SlideShare a Scribd company logo
1 of 5
Download to read offline
Documentazione di progetto della soluzione:
Il progetto FIORI DI CONTROVIOLE – con capofila la Provincia di Livorno per partner la
società in house/ Provincia di Livorno Sviluppo (agenzia formativa) e l’Associazione RANDI
(centro antiviolenza) è stato finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del
Consiglio dei Ministri
INDICE
Descrizione progetto;
Obiettivo generale del progetto è contribuire alla lotta contro la violenza di genere e alla promozione
dei diritti delle donne.
L'obiettivo specifico è creare opportunità concrete di reinserimento sociale e sostentamento economico
per donne vulnerabili (vittime di violenza).
Si intende quindi accompagnare, in una sperimentazione pilota, un gruppo di utenti verso l’occupazione,
ma anche definire un modello metodologico sostenibile e replicabile per ulteriori successive esperienze
rivolte a un target più ampio nell’ambito dell’inclusione socio-lavorativa.
Il progetto prevede di potenziare le opportunità di inserimento lavorativo di 15 donne – italiane e
straniere - vittime di violenza attraverso la definizione di metodologie e procedure di intervento in grado
di rendere il target di riferimento sostenuto e professionalmente preparato e, contestualmente, rendere
il mercato del lavoro maggiormente inclusivo. L’intento del progetto è quello di accompagnare le 15
donne, preventivamente individuate, per l’inserimento lavorativo nel settore della ristorazione.
Le fasi del progetto sono le seguenti:
1) potenziamento dell’assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza/individuazione del target
2) formazione comprendente stage pratico, laboratorio e consulenza per la creazione di impresa
3) sostegno avvio all’impresa/tirocini tutorati e incentivati
4) potenziamento delle reti a sostegno delle donne vittime di violenza (azione trasversale)
Il progetto, attraverso un sistema di azione integrate e personalizzabili, intende supportare in maniera
mirata, donne che cercano di uscire dalla sudditanza psicologica ed economica in cui sono costrette
dalla violenza maschile rendendole libere, anche per il futuro, da legami che derivano dallo
scioglimento del rapporto matrimoniale e/o di convivenza. Le donne che hanno deciso di reagire alla
violenza incontrano molte difficoltà, spesso devono riprogrammare interamente la propria vita e in
questo percorso l’autodeterminazione economica è fondamentale. Il lavoro – oltre alla sua valenza
economica – offre alla donna la speranza di una nuova vita. Partendo da queste basi, il progetto intende
sostenere le donne anche nella permanenza professionale attraverso le reti che garantiranno il supporto
anche dopo la fine del progetto stesso.
Per tutta la durata del progetto è’ previsto un servizio di sostegno per l’accudimento dei figli delle donne
impegnate nelle attività che faciliti la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
L’intervento previsto parte dalla consapevolezza che la donna, per uscire dalla situazione di violenza,
ha una doppia necessità:
• necessità di “ricostruzione esterna”: bisogno di trovare un lavoro, poter pagare un affitto, trovare
una autonomia economica, una rete sociale di supporto, ecc.
• necessità di “ricostruzione interna”: bisogno di ritrovare se stessa attraverso un percorso di
rafforzamento personale e di stima di sé; acquisizione di strategie di coping e di sopravvivenza, per
riconoscere in sé le capacità e le risorse per riprendere il percorso di vita.
Questo progetto vuole accompagnare le donne vittime di violenza in un processo di riappropriazione
della libertà di scelta. Le scelte che le donne faranno per decidere il proprio percorso individuale verso
il lavoro porteranno le stesse ad acquisire nuova e profonda consapevolezza e autostima. E’ di
fondamentale importanza il fatto che il lavoro offre garanzia di indipendenza economica che è fattore
cruciale per uscire dal vincolo della “violenza economica” e può quindi liberare le donne dai vincoli di
cessazione del matrimonio o della convivenza legati a ricatti diretti e nei confronti dei figli. Si scinde
così il legame di dipendenza dal maltrattante.
Il progetto prende avvio dalla collaborazione tra la Provincia di Livorno, la Consigliera provinciale di
Parità, il centro antiviolenza Randi e l’agenzia formativa pubblica Provincia di Livorno Sviluppo.
Questi soggetti sono inseriti in sistemi di rete che rendono possibile una stretta collaborazione con i
servizi del lavoro.
Attraverso un sistema di azioni integrate di inclusione socio/lavorativa si intende formare ed
accompagnare all’inserimento lavorativo/creazione di impresa nel settore della ristorazione donne
vittime di violenza.
2. Descrizione del team e delle proprie risorse e competenze;
Tutto il personale coinvolto nel progetto ha una ampia competenza nella propria materia maturata in
lunghi periodi di esperienza professionale. Il gruppo di lavoro è infatti composto da personale esperto
e qualificato ed è stato individuato anche in base alle attitudini e alla sensibilità verso il tema della
violenza di genere. Il personale impiegato nel progetto copre tutte le azioni previste. Per l tutoraggio
saranno impiegate le donne formate attraverso il progetto VIDA finanziato da DPO.
Del gruppo do lavoro fanno parte:
Psicologhe/psicoterapeute
Counselor/orientatrici
Docenti di formazione
Consulenti per l’avvio e la gestione di impresa
Consulenti per l’inserimento lavorativo
Tutor
Coordinatori
Personale amministrativo e di segreteria
Personale addetto alla rendicontazione.
Il personale amministrativo e i coordinatori saranno impegnati anche nella attività di sensibilizzazione
e comunicazione.
3. Descrizione dei bisogni che si intende soddisfare;
La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso
della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni:
il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale
come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati
stupri.
Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita
(31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella
sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati
stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più
violenze.
I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner
attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei
casi (76,8%).
Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze
subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla
propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014)
Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle
altre (51,4% contro 31,5%). Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha
subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni
gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi).
(dati ISTAT)
Il progetto si realizza nella provincia di Livorno.
4. Descrizione dei destinatari della misura;
Il progetto intende definire un modello di intervento sostenibile e replicabile per l’inserimento
lavorativo e la permanenza professionale di donne vulnerabili e realizzare un’esperienza pilota. In
particolare si intende accompagnare un gruppo di 15 donne disoccupate italiane e straniere verso
l’occupazione che si concretizzerà:
a) per 6 donne nella creazione di un’impresa per gestire un banco ristorazione possibilmente nel
Mercato delle Vettovaglie (Mercato Centrale) di Livorno dove avviare un’attività di ristorazione
multietnica;
a) Il Mercato delle Vettovaglie fu realizzato nel 1894 seguendo il modello delle vecchie Halles
parigine ed è, come dimensioni, la seconda struttura mercatale in Europa. L'antico Mercato delle
Vettovaglie è al centro di Livorno non solo da un punto di vista fisico urbanistico. Lo è anche sotto
l'aspetto più squisitamente culturale. Perché nella nobiltà delle sue origini, segnate dallo stile
architettonico liberty di Angiolo Badaloni, una delle archistar più apprezzate dell'epoca, si innesta
l'anima più popolare della città. Ovvero la capacità antica di offrire prodotti di ogni genere
alimentare con la spontaneità di chi vuol sentirsi protagonista e partecipe di un'emozione condivisa
con il cliente consumatore. All'interno del grande padiglione si trova veramente di tutto. Oggi è
anche luogo di un'offerta gastronomica varia e stimolante con grande attenzione allo street food
tipico e ai gusti di un clientela locale e internazionale. Difatti il Mercato è una tappa d’obbligo per
i tanti turisti in visita alla città.
Per le sue caratteristiche strutturali, culturali e sociali si ritiene che il Mercato possa essere un luogo
ottimale per stimolare le donne – vittime di violenza a inserirsi/reinserirsi nel mondo del lavoro.
All’interno del Mercato sarà possibile, per le neo-imprenditrici attivare rapporti di rete con gli altri
commercianti.
Il Mercato Centrale è di proprietà del Comune di Livorno che assegna i locali in base a bandi di
concorso. Le beneficiare verranno supportate nella presentazione della domanda di assegnazione.
In alternativa l’attività di ristorazione sarà aperta comunque in uno spazio con analoghe
caratteristiche in un quartiere centrale della città di Livorno.
5. Descrizione della tecnologia adottata;
La metodologia prevista prevede approcci integrati: individuale e di gruppo. Si basa sul
coinvolgimento attivo del target supportato da equipe di esperti in grado di presidiare efficacemente
ogni fase del percorso. La metodologia riserva un’attenzione particolare alle esigenze ed aspettative
individuali consentendo la possibilità di scegliere il proprio percorso socio/lavorativo ideale.
La metodologia prevede: aiuto e sostegno alla donna nell'esplicitare il proprio problema e le
aspettative, condivisione di un percorso personalizzato, valutazione dell’opportunità di
intraprendere l’inserimento lavorativo, situazioni di gruppo (nel corso della fase di formazione),
accompagnamento e sostegno nella fase di avvio all’impresa/tirocinio incentivato.
L'esperienza maturata dal partenariato ha evidenziato l'importanza di un lavoro di prossimità e a
lungo termine nei confronti della donna; di un approccio metodologico che prevede un'operatrice
che accompagni ogni donna accolta nel suo personale percorso di affrancamento dalla violenza,
diventando punto di riferimento per lei ed elemento di raccordo degli ulteriori supporti coinvolti.
Per la realizzazione del progetto sono previste le seguenti professionalità: psicologhe,
psicoterapeute, coiunselors, docenti esperti nelle specifiche materie della formazione, tutor di
formazione e di inserimento lavorativo (per questo specifico ruolo si attiveranno le donne formate
all’interno del progetto VIDA finanziato da DPO), consulenti per la creazione di impresa,
operatori/operatrici dei Centri per l’Impiego.
Le attività sono pianificate temporalmente come da cronoprogramma (vedi campo successivo). Le
attività sono coordinate complessivamente dal capofila Provincia di Livorno con compiti specifici
assegnati ai partner. Viene istituito un “comitato di progetto” che comprende, oltre ai partner,
referenti delle reti e delle strutture pubbliche e private operanti nel settore del lavoro. Dopo il primo
incontro di pianificazione avvio delle attività, il comitato si riunisce ogni 3 mesi al fine di monitorare
l’andamento del progetto e il raggiungimento degli obiettivi e contestualmente modificare/adattare
eventuali elementi di criticità. Nella pianificazione riveste particolare importanza il
monitoraggio delle attività.
I risultati attesi sono:
- donne informate e sensibilizzate su percorsi socio/lavorativi
- 15 donne disoccupate vittime di violenza formate con la qualifica professionale di “addetto alla
ristorazione”
- 6 donne imprenditrici in attività di ristorazione avviata
- 9 tirocini incentivati di 6 mesi realizzati
- modello replicabile per l’inserimento socio/lavorativo di donne vittime di violenza
- potenziamento delle reti a favore delle vittime di violenza di genere con collegamento al sistema
pubblico e privato per l’inserimento lavorativo
- aumentata consapevolezza del fenomeno della violenza e dei servizi a sostegno delle vittime. nella
cittadinanza
Tutte le fasi di lavoro sono descritte e proceduralizzate seguendo logiche di qualità. Il materiale
prodotto e condiviso all’interno del “comitato di progetto” viene redatto in cartaceo, ma anche su
formato elettronico e messo a disposizione di tutti gli operatori coinvolti per garantire omogeneità
e condivisione. La proceduralizzazione delle fasi di progetto consentirà la replicabilità
dell’esperienza anche in altri contesti locali e nazionali. Nel sito internet del capofila e dei partner
sarà dato ampio risalto alle attività del progetto e verrà aperte pagine dedicate nei social media.
Sempre con l’obiettivo di massima visibilità e possibile replicabilità verrà predisposto del materiale
informativo da diffondere attraverso i soggetti di rete e sui media.
6. Indicazione dei valori economici in gioco (costi, risparmi ipotizzati, investimenti necessari);
Il budget del progetto approvato è di complessivi € 270.000 ripartiti su voci di costo indicate dal
Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
I costi previsti per la realizzazione delle azioni progettuali sono stati calcolati tenendo conto di
ogni singolo aspetto del percorso enel rispetto dei massimali previsti. La voce di costo A prevede
l’impegno dei coordinatori e del personale amministrativo , tali figure faranno capo ai diversi
partner dell’ATS . Nella voce di costo B sono calcolate le spese per tutto il personale (esterno e
interno) che opererà nelle varie fasi progettuali. In questa voce sono ricompresi i docenti e i
consulenti per l’avvio di impresa e l’inserimento lavorativo. Il 60% delle risorse (voce di costo
C) sono destinate alle beneficiarie disoccupate e consentiranno loro di avere adeguato supporto e
sostegno per la durata della formazione e dei percorsi di avvio di impresa e di tirocinio. Vi sono
ricomprese tutte le spese relative al sostegno che sarà garantito per la formazione e l’ingresso al
lavoro, i costi relativi alle attrezzature e al materiale necessario per l’avvio della attività di
ristorazione e le risorse necessarie per garantire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro
attraverso l’accudimento de figli. Le spese generali che prevedono tutti i costi relativi alla
manutenzione di tutte le strutture che saranno utilizzate nonché i costi per le utenze sono
ricomprese nel 5% dei costi complessivi (voce di costo D). I costi compresi nel preventivo sono
stati previamente verificati per garantire la congruità agli standard di mercato. Il budget è
fortemente orientato verso le beneficiarie con l’obiettivo di impiegare il massimo degli sforzi e
delle risorse per realizzazione inserimenti lavorativi solidi e duraturi.
7. Tempi di progetto.
Il progetto avrà la durata complessiva di 36 mesi

More Related Content

Featured

Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie InsightsSocial Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Kurio // The Social Media Age(ncy)
 
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them wellGood Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
Saba Software
 

Featured (20)

Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
Content Methodology: A Best Practices Report (Webinar)
 
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
How to Prepare For a Successful Job Search for 2024
 
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie InsightsSocial Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
Social Media Marketing Trends 2024 // The Global Indie Insights
 
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
Trends In Paid Search: Navigating The Digital Landscape In 2024
 
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
5 Public speaking tips from TED - Visualized summary
 
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
ChatGPT and the Future of Work - Clark Boyd
 
Getting into the tech field. what next
Getting into the tech field. what next Getting into the tech field. what next
Getting into the tech field. what next
 
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search IntentGoogle's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
Google's Just Not That Into You: Understanding Core Updates & Search Intent
 
How to have difficult conversations
How to have difficult conversations How to have difficult conversations
How to have difficult conversations
 
Introduction to Data Science
Introduction to Data ScienceIntroduction to Data Science
Introduction to Data Science
 
Time Management & Productivity - Best Practices
Time Management & Productivity -  Best PracticesTime Management & Productivity -  Best Practices
Time Management & Productivity - Best Practices
 
The six step guide to practical project management
The six step guide to practical project managementThe six step guide to practical project management
The six step guide to practical project management
 
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
Beginners Guide to TikTok for Search - Rachel Pearson - We are Tilt __ Bright...
 
Unlocking the Power of ChatGPT and AI in Testing - A Real-World Look, present...
Unlocking the Power of ChatGPT and AI in Testing - A Real-World Look, present...Unlocking the Power of ChatGPT and AI in Testing - A Real-World Look, present...
Unlocking the Power of ChatGPT and AI in Testing - A Real-World Look, present...
 
12 Ways to Increase Your Influence at Work
12 Ways to Increase Your Influence at Work12 Ways to Increase Your Influence at Work
12 Ways to Increase Your Influence at Work
 
ChatGPT webinar slides
ChatGPT webinar slidesChatGPT webinar slides
ChatGPT webinar slides
 
More than Just Lines on a Map: Best Practices for U.S Bike Routes
More than Just Lines on a Map: Best Practices for U.S Bike RoutesMore than Just Lines on a Map: Best Practices for U.S Bike Routes
More than Just Lines on a Map: Best Practices for U.S Bike Routes
 
Ride the Storm: Navigating Through Unstable Periods / Katerina Rudko (Belka G...
Ride the Storm: Navigating Through Unstable Periods / Katerina Rudko (Belka G...Ride the Storm: Navigating Through Unstable Periods / Katerina Rudko (Belka G...
Ride the Storm: Navigating Through Unstable Periods / Katerina Rudko (Belka G...
 
Barbie - Brand Strategy Presentation
Barbie - Brand Strategy PresentationBarbie - Brand Strategy Presentation
Barbie - Brand Strategy Presentation
 
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them wellGood Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
Good Stuff Happens in 1:1 Meetings: Why you need them and how to do them well
 

Premio pa sostenibile-2018

  • 1. Documentazione di progetto della soluzione: Il progetto FIORI DI CONTROVIOLE – con capofila la Provincia di Livorno per partner la società in house/ Provincia di Livorno Sviluppo (agenzia formativa) e l’Associazione RANDI (centro antiviolenza) è stato finanziato dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri INDICE Descrizione progetto; Obiettivo generale del progetto è contribuire alla lotta contro la violenza di genere e alla promozione dei diritti delle donne. L'obiettivo specifico è creare opportunità concrete di reinserimento sociale e sostentamento economico per donne vulnerabili (vittime di violenza). Si intende quindi accompagnare, in una sperimentazione pilota, un gruppo di utenti verso l’occupazione, ma anche definire un modello metodologico sostenibile e replicabile per ulteriori successive esperienze rivolte a un target più ampio nell’ambito dell’inclusione socio-lavorativa. Il progetto prevede di potenziare le opportunità di inserimento lavorativo di 15 donne – italiane e straniere - vittime di violenza attraverso la definizione di metodologie e procedure di intervento in grado di rendere il target di riferimento sostenuto e professionalmente preparato e, contestualmente, rendere il mercato del lavoro maggiormente inclusivo. L’intento del progetto è quello di accompagnare le 15 donne, preventivamente individuate, per l’inserimento lavorativo nel settore della ristorazione. Le fasi del progetto sono le seguenti: 1) potenziamento dell’assistenza e sostegno alle donne vittime di violenza/individuazione del target 2) formazione comprendente stage pratico, laboratorio e consulenza per la creazione di impresa 3) sostegno avvio all’impresa/tirocini tutorati e incentivati 4) potenziamento delle reti a sostegno delle donne vittime di violenza (azione trasversale) Il progetto, attraverso un sistema di azione integrate e personalizzabili, intende supportare in maniera mirata, donne che cercano di uscire dalla sudditanza psicologica ed economica in cui sono costrette dalla violenza maschile rendendole libere, anche per il futuro, da legami che derivano dallo scioglimento del rapporto matrimoniale e/o di convivenza. Le donne che hanno deciso di reagire alla violenza incontrano molte difficoltà, spesso devono riprogrammare interamente la propria vita e in questo percorso l’autodeterminazione economica è fondamentale. Il lavoro – oltre alla sua valenza economica – offre alla donna la speranza di una nuova vita. Partendo da queste basi, il progetto intende sostenere le donne anche nella permanenza professionale attraverso le reti che garantiranno il supporto anche dopo la fine del progetto stesso. Per tutta la durata del progetto è’ previsto un servizio di sostegno per l’accudimento dei figli delle donne impegnate nelle attività che faciliti la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro. L’intervento previsto parte dalla consapevolezza che la donna, per uscire dalla situazione di violenza, ha una doppia necessità: • necessità di “ricostruzione esterna”: bisogno di trovare un lavoro, poter pagare un affitto, trovare una autonomia economica, una rete sociale di supporto, ecc.
  • 2. • necessità di “ricostruzione interna”: bisogno di ritrovare se stessa attraverso un percorso di rafforzamento personale e di stima di sé; acquisizione di strategie di coping e di sopravvivenza, per riconoscere in sé le capacità e le risorse per riprendere il percorso di vita. Questo progetto vuole accompagnare le donne vittime di violenza in un processo di riappropriazione della libertà di scelta. Le scelte che le donne faranno per decidere il proprio percorso individuale verso il lavoro porteranno le stesse ad acquisire nuova e profonda consapevolezza e autostima. E’ di fondamentale importanza il fatto che il lavoro offre garanzia di indipendenza economica che è fattore cruciale per uscire dal vincolo della “violenza economica” e può quindi liberare le donne dai vincoli di cessazione del matrimonio o della convivenza legati a ricatti diretti e nei confronti dei figli. Si scinde così il legame di dipendenza dal maltrattante. Il progetto prende avvio dalla collaborazione tra la Provincia di Livorno, la Consigliera provinciale di Parità, il centro antiviolenza Randi e l’agenzia formativa pubblica Provincia di Livorno Sviluppo. Questi soggetti sono inseriti in sistemi di rete che rendono possibile una stretta collaborazione con i servizi del lavoro. Attraverso un sistema di azioni integrate di inclusione socio/lavorativa si intende formare ed accompagnare all’inserimento lavorativo/creazione di impresa nel settore della ristorazione donne vittime di violenza. 2. Descrizione del team e delle proprie risorse e competenze; Tutto il personale coinvolto nel progetto ha una ampia competenza nella propria materia maturata in lunghi periodi di esperienza professionale. Il gruppo di lavoro è infatti composto da personale esperto e qualificato ed è stato individuato anche in base alle attitudini e alla sensibilità verso il tema della violenza di genere. Il personale impiegato nel progetto copre tutte le azioni previste. Per l tutoraggio saranno impiegate le donne formate attraverso il progetto VIDA finanziato da DPO. Del gruppo do lavoro fanno parte: Psicologhe/psicoterapeute Counselor/orientatrici Docenti di formazione Consulenti per l’avvio e la gestione di impresa Consulenti per l’inserimento lavorativo Tutor Coordinatori Personale amministrativo e di segreteria Personale addetto alla rendicontazione. Il personale amministrativo e i coordinatori saranno impegnati anche nella attività di sensibilizzazione e comunicazione. 3. Descrizione dei bisogni che si intende soddisfare; La violenza contro le donne è fenomeno ampio e diffuso. 6 milioni 788 mila donne hanno subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale, il 31,5% delle donne tra i 16 e i 70 anni: il 20,2% ha subìto violenza fisica, il 21% violenza sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza sessuale
  • 3. come stupri e tentati stupri. Sono 652 mila le donne che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri. Le donne straniere hanno subìto violenza fisica o sessuale in misura simile alle italiane nel corso della vita (31,3% e 31,5%). La violenza fisica è più frequente fra le straniere (25,7% contro 19,6%), mentre quella sessuale più tra le italiane (21,5% contro 16,2%). Le straniere sono molto più soggette a stupri e tentati stupri (7,7% contro 5,1%). Le donne moldave (37,3%), rumene (33,9%) e ucraine (33,2%) subiscono più violenze. I partner attuali o ex commettono le violenze più gravi. Il 62,7% degli stupri è commesso da un partner attuale o precedente. Gli autori di molestie sessuali sono invece degli sconosciuti nella maggior parte dei casi (76,8%). Il 10,6% delle donne ha subìto violenze sessuali prima dei 16 anni. Considerando il totale delle violenze subìte da donne con figli, aumenta la percentuale dei figli che hanno assistito ad episodi di violenza sulla propria madre (dal 60,3% del dato del 2006 al 65,2% rilevato nel 2014) Le donne separate o divorziate hanno subìto violenze fisiche o sessuali in misura maggiore rispetto alle altre (51,4% contro 31,5%). Critica anche la situazione delle donne con problemi di salute o disabilità: ha subìto violenze fisiche o sessuali il 36% di chi è in cattive condizioni di salute e il 36,6% di chi ha limitazioni gravi. Il rischio di subire stupri o tentati stupri è doppio (10% contro il 4,7% delle donne senza problemi). (dati ISTAT) Il progetto si realizza nella provincia di Livorno. 4. Descrizione dei destinatari della misura; Il progetto intende definire un modello di intervento sostenibile e replicabile per l’inserimento lavorativo e la permanenza professionale di donne vulnerabili e realizzare un’esperienza pilota. In particolare si intende accompagnare un gruppo di 15 donne disoccupate italiane e straniere verso l’occupazione che si concretizzerà: a) per 6 donne nella creazione di un’impresa per gestire un banco ristorazione possibilmente nel Mercato delle Vettovaglie (Mercato Centrale) di Livorno dove avviare un’attività di ristorazione multietnica; a) Il Mercato delle Vettovaglie fu realizzato nel 1894 seguendo il modello delle vecchie Halles parigine ed è, come dimensioni, la seconda struttura mercatale in Europa. L'antico Mercato delle Vettovaglie è al centro di Livorno non solo da un punto di vista fisico urbanistico. Lo è anche sotto l'aspetto più squisitamente culturale. Perché nella nobiltà delle sue origini, segnate dallo stile architettonico liberty di Angiolo Badaloni, una delle archistar più apprezzate dell'epoca, si innesta l'anima più popolare della città. Ovvero la capacità antica di offrire prodotti di ogni genere alimentare con la spontaneità di chi vuol sentirsi protagonista e partecipe di un'emozione condivisa con il cliente consumatore. All'interno del grande padiglione si trova veramente di tutto. Oggi è anche luogo di un'offerta gastronomica varia e stimolante con grande attenzione allo street food tipico e ai gusti di un clientela locale e internazionale. Difatti il Mercato è una tappa d’obbligo per i tanti turisti in visita alla città.
  • 4. Per le sue caratteristiche strutturali, culturali e sociali si ritiene che il Mercato possa essere un luogo ottimale per stimolare le donne – vittime di violenza a inserirsi/reinserirsi nel mondo del lavoro. All’interno del Mercato sarà possibile, per le neo-imprenditrici attivare rapporti di rete con gli altri commercianti. Il Mercato Centrale è di proprietà del Comune di Livorno che assegna i locali in base a bandi di concorso. Le beneficiare verranno supportate nella presentazione della domanda di assegnazione. In alternativa l’attività di ristorazione sarà aperta comunque in uno spazio con analoghe caratteristiche in un quartiere centrale della città di Livorno. 5. Descrizione della tecnologia adottata; La metodologia prevista prevede approcci integrati: individuale e di gruppo. Si basa sul coinvolgimento attivo del target supportato da equipe di esperti in grado di presidiare efficacemente ogni fase del percorso. La metodologia riserva un’attenzione particolare alle esigenze ed aspettative individuali consentendo la possibilità di scegliere il proprio percorso socio/lavorativo ideale. La metodologia prevede: aiuto e sostegno alla donna nell'esplicitare il proprio problema e le aspettative, condivisione di un percorso personalizzato, valutazione dell’opportunità di intraprendere l’inserimento lavorativo, situazioni di gruppo (nel corso della fase di formazione), accompagnamento e sostegno nella fase di avvio all’impresa/tirocinio incentivato. L'esperienza maturata dal partenariato ha evidenziato l'importanza di un lavoro di prossimità e a lungo termine nei confronti della donna; di un approccio metodologico che prevede un'operatrice che accompagni ogni donna accolta nel suo personale percorso di affrancamento dalla violenza, diventando punto di riferimento per lei ed elemento di raccordo degli ulteriori supporti coinvolti. Per la realizzazione del progetto sono previste le seguenti professionalità: psicologhe, psicoterapeute, coiunselors, docenti esperti nelle specifiche materie della formazione, tutor di formazione e di inserimento lavorativo (per questo specifico ruolo si attiveranno le donne formate all’interno del progetto VIDA finanziato da DPO), consulenti per la creazione di impresa, operatori/operatrici dei Centri per l’Impiego. Le attività sono pianificate temporalmente come da cronoprogramma (vedi campo successivo). Le attività sono coordinate complessivamente dal capofila Provincia di Livorno con compiti specifici assegnati ai partner. Viene istituito un “comitato di progetto” che comprende, oltre ai partner, referenti delle reti e delle strutture pubbliche e private operanti nel settore del lavoro. Dopo il primo incontro di pianificazione avvio delle attività, il comitato si riunisce ogni 3 mesi al fine di monitorare l’andamento del progetto e il raggiungimento degli obiettivi e contestualmente modificare/adattare eventuali elementi di criticità. Nella pianificazione riveste particolare importanza il monitoraggio delle attività. I risultati attesi sono: - donne informate e sensibilizzate su percorsi socio/lavorativi - 15 donne disoccupate vittime di violenza formate con la qualifica professionale di “addetto alla ristorazione” - 6 donne imprenditrici in attività di ristorazione avviata - 9 tirocini incentivati di 6 mesi realizzati
  • 5. - modello replicabile per l’inserimento socio/lavorativo di donne vittime di violenza - potenziamento delle reti a favore delle vittime di violenza di genere con collegamento al sistema pubblico e privato per l’inserimento lavorativo - aumentata consapevolezza del fenomeno della violenza e dei servizi a sostegno delle vittime. nella cittadinanza Tutte le fasi di lavoro sono descritte e proceduralizzate seguendo logiche di qualità. Il materiale prodotto e condiviso all’interno del “comitato di progetto” viene redatto in cartaceo, ma anche su formato elettronico e messo a disposizione di tutti gli operatori coinvolti per garantire omogeneità e condivisione. La proceduralizzazione delle fasi di progetto consentirà la replicabilità dell’esperienza anche in altri contesti locali e nazionali. Nel sito internet del capofila e dei partner sarà dato ampio risalto alle attività del progetto e verrà aperte pagine dedicate nei social media. Sempre con l’obiettivo di massima visibilità e possibile replicabilità verrà predisposto del materiale informativo da diffondere attraverso i soggetti di rete e sui media. 6. Indicazione dei valori economici in gioco (costi, risparmi ipotizzati, investimenti necessari); Il budget del progetto approvato è di complessivi € 270.000 ripartiti su voci di costo indicate dal Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. I costi previsti per la realizzazione delle azioni progettuali sono stati calcolati tenendo conto di ogni singolo aspetto del percorso enel rispetto dei massimali previsti. La voce di costo A prevede l’impegno dei coordinatori e del personale amministrativo , tali figure faranno capo ai diversi partner dell’ATS . Nella voce di costo B sono calcolate le spese per tutto il personale (esterno e interno) che opererà nelle varie fasi progettuali. In questa voce sono ricompresi i docenti e i consulenti per l’avvio di impresa e l’inserimento lavorativo. Il 60% delle risorse (voce di costo C) sono destinate alle beneficiarie disoccupate e consentiranno loro di avere adeguato supporto e sostegno per la durata della formazione e dei percorsi di avvio di impresa e di tirocinio. Vi sono ricomprese tutte le spese relative al sostegno che sarà garantito per la formazione e l’ingresso al lavoro, i costi relativi alle attrezzature e al materiale necessario per l’avvio della attività di ristorazione e le risorse necessarie per garantire la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro attraverso l’accudimento de figli. Le spese generali che prevedono tutti i costi relativi alla manutenzione di tutte le strutture che saranno utilizzate nonché i costi per le utenze sono ricomprese nel 5% dei costi complessivi (voce di costo D). I costi compresi nel preventivo sono stati previamente verificati per garantire la congruità agli standard di mercato. Il budget è fortemente orientato verso le beneficiarie con l’obiettivo di impiegare il massimo degli sforzi e delle risorse per realizzazione inserimenti lavorativi solidi e duraturi. 7. Tempi di progetto. Il progetto avrà la durata complessiva di 36 mesi