2. la graphic novel
300 è una graphic novel
scritta da Frank Miller nel 1998
che narra le vicende dei 300
spartani e del loro re Leonida
che combatterono strenuamente
contro l’esercito persiano
guidato da Serse nella Battaglia
delle Termopili.
3. Il tema della graphic novel
è ispirato al film del 1962
“l’eroe di Sparta”.
Ci troviamo di fronte quindi
a un film che ispira un
fumetto il quale ispira un
film.
Quindi il rapporto tra film e
fumetto, in questo caso, è di
reciprocità tra i due media.
4. iL FILM
Il film, diretto da Zack Snyder, esce nelle
sale nel 2007 quasi 10 anni dopo il
fumetto, ma viene prodotto con il
costante lavoro di squadra tra Miller e i
produttori.
Il film riprende fotogramma per foto-
gramma quello che avviene nelle inqua-
drature del fumetto.
5. Per riprodurre fedelmente le
inquadrature del fumetto il lavoro
di fotografia diventa maniacale!
Ogni fotogramma è realizzato
secondo logiche puramente este-
tiche e grafiche, proprio come nei
fumetti.
Inoltre per riprodurre fedelmente
le battaglie si è fatto un’abbondante
uso di violenza, schizzi di sangue
e di scene in rallenty per fermare i
movimenti e mostrarne ogni
aspetto e carattere.
6. Con tutta questa attenzione per la fotografia, la narrazione vera e pro-
pria passa in secondo piano diventando un “sostegno” per una narra-
zione più di immagine.
Diventa quindi prevaricante l’impostazione delle scene su quello che
raccontano. L’immagine vince sul narrato.
7. Oltre alla fotografia, un
ruolo di estrema impor-
tanza lo svolte il colore.
Per realizzare colori ugua-
li al fumetto viene utiliz-
zata un tecnica particolare
chiamata “Chroma Kye”
che permette di creare
fondi quasi uniformi e
di far risaltare i colori in
contrasto con esso (per
esempio i mantelli cremi-
si degli spartani).
8. Nonostante le critiche di sto-
rici (sia la g.n. sia il film non
rispettano la vera storia in tutti
i suoi punti) e di parte della
critica (l’affidamento alla vio-
lenza in tutto il film è pesan-
te) il pubblico ha apprezzato
questo contatto tra cinema e
fumetto.
Forse proprio per la compene-
trazione maniacale che c’è sta-
ta tra i due.
CONCLUSIONE