazione del patrimonio dei beni culturali e paesaggistici di un territorio è la strategia principale messa in atto attraverso un distretto culturale. In esso le economie della quotidianità e le filiere convenzionali della normale vita sociale, si arricchiscono per effetto dell’integrazione della componente culturale. 8 7
  • 9. Il distretto culturale evoluto Quando il distretto culturale è definito evoluto? Se si riescono a sviluppare complementarietà strategiche tra filiere culturali differenti, appartenenti a settori produttivi diversi, il distretto culturale diventa evoluto e si sviluppano le “capabilities” individuali con le quali l’individuo nella sua interezza diventa una chiave dello sviluppo che si estende così anche a componenti immateriali come la cultura e la creatività. 9 9
  • 10. Il distretto culturale evoluto Perché in definitiva fare questi distretti culturali? Dalle esperienze mature emerge che il distretto culturale può servire soprattutto per accelerare e snellire le procedure di cambiamento nel territorio; allo stesso tempo per governarle, orientarle verso un fine socialmente condiviso, che è quello della valorizzazione del patrimonio e delle identità. E’ una unità territoriale più agile di quelle istituzionalmente riconosciute, che può muoversi con una certa libertà di azione. 10 10
  • 11. Il distretto culturale evoluto – Le dinamiche Dovunque si può implementare un Distretto culturale evoluto? Affinchè si sviluppi un D.C. evoluto sono necessarie alcune dinamiche: •Attrazione di talento creativo •Riconversione competitiva del sistema produttivo •Capacitazione sistematica della comunità locale 11 Un distretto culturale è il risultato finale di un progetto e, in quanto tale,necessita di un’autorità che definisca una strategia di intervento per il territorio, e che ne individui la forma più appropriata di gestione, in cui gli attori pubblici e privati cooperino per la concretizzazione degli obiettivi 11
  • 12. Il distretto culturale evoluto – Le classi Le tre classi di distretti culturali evoluti: Attrazione (Florida): Austin, Toronto, Valencia, Rotterdam Ricoversione (Porter): Linz, Saint Etienne, Malmo-Lund, Essen Capacitazione (Sen): Denver, Newcastle-Gateshead, Lille, Tampere 12
  • 13. Il distretto culturale evoluto 13 Affinché si sviluppi un distretto culturale evoluto è necessaria una qualche forma di combinazione creativa di questi canali teorici, da cui è possibile identificare dodici azioni di policy che possono essere applicate sulle diverse dotazioni (che chiameremo forme di capitale) del territorio. Le azioni possono essere viste come: • strumenti di intervento per lo sviluppo del territorio Oppure •Chiavi di interpretazione dell’esistente per comprendere se vi sono già azioni in corso orientate verso il DC evoluto
  • 14. Il distretto culturale evoluto – le azioni capacità di networking locale (CNL)Network ing capacità di networking esterno (CNE) gestioni delle criticità sociali e dell‟emarginazione (GCS) partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC) Socialità capacitazione e formazione della comunità locale (CFC) qualità offerta culturale (QOC) Qualità qualità della governance locale (QGL) sviluppo imprenditoriale (SIM) attrazione imprese esterne (AIE) Sviluppo attrazione del talento estero (ATE) qualità della produzione di conoscenza (QPC) Attrazio- ne sviluppo del talento locale (STL)
  • 15. Il distretto culturale evoluto – le interazioni CNLNetwork ing CNE GCS PAC Socialità CFC QOC Qualità QGL SIM AIE Sviluppo ATE QPC Attrazio- ne STL Capitale naturale Capitale fisico Capitale umano Capitale sociale Capitale Simbolico Linee strategiche
  • 16. Il distretto culturale evoluto – le interazioni 16 Matrice degli asset/azioni
  • 17. Il distretto culturale evoluto – Esempio 17
  • 18. Il distretto culturale evoluto – linee strategiche 18 Le intersezioni tra le dodici politiche di intervento e le linee strategiche Per ogni linea strategica vengono definiti: • motivazione alla base della linea strategica • obiettivi specifici che la linea strategica si propone di soddisfare • effetti desiderati– posizionamento identificato • progetto chiave • azioni collegate allo sviluppo della linea strategica • soggetti pubblici e privati coinvolti • tempo di esecuzione • strategia di fundraising
  • 19. Il distretto culturale evoluto - il ciclo di progettazione 19 • creazione di condizioni culturali strategiche ed organizzative favorevoli all’esplicarsi delle potenzialità presenti; • definizione di un gruppo di progetto e dei principali meccanismi di relazione e coordinamento • attivazione di un piano di comunicazione finalizzato a generare consapevolezza sul progetto. • incentivazione e sostegno alla partecipazione • definizione di meccanismi di controllo (no free-ridership) • Assicurazione di azioni e politiche di intervento coerenti con l’orientamento strategico del distretto Attività propedeutiche preliminari
  • 20. Il distretto culturale evoluto - il ciclo di progettazione 20 • analisi del contesto generale e del territorio di interesse • identificazione dell’ipotesi di distrettualizzazione, delle macrofinalità del problema/bisogno cui dare risposta • articolazione obiettivi generali e specifici e dei risultati attesi • articolazione delle attività e costruzione di un logical-framework • esplicitazione di un gruppo di attori che intende far parte del gruppo di progetto o essere a supporto L’istruzione del progetto - 1
  • 21. Il distretto culturale evoluto - il ciclo di progettazione 21 • definizione delle risorse materiali ed immateriali necessarie • definizione degli accordi generali (politici e tecnici) con gli attori • costruzione del budget • stesura del documento di progetto (o studio di fattibilità) propedeutico all’attivazione del progetto ed al reperimento di risorse L’istruzione del progetto - 2
  • 22. Il distretto culturale evoluto - il ciclo di progettazione 22 • il logical framework L’istruzione del progetto - 3 Livelli di obiettivi Indicatori verificabili Fonti di verifica Esternalità ed ipotesi Obiettivo Generale Aumento fruitori patrimonio culturale Numero visitatori Dati assessorato Obiettivo specifico Aumento percentuale studenti nei musei Numero studenti e scuole Dati rilevati presso istituti Risultati attesi incremento % atteso Verifica attività Organizzare visite didattiche in convenz.
  • 23. Il distretto culturale evoluto - il ciclo di progettazione 23 • Le azioni sul patrimonio culturale  tutela conservazione  valorizzazione  gestione  promozione  fruizione L’istruzione del progetto - 4
  • 24. Il distretto culturale evoluto – esempio 24 Distribuzione territoriale delle attività e dei contenitori culturali
  • 26. Il distretto culturale evoluto – Analisi SWOT 26
  • 27. Il distretto culturale evoluto 27 Bibliografia essenziale
  • 28. Il distretto culturale evoluto 28 una guida di progetto http://www.fondazionecariplo.it/it/progetti/arte/distretti-culturali/index.html
  • 29. Grazie per la pazienza 29 Il distretto culturale evoluto: un modello di « culture-led governance » per lo sviluppo locale ……… e l’attenzione
  • 30. Il distretto culturale evoluto 30 Bibliografia essenziale
  • 33. Esiste una possibile formulazione dello sviluppo territoriale che sia compatibile con le identità di quel territorio? Il tema- Modernizzazione vs identità Processi di modernizzazione = processi di sviluppo Risposta non scontata e non banale : politiche, strategie, modelli, strumenti 33 Le puntate precedenti 1 Modernizzazione = quali rischi? Salvaguardia dell’identità = quale identità?
  • 34. Il distretto culturale evoluto – Esempio 34 Faenza : oltre 50.000 abitanti – città rinascimentale architettonicamente; centro di eccellenza per la ceramica; 1. Alcune associazioni culturali sottopongono ipotesi di progetto alla pubblica amministrazione per realizzare un centro polifunzionale denominato Laboratorio Cultura. 2. La p.a. accoglie la proposta e la rende punto di partenza di una strategia di lungo respiro per un ampio coinvolgimento territoriale 3. Si crea un “tavolo di lavoro” ad hoc con cooperazione e partnership tra p.a. e Laboratorio Cultura con una consulenza esterna alla società Goodwill 4. Il Tavolo di lavoro definisce uno studio di fattibilità per la realizzazione di un distretto culturale evoluto 5. Nasce un piano strategico calibrato sui bisogni e le risorse del territorio
  • 35. Il distretto culturale evoluto – Esempio 35 •Ciclo di pianificazione quinquennale (2006-2010) • Eccellenza in QPC, QGL, GCL, CCL, NWI • Ma lacune in QOC, ATE, STL, NWE, CFC • Di conseguenza: identità cittadina ‘congelata’ ®Faenza, città della ceramica, da preservare più che da far crescere • Una città che vede il futuro come estensione del passato • Iniziatori: laboratorio cultura, comune (sindaco e assessore alla cultura) • La sfida: dare alla città uno ‘shock culturale’ e allargare il più possibile la base di competenze locali - (capitale umano e simbolico) • Festival Internazionale d’Arte Contemporanea “Futuro Presente”, Centro Culturale Comunitario di Palazzo Mazzolani, Nucleo Culturale
  • 36. Il distretto culturale evoluto - Esempio 36 Risultati • Più di 40 eventi in 3 giorni che hanno coinvolto molte delle figure chiave della scena internazionale • 150 giovani volontari reclutati in 4 giorni • Tutti gli eventi gratuiti; pubblico >10.000 per eventi per lo più in inglese e spesso rivolti ad un pubblico specializzato e competente. Migliaia di spettatori aggiuntivi per gli eventi collaterali organizzati dalle associazioni locali • Vasto portafoglio di sponsor di livello nazionale e di istituzioni sostenitrici di livello internazionale • Più di 370 voci di rassegna stampa. Valore complessivo stimato >3 milioni di euro solo per carta stampata e radio-tv; 60 giornalisti accreditati. Copertura sulla maggior parte dei canali radio-tv nazionali
  • 37. Paesi evoluti : cultura ha ruolo centrale nello sviluppo economico Italia: cultura utilizzata per impiego prevalente tempo libero ; turismo culturale Rapporto tra cultura e sviluppo locale Differente ruolo della cultura nello sviluppo locale nei diversi Paesi 37 Paesi evoluti : innesca processi di creazione del valore; Italia: passeggiata tra i monumenti combinata a prodotti tipici locali (effetto Disney delle città d’arte)
  • 38. La cultura e l’economia della cultura • Nella cultura risiedono i tratti distintivi di una collettività ed i suoi codici e modelli di comportamento. • La cultura è un aspetto caratterizzante di una identità collettiva, almeno in una società statica quale quella del periodo industriale. • Economie industriali Nell’ economia della scarsità si crea e si consolida un sistema culturale la cui logica di base è quella di garantire la sopravvivenza. Si crea un rapporto statico tra identità individuale e sociale. Secondo una una teoria elaborata da Baumol e Bowen verso la metà degli anni 60, le industrie culturali presentano una debolezza strutturale (Il morbo di Baumol) che rende indispensabile l’intervento dell’operatore pubblico. 38 Esiste la possibilità di un’ industria culturale?
  • 39. La cultura e l’economia della cultura • Economie postindustriali Il contesto sociale ed economico si modifica rapidamente (era globalizzazione): si può verificare lo scollamento tra sistema culturale interiorizzato dalle precedenti generazioni e quello individualmente elaborato. Diventano obsoleti i modelli delle logiche di sopravvivenza. Nell’economia postindustriale e globalizzata le persone, liberate dall’affanno della sopravvivenza, fanno emergere la necessità di un nuovo sistema culturale adeguato al nuovo contesto sociale. 39 Sviluppo virtuoso dell’offerta culturale acquisizione di nuove esperienze culturali => => nuove competenze individuali => => ampliamento paniere di consumo => => sostegno a nuovo tipo di offerta culturale.
  • 40. La cultura e l’economia della cultura L’economia della cultura in questo caso non può limitarsi all’insieme di solite categorie predefinite (arti in genere, conservazione e manutenzione del patrimonio etc.) ma deve essere valutata rispetto a qualunque supporto (materiale o immateriale) che possa potenzialmente avere una valenza culturale. Il “milieu” di un territorio rappresenta quella dotazione permanente di caratteri socioculturali sedimentatisi in un’area geografica attraverso l’evoluzione storica di rapporti individuali e che determina potenzialità utili allo sviluppo ma che debbono essere riconosciute ed attivate dai soggetti locali. Il distretto culturale è un particolare modello di sviluppo territoriale, in cui la finalità prima è la valorizzazione dei beni culturali, materiali ed immateriali, in esso presenti 40
  • 41. Il distretto culturale evoluto 41 E’ un sistema • complesso , in quanto articolato • olistico, per gli effetti generati e le retroazioni innescate • relazionale, in quanto le reti lo valorizzano • programmato, in quanto non è il risultato del mercato • partecipato perché mette in rete soggetti oltre che risorse e progetti . • Faenza 2005 • Torino Milano 2007 • Rovereto –Trento • Distretti culturali Lombardia 2009-2011 Distretti culturali in Italia • Sicilia sud –est (Noto)- 2002 • Baia di Napoli – 2006 • Viterbo -2004 • Metadistretto Veneto dei Beni culturali – 2003
  • 42. Il distretto culturale evoluto – le azioni 42 a. qualità offerta culturale (QOC) b. capacitazione e formazione della comunità locale (CFC) c. sviluppo imprenditoriale (SIM) d. attrazione imprese esterne (AIE). e. attrazione del talento estero (ATE). f. gestioni delle criticità sociali e dell‟emarginazione (GCS) g. sviluppo del talento locale (STL) h. partecipazione dei cittadini e della comunità locale (PAC) i. qualità della governance locale (QGL) j. qualità della produzione di conoscenza (QPC) k. capacità di networking locale (CNL) l. capacità di networking esterno (CNE)
  • 43. Modelli di sviluppo «culture-driven» e «culture-led» In generale lo sviluppo culture-driven di un territorio comporta l’attivazione di un modello centrato sulla valorizzazione e non sul miope sfruttamento del patrimonio culturale e paesaggistico. Le logiche di sviluppo sostenibile più attuali e già applicate con successo, assegnano un ruolo guida al fattore cultura inteso non solo come fruizione dei beni culturali presenti su un territorio ma soprattutto come capacità di creare valore attraverso le sue componenti immateriali. Queste risorse (capitale umano, capitale sociale, capitale identitario/culturale) non sono facilmente misurabili e dipendono dalla “capacitazione” cognitiva e dai suoi impatti sui comportamenti individuali e collettivi (ad es. rispetto norme su interessi individuali/collettivi) 43
  • 44. Il distretto culturale evoluto 44 Condizioni che favoriscono 1.Collocazione, nell’ambito del territorio locale, di un appropriato sistema di infrastrutture culturali e ricreative; 2.Un sistema sociale ben integrato, reso adeguatamente partecipe del progetto di sviluppo grazie all’ introduzione di risorse e politiche destinate alla partecipazione degli individui; 3. La presenza di un sistema formativo di livello elevato; 4. Un sistema economico-produttivo che consenta l’interazione con gli attori preesistenti.
  • 45. • Non si costituisce in maniera spontanea • Integra valorizzazione delle risorse culturali, materiali e immateriali, con il sistema di infrastrutture che ne assicurano la fruibilità, con il sistema delle organizzazioni che erogano servizi e con gli altri settori produttivi connessi • Realtà organica, sistemica, coordinata Il distretto culturale evoluto 45
  • 46. Si è passati da • uno sviluppo funzionale di tipo top-down in cui un centro ordinatore decide dall’alto l’allocazione sul territorio di funzioni e servizi indipendentemente dalle richieste locali • ad uno di tipo territoriale con caratteristiche bottom up. Lo sviluppo locale La concezione dello sviluppo ha subito variazioni nel tempo. Si passa quindi • da una concezione di supporto di funzioni a patrimonio da valorizzare • da una visione passiva dello stock di risorse territoriali a disposizione delle dinamiche di sviluppo agli esiti dei processi di valorizzazione territoriale. 46
  • 47. Lo sviluppo locale sostenibile Nei documenti delle Nazioni unite viene definito come quel tipo di sviluppo che consente alle generazioni attuali di soddisfare i propri bisogni senza compromettere le possibilità delle generazioni future di poter soddisfare i propri. 47 Integrità ecologica Crescita economica Equità sociale
  • 48. Di cosa stiamo parlando? - la governance • Politiche per lo sviluppo sostenibile • Strategie e modelli «culture driven» • Dimensione locale per la valorizzazione delle risorse dei territori progetto per la realizzazione di un distretto culturale 48 Le puntate precedenti 5 evoluto
  • 49. Capitale naturale: insieme elementi non prodotti dall’Uomo Capitale fisico : insieme elementi costruiti dall’Uomo Capitale umano: insieme di conoscenze e competenze degli individui, capacità umane conoscenze (brain capacity) Capitale sociale: insieme di istituzioni, norme, reti di relazioni interpersonali, tacitamente codificate Capitale simbolico: interazioni e socialità nelle forme tangibili ed intagibili (produzione e consumo di cultura, tradizioni, storia, usi e costumi, identità dei luoghi) Capitali di dotazione dei territori Capitale identitario come insieme dei modelli legati ad identità ed appartenenza che crea valore attraverso l’appartenenza ed il potere identificativo 49 Lo sviluppo locale – Le risorse Le puntate precedenti 5
  • 50. Un caso di interesse Itinerari culturali nel distretto culturale della Ruhr
  • 51. Ruhr - Regione della Germania Qui si è realizzata la riconversione di una zona, più grande della Lombardia e che conta circa 5 milioni di abitanti, da area industriale in abbandono a centro turistico di promozione culturale. Il distretto minerario e siderurgico della Ruhr rappresentava il cuore industriale dell’Europa del secolo scorso. Agli inizi degli anni novanta e già con diversi anni alle spalle di una profonda crisi economica dovuta all’innovazione nei modi della produzione industriale e alla progressiva dismissione degli impianti minerari, la popolazione dai 6.200.000 abitanti del 1955 andava significativamente diminuendo. Nel 1989 aveva i livelli di disoccupazione più alti della Germania occidentale
  • 52. Ruhr - Regione della Germania Nel 1989 la giunta regionale della North Rhine-Westphalia, nella linea tracciata dalle precedenti esposizioni internazionali di architettura di Berlino (1957 e 1977), approvò il programma decennale dell’IBA Emsher Park e ne stabilì gli obiettivi in un memorandum. Gli obiettivi generali del memorandum riguardavano sviluppo urbano e misure sociali, culturali ed ecologiche come basi per la trasformazione economica in una vecchia regione industriale. I consigli delle 17 comunità locali della regione 6 dell’Emsher votarono fin dall’inizio l’adesione al Park. Durante i dieci anni fino al 2000 furono istruiti e realizzati oltre 120 progetti.
  • 53. Ruhr - Regione della Germania Non sono state utilizzate fonti di finanziamento straordinarie a sostegno degli interventi per l’IBA Emsher Park. Le azioni di pianificazione sono finanziate da programmi esistenti di aiuti regionali, combinati a fondi strutturali statali e comunitari. L’innovazione per l’Emsher Landscape Park consiste non nell’invenzione di nuovi strumenti, ma nella combinazione in sequenza di azioni urbanistiche ben sperimentate. Cinque obiettivi raggiunti nella lunga corsa: 1) la conservazione dei restanti paesaggi abbandonati; 2) la connessione delle aree isolate e separate dall’agglomerazione urbana; 3) il ri- azzonamento di aree separate tra loro come territori del parco; 4) il conseguimento degli accordi sia a livello regionale che a livello locale sui progetti strategici; e 5) la manutenzione e il governo dei nuovi spazi aperti all’interno di una associazione regionale permanente per il parco.
  • 54. Itinerario di cultura industriale nella Ruhr percorso completo dell‘itinerario: 450 km sentieri ciclabili integrati all‘itinerario: 700 km Siti panoramici Siti nodali Centri visitatori Siti industriali rinaturalizzati
  • 55. • Promotore è l‘associazione regionale della Ruhr • Prodotto avviato nel 2000 dopo 5 anni di preparazione • Presenta diversi livelli gerarchici • Varietà di presentazione e di strumenti di comunicazione • Mobilità in bici • Itinerario per bambini, virtuale e reale • Il patrimonio industriale è l‘oggetto su cui è costruita una identità nuova e unica, un marchio, un posizionamento innovativo • Attualmente, la Ruhr è regione Capitale culturale Ruhr 2010 • Eventi speciali: la „lunga notte della cultura industriale“ nel quartiere del carbone, offerta dal Ruhr Tourism GmbH CONTESTO
  • 56. valorizzare il patrimonio e rilanciare ed innovare l‘immagine del territorio verso l‘esterno OBIETTIVO
  • 57. la STRUTTURA dell‘itinerario della cultura industriale Ruhr Route der Industriekultur - i punti nodali sono luoghi dell‘esperienza e ricchi di informazioni. i centri visite sono punti informativi - dai punti nodali partono 25 itinerari tematici che approfondiscono aspetti particolari della cultura industriale e della storia della Ruhr. Gli itinerari tematici portano a complessivamente 500 siti di patrimonio industriale. - itinerari locali e sentieri
  • 58. • Valore dell‘esperienza • Presentazione storica • Valore simbolico • Autenticità • Infrastruttura di turismo industriale • Qualità del contesto e infrastrutture turistiche presenti • Prospettive di innovazione • Collegamenti di trasporto pubblico • Collegamenti stradali I CRITERI dell‘itinerario della cultura industriale Ruhr Route der Industriekultur
  • 59. Ristorante tematico: „Casino“ nel sito UNESCO della vecchia miniera del carbone „Zollverein“ Essen
  • 60. Ristorante tematico: „Casino“ nel sito UNESCO della vecchia miniera del carbone „Zollverein“ Essen
  • 61. albergo tematico „FERROTEL“ a Duisburg Low impact – high effect investimento: 3.500.000 € 85% di occupazione
  • 62. La strada dei Romani
  • 63. La strada dei Romani • creazione di una rete tematica come offerta culturale-turistica transregionale e transnazionale • sistema indipendente con fondi europei, nazionali e privati. • 150 tappe con offerta organizzata in pacchetti turistici, eventi, festival, percorsi ecc. • gruppi di lavoro regionali tematici • gestione centralizzata
  • 64.
  • 65. il pacchetto turistico La camminata di Ausonius e la guida escursionistica romana 127 km di sentieri facili e più impegnativi Servizi: 7 pernottamenti, 7 colazioni ‚da escursionisti‘, 1 parco archeologico, mappe escursionistiche, descrizione die sentieri. Prezzo/persona 2010: singola: 288,00 € doppia: 398,00 €
  • 66. viaggio gastronomico sulla barca romana viaggio sul fiume di 40 – 120 km, visite in siti archeologici romani, monumenti, e programmi culturali Servizi: 2 – 6 pernottamenti, 4 visite in siti archeologici, museri, siti romani, cucina tematica, degustazione di visi, specialità della stagione, descrizione del percorso ecc. Prezzo/persona 2010: singola: 388,00 €, doppia: 498,00 €
  • 67. OBIETTIVO: promuovere prodotti regionali nell‘ambito della tematica della cucina romana ...............il concorso e il ricettario Gusti Antichi La strada dei Romani il progetto Gusti Antichi
  • 68. ricette antiche inspirate a Marcus Gavius Apicius (circa. 30 n.Chr.) …mangiare in ambiente d‘epoca ricostruito ...allestimento di oggetti archeologici autentici, dei tempi di Costantino
  • 69. La strada dei Romani Il ricettario Gusti Antichi