Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
GF Agricoltura Altra-Piacenza
1. Agricoltura altra e consumo critico
nel Piacentino
Sabato 25 Giugno 2016
Loc. Caratta Maruffi 55, 29020 Caratta (PC)
Nuove forme di agricoltura contadina e territorio
Giorgio Ferraresi
Società dei Territorialisti OSTEMI
2. L’Osservatorio dei Territorialisti/e di
Milano (OSTEMI)
• OSTEMI dalla sua formazione nel marzo ‘15 (presentazione locale dei due primi
numeri della rivista SdT sul “Ritorno alla terra”) si è proposto come un “luogo
comune interattivo” tra ricerca territorialista e le esperienze di neoruralità
contadina dell’area milanese/lombarda.
• Questo lavoro comune si è sviluppato sino a dar luogo al seminario del
19/02/16 a Cascina Cuccagna a Milano: “Produrre e scambiare valore
territoriale tra Contadini e Complici: dopo le esperienze pioniere dare struttura
e corpo territoriale alle filiere della agricoltura contadina”.
• Si è cosi delineato un obiettivo condiviso in questa relazione, di natura
strutturale, che nutre le diverse esperienze e che in più le induce ad operare in
comune, per appunto “…dare struttura e corpo territoriale…” alla neoruralità
contadina ed al rapporto coi loro referenti sociali.
3. Dal seminario al “Laboratorio territoriale
plurimo e interattivo”
• un “Laboratorio territoriale plurimo e interattivo” basato su un
“patto” sottoscritto dagli attori di quelle esperienze che si sono
incrociate nel seminario e nel percorso precedente
• un “laboratorio tra laboratori” che “in autonomia” sviluppano i
propri diversi percorsi attorno all’obbiettivo condiviso suddetto
ma impegnandosi reciprocamente a comunicare ed interagire in
quell’ambiente comune che è il laboratorio
• il documento/ patto è sottoscritto da più di 30 soggetti che si
impegnano (o vogliono essere interessati ) alla interazione tra
questi diversi processi/laboratori in cui operano.
4. Una nuova geografia del locale nella mappa
delle pratiche neorurali e territoriali
• Nell’incontro dedicato a dare il via alla attivazione pratica del
“Laboratorio plurimo“ viene prodotta una mappa della loro
localizzazione sul territorio, su una cartografia paesistica a scala
regionale
• Questa prima mappa è un elemento sempre più rilevante di
riferimento: vi si leggono i segni in evoluzione di una strategica
“geografia del locale” alternativa alla dominante “geografia dei
flussi globali”
• Nella attivazione del laboratorio plurimo questa “mappatura” di
processi neorurali viene assunta come un passaggio essenziale del
riconoscere, rappresentare, comunicare la loro capacità di
costruire il locale e di connettersi in sistemi territoriali vasti
5.
6. La mappa come incontro di saperi
esperienziale ed ”esperto”
• Cogliere e riesprimere i caratteri propri di quei processi
neorurali in campo:
– forme economiche, produzioni contadine, struttura delle loro
filiere, forme sociali e civili,
– processi di valorizzazione di patrimoni territoriali nei contesti
specifici nella loro complessità locale.
– una azione non può che essere prodotta direttamente attorno
al tavolo dagli operatori territoriali (contadini e complici sociali)
nei luoghi e nelle filiere) che esprimono
• Un sapere esperienziale che forma la base prima di un
prezioso archivio di schede sui processi vivi in campo.
– si ritiene che questo materiale vivo, proprio per rimanere vivo e
comunicante, operabile in tempo reale, sia trattato in una
piattaforma informatica (disponibile nel laboratorio plurimo)
inteso come un servizio in mano a questi soggetti in campo.
7. La mappa come incontro di saperi
esperienziale ed ”esperto”
• Collocare e rileggere le esperienze nella relazione interattiva
con i sistemi ambientali e insediativi del contesto territoriale
vasto dell’area milanese e lombarda cogliendo come tali
socioeconomie neorurali posso costruire un “locale di
ordine superiore” o altre forme rilevanti di sviluppo locale
per nodi e reti, o processi di scambio di “valore territoriale”
– la base di sfondo che accoglie e interrela i processi neorurali
deve essere una cartografia regionale di natura “non
funzionalista” ma “valoriale”
– che si esprima in un linguaggio dialogante con la qualità locale di
quei processi ; e non può essere che proposta e gestita in prima
istanza da chi - ma che esprima un sapere disciplinare proprio di
processi di ricerca o di piano e progetto
8. La mappa: una interpretazione per il
progetto
• La mappatura che si va formando in questi termini assumerà un carattere
proattivo, non solo descrittivo/interpretativo, per affrontare elementi di
realizzazione della “bioregione agrourbana, definendo coralmente temi
emergenti di quello scenario:
– la nuova centralità (che rovesci quella metropolitana) delle “aree interne”,
ex marginali e periferiche che esprimono valore identitario
– la costruzione delle relazioni di queste e altre aree di “locale denso” con la
domanda urbana dei beni di qualità locale e ambientale che producono
– l’introdurre la biodiversità (“l’invasione del locale”) nelle piane
dell’agricoltura estensiva e della urbanizzazione diffusa.
•
9. Consapevolezza e Comunicazione
• Questa mappatura costituisce uno strumento di
avvio della pratica della relazioni sistematiche tra
chi opera in ”laboratori plurimi”, in un incontro
senza intermediazione tra chi esprime i saperi
esperienziali e disciplinari, costruendo
– un codice linguistico comune (meticcio)
– una comunicazione “esterna” con ulteriori soggetti
potenziali dello scambio di questa coscienza ed
esperienza locale e del valore territoriale